la Libertà - anno I - n. 6 - 5 giugno 1927

5 GIUGNO 1927 Spulciando la "bestia" RILIEVI LIEVI Pessimo ve::o non trovar mai nulla di 'liuono n~ di~C?7'.Si e nei propositi dcqli ~~~~;~~~i}tfeol;tt;:.:,)~:~ i~ i~i~? r :liecgl~rze . E un metodo che noi detestiamo. Biso– ana ~sse~c .e91wnimi SO]Jratu.ttocoi nemici: C~!'Jlt ani~ct e cosa h·oppo facile. Perciò 11oi r1conosctamo eh<' nel disc()rso "fondamen– tale > 1 , 1, lapidario n, ,1 dmitesco », propi11ato d(!-l " Duce " del fascismo nl?lla " slorica " gtoma~a 2G maggio, per qtianto inspirato ~ un 1dc_alr.che ancor non è it nostro, le 1dee_oe1:wli foi•micolano: si può dire che ne cost~huscono il tessuto connettivo. . Discorso, si noti, da valere per un anno ~ntcro. Per un anno il ,, Duce >) si è messo il. lucchetto aUe labbra. Egli ha vuotato il .rno sacco. - Discorso autodefinitosi une– ccUal'iO, i"rritontc e divertente li. Sì, diver– tente &opratutto / Incominciamo dal principio. Quando c'è la salute ... Può porrrc a pl·ima (liunta ttn'i11ac1111ità. J.la il Genio ama esprimersi appunto con queste u uova di Colombo )). Sono spesso le cose più. semplici queUe a ciii nessuno pri– ma aveva pensato. Ecco infatti, dalle p1·ime battute, una ;coperta <lcl "Duce li : "fo 11,no Stato bene ordinai.o la cura della 'salute fisica del u popolo dev'es&ere al vri- 11,0 posto.» Argutamente infatti egli osserva che, l)ri– ma del fascismo, soUo la influew:a nefasta della liberale scuola di Manchester, la sa– lU;tc fisica del popolo non aveva alcu11a importanza. "Lasciai' fare e lasciar cor– ·rere n era il precetto. Chi mai aveva pen– ~ato a una Dtre;ione generai.e della Sanità, a un Codice sanitario, a una statistica dei 'morbi? Col fascismo tutto è mutalo. E le cifre - le cifre, o signori 1 - ne danno i risulta.menti. La pellagra in Italia era già sparita. Il Yaicismo, ahimè, non giirnsc in tempo per :ucciderla. Ma i11tanto, neppure col fasci– imo, non è rifiorita. La malaria si anitava sp_c!Jncndocon i lavori vubbtici e le bomfiche che ttltti )anno. La diminuzione è co11tinuata anche k:Ol f<Ucismo. Crebbe invece - con l'alcoolismo, con la pania, coi suicidii. - la malattia caratte– ristica dei poveri: la tubercolosi. Ma il ri– '.basso.forzato, vo~v_amo dir:,cspontaneo, dei 'aalarn, ne denutr1ra il baciUo. B alla causa più specifica del morbo - l'addensamento eccessivo della popolazio11e tielle case - ai c::te°r:eJ~~::~r~e'iP:::t~t1s;~so;;~~~~e. Troppi o troppo pochi B' questa la parte del discorso più paro– (iossale e brillante : tanto più che l'oratore ti chiede di fargli « il piacere di meditarla :e rileggerla anche fra le rigl~e n. Fino a jeri si ,·itenne che in Italia la "popolazione aumentasse t1·oppoa dismisura fa confronto della potenzialità alimentare della sua terra, della scarsità dei capitali, ccc., ccc. Cinicamente si paragonavano gli !~a;~kii Jt~~,i~r~~Lr°1f~t.c1fft~icg~~n::1/! la merce di csporta::.ionepiù ,opiosa da essi prodotta era la mano d'opera, onde la cmi– gl'a:.ione J)iù. sti-acciona e l.ru11},ii'adel 11w11do. ~ poichè a questa si chiudevano via via gli sbocchi, si asseriva che il fiume ~traripava. Gli "i'nintelliqcnti n, plagiando quel be– 'ticmc di Malthus, affermavano che noi sia- 11l>O troppi. Qualcimo arrivò a dire che l'I- t%f!,tj5~$/11/8Jf s~ki"tt~.~~~~ li~efu~~ n ° t!! vece, cogli u intelligenti,, - mentre osse1·– va che il fittme, piÙ, si go11fia.e più resta fra gli q.rqini - proclama ~l1ssrnia_mcnte che u ttamo pochi >). La d1mostrazaone è matematica. u Parliamoci chiaro: che cosa sono 40 milioni di Ualiani di ic f1·ol1lea 90 milioni di Tedesc:Jti, a 200 milioni di Slavi, a 40 milioni•di francesi più i 90 delle colonie, ai !i6 milioni di Inglesi più i 450 delle co– lonie 7 ». Noi rispondiamo scn:a ambagi : meno ~ella ventesima pa1·te. « Signori - prosegiti l'oratore - l'Ita- !if::~sfe;u1:it;;;li1u~~ff: ~~~~~::v~:f tadi ):':i-~troe s:ri~ 1~l~~o1:i7adf°!t,1:~;1~~~: n on.in- In me(lia J'aumento di un milione al– i'anno. Fra11camente, noi troviamo la proposta troppo modesta. Non saremmo ancora nep– pure la quindicesima parte. In ttn conflitto saremm.,q battuti. E auguriamoci che gli ,tranier1, dopo questo discorso, non. ma~– gino la foglta, adottando lo stesso rimedw i-- la ricetta è piacevole - e frustrando, .con concorren:a sleale, lo slancio dell'ope– ra nostra 11etletto ... del fiume. Il problema nGm è solo quantitativo, è ~ualìtativo. · Peroccltè, « 'dato pregiudiziale. lleUa po– lenza politica, e quindi econonnca e mo– rate, delle Nazioni,. è la l01·0potcn:;a demo– grafica"· . _ _ _ In altri termini, la forza e la crnt{làdct tp;;t~:r ;;~~:f;o!·:n,,te~e;t; 7i: 1 ,.~nl~t,~~ i1iretta della massa, ossia del volume. ic Tutte le Nazioni e tutti gli Imperi ]&.annosentito il morso della loro deca– llenza qiiando ha11novisto diminidre il nu- mero delle loro nascite». _ . Gli imbecilloni del "Mcdto Evo ltbera{e tlemocratico n poterono credere che la di– )ninuita natalità fosse, ùi q1tesli casi, u·~ jJlTetto. Invece era la causa. E nessuno ci flVÉ1;1~f,::;::tt:z :loquen:;a _ind(scut_i~ile _"delle cifre che conferma le luotde mtu1ztom del- i'oratore. .. .Qual'è la provincia ~iù virile, pt~t.evo- ~~f~1uF~!~ f/1::/:ssf;!~a~U:?wt~lit/°;J,!~fcO.:si,. come il 39 per mille, del che il ". Ditc_e " ,nolto si cornpiace.. Va si poteva 111wgma- rl$;g~o~c:f0~~to{JgrJin/°J[";;.~uatoria, la ~~~%;i l~ si:J~;~~' lelaMa~~,7:1e7:a;:~~bfl~ "'ed il La::.io.Poi, col 27 per mille, Sic1lta ed 8 iJffb/w, quelle misere 1·cgionc~lle s(om- 1,ate che rispondono al_nome th Lombar– a:ia, 'Toscana, f.,iguria, Piemonte, con le d1ie lVe&f/i~~i;s~~::n~n!~r:~;~~~~ r_etroqu~r"dia - le ciUà del triangolo: Tonno, M1la110, '{fenova dove la natalità è quasi staziona– ria. Fo~tuna che Rom.a, Napoli, PaJ,crmo, eo;ce;tt'~C: 1 z: 1 ip~;ci;, sola Italia. La n!-Orl.– 'giore natalità dell'Europa '!on la df il ~~~faal D~~r::a~ctt~è 1~a~~:~d~~li ~erm1: eia Germania, Inghilterra. La dà. col ~O r::.f t:J~e;~f t~~tie'1t11:;:rs;;;, es;:~g~e:~si felicemente il nostro Paese. « La sferzata demografica» n· qui la necessità tiella" sfer;ata demo– aÌica ,,_ ossia del fas~ismo in alc?va.. . VT Ed ecco l.a tass_a,qià t(t cors(?,su~_c'!ltbl, e, q1tello.,annunciala, sui matrwionu. tnfe- ~0'_e~~ vero che non scmpr_e l'infecon<fità e 'Volontaria; che la t:ecchia era C(?nB_lde-: rava un delitto mettere al, mondo l'glmol~ h non si possono sost_cn~aree. a le_vare ~ !h e la i, cosidetta supert0r1tà det celt bor– bh!si si allribuiva anche ~l non . essere uproletari " _ ossia prol1feratort smo- 4ati, Il fascismo capovolge tutto questo. Avan– ti col lavoro notturno, anch'esso raziona– li;;:.;atoed a cottimo I Se il marito non ba– sta (qncsto è da lencrsi « fra le righe ») c'è sempre l'arnica rli ftimiglia. E per ogni peccato di omissione - i por– lic1•ipoli;;iotti controllino - tanto di mul– ta! « Le cause profonde e i rimedi n Ma il « Duce n 11011 certo si illude che lo ~peltro della tassa vivifichi qitci membri di nostra gente che ostfrw.lamente si ri– cusano olla venetrazione vacifica ed cf(i– eacc. An::.i httto, la tassa non la pa9ano che gli abbienti - sca,·sa minoranza - per i quali nna tossa è sempre me110 11 cara n di ,m figliuolo. Poi, come disse Don Abbon– dio, il... coraqgio, se uno non l'ha, non se lo può dare. Perciò, come u clinico che non trascur,a i sintomi"· ma fruga le cause più pro:– fonde, egli oddita le v,re ca9ir,ni delle sti– tica nata 1 i'ù: 1) l'urbanesimo induslriale; 2) la piccola proprietà rurale ; _ 3) la infinita vigliaccheria del!o classi cosidctle superiori. Al tel':.;opunto provvede l'esattore. Co,1tro l'urbanesimo industriale, nessu- 1ut i11d1ts/1•iattorno a lloma (gra;;ie per la maestà dell'agro rom.ano!), 11essuna indu– stria - salvo quelle usane » dell'aqricol– tura e marittime - per il 1·estodel Paese : « rurali::.::;a::.iol1e d ll'Italia " I Conlro la piccola proprietà ... il socia- ~~s,;~r~~{~é i•1/t f i~~;zi~cn:fcZ:llf :::i!~- r ~f~ merà quella dei Romani novissimi. .. . . nuralùzata ben be11e,con 60, o g,u iii li, milioni di contadini poveri - se no, è la piccola proprietà che rfaorge - l'Italia potrà alfi11e "veder riconosciuti i suoi dfrìtli "· Quali 11oitsi: dice: ma ci vuol poco a capirlo. Oh ! rus ! - esclamava il poeta. Le provincie di nuova creazione illa l'urbanesimo industriale si combatte anche con la riforma amministrativa. Nell'éra vecchia, la cosa era impossibile. Guai a toccare, ad abolire una Prefettura: Cl'Ollava il Ministero. Nei capoluoghi di cir– co11dario, la genie si amwjava, sciamava verso le maygiori città, più divertenti. Il fascismo è u pitÌ. libero n ; p1tò avere ben altro ,, coraggio». E infatti ... le prefet– tnre le aumenta, creando f7 tiuovc pro– vincie, meglio f7 nuovi capoluoghi: Ta– ranto, Spe;ia e tutti gli altri, dove, po.ss ~~ dentlo mia Prefettura, la oente avrà ptu modo di divertirsi c vi resterà. C'è un precedente : quando Cum~o - narra la leggen_da - v?ll~ incrementare il gettito del dazio, moltiplicò le porte della città, con relativi doganieri. Sorvoliamo ... LA LIBERTA creazioni'! cli l"ffici di polizia cli investiga– zione e di un 'l'ribunalr speciale.,, "Tulti i giornali di opposizio1:e s~n(! stati soppressi, tutli i parliLi an~l~asc1sll ~f;t~ s\ ~~_i ~~~1~~~'i,sicl~ecr;i~lar1~4~ol~!~~i_pJ~ servi~l, si sono crf!ali glt Uffici pohl1c1 di mvc.".tigazionc; si è crealo il ·rribunale speciale, che funziona egregiamente, e non ha dato luogo ad inconvenicnl.i. e meno ne gr;s~fueJ!~~n(~71t1 ~1) s!\a3i1\~er:u~a ~l~~;,~ l'elemento femminile (si ridP.) il quale spssso po_rta nelle co~c .~r,ric il s~~o in– oorl'eggibllc clclla sua frivolezza (s1 ride). " Cosl r: col rf'sto - u11cospicuo "resto " c'iJ sel'n.prc1wlt'azione fascista - si è ac– qnislQ/0 legittimamente il conse?SOdel po– polo; pcrsillo il consenso di lhyola, " e/te è un gala11t11omo )). . E' scmplic<' come buon giorno. Chi avra da obiettare ? Il consenso dei ... posteri e la nuova classe dirigente Ma aa che 71opolo,da che parte del po- po~?~nvte:~e~ld~f:1;i~ipo~:fb4~'.~!~: ?i può essere - sincero - tl consenso dei ra['.– pi-e&enlanfi le industrie, alle qua~i ~ lit-_ chi.arata la g1terra ; non quell~ dei P!CC0l1: proprietarii, fòmiti, e~me le 111dusfn~, dt sterilità sessuale, percui cond~.mnati.pome il « Dttce" confessa~ etl è nlevato w al– tra colonna di questo fo9lfo - mallca quel– lo 'del prolatal'iato, osfìle . od ass~11_te. La presente ge-nera.::.io11e e "1rreducib1lc ». .lla il II Duce )> confida nell'opera ~ana– trice della Parca cui all'occoren:a, si po– trebbe ancora aiutare. " E' evidente che noi dovremo essere ':!c'~~~li~1~tllde;wa!,.;~i:~iiigast 1 :ù/:n~~~ pej'll;g¾;e:!~~u;~;; Uel popolo attuale, _nu~ "di quello cke deve a11cor.nascere. Qumd~ durerà più a lungo. E il consenso ... dei po~~r~~me è Yuhtro il ?0!1senso, così è fnt11ra la nuova closse tltr1ge11te. te La classe diriaente. comincia_ atl esse:- ci. Ci sono infatti 9 1nila Podesla, 20 1mla ufficiali della milizia, 11tit7liaiadi orqa– niz:atori fps_cisti. " . _ . _ Non è piu come nei vecchi schemi:. l'aristocrazia, la borqhesia, i ceti med1i, magari il profetai·iato .. No : so11_0 t1Ltti qnefli - del resto, legwnc, c~ercLto I. - che il Govemo pasce, o... lascia che, del fascismo, _si T?ascano.Vi f.u mai pi~ ge– niale appl1ca:;t0nedeUf.!lorwnl! '.' basi eco– nomiche delle costitu:1onc politica " ? Così "nessun altro Governo di nessu_~ altra parte del mondo ha ttna base 1!"' ~;::i~ ftafi"~~/t!fonda di quella del &o- vfdo assillo della "spada eh'! arriva " - ; circola frn la galera e li.' isole, nf'llc tra– dottp del rcyi111c ; ma i11so1,im1circo~a JWr sernpre, a palla soltanto che non. sm tolto <licil'col;wne del lutto, per rayioni di iyirue sociale. E' tempo di... non dire ! Comunq1'c, 1m fatto è im1eqabile. _If(Jtli son mnsciti, /e critiche v_ocifcratorir non sono che f"mmin~•. Il d1scr1r.1f!ebbe mt ~~~ces;;et~io:,(<:;;;; ~~: :isszi~:lr;- liti (queUo di Antivm·i yiunlo lutto nudo (1I'ta melo) ne propose' l'a(/issio!1r, lf!, Camera ~orse in 1m i111petodi ovazione trrefrc_,w.– bile. l~a chiusur<L immediata fece rte11- trare ben 30 preannu11;iati disco1·si. -« Parlamento n da (( non parlare li. y~ra Camera... di sicurc:;za. Questa "la Tl{/tda disciplina militoresca del regime ". Il Se-_ g1·ctario genern.le del Pa1·tito prende glt ordini ogni mattina dol Capo del ç:ove~o~ i Seyretarii locali dal Prefetto; i fascisti - ossia il popolo - dal Segretario locale. Gli stessi Mi1118tridi Stato « sono dei sol– dati >) : stanno e vanno dove il " Duce " comanda. D'altronde, 09ni cosa a suo tempo I Il fascismo del u Duce » si vanta di essere sopratutto tempista. LIOURGO E il discorso fu tutto tempi.sta. . "E' lt>mpodi dire che, se la pOJ?Ol~ione dirttinuiscf?, non si fa l'Impero: si divenla una colonia. » "E' tempo di dire che B_of;ano per molti S'!COli fit chiamata llolywno. n "E' tempo di dire che Bolzono à stola sempre una città jtalianisii:ma, li « .E' t"mpo cli dire rhe l'mtedescamento 'di JJol::.ano è dell'ultima metà del secolo scorso. " H E' tr-mpo cli dire che la polizia va non soltanto rispctt_atn_,ma onorala. 11 _ • sc;t~~et~rCto~1~ 1 «~llt~c;~~~;~· h~r~:ni J~ il bisoyM dell'ordrne. Il polmotto, nella Sl~rt[l ~rr.re :ert~;oil fh?foess:re~i;eli la m°J:~\:pponele che a qual.cu110: i leidepu– tati di vecchio stampo che asststeva~o -:– chi sa pi!rchè t - alla seduta ; a un Solen, a un lliccio, a un Salandra, fo&se venuto l'uzzolo di insi.!tere per aver la pa_rol!J, e arrischiare qualche timi<letta obie::.!-O~c ()([ osservazione ..., ima(linate la poltiylw che sarebbe rimasta di loro. Per essi - e per tutta l'Italia - ·« è tempo di... non dire ! n. _ . E per tioi e yran tempo di chmdere questa saltuaria ed incompleta rasse9na... FASCISTA IL MONOPOLIO FASCISTAE "RELIGIOSO" DELLA ORGANIZZAZIONE SINDACALE Niente libertà nemmeno per i sindacati LA" FESTA" DELLO STATUTO MUSSOL/tvl. - E sopratutto,Vittorio, bada di esseresempre docile ed obbediente, '.l ~!g~yr~~~e~~f ~~g~li i:~~:zT~~: dfnfi~t~r~; legge e sono degli uomini e non degh au- toC~·me si vede : anche trascurao_do iI fatto tutt'allro che trascurabile che rn_re- ~~mc'6n~~g}1~~~~~~~atti~0fo~l::e,:i~sfd;~ lico, agirà ~empre m modo soitan~1al– mente diverso, secondo che sarà esercitato sui dal.ori di lavoro : anche trascurando ciò : il controllo governativo non è s~ato ~~,a~~!a1~/it\toda~/ia dt\~e.;:ro IrJjn~~ trollo governaLivo si esercita sol~a_nto. sotto forma di sorveglianza delle dec1s1001{eh~ non saranno annullal.e mai) mentre per 1 lavoratori il controllo è diventato una ver~ militarizzazione che assoggetta tutto e tutti ~i~~~rrri:~t~~ne~t! df~~~ii:i!' d~If~~= verno. La confessione bellarr/a I fatti di tutti i giorni ~i incarjcano di ~~t~1 1 ~~~ 0 l~r~~~ii~ra sind~~:~;e J;i <!fa 0 ,;~~ ratori italiani. Senza trattative, nè accordi, $li indu-– slrìali italiani - di loro csclus1\'a _auLo;– rità - hanno cominciato ad abolire 11 caro-vita IuLL'oraesistente come integra– zione del salario vero e proprio. Un av– '-·iso al cancello delle officine, a Firenze, Milano o Torino: ed ecco ratto. Qualche ~;g;r:1t ~mf:C~ì'evif~~r;~:~ef1èq~~~;?~~ ;ai~,il~~~oe?nt:rJ':~~if" eI1t 1 ;J!~~f~nt ~g~ state concordate nella misura dell'SO per cento delle proposte padronali. A Brescia le riduzioni del iO per cento dei salari agricoli è stata !lOnvotata, .~a annunziata ai lavoratori m un com1z10 dallo stesso segretario generale del Par– tito. Ogni altro giorco i dirigenl.i sindacali 1!~si"ia~~rd~i >)Go~ 0 e ~o, 3 tifun~i~wiedi \u~ hanno bisogno : riduzion~ dei_. sa~arit aumento di tariffe dogana!J, fac1htaz1om fiscali, ecc. !\fa è inutile insistere. Tutto ciò è nella logica del regime capilalist_ico : seecial-. mente quando la soppres~1onl? d1 ogm ~r:1~naie~t~id~~~1~tii'ti' Ef 1 ;:S/~tg;.~~tbi voleva il fa.3cismo per aggiungere I~ bef– fa sfacciata della menzogna e per msce– naro la beffa con quella tipica prosopo– pea Olosofcsca. che contraddistingue tutti duesti narrivali li del potere, del sapere, etuls~~ehe~ffa è oco nola e sigilla bene questo orofllo della legge « carceraria 1> del sindacalismo operaio italiano. L'art. 5 dello Statuto della Confedcra-– zione 1, operaia li è uno sqllarcio flloso-- focgia~~i~eg~a~~~i~iflfrh~~~~ev~e~i "cfe'if: nisco il sindacalismo e vi si proclamano i doveri di tutto le classi, ecc. ecc. Ebbene questa robettola d~ rigattiere_ unive~ita-: rio, la cercherete rnvano negli statuti dei datori ili lavoro. Ci par di sentirli: « Ca– ro Rooco,non ci faccia ridere. Questa dot- : ~~ 1 ~~\~~:i i-lsdf:ii1f.l ~~~~ °C~r!~t d~~ .nvere n. Ma nello statuto ,,operaiq 11 c'è anche un art. 7 che traduce auella filosofia da strapazzo in un monito di non dubbio significato. « La confederazione (quella o- ::&~i!là, = n~~i~~f~ 0 ~o~~s:tcd~~~~i~ a;~; « persone sulle cm:e, ma anche come una « funzione sociale, e il lavoro, non solo « come la fonte dei mezzi di sussistenz~ "ma allresl come un dovere ve.rso la Na– " zione, intende ecc. ecc.)>. dir1~ ,~p~Jloan:~~e ~.uTJ! ~JJ fun;ione : cioè ha delle a ic(ac- canto alle qu·ali l'arL 7 n nes--,, sun dovere). Invece il Ja,·oro procura. u j mezzi di sussistenza n (quanta avarizia nella stessa t.erminologia) ma anche è un dovere. Questo va bene. Ed allora la for- mu0~fe, d~cl~is~'tat;t~coà~u1 1 bo~if;3;:::rt:;, 3egli industriali e padroni terrieri. Quan– do il filosofo dozzinale la fa da catechi .. sta e da carabiniere : sia il benvenuto.– Non quando sdottoreggia pretensioso e vacuo sui doveri di tutte le classi. Qui è tuUa l'anima della legge sindaca– le. La carta del lavoro non è stata che lo ammonimento da fiera nel quale cerchere– ste invano lo sprazzo di luce che viene da– gli statuti sindacali. E' bene che a Ginevra - discutendosi della liberlà sindacale - gli statuti delle organizzazioni fasciste siano distribuiLi ai convenuti tanto quanto la legge ed i re\ 0 d~~e~\\iò Ja discussione sì risolverà in un'accademia sulle parole, lontana da ogni realtà viva e dolorante. Gli "Amici della Libertà Italiana ' negliStatiUniti La sera del 3 aprile scorso, il nostrò amico Salvemioi tenne una conferenza a Wasbinglon sul fascismo innanzi ad un pubblico di giornalisti, uomini politici, se– gretari di organizzazioni operaie,insegnan- 1.1, ccc. Alla fine della conferenza uno del pubblico gli domandò : « Che cosa pos– siamo fnrc noi americani per aiutare voi italiani, che lavorate per la libertà del vostro paese ? ". Salvemini rispose : ·uCombattete la pro– ~aganda di menzore, con cui la Banca alor:;,~/;gcif~s~r~1. s!ri~~ttAi i f~~~~n~ cgl'mduslriali fascisti ; combatLete quella ~;oraa~~~~tà~\ ~;;l.~~gn~pfil~e~~OE e~~~~~:; che fosse istil.uito a tashington un Uf– ficio di informazioni italiane incaricato di contrastare giorno per giorno nella stam .. pana~o~~f;ni A~lè 0 ~s~rian:rs~sit~. Un gruppo di cittadini degli Stati Uniti di– moranti a Washingl.on, ha pubblicato la' seguente circolare : in •ql~Jr;e;~~!a~~!ta ig;f; id1a sfs~!~~~l:n~ senza scru{>Oll per caPunnlaretutU gli opposi– tori lt.a.lian1 del fascismo, per discreditare gli ~:~t:0 11 ~rr:~ieree ~~':t~r~~cl1t!1fae~:!lr~~~~r:~z~ ed un benes!'ere che non esistono. ln questa maniera li governo fasc!sla, non solamente si prepara In questo paese l'ambiente favorevole uer lanciare I suoi prestlll, ma anche diffonde uno stato d'animo osllle alle libertà popolarie ~~~f~~·o 1 ~ :H~~fuer~~lorl forme di reazione,non a Questa propaganda di reazionede\·e essere contrastata con un lavoro metodico a A questo scopo è necessariou·ere In \Va_, ~h~rogl~~ ~:1aiFa 8 :1m~rc;~:ndfr:::ie~.reca~e·~~~: scano a tondo le condizionideli'Italla e siano capaci di demolirea oolplsicuri I trucchi della propaganda fascista. Questo • Press Bureau• ~~~rr~b:ut~~lr!m~~i~:te\i~1]~~ ~~\\?uiW!. 11~ tutto clo' cCe I confcrenzreri fllsc:su ripetono nelle loro conferenze e riescono a far pene- ~~~lra11~1fa s::{~ftt ~!1i1~rt~e~ìo~I dfa~~~rce ~~ g~~~ ~~bi~~~I~~ ~"otl:i~~re aJ giornali, che • CombattendQ ln questo modo le menzogne della J>ropagandafascista, H • Pres.s Bureau• non solamente contribuirebbe alla rivendica..; zlone dell"onoree delle libertà del popolo ita..– llano,mo.contrasterebbele tendenze,che si ma– nifestanoin questo paese, per privare de~e smi ~~l~~ll\J~t°S~1 1 \!~e~;:en°ch~rel~ 11 d t~~t 0 ugr'! 1~~ sclsta ha procurato al popolo!tallano. La sedo dell'American Fri.ends of Ttalian Liberty (Amici americani della libertà ita-. liana) è pres~o il Segrelario Chester M, ~~rb~ht., 26 Jackson Piace, Wasbiugtoq

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