la Libertà - anno I - n. 6 - 5 giugno 1927

= La tribuna. del!e discussioni PEDUN.A PIUfOnTECONCENTDAZIONE Cari amici, L'apparizione della uLiberlà n « gior– nale della Concenlrazione anWascisla 11, è s~ata açcol_ta con speranza e con fcnorc d1 ades1om dovunque ci sono italiani che sentono la necessità di « concentrare n le forze dl tutli i partiti, nella lotta contro il nemico comune. . Una delle impressio~i più ,•ivaci e più s~curc, e:ho io_porf:o_dal mio recente Yiag- f~: 06 c~~ 8 ifitt ig7i~!ii è aRl'ft~;gi~t~ 0 ~ 6 sii~~~ mr Je~~ 1 ir 0 fN:rin~zto~;w 0 s~ 5 ~~Ua?i~i J;~= cordo su un!l tattica cd un programma co– ~une, a cm i seguaci di tutti i partiti e 1_ seguaci _di ciascun partilo possano adc– ~1~0_;t_utt1sono_ disposti ad interdirsi ogni mmat1va particolare che contrasti con quella tattica e con quel programma. fino a quando lo sforzo comune non abbia ab– battuto la ditLalura fascista. ed assicurata i?- libertà a tutte lo classi del popolo ita– liano ; nessuno capisce come mai ci siano ancora dello persono capaci di dare im– portanza .agli interessi rislretl.i del pro– prio partito e della propria setta piuttosto che sentire la necessità di coordinare lutti gli sforzi nell'opera della liberazione; tut– ti seno scandalizzati, disorientati, avvi– liti dalle diaLribe spesso ingiuriose, fal– ,·olta feroci, inconcludenti, a cui molti ita– liani si abbandonano gli uni contro gli altri non appena arrivati in lerra di Fran– cia dove riacquistano l'uso della favella ne~j!° bìe~l\~!:~r~ dunque la 1, Concentra– zione"· E no siate ringraziali tutti voi, condottieri dei vecchi partiti, che avete ,entito il desiderio della moltitudine ano– nima e riconoscendolo legittimo, vi siete bn&egnati a soddisfarlo. dive~s~i Si°s!o~onc~~\~ra~ig~:,,:orme, assai Un pericolo da evitare Una forma di "concentrazione,, è quel– la, in cui ciascun partito o gruppo inter– viene rimanendo sempre in perfetto as– setto di p0erra, non contro i fascisti, ma contro gU antifascisti di cui è alleato. Nes- (~ie0 a3 ?~~l~ae~ri~:i~~ltf! .. 0 a~1:a~~o~~f; formule tradizionali. Nessuno permette af– fermazioni che possan ocontraclare con quelle formule. Nessuno deve lasciari sfug– gire una sola parola, che possa accennare ad una preferenza per una tendenza piul- tfs~~n~~~e P~f ~=ll~te°s~gnei attt\(i df"!~~i alleati. La concordia è cercata nel non dir ~~'~t pd~r&~!ithv~la.IiI,~~i:}lotpi:di~i~~= centrazione " c'imJ?:ed1rebbe di · parlare fuori d'Italia. La libertà di cui godiamo ruori d'Italia, non ci servirebbe a niente. I nostri fratelli, che in Italia sono ridotti alla inedia intellettuale e che aspettano da noi liberi una nµova parola per una nuova battaglia debbono asJ)eLtare invano. Unico argomento di cui sia lecito parlare è il fascismo. Dir male del fascismo e basta. Guai a chi e.sceda questo lerreno negativo. Ma la discussione scacciata dalla porta rientra dalla finestra. C'è un giornale del– la ,e concentrazione I) eho non deve dir nulla. E ci sono i giornali dei singoli par– titi u concentrati " che dicono quello che ~?i~~lf~i• id~~ ~~ \(a~y:,~~a~! ~~ll~o~gg~ ~~~;~az~~~he id 0 c~ ~~~:ra il'::s~6n ~~;~ ai pa:\iti (< concentrati "· I giornali dei sin5oli gruppi non sono stru,menti di ndu– rrata per reparti che militano tutti in una grande unità ; sono trincee in cui oinscun condottiero tieno raccolta la pro– pria trup,Pa al riparo dalle incursioni, non dei nemici, ma degli alleati. Intanto la lotta contro il nemico comune procede in– coerente e fiacca ; la vittoria appare sem– pre>più problematica. Ben presto la in– concludenza dell'atione suscita recrimina– zioni reoiproche. Ciascuno cerca la respon– eabilità della propria inazione nell'ina– zione del suo vicino. Finalmente, un bel giorno, il bobbooe scoppia. La cooceotra– l.ione si sfascia, Una nuerva ondata di delusione scoraggia i seguaci di tutti i partiti. Un nuovo avvilimento amareggia chi in Italia soffre ed as:petta da noi una ~~~~g~~e sg~r:n~~· n~~b'~\i c1'r;1~~~ 0 d:1~; loro non dlfflcili vittorie. Che cosa vogliamo ? Che una ·(l concentrazione" di questo ~~~~ta s! 3 Lii~~u: /).ft~rrtr~h~j~~~~sci~~ ,:terio. E allora? Allora dobbiamo costruire un tipo dif– ferente di «concentrazione». Quale? Per rispondere a questa domanda', dob– biamo esaminare i sentimenti confusi ep– pure vivacissimi delle molt.iludini che a– s.P.ettano dai condottieri la parola d'or– oine. Se io non m·inganno,queslemoltilu1in! sono non solamente desolate, ma anche stanche di sentire solamente dir malo di Mussolini. Eue vogliono sapere che com debbono fare per abbattere Mussolini, e che cosa debbono fare, dopo che sia stato abbattuto Mussolini. zi~~~1~uFa~cfa~~e~grur~h~el10Pfo;~tifo~r~;~ sull'altare di una nuova formula. Nessuno r:;;je~~ltfh1~:is:~:i 1riitr~~i~gr :1~:~~; indifferenziato. Ognuno conservi i suoi ouadri. Ognuno conservi il suo catcchi– Smo. Ma tutLi s'impegnino e ci impegnino ad un'aziono positiva comune. E voglia– mo ohe qualcuno ci dica in che cosa deve consistere quest'azione positiva. Una « concentraziane » sul semplice terreno negativo della lolla antifascista noi l'accetteremmo solamente se avessimo l'illusione di una baLlaglia decisiva immi– nente. Allora non ci sarebbe tempo di fer– marsi a discutere Dovremmo impegnare immediatamente tutto le !orze disponibili nello sforzo della liberazione. Le necessilà immediate della battaglia ci suggerireb– bero i metodi e gli espedienti dell'azione. A vittoria consesuita, chi avesse miglior ilio tesserebbe miglior tela. Ma noi non abbiamo illusioni di questo genere. Noi sappiamo che dobbiamo aspet– atLesa:.Ma se siamo addolorati, non siamo tare. Non è lieta la previsione di quesLa tesa sia utilizzata per determlnaro che cosa dobbiamo fare domani, doman l'al– tro, fra dieci anni, quando la prospettiva ~~Lt~~fa, l~~t~i~°;:~~1?~~\~n1/1tr~a;iz:i.n~'. - non sappiamo se vicioo o lontano - noi sentiremo, moltissimi italiani, che vivono in Italia, sentiranno che c'è qual– cosa da fare per abbattere quel nemico, ~~;o 0 ft v~i~~ft i:Rbt~~:i~iec ~:a cin~~ 1 != slo qualcosa che dobbiamo !are? Mandare una commissione al re o al suo feal successore di fare lui la rivolu– zione antifascista ? Mandare la commis- ;1oreF!rf)~1a1\~p~b~ic!a?doJ~~or!~~~gtc~ 0 i Una repubblica comunista_. una. 1:epubblica democratica., una repubbl!ca militare, una repubblica vaticaoesca? Ri~o~incer~mo ad ~~:r~l~~f s5;~ 0 (/!~ 0 o ~:~o~j~~~~a ori;~ ~~\i i~ ~~°n;~~ct°o c~ie;~,PaW~~a ! 1 ~~fl~~i~nf1! tutte le domande si riducono a due : i, Come'! 2. E poi? A quesle domande noi esigiamo che ci si dia una rispo3ta. Che qualcuno ci dica un gruppo di cose positivo a cui noi si possa credere, che ci diano la fede nella utilità della nostra azione, cbo ci dirino la cortezza che non è vano il nostro dolore. Che qualcuno ci dia quelle idee. E noi esigeremo dai nostri partiLi che si " con– centrino" intorno a quollc idee ; salvo a riprendere la propria libertà d'azione non appena quelle idee siano state rc:llizzate, o la loro viUoria sia stata assicuratn. Cia- ~1~~:11a~~i~10~u11~,g~~o1tfa,~c~f:t~~1l~~r~i~~ possa conlraslnro la vittoria di quelle idee. So i condoltil'ri del no.~lro parli!o non vorranno 5acriflcare le loro abitudini men– tali alle nuovo necessità, noi ci ribelie– remo contro di essi e li metteremo alla p_orla. Se la maggioranza del nostro rar– t1lo non vorrà abbandouaro lo sue abitu– dini m1>nlali, noi ce ne strainfischicremo del nostro partilo, e ci " concentreremo " per conto nostro intorno alla coalizione di quei soli partili o gruppi, o intorno a qurl solo i;ruppo di uomini fuori partito, o magari inl-Orno a rmel solo uomo, cho ci didl. quella parola· po,itiva, a cui noi possiamo credere. A. 'Jur;::ta nostra domanda. ognuno dri part1l1 e rruppi dcmocratif'i lradiz1onali d\ ~fsp~st!u~e r~~f 0!~·h;·~~t;,P~~ ~~~tt gs suna risposta ci soddisfa. Puo e<>screche qualcuna di esse si rivelerà buor.a fra cinquant'anni o fra duemila anni. Quel che noi vogliamo è una risposla che valj?a oggi, per i problemi che ci tormentano oggi. la <e Concentrazione)> più forte Le idee non si comandano come si co– manda un abito. Esse sono il frutto della esperienza collettiva. Se non ci sono an– cora venute, è segno che la esperienza non è ancora matura. Abbiamo ancora da superare altre prove prima di trovare la nostra strada. Ma questa strada non la troveremo se r.on la cercheremo. Orbene, una " concentrazione" di spi– riti che si interdiscono di discutere la tat– tica e il programma dell'azione comune, !.';1fe~dfi~g( Pfa)n~a~lrcfc~~~r~o:tr~i (/i~~= ~~~'tr~ 3 ~~f[i~~~a M~\1~usJ~1rae i~~L~iì1\t~~ di. cui noi soffriamo, e di cui diamo spesso miserevole spettacolo agli stranieri, è pro– dotta dal tormento in cui ci troviamo : sentiamo il bisogno di qualcosa e non tro– viamo questo qualcosa. Non è rinunziando a cercaro che guariremo di questo tor– mento. Ecco il punto, a cui i6 volevo arrivare, cari amici, quando mi sono messo a scri– r:;:. questa mii ormai troppo lunga let- La ·«concentrazione»· da cui è sorta "La Libertà I) non deve essere un patto di avversari silenziosi : dev'essere un pat– to fra amici, che lungi dal rinunziare ad ogni discussione sulla tattica e sul pro– gramma della <(concentrazione» voglio– no rendere questa "concentrazione,, sem- }?,!~d~a\~a{ie°m!e~Rie rrd!c~JI~r~~a ~~ft~~~ e di un programma comune. Alcuni amici con cui ho discusso que– st'idea, si sono messo le mani nei capelli : Poveri noi, banno esclamato ; se comin– ceremo a discutere, tutti i dissensi ver– ranno alla luce, e la u concentrazione» sf sfascerà. Se la «concentrazione» si sfasciasse - ~~!'~~bbi:p~~~o-;r~ut!f ~r~~i~~e1bt~ ~; perchè ci sarebbero dei dissensi inconci– li?-bi~i. Se ciò fosse, a che scopo tenere in ~h~d~ie~ciadi,:i~f~~e~\~!~~s~ 8 i~co~~ilrliliNiti? Ma io• sono fermamente convinto cho la <(concentrazione» non solo non si sfa– scerà ma si oonsoliderà. Perchè la neces– sità della concordia è assoluta. Perchè il desiderio di cercare un pro– gramma positivo comune è sincero. Pcrchè attraverso una discussione ami– chevole un programma positivo capace di soddisfare quella necessità non si può non trovare. S'intende cho la discussione deve essere amichevole. E' domandare troppo a persone che si dichiarano desiderose di compiere un'azione comune, dopo tanti an– ni di sofferenze comuni, che cerchino in– sieme la soluzione delle difficoltà comuni, senza veleno di adii personali, senza recri– ~i~~zioni sterili, senza diatribe recipro- ti ! 1 1e:i:e~s~~:~in d;~er,~r~il\a~;i;~~~~t losamenle, ma quello di discutere amiche– volmente. cr;~~cludcndo, io faccio una proposta con- La « Libertà n dovrà ri3ervare o~i set– timana, una parte del proprio spazio a di– scussioni libere, che non debbono impe– gnare in alcun modo la responsabilità del ~~llii~el~r~~i ~r:;~~!a1~~ppi che sono rac. La responsabilità delle opinioni espresse in questa parte del giorcale deve rimanere tutta agli autori degli articoli. A queste ~~sit~ss~l~ia!ic1e~bdeer!i~~~ocf~c1Pa~f~d~~ mando con pseudonimi. La direzione del giornale abbia la sola responsabilità di ri– tlutare gli soritti insulsi e cli imporre a tutti gli scrittori la disciplina del rispetlo reciproco. Via ,·ia che queste discussioni avranno condotto a qualche idea positiva, su cui si raccolga il consenso dei partili e gruppi alleati. la direzione del giornale 1~~1~~r 1~:;!·i~~t1}~~i:1~~1~ ~w~~,:~= ~~1rl gW~s;~i:tt~~alt~l~s~~n1~r! 1 i~!g~~ tiva contro il fascismo può e deve conti– nuare. Questa lolla nega.Uva non è suffi– ciente, ma è necessaria. E' stata fatta otti– mamente nei primi numeri. Continuare e, via via che ci sia possibile, integrare. n cammino è lenlo. Ma la malallia del fascismo è lunga. Se cominciamo oggi a prepararci, saremo pronti domani. Se co– minciamo domani, non saremo pronti che doma.o l'altro. E se un incidente impr,... ve– dibilc ci <lesse a un tratto una inaspettata possibilità di azione, tanto più questa azio– ne riescirà efficace, quanto maggiQre sarà. il corredo di idee costruttive comuni, di cui disporremo nel momento dell'nzione. Nell'ora della crisi prevarranno i gruppi che si sieno già concent.rati intorno ad idee chiare e pratiche, non gl'improv\"isa– torl che aspettano l'ultimo momenl.o per accorre in soccorso della vittoria. G. SALVEMINI. La u Libertà, nnon ha nessuna Uifficoltà a mettere le sue colo1111e a dispos-ir.ione di chi abbia delle idee da esprimel'e, dd pro– grammi dn illustrare. Ma l'amico Salvcmini ci consentirà di ripetere che, nelfa battaalirz. iq cui siamo ! 1 t!~~:~a~i c~;;~t!7 r,::;i::!1"~}~~:.r; r~ ;t::= trato sul vensicro. La "concentro;;ionc ,, è sorta per ùivcr• tire i termini di questo ropporto. Noi no11 neyhiamo l'utili~à delle dfac11ssio11i. e vi as-. sistcremo cotLpiacere: come con pwc.-re v~ partcCi])Crcmo_ovr sia necess,1r1r.,. Ma, et sfor:.e,·cmo <li rvitrire c_he l~ disc11,si'!11~ divaghi ne/l'accod'.!mfa Ht c1n per unm ci attardammo sollo i colpi del fascismo. (Questo cose, à superf(o dfre, non le diciamo pn Salvemùii 1 che i: un u concre- LA LIBERTA ·s GIUGNO 1927 listt:1 "• ma 7'f'r r,fi flSlrallisli, e/te neni man– cheramw di farsi rnnan:.i). Se la via sia 71iùa di!Slra, o più ,1 sini– stro. SI' la sol11:.io11everrà in un senso n in 1m oltro, n(Ji crerlfomo che lo si dedurrà assai meglio dafl'evolu:ione del/I' cose, che 1W1t dagli ,clwmi ideali di que.\ta o quella sc,,ola politica. DALLA COLONIA D USTICA NELLA G.ALER.A MUSSOLINIANA JJisog1111. flVl!re tlclff' i,Jt>I',ma stara altrnti n 11011 trasformarli? in idee fisse. Mollo più importante l: studiare i falli ed operare sui falli. Sul terreno delle cose - do11ela « Con– ccnfr(l:imie » illtr11de restare, la.sciaudo ai wirtiti 11110, Ùllera autonomia ideale - i dissidi te11d,rno sponloncomenlc a risol– versi. mnn mano che if carattere d"l fa– scismo si dcfi,il'a. Coloro, pl'r cs1>mp~o,citi! fcrero ol fn– sci.,mo l'o11r1ri: (rJh rnvofontario _I) di iii– quadrarlo fa _un f,momcno ycnerale (effel– tivam~ntc cvuJcnll!) rii rivolu:.ionc del m'.>– dr1·1w cop{lalismo, oggi /uomo tutti yli t>lcm,.nti per 1m giu 1 !i:.ir., piit pondcrnio. vcr vl'rfrre cfoè w!l fascismo avanti tutto l'ùnp1·1!Sa iJolilica di una brmda d'avventu- 1·icri e pu1 l'rspressionc dei ceti sociali a– grori 71ilì.an ·rtrati. il cui mlli-MCi'llismo già tforin ncll'w1ti-ind,,.~trir1fismo, 11cr la inesorabile esigcn;;a onde citi nr.,n vuole f"cf(ctto, deve cominciare col non volere l(, causa. J; coloro che vollero tenere sn due pioni "distinti fa.1cismo e monarchia e s'ostinnrono a credere che l'r.,ra sarebbe venuta in c1•i lil corow, avrebbe 1·ipreso il dominio rl,.llc sue pr,-rnqqtive, hanno dr,vitto subiti? cl11l 3 gennaio ·25 act ol]{li tali docce fredde che se, tfqm:ero. nr.,nsi sono arresi alla rraltà, vuol tlire che hanno 71erdula la facoltà di– co,ml'/tl're. lnfi11c coloro che supposero un istante ~~;til~fJ~:Jzfe V;fc1(':e~n":1~~~~iia~i ~~~~~~~ condui-rc la battaglia alllifascistr, con mc.z:.i lc9oli, oggi che nel Par{ti.menlo fascista s'inchioda defillilìvamentc nella bara il .mf(raaio universale e,4ncntre .si riconosce l'irriducibile oppressioni? del proletariato, si celebra il 1·e(Jimc ((totalitario,, cui il consenso è inutile finchè I.a for:a basta, dovranno bene o rinunciare alla lotta o combatterla com'è possibile combatterla e coi soli me::.i che sono acconci. i.tL chiara eviden:a dei falli ci porta tutti su unri stessa linea di bnttor.,lia cd eliminando l'illusione che la nuova treme– da crisi della libertil. italiana sia un f P1w– meno puramente accidentale, e quindi ~~;i~ 1 lf° ecr alt;c%~~!io~:t~c;iJi°!J1~ci d:l nostro paese, ci prospettn gli stessi {'ini ~ia sul tor-reno negativo dell'anti-fascismo, sia sii quello positivo della ricostru;;ione democratica dello Stato italiano e {le( suo ordinamento sociale. TRIBUNALI la condanna del deputato De GC16peri sv~t~''i"i Pr~j:s~~z~gn1~;sl~~n~rÒbeu'à~p!~i~ deputato di Trento ed ex Segretario del Partilo Popolare Italiano. Come si ricorda, nello scorso mese di marzo, v.enne annunciato l'arresto del De Gasperi, sorpreso :- diceva il comunicato del Governo - a "passare a confine italo– jugoslavo con carte. false. n. L'O.V. DE GASPARI, Dal processo invece (e dallo stesso alto ~~1:~uèalt:1;\~~.~~to ca~fa j!t~:ra~~~~ t ;:-enze,che - se non andiamo errati - non è ancora stazione di confine. Questo fatto non h::i. impedito al Pubbli– co J\linisLero di chiedere la condanna del De Gasperi anche u per e.sser contravve– nuto alla legge di P. S. tentando di espa– triare per ragioni poliliche e senza per– messo"· csfsle::g~~t1~e i:oci:li:idie :n~ 11 ~:to1~a~i ~~~~ 0 n~~ Si1~·a~;~~t;. 0 Qigèst~'\inc~~~l 1 !a~i iri! testata ad ua certo De Rossi - è stata di– chiarata falsa. Il De Gasperi si difese (assistilo dall'ex. ministro on. Meda) dich'.arando che era bensl in possesso di un pa~saporto inte– stato al suo nome, ma che si recava a '.Prie– sle per trovare la moglie ; che la cedola di citazione {documento, del resto, di hcn scarsa importanza ed assoluta.mente inu– tile a chi volesse servirsene ... per espatria– re) si trovava nelle sue tasche per puro caso. pr~~j!~~ ~1~T i~~; cI'u 0 i~~~ir?t~~~d!~~ nato l'on. De Gasperi a quattro anni di de– tenzione, a ventimila lire di multa ed alle spese proccss1tali. Itt maryine a qncsto proce~so - che col– pisce ,ma delle figure più in vista nel mo– vimento poMico italiano di questi 11ltimi anni - dobbiamo dare alcrme informa– ;;ioni. /.,'on. De Ca.speri - popolare trC11tino - era senza dubbio una delle verso11e più o– diate dal fascisrno e rlol suo capo. Il {a– teismo ha ,e,nprc combal/uto con maggiore viole,l.!:a coloro che, essendo nati nelle re– gioni annesse all'llalia dopo l'11Uim11. çuer– ra, non avev"ano messo la loro qualità di (< rede11ti n a servizio dPlla dittatura. Si spie(Jano così. le contimic_ pe,:s".c11:.iqni, vio– lenze, minacce, contro tl f!{Jlto di Cewrc Battisti, contro l'on. Avancmi (ottantenne, bastonato a ,an(Jue lo scorso a,;inna_io), co11- tro i repubblicani cli Trieste e, infmc, con– tro lo stesso De Gasperi. Tntti coloro - trentini o triestini - che facevano profcs– sion,. di aiHifascismo, erano toUoposli a particolare atten.:.ione da parie del governo fascista. Di fronte ai ½Jrocol!eg/Li di_ lult_a Italia (eHi pttre non r1:~Pa.1:nw_t1), gl-1. anti– fascisti delle n1LOVC regioni 1talt011cavevano l'aggrava11tc - agli occhi del Di.ttalpre - di non essere abbastan:.a enl1tsrn$h dcUa loto qualità di" redenti" e di fare, sp"ssn, dei confronti tra il ,-cgi111cdef]li Absburgo e quello - infinitamente pegr,iorr> - del– lo stato italiano rappresentato dal fruci– Jmo. Lo scorso novenibre - pochi giorni do– po l'attentato rii Bologna - comparve sui giornoli fai;cisti .un comunic~to tlell~ Stc– fani che anmmcwva c!tr:A.lcule D,: Gaspe– ri e s110fratello ave1Jm10"spontancamm-1- /1?" dlosciata una dichi.ara:.frme di pic,ia ad1?sion1J al ftuci,mo e di ampio rirrinosci– mento del ,wovo regime. Una riforma - L'usura aui confi– nati - Come negli ergastoli - Gli ultimi arrivati. l> g~;11 ~~n~ai~~~So-;,J 1 rfh~f~~~e f~-~c~s~~1f! brutture della deportazione : la convivenza nello slPSso luogo di confino dei delinquenti ~fo~~n! ?od!~r~~ie:~~fr~ 1 /~i~~ { ~!~nri~1r; Pi~ri~d~i1~aTT1e~~~e~~t~o aairÌ;~~g~~i ~~~~c~ in parte. Cosi gli antifa..c:cbLi sono ~tati concentrali nelle due isole di Ustica e Li- f1~;\};n;\e p~~t~l;;:i~, cl-~;~:r;~~~;i, 1~~, 1 ~ pedu~a e Tremiti. Con gli ultimi arrivi Ì,i:nJ~~c1~~~~:1c ~~Ilaq~fll~ r~~lr;t~ci~~j~~~:~ mi pare che nulla di buono poda agj!i11n- ~~;?d:11~u~gp~~l~'\~~~nt. s3i~sr~ewcj~~~~~ n_o i~1 cameroni di 30-40 pi::rsonr, su paglie– r1cc1. l primi deportati hanno potuto trovare allogRio presso privati '"! far venire le fa– miglif'. (.;o,,l l'avv . .Angeloni di Boma, il d~~(~~~o d~~ri?m/J.~l,é~ 11 ~~~~ta?;r&n~: :1:; è qua con la moglie che si èmes:a, pPr vi– vere, a fare la lavandaia, B:1.roncinidi Imo– la, Scalarini, rex caricaturi3la dell'A.va11ti! coi suoi cinque figli. ccc. ecc. I confinali si devono rilirarf' alle venlì e senza perme;:.so non po,,;;ono olir!"pas!!are lo sbarramento poslo ai limiti del pae~e. La sorveglianza è affidala alla mi !it.ia ed ai carabinieri al comando di un funziona– rio di P. S. Durante la notte i confinali subiscono tre visite, esattamente come nelle carceri e negli crE,-astoli. .\follo ammiralo per il fiero suo contP- ~~o~~s~~~hGo e dJ!n~J.~~~~j~~e;;i capitanalo ch~ra dr~sst~it1i~~~!zlin;,~~ 0 ~to1fl c~na;~t to entusiasmo da noi tutti. Essi sono : il prof. cav. Ferruccio Parri, ex ma.ggiore del– l'esercito, decoralo di quattro medaglie di argento, cavaliere della corona d'ILalia e di un altro ordine per meri li militari esco– JasLici, cx redattore del Corriere della Sera, ~o~~f. p~!fl~a"~11;J 1 ~'ivie~~Fàad~ i!n~~~: Carlo Silvestri, ex redattore del Corriere della Sera, ed il ~ott. Bauer, mutilato di guerra, liberale. Jn un primo tempo erano destinali ad Ustica, ma sono poi sta.ti diretti alle Li– pari, l'ex critico dell'Avanti!, Albini. e lo s~riltore G~ovanni Ansaldo, conllnati per cmque anni. DEL REGIME U testo 'della "dichiara:ione era cosi be– stialmente umiliante che coloro che - al disopra di ogni veduta politica - ricono– scevw10 ai fratel(i.De Gosperi un a innega– bile dirittura m..orale ed un altrettanto in– ,1egabilc coraggio personale - pensarono ~:ft~:isarfc~n:erei~!~~e Jf~1:~~fr~~~· ca- lnfalti, da informa.zioni assunte da fonte assolutamente certa, abbiamo saputo come andarono le cose. I fratelli De Gasperi, pre– levati dai fascisti di un paese del Veneto, furono c11ricati SJJ, un'automobile e traspor– tati ili altra località. Durante il viaggio, eui furono ,ottoposti a pcrcoue, minac– ce, offese di ogni genere. All'arrivo, ~ssi furono falli discendere dal veicolo e, dopo esser stati pubblica,.. mente insultali e: sputacchiati, vennero rimessi in libertà. . Durante questa gloriosa operaiionc (una 'delle tante avvenute in Italia dopo l'atten– tato Zamboni) nessuno chiese dichiara– zioni di sorta ai De Gasped. che di conse– guenza, nessuna dichiarazione rilascia– rono. nal~u~f~~nf~~,'i~~todo!e°zia°Pift:~~i s~1/i~~= nunciava la . u con.versione,, del 'deputato popolare e di suo fraleUo. Sorpresi ed in– d~g11ati,_ i Dc Gasperi spedirono tosto ai gwnwlt ed alla stessa "Agenzia Stefani " una vivace lellcra di smentita e di prote– sta. Dietro precise di;;posizioni diramate dal :Ministero degli Interni, la lettera non venne pubblicata. Ora, bisognava che il Duce sfogasse in qualche modo la sua volontà di vendetta e la sua robbia contro il capo del Partito Po- f:1~~;•oric:zi;lni~~fg JtJ;~:!~~%~~~1~{t cie,itc. R si i: m.ontato pertanto questo pro– cesso. Il Governo fascista - cun la com– }Jlicità aperta dcUa .Vagistratura - ha lJHft~~~o~dt'::Jer':t u~1~v~:sg;! 0 vi~7dri2i- Rosselli, Bauer, Pa.rri, Ansaldo e Albini deportati MILA:-io. - Xotizie da Ustica informano che sono arrivali nell'isola, ove debbono t~~.f~aios~~j~~egiàn1~s~~~iJ~:n~ir·llnf~e 0 1~ s1là di Genova e membro della Direzione del Partilo Socialista dei Lavoratori Ita– liani, il prof. Ferruccio Parri. ex redattore del Corric1·e della Sera, il dotL. Riccardo Bauer, cx redatlore del Caffè. Gi~v;dgrfn!~fd°;,e g~à ~~~t~o;~ 3!rf:ti;;; di Ge~çiva ed il so~ialista Ettore Albini, cx cr1lico UrammaL1co dell'At·anti f Anche la berlina per i bestemmiatori B1:rn (I<Jria). - Un'ordinanza del Po– df'stà istituisce la pena della" berlina" per i bestemmiatori e per coloro che commet- ~~~J/ed!/!;o3~~i~aaio0;!1~u~ri~~~l,inè, ;/à s~a~a collocala sotto il portico del Muni– c1p10. Podectà del/' Alto Adige che fa imprigionare un'istitutrice Bor.ZA:,;o, 29 maggio. - L'istitutrice Xi– colclti Angela aveva ricevuto dal Podestà l'ordino di abbandonare il ,,maggio di Kurtatsch (Tirolo 3teridionale). Le si rimprovera di aver dato delle le– zioni private di lingua tedesca. Convale– scente di una lunga malattia, l'isLitutrice che era in condizioni di salute assai pre– carie nveva differita la propria partenza. Il Podestà, accompagnato da due cara– binieri, si recò alla casa della Nicoletti e la Lrasse in arreslo. Nella via In di~graziata tentò di darsi alla fuga ma raggiunta dai carabinieri fu afferrata e Lrascinnta bru– talmente fino al Comune. In seguito essa ò stata imprigionata e a nessuno è più riu– scito avere polizie. L'arresto di un organizzatore di Molinella .\liJLAì\"O. - La polizia ha arr~stato in d~ft:ipf1\~~~~~~ iri;;r~rsini~~~t 1 gri ~~bn~~ Jinella. Egli era colpito da mandalo di cal– tura ed è stato subito avviato verso Ustica. Abbonatevi alla O Libertà" Una rivclta a Sondrio - Scioperi a Lecco ed a Trieste p A Bre&cia i contadini cantano : « Quando bandiera ;ossa se cantava trenta franchi al giorno se dapava, adesso che se canta giovinezza se va a fotto con. la debolezza H. I~a rcpre;;,;ione fa~ci,;ta i;i ~serci!a SPm– ;,re con la più wande violenza. Tutta Iti\ .. ~;i/ d~r~ofi~~tW~ede~amiJft'/i!~~~~sc<!2 1 t giorno ir. giorno. :,ta anche il malcontento crc=ce e f1niril prir e,;plodere. A causa di numPro.~i arre•li compiuti a Sondrio e nei dintorni, a Mns;;ino f!ii ;ibi– tanti hanno occupato armati d'ogni 'iOrl:i. di dt!rnzi Pd .inche di qualche fucile la piazzn del paese. Xe è s~guito un violenLo conflitto con la milizia fa.,cista e vi è stato anchri uno ::cambio di fucilate. ~on si hln– no dr>!grave e!)i<:odiomaw.{iori particolari. Si sa clie le autorità hanno inviato eul po- 1_;t o numero.sì reparti di caralJinieri e di milizia fascisLa. Alle ferriere « Galeollo » di v~cco, in i;eS(uito alla i~tituzione dei due turni di ln·,oro e alla consegu1>nfcriduzioni• a met:i. aci salari, le maei:::lranzt!si sono rm:,le in 1sclopero. D090 quattro or-e,per nnterven– to de~li or'5a~izwtori corpornzionis-h e df'l– la milizia gli operai furono costretti a ri– prcnnere il lavoro. A Trieslf! oltre 500 operai della fabbrica di olii Zuale sono stati costretli a lavo– rare senza la percentuale fi~<:atanel con– cordato di lavoro. In segno di protesta un c~ntinaio di operai sono usciti dallo sta– i'.11limentoed una commissione è stata in– viala agli indu•triali per ottenere il ri– spetto del concordato. La commissione è stata ricevuta ma poi i componenti di essa sono stati minacciati di arresto nel caso che avessero persistilo nelle loro richieste. Davanti il pretore di Cittadella sono com– parsi 1600 operai di quella filanda impu– tali di aver scioperalo il 9 luglio :1926. La difesa ha so~tenulo che lo sciopero era giustificato poicllè es-~onon tendeva ad ot– tenere dei nuovi palli di lavoro ma a far rispettare quello esistente. Assolti tutti per « insufficienza di prove"· A Dre,;cia l'agitazione è vivissima fra l contadini. E' di qui che, come ricorderete, parli l'offensiva per la ... spontanea diminu– zione dei salari. Consule Turataugustolo, Brescia ha finito per conoscere in forme sempre più aspre le delizie del regime to– lalilario. Curverà ~ lungo il capo la leonessa di Jlalia? E' quello che gli stessi fa•cisti si chie– dono con qualche inquietitudine e intanto moltiplicano le misure di repressione. Sere fa dieci contadini furono arrestati perchè sorpresi mentre cantavano una can– zone che è molto in voga : O Benito - O Benito Te in'et frcgà pulito; Te :,n'et calà la paga, Te ,n'et cresu' l'affilo; Quando Bandiera Rossa se cantava Trenta franchi al giorno se ciapava. Adesso che se canta Giovinezza Se va a letto con la debolez:a. O Benito - O Benito ... La collaborazione diclasse aRmnna Anche a Ravenna la baU~Jia. per la ri– valutazi9nc deHa lira è commciala e... fl– nila con la riduzione dei salari. I fascisti hanno un po' nicchiato, ma poi hanno dovuto C'hinare il capo davanti all'agraria. Féir5e non è inutile che i noslri lettori conoscano un comunicato dei sindacali fa– scisti pubblicato prima della rega. I SALARI DIMINUITI DI 2 LIRE E 10 CENT. al GIORNO a MILANO M anifestaziani di protesta in tutti gli stabilimenti :\fenlre la tanto vantata tendenza alla diminuziono del caro vita rimane assolu– tamente problcmalica (i generi, una volta calmierati, spariscono e non ricomyaiono sul mercato che a prezzi proibit1vi) la diminuzione dei salari è imposta d'imperio. A Milano, i melallurgici. che avevano salari di fame, si sono visti imporre una nuova riduzion~ di oltre duo lire al giorno~ Ecco il «concordalo " fascista. : • Fra il Consor:z!o lombardo iodustrla.lJ mec. UrtI;: ~~~~ 1 1~lf~ieleJ?nd!~l?~~rs~ ~~W! ProYI0ciedella Lombardia, sotto la presidenza. del signor Prefetto di Milano, si conviene che : 1n relazione alla batl3glla per la rlvalut.azlone della lira, a partire dalla prima settimana dJ giugno p. v., dall'attuale quota \'Crranno dclratte L. 2,10 gio mini sopra I 18 anni e L. 1.--iO uomlnl sotto I f8 anni ed alle slasl età. • I casi speciali, dipendenti da. una dl"t"ersa. o mancata applleaz!one della quota di C,lrovJ... \'Crl, verranno rimessi alle due o.ganlua.z:ion.l per la relativa sistemazione. • I rappresentanti del Sindacati FascisU nel concordare la riduzione quale contributo ~~1ta b=~~~':_a e~g~ 0 IT1 1 :slggg~f!a~tada~oi?tfn~ a diminuire, esprimono Il desiderio che la ridu– zione concorra alla diminuzione della dlsoccu- ~~1gge d~t!~J~~ ~~u~J~i::n! ~7t~~i IJ~;.:1 non debbano servire al singoli industria!! per apportare altre riduzioni al salario globale •. Per la riduzione del costo della ,;ta ..• ~~~~~:~i .. ~!ée 1 r~!~/npu;~oin~a1!~~~~ sioL~·decisione, inutile dirlo, è .s(i(anMe..' colla col più vivo malumore dalle mae .. stranze. lat![i~ii~tttz!?i 0 !:bm~~ii5i~d~i:~ !~~= mondatori n che dirigono i sindacati non hanno osato presentarsi. ............................................................................. SENZA FILO RUMORE D'ARMI NEL CAMPO FASCISTA Turati Augustolo è in disgrazia - Ciampaoli come suc– cessore ? - Bonelli, un basto:.atore di sociali:,ti, dimissio– nato da vice-segretario .. Una ripresa dei farinacciani • Un circolo fascista devastato. ì'>eicircoli fascisti si afferma come im– minente la sostituzione dell'on. Tm•ati nella ~-:tb~leiJ'.aci~J.a~~l!~i~a~l!~p~~{i,s°ac{I~~l; segrelarrn della fe<lerazione provinciale mi- ~~fi~f~ :o,~~~a~t~r;ed~l~-ibeci;~~a/f:.rrI~~zl~ lre ron. Belloni lascerebbe il podestarialo di ~filano per sostiluire al ministero della Economia Sazionale I'on. Belluzzo. Queste notizie sono state attinte a fonte seria e ~~~e 1l 0 rn~~~t:on~ 1 i~?:~~e 0 ncf:r~~ 1 t :::i!= denli morali ;ilquanto discutibili gode ra.. ma di essere uu fascista «temperato,, e "conciliante,,. J:.\gcnzia Stefani annunziò qualche tem– po fa che Gerardo Bonclli. vice segretario gencr~Ie. d~l ~- ).'. F .. aveva rac:scgnato le sue d1m1ss1om da questa carica e che il duce le aveva acceUalc. Successivamente il Foglio d'Ordini annunriava che il Boneili era esoneralo dalla legione « San Giorgio ,, di Genova. Su questi falli i giornali hanno conservato il silenzio. Ecco di che si lralla, Ge~~v:a}~i;:rvde; 1 o 2 Jet~~~if!ifi~f ~~~ t scritta u W il fascismo, \V Farinacci, Ab– basso Turati ». Nel teatro Carlo Felice quando il rappresentante ufficiale del par~ tito stava per incominciare il suo discorso si levarono fischi ed uda di « Abbasso Tu– rali n. Parlò fra continui rumori cd alla fine l'uditorio si abbandonò a urla, a grida ed a canti osceni all'indirizzo dell'onore– vole Turati. Una inchiesta condotta dalla prefettura assodò che i mauifestini erano stati affissi da militi nazionali per ordine dei loro su– periori e che tutta la dimostrazione dissi– dentista era stata voluta e preparata dal Bonelli. In seguilo a ciò il duce allontanò il Bonolli dal suo poslo di responsabilità nel partilo. La sua carica di vice segretario r~~l~ 6 dmrct;t~ ~u\~~~a ;;~~:u~~e I ~d~e~~ Genova pena il eonfmo. Fatti analoghi so– no avvenuti a Roma. Sono stali affissi ma– nifesti colle scrille "Abbasso Turati, Yiva il D_uce e Farinacci». Anche qui è in cor;;o una inchiesta. A Roma poi è stato devasta– to il circolo fascista del Testaccia. Si dice che autori della devastazione sieno stati dr>i fascisti dissidenti. Negli ambienti fa– scisti si sussurra anche di un dissenso tra ron. Turati e l'on. Starace. ~fa di questo dissenso non si conoscono le ragioni. Valorizzazioni fasciste Viveva una volta in Roma. allora 5;em– plice quanto modesta capitale d'Italia. e non « 3.letropoli Imperiale fai:;cisla», un giovane, figlio di un nolo ambasciatore il ~!~:~el'\e;b:-~~~\~~.~i1~eb:N:;~~~' c°::ri~~!i~t plomatica, però, ahimè!, per raggiungere 11suo ideale mancava di qualche cosa es– senziale, cioè« i titcli di :,tudio ,,. In verità per~ ayeva tante_altre qualità che potevano bcmssur.o SUl)_Pil!'ea questa piccola man– ~he".olezza. G1_ud1calepure : nstiva come b~~~bitttrr:::r) aid~i~1~t~i~fl~~i ;:~t della cap1lale romana erano onorati di a– verlo c_ome '!'-anncquin e gli facevano interi corredi gratis. .-~"t:"a per amante una biondissima e no.. b1hss1ma dama ... cd era il più ... scimunito e... fesso personaggio del suo mondo (il che è tutto dire): <;:on_ tutte questa qualilà flsi– che e morali I disfattistici governi di uq h\ToP 0 de~?a 0 i~t:?re~ad~, u~i~~2;~eit~u1!~~~ Per ~ua fçirtuna venne il fascismo, ed ecco che l. occhi.o acutn e perspicace del "Duce n a _prima v~sla tro,•ò, anzi scopri quel genio .?1~~~~osi~ 1~~1?1.l';~~n ud~v~ 01 ~~e~~ Er;i~ mat.zc ~ ron posmone di consigliere di a~-~1gliam_cn~o del capo del governo ... E fÙ cm che s1 videro le celebri ghette bianche. Secondo ~aso : Esisteva pure a quel tem– po un nobile gen~iluomo di nobiltà e oca papa!~. Anche l~1 era notissimo nei ~als raba.r~ns romam e P.a~igioi, e lr-a tutte le relalne frequentatrici. .:\on basLandogli tanla celebfilà un giorno volle aggiungere nuoye .glorie al suo blasoo·e e sposò una bcll!SSlDla.do0:n~c~e l'imparentò in breve ~on sovrani mm1sln e celebrità delle scìen– ~c, del!a finan7:a ! Ebbene, volete crederlo :~Pin~~ 1 i1tri1?~~\uc:n~~anr~m1~a?::1~,iv~?i't~~ ha non. era s.t.alo utilizzato dallo stato, ma ~~n~:~~!:s5;~f:~.f~p 0 :r~ ilffs~\~\~iou~~~f1f mente: 1n una vecchia e amica nazione E non si può dire che sia un rappreSent.a~te> fa°s~~sf;nato. Queste sono le valorizzazioni ANCHE IL"BOSCO DELITTORIO"!

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