la Libertà - anno I - n. 3 - 15 maggio 1927

15 MAGGIO 192i i·n allro Giuda. Si chiama Pio Gar– Oenglti. E_' stato. per_una disgro: .ia.di ~-,!i 11011. si può {or canco che alla falal1!~1, l'ullimo redallore-capo dell'Avanti! Seri– -ce. oggi, al Popolo ~·1_talia unl'J._ ll'lt~ra ~:fsiPd:-"~o:;:n;: 0 ~~::Cr~i:.~;o~!~at;:c;; potei inlerPni. . . . . . . Jfonumenlo d'instp1Pn:;;,'J. dt 1:illa P d1 ign 6 ranj(I 1 questa lellera arr-it.-a ad anlc– porre la mussol~niana ca_rl(!-del lavoro a~ a Manifeslo dei cumumslt I) n~l che s, riuela lo :.elo rnalde.'ilrodPl serc1lorc c-hc ha bisogno di guadagnare il tempo per– duto, Jfa fors,. "al Popolo d'Jtalia ~anno be~ nissimo e/te il tempo del Sig. Gardenffl!' non fu tutto perduto per la causa fasn– sta, se a lttit'! da'? - specul_ando.su.Ila iur~"~Jie~!m';o s~:;i!f f;~~a;n;_,;p~~t';;: tte i !Jerrni d"infeco,:idc divisi?11i. mal qiustificaf,. da una tnlerpreta:.tone an– !/usla dello spirito di classe del proleta– ria/o. . . Un anno fa il Sig. Gardl'ngfu comynt– sleggiava. Jfo i~ fllO e!a_ un co~um.smo che dovova fac1l1lar9lt 1l ramnu_no ver– so la greppia. Oggi. ha toc_calr> 1l P.Ortn, ove era atteso da ~uoi degm colleghi 8a– stiani e Ca.ssi11Plli. Ci stia e ci slia bene. L'opposi:.ione no.n per_denulla. Il fa– sci.,-mo fa un acg_u1slodt lordure, La cronaca ad uso dei fascisti - Tu hai letto quel che i giornali fa– sci.sii hanno stampalo contro di le? - Sì. ho Jeltn e ne ho riso. Se vuoi una idea della ,·ericila delle loro informazioni ti cito alcuni casi. La sera del 2i gen– naio feci a .\"ew York a!J'Eihical Socirly una Jellura azli americani. Quaranla fa– ~cisti. capitaflati dal loro fiduciario con- ~i~fhJe~l~ip~~~l, &:ndst~~1i d~~l~a~t LA LIBERTA Per un giornal.e le rivendite ..-o– no sempre una perdita, perchè i servizi relatiui costano auai ca– ri e non rimborsano mai il costo La forza delle idee di ogni numero. Quando queste idee sono coslru1te. e:- La fcrza di un giornale sta NE- G1lETAYO S.4Ll EJ/1\/ I c:epenetreranno rn Jtaha da tulfc le par- GLI ABB_ONA;MEf'!T_I. . corso I fasc1st1. uscendo dall ed1fìr10 .SI ~~~ 1 !~~:a g~~r!:!r1~l,a' 0 ~~1t'11~!.~- Tutt gli antifascutt che v~glto- ;;contrarono. netroscur1la della sera, .:-on I J;:Estnon hanno b1.w,!?'nod1 comprorr:et- no soste':ere. LA LIBERT A de– gruppi anllfascish che slaz1ona,ano tersi portando s,ornah e hbr1 Se le idee vono qmndt ABBONARSI. La fuori perchè non avevano lro.-alo po~lo le portano nella propria lesta, ness:.:n forma di abbonamento a numero nella .ffila. X~ segui_un para~iglin nel I d~ga.niere. e ~e;;;un milite fascista _po-1 che abbiamo istituita è assai co- ~~:;: ~~!c~~! 10 se ;~c a~iv~a:~;!1c n~~ci ~:n:i 0 :r~~~ :~e cr;!~~b:ri?;· mtli~d~i moda per tutti.. , .. po.$sono coniar?, sulla complicità dePa minuto ed hanno mani che afferrano le lmpegnamo fm dora tuttt 1 no– polizia. Cno di f"~si. certo Bona·.-ia. fu anime quando meno -i crede. I stri amici a raccogliere ABl!O– leg~cr:~enle ferito. :\la il.Popvi? d'/tqli~ Intanto s~ tal~ni. punti fo1_1dame!llali NAfdENTI, sostenitori e ordina- ~~~b~i~ie(t: ae,::v!td~~/lt~~?n~n dr~~~ / ~ii:~i 0 ,:r:;~; ~ ~l id !~~i.d1~~; 1 /~~~ 1 t~~ ri e a rimetterli c_o~soll~citudine mazzarlo. gimi liberi la_for2? ~ i~utile_ ~d è dan- alla. nostra Am~mistrazione, 50, On altro caso. Il 20 marzo a P,·itche- nosa. Contro J regmu d1.;;polic1la forza Rue Labat • Pan& (18). sler, a poca di.$lanza àa Xe,v York, .ti ••••···••·•••······•·-·••••••••••••····•·••••••••••••·······•··· tenne un comizio antifasci~!a. Io, nè ,·i partecipai. nè =eppi del comizio. La squadra volante fa.::cista si porlò da )?tw York -ul po:::lo. Ci fu un conflitto. duran– te il quale un fasrisla Ceri un policc– mao. s~ne camicie nere furono arre– stale e fra c~se quel tal Bonavia dalo per morto <> morih<>ndo e in tasr-a p-li iu tr·o– ,·ato un pugnale. Il Fascio do\·elle ,·er:::a– re una cauzione di i0.000 dollari per 3.– ,·e la iiberlà pro,·visoria dei suoi Orbene i giornali italiani dissero che io ero a P,·itchestcr e che ero il re,,ponsabile ,lei dbordini. Ancora un episodio. Il 12 marzo cfn– ,·ern fare una conferenza a Filade!fia. Ora avvenne che tre giorni prima scop– piarono due pedardi daunli alla r1~a dei fral~lli dc Silve.~lro. senza rare dan– ni nè <1.lle pcr:;one nè alle co,,~. I de Sil– ,·eslro sono da lernpo in polemiea con i nostri. E' possibile che i pcdardi f,.::. .$Cl"O posti dagli antifascisti è pili prob3- bile che fos::rrv po:,;li da dei fasci:,;li pf'r ottenere di far nclarr la mia confor.·n– za. Sta di fatto che i dc Sih-e:,;lro si :lf– frettarono a dichiarare che i due pcd:1r– di erano la... conseguenza della confe– renz:1 "hc dovevo ancora tenere e fe;:f'– ro pressione per impedirla. Questa ebbe luogo ugualmente e ,·i ebbi uno dei _più lusinghieri succes;:i_ :\fa il Gfornalr ,lei deficenti d'Italia ha proclamalo che le bombe le ho falle mell~re io. La i::erie polrebbe continuare e din10- '-lrerebbc la me;:rhinità dei mezzi impie– gati per combatterei. Xon dobbiamo preoccuparcene. C-t-r!? che dal punto di dsla politico d,J,· f'P.1- mo conrcnlrare la ma~.sima parie dei I nostri ::forzi in Inghilterra e negli Sta- - . - ...... , -';; .. -::_ ~. • ' ~""'1 LA BELVA Il\lSAZIABILE LOROSPECCHIO Avventure di viaggio F,rmrn C.émier e sftllo d, qu"('' g1.f,, .. ni in llalfr.J. lfo falltJ - cr,n più esntle::.– =11 - un11rf)r~a in Itali,:,: bigliPtlo di un– tfoJq P rifo1nFJ Pnrigi-Jlilanl)-Rr:,ma: du– raJa dd rfo.9gfo, setl~ 9i,;rni. SPtle giorni nlJ'n sono 11Wlli. P"'T rQni:,- :u;;e ,/;n/::::c~=!~~r ri!b~ e7~i r:i lia di Pirmin Gémier ha S"rcilo, te m,,i altro, a fornirr una nwn:a ed esaurienie d,;cum,:ord{l;fon11 di que~la veriM . .Yc,11 ,c,m:,sco Pirmin Gi:fflil"r. Confesir:, cinicamenle la mia igrimofi.– ~: fino a ieri, non sape1;0 nPppure eh.e esii!trssP a Parigi un tale pPT1on11açU,. E me ne dolgo, perché Pirmin Gémter ha le qualitO. - i numm - dell'u(>fTlf) uce– :.fonale. A lui ba6laM una cola:.ionP- a Jlila.no, ed una cena a Roma per capire tulio della poliJica in particolare e tùJ.la rilua;;ione in generale di un 7,aue di quaranta milfoni di abitanti - oo-mpre,i quelli dei domicili C0'.1ilie dei regi peni– /,m;iari - e di non so 9u1Jnli metri qua– drati di super/ice collnx1la a. cigna. Ha, per inlenderr-1, il colpo d'occhio. Il mes- ::?i9f: :,i ~iu;~nt'::r,:(/ d!i" t:ff::Oio~uo, Son lieto, oggi, di sapere che a.Pari{Ji esiste un personO!Jgio che rispo-nde a_~ Mme di Permin Gémier, Da 1uel che ho capilo, Firmm Gé– mier è un uomo di Jealro: non so - e lti. colpa è sempre della mia. impt7cùinabile ignoran;a - ,;e, come Shakespeare, ab– bia ,;crillo "dei copolaoori; quel che so - perche l"ho l,.llo - è Che dirige un tea.,_ tro. Quale? Son ricMd-0. Ma no-n i: tutto. Firmin Gémier ha. una qualil<i t:eramenle ammireoole: non si occupa "di polilica: an=i, di politica, non ,;'intende af{alfo. La confesnhne è ,;ua. Con la _qenerosiltiche distingue. gli a-ni– mi nobili. l'ha regalala ad un réporler dc • L'Echr.Jde Paris • che -Yhaabbor– dalo sul palcoscenico dell! e Odec,n • or:é - rétour d'Jtalie - appena sbarcai.o dal~ la • Gare de Luan • egli si è diretto. Ci sono degli uomini che hanno là tenden.:a ad occuparsi delle cose cke non sanno ed alle quali sono meno n– dalli: sordi. af{etlano passione_ per la musica; balbu.:ieTlli, smaniano di par– lare in pubblico, specialmente nei ban– chetti, all'arrosto; rachitici., con i pie– di dolci, goffi o slorpi 1 si occupano di boxe, di podismo, di lolla greco-romana_. di moto e· tria dicendo. Gémier è tra questi µ.omini. 1Yan ,;a. 'di polilica, non capisce di po– litica: ebbene, di cosa parla? Di teaJto, forse? .Yo, di politica! SollraUe, dai sette giorni del suo r;iaa~ gio di andata e ritorno, le ore trascorse in treno, quelle dedicale al sonno, le non poche consacrate ai banchetti, ne resta– no pochissime per._ la politica. Onde si può dire che nelle pochissime ore che Gé-mier ha dedicato • alk cose d'Italia•• ha lrocalo che tutto &a benone, che tulli &anofelici e contenti, e Che meglio di cod si muore, per lo meno ... d'indige= stion,.. I paragcmi. e~ pauano per euere 8emv·re odiosi, sono qualche V9lh:u neces.,. iari. Siamo, deputali e gior-naliMi - genie, cioè, che ha l'abiludine della polilica -.. da parecchi mesi in Francia. Son ab– biamo - e -cero - partecipalo con {re– quen..:.aa banchelli, ma seguiamo con interesse, ed anche con passione - pur, imponendoci. per non apparire inlri.,_ ganli, superficiali ed iru;pporluni, un as-1 soluto riserbo - gli av-cenimenli poli-, lici, attraverso le loro svariale manife-, sta:.ioni, dei paese che ci.ospila. Ebbe·;iel ~u: ~:~isem;rp::n~r:s!~o/~~~;~::::_ mo ad emettere un giudi=io; perchC un giudi.:.io, per essere onedo, deve derii·a– re dalla esalta conosce-n:.adei falli che si eogliono giudicare. e se t:uole essere respomabile der:e lrot:are la sua ragie.ne in un~ convinzione malurala atlrarerso la t.isionc completa della realtà. Al signor Gbnier, incece, bastano me- ;:,. !~f~=~~~~::;iift!'m:f1rch;u.ugJ_ fo ciò che si racconta (in queL a: tutto ciò 11 siamo probabilmente cc,mpresi noi) a Parigi sul fascismo e falso"· E perché, scusate? Semplicissimo! Gé– mier ha parlato del fascismo con molta genie e la bas • ,:in Italia), e con ge-nledi tulle le opinio-ni, e lutti, italiani e stra– nieri sonosoddisfaltisrimi (« tria MUia--. fails •: il francese è di Gemi,.r) d'una amminislra:.ionc a: où le5 mecanismes .sont bien huilé.; •· - Sel francese, che e Sempre di GCmier, C forse la spiega;ione. Che sia veramente lullo questione di olfo, di grasso? Poniamo l"interrogalir;osen.:.arispc-n– dere, limitandoci a constatare che l'in-! terdsta di Gémier scorre liscia come l'olio. Ohi come C bello quando • les meca~ nismes soni bien hwlù! io Al.JAS P. S. .4t momento di andare in mac– china, mi dicono che Pirmin Gémie;;. d un ollare, e celebre per giunta. Tullo si chiarisce. Come atlore egli è abitualo a recitare_ delle parli che allri scrir:e! Fuori l'autore. allora! DUE EROI Dividiamo le ansie della Fra,1cia e d,.l mondo sulla sorte dei due eroici na– t.igatori dello ipa.:.io, Sungesser e Coli. _Ventre andiamo in macchina, nes– suna noli:.ia certa; si alternano le ipo– tesi. si af{ar:ciano i dubbi e l"ango.<:cia - la tremenda angoscia opprime llllli i cuori. Jferat:igliosa impresa - qi1esto .;al– lo Parigi-.Ycw rork - meracigliosi tw– mini quelli chi' la tentarono, con corug– yio pnri alla modestia, per esaltare ·la energia in sè, non per umiliarla in al– trui. Coteste gare sono le più tristi se nc,n trovano il loro obbiellit:o in se stesse, nel– l'elaterio disinteressalo della t.·ita, deila ricerca, dell'assalto all'ignoto, se i:i pre– siede un'idea di bluff o di disp;c=:.o1,er; altri. Sono sublimi se innal:.ano nel ci– mento llllle l.e for:.e buone unii.:ersali de."'ideale umano 1 che abballe gli spa:.i e "ffrall'lla. i popoli. Inchiniamo la fronte nel pent:iero di oT1UJggio - ahi 1;oglil'lmocredere non debba essere di rimpianto - ai t:olor~ sissimi ;\"unges.ser e Coli.

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