La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 52 - 31 dicembre 1961

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Domenica 31 dicembre 1961 Fantas * TACCUJlNO TRADUZIONE DI ALFREDO RIZZARDI D'!>JTNVJERNO * ,li FllA.\CfJ F(JCHI vivo. altri sulla memoria. Chi su due piedi. cammin facendo. e chi da fermo. tornato a casa. Chi bada più agli uomini e chi ai luoghi. Qui è l'occhio ad avere il sopravvento. lì lo udito. ma sempre al ser– vizio della riflessione. E anche :n questo il viag– giatore di oggi si con– traddistingue dal viaggia– tore di ieri: nel voler far e-capire~ più che c:veclerc•, giacché a far vedere prov– vedono ormai mezzi più veloci e sicuri e completi. d'altronde destinati a es– sere via via perfezionati. ì\lai più di oggi, che il mondo è tutto in movi– mento e in trasformazione, un libro di viaggi par de– stinato ad invecchiare pre– sto. Quasi l'autore non ha terminato di scriverlo che già bisognerebbe, per ag– giornarlo. ricominciarlo da capo. Ma in questo stesso inconveniente c"è la ra– gione per la quale un li– bro di viaggi non tarda ad assicurarsi un"anzianità e, con ess:i., una stabilità do– cumentaria, una datazione, che, da cronachistica di– ventando sollecitamente storica. lo mette a riparo dalla contingenza cui sem– brava dover sottostare co– me ad un destino, più che come ad una minaccia. Alleo Tate Il "Bagno di Nerone" a Pisa dipoeti * Due sonetti (1934) E' il giorno che la Sua opera di vita s'avvicina 1 Che ad essa da capo a piedi mi prepari Con occhi accorti volti a cogliere l 1 anno E poco cibo compensi una sottigliezza di penne. Per alcuni sarebbe epifania Di riposo, mangiare e bere 1 per altri di caccia Ma io, ferita apatia, con estasi Inesausta dibatto il difficile caso della stagione Così: L'Uomo, creatura inerte con la testa [enorme, Che cosa guarda nelle spire del cielo? Ma ancora devo piegare le ginocchia dinanzi [ai morti Mentre le campane di Natale cli carta bianca [e rossa 1 Con figure di ragazzi e ragazze rovesciati da [una slitta, Sbandiscono il silenzio che mi nutre. Il Ah, Cristo, ti amo risuona nel cielo selvaggio E io devo riflettere un poco sul passato: A dieci anni dissi una bugia nera Che costò la frusta a un negretto; ma ora Gli anni andati, colti in un esatto bagliore, Rotolano indietro come palle interpretate sul · [tappeto vende. Che tornino 1 che le trombe rotonde squillino L'antico crepitio nel fondo sguardo del Cristo. Assordato e cieco, i sensi ancora sperduti, Qui sono, inesperto del senno di poi Della conoscenza, conscio che nncu bo è senza [suono; Perciò con capo e mani torpide nel tardo Dicembre siedo dinanzi allo stupore del fuoco Punito dai delitti di cui vorrei ~sser libero. D A PIAZZA del Duomo camminando senza mèta. sono glunto alla piazzetta cho sl apre tra Porta a Lucca.e la chiesa d1 SIUl Torpè (sulla. quale dà. nuche l'antico Porla. al Par– h,scio. che l'omaggio alla storia e le crescenti necessi– tà del traffico faranno for– se riaprire). Nel bel mezzo ha un avanzo di tenne ro– mane. forse d·etA adr:lanea. che li popolo chiama. Bag110 di J\'ero11e ... Perché? Perché. a costo d'attirarsi la male– dizione della storia. quello uomo - che voleva essere soprattutto famoso - è riu– scito a rimanere. presso il volgo di t.utU 1 tempi. 11 più Illustre degli imperatori di Roma. Sappif1mo. invece. con si– curezza che n Pisa non cl venne mal. Ma. non è solo que.!'tione di una deno:nina– zlone lmpropr:la. che sareb– be poco male: si pensi che n. Roma. di monumenti e rudert che Il popolo ha ri– battezzato col più sovrano dl!òìprezzodell'archeologia. cc n'è da stancarsi. Qui contn anche la parte che. nei re– cinto di travicelli marmnl e colonnettt bianchi di traver– tino. è obbllgato a sostenere. riucsto resto d'evo nnt.lco. rra Lut.t·uno stuolo di mo– numenti dell'evo me-J10. Un pezzo di Via del Fori Impe– riali (sono pr oprio quel tra– vicelli e quel colonne t.tl a f&rmlci pensare) preso e portato qui di sana pianta. si troverebbe meno a disa– gio. di fronte a quel Cam– panlle e quell"abslde del Duomo. che spuntano dal fondo di Via Cardinal Maf– fi. come a dire che vogliono esser loro. loro soli. i sim– boli della città. Ma. dopo tutto, perché si dovrebbe cercare più in là di quest'evo medlo qualche nitro utolo di nobiltà per P1Sa? Non è forse abbastan– za chiaro che n silenzio. o Il riserbo. della storia cl ru– h<1ben poco della sua gran– de.c:ia? L'orgoglio di quella Torre e di qucli'nbs.lde (che nncorn ml seguono. dal fon– do di Via Cardln&I Mafft I e poi di tuLt.o Il Duomo e del Battistero e del Campo– SRnto e degli altri monu– n1ent1 che. da ogni parte. ranno eco nel coro più ar monloso e più caldo. è un o:gogllo legittimo: è la vo– ce di tutta un'epooa. aJla qua.le Pisa. apparUene Inte– ramen te. SI. Pisa è ancora tutta nel Medioevo. Non c'è. anche og– gi. un solo aspatto della. sµa vlm che. per quanto si sror– zlno le apparenze a negar– lo. possa dirsi diviso da quel ~~~~oq~~reu~c~~!~~ vita molto più intensa di quella. che. diversa.mente. colpis ce l'osservatore !retto– lo.so e superficiale. Qu anto ha fatto. anche qui. negli ult.lml tempi. la « moàernltà ». per camuffa– re ogni cosn! Potrà torse. li medesimo osservatore che dicevamo. consolarsi veden– do che in un decennio s·e ari-lvAtl a cose che non era- no .<-altate ruori Jn otto se– coll... Ripenso a quando capitai qui la prlma volta, nel 1940: Jn una Pisa che ~mbra lon– tun&.. tutta ch!W:a In quel succedersi dl tacciate giallo zan-erano o arancione con fi– nestre verdi (tanto neglJ an– tichi palazzi del centro ~,~ai;.to d~11~1!~tt'éfe1fes1~~ periferia) in cui umbrava a..~mmarsl un bagaglio di vt-cchle abitudini e t.11 care peculiarità. Portoni e por– toncini ad arco. con pomi d! ottone accuratamente lucl– dat.1 e. accanto, una flJa di altri pomi più piccoli entro una cornlcetta di marmo blRnco: 1 tiranti del campa– nelli (di elettrici quanti ce n'erano?) a cui. dentro. cor– r:!.!.pondevano complicati si– stemi di fil! di ferro. che vi accompagnavano per rampe e pianerottoli. cigo– lando a ogni movimento. :~~~~e~~Fsc~i~t ~ ~~ dant ». dt terracotta che co– stituivano Il mezzo più. comune di riscaldamento. giacché. bai.tendo l denti nei gioml del breve ma pur ri– gido lnvemo. la gen~ s·osu– :inva a negare che anche a Pisa potes.-;e far freddo ... Le vasche da begno? Una rarità. allora: quasi come i sarcofagi romani del Cam– posant.o. Non parliamo degli a~ensori! ... Q uasf Ignorato rasfalto: tut.tt q>oggl e bu– che " I Lungarni: percorrerli ln bicic letta sig nificava aver saldi e robu.su I polsi! Ricordo. poi. l'usanza - che subito ml colpl. sia nel rag&zzl sia nelle persone adulte d·ambo I sessi - di pc,rtarsl a casa. dalla botte– ga del fornaio. Il gl'Olk;O filo di pane sotto Il braccio. sen- ~ za carta. corr.e rosse un ar– nt>se da lavoro o un involto qualunque. g il negozio della. selvag– ginfi. dove non mancava. nulla della caccia di S Rru- 3 sore e ai Mlg!Jarinoi E li CIANI: "Donne di San Frediano• (Galleria Narciso - Roma) e peT!'l!noun palAzzo di ve– tro Ha tndu.str1" vane e ·l'mpre più fiorenti Ma c:-edo che 1n pochi lu~hl. comP qui. la modernlt.&. p05- a. dln.1 pos.Uccla '! quasi rorz,Jta: In primo plano. so– prR ad ognl nov1 tà più o meno repentina .\t.&. .!.emprt- ii,;~:, ~~a mc~:rai\1~~J! che cl ha. la.sc1a11 cmi gran– di e vivi. che og~ ccme ie– ri è ancora il nuovo a es-– ~ere sopraffatto. e non il contrarlo. F ORSE faccio mo male a iiiudiQ!rC i poeti. • J>C~:- pcr ?~i,•;:g!fa;~r~o~J~f tfu 1 ~r a:u.,1oto a~ottato, che per far nirc! indicazioni e O'>!>Crvaz1'? ni, che tomino ~ \.,mtagg1, dell'opera dell'ar_wua. Prcten diamo. che oa:m poeta dcvi bad,,re ~pra1tu1to a con teniate, se e \"C~o poet~, s.c ~1e,;-w. Può dao1 che a sia oigi qualcuno che ~rffa ~– sie per en_tr:3renelle s1mpattf:' di quel cnt1co o nel_larosa d1 quel premio letterario. Tempo perc,o. I poeli dc,·ono c;cri- Ecco. per farci &ubtto un& vere poc<,ic. come a:11 uccelli lrle::i.. l'importanz... non solo dc1,ono \.olare e 11 ..:ontadino .;torica. non solo archeologt- preparare il terreno ~r le cr. e, u vogliamo. estet.lca o: ..emine~ e se un iiudiz10 se pae"llstica. delle antiche mu- lo de,,.ono scambiare, se lo ra urbane. che tanta part.e chicd:J:no tra poeti. i soli che hJT,no ancora nella vita del- ~ ne intendano, come di cat· la città. Ba.sta !.Cgulrle lun- tura di pesci (e a ,alte la go Il tratto settentrionale. J)OC\ia_e appunto una cat· ~~- ~~a p<;,~~~ei;aL~i~:d~n~ 1ur.t m1racoioc,al se ne mten- a Porta s. Zeno: ll traffico dono. non i bifolchi, ma r I ntenso n on riesce m&t a pc,;caton. Ecco ~rche c1 c; incellr.re la loro P•~nza. ~mbra'. parlando .d1._poeti e ~!t.t~ 1~o~~«:""!n°D:u~8 ! 1~hf:! :~e~'?~~-r~JFa;~r~~u :h~n: ~- ~fn ~~e::~~e ~aso~i~~ ~:nt~.~u~:;~n~-i~u p~~r~ri~~ s0tto l' a.spet.to urbani-tJco. e. d1_giud1c~re_un tntlngolo. '11 d~ppertutto. f J ~egno più j m11l1ore in11ngolo della '",1.2 ...,.hletto della me1esima la poc~1a). assa2g1an_dolo.che «modernità• racendone la. de~n:;r1orie.. E Altro c he «m acchia d"olio> passiamo c,ub1toai r~u11.Lna 1n quel trat.tl! Poiché or3 poe.<,iache mi e p13:Cmtae la AbblJUno nom inat.o Porta seguente cd e d1 Manna S. Zeno. approfittiamo del- Piazzolla: 1·e:.emplo che cl offrono Je • Dall'alto del cielo. da sue vicinanze: da un l&to sempre, - s, fa g,ornQ. - le rampagna e dall'altro. su- Ho for.;e vegliai() con D10 - btto. la città nel più pieno finché t. durara la notte. - <;enso della paro!&; I camp: Tutto ,-a orna - alla 5ua lua · di cavoli. I pagliai. le peco- e i gallr - non cantano p_t:r re pascolanti. a pochi me- m~, non cantano clrt. a D10. trl - per dirla col Manzoni - la ,ma v~gha e fimta. - - dalle case aggiunte a ca- Agli uomini tuuo il so(e. t.c! E senza che ciò avven- - tutto il sole che ~o,-ge. - !~en~o~eaS°l:. ~~ :a,:~: J;d;~o!~e, - a me sol· di una valletta affossata o E' tratta dal ,·olumetto. di un improvviso .!IC06Ce0di- • Adagio Quotidiano •. n1ento: per ché Pisa sorge • • • tutta su un terre.no alluvio– nale. perfettamente pianeg– glnme. Mi è piaciuta anche quest.a pocsia di Adriano Grande. traua dal ,·olumetto. • Su. sponde amic/1~ •• ancora edi– to da Rebellato, Pado1.·a, pag. 11. Eccola qui: E' incredibile ma docu– mentabile !"attrattiva eser– citata dove i cambiamenti sono stati più forti e dove per altro più fitto permane il mistero. Russia e Cina detengono il primato: e a provarlo sono le innume· revoli ed incessanti rela– zioni di viaggio. Parrebbe che il resto del mondo non esercitasse più alcun po– tere d'interessamento o so– lo in misura grandemente diminuita. rispetto a quel– lo. per esempio. suscitato un giorno dalla stessa America. A meno che a recarvisi non sia un russo. un sovietico. In questo ca– so assisteremo ancora ad una scoperta, come accad– de a Llj::i Itf e ad Evghénij Petròv: due umoristi di buona scuola, che nel 1935 viagginrono insieme da un estremo all'altro de g 1i United States e insieme li descrissero in una serie di articoli la cui raccolta s.i intitola Il paese di. Di.o (Einaudi: '47; l\·Iondadori: '61), secondo la definizione con Ja quale gli Americani designano nel loro il paese più ricco del monda. ma da essi ripresa con tenden– zioso beneficio d'inventa– rio. dietro immalinconita indicazione del colle~a so– cialista Upton Sinclair. do– po la sua mancata elezione a ,l?OvernAtore della Cali– fornia. Umanità e realismodiBetocchi «Montino»? 11vo!Cehioe ce– lebre "Mont.fno ». dove. per t'Jtto Il giorno. s'assiepava. un nuvolo di studenti ric– chi d"nppellto e povni di borsn. del quali euo faceva la felicità con pochi soldi dcJle sue squisitezze: il ca– s1.agnaccio. i castagnaccini. le frittelle con ricotta. le sal– sicce arrosto. la tort-a di ce– ci... Ancora nel priml mesi di guerra era uno del sim– boli della gaia vi t.a. studen– ~sca pisana. quella botte- Ed ecco. di nuo"o. h, piaz– za ciel Duomo. che ll traffi– co continuo e il convenire di migliaia di forestieri. forniti di prepotenU Cadillac e di macchine fotografiche d·ognt !oggla. non riescono a spo– gliare del suo Incanto squi– sitamente medlevale. Né mai cl riusciranno. se ouo se– coli v1 son passati sopra senza. alterarne la più pic– • Inaspettata, rardi allp mia soalia - ques1a brama di graz.1asi riafiaccia, - di .stelo luminoso. La risc hiara l'in– canto d'11n'interna som 1gli.an– ::.a - cort quello che incar – nare - un di sperai. Rivela– ;ione, ,·elo - dell'annonia da cui nascostamente - la dta muove; e il mondo - rinnoi·a e seinpre l 'un.a al– l'altra le anime - appale.sa ed allaccia•· * di Fll.Ai°'CESCO 1HEI ENRICO FALOUI T RA r POETI italiani ge– nerazione formatisi nel clima difficile del primo o,·eccnto pochi hanno sa– puto ritrovare, come Carlo Betocchi, la freschezza d'ac– cenlo di una seconda giovi– ----------1 nezza, capace di approfondi- Metello sullo schermo re. allra"crso una se"era n romanzo storico di Va- maturazione interiore, i pro- sco Pratolini ·•Metello.. 6arà pri temi lirici senza lasciarli portato sullo schermo con la islerilire per orgoglio o sna- regla di Mauro Bolognini. turarli per apparire à l.:t La lavorazione del film avrà page. Con quella semplicilJ inizio nella primavera pros- d'animo carallcristica del sima. Il rum verrà realizza- poeta veramente religioso, to a colori e interpretato da per cui l'esperienza indivi- attori in gran parte non pro- duale ha un valore soltanto fessionisti. I costumi saranno in quanto fa parie di una di Lita Dc Nobili. più vasta esperic1;>za comu– Incontri con gli autori Venerdl 15 dicembre 1961a piazza San Fedele 45, nelle sede "Incontri con gli Autori", sono stati presentati i • Nar– ratori della nuo\'a Milano•. Giuseppe Cricco in e L'Ame– rica è Milano•; Domenico Manzclla in • Una passione per vivere•; U. Paolo Quin– tavallc in • Tutti compro– messi•; Alberto Sala in e Piazza Duomo •· Rl!latori: prof. i\fario Apol– Jonio dell'Un. Cattolica, Pa– dre Achille Colombo S. J. di ''Letture". ne, con naturalezza egli ha saputo bruciare sulla pagi– na nuo\'a le scorie del pas– sato, e allacciarsi spontanea– mente al presente. Guidato, prima che da un falso mi– raggio di eleganza stilistica, da una necessità profonda di colloquio con se stesso, con gli altri, con Dio, Betoc– chi è riuscito a far vibrare le inquic1udini del nostro tempo nella misura casta e castigata dei suoi versi con una inlensità, una forza. quale manca in poeti appa– rcntcmcn1e più impegnati, e meno schia\'i di lui. .L'eco del primo Bctocchi, legato al gruppo fiorentino del • Ca– lendario delle pratiche luna– ri • e del • Frontespizio•• con la sua duplice apertura verso uno spiritualismo in– sieme vibrante cd austero, e verso una fresca, concrcla. vena popolare, tulta ancora– ta alla terra e alle cose, si sente anche ne L'Estate d1 San Màrtino. Solo che quei due clementi, che prima :.embravano alternarsi o con– trapporsi in una brusca an– tinomia, qui si fondono e si compenetrano. E' serenità focerta, quella di Betocchi, ma serenità: che nasce dalla coscienza dello smarrimento, del pec– cato, e del dolore, come real– tà personale, che però con– tinuamenlc si placa, si ob– bietth•a, e si trasfigura nel confronto con la realtà de– gli altri, di\'enlando, da fat– to puramente esistenziale, più ,,asta dimensione storica so– ciale, e metafisica. lndub– biamente hanno giovato al Betocchi, per conquistare la sua voce inconfondibile, di mestizia soffocata che si li– bera in timida speranza, in temperatissima gioia, la sua esperienza di vita aperta, il contatto con la natura, il commercio quotidiano cog\ì LA FIERA LETTERARIA nel 1962 * IMPORTANTE « LA FIERA LETTERARIA» SARA' SUBITO E GRATUI– TAMENTE SPEDITA A COLORO CHE VERSERANNO L'INTERO IMPORTO DI ABBONAMENTO PER IL 1962. co,~DIZIOlVI DI ABB01~A1IIE1~1'0 ABBONAMENTO annuale ABBONAMENTO annuale con -pagamento semestrale ABBONAMENTO annuale con pagamento trimestrale ESTERO· annuale , Abbonamenti cumulativi annuali LA FIERA LEITERARIA e IL TEMPO per 6 numeri settimanali per 7 numerl settlmanaU • IL RAGGUAGLIO LIBRARIO • HUMANITAS L 4.000 • 2.150 » l.100 • 7.000 L 13.600 • 14.250 • 4.170 • 6.300 CHI PROCURERA' CINQUE ABBONAMENTI ANNUI riceverà In omaggio • LA FIERA LETIERAR1A • per un anno. I PRESIDI DEILE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI che Invieranno cinque abbonamenti fra gli studenti e. le cJassl dell1stltuto avranno gratuito U giornale per la Biblioteca scolastica. Si prega vivamente di effettuare i paj!amenti sul ns. e.e. postale n. 1/31426 - Via del Corso, 303 - Roma. -- -- --- . ----·-----' Bctocchl visto da DRAGUTESCU umili. Anche quel tocco di crepuscolarismo, di fondo pa– scoliano, quel misticismo sof– fuso ,a Ja Jammcs, che pure tremola nei suoi ,,crsi, si de– cantano, nella sua ultima raccolta In un realismo ter– restre, più sobrio e casli· gato, che mortifica continua– mente !"ansia di orieine psi– cologica nella autentica su– blimazione sociale e religiosa. Ne l'Estate di San Martino non c'è più un vero di\'ario tra la poesia come confes– sione, e preghiera, e la poe– sia come carità, come incon– tro cogli altri. Nel mondo degli artigiani, dei contadini, dei poveri, Betoccbi viene a ritrovare, e rispecchiare il più aumtico sé stesso. Iden– tificandosi con la pena comu– ne, e in que!Ja riscattandosi del suo peso par1icolare, at– traverso la speram.a. sempre riaffermata, di una divina giustizia, la sua poesia rag– giunge la massima misura di socialità, pur restando nel– l'ambi10 di una visione sof– fcrmatamente cristiana. Per la càstil~ del suo accento, che non si abbandona a inu– tili furori. che non indulie alla retorica dei buoni senti– menti, ma che li conquista drammaticamente dall'inter– no, l'ultimo Betocchi rappre– senta forse il tentativo più scrio compiuto jn Italia di tradurre in termini concre– tamente anuali il senso più profondo della tradizione cristiana. Sul piano della re– sa verbale, il suo linguaggio è efficace perché si adegua con estrema fedcllà alla cosa da dire, senza mai forzare Ja mano, senza cercare l'ef– fetto letterario o peregrino. E se talvolta i suoi versi po– tranno suonare duri, aspri, prosastici, la sua sintassi nu– da e spezzata, le carole grez– ze e scure qucsla apparente rozzezza non è che lo scru– polo dell'artista onesto che non vuole tradire la verità per corteggiare la bellezza. Quando il suo canto som– messo tocca la massima pun– ta di sincerità il ,•erso ac– quista una sua grazia disa– dorna che è la musica stessa della realtà, quelle che Vir– gilio chiam:-t • lacrimae re– rum •· fl ritmo nasce dal movimento slcsso del pen– siero: • Se non avessi I l'anima e non fosJi qua.si u ccello / che batte l 'ali fu.o r di pa· fude, m, tempo I mi ingan· neresti •· ( Davanti a una Chiesa di Frosinone). Ed è un ritmo che non rinnega il sentimento, ma che proprio perché lo rispet– ta non vuole tradirlo con l'enfasi. Il gusto grafico di Bctoc– chi po1rebbc far pensare a certa poesia impressionista, di derivazione gozzaniana. Ma sia che sui libro sul gioco di uno stato d'animo, che volga il pretesto da un quadretto paesano od agreste. che si ispiri a un avvenimento ca– suale, che prenda lo spunto da un ricordo, la poesia di Bctocchi non si esaurisce mai nella descrizione pura, ma tende sempre a trasfigurarsi in moralità a purificarsi in esperienza di vita, a oggetti– varsi in qualcos.l çhç QILre– passa la superficie naturali– stica delle cose. In questo senso, a miglior diritto di tanti. altri che vantano que– st'attributo senza possederlo, egli può dirsi, nel senso com– pleto della parola, un gran– de realista, \'Olio n scoprire in profondità, attraverso sé stesso, un aspello costante dell'anima italiana. ••-•••·•••·••··········································•·-•· . ' . I VERBA VOLANT I . . •• ..._ ........ ·-•-•·•--•+••······• ..•-•····················••-•·••· Ald. Nov., Firenze: Metto da parte le sue ~ocsie, per una prossima pubblicazione: questo yale un giudizio, no? • Mi basta poco• soprattutto è buona, complimenti; e gra– zie della sommessa amicizia. Afor. Va11 D. Kel., Padoi•a: Il suo libretto sarà recensito, abbia ancora pazienza. Ne escono troppi ogni giorno, è un'inflazione. Cordialità. Illeggibile Hotel Agn'gento: 'on miì>iacciono neppure un poco. G. P. - C (CRJ: Niente male, specialmente e Nella solitudine'"· Ma ancora in– certezza stilistiche, e un di– scorso tenuto su un filo che a volte si spezz..'1,tanto è te– nue e delicato. In questa de– licatezza c'è la sua autenti– cità, una pericolosa auten– tici1à. Si lifaccia vh•o più a,,anti. 11 "Lib1•0 fl'o1·0,, alla Casa Zauichelli G. Liz., Pescara: Concettosa, matura, la sua poesia ha un difc1to, una certa retorica, e un pregio, una sua chiusa, rocciosa consistenza. Ma per mc siamo ai primi gradini del mestiere, che un ~iorno o !"altro dO\•rà sciogliersi per svelarsi intero. Ora è legalo, troppo puro e ideale. Quanti anni ha? Anc. Cas. (firma illegibile), Parma: Lei è un malato men– tale forse molto a:ra"e. Ma cosa strana, dal fondo della sua pazzia tira su dei versi belli, au1cntici, folli e saggi. come • L'amarezza•• che mi piacerebbe far pubblicare se sapessi il suo nome. Saluti e auguri.· Auguri a tu.tti gli amici di CARONTE BANCO DJI SANTO §-Pl"RITO DIREZIONE CENTRALE E SEDE: Roma, Via del Corso, 173 TUTTE LEOPERAZIONI ED t SERVIZI D BANCA, BORSA, CAMBIO EMERCI cola parte. LIBRI RICEVUTI guccia stretta e allungata. quasi nascosta In un deda– lo di case antiche e vicoletti contorti. fra la Prnzzett..'1 di S. Felice e Ja Via delle Set~ te Volt.e. Oggi cl trovate 'ICrit.to. sopra. Pizzeria, sen– z~ alcun riguardo nf, al no– me né a.Ile vecchie specia– lità, per !orzato ossequio al ARTURO MARPAICATI: •··· E allora noil dimenticateci • Diari e raccon1i della guerra 1915-18 - SEI - Torino. Pa- Che non sia contento il Grande, se ricsoe trovare, tra tanti motfri a,·vilenti di ,;ta, spunti che lo rivelano Poeta e tale da creaq?lì una ra– ~onc di piacere? S'e C dif– ficile essere poeta? Ecco quel– lo che dice alla sua bambi– na (allora, nel '38. OHi sarà mamma; o non C ancora la sua bambina?): od~~Ei~~d"· ~ -RPAGLIOKE: ogon~c~-To~:on~i~ g~gg~lrJ L. I 000. LOUIS DAUBIER: • RC,cr tri.7i~io~~ 0 Jr· g~'J. 11~ r~~tt!~ Oggi Pisa ha l1 suo asfal– to. il suo cemento armato. I suol bagni mOdcml. i suoi ascensori. i suol «dlttàfonl». d'une eau si pure ... •• poesie Les copicrs du ord - Belgi– quc - Pagg. 54, s. p. • la mia bambina ,·uole - sul l_ibro u11a poesia. -:-- E' 1111 gioco di parole - dtU. - che corron ,·ia. RAFFAELE GAGLIARDI: • GL so angioleuo negro •. Editri– ce Migrizia - Boloina - pa· aine 140 L. 700. BONIFACIO MALAN"DRI~O H.ll< COHUJl * PAHllGll~ll llpoeta Topalian di lUARii\'O Pl,\ZZOl,LA R ICORDO: ti lasciai che avevi la mano calda e gli occhi velati come .!te aves– sero 1·011110dirmi, cou 1111agravità stra:.ia11te: soltanto tu sei if beato; e mi (issaro110 11el rumore sommesso di quella ma ti11ogra/ia quasi surrealista. l11fatri, li lascia, ch'eri decisamente triste, con la \'OCe che non sape11a ve11ir fuori come quando la sera ,,enivo a salutarti per adare a so- fJ:~/%;11~,tco"'ns~i~~ f:~~r~1~:o,~a, 11 ~aJ:~~ 1 df~t~~ i tuoi occhiali. C'era, in quel nostro frettoloso sr1luto, wtta la mali11co11iadefle sere vassate in– sieme a Momparnasse; sere di febbre te1111e intorno ai caldi volti immersi nel fumo della Coupole e del Dome; sere 1111icheche, più tardi., torneramto alla mente come i motivi delle vecchie cam.oni popolari udite nella ,,ostra adolescenza. lo, che me ue ritornavo nella mia terra, senti1•0 confusamente che in quel momemo tu mi comunicavi la pili stra1.ia111edelle tue certez.z.e, e cioè ch'eri imo .s mar rito. Quante volte m'avevi invidiato di al't.re una patria, agitando il 1110capo come se avessi voluto commiserare te stesso. Ora, io ti rivedo nel retlangolo in pc110111- bra di q11e/la .strada battwa eia noi quasi ogni notte; ti rivedo ed hai le 111a11i aperte nelle tasche del 1110 impermeabile e un freddo sereno intorno alle spalle. Eri fermo e deciso nei tuoi pensieri di viandante ispirato; ricordo che avevi sem– pre da farmi leggere le tue annotazioni, fugaci segni d'ttn operaio tormentato dalla fame e dal sogno: ma te ue dolevi con !;::: %/::::::f~::: i~;yaa~~~~': eeij~~'l1~~• rft!:~~= dando il wo compiuto lavoro d'ispirazione Ricordo che mi parlavi sempre dell'm•– vemre mentre le strade nouurne di Parigi si trasfonnavano per te i11 saloni favolosi, ove s'udiva l'eco soltanto dei nostri passi andare verso w1 reg110 mirllcoloso... , Una sera, te la rammenti, dal Tertre, scen– demmo verso fa piazza elle brrtciava: sce11- de1ulo, mi ricordavi trepidante i piti. bei 1.•ersi di Rimbaud, mentre l~ care porre chiuse sembravano avvicinarsi ai nostri fianchi; ma sù, i11 una lo11ta11a11w cl:e ci accorava, le stelle rade si cercavano 11else– re,io. C'era ancora la ttta i•oce ilman:.i ai passi, e qualche foglia, sosvesa nell'aria tiu– ta di bianco, sembrava l'ala dimt.nlicata di 1111 passero notturno. Poi mi parlasti della wa angoscia di nomade appannando i tuoi meravigliosi occhi di fratello d'un velo qua:.i tepido e luceme; ed io sentii- al mio fianco più leggero e piìt indispensabile, andando ,•erso la luna co11 passi di fanciulli sme– morati. Ricordi? Sembrava tma pietra bia11ca lan– ciata in alto, ma 11011 troppo lontano, dalla ttta man~ cafda di operato; ed io ti ascol– tm•o felice della tua rapida meraviglia. Era la nostra ora; Parigi si svuotava e sembrm'a più do1111a e più amara; 11w llttta a1tenta af nostro colloquio di smarriti. Suo– nò qualche passo: rivedo ti profilo d'una giova!ze bellissima e quasi malinconica ap- ;~fg~rr~:~ì v;;;o:,iiiod~etf.:~ 1 t:!~~.lt:~~~1~~~ii fuori il suo profumo di ltt.sso e di 2rovi- 11e:.:.a. Rllornammo ai '!ostri muri alberi con ili occlu q11as, 111to1·1 e ,•edemmo ancora il bianco dei 1111tri nudi. Quellq. nott e er rammo lw,go il Boult.l"ard d: t 'illters, / i.no alf'• Etoile •• come se fos– simo ~·c_ramentesoli sulla terra cl,c odora,·a ti, fel1c1ta. Quante . i·olte, avvertendo grm•are mto,... 110 a. 1101 _l'afl(IOSft.ramagica di certe ore pgr1g_me, et .spmgemn,o a confermare emu– s1a.st1camente ch'era mton10 a noi un morr– do assoluto, che si era finalmente gillnti 11f!llaterra promessa, agoenata in una con- ~;1:~~1,:;~tt/f,~~:;:~a v:, ~R!}: d:;ac~ofd :1 g:~:= c1at1 del! Armema \'erso i paradi.si artificiali dell"occidenre. Ricordo che ci ,•ede1111110 ri{lessr ,,ella lima tant'era la nostra comune e fl111daal– lucmg::.1~11e; e m _so,-ridest, appena, temendo quas, d1 esst;re mnan.:.i ad 11110 specchio. _Se11t!mmo il gelo dd sedile, ma q11el10dei ricordi venne a posarsi sulle tempie. Dopo ~:;: ~ g;~~· f,,~:;:r,. J~ffecor:~i/ e 1 :;~;;~d':,';~ta! mob1lt d1 lusso, pronte sempre ad umiliarci C:!)11 fa loro velocità 111ormorrut1co11Ja tua /:oca tn.stez.::.a: - .La solitttdi!ie scama la ,•ita! Po1 al:.ando :l tuo capo c/111tso in una remota accorte::.z.adicesli alle cose come in un illuminato delin·o: - Dio è. fa piaga clte san~uùia 11el 1 ,uoto e che g~ciola ~ufle _uostre vue, per sempre. _ lo cap11che 1 11101 occhi scoprn•ano l'im·i· s1b_1le nel_ i•asto cielo; poi, qualcuno dovette c~1amf1rt1 che, a w1 trauo, ti al:.asti e di d1ce.st1: - Aspeuami! Ti vid i avv(c inare alla balaustra del giar– dl/10, e re.sp! rare w1 profumo violento. . La 11ou~ mcantava gli alberi dai rami 111fi'!-1~1111at1;. e t!1 seg11ivi co11 i tuoi occhi raptt: la scia d1 lttce ch'era scesa dall'alto e che 1l/lmlina~a la ghiaia e le aiuole na– scoste: come m uno scenario fiabesco in c111 lit sol'? eri lo speuaiore ineffabile. Gttardav1 come m, fa11ciullo stupilo j voli de_llecorolle rosse sul verde folto del cespu- Z!':;1:eP:J:~er~/!ta/01~f",~,~41;~,~ulfi1i~~~1;~= meme lii. una ~alda e palpitante deità chiu– s~ ne.gli mtagli tielle fronde, as.sorta a rim– piangere l_e sue primavere aeree svauite die– tro _q1tell'11npro1•vrso prodigio. . Dietro_ le. me spalle scal_pitavano iutanto '. ca,al!!. b1anclti 1 _de1 la_tta1, ma 111seguivi I app~n ..~011edell mce,u/10, sepolto i11 fondo al giardmo, come lo sfavillio di 1111 siten– :.:.1oso fuoco tl'artificw. Era la li/a festa atlesa: e mi e/riamasti ~~~t~'.oce bassa, quasi temendo d'essere sco- Stemmo così fino all'alba. La luce ci sor– prese. c~l. suo odore di foglie fresc'1e e i nostn v,s, allora .sembravano nuovi innan~i al miracolo svamto. .. II _giardi~,o ritornò silem.io.so nei nostri occ/11 pre.s, da '!"a strana sta1 1clrc:.1.a. Ci .sc11111111110 lontam l'wi l'altro quando ri– prendemmo a camminare ltmao il viale.

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