La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 52 - 31 dicembre 1961

A TUTTI I NOSTRI LETTORI AUGURI DI DUO~ 1962 LAFIERA LETTERAR Anno XVI - N. 52 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 31 dicembre 1961 SI PUBBLICA LA DOMENICA * Fondato eia MBEiffO FRACCHIA * Diretlo da DIEGO FABBRI QUESTO N MERO L. 100 DIREZIUNh: E HEOAZIUNE: Roma Vlé del Corso 303 Tel. 687645\• Amm1n1strez1one Tel 673015. l'Ul:H::JLll.:ITA': AmmiaUtraz1on, cLA FIERA LETT~H.AR1Ao. Via del Corso 303 Homa lAH!t"1'A L. 150 aJ millimetro .. ABBONAM!i:NTI: Annuo lire 4.000 Seme<tr, lire 2150 Trtme~lre llre 1100 Ec:tnn· Annun lir~ 1ono Cnola arrPtr 8 t 11 lire 150 • So-rt 171nnP n ""nlo c-nr~nte onctalP (Gruopn !Il Cnntr C"nrr•nfe ooctale numPrn 1l31428 ll01'1l'AZIONE IH;I, l'R~mo CAPITOLIXO * TECCHI: La «Penna d'oro>> a Bruno Nardi L .\ CO:.\I!\etISSIONE che ho !"onore di presiedere. nei suoi lavori per il conferimento della e Penna d'oro 1960 > ad uno studioso italiano di discipline filosofiche - srcondo il turno che la legge :-t:1.bilisce -. si è orientala verso il crilerio cli premiare questa volta non un m2estro del pensiero filosofico teorelico (e in Italia non sarebbero mancati nomi illustri anche in questo campo) ma un cultore insi_e-ne della storia della filo:,nfìa. In t;i,Je settore. per unanime consenso è sembrato ;:11\,1 Commissione che la figura preminente fosse quella di Brnno Nardi. ('maestro - come è detto nelln moti– vrtzione uflkiale - di storia della filosofia medioe\·ale >. Chi tras('orra con l'occhio la lunga lista degli studi compiuti dal Nardi (che nacque alle Spianste cli Alto– pasc-io. 1n provincia di Lucca. nel 1884). nota fin dal– J"ini1i() il nome molte volte ri<'orrente. di Dante .·\li– ehi cri .-\nche la sua tesi di lanr-ea, conseguita nel 1911 a l.ov< 1nin ne! Belgio. nell'Istituto Superiore di F'ilo– snfia fondato dal Cardinale l\.'Ierci!:'r. verte su un tema dantr:-C'o: • Si21eri di Brnbante ne,!a Divina Commedia e IC' fonti dt'lla filosofia di Dante>. Gifl la fi1wra di Si~ieri di Brabante - di cui, come è ri-:;1p•1to. ~an Tommnso. che lo ~ombatte in vita, cantn le Indi 1H.•lla luce del Paradiso. riporta all'aristotelh•mo e all'a\'erruh::mo. che poi snranno i due fulcri d1~11'ope– ro:-ità ..-11 Bruno Nardi. e alla q~1e:.tione della relativa indipendenza di Dante eia! pensiero del Santo di Aqui– no. )Son dunque \'arte quanto il pensiero fllo::.ofico di Dante. anzi la sua posizione sio.rica di frontt: o.d alcune correnti del pensiero dei tempo. Dopn una parentesi di stuoi su Virgilio negli anni intorr.10 al bimillenario di questo pN?ta. ~ardi ritornò allo studio di Dante. allargan:io sempre più gli oriz– zonii delle sue ricerche e sempre più innestando il nuo– vo nelle co1~cezioni antiche. Così. dagli studi sull'aver– roismo nel Due e Trecento pas1-ò a considerare come la ~ inc:-ntta vii•fone > - secondo il Nardi - di questa cor– rente di pensiL-ro nel Medine\'o si protraesse. sollo al– cuni aspetti. anche nel Rinascim1?nto. LE lPAGJlNE JESJE.l\&\..JPLAJRJI.. * VALERI:· Scartabello * ~..Jsa111e di cosmenza I i\IPRESA non facile ne allegr;:i quella di uno scrittore. diciamo pure un poeta. diciamo meglio un vecchio poeta. che, per generoso invito dell'amico editore, si trovi a dover raccogliere in un solo volume, probabil– mente ultimo. certamente già definitivo. le poesie da lui scritte nel corso di un mezzo secolo di attività. Co– dt'ste poesie. consegnate via via. come le fo,elie di Vir· ~ilio, ai vènti passeggeri della cronaca. fanno ora u.n bel mucchio di carte. da affidare (o Dio!) ai monsoni della storia (letteraria). • R !LEGGENDO se stesso sulle bozze cli stampa (poco meno di -lOO pagine) il vecchio poeta è travaglia• to da due sentimenti distinti. se non contadittori: tristezza. perché tutto il suo mondo appartiene ormai al passatò e perchC di tanta fiamma non resta più che un focherel!o di brage: tenerezza pe.r quel suo povero passato. e per il focherello di parole che non vuole spe– gnersi. che vorrebbe anzi perpetuarsi. perpetuando in in se il tempo che (u. Un fo;.\lietto dopo l'altro. il libro evoca giorni sereni e j?iorni oscuri. dalla prima giovinezza all'altrieri: pae– sa,e:~i d,dln realtà e del sogno. creature amate ~ perdute. tulta una vita e de neurs. de femmes et de douleurs ::>aree>. (Appunto ,!?li è tornatn a mente la frase di un ::ioeta caro alla sua adolescenza). E' un patetico \'iaj?gio di mille e uno ritorni: o piuttosto un nssorto errare tra ombre. in un labirinto illuminato dal bianco sole rlclla memoria. Ma poi. ecco che l'autore lettore si fa. com'è necessario e ine\'itabile. a considerare i suoi fogli con occhio critico: cercando di vederli da straniero, come se non fossero suoi; srorzanclosi di giudicarli d,11 punto di vista estetico. E allora egli viene a trovarsi, su per ~iù. nello stato d'animo ... delrlnnominato alla vigilin della c.:,nversione. · e Le sue scelleratezze>, racconta il Manzoni, gli si presentavano all'animo e ).:,rutte e troppe>: e era come il crescere e crescere d'un peso già incomodo ... •. Su per giù. beflinteso. Poiché lo scrivere poesie non è mai stato una scelleratezza. neppure a!?'li occhi del moralista oiù bi,e:otto, neppure fil cospetto della più '(lm– brosa e ri..e.orosa autoc'oscienza. E, tl'altra parte. non ci sarà m~ti un poeta che si senta cli condannare irr~missi– bilment(', valp:a o non valga. l'oper;, sua. ~ioventù. ho peccato anch'io d'incontinenza verbale. di facilità canora. (Era il tempo del D'Annunzio. del Pa· scoli ...). Più tardi ho tentato di tirarmi fuori dal pec– cato. e credo di esserci. fino a un ~erto punto. riuscito ... Basta: quod factum tnfectuni fieri 110n potest. li libro è quel .:he è: nC io voglio o posso rinnegarlo. Non voglio sopratutto per questo: che. qualunque esso sia, è pur sempre un libro di buona fede. L'esame di coscienza. a cui la composizione di esso mi ha obbligat::>. mi lascia tranquillo a questo riguardo. 'el mio libro non c'è posa. non c'è astuzia. non c'è conformismo. non c'è anticon· formìsm::i. non c'è entusiasmo ideologko per partito pre– so. non c'è sperimentalismo modaiolo. non c'è nessuna menzogna. ne morale né artistica. Di ciò sono abba– stanza s!curo. E spero perciò che il candido letto1·e vorrà perdonarmi i difetti. siano artistici siano mo:-ali. che porto stampati in fronte e elle non avrei potuto dissimulare se non col mentire prima a me stesso e poi a lui. Un'altra cosa spero e mi auguro: che attraverso tutto il volume egli -possa scoprire il corso di un'unica vena di sentimento e di pensiero: e una specie di coe· renza o costanza tonale: e una ostinata aspirazione a una forma di semplici linee e di si~nificali trasparenti: insomma l'impronta di 1i110. Di unQ che non ha il (u– rore del nuovo. che anzi gode di .sentirsi dentro la tra– dizione poet.ica del proprio paese. ùella propria terra: di uno che crede. anche in questi caotici tempi. alla saéertà della bellezza. come. ci credette il Petrarca padre (in tempi. del resto, non meno caot'ìcì dei nostri). Cosi sia, cos ì sia. Sola mente, vorrei pregarlo. il candido lettore, cli comincio.re In lettura del mio libro dalla terza o dalla seconda par te. Cosi troverebbe. poi. meno ingiustifica– bili i miei antichi peccati: peccata iuventutis meae. Con tali o altrettali parole. silcnziosamt>nte dette a se stesso. il vecchio poeta. seduto davanti alla monta– gnola delle sue bozze di stampa. si cot1forta quanto può e quanto basta per portare a termine la sua lettllra. la sua fatica. Ecco: le bozze son tutte corrette. Domattina le spe– dirà all'editore. Tra quindici giorni. tra un mese. potrà aver tra le m;mi il suo libro, accarezzarlo. sentirne il peso. Sulla copertina ci sara stampato. oltre al titolo (che non è nemmeno un titolo: Poesie). un nome e due clat':!. (Come su una pit:"lra tombale. gli vien fatto di pens~i-e). Le due date: 1910 - 1960 - Il n,m1e: DIEGO VALER.I A PAG. 3 • Lettera di fine d'anno dalla Germania - Est A PAG. 5 Omaggio ad ADRIANO TILGHER con scrilli di Giovanni Artie,·i Livia Tilg·her Nicola Vernieri Giuseppe Villarnel • I due rltralllnl sono del plllore DRAGUTESCU Co·ntributo alla storia deUa * Luigi Bartol * Festa 11e1•alt1•i Venivo, con il cuore alla mano, verso voi tutti! Il mio passo era franco; i miei occhi erano [ardenti. lo credevo che anche voi foste dei poeti: oh fatui. villani erti, oh torte natalizie!. Galli sgozzati, galline che fanno il brodo grasso; nauseante è l'odore della carne di bue che fuma in questo giorno di festa. per ogni [cappa di camino'. Maledizione a voi che fate festa!; ferito io sono! Ferito, insanguinato, ferito io sono: da voi [battuto!. Maledizione ai ninnoli, ai fiocchi di neve di [bambagia, al sole d'orpello, alla luna di carta inargentata [ed intagliata; alle campane di cioccolato, alla casupole di [cartapesta, alla boragine del presepio, alla finta stella [cometa. ai finti pastori, alle pecore, al cigno' di cera sopra lo specchio [delle acque: è tutto falso! (mentre io venivo con i1 cuore [alla mano verso di voi!). Tutto è per voi. borghesi: anche il sole una [volta mio padre e mio fratello~ Per me, oggi, non una lettera. non un colpo, [ogg,. d1 telefono; non un • allò! > , allò! ,.; ormai io come carne [d1 cane sono (NascÒnditi, ché non più odano i vili sensali la [tua ·voce!). Sì, cosi è; lo so, ma cosa io ,·i feci di male, o [figli d'ldd10, o miei fratelli? "T erza pagina,, Come già per il Medioevo. cosi anche per nuesto periodo. Bruno Nardi scandagliò o~mi fonte che potesse dujtli fro::!s~hezzadi notizie nuove. si fermò a precisare. con esattezza filologica. il vnlore delle parole secondo i secoli in cui furono usMe. indt•~fando nei particolari. rinunziando apparentemente a un'opera • sistematica >. c-nme el!li stc~so hn affermato. ma -ii fatto riuscendo ad una unitil. t:mtu più sue:1?estiva quanto più segreta. che rce:er i fili di tulti c:li -studi aristotelici ed averroic:.tici del )fardi. Ciò che. per il fi.Tedioc,<'. dimostrano. oltre il primo la,·oro di cui si è pttrlatn. i • Sa~e.i di filosofia d;rntes•::i > ri<-1 1930: l'opera. forse la sua più importante. intitolata , Dante e la cultura medioevale> del Hl42. il v<'lttme .e Nel mondo di Dante• del 1944: e per il Rinn– sciment<' c1 oi:irtc un nuovo st11dio su • Si,aieri di Bra– hirnte > in quel periodo. i q~1attordici .e Saggi sull':u·i· !-l1•1t•li-.n,n p;irlrvnno dal secolo Xl\' al XVI>. Non è inf;itti dn dimcn\icflrr rh~ muorend.,;i da Dante, dal mnd 0 come D::1ntc fu interp:·etaio :-ispetto all'averroismo e al\'1rL,t!'t!'lbm10 nnche nel Rinnscimento. Bruno ~ar– di !-i (' in<·ontralo. e doveva Incontrarsi. con fi'!ure <."l'.lrne Qt1elle rii Pico dell;t \1irandoln e Pietro Pomponazzi. Ciò nondimeno. è pur vero che il \•ecchio poeta. ,e:iunto al difficile passo della ricapitolazione. se non del pentimento e della conversione. non può non chie– dersi: - Che co1-a ho mai fatto? Questo sarebbe il frut– to di una vita'! Questo. insomma. sarE'i io. da\'anti alla Poesia? i:::· incredibile come a una let tura cosi condizionata tutto appaia diverso e disforr.ie rispello alla realt3 vissuta. non solo. ma anche ris petto al giudizio che il poeta avrà pur pronunciato dentro di se nel momento della scrittnra e della prima pubblica1icme. Egli. ora. davanti al gran cumulo di carte (da ri– mandare e con cortese snllecitudine > all'ecli1orc) si sc-n– te talmente confuso e scoraggiato, che avrebbe voglia di non fornc più nulla. Senonche. a buon punto. lo i.r,c– corre il ricordp dei critici amici e dei poeti confratelli che, attraverso tanti anni. ~li h<mnotestimoniato la loro stima e simpatia: ed erano. e sono. fior di galantuomini: amici e confratelli bensì. ma incapaci di dire la bugia. foss·anche la • pietosa bugia•. Quando l'"inviato" è speciale per davvero bàglierèniò: e asJ)ettia- ~ mo che a dimostrar- celo si; i.no i fatti: ma una rassegna dedicata ai libri italiani dì viag.e:io sa– rebbe necessariamente de– stin::n;i quasi per intero alle raccolte i1) volume delle migliori tra le cor– rispondenze e le relazioni dall'estero. che. a firma dell'uno e dell'altro invia– to spec!ale o sia pure elci– l'uno e dell'altro redatto– re e collaboratore. trovia– mo cli regola stampate nella terza pagina di que– sto e rii quel ç-iornale. Or– mai quasi tutti i via.[!_gi dei quali viene presenta– ta i,ubblic-a testio,onianza scritta. sono compiuti per conto o ad uso di un gior- ,li liJ\,fllCO F1ll.,Qlll Se- do·. rssi dare una carntt~ri-:ticél delh pet:_sonalitfl di Brunn ~ardi in~i!-terei sulla sun ~traordinaria modc– ~ti:i. n,.m~l,-. il n('lmC' cH e umilt3 cri;:;tian:i •. e in~ieme sul , c-nrace:io c-hr lo ha portato ad affcrniazionì n~1<?ve.per– fi'1n a ·11nj onlemiC'i in confronto a 1:n::1 e cnt1ca este– tic-:i> che- non tl'nj?a conto di problemi culturali e di nn-d,inni <:toriC'he: ~ulla s:rn bonarieta e in:-ieme ar,e11- 1ia 111.,i una :-pecie d'estro improv\'i~o che d3 luce alla ern<ii,i,,ne e nriqinalita allo scritto1c. •-a•1pi,ce infine che un uomo rosi modesto. che QlW5i h:i f::111ri di tult('I n,..r ,rnsc('ln(lersi. con una lunga fatirata carri,;.•rn. sia tanto conosciuto e dcono:-ciuto all'estero. nr-1 oa<'~I di cultura ocddentale e in quelli del\'Orienle (' d'nltre Occ-ano. col consensn dei mae:giori studiosi di ocni linl!llB <:;irch(>questo premio della • Prnna d'oro>. c-nnforito a Bn111n Nardi. non è soltanto un atto di cul– t11··a. alto e ..;nlcnne per la sede in cui gli è consegnato, n1::1 ;. ancht> un atto di s:.iustizia. BONAVENTURA TECCHI - Possibile che si siano sbagliati tutti? Se essi han trovato del buono nelle mie cose. fl("lndovrei tro\'ercclo io? Non dnnei star quieto al loro !:dudizio? Va a vcrfere che. sotto la tonaca dell'umiliaro. 50n pieno a scoppiare di orgoglio luciferino ... • I \e/;~r~:r1,t~:t~1troco~~n~:~arot 3 s 1 t~~i~~el~d~s~::lt:~« ~f:~~ spini,?endolo al dubbio, alla p.rnra. All'lnn1 minMo tutti quei .:lelitti e brutti e troppi> ricompori\'c1no. nel· l'ora cnti<:a . .e separati dai sentimenti che li a,·e\·an fatti volere e C'Ommctlere >: cosi al poeta. ora. le sue v~cchie poesie: d1samb1entatc. immotivate. nude e cruòc. ~on brutte. :1 clirc vero: ma troppe, i.:ertnmentt?. sì. - Eopurc ne ho sacrific:lte quasi altrettante di quelle ~a!,·at~. Forse che non ba!-ta? Avrei donllo es· sere anche più duro. anche J)iù sp1~tato? Comunq~c sia. devo ammettere. e francamente ammetto. eh~. ;;pecie in nale. E unicamente dalla specie. cioe dalla consisten– za, degli articoli dipende la possibilità e la utilità di raccogliere e ordinare e rist:1mpare m volume corrispondenze e relazio– ni inizialmente commissio– nate da un giornale o a un J!iornale destinate. con tut– to quanto di più stringen– te ciò "omporta ed esige: nella misura. che non può superare una certa lun– ghezza. e nello svolgimen– to. che non può prescin– dere cb una certa sciol– tezza. Due condizioni che. lun– gi dal nuocere. giovano J[J) l-l L '' J[J) Jl A\ H Jl O., JO> Il 1UN <C::iì Il O V .:-i ~ Jl::i: § U Jb\'. JLT T O H J[:{; * Le iilti1ne ore dell'anno O Ri\IAI. il Nattile è la trecl11•r:-ima men-'tli'à. le C'CJmpere. 1 regali. l'eedtazione. ec1 infine la sa .. ·rosantn p;intagruelica universale mangiata. Si en· tra in que~t·atmosfera di· versi giorni prima. coi pro– getti della imnrngin;izlone. Poi si va a girare per il Corso. già b<'n vei-till. con sodrl1:-.f11z1m1t':~i fanno le prime compere per le sor– prPse. i primi auguri nlle signore eleganti che !-"in– contrano: e tutto si mop– daniz,.a. si malcrializza: la gioia d1\'enta tosa. l_a _re• licità ben('~~e1c>. ecl mfme la fe:-.la si farà p.i~lo. E 1utta\'i11. pc11ché è ve– ro. lo ammetterò: la gran· de ode alla vita che è il Natale. la sua dokezza sul– le soglie della rigidità in– vernale. ,.;,up<'rano anche QUE'.•lo. r .. ::t·;lltcmo anchP la vo:gl•rità :\fa la -en1 dell;~ vigilia rmrnne una coi-a d1 cui per tutt'altro motivo non ,t può parlare senza angoscia. A notte. le mu– siche natalizie. dolcissime e terribilmente nostalgiche. e J'aspeuazionc dovunque incombente della feliciti1. rendono assolutamente ina– deguato ciò che ata intor– no. fanno apparire misera la nostra vi1a. qualunque cosa si stia facendo. con chiunque si sin. anche con la persona più cara. nella no:-tra tiepida casa. Ora di– laga più che mal la sem– pre insoddisfatta ed insod– disfacibile aspirazione ver– so una dolce1.1.a. \·erso una purE'Zzri. perfette. totali. in– finite. Suohano le corna· mu,-e... Via. andarsene .ac!?iù!... E' questa la sera più ter– ribile dell'anno: l'esistenza che si fa esilio. sqtlallida e chiuc:.a. Orrenda malinco– nia. In que:;;to mome~té so· lo c-hi è ,;piri1ualmrnlc g10:-•nl;ino può rs<:~rP feli– ce. Beati gli 1mbeC'illi. E se qualcuno non capisce. ebbene, non sa nulla di re- di ADICl.\ì\'O GUBRBl~I ligione. E se anche tutto ciò fosse solo in11m1g111a· zione e bovarismo. non già religiosa aspirazione Ali'as· soluto. ebbene. sarebbe lo stesso un sudore· di san– gue. un calice da allonta– nare. Poi l'anno precipita. ogni cosa precipita. con rapidi– tà innaturale. Ancora un po' di lavoro. ma come per finzione; in realtà è atesa. attesa dell'altra festa. del cenone e della veglia di San Silvestro. Reliquia di un anno. fine d'un tempo della vita. Fine assoluta– mente incredibile. Se Il Na– tale mi urta prima col suo naturalismo e mi distrugge poi con Ja sua crudele ma– llhconià. l'ultimo· giorno déll'anqo. in ~é mi fa me– sto. nel èomportamento. de– gli UOl'!'jin_imi sbalordis{'e. •San Silvestro sembra. !i– no al pomeriggio, un gior- no quasi come gll altri, tutt'al più una mezza festa. Poi a mano a mano sale l'eccitazione. La sera già nessuno più si contiene. è un solo pre'parativo. una sola aspetta'zione: mezza– notte! Sùb110. all'inizio del– la sera. 1utti fuggono. Do· ve. perché? C'è addirittura chi è fuggito qualche gior– no prima. in montagna. ne– gli al?erghi ~\e)le stazioni celebri. Intanto. lo scoppio cru– dele dei mortarelli va cre– scendo. Ee ne E'ra udito qualcuno. quasi per caso. stranito ed ammonitore. an– che la sera prima. Ora è tutta una sarabanda. Vo– gliono uccidere. i disgra– ziati' séoppi: uccidere l'an– no. -il \~ecchio canuto che se ne. va. Che ironia. per noi. foglie mietute ;id ogni autun'no: noi. uccidere il tempo! La febbre. l'ubriacatura. costretto dalla pietà e dallo .più s'avvicina mezzanotte. stupore. So bene che il pas- più s;ile. Tutti bevono. tutti sato non ha nulla più del sono euforici. tutti sono in presente. « Sol nel passato rumorosa compagnia. Que· è il bello>): questa fiaba sto appunto mi colpisce. romantica non m'incanta. Forse essi fuggono da sé? Tuttavia. il futuro viene Forse cercano di essere in innanzi da solo; mentre il molti per meglio nascon- passato è qualcosa che non c1ers'i.per non vedere? For- avremo più. è perduto per ~ fanno rumore per non ~empre. Per sempre: questa sentire la clessidrd Cil!rare. le~~~~l.e fa~~!~~notte. gli ~\ltne~\or:~rag~:~~f:~nante. ;.coppi impazziscono. diven– tano trenetici; si aggiun- Eppure no. sono sinceri. gono sirene. rischi. rumori quasi tufti. Essi vedono del di cose gettate dalle fine- tempo una faccia sola. stre: una baraonda. Sono quella del ruturo. dell'au- sbalordito: mi s.embra che gurio e dell'ottimismo. La qualcosa di troppo severo altra, quella del passato. si stia profanando. Fuori. del mai più, di ciò che pre• nel buio della notte. la cipita nell'abisso, dell'irre- grande ombra del tempo mediabile, essi non la ve- passa su di noi ... dono. o la dimenticano sù- E' passala. Si. uomini. bito. la cancellano. Otti- 9ra mi a53ocio anch'io: lo mismo: bestemmia impie- anno che verrà sarà mi- Iosa e (alsiiicatrice. almeno gliore di quello trascorso. quanto il suo optyosto. \ dovrà etsere migliore. Le Ma non contate su di me. opere e i-giorni ci-atten-, Io -sono :voltato 1ndielro •.• dono. alla buona riuscita di quegli scritti. 1-ia quando compaiono nel giornale !f~to ql~~~~ ?.iico:1~!~~!~~ nel volume in aspetto di capitolo. senza nulla per– dere della loro acutezza. e anzi rarrorzandola e as– sestandola meglio. nel passaggio dal giornale al volume: com'è ormai pro– vato da tanti e tanLi buo– ni esempi. I quali esempi. con la varietà dei loro autori e con l'atLratt1va della loro attualìfil. stnnno anche ad escludere che. per quanto li riguard:i. possa sul se– rio considerarsi esaurita la fu1rzione della .cterzA pagina,. Basterebbe la lo– ro presenz:1. in mancanza d'altro, a renderne valida la continuazione. Ai viaggiatori di occa– sione si contrappongono oggi i viaggiatori di pro– fessione: agli eccezionali (e sono gli ,scrittori>), i normali (e sono i .r:J?iOr– nalisti> ), anche se poi a questi ultimi. q1rnnrin non risiedono stabilmente al– l'estero come ,corri:-pon– denti>, spelta la qualifica cli .cinviali spec:iali• Diremmo che gli· uni e gli altri si aiutano n vi– cenda. per quel tanto d1 concomitanza e di c·oncor,– renza cui non riescono a sottrarsi. lavorando nelln sfossa pagina e. più o me– no. per lo stesso pubblico. Sempre agli uni scarseggia qualcosa che a!!li altri so– vrabbonda. Sìcch~ dall'in– contro e dallo :-i.:nmhio nascono, integrativamente. emulnzione e d1stinzio11e. Allo scrittore lorna utile mettersi in grado cli su– perare il rischio di un rap– porto più immediato con un pubblico pili vasto. sen– za scadere rlal ,Ernrlo di scrittoro. Dal suo •Canto. il giornalista. sentendosi tenuto a far di tutto per non scapitare nel\confron-- to. quanto più vi riesce tanto più s'identifica con lo scrittore. Ond'è che. raggi•mto un certo ltvello di elaborazione e di espres– sione. la sola differenza che permane è quella da scrittor~ a scritiorc Solo in apparellza le carriere dei ~iornc11isti hanno qualcosa di improv– v1sat.J: e del tutto falla– cemente. ogni volta che ci viene sotto gli occhi qual– che raccoltA dei loro ar– ticoli. si rinnova la sor– presa. Per i migliori - e :-ono ,1uelli di cui mette conto occuparsi - la fac– cenda sta in ben più labo– riosi 1ermini e noi ci tro– viamo di fronte alla ri– prova di una vera e pro– pria \·ocazione. non me– no filtrata di quella di al– tri scriaori. Perché di scrittori si tratta. nei ca• si mentori Non è difatti dovuto a caso fortuito che. giu:;t 0 a proposito di Luigi Barzi– ni junior e cli un suo lo– dato e premiato libro sul– la Ru:-s1a (Mosca Mosca: ì\lond:iclori. Milano. 1961). sia stato rimes:-o m t,wola (cfr. Bo: Europeo, 19 mar· zo 1961: Barzini: Corriere della sera, 25 marzo 1961) un problema intorno al quale si viene. disputando da anni. serr.pre che tor· na a presentarsene l'occa– sione_ E l'occasione si n– present:i di frequemc: quasi contemporaneamen– te la ripropongono adesso. per esempio: Vir,tili 0 Lilli con Dentro la Cina rossa C\lonJadori. :\Iilanoc 196i). Carlo ~Iaria Franzero con R1trt1tti e paesClogi inr,le– çi ( L'élite de la presse, Torinn. 1961). Domenico Bartoli con Inghilterra senza impero (Garzanti \filano. 1961). Ma a sol– lecitarne la discu~sione "t1no anche autori ntu.l\·1. quali Corrado Pizzinelli con IL pianeta Terra ( Cap– pelli, '-Bologna, 1961), e Angelo Del Boca con L'al– tra Spagna ( Bompiani, :\lilan,l, 1961). li problema - come lo _ha i:ia~sunto lo stesso Bar– Zini. · accingendosi a di– battcrl, - è quello di stabilir:;?: se il giornalista poss3 essere anche scrit– tore: se lo scrittore giovi (' non t!'ia nuoccia al gior– n;ilista: se le necessità del nù~'tiere e le esigenze dell'ar 1 e riescano a con– ciliarsi. E come no ? E' nel pas– snre dalla formulazione teorica alla valutazione criticn. nel distinguere il buono clal catth·o giorna– lista. il giOl"lalista buon– ,critt-.>:·c -d:il piornalista– cnttivo scrittore: è li che :-organo IC' cti(f1colt3. :\la nei casi stimabili non c'è dubbio che -.i tratta di ~cr_ittorì dediti al giorna– n1hsmo. affidatisi a quella particolare produzione let– teraria che. :-otto forma di articolo. tro\'a appropria– to asilo e rilievo. compenso e consenso. nella cterza paein.1• del giornale. In Quanto alla distii,– zione delJ"n:ito1 e. essa è dovuta più al suo effetti– \'O vnlorc dte ?Ila sua dif– fere.ntc provenicn7a La cl1st1111.1onetra giorn'alista e scrittore è basata sulla qunlita. e la qualità del buon giornalista è sempre meno in contrasto con quella -Jello scrittore. sen- 1.n eh<• lo sn11tore abbia n11111~zintoal pregio e al prest1g10 _della propria, che a11z1 e venuto ragio– nevolmente sempre più adeguandola alla destina– ~on~ giorna~!stica di quel part1col.1re tipo di compo– n~mento. che prende nome dt • ar:1colo > e che con– :-erva le particolari carat– teristi:he dell'autore. no– nostame la comune desti– nazione, · Anche gli articoli dei via~qi}l!nri_ variano quan– to I viaggiatori stessi e il loro r.usto e il loro inten– t<? e il loro modo. Akuhi viaggiatori lavorano iWJ.

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