La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 51 - 24 dicembre 1961

Le nch1est~ di giudizio che giornalmente d pervengono troveranno risposta oeUe apposite rubriche • Verba Vo– lani •, e Scripta maneot • e e La Fiera risponde• secondo l'ordine di anivo. Si prega pertanto di astenersi dal solleciti I tA FIERA LETTERARIA ORARIO IJELLA REIJALIONe 11-13 dal mercoledl al sabato Manoscritti, foto e disegni non richiesti non si restituiscono LE. 11O S T R 18: D '.A\J~T 18: Jl N JIT .A JL Jt A\ * Acqueforti e disegni di G.B. Piranesi * <li ti,IIJSEPPE SCIOiti l11'0 Com e manifestazione conclusiva del 1961 la Galleria Civica d'Arte i\'lo· derna di Torino ha ordi· nato una mostra cli ac· queforti e cliségni di G.B. Piranesi; centosessanta in• cisioni e cinquantasette di· segni. Forse la più impia e la più ben ordinata mostra piranesiana, che ha richie• sto la collaborazione di mu· sei di Amburgo, Amstcr• dam, Berlino, Bologna. Bo· ston e Cambridge (Mass.). Firenze, Milano. Oxford. Parigi, R&ma e Torino; ol• tre al generoso prestito di, alcuni collezionisti privali. Il veneto G.B. Piranesi (1720-78). formatosi nella Venezia artistica del Set· tecento - cioè a contatto più o meno diretto di ar· tisli quali C.lnaletto. Guar· di, Tiepolo e di SCl'ittori quali Goldoni e i due Goz– zi - ebbe come sua prima aspirazione quella di !are l'architetto; pèrciò l'occa– sione di trasferirsi a Roma fu da lui accolla con gioia, persuaso (o illuso) di tro– va-re ne-lla çapilale del Cal· tolicesimo una volontà co– struttiva che, in quell'epo– ca di notevole miseria, pur– troppo non esisteva. Come aveva fallo il Pal– ladio e come faceva a Ro· ma il Vasi - col quale il giovane artista veneto en• trò presto in i:apporli - anche Piranesi si sbizzarrì a fare progetti e a pubbli· carli come acqueforti. Lo stesso Vasi lo istridò nel– l'incisione, consbntendogli la conosccn1.a e l'uso di mez1.i espressivi ,più ricchi in confronto di quelli dal giovane aTtista usati n Ve· nezia. Pertanto. dopo un breve ritorno a Venez!e. Piranesi si stabilisce definitivamen• te a Roma (1743). aprendo studio al Corso. di fronte a quella che allora era la sede dell'Accademia di Francia. Visitò in séguito. dopo aver approfondito lo studio sugli aspetti più an· lic-hi di Roma, alcuÌli luo– ghi faziali, Paestum, Pom– pei, Ercolano. ecc., ripor· tando in alcune sue opere quel che dei luoghi cono· sciuti lo aveva maggior· mente colpilo. I disegni veri e propri di Piranes i, più che un signi· fice.to artistico, hanno un val ore documentario: essi servivano come appunti di studio per la preparazione delle acqueforti: anche se =~~~n~ di ':i~·ram~, 1 ~~~r:r~ non furono i(! ségulto lrt– dotti nell'incisione. E' opi– nione degli studiosi che es· si dovevano essere in ori– gine circa duemila, men• tre oggi quelli riconosciuti come autentici •non supe– rano il numero di seicento. Codesti disegni hanno spesso il carattere di ap· punti, sono schizzati con sorprendente scioltezza; di • tecnica piuttosto varia, in alcun1 si rileva una voca– zione impressionista avan.ti lettera, in altri è ev i dente il carattere dell'appunto frettoloso (da 1·icordarc che i disegni della larda età - per es. di Ercolano e di Pompei - furono incisi dal flgJ.io Francesco e pubbli· cali a Parigi molti anni do· po la morte del grande in• cisore). La produzione acquafor– lislica di Piranesi e assai grande. Nei «grotteschi 11 del 1745 e nella prima ver· sione dei «Capricci di Car– ceri» incisct sempre a Ve– nezia nello stesso anno 1745, la tecnica è semplice e si giova di una sola morsura. Tali incisioni. insieme alle seconda versione de 11 e «Carceri d'invenzione•, mol– to diversa dalla prima, so– no per la prima volta espo· sle al completo nella mo· stra di Torino. Le «Carceri• sono una opera d'iuven.zione e i pre– cedenti storici (si citano Mostre Romane Mafai /11 1111agalleria di Traste– vere, • la Bottega ", è stata in q11esti giorni alfe.stila 1111a mos1ra di Mario Ma/ai: il ,\fa. · fai delle rose, dei fiori ar,pa.~· siti e dei solari paesaggi ro• waui (da notare fa prescn:.a di 1111 gruppo di diseg11i scat· tanti, leggermente colorati, di una estrosità spesso affascr• 11a11te). I qlladri esposti - di medio e piccolo formato - ci ripor– tano al 1\ifa{ai migliore, nei loro esiti più o meno 1JO$iti1•i (si sa che uoit tulle le ciam· belle rièsco110 col buco): a volte l'accordo to11ale è felice, il colore vibrante. o gentil– mente variato, a ,,olle af{io– ra110segni di sta11cl1e:.za, im• provvise atonie, Nell'insieme ci sono quattro o cinque ove· ,e (si tratta di una mostra di pochi quadri) che noi vorrem· 1110senz'altro vortare a ca.)'a. E qu11lcw10ce lo porteremmo volentieri, se non fosse pe,· gli alti 1,rezzi, che esercitmio 111,a azio11e inibitoria s11i 11ostri entusiasmi. ,\la questa mostra, a pre• scindere dalle date, vone al– cuni mrerrogativi: I) Ma/ai pe11sa a 1m esaurimento della .)'Ila diversione astrattista e aspira a roniare alle meditare e fascinose forme espressive che lo ha11110 fatto ,m capo– scuola?; 2) o crede, Ma/ai, di potersi i11dif(ere11te111e11te esprimere nei due modi ov– viamente. antitetici? Domandiamo, in altri- ter· mini, all'artista 11elquale ab– biamo creduto se e.gli oggi crede nella validità della sua pirwra o della pittura in ge• nere di tutti i tempi alla qua· le sono connessi problemi che alcun~ settari artisti di oggi condannano negando la P(!S· sibilità di ogni eve11t11ale gw· dizio di appello. Sappiamo che, ver Ma/ai, .e non soltanto per fui. le nostre domande sono senza <lubbio imbarazzanti; ma dalla sua chiarezza vorremmo anche noi ricevere certez.z.a e co11/orro. Ci rivolgiamo, ovviamente, a un Maestro. Gli speculatori degli odierni fatti modali non avrebbero ,mila d'interessan· te da dirci. Veapignani Alla galleria « Il Torcolie· ~'~ •;"~e~,~~v~~:,~:'~f':u~J;~= fie.. Avve,zime11to i11.1~rta11te se si- pensa alla valtd1tà del· l'opera grafica passata di questo artista; ,,a/idità che viene oggi senz'altro confer- mlJt:. sottolirzeare., uel bianco e nero di Vespig11ani, una duttilità del segno che si fa sempre sfumato e che alla opera grafica riesce a in/on- dere le suggestio11i della pit– tura, se11za per altro perdere delta sua m,rez;;.a espressiva. Artista, ftespig11a11i,che ha saputo - col tlise,:no e co11 i colori - sublimare l'atmo– sfera propria lii ,m certo trn1- bie.11teromano. ,tenza mai ca· dere nel dialettale ma gjQ1•a11· dosi di WI linguagf!iO itulub· biamente universale, q11i11di valido dal punto di 1•ista este• tico. A Vesnigr1a11isi rimprovera u11a certa i11siste11:.anel fat– to di cronaca. E ciò può an· che essere, sotto certi aspetti, ,·ero. iHa quel che va i1111an· ::.itutto sottolineato è il biso· g110, da parte de/l'arti.çta. di raccontare, di demw:.iare cer– te condizioni, di essere nel– l'ambito di una problematica sociale. Tutto ciò con e.siti, nei peggiorf casi, p>'"opagandi· stici e, nei migliori casi, ar– tistici. \le.spig11m1i-uo1110e \/espi· 1man·i·artistn n 110/teconcido- 110 e a volte divergono: nel primo caso abbiamo so/uzio· 11i esteticamente valide; nel secondo abbiamo 1111a Cal'enza artistica. Bisogna, q11i11di,sa· 1:,erdistinguere; e nel primo caso acce.Itare., nel secondo respingere. Poichi t1oi credia• mo nei 1•alori dell'arte. in quauto pura espressione dello spirito pote11:.iato come. fan– tasia. Siro Curioso il caso di Siro, cioè di un ben noto maestro di musica, che è anche. colle.:.io--– nista e che, da 1111 certo tem– po a questa parte, si è messo a dipingere.. · Dopo una prima personale a Firenze, Siro ne ha orga~ niz.z.ata una seconda alla Gal– leria Stagni. Una sa/ella cou• tiene opere figurative (profili di donne, elega11te111e11te de– formati, accentuando i-valo– ri decorativi), l'altro con w1 gruppetco di, quadri piiì. o meno i11fon11ali. ' Siro, dunque, ha 11011110 me.11ersi comro... Siro. Si tratta, dopo rmto, di uno scherzo, re.aliz.zato con signo– rilitàJ O non giuttosto di una timida e contraddittoria presa d; posizione? Noi non sappiamo se Siro insisterà o meno ,tel s110 at– tllale atteggiamento; ma pe.n• siamo che 11110scherzo o un capriccio, non può C!Se.re lo scopo di tutta una v,ra. Per· ciò auguriamo a Siro di farsi una persuasione. e di_ appro.· fondi.ria. p, altnme.111.1,cons1• deri la pittura una d1ve.rte11te parentesi; e torni alla sua musica, arte in cui - come interprete - Ila saputo con· seguire degli autentici suc– cessi. VICE Ferdinando e Francesco Bi– biena. Salvalor Rosa e qual– che altro) non attenuano la potenza inventiva e la capacità astratt.istica di Pi· ranesi. Da sottolinea're che nelle costruzioni rappresen· tate dal Piranesi, la pro– spettiva classica non viene rispettata, la geometria eu· clidea viene negata o mo· dificata come soluzione ar· chitettonica: in ogni inci· sione non c'E?soltanto spo· stato il « punto di osserva· 1.ione •, ma un po' tutti i punti di osservazione; sic– ché crolla il classico spa· zio euclideo. Al dramma spaziale, com'è stato dello, ;~f 5 !0~\~e\~~~t 0 :!~cig;o~u;: pere della fantasia pirane- siana. Un confronto tra Pira· nesi e Rembrandt. fatto dal Giesecke, mette in eviden– U.\ i valori chiaroscurali dei due artisti, per conclu· dere che • i due maestri tN1.ttano la luce in modo complet.amenle diverso. In Rembrandt la figura esce quasi sempre luminosa dal– l'oscurità, mentre in Pirn– nesi sorge 6scura da un fondo luminoso. E ciò che Piranesi raggiunge con ef· fetti di ombre, Rembrandt ottiene con effetti di 1uce11. Sempre sugli effetti di · luce (riferendosi alle • Car– ceri•) la Vogt-Kokuil scri– ve: e Un elemen o che au– menta l'angoscia de!Je vi– sioni del Piranesi è quello strano apparire delJa lu· cc... I pesanti blocchi di pietra irriprigionano i •raggi della luce provenienti da · diverse par~•!, 1l privano di forza e ne impediscono il diffondersi nello Spazio». Siamo qui, come nel Gie– secke. alla ricerca di ele• menti che possano aiutare a capire il senso magico che si sprigiona dalle più belle e ispirate incisioni pi– ranesiane. Celebre. in pro– posito, è una pagina del De Quincey. il quale parla di staio febrilc. di atmo– sfera di sconforto; ed è da ricordare che Huxley parie del migliore P,iranesi come di un maestro che preludia ai cubisti ed ha soluzione che un'inlelligen– le astrattista dovrebbe in· vidia:-~li. Ferdinando Salamon - in&(gne studioso del nostro artista - nella prefazione al cntalogo della mostra lodnese. ha acutamente scritto: e In tutte le Carceri non vi è un albero. non un .ciuffo d'erba. Vi è solo la esaltazione della materia, della pietra. Vi è si l'uomo, dal volto privo di espres– sione. anonimo. indifferen· te, quasi un ultimo simbolo di vite. Pare a volte esso salga interminabili scale, verso un'ipotetica libertà ... Vi è un soffio di tragedia. E' evidente che all'irrazio~ nale architettonico corri• sponde un h,razionafo fllo· sof\co, che il senso dello spaz,lo illimitato, ma pur chiuso, confina con il senso 1 dell'infinito: e non vi è pas· salo, né avvenire:.. Eletto Pepa il veneziano cardinale Rezzonico. Pira• nesi fu nominato e cavalie– re • e poté - aiutandosi anche col commercio delle antichità - vivere una vita di benessere nel lavo· ro e compiere opere di no– \evole rilievo fra cui le « Vedute di Roma 11che de– , nunciano la passione del gi,ande artiste per tutto ciò che è romano (ricordiamo la sua erronea tesi sulla supremazia e fadipendenza •di Roma in confrtjnto alla Grecia) e a far vibrare la luce e l'ombra, i cieli e i colori delle antiche mura, approfondendo . il • valoTe plastico della pietra•· La mostr.i di Torino, dunque, è la documentaz.io• ne degli interessi che spin· sero Piranesi a lavorare in– tensamente e delle alte qualità estetiche che ca– ratte1;zzano il suo lavoro, nobilitato da una fantasia che non solo porta ai più alti fastigi poetici !~incisio– ne ma apre nuove vie al– l'espressione e precorre s~-1 lui.ioni che sono sempre VI· ve ·nella coscienza di molti tra i! -migliori artisti di oggi. LE PRIME RAPPRESE TAZIO I A ROMA * "Quaderno proibito,, * di GIOVAì\'~1 C,U.,R~DOl,I A LBA Dc Qspcdes ha por· lato sulle scene un suo fortunato romanzo, Qua• demo proibto cbe una decina d'imni addietro ottenne un notevole successo. Un succcs· so - aggiungiamo - mcrita- 10, perché questo romanzo scrillo in forma di diario, anzi di diario segreto, è una confessione autentica, altra· \'Cl"SO la quale è possibile CO· nascere come una donna di un dc1crminato tipo e di una determinata condizione rea– giva allOr.l alle svariate prcs· sioni della sua piccola socie· tà familiare e del mondo cir– co:;tante. In una letteratura, come è quella iialiana, ancora trop· po legata ai problemi gene– rali cd ai personaggi preco– :-.tituiti, cioè scarsamente ca• pace di r.lpprcsentare con immediatezza l'csis1enza nor– male e di esplorarla nelle 3UC piccole tl"3(h-~.diequotidiar:ic, ! Sf>C3SO con~121onate d_a.rag10· r ni economiche e sociali prc· cise ma ignorate o sotto\'a• Juta 0 tc per una forma di omertà morale, gli scrittori 1 autentici, sinceri, veri non debbono trascurarsi anche se non conquistano la perfczio• ne dcrl'ane. Essi offrono do• cumcnti che. sopratutto a di– sl:rnza di anni, appaiono tan· to più preziosi quanto pili sono rari. Soltanto le lette– rature che posseggono scrit• tori della statura di Balzac e come lui allenti alla ero• naca, dalla quale traggono in· ccssantcmcnte alti motivi di C.8. PIRANESI: "Lastricato dell'antica Via A1,,,1a•. (Mostra delle -'Cqucforti e dei disegni poc~ia, possono dimenticare · di Piranesi • Torino) gli ci,1cn3ori di documenti. LE'Jl'TEHA DA * PAKJl<uJC Lemadonne italianedelLouvre * di Il. 1II. l)E A1H.l]LIS PARIGI. dicembre. T RA I CAPOLAVORI dei pittori itallnn.l al Musco del Louvre. le Madomt~ occupano Il primo post.o: dnlln verg111e.delle Rocce di Leonnrdo nlla Verg111e h1 tro110 e a~g~~ d~~~n~ar~~;~le a. Paiigl. per quali itlnerrui, donate da chi. acquistate dn. chi? Le Madonne t!on ~cendono dnl cielo n!mc.110quelle dipinte sulla tela. Manl d1 re. principi e cnrdlna.11si alternano dietro le qumte di questa. straordi– naria sezione della. galleria: e solo raramente Il quadro è stato dipinto fa loco o portato personalmente dall'Autore. Francesco I. Il Mazzarino. Luigi XIlI. il Richellcu. Il bM· chlere Jarbach. I duchi di Ma.nt.ova Napoleone. la Cnso carlgnano. I ponte!lcl. I grandi feudatari itallm~I. noue, guerre, rapine. doni. o.cqu_lsti.s~ambi. intrig~I. politici ccc.. si può dire che ogm occasione sia stata propizia alla nascita e all'acquisto di un'opera. d'arte a Parigi. vuol n •F'Ontalne• blcau vuoi al Louvre, a seconda dell'epoca. (Cd~~ p= ! ~e~l~~:e ~:: 1 ~01in1:'~rzt~g1 8 x~t~:· qdue;l~~ non potendo distaccare il Ce.'lncolo dalla. parete dell"oratorio runbroslnno. si contentò di !nrne· eseguire copia. mn In pili vi ngglunsc. l'acquisto della Vergir\e delle Rocce. rlusccnd,o nd ;~tr~~l~n~ rdti~~t~J:rs6:~/;~g~O~f;~~=ef.~c~a~I~~~: In « vergine dal c1tsclno verde» che non rimase sempre In terra di Francia, se. dopo varie peripezie, (u ricompra.tu nel 1742 e «aggregata» dc.Hnltlvamc11te ai tesori della Coror1n. Abbiamo nomlnato Francesco I. e a questo monarca nem– meno Leonardo resiste. se ne accetta una pensione. dopo essersi tra.sferito a. Pa.rigl. A Pa..rigi. Leonardo non dlpmge più Madorme. se. tale uon voglia considerarsi ,la Giooondll - che alcuni Impenitenti spiritosi pretendono sin Il « rlLmtto » ambivalente dello stesso re mecenate. senza baffl e bnrbn. Dipinge. oltr.? al Bacco e a.I San Giovanni. una Le.da che. dopo Ja sua morte. benchè acquistata dal monarca. onde evlt.are lo scandalo. (tanto era l'erotismo che ne emanava!) venne get.tata aJ rogo purificatore. Più. tardi un'altra Leda. opera di Michelangelo, Incontrò la stessa sorce - ~. dob– biamo (Ida.rei delle cronache pettegoie del tempo. Di storie di Madonne nl rogo non ne àbblamo scoperte; è allora tanto vale soffermarci in contemplazione Co in ado– razione) dinnanzi a esse. cominciando appunto dalla Vcrgme delle Rocce di Leonardo, che è un po' il nume tutelare del Louvre. il richiamo. 11luogo geometrico. e Insomma. l'a.ttra- ~10L~ ~~l~~r~:g~ tf a~~~6J~°Con la destra - la sinlstrn benedice e protegge la mano dell'Angelo che Indica a. &In Giovannino il Bambino Gcsll. Una luce serafica. e diffusn sul volto santo. ma. a.ltrettant.a luce è raccolta. nel grembo ove s'indovina l'orma preziosa lasciata dal corpo divino. Chi si specchin nel laghett.o. che e una fonte batteslmalr:. ni piedi della Vergine? Il rosso della tumca dell'Angelo (ma sarà un nngelo?) ha. li riverbero di un fuoco meridiano. Le roc:e.' misteriose. popolate di occulte presenze. s'Intagliano di squarci di un az:zurro che può ben1sslmo essere li « settimo cielo». Realtà e favola., vita e miracolo creano un a tume– scenza. in cui l'armonia del silenzio ha l'Intatto e lev1g11.to splendore di un'apparizione resa eterna dalla fantasia e dalla memoria. Il tempo non esiste, o è quel riverbero t,orealc che lmlta la cascata. della luce. oltre il baluardo delle rocce? Cespugli di fiori separano l corpi Innocenti dalla magia dell'acqua che nasconde un impenetrabile enigma. Sci mani, le due delle Vergini. le due del S. Glova.nnino. quella del– l'Angelo. le due congiunt.e del Bambino Gesù che ne formano una sola. nel gesto spontaneo cli adorazione alla Madre. sei mani sono in contrappunt.o del gruppo scultoreo, distinte e scandite dai colori del qunt.tro personaggi. li manto della. Madonna.. la tunica dell'Angelo, la nudJtà dei due pargoli, e quel blu dens'o del lago, e 1 marroni bruciati delle rocce, e il verde stinto delle fronde che udcrnano la cupola di quel tempo naturale ed arcaico, e l'Azzurro tenue che trapela. dietro gli scbeggionl - nessuno aniverà a turbare l'attimo che sembra voglia santificare il mlrnoolo della"in/anzia divina. Sospesi nd un soffio, ora udremo li battito dei quattro cuori rintoccare a.U'unisono nella cattedrale scavata nel silenzio dcl~r~i~~ madonneJn trono. come dlmenUcare « L.'l morte della Vergine» del Caravaggio? E' un qu"ad,ro che viene da Roma. anzi da Trastevere. stupenda. pala. d'n.Jtnre. che il Capitolo di santa Maria della. Scala rifiutò, Impressionato dal realismo che trasformava. la Vergine In una popol&nn (nonostante l'aureola) caduta. di schianto su un lettlno rustico 1n Wl interno sin troppo misero e familiare. Il «quadro» andò a Mantova. corte dove finivano quasi· tuLti J capolavori dell'epoca, più o meno discussi. di 11in Inghil– terra e da Carlo I a. Luigi XIV, tramite il solito Jnrbach (che dovette. poi. vendere all'usta le opere d'arte mccolte conp1\~ 1 ~h~~~~r: .,, 0 fi/~e~\i! 1 1~n:b~!• :~1~:>ii cllinn del dipinto - e in\'ano i colorI. le ombre e le luci Il mobl– litnno e vivificano. SI sente il pianto del congiunti. la veste rossa della Vergine C di quel purpureo caro alle ragazze romane - e quel rosso è scarsament.e t.emperato dall'ocra (almeno 1n quattro gradunzloni). dal guanciale e dalla mano che pende "sul guanciale, dallo schienale deUa sedia su cul sta seduta una ragazza 1n lacrime e che. anch'essa. è tutta unR gamma in terra di Siena sino nn·oro sfocato de! capelli. sino nlla mano fusa in un.a tinta. bruciata. Anche qu.l il gioco delle mani, delle carni, e il buio delle vesti, che fanno da sfondo catramoso. degll elt.rl personaggi inginocchiati o all'Jmp!edl. ùel resto, c'è da scegliere, e si va da. Cimabue n Filippo Llppl, dal beato Angelico a Lorenzo Veneziano. da. Bernardo Daddi al Bot(lcelil. da Glo\'annl Bellini a R..i.lTaeilo.da. Jacopo Bellini ad Ale3SIO BaldovineLti. da Bc:-nnrdlno Lulnl ad Andrea M.nn1cgna. dRI Perugl:10 a Tiziano, che ~on la « Vergine di.I coniglio» rh 1 aleggia In candore ~n le 9iu lnge• nue raffigurazioni della Madonun: :mche oggi questo quadro rivela unn pitturo f:tftlda,luminosa. che. 11 tempo e gl! agenti nunosferlcl non sono 1iu.sc1tl minimamente ad offuscare. Unn pittura. senza patina. senza \.Cmlce. miracolosa di trn– spnrellzn. senz::i unn smagliatura di colore . densa. corposa. c. cosi riverberante e casta - dalle strls.ce Infocate che ser– peggiano nel cielo nl tramonto. nl bianco spaurito del con~– gll che Ja Madonna. sta per por~cre nl_l'Inf~te sorret~ d_alie braccia di Santa Caterina. Quei rossi. quei blu. quei bian– chi - e II cestino di frutta e i cespi dei flon. nessun parti– colare è 1rascurato per rendere la grazia del gioco. la sor– presa. l'Ingenua orterta. del giocattolo vivente al Bambino proteso. che sembrn slittare dalle mani della. Santa. Quella di Lorenzo V-eneziano non potrebbe intitolarsi la. .Madonna dalla rosa? Una rosa. infatti. la Vergine regge In mano. e il Bambino la sfiora senza tingersi. Quanti doni. e sonvl. per Il Divino Fnnclullo: una ros.'l. un coniglio. un na- jS~~~1~~~~b~l~viJ~f ~I 1!e~~~r~ 0 ~~ ~co~~1/{:i~~~~1~ 0 d } Magi del Lulnl. o I veli e le gaie stesse. deHa Mndre, o l'ngnel• lo (La Vergine li Bamblno Gesì1 c. Sant'Annn di Leonardo) prima dell'nmaro calice nel Calvario del Veronese o nella Croce.fissione del Mnntegna ! Sono particolari di una graz.lli lnflnlta. specie nella tela di Tiziano. opera <!ella pienn maturllà dell·nrtlsta. che non esita a l cmpcrare In reoerentia con quel « rit.rovato » confl. denzla.le. da padrf! esperto in procinto di riprendere nelln. renltà un passatempo favorito con Il figlio prcdllet~o. Leonardo ste&.o fa «cavalcare» 1·agneilo dal Bamblno Ge– sù.. e Il Bambino perderebbe l'equlllbrlo In un bel capitom– bolo sull'erba. ove non fo:s.sesorretto dalle amorevoli mani di Sant'Annn. che siede sulle ginocchia della. Vergine ... E tutte.via. questi parUcolnrl non affievoliscono h:: sa11tità dell'lsplraztone. non sc:·epolano quel clima di miracolo. di rivelazione, o di apparizione: le Madonne si incielano natu– ralmente. si staccano dalla realtà terrestre per levitare in un·atmosfera· che non è certo di questo mondo. La Madon11a della Vittoria ciel Mantcgnn. ad es<!mpto. è già una s1:Hua: se stende la mano a benedire il cavaliere vestito di ferro. ebbene. chi ne dubita?. è Il suo primo mira– colo. L'arcangelo che le sta al lato. con l'enorme spada ln mano. con !'nitra mnno tira Il manto della. Vergine - e, sotto il 1nanlo. li cavaliere sarà consacrato ed eletto degno della vittoria. li Bnmbino Gesù ha. li volto sempre paffuto. rarissimi e impalpabili veli non tentano nemmeno di nascondere a volte, le Innocenti nudità del tenero corpo: le mani della Mndre lo sorreggono. all'lmpledl. per mostmrlo. offrirlo all'adora– zione del fedeli. Spesso l'aureolA glt recincc. t riccioli del capo. mn altrettanto spesso l'aureola mancn. quasi a souo– lmenre l'umanità del Bambino. Allora ti avvedi che J•aureola. manca persino suJ capo della Verii:le: sono. Infatti. una ma. dre e un bambino da pochi mesi nato, e sei 1u uomo, a recingerli di adorazione e di fede. Insieme con gli angeli e i santi (e. le nuvolette) che li circondano e.on gesti ed occhi esortanti alla preghiera. E tuttavia. arcune di esse non hanno perduto il ricordo di una.loro storia - persino in cert.n malerna sensualità che si ac~tua. ad esemplo 1 nella bocca dischiusa al bacio nella Madorum d el Bott icelli (La Vergine. Il Bnmblno Gesù e San <J:1.ovanni). qua.si a ristabilire un più antico rapporto. un prn antico dialogo. (Il flore che adorna. la. siepe del fondo, ~,dorna alt.resi l'aureola di San Giovanni adolescente. ed è \'ezzo nlttorlco senza dubbio; ma come escludere la tentazione di ·un flore posar.o sul capelli per una pudica e sott!ntesa civetteria? Il rosa tenero del velo che recinge le reni del Bambino. le rose che traspn.!0110sulla sua aureola e le altre che lnghirlan. dando la testa di Maria. il tronco d'albero che traspare e In• terrompe !'.aureola del San Giovanni. sono licenze. richiami, forse errori dlssemlnatJ con esitante scaltrezza. proprio per un accento dl verità umana, un ricordo àelln terra di origine l'arbitrio pittoresco dl una. realtà goduta con occhi inganne~ voli. prima di essere trasums.natn In quelln luce di glorln osannante .....). , Le cittadelle e i templi. che archilettano li quadro alle spalle della Vergine sono cittadelle e templi Italiani. an1.:he se ubbidiscono a disegni inediti. o inventati dalla fantasia del plt~ore per snidare In unità 11. quadro; si fondono co:1 I co– lon delle vesti. con l'arco di tnonfo che scava una mezzaluna Intorno all'aureola. e col celeste del cielo percorso da lampi o da carri. da raggi o da nuvolette: gli ori si alleano al gnuni d~lla luce per impreziosire il broccato o le pieghe - e fllcg– gladrlre di tl'asparenze le mani della Vergine atteggiate In gesti di trepfdnnt.e amore. Il Beato Angelico dissemina e carica di oro e azzurro L_'i!1coro11azione., della. Vergine. incurante di creare u:1.a ripe– tmone a danno delln prospettiva: soltant o c he l'azzurro SJ?lende In almeno sette tinte e sfuma.ture. l' c.ro sconfina nel giallo dei capelli o nel verde limone del manti - unn luce davvero celestiale schiarisce I volti sino a farli apparire trasparenti. da ectoplasmi radiosi. Il pallore della carne glà preclude a1le resurrezione della carne. e certamente alla sua recondita. purificaziope. La perla che adorna il manto della Vergine e il Bambino Gesù della scuola del Verrocchio fa le veci dell'occhio chiuso dc.Ila Madre abbassato sul capo del Flglio? Tutta.vin non ne ha lo splendore; C'd è come una lacrima o una goccia. di rugiada per i dolori che non rlsparmle'l'annÒ più tardi 11Suo volto di alabastro. Nella piU sfavorevole delle ipotesi. Quaderno pro1bi10, _il romanzo, è un pungente e n– ,elatorc documento: e in es– so il carallere della pro1ago• nis1a Valeria Cossati assume un rilievo inconfondibile. E" una donna, che finisce col sottoporsi aJlc leggi della mo– rale più rigor0$3 non perché 1~d~~;d~o~!~~,a~: Jdr;;~t~od~i rimproverarne anche dura· mente l'inosservan7.a agli altri. E' una donna in qualche mo• do affetta dal pirandelliano " piacere dell'onesta•, ma una donna che di questo piacere ~~11i~r.:!u?~~~fa"Jo ~l'f!: chio, Irene Aloisi. Lorenza Biella. Mercedes Brignone e Olinto Cristina. Q11ademo protbtto e il de– butto teatrale di Alba De Cè· spedes: non può considerarsi un debutto delusivo, ma sem– plicemente un debutto sba• gliato. Alba De Cespedcs do--– \"eva scoprire un personaggio attuale nella vita di qut:Sti nostri giorni e rapprescn1arlo con la sincerità che le dettò il diario di Valeria Cossati. Ma è quel che potrà fare presto. non possiede la lucida consa· .---------– Montale pcvolcz:,.a intellettuale, pur su· bendane quasi scnsualmcn1c la suggestione. Il suo e piace– re dell'onestà• é il prodotto di una concezione della mora· !e, di una particolare dimen• 3ione di vita familiare e di conllnua~ pag. 5 ~~ctfc11ade!lies~:ncno"nc~~l~~ ~-•a~:n:c iN•~:.~r\ 1~:~ ~~~i~~i ~~~ 1d~!tas:~~e::i~ft~c ~~t~:= manipolarlo o stralciarlo. C. mente dotate: ,·alide al icm· con lutto ciò non si cade nel po in cui il Quaderno proibi- pedissequo: la Rai7iss è sen– i O fu composto, probabilmen- sibile e ,1on soltanto coscien· te non Jo sono più oggi e per ziosa, e vogliamo sperare che questo il romanzo, carico di figuri tra gli altri traduuori inconteslabile sinceril:'l, ha un di Montale nell'edizione che: ~icuro scr;iso documentario. la casa l-./e\\1'Directions si è 1\fa la riduzione teatrale del impegnata a pubblicare .n romanzo non è datata con America, per colmare una ahrcttan1a esaucv:a e quindi lacuna fallasi ancor più C\'I• appare sfocata, sopratutto nel dente in que,;ti ullimi anni personaggio della proiagoni• da quando Ungaretti e Qua· ~la Valeria Cossati. Oue')tO simodo 'ionO apparsi in eai• personaggio si sarebbe potu• zione bilin~uc (a cura di Al- to definire poc11camcn1e se len Mandelbaum). fosse dh·enuto un grande ca• La- serata all'YMHA ha a,·u· mtterc in quel combauimcn• to anche il meri10 di far sen• 10, che è appena accennato. tire agli inlcn·cnu1i la \"OCe fra due specie opposte di di Montale. registrata a na• egoismo: l'egoismo immora• stro da >\lfrcdo dc Palchi du· Jistico (il desiderio di ,hcre rantc un'.I sua \'iSit..t in lta• contro le leggi) e J' egoismo lia la scorsa prima,·era. Non moralistico che alla fine appena Lowcll o la Raizis.; trionfa. termina·1ano di leggere o Alba Oc Cèspedes è 1u11a- commen•arc le proprie ,·er· via sincera nel dialogo tea- sioni, risuona, a in :,ala la trale come lo è nella pagina \'OCe calda e contl!nuta c.::i 3Crilla cd alcune ~uc bai• poeta, sin1oni;,,za1a al tei,t0 Iute, che pur sono dcsun1c i1aliano che \"cni\"a proicaa10 dai discorsi di 1u11i i giomi, sullo schermo; sembrava di hanno una violenza sorpren- a,·erlo proprio li. Montale, in dente. una presenza spiritualizzata. Q11atlerno proibito è stato Alcune delle liriche, non di– messo in scena da Mario Fer- .\ponibili in regis1razionc, vcn- rero con cura eviden1e, ma nero lctle d.l Anthony Vi- senza molla convinzione, cd scusi. che in altra sede si è è stato recitato da Andreina cimentato anche lui co:ne C~f~J~i·c~~:an~ ci:::.p~Ìiili~àl~ :n~~~!:~~a. con· la poesia con finezza, ma sem.a fo. \ O· La reazione del l)Ubhlico C lonlà di esprimere, ~e non stata inten:.n. in armonia col nel finale, posizioni p3icolo• carattere eminentemente pe– gichc nettamente individuate. nclrath·o della lirica di Mon· Una donn~ quaranl.cnne, 9ua- 1alc; e dopo questa serata le è yalena Co~sat1. po~st!!de newyorkZ3e, la prossima com• la J?ICnezza dei P.ropn . 1m- I parsa di un numero speciale pubi e delle propnc reuccn: della Q11arterl\• Revie.w of Li· - zc; può amare con la foi:-a d1 j terat11re, tutlo dedicalo al una ven~enne, an che se m un nos1ro poc1a. e l'annunciata ~odo ~1verso. e sul.la sce~a I pubblicazione delle liriche in Co"s~~~i t ti;:,na~~ 0 s;~n~~~e~t ~~lramN!~:soi~~~i~~ \~~ fuscato dai \'eh d1 una d1- teranno certo la breccia fe· s1A7(~·spc11acolo hanno preso liccmcntc aperta. parte Carlo Hintermann, Fi· GLAUCO CA.\tBO~ RASSEGNA DI LTASECCl * Balletto de l:uevas P ~R più di un mese, a par• di seguito al pal'!gino Tl1étitre tirc dalla metà di nO\'em• d~ (?tamps-Elysee.s e aP_plau• brc, iJ • Ballello Interna· dll1~s1m'? nelle !Oumée.s mter– zionale della Marchesa dc naz1onah che. ~1 protrarranno Cuevas. si 'è ripresentato al fin_oal 1964) r1s1edc nella clas~e ~~~i~~~oG~~a~~~~o T~~st:o~og~:: ~~ 1 c:~~Z:S~ 0 ~ 1 e t1 1 8ef1~rr:i~ab~i~ ne.zia) _ per la prima ,•oha fJorma,.,t, le e 11trée .s delle fate. dopo la morte del suo fonda• le pam della. fa.ta C~ra~osse. e 1orc e mecenate, e proprio çon della fata dei Ltll!l.,11 dtvert!S· quella riedizione dc /..a Belle S~ 111 '!- 11 t .del terzo allo, !e vana– au Bois Dormaut che ne fu z10111 e 1. Pt1.S·tle-de~1.,: dt Aurora l'ultima e piU prczio 3a crea- e del pn~c1pc Fl~n~ondo son~ z,onc. alt~t.tai:111 ba.nch_1. d1. prov3: dt PeVipabal~~~~po~:oct*k1rsrils ~jt(i_n\;d~~~f 1 ~tPi~~ 1 ~b~~~a~; e il 1890per il Teatro lmpclialc Mami~ Pettpa) dcl!a dan~a ac· Marijnskij di Pietroburgo, era cadcnuca._ La ~u~luà e 1I nu– slato eseguito in un'edizione m,cro dc1 30IJ311 consentono, integrale europea, finora, solo ~ella. compngm.a .dc Cucva.s,, la /~w,~~~~~;cdi Lonnd\~ ~ 2/ 0 ~~= :~~~~~i:e ~~è 0 ~:~~ 1 ~o~fg~~s 1 si~ ~~i a5c;:_~~1iia~~j"• 19J9 a~j ~~~- ;;!~~~;f~t(j~c c;~~~ti~n~Ji Satller's Welts Theatre, con doti \ntcrp;c1at1\'e d1 ,Yv':_t!C Margoc Fontevn e Robert Hel1>- C_ham tré,. I auaque e .1 ela:st.1• mann nella vérsionc che è an· cita. _ncgh : allegro.• d1 pema cora oggi nel repertorio del ~~cltko,a, il m'?rb1d? \'trlUO– • Royal Ballet •· A parie que- 31S~O d~la fragile Lia.nt: 1;1ay– s1i spettacoli inglesi, del bai- dé, e I élévat1?,1 del g1o~an.e lello venivano eseguiti corrcn· 11.l~S?Rudolf Nurecv, .la i~gm- ~11i1~nt~I sodive~~t~e,~,~',~ll~ ~: ~~1~J<:~k~~ertr .b~t~~I ddr~~! grand pas-de.·deux del lcrzo G?Jovmc. _Manlyn Jones, L1ha– a110designati col iitolo u No~. 11~ Van dc Vclde, Daphne Date ze. di Aurora. '" s1 al!ern_ava!lo nella part~ d_clla Nella versione voluta nel 1960 fr1~ 8 a 1bad~~~~ e~! 1~f:::sCa~ dal Marchese de Cucvas é s1,:i- rabossc. ta. ~anten':)ta .la. coreografia La preparazione e l'impegno 0~1gmale, .~~cost1tuua da Bro- di tuui i soli.\ti citati degli ~,•i/~~an~'. 11 L!~fnneov~!:io~f~h! ~~~i~~~ s{ri~i~i~~~P~I~~~~ hann?, confent_o . un 1mpron1a Eleonorc Vcsco. Beatriz Con– crcalJ,:_l .~I la :. 1 piesa . del bai- suelo. Gcorgcs Govilov, il dan• lctt? ciaJ_~ ovsk1a.no _rigua~dan? zatorc di carattere Don Spotl· ;;p~i.~ . :1~Y'1~~~~~ 1 e eRa;~~un~ci b';~~t\o~/;t!·:,1t1:ri 0 a~~~~s m~= dc Lai ram, mpote e succe_ssor7 glia nel secondo programma del Ma_rchcsc. La J?a.ntomma e presentato dalla compagnia. ~tata ridotta al m11:11mo, a fa- Senza scenografia e col solo. ,ore d7lla s_ugges~ionc J?llrtl- ausilio decorativo dei lcggeris– J'l"_l<:JltC, f!gura! 1ya de, qu8;dn sia• simi costumi di Larr.iin nel 11c1 .e du:iam1c1._Tol_tod1 mezzo corso di esso sono stati' ese• f!:~nt~~tu~ce~~ ; 1 ~~~m:i ~~: guiti i cbssici del repertorio. no stati im 1 entati con una fan. tasia tanto ricca e coerente che più di un personaggio ne è uscito totalmente rinnovato: cos\ la fata Carabossc, tra– sformata in guizzante nero pi• pistrcllo. Larrain ha lavorato d'immaginazione su uno spunto barocco, con finissimo gusto ~~~~N~~~o n~l1!ri~~~ :;cn;~ t~: SERIA Editrice trentennale esperienza, bene organinata lancio nuovi autori, esamina raccolte poesie, novelle, ro– manzi, saggi vari, pubblL cando e lanciando opere me• rhe,•oll. Non stampale senza primjl consultarci. Scrlve1ecl. L'Ap– prodo del Sud, Lungoteatro. nuovo, 29, Napoli. sti secenteschi di una Bibbie– na o di un Torelli sono sfu– mati da una vena di poetico surrealismo. DIEGO FABBRI L'altro punto di forza che Direttore responsabile assicura il. successo del bai-. Stab. Tipografico U.E.S.l.S.A. letto (rephcato per otto mesi Roma - Vin IV Novembre 149

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