La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 50 - 17 dicembre

LAFIERA LETTERAR Anno XVI . N. 50 SETTJJIJANALE DELLE LETTERE DELL ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 17 dicembre 1961 SI PUBBLICA LA DOME ICA * Fondato da UMBElffO FHACCHIA * DireUo da DIEGO FABBHl Q ESTO ~UMERO L. 100 Thon1as Merton Nell'interno: Onl<tJlJ,"!'n " GONGORA VALERI: "Scartabello («·om·lnsione d.-ll'inedito) S,tlla 1mes:a e i poeti " PREZZOL '~ ~~\ Mcrton glovnnc, all'età in cui Jlicrl.!lse quuta poula Le donne greche LE dame con i loro lievi mantelli rossi e i bracciali d'oro incedono come canne, ciarlano come fiumi, sospirano tra i vani delle porte, come l'acqua di Vichy. I loro sguardi galoppano per il paese - puledri che gareggiano col vento - (il vento che è l'amante delle loro madri giumente) giù sino al porto deserto. Donoe di salcio tutte sandalo e spine, squassano i loro bracciali d'argento nella luce d'oliva delle nuvole e delle finestre: ciarlano tra di loro come violini, e, i grandi occhi aperti come orizzonti, sembrano attendere il ritorno delle navi da Troia. Scioglietevi, o ved_uve donne! Date ai poveri i vostri gingilli d 1 inutile oro, lasciatevi scorrere, inutile acqua, tra le dita il gorgoglio delle vostre perle-: sappiate che Troia è, arsa e la Grecia infamata, fosca nube, giunge la peste, tutti i vostri uomini dormono nella terra straniera. Ad eccezione di uno. Clitennestra come un salice passa 1 gli occhi perduti nella lontananza. Le sue perle e i suoi bracciali adagio s'urtano come coltelli, perché il vincitore, il reduce eroe. il soldato - Agamennone - • contorta radice le sanguina nel cuore. Trad. di CARLO MARTINI cou scritti e tradu:iorri <li Eugenio Montcs José Hierro Raffaele Spinelli a cura di Vincenzo lle Tomasso Un saggio di GEROLAMO COMI « Gicle e il peccato con fro lo 1:,pirito » Un articolo di RONALD SEGAL « Alberi Luthuli. Nohel per la pace» BETOCCHI Jlresenla una gio,·ane acquaforrisla Piccolo omaggio <1 GENTILINI « Solitudine di SBARBARO » C I SON MILLE. centomila retoriche (o poetiche, o stilistiche, o scuole. o grandi e piccole eliopelle,). perché ogni generazione. di ogni secolo. di ogni paese, s'lmmaiina di far del nuovo e s'intesta a volerlo fare. Per stabilire in qualche modo la .Propria dlf(erenza, anzi divergenza dalla generazione pre<:e– clentc. Cenlomila poetiche; ma una sola Poesia. Tutti i grandi. tutti I veri poeti. da Omero a Leopardi et ultra, per diversi che sieno come persone storiche (ben distinguibili una dall'altra per propri caratteri psicologici e intellettuali e morali e. appunto storici). si rivelano poi identici. nel momento in cui attingono e realizzano la poesia. In quel momento essi sconfi– nano naturalmente dalla poetica in cui sono cresciuti. o che han costruita da sé e per sé; sconfinano dal contingente temporale- e locale: ed entrano nell'uno riell 'umanità pura. senza tempo. Perciò. c'insegna Croce, non si può !are storia della poesia. ma soltanto della civiltà letteraria. cioé delle poetiche che via via si susseguono nel tempo. mu– landosi di generazione in generazione. Il quale Croce, non si capisce poi perché non si si;i, ulmeno su questo punto. incontrato col Pascoli. visto che costui pensava e diceva: u La poesia non si evolve o involve, non cresce o diminuisce: è una luce o un fuoco che è sempre quélla luce e quel fuoco: i quali quando appariscono. illuminano e scaldano ora come um, volta: in quel modo stesso ... "· • I veri poeti non possono. non sapranno mai gio– care con le parole; che son le « cose sante> della loro 11 comunione~. I grands jeux che. a testimonianza di Psul Valéry. si svolgono misteriosamente nell'inti– mità delle loro ;mime. sono giusto il contrario dei giuoc!'li di parola. delle freddure. dei calem.bours; che sono invece le punte dell'intelligenza associativa. (E in francese. difatti. si dicono anche poinrcs). A prova di ciò sta il fatto che in questi piccoli ~iuochi, ingegnosi quanto si vos:lia, eccellono infal– libilmente gli spiriti superflcìa\i. ossia gli antl-poeti; mentre i poeti. se et si pronmo, fnnno quasi sempre delle magre figure. Basti citare uno elci Derti -memorobiti di Filippo Otronicri: un «memorabile)) da dimenticar subito, chi abbia rispetto e amor:e del vero Leopardi: « Ad alcuni antiquari che disputavano insieme ,dintorno a FRANCESCO St::VliRL f LÀ RIC&RCA Dt::LL"ASSOWTO * Morte di un matemati,co L 'ALTA men.te di. Frane~ sono_ opere _di acom.ctria ipcr- ~ente, in Se,,C:ri g'comctra .. si sco Severi n on e più. S1 spanale e d1 topologia astratta. 1mponc, 1 a la ncerca partecipe è spenta ad 82 annt, an- ~la_ qualunque suo la\'oro, ri. del proprio spirito spccul~tivo, cora alliva e partecipe dell'alta pct1amo, non fu che costante anche nella trascendentalità. speculazione della quale avc,,a ricerca dell'assoluto: il suo Andremmo oltre il semplice, raggiunto il livello per cui il assoluto, matematico in sede commosso e riverente ricordo pensiero puro si integra nel• scientifica. ma che egli sentiva quale vogliamo che siano quc• l'Universale e ne nasce il senso coincidere con l'Assoluto mo• ste poche righe, anzi profane- di Assoluto. tafisico. rcmmo l'alta pcrsonaUtà e la Vita rettilinea, opera metodi- E questa, per Severi. eia la m~mo_ria del G_rande se ci In· ca e coerente, partecipazione sua ,•era scoperta. quella che sc1ass1mo, ogg!; pr~nd_crc la consapf!vole di limpida raziona• confidava c0n amore ai suoi mano da cons1d.eraz1om e da lità e di \!iva coscienza nel qua- più vicini. questa su:-i posizio- chiose_. Non ci sfuli!:_a.a. lllllavia le connubio il Nostro a\'eva m- ne, insieme gnoseolo!Jica cd la ch,ar~ netta pOS\ZIO. nedel dividuato ciò che egli stesso ontologica che dctcrmm:wa e ~uo pei:istero.. Essa ~• dice c.hc chiamava !a pura inluizion~ d~i gli ri\'elava il suo Assoluto. m og~1 mantf~st?z1onc r az.10. matematici. Ed era qucslo 1\ Era slalo amico Sc,•eri. di ~aie c_è _ury quid inespresso c,d suo assoluto, la sua conquista un altro insigne matematico, il 1rycspnm1blle che è al~~ SQU!• che egli avevn cercato nella Ricci Curbastro, colui che con s1tamcnte personale. d mtcnd1:– sua mente di geometra insigne il concctlo di integrale asso· mcn!o. e solo J?e: 11 Q1;f_alc e e nello spirito altamente poc- luto a,'c\!a preparato il terre- poss1b1le ~n mm,mo. d mtcsa tico che sospinge ogni mente no alle teorie einstcniane. e fra du e i_n~crlocu.t~n. OueS t o matematica ad affrontare la di questi aveva ammirato la com.un~ sigillo dl\'m,c:, ~ .ba– teoria dei numeri. Le sue pub- fede e la religiosità. Ma se per se md, pendent~ dall 1 .nd,vid~? bllcazioni che maggiore contri- il Ricci, analista, la fede pote- stesso e conf~c untvcrsahta buto hanno dato alla scienza va essere accctlata stoncist,ca• contlnua a pag. 2 una figurina antica di Giove. !armata di terra cotta; richiesto del suo parere; non vedete vol, disse, che questo è un Glove in Creta? •· • Nella prefazione a Bérénice ( 1670), Racine dà una dura risposta ai suoi detrattori; i quali sono al tempo stesso i detrattori della semplicità, comr. raggiungi· mento e segno supremo di artistica perfezjone. ,, lls ne songent pas que toute l'invention consiste à !aire quclque chose de rien "· Il termine «invenzione• qui è adoperato (in rapporto alla t:agedia) nel senso limitato (tecnico) di costruzione della macchina; di quella macchjna che dovrà portare la poesia. Probabile che il l\Ianzoni si sia ricordato delfa i.cntenza di Racine. del suo Racine. quando nella lettera a M. Chauvet. usci a dire: « L'essencc de la poésie ne con·siste pas à lnventer des !aits: celle invention est ce qu' il y a de plus !acile et de plus vulgaire dans le lravail de l'esprit. ce qui exige le molns de réflexion e mème le moins d 1 immagi– nation >. Nessuno troverà nulla da eccepire a questa con– danna, benché sommaria, definitiva. Si potrebbe. invece. aggiungere questo: se l'in– venzione consiste nel fare. nel trarre. qualche cosa dal nulla, la poesia consiste nel fare di quel qualche cosa (trama di racconto, o azione di dramma o anche stato d'animo «lirico•) un tutto. Certo è che H racconto. il dramma. il componi– mento lirico che non diano l'impressione di un tutto . ossia di un mondo in sé perfetto. oltre Il quale non ci Con1lnu;---; pag. 2 Diego Va Ieri vlst o da Dragutescu G JLOJ~N A\JLJL§l\VJLO JL ~J[' A\.JL,llA\ * E J[N JB' JRA\N CJ[A\ Alain e il trafiletto ,netafisico T RA gli esempi illustri di .'icrittori contempo· ranet che hanno, sen• 20 danno, collaborato ad un giornale, non se ne suo– le quasi mai citar qualcu– no fr011cese Perché non ne c>S1st.ono? E 11011 ne esi· stono pcrcl1e i q11oridia11i di Francia non ha11110crer· za par,inr1 >? Che ,.;e ne siano molli. no11 porremmo garantirlo: né potrPmmo smenlirc che quei pochi si«110 commcn· tatori politici o corrieri– sti lellerari. Ma quesH fanno µarte del corpo re– dazionale di un gionwle. L't'iZrl'lri.~rn (ll)Jlfir!lene (I un'n/trn e pili libera spe· ('it. llt'µ/J/11 ~,•,11prP l!SC'IU· s•vom('llle leller(lrla E ili 1' rancia cc 11·@ pen11ric1. Ma, .scorre11do l'appendi· ce del/'operena pos1uma di un moralista ed artisia re– purato 111 patrrn • nq,re Mo11/(liQ•u• c; siamo ac• corfi rht1 1n c·ou111enso. a difJt'rcn:.o di rioi. 1 f'rallCP· s1 po.~som, vantare. m Jor• mo oltre che in sede gior• nalistico, il contributo ad– dtritturo d1 un filosofo. Il quale, del rPslo. e il• primo n dirhiararlo Jrnncamente. rapionnndr,C'i intorno a chinrim1•1110 della JJ«rrico· /arP i11clulc ed espr,•:;sione della propria filosofia, in apparenza sollecitata dal . capriccio dell'occasione ma in sostanza guidata dalla. esperienza e dalla rifles• sione di un pensiero orga– n.tco, soprattutto indiri2 zato ad 11.n'affermaiionc di liberto. Tre grosse antolo.gie Di questo saggtsta, mor• ro nel 1951, ottontreenne, abbimno av11Lo sottocchio gli scritti per anni. man mano che li veniua racco· gllendo i11 vohwicui, e continuiamo ad averceli andie adesso che i fede– li.,simi Maurice Savi,i e r.corges Brinézé ne /!anno riepilogato l'oper(l in tre 91osse antologie all'insegna dei classici della Bibllothè• que dc 1a Pleiade (I: Pro• pos: 11: Les arts eL !es dieux; III: Lcs pass!ons et ia sagesse: Gallimnrd, pa– riyì 1956, 1958, 1960) r clte ad essi si è nngiunto SPr· g10 s0.11111 con una sintetica sc_eltu della Unlver"5iale Ei– naudi (Cento e un ragia· oamenti: Torino, 1960). Eppure sollonto oro, m alcuni suoi ragguagli sui Rapports de la philoc:.ophic et dcs Propos d'Alain (i11 Portaits de. famille: Mercure de Fra;1ce, Parig, 1961), abbiamo TinvenutO di 1m attestato di vocazione e dt benemerenza giornali• .nico,· quale non avremmo moi supposto potesse LrO· varsi in un Ala1n. Perché il moralista e artista esi· mio è proprio lui: H pro· /essere çh filosofia Emile Clwrlier. nn.çcostosi sotto lo pseudonimo d'Alain per conseri,are più inregra, a1l– che nelle pagi11e di un. gior. no/e, In µr9prìa, libertà di scri1tore. • Si mon pseudo· nyme était tel11 1 . O fait dé· couvert, et si j'écrivais de– vant l'opinion, je n'aurais plus aucune liberté ... Moins on par/era .d'Alam, plus Alo1n sera intelligent et l!b 0 re •· (1, XX'\1111). MO • je vins pett à peu à cou· 11rir de ce pavìllon toute la p11ilosophie donr j'étais ca· pable. Et 1oute/Ois cela se fil peu à peu. autant par mes lecteurs que par moi comme on comprendra » (II, 55-56) e COTTI.J! ormai è regiJtrato ne,i vari Hom– mages che sono stati resi alla pugnace fermezza del suo insegnamento morale: .. Andare alla veritci: con tttrta l'(l11ima •: andarci astraendo •Provvisoriamen– te dall'idea. per scoprjrla * J~NHICO li'AL(tUI u1carnata, "come un orga– no·•, neU-accidenta.lità del reale•; aitdorct rinuncian• do callo stile dei sistemi e delle formule . ... per lo sti· te sponta11eo, risentito del saggista, che le idee fa na– scere dal contrnuo contatto col reale, il quale ne coloro oltresì le scoperte di un alito di naturale poesia». [dee e scoperte di cui av· punto il Solmi e, dal '30. appassionato e cougeni(lle esagera, av'vcrso ad ogni dogmatismo. I « Propos » e il giornalismo .E veniamo att•auestato sul legame giornalistico dei Propos. In data 3 dicem– bre 1938, l' Alain consegnò - ad un quaderno uno serie di paragrafi e di capiloli, quattro dei quali riunì sot• to il titolo Regards en ar– rière, comprendendovi an– che i cit«ti Rapports e ter– minandoli con ttna •dichia– razione, tnoppugn0bfle riel suo fondamento biografi– co e critico, ma · tale, se espressa da a11ri; da Poter Sembrare sforwta, · e ten• denzio.Sa,'•·me11tr'€'·J_?flni sua. !tessa esteriore apparenza formahstica trova intima essenziale rispondenza nel– la parre preponderante del· l 1 opera d'Alairt. che è ap- 1mnto quella dei Propos: pili libera, Piti spontanea e pìti. inhtterrotto, a conttn– cjare dal 1893, allorché eb.' be inizio nella Oé-pèche cle Lorient. corhe una serie d1 commenti e fatti di ero– noco. (Commenti che dat lJ luglio 1903, nella DépE!che de Rouen a,.ssunsero per la µr'ima volta il wo10, dive– nuto poi Jamo.10. di Pro– pos). • Ay«nt au fond de moi la grande philosoplue, - ha. dicluarato l'Alain - je me suis bien ga.rdé de la juger trop belle pour le 1ou1na.Hsme, en QUOi ;'ai invente un ·oenre de 1011r· llSmO? Ma fu., davvero, il suo, 1m nuovo genere di giorna– lismo? - •Ce -ne sont cjue des m,or• ceaux: • chrOniques d'une longueur moyenne de qua.tre mille d quatre mille cinque cents tettres ,. (1. XXV). E fAlain, pure av– verieudo quanto gli riuscis– se 1_1awrale quella speciale fonna;-. misura. .e·.itttOnazlo• . ne di •cha.piLres coupés », non si nascose quanto fos– se opportuno e conveniente rispettare le regole, ed anzi nella Histolre de mes pen– sées ( 1936) ne illustrò e lO· dò le di/ficOH(i come un ria cicux, rapide et sa11s pOi rrorne garanzia di rag– purnta maggior compiutez– w espresswa. • Ce que Jappris dans ce travait au da cie11:t:, rapide et sans reroucltes, 11'est pas a.isé à expliquer ,. (Il. 68-69). • Je Jixais 1es imagcs du 111011de, et en méme temps les idées qui s'y trouvaient prises, da ns des develo,l?Pe• menrs d'une page ou deux, (Hl pitlS » (I, XXIV): nello spero 11za di riuscir così a trarne qualcosa di meg110 di quamo si poteva. rica– vare sia dai suoi articoli per la. Revue de Métaphy– sique e sia dalle sue cro– nacl1e di due colonne: cOn ne meL point dc prétention dans 10t court articLe; on va lestemenL; on arrive ou trait final au bien on n·y arrivc paS> (Il, 68). E quel che 110n riesce oggi,, riu– sctrà domani. Nulla dies si· ne linec:i: tenendo fede al– la raccomam:l,azione del suo Stendhal: • Ecrivez ious les joitrs pendant clcux Jieur('S, aCnie ou nou e 1Jer,ue11do cosi f(I pr op~1a uidote. Gli. sarebbe. sto.io , d'altronde possibile sot· trarsi al proprio destino, ch'era. quello di '•deveni.r journaliste • e di • relever l'emrcfilet au niveau de /a métaphysique? ». Un titolo di merito Il trafiletto 1netafistco, a scorno della pedestrità di tante articolesse: ecco 11n eccelso titolo di merito che non avevamo mai pensato di dover-appendere alle co– lotule della •terza pagina» o di. quahmque altra sia s1a1a. la pagina della. Dépé– che dì Lorient e di. ROuen, dove i Propos trovarono µOsto, in 111111rero di 3232, dal 3'lugli.o 1903 all'l ser- 1embre 1914. E dopo? F'i11ì· ra lo guerra, durant!? Jo quale, approfittando del si– lenzio forzoso. il volontario Alain ebbe modo di scri– vere • des oeuvres plus sui· vies, otì la doctrillr éParse dans les Propos se 1ro1we rassernblèe et composee • (I. XXXI). toniato a ca· sa e rimessosi a ta volino. l'Alain non fu più.in gra– do di riprender e n con– tinuare i Propos per un fJiOrrialf', QU(PIIIOl(JUt! le,+ cissituclini della p()/iticn lo spingessero più e/te mai ~ conlinua a 1,a~, 2 ltalia 1912 CJ:7ud1~::!o ,:um;;:b~::: z1one dell'inedito dl Pre:zo– lmi. scritto nel marzo 1912 e andato subito smarrito ~– no a che, circa un anno fa, fu ritienduto alrAutore da una libreria antiquaria. di Firenze. Il saggio rappresen– ta un momento porticolar– mente intere.uante deU·ei:o– lurione di Prezzolini. e una giovanile dichiarazione di ottimi..smo e di speranza nel– le sorti del nostro paese. Esso è dunque essenziale per intendere lo svtluppo dell'Autore, uno degli uo– mini-chiave della cultura italiana del Novecento. Cluup~ Prcz:z.ollnl Nazionalismo: "Il Regno,, E R.J\ quello della Voce un nazi0nahsmo anche esso; e non per nulla due dei principali redattori erano stati redattori della prima tra le riviste naziona– liste che fosse !ondata in Italia ben cinque anni prima che sorgesse il movimento nazionalista d'oggi. Anche H Regno era uscit-O nel 1903 (no,·embre) come il Leonardo e La Critica: in quella rivista si ritrovano tutte le idee. tutte le campagne.. tutte le tendenie che si vedon oggi disperse nelle varie ri– viste nazionaliste. tolta quella libero-scambista. che v'è. del resto. vista di mal occhio. L'importanZa della politica estera di fronte a quella interna: la critica del pacifismo; i rapporti fra l'Austria e ltaLa: la polemica contro i socialisti triestini; rosservazione dei fenomeni migratori e il loro pe50 sull'economia e sull'anima nazionale; l'esaltazione dell"ultimo pe– riodo di vita industriale e commerciale; la denuncia del periodo tedesco nel commercio e nella coltura; le lotta contro il socialismo: la crii.ica del parlamen· turismo; la difesa della politica coloniale e del ·valo– re morale della guerra. tutto. insomma. quel che ,·iene presentato come sostanza del nazionalis."no d"oggi.. •! trova nel Regno, anche rarrermazlone che il naziona– lismo « non vuol fondare un partito. ma risvegliare in tuiti una vh·ace coscienza delle necessità della nazione•· E per di più: tutto il lato pratico e so– ciale del nazionalismo. quello che ha avuto più effi· cacia morale. vi si trovava per opera prnprio di quei due redattori. Il 1wzio11ali.~11w " Giolitti M A il nazionalismo della Voce a,,e,·a un accento speciale di coltura. di serieta e di scrupolo morale. e dava particolare importanza ai pro· bleni.i interni. di rinnovamento e di ri!orma: mentre il nazionali&mo dei nazionalisti ,·eri e propri si cu– nwa pochissimo della coltura. r1veva leggerissime preoccupazioni morali. e nonché trascurare i pro· blemì interni li darn addirittura per irrisolvibili. perché si dovevan risoh·ere attra,·e:-so i problemi esteri. Questo dei problemi della politica estera ru il nucleo più serio e più importante del pensiero nazionalista: il quale. nel momento buono in cui il miglioramento economico e morale cui ho accennato. cominciava ad essere conosciuto, colse l'opportunit3 d'una reazione agli errori di politica estera commeS'Si da molti anni in Italia. e scaturi come :-ivolta alle debole.z.z:e diplomatiche. cercando di ravvivare il sentimento nazionale. di istruire delle questioni di politica estera intere~'Sanli il paese. senza tracciare. C vero una linea di condotta. ma cercando dt puntare da tutte le parti, nell"Adriatico come sullo Jonio. sul Tirreno come sul Mediterraneo .. au~cando ed eccitando perché l'Italia facesse. non sì sa poi bene che cosa, ma qualche cosa !accs..~. li merito spetta fra tutti i giornaListi sopratulto a l'Idea na.:?ionale che resterà nella storia di questi ultimi anni come uno dei sintomi più significativi di quello che molti giovani italiani speravano. E' stata questa la sua benemerenza principale. fra altre minori e moltissimi gravi difetti: principale la sproporzione tra mezzi. uomini e flni. tra la col– tura, le origini, le !on.e dei capi e il numero e la qualità dei gregari. ì\la quella principale beneme· renza. che parve prendere risalto erandissimo per la fortunata imprE'sa di Tripoli, fu loro tolta dalla abilità di Giolitti. Come la mascheq1. del socialismo così la maschera del nazionalismo fu stracciata da questa personificazione della prosalcità politica. <?iolitti non ha _idee sue: ma re.t~izza quelle degli altri. _Quello che t teorici. i convinti. 1:tli apostoli sono incapaci a fare. perehC lontani troppo dalla realtà umana del tempo. rigidi osservatori della mo– rale. ~isgustati facilmente della bassezza degli av– versar~ e dei mezzi che bi~gna adoprare. ovvero canaghe. egli ries-ce a compierlo con abilità· non ~o se canaglia. ma certo forte: non posso dir~ apo– stolo. _ma certo senza S('rupoli. l!:ccolo applicare le idee ~1 Zanardelli sulla libertà sociale; eccolo realiz· znre 11 progr~mma tripolino dei nazionalisti· eccolo rìpr~ndere i progetti di Sonnino: eccolo app;opriarsi persino. del progetto di suffragio universale. l'ultima arma idealistica che fo~sc rimasta in mano della democrazia. Se domani l'nnticlerìcalli-n,o s-arà forte. lo vedremo anticlericale portnre il divorzio. e chi s_a? ~ndare tanto in là ria clivent.1re il Briand del– I Italrn. La ~onq\lista di Tripoli che ~embre la vittoria d~I naz,onahsmo, ne la massima sconfitta. Avendo n.Posto_ .tutto il loro messianismo in una azione d1 _poht!c~ estera. ora che que-sta è compiuta. i naz1onahst1 non hanno nulla. dn fare. Un paese. dopo ur:ia guerra _e una conqu1Ha. si tro,·a di fronte ".d ahn problemi. tanto più ur(rnti in quanto già Il aveva. prim~ e .no~ li risolveva. I problemi dopo la conq~usta d1 Tripoli sono quelli finanziari. agricoli. naturali. Come trovar i soldi per la guerra e per l<? sfrutta1:1ento. della colonia? C'è bisoano d'una riforma !rtbutana? Dovremo rinnovare i trattati di co~m~rc10 scadenti tra il ·15 e il '17. fn senso pro– ~ez1on1sta_o del libero scambio? DCl\'remo combattere 11 parassitismo del settentrione wcche-riero e side- contlmTa - " r,ai;, 2

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