La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 37 - 17 settembre 1961

I LAFIERA ·LETTERARI Anno XVI . 1 • 37 SETTlM.ANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 17 settembre 1961 SI PUBBLICA L~ DOMENICA Fondato da UMBERTO FRACCHIA * Diretto da DIEGO FABBRI UMERO L. 100 DIREZIONE E REDAZIONE: Roma Via del Corso. 303 - TeL 687645. Amm.lolstraziooe Te!. 673015 - PUBB{.,JCITA': Amministrazione: «LA FIERA LETTERAR.LA • · Via dei Corso. 303 • Roma • TA.Rl~~FA 1- lSO aJ mJUunetro • ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 Semes1 r: lire 2.150 Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo lire 7.000 • Copla arretrata lire 150 - Spedizione In conto corrente postaJe (Gruppo II) - Conto corrPnte P0 5t3 le numero 1131 4.U Per conoscere meglio gli autori * Chi l'ha visto ? * ,li E1\iHICfJ ,,,AI.JQIJI U NA millesima riprova della trascuraggine in cui yengono la- • sciati i nostri scrittori e, in genere. i nostri artisti presso tutto quel numero– so pubblico di eventuali lettori non ristretto ai soli specialisti e ai soli devoti. specialmente per quanto ha attinenza con la loro vita ( a meno che non in– tervengano incidenti e scandali), con il loro am– biente, con il loro mondo, è tacitamente ma pervica– cemente fornita dalla pro· lungata lomentevole man– canza. nella nostra edi- toria. di pubblicazioni documentarie iconografi- che sul tipo di quelle che invece ir'I Francia (per li– mitare il raffronto all'in– formazione di cui di!?l)O· niamo) suscitano interesse e ottenl?'ono successo. Da noi. per il vero. man– cano anche tutte quelle collane critico-divulgat.ive che. semp;-e limitatamente all'esempio francese e pur e~se in gran parte illu– strate. vc1nno dai Poètes d'aujourd'hui (Seghers) agli Ecrivai,1s de to11jo1us (Editions du seuil). dai Classiques de XXc siècle (Editions universitaires) a La bibliotlteque ideale (Gallimard), e che tanto giovano a dif!ondere l.1 conoscenza degli autorl;.. ~~~t~:rar!:~pi~e~~~=ni~~ ro non smuove e non inci· ta aJJiemulazione anche la nostra pur così intrapren– dente editoria? a favore. s'intende. degli autori ita· liani. Il Sartre di Francis Jeanson, apparso nella Encicloped.ia pop o l a re Mondadori. non avrebbe potuto essere preceduto e non potrebbe almeno es· sere seguito, per esempio, da qualcosa di simile sul– l'uno o sull'altro scrittore italiano di buona rino· manza? Giusto in questi giorni. nella collana !font. par /'image della casa Hachet– te. già ricca di Una tren– tina di variatisSimi volumi sui più disparati argomenti dai grandi santuari ai gai– ti-campione, da Luigi XIV a Napoleone. dagli Impres– sionisti agli Autòmati. è apparsa, ravvoltolata den- . Il cinema ha vinto ? * ·Eclissi tlel teatro * di ELe,JIIRE ZOLLA (Il brano fa parre di 11>1,1 i11tcrvista conce.ssa tempo fa dall'aworc di " Eclissi dell'intellet– tuale,. ad u11 11ostro redattore). I L TEATRO ha una funzione etica e civile: a teatro non si va mai propriamente per distrarsi, ma per 'imparare. Non già per imparare quali sentimenti siano da reprimere e quali da lasciar sciolti, ma per apprendere i,l giusto modo di atteggiarsi, ovvero ·come l'uomo debba soffrire delle sue passioni (tut– te). L'attore concreta il gesto del quale il drammaturgo forni la dinamica psicologica, e così facendo insegna cc.me nobilmènte si at– tei:gi il re folle'. l'intrigante abieHo. l'amante ingannato. il principe malato. 11 tiranno cru~ dele, il guerriero coraggioso o il candido ca- valiere. · · tro un mofbido testo di André Maurois. una deli– ziosa e scrupolosa. int.ima ed ufficiale. patetica ed ironica, artistica ed oleo– grafica documentazoine il– lustrativa di Marie-Thérè– se May su Le monde de Marcet Proust. Sorpren– dente e stringente. grazie al bottino ricavato dal saccheggio di album e schedari ed archivi di col– lezioni e gallerie preziose, essa va ad aggiungersi ma con più brio. all'altra do– cumentazione iconografi– ca sullo stesso Proust. compresa nella collezione Visages d'hommes célC– bres (Cailler, Ginevra. b~ 5 !!ges' C~~~~:en:i~a b~\~ più scientifico e più sto· rico intento ed impegno. Comunque il risultato di– vulgativo è sempre lo stesso. Le images de Proust. et. de son temps sono riesu– mate per contribuire ad una più cordiale cono– scenza e cd'mprensione del– l'opera prustiana attraver– so la rievocazione di per– sonaggi che. in vario mo– do. ne fecero parte, come ispiratori o come amici. giudici ed emuli. artisti o famigliari. E. tralas-ciando ogni particolare considera· zione. a noi piace constata- • re - nel trascorrere dal– l'una all'altra immagine, da una pl!oro di Nadar a una plançhe dell'lllustra– t.ion. da un ritratto di Boldinì a una -veduta di Monet - come simili do– cumentazioni. non resti– tuiscano soltanto la fattez– za fisica dell'autore insie– me con il lineamento este– riore del suo milieu. ma contribuiscano sottilmente. quasi per suggestione. a farcene intuire, e scoprire e posseder meglio il se"– greto profilo ideale. Da ul– timo non finiscono forse per agevolare una più effi– cace valutazione di quel· l'autore .accompagnandolo dalle albeggianti mu– nifestazioni scolastiche al– le luminose a(fcnnazioni artistiche? Questo si può accertare tani.o nel raggio di una curiosità legata a ritratti e a documenti quanto attra– verso lo svolgersi di un él5'SOrtimento di immagini e di illustrazioni. atte a fa– re ripalpitare. nella no– stra fantasia. la \·ìta e la opera dello scrittore nei luoghi e nei momenii stes· si in cui si manifestarono. Con Proust è tutto un mondo che ci riviene dc1· vanti agli occhi: il mondo perduto della Recherche: la storia d'una generazio– ne. ((Chroniqueur de ge- nìe. Proust ava1t pris à jamais les empreintes de son E?poque. il en avait immobilise Ics gestes, les attitudes. les modes. et jusqu'aux tics de langage. Mais camme son oeuvre allait plus loin que tout cela! 11. E anche questo si capisce. si sente più ad– dentro. nelJa sua ineffa– bile essenza poetica. os– servando i documenti il– lustrativi che di quella vi– ta e di quelPopera ci mo· strano qualche fuggitivo aspetto terrestre. E' come se nel medesimo istante ce ne discoprissero il simbolo. Rivediamo. cosi. località e persone mai viste se non nella intuizione poetica suggerita dalla Rechcrche. Le vediamo concretai-si. e corrispondere. nella realtà storica. senza nulla perde– re del loro fascino, anzi aumentandolo con un'in– tensità di rilievo che tiene dell'allegorico. Non è una prova che si potrebbe tentare anche con qualche autore italiano? Se lo dev'essere c~iesto l'editore Trevi (Milano, 1961) nello studiare il pia– no di una « biblioteca il– lustrata dei personaggi :o. E meno male che la rispo– sta dev'essere stata fi– duciosamente favorevole. giacché uno dei primi quattro volumi di Chi l'ha visto è dedicato a Cesare Pnvese. Sct:lta non cu-suaie, per– ché. come giust.amente pre– mette l'annotatore. in per– sona di Giuseppe Trevisa– ni. <1 di.videre l'uomo dal– lo scrittore è difficile an– che per il critico. special– mente nel caso di Pave– se :o. Ma proprio nel suo ca~o, u tutti questi suoi \'O\ti. da ragazzo alrultima estate .possono aiutare a comorendere, meglio di una confessione. non per– che Pavese si uccise ma perché visse cosi >. Ancora meno casualmente. dun– que, è stata me5'Sa in co– pertina. per tacito suggeri– mento. una fotografia di lui ragazzo. Di quel ragaz– zo che, a giudizio del Tre– visani. <t non volle mai di– ventare uomo». E ciò (t fu la sua çiebolezza e la sua !orza,._ Non saggio e non biogra– fo1:. la raccolta iconogra– cifa è un documento non meno espressivo e non meno convincente di alcu– ne tra le inte:-pretazioni della sua vita e della sua opera: da quella. storica. di Davide Lajolo (Saggiato– re, Milano. 1960) a quella. critica. di Franco Mollia (Rebellato, Padova. 1960). Ha inizio con le amare pa– role d'addio lasciate scrit– te sulla pagina bianca del- • la sua copia dei Dialoghi con Leucò. e, di' tappa in tappa - da quando nac– que a Santo Stefano Belbo . il 9 settembre 1908. a quando si uccise in un al– bergo di Torino. il 27 ago– sto 1·950 -. ha termine -con la fotografia della [olla comune che volle accom– pagnarne la salma in cor– teo. perche finalmente non si sentisse più solo. Tra quell'afa e quell'omega c'è scritto t1,1tto l'alfabeto di una vita tradoitasi in ope– ra con la spietatezza di ricerca e di giudizio. ri– scontrabile nella desolazio– ne di tante fotografie. do· ve assai raro e fugace è dato cogliere un sorriso. e sempi;-e sotto un'ombra di malinconia. quasi di fune– bre presagio, anche quan– do, per breve ora Pavese si illuse dell'amore di una donna « venuta dal mare)>. E' documento che si me· dita con apprensione. Lo completano una bibliogra– fia (quattordici libri; quindici traduzioni) e la riproduzione testuale di una sardonica intervista scritta dal Pavese per la "Rai :o nel giugno del '50 ed estremamente rivela– trice, atta com'è a far si che. tra Marilyn e Cast.ro. il <( ragazzo :o Pavese de– tenga,. in Chi l'ha visto, il proprio 'posto di scrittore con l'austera e distaccata rlignità del moriluro t'! ci· 'glio asciutto. ANDREA MANTEGNA: Madonn:., col Bambino (Mostra del Palau.o Ducale di Man10,,a) J[J) ' A\. JR 'JC J~ * ]lN JI'JC: A\. ILJlA\. La grandezza di Mantegna A N DR E A Mantegna (nato a Isola di Car– tura adesso in pro– vincia di Padova nel 1431, morto a Mantova nel 1506). iscrittosi alla !raglia dei pitlori padovani come fi– glio adottivo dello Squar– ciane. rivelò il suo talento pittorico essendo appena dici:1.ssettenne : ed era an– cora giovanissimo - tanto che per lui dovette firmare un suo fratello già maggio– renne - quando s'impegnò a dipingere (maggio 1448), insieme allo scultore e pit– tore Nicolò Pizzolo, metà della decorazione della cappella Ovetavi n e 11 a chiesa degli Eremitani in Padova. La grande mostra com– memorativa del Mantegna, allualmente aperta nel Pa– lazzo Ducale di Mantova, * di GIUSltPP~J SCIOll'flNO ha inizio con la sua attività padovana. Degli Eremitani (chiesa distrutta durante l'ultima gÙerra) sono pre– senti alcuni frammenti di affreschi ricomposti dal– l'lst.ituto Centrale del Re– stauro; un affresco che de– corava la lunetta sulla por– ta centrale della Basilica del Santo a Padova: il Po– littico di S. Luca, dipinto per la cli.iesa padovana di Santa Giust.ina: una Santa Eufemia; gravemente dan– neggiata e annerita da un incendio: la Pala di S. Ze– no in cui la partizione del polittico gotico è abbando– nata per una prospettiva che inserisce su un piano unico la Madonna e gli otto Santi (dei tre pan– nelli in basso. riprodotti. ne è tornato uno originale bellissimo dal Louvre: la Crocefissione); la tavola S. Sebastiano. compositiva– mente serrata in senso verticale e che rivela l'ac– centuata esigenza plastica dell'artista: L'Orazione ne/– L'Orto. forse cont.empora– nea alla precedente tavola. Probabilmente a Padova fu eseguito il ritratto del Cardinale Ludovico .Mez– zarc;,ta. uno dei pezzi man– tegneschi più plasticamen– te rappresentativi: opera autografa del periodo man– tovano è ritenuta da alcuni studiosi la Madonna col Bambino e Cllerubi11i, men– tre è molto incerta l'at– tribuzione di Madonna.con Bam .bi.no e i santi Girola– mo e Ludovico il cui colore intenso C statico. ed appros– simativo il festone che so– vrasta e chiude in alto le figure. Non facilmente da– tabili - ma da alcuni at– tribuiti al periodo padova– no - sono le opere. per al– tro molto significative. Ma– donna cot Bambino del Poldi Pezzolli e dell"Acca– clemia Carrara (l'altra di Berlino viene ritenuta del periodo mantovano). ca: hanno ormai un va– lore prettamente documen– tario - data ropera edace del tempo - g~j affreschi del frontone della chiesa di S. Andrea. recentemen– te staccati; mentre la Ma– donna della Vittoria, mo– numentale, di un assoluto equilibrio fra le figure e l'ambiente. con le sue aper• ture architettoniC:,e. finirà con l'influenzare il Correg– gio. Il Cristo morto, visto di scorcio. C. col S. Seba– stiano di Venezia. una tar– da opera del Mantegna, realizzata con una poten– za e un'audacia che de. nunciano-la suggestione dt Andrea del Castagno. Egli sta fuori del male e del bene, prepara l'uomo ad affrontare con nobili gesti e nobili inflessioni di voce e l'uno e l'altro, perciò si raccomandava di seppellirne le spoglie in terra diversa, anche se se r.e conosceva oscuramente questo altissimo ufficio civile e pedagogico (rari i tentativi di sopprimerlo, come quello di un puritano inglese, il Prynne). "L'année dernière à Marienhad" vince a Venezia I Le esperienze toscane del 1466-67 portarono il Manegna a una maggiore raffinatezza stilistica, a un più accentuato ritmo. a un senso più avvertibile de.i chiaroscuro. Testimoniano di questi approfondimenti di linguaggio: forse la Ma– donna con Bambino dor– mente, certamente la ì\'la– dorina delle Cave_. il Ri– tratto del Cardinale çarlo dei Medict.che in un certo senso pi·eludia alla Camera clegli Sposi. che riteniamo il capolavoro della matu– rità del Mantegna:. le figu– ra;,1oni in essa inserite non sono soltanto in proporzio– ne con , l'ambiente ma tendono · ad amplificarlo con accorgimenti prospet– tici singolari; I' incontro del marchese Ludovico .col figlio cardinale Francesco sulla parete di sinistra e la Corte riunita su quella di destra presentano e in– cidono il carattere dei per– sonaggi. fuori di ogni in– tenzionale intento celebra– tivo. Dopo due pezzi facenti parte dello studiolo di Isa– bella d'Este. prima in Ca. stello e poi a più riprese trasfe,rito in altre parti della Reggia. eccoci ad al– tre opere che documentano la tarda attività del Man– tc~na (siamo alla fine del Quattrocento e fioriscono i mategneschi: 'da Francesco SqÙarcione a G i o r g i o Schiavone. da Giovanni Bell~ni a Fra Benoglio, da Francesco Bonsignorì ad Antonio da Pavia. dal Del– la Corna a Gerolamo da Cremona.•da Marco Zoppo a Liberale da Verona. da Zoan Andrea a G. A. da Brescia). Grazie alla scuola dell'attore l'uomo non ricade vittima degli automatismi puramente animali, dei riflessi motori immediati. Oggi l'uomo massa chi_ede .all? spett~col_o di distrarlo. dunque meglio gli s1 attagha 11 cinematografo ipnotizzante del teatro, non solo ma in una società di massa nessuno desi– der~ nobilitare il proprio gesto, quindi è spre– cata l'arte del grande attore. Si desidera sì avere degli stereotipi pseudoespressivi, ma questi vengono forniti assai n:1eg~iodai carat– teristi, che infestano appunto il cmematografo. Mancandogli l'aria respirabile, il teah·? si è venuto riducendo nelle due pose agoniche. uguali e contrarie. il naturalismo e l'astrat– tismo avanguardistico. Si può oggi scrivere per ~l tea~r~·- farl_orivi– vere? Nella stessa misura m cui s1 puo edu– care liberamente un figlio a. dispetto della pressione delle istituzioni e dell'i~dustria cul– turale o scrivere in italiano a dispetto della pressione dei gerghi inodori e insapori, o gu– stare la bellezza d'un antico monumento (come cosa viva e non pezzo da museo) serrato fra orrori funzionali o aerodinamici. Difficile. Vale la pena di insistere? Ton s~ può non insistere, dunque inutile domandarsi se ne valga la pen~ .,.#/Ì,~~r,~·--r···,,.._ : .. :'f,'·:, Oltre alle copie del Trionfo di Cesare (gli ori– ginali delle nove grandi tele sono conservati al- 1' Orangery di Hampton Cour), di un ritmo incal– zante e ricchi di motivi grafici e cromatici, accen– neremo ancora al Redento– re e alla Sacra Fumi.glia di Dresda. che è fra• le più belle e qualitativamente alte composizioni dell'epo- Di Mantegna s~ultore si è parlat.o più volte: il Fiocco ebbe ad affermare l'intervento del grande ar– tista nel monumento a Fe– derico Cornaro ai Frati di Venezia, nella cornice del– la pala di S. Zeno. nei frontali dei due cassoni di Paola Gonzaga (museo di Klagenfurts). nell' autori– tr :at.to in bronzo, nel busto del marchese Francesco · Gonzaga. Il Luzio e la Tietze-Caurat hanno. jnve- ce. avversato tale tesi. Adesso nella mostra ven– gono presentate per la pri– ma \"Olta cinque statue in terracotta (Evangelista, S. Paolo, A nodo A nnunzian– re, Vergine Annunziata) che stilisticamente biso– gnerà attribuire al Man– tcgna. determinandone la datazione tra gli ultimi tempi del soggiorno a Pa– dova e i primi della nuova I

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