La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 26 - 25 giugno 1961

Pag. 2 t~ FIERW LETTERARIA Domenica 25 giu~no 1961 (continua da p11Jln11 1) metzlio dl Mazzini stesso, il mazziniano Pensiero e Azione. fu Cavour. \;n uo– mo cosl tatto seguitò an– che dopo la sun scomparsa ad operare fortemente sJ la \'ita italiana e non solo italiana. L'attenzione dei politici e storici presto si posò fìssnmcnte sopra di lui: e v·c unn letteratura mondiale sopra Cavour. sùbito dopo 1A sua morte. dal Treitsh e dal Kraus te– deschi, al francesi Mattcr e Paleologuc. all'america– no Tha:ver. quale pochi uomini dì Stato vantano. con un riconoscimento che si può dire unanime in– torno a lui più che attorno ad altri statisti e costrut– tori coevi che e~ualmPntc impressero il loro stampo su lf" cose. come Bismarck. I Padri della Patria dinastie ed ai lo.ro partlco.- \ Jarismi statali . S ono gli anni che il Piemonte di• viene luogo di rlfua:10 e. per molli, Il campo di Ja– voro di migliaia cli esuli d'ogni regione, clallR Sici– lia all'Istria e alla Dalma– zia, e Torino già prende l'aspetto e compie qualche funzione di capitnle d'Ita– lia e come tale è idealmen– te riguardata. cli grido di dolore che da tante parti d'llalia si leva verso di noi,. riecheggiato nel di– scorso famoso del Re. gen– naio '59. non è una figu. ra retorica ma una real– tà. Posio aggiun,l(ere che anche oggi si volgono da quella parte gli occhi e i cuori di tanti Italiani? . ·è solo, per nostalgia e senti– mentalità. ma per fermis– sima convinzione di un utile apporto che da quel– la parte potrebbe venire al bene del Paese. ,t\ggiun– gero ancora: non pas:-;a S?iorno in questa sconquas– sata Italia, che quella con– vinzione non si rafforzi. due nomi che vogliono dire Risorgimento E poi Garibaldi. Premet– tiamo Qualche considera– zione. Militarmente par– lando, il Risorgimento ita– liano non contò irandi bat– taglie e grandi vittorie. se ne togli San 1artino nel 1850. v,1.nto del vecchio e bravo esercito piemontese. oltre Solferino vanto fran– cese, e altri notevoli com– battimenti in cui Italiani e Francesi si trovarono af– fiancati, nella primavera di quell'anno: e poi le due J?iomate garibaldine del Voltarno. nel 1860. ~on contò _li!'randijitenernli. co– me apparve a chiare note dal principio alla fine. e specialmente ne 11 e due campagne del 1848 e 18-49 e in quella del 1866. infe– lici per le nostre armi. nu– mericamente non troppo inferiori a quelle avversa– rie: anzi. nel 1866. piutto– sto superiori. per terra e per mare, ma non bene adoperate r neanche tutte adoperate. E diciamo pure, per spiegare e un 'PO' giu– stificare il 1866, che eser– cito e natta erano nati 'Proprio aJlora. e contava– no elementi quanto mai diversi. non ancora fusi e affiatati, raccolti attorno al piccolo nucleo .piemontese. ,:\la spirito militare non manco affatto alla élite dei patriotti come del resto neppure mancava. virtual– mente. alla ,Rrande massa della j?ioventù italiana e del popolo italiano: ed ap– parve dalla fine del '700 in poi. nei reggimenti che combatterono con Napo– leone. nelle legioni di vo– lontari che parteciparono a ,Ruerre d'Europa e Ame– rica. prima di trovarsi nel 1848-49 su le Prealpi ve– nete contro gli Austriaci e alla difesa di Roma e Ve– nezia contro Francesi e Austriaci; apparve ne 1 1860, in Sicilia e in Cam– pania contro i Borbonici. nel 1866 fra i monti del Trentino ancora e o n t r o Austriaci; apparve duran– te le insurrezioni e strenue resistenze popolari inqua– drate e dirette da elemen– ti della borghesia e no– biltà. nelle plebi rurali di quasi tutta J'llalia. ma specialmente del l\lezzo– giorno • contro Francesi e Giacobini nel 1799, nei Milanesi nel 1848, durante le aloriose cinque Giorna– te. nei Bresciani che fe– cero le non meno ,e"loriose dieci Giòrnate, e nei Bo– lognesi dell'8 agosto dello stesso anno, nei J.,ivorne– si nel 1849, nei Siciliani di Palermo e di altre cit– tà nel 1849. nei montana– ri del Cadore ,guidati dal– l'eroico Pi e r Fortunato Cah'i. POCO dopo. Xc era solo naturale at– titudine, slancio q u a si istintivo di gioventù in– sofferente. Il Risorgimen– to e caratterizzato. dopo il Parini. Alfieri e Foscolo. da una virile concezione della vita, che considera durevole e fecondo di be– ne solamento quello che si acquista con fatica e sacri– ficio: ed assegna un alto posto alla guerra: alla guerra. necessaria si per conquistare l'ihdipendenza. ma non meno scuola di obbedienza e di comando: istruttiva esperienza uma– na. anzi la più istrutth·a delle esperienze umane; energia edificatrice per ec– cellenza. Ragione i,er cui uno scrittore politico e mi– litare piemontese. Cesare Balbo, pote\·a nel 18-48 esaltarsi a I l o spettacolo della gioventù accorren– te volontaria nelle file del– la Guardia Nazionale e dell'esercito regio per amore dell'Italia o del Piemonte. di Carlo Alber– to o della Casa di Savoia: ma ancor più di quelli che accorrevano cpcr nessuno,, e-per battersi>. cioè i,er ~e– nuino spirito militare, e più utile alla patria che non la passione, nobile. si. ma. come ogni passione. fuga– ce. della 'Patria stessa>. Si può dire che non ci !u pa– triota di qualche levatura. che, 'OUT mentre si iniziava alle sette o partecipava a congiure e sollevazioni di popolo. non si ponesse il problema militare, co~~ ,problema deUa guerra p1u adatt~ all'ambiente fisico Jtallano e alla natura degli Italiani e agli scopi imme– diati da raggiungere, e in– sieme come problema sto– rico filosofico e morale; e non vi studiasse sopra e non lasciasse scritti che co– stituiscono, accanto ai rac· conti e memorie di J?,uerrn. da quelle combattuta sot– to Napoleone. in poi. la letteratura militare del Ri· sorgimento. Assai noti nn· che fuori del nostro paese, furono i saggi del napol<'– tnno Luigi Blanch, Dclln scienza mi/Hnrc considera– la nei suoi rapporti colle ali re scienze e col sistema sociale, apparso nel '32. che tenta per la prima volta una dimostrazione or~ani– ca e sistematica dei rap· porti tra \'ita politica e istituzioni militari. e~ami– nati attra\'er~o i secoli. Il Blanch era un militare di professione: ma tanti al– tri, non militari o solo tem– poraneamente e occasio– nalmente. si volsero a stu– diare guerra e milizin. Bel– lissimi sagJi e pa,gine de– dicò all'argomento un uo– mo "di alto ine-cgno ed !ne· sauribile dottrina in 0Ani campo. che ave\'a parteci– pato alle Cinque Giornate milanesi. Carlo Cauaneo. Libro veramente geniale, vivo ancora o_l?gi.e quello di Carlo De Cristoforis Che cosa sia la i-,uerra. del 1858. A studi militari atte– sero Carlo Pisacane. un socialista nazionale che si trovò alla difesa di Roma e mori in un disperato tentati\'o compiuto alla te– sta di una banda di con– giurati per far insorgere le popolazioni del Mezzo– giorno contro i Borboni: Nicola Fabrizi, combatten– te in Spagna e poi. da Malta, instancabile cospi– ratore e agitatore. stacça– tosi da Mazzini per il più ener_l?ico e militaresco im– pulso che e~li voleva dar alla lotta contro i vC?cchi regimi e contro l'Austria: lo stesso GiusepPe Mazzi– ni, che. come capeggiò in– felicemente? la spC?dizione di Savoia dopo l'ascesa di Carlo Alberto al trono. co– si scrisse sulla guerra di bande. Da questo climn. fatto di insurrezioni e di guer– ra. varia e diversa nacque, come frutto della sua pian– ta. quel singolarissimo guerri,diero che fu Gari– baldi che, nel secolo scor– so. pur senza scuola di guerra e tirocinio mili– tare. impersonò più di qua– lunque altro spa,Rnuolo o greco o tirolese o polacco o sud-americano il tipo ciel combattente popolare. del duce di volontari e irrego– lari. Era un marinaio da piccolo legno mercantile?, solo per poco tempo im– barcato sulla flotta da guerra del Rej!Tlo di Snr· degna: tuttavia. esule nel Sud-America. si gettò al– la guerra di corsa contro un potente Stato come il Brasile. IW1go le coste atlantiche e ncll' estuario del Rio della Plata. E -per qualche anno. con forze minime. accettò sempre la lotta. fu. insieme capitano. combattente ed animatore di combattenti. Eguali at· titudini. poi. nC?lla ,euerra terrestre. fatta natural– mente di piccole a non grandi azioni: attitudmi cioè. da conduttore di uo– mini. rapido nell"inlenderc o intuire le varie situazioni e nell'agire in modo ri- ) spondente ad esse. ricco di inventiva e di espedienti in momenti critici, sempre presente con la parola e l'esempio in ogni momen– to della battaglia. col ri– sultato di ottenere dai suoi il mnsslmo di disciplina c. insieme. di slancio. Co– sl in America, così in lta– lin net 1859, quando ej?li. in di\'isa di ,eenerale pie– montese. fiancheggiò alla sinistra, tra monti e piano. i due eserciti alleati: cosi ed ancor più. ranno ap· presso sul \"olturno. vera batta~lia, condotta da Ga– ribaldi con accortezza da vero capitano. alla lesta di un \·ero esercito. Que– sto il giudizio che su Ga– ribaldi capitano danno apprenati studiosi di sto– ria militare. E \'Oglio ri– cordnre in prima.linea Pie– ro Picri. Ma la figura di Garibaldi deve essere in– tegrata con altri tratti che concorsero alla sua popo– larità. Anzi. se vi è stato come (u allora. chi pose in dubbio. anzi ne~ò a Gari– baldi capacità vere di ca– pitano (cnon capisce nien– veniva dalla scuola mili– tare e dall'ufficialità bor– bonica): nessuno ha di– sconosciuto mai il suo 1,?rande cuore. la .l?enero– sità con cui sempre sten– deva la mano all'avver– sario, l'assenza di fana– tismo ideologico. la ca– pacità di riscaldarsi per ogni betla causa, oggi la unità d'Italia. domani 1a bonifica dell'agro romano o la redenzione della Sar– degna. Dunque Mazzini. Cavour e Garibaldi, ognuno con sue attitudini. suo speci– fico campo di lavoro, di– scordi e concordi. qualche volt:i fierissimi avversari (non disse una volta Ca– vour che avrebbe impic– cato Mazzini. se lo avesse avuto nelle mani?), e pur collaboranti sul piano sto– rico, necessari l'uno alral– tro (come poteva Cavour disarmare le potenze con– servatrici. se non prospet– tava ai loro occhi il peri– colo della rivoluzione in Italia, quando non si fos– sero risolti in altro modo i suoi problemi?). Gli stes– :;i Mazzini e Garibaldi, pur idealmente vicini. so– no, nell'ultima e conclusi– va rnse. lontani e poco con– cordi, l'uno con i suoi fer– mi principi e il suo pro– gramma totalitario e il suo ideale che non la tro– vava mai pari con la real– tà. l'altro con la sua impa– zienza del troppo discetta– re e attendere. la sua pas– sione di realizzare. '.\la questi uomini. pure ricca– mente dotati. non bastava– no. Ci voleva un punto di appoggio, un centro di col– legamento e direzione. una preesistente e consenzien– te e accredita forza costi– tuzionale, insomma un Re. E !u Vittorio Emanuele II. re di Sardegna prima che d'ItalifJ. Preziosa e inso– stituibilr- l'opera di questo monarca che, sotto la ru– vida scorta. ebbe grandi qualità: soldato di gran cuore e anche di certa in– telligenza strategica, mag- sonali qualità sue. ,\ non contare un·attra qualità sua o meg:lio un'altra for– za che gli veniva dai suoi maggiori, dalla secolare dinastia da cui usciva. Ri– salita su dal gorgo in cui le lotte europee per l'Italia l'avevano trascinata nella prima metà del cinquecen– to, essa si era messa su– bito al primo posto tra le dinastie indipendenti del– la Penisola; essa. più del– le altre veramente indi– pendente ed oltremodo ,::e– Iosa della sua indipenden– za: essa. addestrata ai ma– neggi diplomatici e solle– cita delle sue forze milita– ri. né solo per conservarsi ma anche. per crescere Ce •chi non cresce muore>, so– leva dire già tra il '500 e il '600 Carlo Emanuele I): essa, accreditatasi come sostegno primo della e li– bertà d'Italia, dopo che Venezia e i Papi erano scaduti da questa funzio– ne e riputazione. e ca– pace di far coincidere? in– teressi dinastici e più lar– ghi interessi italiani: es– sa. unica superstite nel 1700 fra le altre dina• stie allora estintesi. sosti– tuite da straniere dinastie as'burgiche e borboniche: e perciò. unica dinastia ita– liana o e naturale > come già allora si disse, unica La lc-gitt1ma >, come sj dira nel !secolo appresso. nel secolo del principio nazio– nnle. Ra~ione per cui, quando nel '600 e '700 cresce l'in– tolleranza elci domini stra– nieri e si comincia n pen– sare a qualche fonna di unità, gli occhi degli Ita– liani, per quel tanto che vagheg,ll'iano indipendenza e unione di forze, si vol– jit'.Onodalla parte del Pie– monte. come che di h e soltanto di Il possa venire quel principe che '.\1achia– VC?lli a'"·eva invocato. Ed al Piemonte ed ai suoi Re torna no d nuovo a vol– _l?er. ;i.in mi!;ura crescente. dopo il 1 815. superata la nuovn tc-mpesta della ri– voluzione e di Napoleone. Carlo Alberto i! appena sa– lito al trono e già a lui. guardn t-.Iazzini, pur già orientato ormai verso la rcpubbliça, .'\I figlio Vit– torio Emanuele e soltanto a lui. dopo la effimera col– laborazione dei Principi nei pnm1 me~i del "48. ~uardano in misura cre– scente. e potremmo dire nella loro pur circoscritta totalità. gli [taliani siano essi repubblicani unitari. si.tno repubblicani federa– listi. siano monarchici ma, fino allora, legali alle loro Dopo tutto questo. noi possiamo essere un po' in– dulgenti verso i quattro Grandi e 11 Risorgimen– to, anche se essi nel '59-'61 e non fecero la rivoluzio– ne agraria > e e non rh,ol– sero la que~tione sociale >. come un recente storico in– ~lese cd altri Morici ita– liani prima di lui. hanno fatto rìmpr0'-'ero ad essi. GIOACCHINO VOLPE MAZZI d, Michele Saponaro biografie vive accurate appassionanti ritratti fedeli e commossi di due uomini di una nazione che nasce IL CO TE DI CAVOUR di Alfredo Panzinr due volumi splendidamente illustrati dc "LE SCIE'· ,vlondadon funzione dell'Esercito giare cli quello che comu– nemente gli viene attribui– ta. certo maggiore di quel– la dl parecchi suoi i::ccncra– li. come apparve nella in– felice giornata cli Custozn, 1866: nnenn di giudizio politico. come dimostrò in molte occasioni. per esem– pio. nell'accettare Vitla– Cranca. E lo riconoscerà a mente fredda lo stesso Co• \·our che pure, in un primo momento, era insorto con– tro il Re con non rispettosa \'Ìolenza; abilità a proce– dere fra scogli e rapide. :\teno legato di suo padre ad un riJido sistema poli– tico-religioso, egli capi e accettò più facilmente e francamente di lui i nuo– \'i tempi e. riprendendo dopo il 1849, cioè dopo la ~rave rotta di Novara e dopo lo scatenamento del– le passioni partigiane, la opera iniziata dal padre. pili facilmente trovò la giusta via. dominò i par– titi. fu pre!=enle con illu– minata e pronta energia a tutte le cose di governo, specialmente relative alla politica estera. alle forze militari, anche ai rappor– ti con la Chiesa. pur man– tenendo ferma In costitu– zione giurata. Andò incon– tro ai novatori e si intese come da soldato a soldato con Garibaldi. non dimen– ticando anche con ciò di essere Re e mettendosi in condizioni di agire esso sui novatori. tenerli a freno, guadagnarli a sè ed alla causa dell'ordine monar– chico, pili che non riuscis– :-c a fare Cavour. E ciò fn di lui l'nrlefiCC? massi– mo di quel rapido volger– :,;idi tutti i partiti e grup– pi e uomini rappresenta– tivi, uno dopo l'altro, al Piemonte e alla Monarchia. dal 1849 in poi, Contenne in tal modo Ja rivoluzione italiana nel tempo stesso che le diede forza. la ac– creditò internazionalmente e all'interno. Di questa ri– voluzione e di una Italia che nasceva i.i fece in un certo senso garante dinan– zi all'Europa monarchica e conservatrice. Disarmò con la sua dignitosa fierez– za Napoleone 111 dopo lo attentato Orsini: e potè forse. con la simpatia per– sonale che suscitò nella re~ gina Vittoria, avversa al moto nazionale italiano, addolcire questo avversio~ ne. Allenuò le diffidenze popolaresche e contadine– :-che. specialmente del Mezzogiorno, nei riguardi del nuovo regime. Si fece anche conciliatore tra Ca– vour e Garibaldi. Dopo In morte di Cavour. quando molti si guarda\.·ano sbi– iott1ti. sostenne 1ui. col suo robusto coraggio. la fi– ducia degli altri. Alla vi– gilia del 1866, in un mo– mento in cui era da chia– mare nuovamente a rac– colta tulle? le forze, cospi– rò segretamente col Mazzi– ni. Insomma, !u veramen– te al centro della vita ita– liana. nel ventennio delle prove e delle realizzazio– ni maggiori. nella formazione dello Stato unitario * Prima e/e/l'unità territoriale. l'unità morale degli italùmi er<L stallL materiali=:.ata nell'Esercito di Vittorio Emanuele * Q UANDO il 4 maggio 1861, :Manfredo Fan– ti, l\Iinistro de 11 a Guerra. firmava e dirama· \'a quella breve • nota n. 76 > che in sostanza era il vero atto di nascita uf– ficiale dell'Esercito Italia– no. lo faceva nella formtt più semplice e piana chC' si possa imma2inare. Una forma che forse potrebbe dirsi addirittura dimessa. ma era la più idonea n conferire a quell'atto tut– ta la solennitù che ad esso competeva ed a metterne in risalto il "Profondo con– tenuto storico. Rispondeva in pieno allo stile dell'epo 4 ca. tutto conseguenzialità e logica stringente. ientc esaltazione; nessuna enfasi; non ombra di paludamenti retorici: e Visto il Regio Decreto> per efietto del quale \"ittorio Emanuele ll assumeva il titolo di Re d'Italia. il Regio Esercito doveva prendere e il nome di Esercito Italiano. rima· nendo abolita l'antica de– nominazione di Armata di t,'EIUHNANDO DI LA.UtlO ta\.·a irto di difficolta cl.i ogni Jenere - formalmen– te venisse risolto nella 1ra– niera più semplice ed ele– mentare quale fu quel:a di e partecipare> ufficialmen– te -..olo il nuo\'o nome. il fatidico nuovo nome che quasi per necessità contin– gente. per esigenza buro– cratica esjo do\.·e,•a assu– mere. Scompari\-a l"antica denominazione di e Arma• la Sarda, e non l"accom– pa_Rna\'a nemmeno una parola di elogio e di rico– noscenza. ~on ne era il caso. cd anche questo rientrava esattamente nel– la austerita del costume dell'epoca: la graLtud:ne. perenne e di intensità ~en– za limiti. dove\.·a e:.-~ere un sentimento spontaneo e naturale delle 2enerazioni postere. non doveva né pote\·a in alcun modo es– sere sul!gerita o impo:.ta attra\'erso un documento ufficiale. Quarantasette anni più tardi. sulla parete di un cascinale diroccato Tutto questo egli poté farlo non solamente per la sua qualità di Re, ma anche per altre e più per- L'EDITRICEMIT di Cori1li•– no Calahro pubblica collana li• hri, opu1coli poui1, 1pu1 a Cl· rico autori, condiiioni fuore• Yo\inime, plflffltnlo 1nd1e n· tuie. Sarda n. J-~cco tutto: una sola e scmplìce e partecipazio– ne>. ~ eccone l'essenza storica, che oj?ni diversa men che? modesta espres– sjone a\'rebbc guastata. che o,c:ni meno che impli– cita sottolinenturn avreb· be turbato: l'Esercito its– llano non nasceva in quel momento: virtualmente. spirilunlmcntc c. sotto al– cuni aspetti. anche mate– rialmente era ,e:ià nato da tempo. cd ora riceveva so– lo il suo battesimo: l'impo– ~izione del nome e. con <1uesto. la qualificazione ciel viatico. Era già da tempo nato. e ben lo sapeva Manfredo Fanti che il 24 giugno del ·59 avC\'a comandato la 2. Divisione a San ~larti– no: ben lo sapevano tutti. ~nerall e Governanti. al quali non era certo sfug– s::ita l'enorme portata della costituzione organica del Corpo dei Cacciatori delle Alpi che a Varese, a Lave– no. a San Fermo. a Seria– te, a Tre Ponti aveva sug– s::ellato con il sangue ge– ne-roso di volontari accorsi da ogni angolo della Pe- nisola !"indissolubile \·in– colo con il quale lil Patria alfine ritro\·ata lcjtava in· sieme tutti S!,li Italiani Ben lo sapeva il µopolo intero che quei \'Olontari d"ogni ceto e d'ogni cl~ aveva offerti a Garibaldi divenuto simbolo e perso– nifìcazione delle nuove travolgenti forze d'una ri– voluzione Id e a I e !utla tutta di !ed e, di en– tusiasmi e di eroici slan– ci: e lo sape\'a l'Europa. tutta. gli allenti di )Ia– ,c:enta e di Solferino testi– moni delle più ardue e du– re prove del cnmpo di batta,Rlia. i nemici che avevano do\'"ulo accorgersi come e quanto fossero stn– te affilate ed appuntite. in dieci anni. le \'eCChie baio– nette del 1848. l -contingenti lombardi cd l tosco-emiliani dell'E– sercito de1'la Lega avevano dato all'Armata Sarda un apporlo di viioria dal quale Cavour poteva trar– re una base di fiducin e di coraggio per concepire cd apportare l'audacia della campa,c:na militare del '60. f. la slrcua di mono. ca– lorosa e cordiale, sulla Europa e Risorgimento tra..'1.COrsl. Alexls De Tocqueville già a,•eva saputo selez.lo – narc 11 \"ero dal falso per quanto sl riferisce alle dott.rtne dell'89; e, recato.51 al di là dell'AtJantlco. aveva informato 1 contemporanei dl quel che gli americani avevano !atto sino dal tcmpl In cul i oolonl. diramandosi nell'ignoto del continente. a.vevano costituito gll Stati e poi li avevano reclprocament.e cd incUssolubllmente saldati. facendo rtcor- 60. come Olorglo Washlngton aveva indicato. ad un « for– te potere centrale». La seconda. metà dcll'800 aveva iniziato il lungo ciclo delle oontrapposlzloni violente tra 11 naziona– lismo fr ancese e quello prussiano. 011 stati nazlonall di– venta.no stat.1 nazionalisti e tra. essi a.lcunl vedevano im– porsi I l'eglm.1 totalitari. n proletariato non riusciva a respingere la pressione capitalista e le sue stesse imponenti organJzzazlonl internazionali si lascia.vano battere 1n brec– cia dal mito della patria che si dCWeva.dilcndere e del Paese che doveva diventare potente, Jaurè.s fu l'ulUmo epigono dell'Europa che d.Lspe.ratamente tentava di ti– trovare se stessa. E poi è venuto l'85Slll'l;io; v~t! a. dire che Jo Stato nazionale ad intervam ha rinnovato. per oasi dire. la 6UR morte e sempre è rinato più forte. Come è OVV!O, sl mettono avanti le glust.iflcaz.lonJ o, perlomeno. le scusanti: si tf3.tta di salvaguardare l'Europa. f~~i·~:~te~J,'~'!J~:} 18 ma~~le~t nlsmo e della potenza che maggiormente l'lncama; e gli stati nazionali cse.rctt.ano ciascuno il patrimonio più com• pleto della loro sovranità perché ne sono legittimati dal– l'adesione popolare e dalla nobiltà indiscutibile del fini che perseguono 1 loro esponentl. Che cl si trovi in una &itua.– zJone estrema d'emei,renza. nessuno può contesta.rio; mn f~~· fct~~enetl,~~~~~al=~~~~ln~ed~:n~ sistemi con cui l'Eur opa an data incontro alla. prima ed alla seconda guerra mondln.le e si è pra.tlcamente privata della sua aut.otit.à pollt.Ica, d elta sua potenza. morale e civile. Porse vi è wrn. s piegazio ne umana dl ciò: la ten– tazione del poLere, a cui qua.si sempre cedono gll uomini. è la l'a.gione del conserv arsi e del rinnovarsi degli stati nazlonaU. degli attentati ef !ern.ti o legalltari al l'eglme di libertà. del permanere di un'Eu ropa in'csoluta e divisa. VI 5000. occorre ammetterlo. le det.enninanti ideologiche, f.f~e~~all h~=lor~ ~~~~o :a~~ 1 ~e~; della vita; ma vi sono anche sotUII determinanti pslcolo– glche, cU cui la permanente tentazione del potere - una t.ent.az.lone cho è sempre 1n fase ascendente - è U !attore dectslvo è più Importante. ChJ è alla. testa di una soc.letà nazlonale non è incline a deferire ad un « forte potere centrale» una parte del potere che esercita cd una parte della sovnmità cU cui è 11 maggiore rappresentante. E' un atteggio.mento !acile stabilire per essi un denominatore comune. respingere 11 megl!o perché nemico di U.."'l bene che è bene soltanto perché consente lo.. continuità e In plene-2:lAdel lOro potere e non a!tatt:o si traduce nell'in– teresse e nel beno di tutti. Per questa via gli stati naziona– li rimangono ed aprono, anzi. la v ia al prepo tere pen;onn– le. alla deformazione della volontà popolo.re ., a.I !atto che le 1stlt.uzlon1 democratiche vengono ignorate ed. 1n alcuni casi. soppresse. So un paragone può es.sere fatto. l'Europa di oggi sembra. essere l'Europa della restaurazione. quan– do, con 11 pretesto di liquidare le conquiste del Buona– part,c. 51 cercò di sopprimere le già ar.gust,c libertà bor- ghesi e di consolidare. allargandole. le preoedenU domln!l– zlonl dinastiche. S1 trat:.a. occorre subito dirlo, cU analogie soltanto: ma di analogie impress1onn11U. che ammonisco– no ta. classe pollt1ca europea deU·urgcnte dovere di tirarsi fuori dR un orrendo giro Y12JOSO e di affrontare coraggio– snment.<- la sua nuova ed indlspcnsablle esperienza Chi esamini Il Risorgimento italiano e si domnndl qual€' sin. In. rnglone più forte dell'a.pparentemcnte miracoloso suo 8UCCCS60 non può non convincersi come quC$lO derivi dalla capacità del suoi artefici di tras!onnare l'Italia da Srnlo periferico n vero e proprio Stato europeo, sino n1 punto di aver dato. con queste medeoiimc gest.a. all'Europa w1 qualcosa di nneor piu europeo ed Rgll Italiani una misura d'eguaglianza con gli altri cittadini di ogni stato del continente. Cert.a.n}ente. arrivata per ultima. l'ltalia tu la prima a subire 1 riflessi deteriori di quel male dal quale. ad uno ad uno. si lasciarono abbattere tutU e che ha nel nazlonaJ1smo. nel capitalismo e nel colonialismo le sue manifestazioni sallenLI: ma se l'esame del Risorglmento deve portare alla sua conclusione obbliga.torta. essa è quella di ricavarne lo .stimolo per ntomare nel un'operazlo- ~~. c~~~~en~~~~~~\ta d~~à~n~1:~: ;:~~c~~b~l~e~~~ubi:~~=:~ ~e~n;:n~;~ tlcolare, di un'operazione polJtica; tenendo conto. nel me– desimo tempo, come sia. orma.i. Jmposslblle per:-egulre Il traguardo dell'accentramento europeo, ma come-. nl con– tmrio. cl si debba orientare ver.50 la n::.eta df'I collega– mento di ognl altro c.ontlnente con l'Europa e della ca– pacità di quest'ultima di non venir meno all'adempi– mento del suo mandato. Se nel secolo scorso li Rlsor- ~f~~e! 1 ~ 1 8:p 0 po~:0Stnv~i1~: af:1~ ~r~:rder °:~~ Unente, ottenendolo mediante un'Impostazione ortodos.sa del suo pensiero politico e del suo cCmportome nt.o. oggi questo medMimo p0JX)lo è già su piede di parità co11 qua.lslnsl altro ed. anzi. può procedere ad un'attività dl r1cnmb10 l'CI alla formulazione di un'offerta. E' Il se– condo Risorgimento. sono cioè le tisultanze effettive del periodo politico della., resistenza. che cl mettono In grado di procedere ad un terzo e di camminarne persino all'avanguardia. Si t-ratta del risorgimento eui-opeo per In scomparsa irrevocabile e deftnJtiva degli stati nazio– nali. per l'ellmlnaz.lcne di strutture cristallizzate e gerar– chiche; perché si vada finalmente al di là di un'Europtl democraUca la cui polltica interna consl.5te nella generi– cità di un'alleanza e non affatto nel detennlnarsl di una sua volontà generale; e perché gll statJ desistano dali'Jm- ~!~e~il c~d~~~i~r t!uo~ ~~~at~ ~~1:t~reor; pi~ vasto e per as...qunere, insomma. una loro coscienza plu at.t,unle ed un1t.arla. Qu<'Sto risorgimento si deve fare per la. verità e per lR pace. Per la verità JX)litlca che non con.sl6t.e - cosl come non è oonsistJto per li processo d1 !ormailonc unHatia dolio Stato Italiano - In ne53una dlacrimlnRnte ldeologin e che, quindi. non consiste nel co5trulre un'Europa crl.!itla– nn o liberale o socialista; ma soltanto nella enucleazione del bene e del giusto, nella rele~one del male e del danno, nelln accessione ad un continuativo e comune vantagglo. Per la pace. che si traduce. in primo luoeo, nella. salva- strada di Teano. fra \"itto– rio Emanuele e Garibaldi. significava cd era. in real– tà, l'abbraccio commosso cd esultante di tulti ,l?li Italiani redenti nel nome della Patria risorta. L'Esercito. dunque. al– lorché la proclamazione del Regno d'Italia dava una consistenza concreta cd efTettiva al pro_l?ramma unitario nazionale e ne realizzava. concludendolo. il -primo e forse oiù impe– gnati\'o e difficile ciclo. aveva già materializzato quell"unità che era stata la passione e }"ideale. assai spesso ferocemente re– presso ma non mai doma– to e debellato. di intere generazioni di ~Jarliri e di Eroi. ed a\·e\·a assolto. con altissima benemeren– za. il suo compito istitu– zionale che J'ave\·a collo– cato al centro della lott;1 per l'indipendenza e al vertice della dinamica ri– sorgimentale. Era pressocche lo.1?ico e naturale. pertanto, che il problema dell'Esercito - che nel quadro delle pre– occupanti atti\'ità or~anii– zative del 1861 si presen- (continua 7 pas;ina 6) PUBBLICH lAMO E L\N– ClAMO opere d'o anl ten– denza e genere a condlz.lo – nl wrntagalosc. l nterpella- 1ecl. Scrivere: APPRODO, Luns;oteatronuo\'O, 29, Na– poli. guardia del regime democratico ~ nell'ancoraggio di ogni esperienza al dovere di un'etf..?ttlvn ~!berta; ed. inoltre. nell'attrszlone degli altri. degU 5tatJ che ancora non vogliono o non possono venir fuori dal cerchio della do– mlnazione clas.:,-ista e che. qualora domani lo facciano. esi– gerebbero d1 nou do\"en! cm2..q,re ed Ul!ra.ngersl contro la barriera degli stati nazionali. di non dover fare un re– gresso pauroso nel tempo. ma di 1.nserlrs.i in un'Europs Istituita. con le sue artloolazlonl e le sue !eggt. Per far questo occorrono il coraggio e la buonafede d'am:neuere ~o~n~~i,efs~c~~f p~: :~ti~~ =-d~~tem~~?~~: sono venute m'!!l0 alle preordinate loro f inalità. es...--e SM– m.nno tn grado. al massimo. di realizza.re una maggiore lnt.ensita di produzione. di circola zione e d i scambio: ma la loro origine risiede negli stati naz.lonall e questi non possono non e5,3ere Il loro punto Cbelu.slvodl rilerimento. Occorre. dunque. prellmlnarmente stabilire una base d'Inizio. che s'Imposti sulla certezza. del loro esaurimento. che vi sostituisca la. volontà generale ed U progresso ge– nerale verso lo stato europeo, e Vedere un grande popolo. avvertito dal suol legl.SJatorl che le ruote del go\'nno stanno per arrestarsi. rlflel~ere su se stesso i suol sguardi senza precipitazione e sen~-i timore. soudare la srofondità ~~~ ~~od~ntr~::~r :u~~:1 q~~~o a~u~~o ~~~e: indicato. accettarlo e soltometter.;l volontanamcnt.c ad esse. senza che ciò costi né una lacrima né una goc~ia di sangue all'wnanltà •· Sarà rEuropa. capace di compie– re q_uesto processo che Il De Tocqucvtlle deserlve,·a essere avvenuto negli Stati Uniti d'America? Questo è il ri.3or- ~~~eich:U:itt:3~e11nt~:f :~;fr' p~ò d~~~~al:in~:C: Il popolo Italiano. SI badi bene: 1n Elll'OJ)a le « ruote del governo• già. si sono arrestar.e. essa non rl!lelte sopra &e stessa. non sonda la prorondltà del male e non cerca a.tratto di scoprire 11 rim~to. L"Europ,l sembra soltanto dedicarsi allo sfrut.tamento della sua prosperità e Sl di– chiara convinta che l'aumento del t.c.nore dl vita delle masse proletarie non le fari\ cadere in preda del marxi– smo rtvoluzlonarto. Aumenta Il tenore di vita degli operai. del contadini, dei lavoratori é>UbordlnaU e non Importa se aumenta l'accwnulazlone capitalistico. se &I accre~co- i1~1a~zJ~htu~~ri~ii~~ :cls~rt: qt~;toser:~~n~ufucf:1\~~: occorre ammettere c-he Il nsorglm ..nto europeo per la ve~ rltà e per la pace non potrà n&iOlutnmente essere fatto: perché quando l'Europn cormmlst.a avrà raggiunto il teno– re di vita dell'Europa democrnt.lra. allora esMi sarà una forza sempre più potente di attraz.lonc per le enteaorìe pro– letarie. alle quali potrà garantire una maggiore g1ust 1 z 1 a. VI è ancora poco tempo per potere etfettuare li n50rg1- mento europeo. per acoorge~l dell'insufflclenza e del tra– dlmenU degli Stati !la.zionall. del vuoto che !tl nasconde ~:e~aT~le q~o~d~~~~zc~;ia~~r::o d~I Po~rf~~~ « La libertà - scriveva Mazzl!lJ - è un ordinamento deUt\ facoltà umana all'Intento voluto dalla natura; la libertà è ~~a v~ 1 ~~~a7!r~e ~1J~~~~t~~q~i~~e~l~~t~~~·n~ \~;: ne atrermat.a ed espressa. nei suol confronl1 vl~ne eff'e<r ~1!3~f ~:n~ l~rtfu~e:a_en~~ :=~tad~1!~~ f;~ riSOrg:lmcnto europeo per la vetitA e per la pace per ~~: g:~o:~:~~-ta~~ Q~es 5 t!,ru~tuq~a~~~1!~11•~t~: ltiJ>~pafa~~<t~~ll~ ~~~sf!ccf~n~ :1{e11~fl~red~~~~ riuscire. insieme con gli nitri. a re11.llzzarc. traendo su ~~~e r;~~~\ 1 e d1!~co:t~onlb~f!u~~i~:" rlsorglmentall le più DINO DEL BO

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