La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 25 - 18 giugno 1961

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Domenica 18 giugno 1961 Luigi Pirandello (Continua da J)aglna I) libertà dei personaggi, i cui movi~nti sfl!ggono alla. preordi– nata impostazione dcll'aulorc, ed alla ntualc tccmca dello spettacolo, assume aspctli imprevisti, incalzanti,. taalic~li. I.a traiedia greca riappare scn.!a aperture d1 spalli! bru– licare di mscgnc, sfarzi di coi.lum e, ma con. ac cc.ntt c.osl profondi e roventi da stagliare sul pal.co?ccmco d,~adorn~ Je dimesse e spaurite figure dei prota gomsl1 come p crsona1:;111 indimenticabili di un teatro uni\•crsalt:, . Non senza motivo Silvio D'Amico nlcvn: « nel latta, l'iran: dello teneva alla sua grecit!l, e, malgrado le apparenze d1 tumultuoso verismo, lo proponc,,a come un draml"!"agreco•· Nella 110\'clla • La tragedia di un pcrsonagg10 • da cui gcrmin'arono e I sci pcrsonag5'li in cerca di auiorc• .P. a,c,a scritlo: e chi nasce pcrsor:aggio, ch1 ha la ventura d1 nascere personaggio vi\'O, può infischian.cne anche della morte. l\on muore più. Muore ruomo, lo scrittore, st~mcnto nat~~alc della creazione: la creatura non muore p1u. E per v1,_erc eterna non ha mica bi5.ogno di straordinarie dot!, d! Comp1crC? prodigi. Mi dica lei, chi era Sancho Pan7..a?Mi dica Jc1 c.h1 ere Don Abbondio•. In altra c\rcosta!lza P. ave\'a ~ol~to: e la stranezza che si avverte cogliendo ti rapporto. dcli.amm~ con la ,,irn, può trasfonnarsi in tortura se cons1dc11ai:no 1 rapporti del corpo con l'anima ... alziamo una mano nell'~nco– scienza e il i,!Cstoti resta sospeso. Ci pare strano che l'abbrnmo fatto noi. Ci vediamo vivere•· ln quel ci vediamo vivere è la sequenza di una r~nllà che osscr..-atn nello specchio della rifl~ssionc, l':\pprofond1sc_c, la viviseziona, I~ frantuma, e la ricompone, ponendo 111 giuoco i suoi ::i.spellipoliedrici. . . . . L'umorismo pro,,oca le sue reazioni, opera le.~ue ~clc.z1om, affronta i suoi temi. Talvolta le punle della critica 111c1dono su di una realtà troppo pesantemen1c raffigurata o supposta, fino a rendere Jegillimi preoccupazioni ~d. allarmi. In q~c.sto senzo va considerata la presa di poswone della •.C1v1ltà Cattolica a - anche nei riguardi della genero~a. sortita d~! M1gnosi - in1esa a ristabilire il fondamento d1 msurro,gab1h posi7ioni eliche. . Ma 0, 1 c si ponga menlc alla 1emat1ca costante della lc11c– ra1ura e del tca1ro di quel tempo quasi cselush•amente incardinate sul triangolo familiare, identificaJC nelle aberra: 7ioni dell'egocentrismo, dominate dalla r~t~lità del mate, ~1 chianranno e comprenderanno i 1erm1m della denunzrn pirandelliana. . Lo scrittore capovolge conce11ualmente, 1ccmcamen1e, scenicamente le posizioni imperanti ·ne;I teatro: rnst1tuend<? alle figure ai stoppa della convenzionalità, crcatur~ colorant1 e pensanti; ai fantocci di una mono.tona pantom_ma, persQ· naggi dotati di volontà nell'ansia del nscatto; alle impalcature dell'ipocrisia che ,,orrebbe mo;;trarsi con le apparenze della sincerità, le lince di una costruzione più soffert~ che .i~tuita, più invocnta che concepita. Per questo l'ormai trad1:,1onale commedia inutilmente chiassosa e roboante oppure frivola e banale, si mutò in dramma e perfino la pochade a_ss~mseil tono della tragedia. li dramma del male, che, al d1 la delle apparenze tenta la via della liberazione; la tragedia dell'er– rore che ~crea la strada della verità. Non sempre il passo è sicuro e talora la denuncia appare, se non sfocala, spropor- 7ionata. Ma la protesta pirandelliana, pur nei limiti e con le riscn•e provocate dalla sua fom1a1.ionc, resta nella storia del teatro italiano e mondiale: per l'intmzione di una profonda crisi morale, per la volontà di fronteggiarla, per l'originalità delle sue realizzazioni. Piero Gobetti avcva definito Pirandello e poeta della dia– lettica a, non senza però subito precisare: e la sua rii orma è tu1ta interiore e personale; e reca con sé un rinnovamento tecnico solo nel senso che il suo spirito si crea una forma sua, si' esprime in modo adeguato alla sua personalità. Tutta la filosofia che si ritrova in P. non è as1ratta cultura, non brillante paradosso, ma forma-menlts dell'auto';C, via cui c~li è giunto a ritrovare se stesso, ad approfond11'c la propna coscienza ... •· Mario Apollonio, nel dizionario _lc1tcrario di Bompia.ni, così conclude il profilo di P.: e ••• dietro la sua novelhst1ca avverti la presenza interrotta sia pure o ininterrottamente fev~~~i~~e~e°dia v 1 i\~t~~ di:;;,r;:~['~~ ~~:t~ 0 r'l ~~o~1:id~~~~~ turgia, muovendosi sulla sua linea, si apre al divino del personaggio ed alla consolazione spirituale del coro•. Nello squallore di una scena allora popolata soltanto dai e cinici dell'abilità a e dai funanbolisti dell'csterio1ità, l'opera di P. assume un valore, mentre il pensiero di Lacordairc ci ammoni<cc e sollecita: e chi ha troppo temuto i pericoli del– l'errore non lemerà mai abbastanza i pericoli dell'indifferenza•. Emilio Cccchi che fu largo di riconoscimenti per l'opern pirandelliana. ebbe a porre in rilievo, non senza ironia, che nel teatro dell'agrigentino quando si apre il sipario ogni cosa è già avvenuta. E' anche questo un elogio: nel periodo in cui l'azione scenica si impostava e si esauri\'a nella cronachistica ~uccessione di clementi meramente esteriori cd oleografici, P. 1,entì l'esigenza di approfondire la pslcologia, gl'impulsi, la sensibilità di pcrsona~gi che non si limitano a parlare ma pensano, soffrono. gioiscono: vivono, insomma. Corrado Alvaro in brevi tratti di sintesi colse al vivo il trapa<:so della \'ecchia forma rappresentativa ormai irretita in posizioni esangui ed esauste ad un teatro percosso e sospinto da un presagio di rinnovamento. P. è stato l'inizintore di questo ciclo e sarà interessante cercare e documentare la ,•astità e la profondità del suo influsso in Italia ccl all'estero. E' un bilancio da tentare richiamando le annolazioni, i rilievi e gli studi della critica: oltre le personalità già citate quelle che vanno da Simoni a Bemardctli, da Vcrgani a Ocrtuctti, da Mlchelotti a Possenti, da Bontempclli a Terron, da Radice a Dc' Fco. Per ora e per quel che nguard;1 il nostro Paese tre fiaure di autori <:idelineano nettamente: Dicao Fabbri, Eduardo Dc Filippo Ugo Betti. La drammaturgia che si apre al divino è tc,timOniata da e 1 figli d'arte• del F.: i Sentimenti, le ansie, le suggestioni di personaggi sorpresi e visti co_ntrolucc in una fusione di clementi reali e fantastici, trovano, mfinc, un punto di equiliblio che culmina e si trasfigura nella luce della Grazia. Eduardo Oc Filippo - che dopo aver portato al successo Liolà •, • Berretto a sonagli • e • Abito nuovo•• m odellato da P. sulle risorse dell'artista napoletano - reali7.za in e questi fant.;.smi • un'opera di tipica impronta pirande lliana. J I ..:ontrappunlo della comicita che si vena di umorismo, il dramma percorso dai trasalimenti dello stupore che sf mula in abnorme fissi1à, imprimono alla raffigurazione dei perso– naggi un carattere incisivo e incalzante. UG:oBetti prende le scorciatoie della teatralità, ma ben presto si avverte nel procedere dell'inchiesta la _cadenz~ introspettiva di figure tormentate e complesse. Le hncc .dei personaggi si compongono e si scompongono fino a scoprire, in un gioco sotlilc e misterioso, il mosaico della vicenda. Tre autori scelti ad indicare un'eredità cd uno sviluppo. Ma in lutto il teatro è visibile la svolta impressa da P. Consapevolmente o meno lettc1atura e teatro sentono la carica della poesia pirandelliana e il vigore della sua forma espressiva. Perfino i testi concepiti e scritti per la televisione ~01101ineano l'esperienza di Pirandello. Vladimiro Cajoli con e l figli di Medea • ne ha offerto una t~timonianza larga di positivi contrasti. Ma si consenta di concludere con un ricordo torinese. Risale a molti anni or sono. Ero sul palcoscenico del teatro Cari1mano, al termine di un'interpretazione magistrale data da Ruggero Ruggcri al Ja"oro di P. e L'uomo dal fiore in bocca». Il grande comico ancora un po' trasognato dalla , iccnda scenica appena conclusa, mi accompagnò nel suo camerino e S-!nza profferire parola mi diede un giornale dove un critico crociano ,•iviseziona,a P. Quando l'ebbi letto Ruggcri commentò a mezza ,oce: « non sono un filosofo; ma cio che posso dire è che recitando P. ci si macera nel dolore imboccando la strada in cui passa l'arte•· RODOLFO ARATA L'eresia di Jung (Continua da pagina I) nell'altro, bcnchC si sia accumulato in tutto que– sto tem~o un grande ma– teriale sperimentale. Più !"incertezza si prolungava. pili aumentava la proba– bilità c h e il fenomeno. manifestamente complica– to. comportasse, accanto a un possibile sostrato fisi– co. una componente psi– chica di peso essenziale>, Rigettando l'ipotesi che possa trattarsi di una se– rie di allucinazioni o vi– sioni collettive. Jun_g pre– cisa: , Abbiamo avuto oc– casione di veder nascere sotto i nostri occhi una leg– genda e di osservare co– me, in un'epoca dHficilc e oscurn per l'umanità. si crea una storia miracolosa. quella di un tentativo di intervento - o almeno di avvicinnmento - delle po- Fasolo nonFallacara Sull'ultimo numero de La Fiera. alla pag. 2. è apparso un articolo di Bortolo Pento nel cui titolo invece di • Fa– solo > e apparso incompren– sibilmente il nome di , Fal– lacarn >. Ci scusiamo con gli amici Fasolo e Pento e. na– turalmente, con i lettori. lenze extra-terrestri. del– le potenze celesti. Le con– dizioni della vita contem– poranea creano un' ango– scia che cerca conforto nella sfora ultraterrena>. l sen11i del ciclo, che de– terminano questo mito moderno. non rappresenta– no un fatto nuovo: in epo– che lontane, meteore, co– mete, piogge di sangue, vitelli a due teste, neo– nati deformi furono ana– logamente interpretati co– me avvertimenti celesti. L'origine di queste visioni (e oggi dei dischi volan– ti) è la te nsione affettiva causata da 1.mo stato di necessità co llettiva . Jnsom· ma. i dischi volanti sareb– bero la proiezìone della aspi razione dcli' inconscio umano alla totalità, all'or– dine nel caos. alla conci– liazione della personalità e del mondo. Prezzolini e Rebora La curiosità di J un,R'.per lutti i fenomeni che ri– guarda:10 l'uomo nelle sue espressioni creative - si devono a lui studi impor– tantissimi sui popoli pri– mitivi. su 11 e religioni orientali. su!J'alchimia del medioevo. sull'arte e sulla letteratura contemporanea. dal cubismo di Picasso a Kafka. al monologo inte– riore di Joyce. attraverso l'esperienza di Oujardin - trova qui la pili alta con– ferma: perché. occupan– dosi dei dischi volanti (, trasposiiione su un og– getto di contenulj che era– no prima un segreto del– rin_eonscio> ). il grande psi– cologo svizzero trova ti modo, ancora una volta di arrivare alle radici del– l'essere vivente: dandone un'interpretazione che si ricollega a lUt suo vecchio convincimento: e La mo– ralità e funzione dell'ani– ma umana. antica come la stessa umanità>. Miglio– re testimonianza, l'eretico d e 11 a psicanalisi. non avrebbe potuto lasciare ai suoi perplessi contempora– nei: i quali. -per reprimere le tentazioni che Jlincon– scio sollecita e promuove a compenso del vuoto e della solitudine propri del mondo moderno. inventa– no i dischi volanti, chie– dono segni celesti. accettare, almeno come oggetto di studio. la realtà della com•cr!.Ìone. Non è sufficiente cercare d'eludere il problema. Se fosse stato capace d'interpretarli il Prenolini a, 1 rcbbe avuto a sue mani dei documenti fondamentali per la formula- 7ione di un giudi1io sicuro; parliamo dei due giudizi espressi dal Rebora su una medesima vicenda della sua vita, ma l'uno mentre era ancora schin,·o della propria passione, preso da falsi miraggi (cd è quel– lo contenuto nella lettera al Boinc citata dal Prezzolini qui sulla Fiera nel suo scritto del 14 maggio); l'altro quando ora– mai era capace di vedere e giudicare la. propria condotta con distacco, da uomo ~~~~-0 23 E~cf 1 nti::1odi~gllari~~~~o~ ';;"gdo;!: fra l'altro. ci dice d'essere stato « sedotto da u11 falso amore elle lo vrecipitò per mmi in t//1 baratro inenarrabile d'interiore 'Jiltti e contraddi:.ioue ed esteriore vrofa- 1iazim1e ... rmr con tentativi di vestire d'idea– le l'orrenda realtà ... ». ELIO TALARICO TRACRONACA E STORIA ILROMANZO DI SILVANA GIORGETTI * Gli eredi di Abele * cli J<'lVIL\iCESCO GIUSI Quando, nel 1954, Silvana Giorgetti pubblicò la sua pri– ma ope ra Il giocatore tfel silenz.io fu nostra impressio– ne che doveva considerarsi una scrittrice e bruciata•: bruciata anche se, nell'estate, aveva rice,'lltO il premio Via- ~r::~: Qau;~hl!b~e d~~~~~~-~ qualche note\'olc spunto ps1- cologico, era deficiente nella s1ruttura e nel· taglio . Ma, dopo sette anni. con questo romanzo Gfi eredi di Abele, abbiamo il dovere d! dichiarare che la Giorgetti Cl fa dimenticare il precedente venendo a collocarsi. con di– gnità e meritata stima, in prima fila, nel regno della le11era1ura i1aliana. Anche se Gli eredi di Abele (edizione Cescltina e coper– tina di René) non è di facile lettura, si presenta, però, or– ganico nella struttura artico– lata in tre parti principali: la prima che si svolge dai primi anni del secolo alla guerra 1915-18; la seconda centrata sul fcnonieno e sul– le situazioni del conflitto mondiale; la terza sul pe– riodo che va sino alla m3rcia su Roma, nel 1922. Questa tripartizione affonda in un tempo della Storia d'Italia vulcanico e pullulante di vi– cende, di nomi, di ricordi e di sentimenti nei quali i per– sonaggi recitano, nella trage– dia che diventa commedia e nella commedia che si tra– sforma in tragedia, con un rare, a volte, manierato. e formale e, a volte, sofferto e scavato. La Storia di questo tempo travagliato svela, scopre e giustifica atteggiamenti e sta– ti d'animi orientando, susci– tando e muovente le singole vicende dei tre protagonisti. Tonino Bonavila. Gerolamo Fantuzzi, Carlo Volterra, in– falli, \'cngono presi, spinti, mossi, dichiarati da questa Storia che sovrasta, come una sfinge silenziosa, il cor– rere tranquillo dei cammelli nel deserto, creature che sembrano trascinate da un vortice irrifiutabile: creature non è una 'lccna di cartone o un motl\'o sottinteso ma è la radice stessa della vita: una radice che intcs<;c, non ~emprc armonicamente, nelle "iue dimensioni, la rete stra– namente logica della vita per i tre protagonisti. La seconda preoccupazione (quella dell'amore) non e da con<:iderarc subordinata a quella politica anche se la scrittrice ha ,oluto assegna– re, nell'economia generale del libro. ad c<;sa una funzione minore preoccupata com'è la Giorgctti di interpretare, di capire e di portare alla lu– ce una prospetti\•a storica. L'amore si annuncia timido con i colori dolcissimi del– l'alba e non precipita mai ncll;1 smania e nel sesso: ~i mantiene puro, delicato an– che quando naufraga nel de– 'iiderio fisico sfrenato o nella tristezza accorata, portata a"anti melodiosamente dalla Giorf,lctti, nell'anima di Lau– ra. Anche nella scena dello stupro (Gerolamo va a casa di Emilia e la violenta) nulla è volgare, da offendere il sentimento d'amore: l'amore rimane come un incan10 mi– sterioso nel quale l'individuo. a piene mani. cerca l'illusione di una \ 1 ita felice. Nella prospettiva storica dal 1914 al 1922, con le vi– cende centrate su tre pro– tagonisti, con queste due preoccupazioni (politica e amore) il romanzo si strut– lura e procede consentendo alla scrittrice di superare la prova. E, se molte pagine nell'c interno a risentono del– lo squilibrio tra volontà in– teriore autonoma dei perso– naggi e l'imperatività obbli– gante della storia, altre pa– gine si presentano perfette, eia antologia, per il periodar_c sintatticamente legato, per 11 vocabolo pronto alla dcscri- 7ionc, per l'immagine spie– i?ata sempre globalmente sin– tetica mai perduta nell'ana– lisi, per l'ordine morale vi– ~ilc e allento. L'ironia è, alla fine, l'arma che usa la Giorgctti senza economia: un'arma tagliente con la quale non colpi'lcc alla luce del sole ma con il ra– rnrc della notte: a tradi– mento. E, con questo, voglia– mo dire che l'ironia è, nel– l'intenzione della o;criuricc, non solo un meno tecnico ma anche la posc;ibilità che la stessa Gior~ctti si con– cede di intervenire e di apri– re (o chiudere?) un discorso infinitamente scrio. 8a5ta, a quec;to propo<;ito, aprire il libro, nella seconda parte, ed ascoltare le voci dei soldati sul fronte. Una di queste voci dice tra l'altro: ma ,•edrai clte arriverà il momento in cui si faranno le guerre sol– tanto per una parola, di cui ver giunta non conosceremo neppure il signi/icato. Basta abituare gli uomini a com– ballersi e /inira,mo co11l'uc– cidersi anche senza moth•o. Così la g11erradiventerà ,mo sport e s11icamvi di battaglia brillerd la fiamma olimpica. E, per concludere, deside– riamo soddi<:farc una legit– tima curiosità che potrebbe prendere molti lettori: per– ché la scrittrice ha dato. al suo volume. il titolo Gli credi :{a~~~~e L~n ri~~~~~~-na~d~; pagine del libro, cc la for: niscc lei stessa quando c1 fa assis1erc al colloquio tra il professor Tancredi, che emerge dalla coralità come un gigante. e il suo discepolo Volterra. Tancredi dice che occorre costruire l'uomo nuo– ,·o e che questa e ,uopia non è cominciata a Zimmcrwatd o 11dla te.sta tli Marx, ma è cominciata cou Al)ele elle fa– ce11dosi 11ccidcrc creclelle di indicare agli uomini quale (o.ç.~e il bene e quale il male •· Tancredi. cioè, indica, per tutti. una morale alimentata nel sacrificio. suffragata nel– l'esempio e, poeticamente, in– tra\'ista nella speranza. E' morale del bene contro il male, del buono contro il catti\'O: è la morale che con– sente agli uomini di non di– sperare e di morire eroica– mente come Tancredi guar– dando il ciclo con gli occhi aperti su quella speranza. ~~~i;a~\~3de,esusl~~ ~~:~~ ~ !-------------------- monta i suoi cavalli. Ma questa regola, qualche volta, per fortuna, è violata. Avviene, infatti, che i perso– naggi, anche nella onnipre– senza della Storia, cercano un proprio destino da vivere e sono questi i momenti più felici del libro: momcnli nei quali il gusto della introspe- 7ionc psicologica, lo scavo faticoso dei sentimenti pren– dono la mano alla scrittrice al punto che l'indagine ac– quista la solidità dello studio in laboratorio. Tonino sem– pre incerto e preoccupato di mettere d'accordo, ad esem– pio, l'ubbidien1.a alla famiglia con il suo socialismo. Gero– lamo sicuro e, nel contempo, dominato da un complesso psichico dal quale esce solo con la violenza nell'amore, nell'interventismo e nel fasci– smo e, infine, Carlo freddo e capace di sottomettere ai di– ritti della ragione i doveri del cuore sono Ire figure emble– matiche figlie di quella bor– ghesia italiana onesta e ma– lata, nata dalla generazione romantica e insoddisfa11a del gligiore della « italictta a. E, quando questi tre ~iovani, tiescono a •sganciarsi• dalla storia e a vivere una loro vita generano e sviluppano una autonomia dal taglio de– ciso e dal gioco prospettico promettente. T protagonisti si muovono tra i compagni di scuola, tra le famiglie, tra i colleghi d'arme, in una Ro– ma accogliente e aperta, ma, soprattullo, i Ire si muovono dominati da due preoccupa- 7ioni: quella politica e quella dell'amore. Quella politica è la rolla da percorrere, il lento mo– tivo, la linea di navigazione: si annuncia spavalda e carica di gloria. Invade prepotente la pagina con le sue lotte tra interventisti e non inter– ventisti, tra giolittiani e non giolittiani, tra socialisti mas– simalisti e socialisti trasfor– misti. tra fascisti e antifa– scisli. non lasciando respiro. La lotta politica consente ai tre protaszonisti di misurarsi, di controllarsi nei sentimenti. di crescere nelle attese, di trasformarsi in partigiani di un'idea: la politica, cioè, qui PICCOLA BIBLIOTECA ,BARIO l·IAZON: « Dizio– nario l11glese-ltalia110 e. Jta– liano-l11glcse •, vagi11e 2./00, /.,. 6.800, Etl. Garzanti, Mila– no, 1961. IL DIZIONARIO HAZ01 Jnglese-litaliano e Jtaliano- 1nglcse, il plimo di ampia mole concepito e realiz7..ato nel dopoguerra, si propone come lo strumento di con– sullazione più ricco, sicuro e moderno. Compilato per l'uso di stu– denti, di studiosi e di quanti hanno rapporti di vita socia– le e d'interessi artistici, eco– nomici, turistici col mondo aglosassone, intende conci– liare le esigenze connesse al– la tradizione letteraria con quelle che emergono dalla pratica quotidiana. Registra quindi con rigore filologico il patrimonio linguistico co– stituito e insieme allarga la sua indagine alla più attiva modemit/1. Per una , astissima area mondiale, che dalle Isole Britann:che spazia sino ai re– moti paesi del Commonwealth c agli Stati Uniti d'America, esso rappresenta un reperto– rio csjuricnte e sicuro delle voci di origine Jc11eraria co– me di quelle proposte con ritmo ogni giorno più verti– ginoso dal mondo della scien– za, della tecnica, dell'eco– nomia. u~~rigulrc a~•~,!fo~s~~.i~~~ri!~ f..cqucntc e autorevole, i nc~– logismi e le piu caratteristi– che forme gergali. Il copioso materiale è sta– to ordinato col criterio di conciliare le esigenze filolo– giche con quelle di una pra– tica e facile ricerca. q11e testi. A 111bame la let– tura le ,,rime dicci paesi~ tra to11i /1nc1 alti e bn,s1 .H reggono. il fU1\.\a1.u;:io alle al– tre è im•ece ,ma vera caduta. I.A cosa si 1mo .,pic1.1.are in 1111 solo modo: l'autore, come si .)11ole, ver mettere assieme 1111 libro ha rilmito co.~e di 1111 te.111110 troppo acerbo e ver questo prive di 1m cen– tro lirico, co11 altre di 1111 ling11agg10 11iil e.)r,erto. Di fronte li versi trascurabili ce ne s0110 però altri che esvri- 1110110 il .mo stato d'animo. A ricercarlo nei suoi st essi 1•ers1 è questo: e arde.re di– svera11do - e avvamp are d'amore». O11i11di assieme ele1.1.iaco e vilale, speran zoso e disverato. Nelle t)oesie 1.1.io – va11ili i suoi toni sco11/ i11a11 0 (il titolo ne è ,ma chiara in– dicaiio11e} nel rilassamellto se11time.11tale, 11elle altre "' 1111 alternarsi di sco11forro e di amore, riesce spesso a darci w,a sua e.spres.sione. Può essere balenante, 1m11e– wosa, i11co11trollata, vropria tli una 11aturn içt,nt1va, ma sempre sincera, sua. Nota fi- 1,ale: resta elfi chiarire che Boneschi. pur tra 1•erbi s1ri– de11ti e a,:ge1tivi usuali, i! ar– rivato a dire talvolta qualche cosa di vroprio, per virtì1 di w,a forte s11ggestio11e di Cardarelfi. le i11dicaz.io11i le ri11ela110 a volte gli stessi 1110- llvi e a volte verbi, agget– tivi e i111111agi11i. CASIMIRO FABBRI NINO FRANCHlNA: e L'ucctl lo dJ fuoco,. Una lettera sulla Biennale Riceviamo e pubblichia~i~EZlA. 8 giugno 1961 Signor Direttore. in merito all'articolo , Che succede alla B1ennal~? >, pubblicato nel numero del 4 . giugno de e La ~tera Letteraria>. La prego di pubbhcare qua_nto segue. , Non risponde assolutamente _a ver1ta ~he la Com– missione di scelta per la VI Biennale d1 San Pao~o ··non aveva scelto nulla. m quanto le scelte erano g1a state fatte da San Paolo". Vero è che nessuna desi– gnazione venne. ne poteva venire. da San Paolo e che la Commissione (della qual~ facevano parte esperti di diversa tendenza. da Achille Fun, a Carlo Albert~ Petrucci a Marco Valsecchi) procedé .al_la scelta degh artisti italiani in piena libertà di ~iud1z10. dopo ampia discussione e secondo i criteri che ritenne opportuno ado~~ar~~ltre ovvio che ogni illazione sul carattere che avrà la 'J)rossima B1enr:1ale Vt:neziana e del tutto gra– tuita, anche perche - 111 cons1deraz1one del ratto ~he e allo studio del Parlamento il nuovo s.tatuto dell Ente - sinora non si e proceduto _alla nomina della .sotto– commissione preposta all'ordinamento del padiglione ital~~ 1 iùo che si può affermare è che ra.ttl~ale _Presi· eleni.a non mancherà di fare opera - nc1 hm1u ?e_lle sue attribuzioni - alfinche, nei limiti del poss1blie, siano rappresentati i valori più sig~1fic_ativ1 delle '"arie tendenze dell'arte contemporanea 1tahanau Voglia gradire. Signor Direttore. i sensi delJa mia più distinta considerazione. IL PRESIDDITE: Prof. Italo Siciliano Siamo wa1i at prof. Italo Sicilian_o. Presidente del– l'Ente Autonomo Biennale di Venl'zfa, per _la rispos~a che sen:-a dubbio testimonia della sua sc,msrra sen,a– bilità. La , precisazione>, però. non ci riguarda. avpndo noi soltanto riferito quanto detto in un pubblico dibat– tito dall'egregio Presidcmte della Commissim1e di scelta per la selezione italiana della VI Biennale dt S. Paolo det Brasile (al quale naturalmf!nle non sarà mai negato lo sprui.o per una evenrua/e nsposta). U11r, Commis sione. dice H prof. Siciliono. tn cui erano presenti tut.tc le tende11ze: con la differen::a - ci si permetta di. ag giungere - clic, mentre un Arcan– geli e un Valsecchi. avevano a loro van taf1gio una prepr1razione filosofica e la fonn dialetti.ca della loro piovinezza. dall'attra parte c'erano degli ri rltsli (e non dei critici) di tarda etli. ovviamente piu abituati. n dipingere o a incidere che a sostenere de.i d1bamt1. specialmente di fronte ad argome11tatori di un·intrau– sigrmza spesso seltari.a. Ciò che. n nostro parere. mo– difica l'appare,ite equilibrio delle te.ndcn..:-e, di cui parla il prof. Siciliano. P1tr avendo poca fiducia negli statuti, il cui buon fw1zioname11to (! sempre in rapporto alll' persuasioni. di coloro clie sono chiamati. ad appltcarli. ci auguriamo che la prossima S011ocommissione da preporre all'or– di.namento deL padiglione italiano possa darci un pano– rama autentico dell"altttale nostra at!ivita artistica. Questo è nei voti cli quanti. artisti e critici. cre– diamo nella funzione equilibratrice deUa Biennali•: e q11esto è anclie nei propositi del Presidente della Bicr1- nalc. allorc11C scrive che , nei limiti delle sue attri– buzioni>, • no11 manclwra di far operCI, nffinché ... siano rnpprese11tati i valori pii, siunijica1ivi delle varie ter1• dcnze dell'arte contemporanea italiana>. ALiora dobbiamo ritenere elle la scelta per San Paolo - in cui prevalgono gti astrattisti. e rimi i migliori - sia L'ultimo i11cre.scioso episodio d'una situa– zione che è durata fin troppo; e che ha rischiato e r~schia di ridurre l'attività artistica italiana a pallido Pur trovandoci di fronte allo stesso uo– mo i suoi attcs:giamcnti spirituali sono profondamente diversi: in lui c'è indub– biamente un qualche co,;a di cambiato con:-egucntcmcntc al fallo di non essere più uno e schiavo del peccato•• bcnsl un uomo 1-------------------– Nulla è stato tralasciato affinché la presentazione grafica d'esso risultasse clc- AMBOSESSI, INTELLET– TUALI, aspiranti carriera giornalistica scrivano: AP– PRODO, Lungotcalronuovo, 29 - Napoli. ~~!e~~~e ~:o~u~~n~~';li:ti ~7t~c~~:~:;;a:~;:!~r J:ti:~o;: libcro; e per poter arrhare ad esprimere quc,;;to giudi1io non abbi amo neppur bisojno di far ricorso alla problematica religiosa, ma ci bastano i più ovvi inse– gnamenti di una qualsiasi morale che ~a sempre per base l'insegnamento della VJ!– toria dell'uomo su se stesso, sulle propne passioni. E se a questo punto ci \'ogliamo chiedere quale sia e il \'ero Rebora •, non po,;;sinmo non riconoscere c-he e il ve~ Rcbora • è il secondo, se è \'Cro, come e ~~On~,hcu;~~~~~ i~P c~1,;·~titr:~o~ d:li,·;~~ miscuo, dall'indeterminato - quanto più a~surge dal passionale al razionale. Per scri\'cre la biografia di un Clemente Rebo– ra - che è un ,•incitare nelle battaglie com– battute sul piano dello spirito le quali sono le uniche che possano a,·ere importanza - pur non dimenticandosi i fatti della sua vita - cd anche i giudizi che egli possa a,·cr dato di quei fatti mentre li Vi\'eva - tanto più saremo nel ,•ero quanto più, per giudicare fotti e giudizi, ci sapremo av,•a– lcrc di quel suo giudizio che discende da quello che è stato il suo punto d'arrivo, la rcaliu .. ,zione della sua ,•crità. Per le biografie di simili e , 1 incitori • si do,•rebbcro seguire i criteri seguiti nelle , ceche biografie. o,·e le singole vicende ac– quisrano tutte il ,alorc di os1acoli, di cpro– ,·c • - prove qualificami - in ordine alla dttoria finale: la piena libertà dello spirito. Afa al giorno d'oggi non si esaltano più i ,·cri vincitori, bcnsl solame:nlc gli scon– fitti, gli uomini wccuhi di tutte le pas– ,;;ioni, i naufraghi che <;i vogliono far pas– !->arcc<;si per dei vincitori. Per creare un alibi di fronte alla propria impotenza - di fronle a quella impoten7a che porta a rinunciare al perseguimento delle vere vit– torie - si nega la stessa realtà di simili \'ittoric: quindi si nega anche la realtà delle conver~ioni. le quali sono già un ini1io di vittoria, su quel solo piano ove le vittorie siano ,cramente tali. GOFFREDO PISTONI VERBA VOLANT Alcune prccisazio'li si rcn– donO necessarie. Si awerte innanzitutto che non sono previste risposte private: ~ut– ti i giudizi saranno pubblica– ti. I manoscritti non si resti– tuiscono. Essere abbonati al Giornale non dà diritto al~a pubblicazione delle propnc r 0 :~~s~otl~~~i· ds~1,t~bri~ ca di astenersi dall'in,•iare pacchi di inediti e, na1ui:3l– mcnte, libri ;;ià stampali e dunque des1inati non al _con– siglio ma alla recensione. Per quanti desiderano parte– cipare ai concorsi lcttera1ii. il modo migliore di tenersi b~f~~g~~ èd~j sb:~ài~ ~~1f•~~= posita rubrica ~cl Giom.ale. Per eventuali piu dett~gila~e informazioni, invece d1 scn– ,·ere alla redazione chiedendo risposte private, è piu utile e razionale rivolgersi diretta– mente alle varie segrc~erie dei premi. G. M. Mila110: La sua poe– sia discorsiva, distesa a \'crsi ampii che raccontano, sente, come lei stesso dice nella lettera, delle più diverse let– ture: mi cita Dante, mi cita i poeti liguri che soprauutto ama e le somiglianze a volte scatlaao evidenti. Ma sono state buone letture, b:m scel– te e ben assimilate. Lo stato di poesia c'è, ancora forse fluido, distante dalla sintesi che dovrà inverare la voca– zione, e ci sono ancora delle diluzioni. della prosa esterna, dell'ingenuità, a testimoniare d'una via ancora da percorre– re, ma anche della serietà con cui la percorre. Questo mi pare impanante: il dilettan– te è morto in lei. Ora atten– zione ai pericoli del mestiere, della vena che cola facilmen– te, a comando. Giuseppe Bia, Milano: 11suo lungo poema d'amore è t1op– po vicino al fatto che rac– conta, c'è poco distacco e molta eccitazione, poco di– stacco smcmorantc e molta za,·orra. Didier Baller., Torino: Sia– mo all'appunto, alla notazio– ne, ad un Ungaretti le1to di corsa, suggestionante nella forma. L.B.R., Trevi.so: lmpressio- ~~rv~~!~ul~ua~'i°n~ala~~~ta~! anche compiute immagini, che andrebbero am-,liate, affon– date in un terreno solido, a dare fruui domani. Le sue poesie sono una promessa incena, fuggente, ancora pre– sa da suggestioni di leuura (Garcia Lorca ad esempio), nncora imprecisa. Cosa vuo– le? Se lo chieda. Ad ogni mo– do, la stoffa, come suol dir– si, c'è. CARONTE G. S. ~;~fe ~~~~; :a.cr :nz~~~,~~r- ,------------------------------- Floriana Viola con le ve11t1 pagi11ette di e I.A risacca• (Rebellato) ci fa cogliere q!m e là solo qualche espressio– ne troppo vaga per comu- ~~~~r~i ,W 1 :;~ 1 :fi/ 0 t:i ld N~i= * LlBRl RJ.lEVUTl * ANDREA PIOLA, Il 111atrm10- mo 11eldiritto - Ra1 - Ra– diotelevisione Italiana, pa,– gine 100.L. 200 AROLDO DE Trvou, Energia raggiante - Rai - Radiotele– visione Italiana - pagg. 140 L. 300 Ignazio Calandrino - e lmu, mediterranei •, Stamperia di Venezia - pagg. 160,L. 800. G. Fusco - Casa Editrice ln– telisa"'lo, pagg. 42, L. 200. Nello Proia - e Miracolo Sfll– la montag11a • (una no,e\la · ciociara) _ Editrice Convh io Letterario - Milano, pagg. 32, L. 500. Raimondo De Muro - • L'I– deale• - Romanzo - Editrice fratelli Fossatano _ Caglia1i. pagg. 144. L. 1000. Luigi Ventura - • Dall'alba al tramomo • - Poesie ed elegie. La Vela - Firenze, pagg. 152, L. 1000. Pasquale Galante - • O' .)pec– cllio muico • - Poesie dia– lc11ali _ Alberto Maro11a, Gi~~~~o;i•li~t~fii 1 ~' e sè;azie, S1g11ore - Casa Editrice lntclisano - Milano - paa-i– nc 56, L. 300. M.1rica Larocch1 - «Atman•. Saggio poetico - La Fiacco– la - Rieti - pagg. 28, L. 150. Frenc Pace - e Sottovuce • - Versi - Editrice MIT - Co– (gl100.o Calabro - pagg . .JO, Luigi Tucci - e Ca11ti 'e '11u rit~iz~ 0 J::ric; ~1IT v~Coc~= tatooo~alabro - paiig. 116, pressioue di credere che ba– sta meltere assieme delle varole e dei versi per fare_ della r,oes1a. E questo si comprende sc11zaalcuna fati– ca, i11una sola lettura. Porse i titoli delle sue voesie: • I fan •• e lampioni», e Ger– me•• e Sepolcro•• e Ballata •• e Isola», « Il terto •, ecc., po– trebbero essere vrivi cli w1 significato, ma 1111a11oes1a deve pur esprimere qualche 1-------------------– Giancarlo Finau:o - • Note sulle "realtà" della stona e su alcune /egei clte la go– vema110,. - Stamperia e Il Cenacolo• _ Firenze, pagi– ne 28. s.p. cosa, comunicarcelo. Nemme– no Parigi aa dove data « Il tetto•, uel dicembre del 1959, le fa scrivere di viti e di meglio: « Spirali d'alberi, l'autwmo, - contro il cielo. - Il vino saltellante, divo– ra. - co11 la fiamma, nel cammino, - la lieve china del vento, ospite del tetto•· * /11 « Ora che sono sta11co • (Mt1ia) Fran~esco Bonesclli Ila raccolto ciò che forse ha credrtto di b110110delle sue voesie. Complessf\lamente u11 lavoro clte comprende circa quindici anni co11 trentaciu- DICIASSETTE A1 NI D'ATTIVITA' ALLO STUDIO TEOLOGICO PER LAICI Con una cerimonia particolarmente solenne si C concluso in Santa Croce di Firenze il decimosettimo anno d'attività culturale dello Studio Teologico per Laici. Oltre al foltissimo pubblico, vi presenziavano Autori1à e rappresentanze della cultura in gran numero. , Dopo parole di pre~entazionc, di bilancio e commiato del direuore P. Ranforo Sciamannini, il prof. Piero Bargellini ha ~~~ 1 !1it:~~cÌÌ~~=l~ 1 :. t~~!~t; ~t~~1o~J=g~~~i:ce~~l~a a:r~= B~~f,~~f ~ 0 :ii~~i~rc di Vi~i1f~ CaJ)rcra - Prefazione di 'Jiccolò Sigillino - pa~g. 800, L. 5.000. Carlo Gigli - e /11cltiesta sul– la ricerca scie11ti(ica• - Ope– re nuo"c - Roma - pagg. 76, L. 300. , grafica, l'oratore ha ricvoca10 episodi e avvenimenli che infiorarono la lelleraturn di quel periodo in un incanto di poesia e di misticismo e ha sottolineato la s,•olta sociale cra1;,r~;\i~cl~~~ r.~~ti~ 0 ri~~fut~f:!~~~li!~p1:~dj~g. ~~tbf~ l.)l~GU 1-AUlll{I sogno di un nutrimento essenziale quale soltanto una tcolo- ntr<'IIMr rf'•onnc,.hllt gia senza rc1orica e senza compiacimenti può oftrire, cosi 1----,---------.::.:... __ come viene fatto senza lanti accademismi nello Studio di ::,tab l111vw1o111i..u tJ 1:..::, i ::,.A. Santa Croce da ben diciassette anni. Roma • Via 1 V Novembre 149 ...

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