La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 25 - 18 giugno 1961

Le richieste di giudizio che giornalmente cj pervengono troveranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo– lant 1t, • Scripta manent 1t e • La Fiera risponde 1t secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I LA FIERA LETTERARIA ORARIO DELLA REDAZIONE 11-13 dal mercoledì al sabato Manoscritti, foto e disegni non richiesti non si restituiscono 1\'1lO 8 'JCJR JG: JO>'A\ JR T JB:: JL ~ ll 'JCA\ JL., l A\ * L'irrequi~to Crivelli e i crivelleschi Nel ciclo biennale delle grandi esposizioni delran· tica arte veneta, organiz– zate dal comune di Vene– zia. è di turno Carlo Crivelli (nato a Venezia circa il 1430. morto a Fer– mo nelle Marche nel ·95); cioè un artista che ebbe vita irrequieta e travaglia· ta e che ancora giovanis– simo. dopo avere scontato una condanna. si portò· in Dalmazia e da qui nelle Marche. dove ebbe lavoro e riconoscimenti. tanto da formarsi una famiglia e da comprare degli immobili. Del Crivelli noi oggi am– miriamo soprattutto delle piccole tavole (come la famosa Madonnina di An· cona): ma egli fu princi– . palmente autore di polittici che. per varie evenienze. vennero quasi tutti smem– brati e solo per qualcuno è stata possibile la ricostru– zione. Tuttavia la sua per· sonalità esce vitale e lu– minosa dai molti !fram– menti di opere "che anco'ra possediamo; formatosi al– la scuola del Mantegna e sotto la sugiestione del– l'ambiente artistico pado– vano. egli! riuscì a far vi– vere ancora una tendenza che altro\·e sembrava per sempre tramontata e ad affascinare con l'efficacia degli elementi decorativi (specialmente !rutta) di cui sovr.=i.ccarica molti suoi quadri. Dopo le opere giovanili. nulla sappiamo del lavoro in Dalmazia del Crivelli, nominato anche cittadino di Zara: la. prima opera che di lui troviamo nelle Marche. firmata e datata, è il polittico di Massa Fer– mana, al quale segue il po– litti<;o di Porto San Gior– gio e una Madom1i11a di Macerata. Verso il 1470 l'artista veneziano. già ma– turo ma ancor ,giovane. ha un deciso orientamento ri– nascimentale; quasi cerca di essere i:-reale e orna– mentale. * tli GllJSEPPE SCIORTIJ\ìO CARLO CRIVELLI: e Maria M addalcna 11 seo di Strasburgo. la Pietd della Nazional Gallery di Londra. la Ma.donna col Bambino del Museo di Belle Arti di Bruxelles, l'altra Pietd del Museo di Detroit. il Cristo benedi– cente della E'ondazione Kress di El Paso nel Tex.is. Con il trascorrere degli anni. a datare dal 1488 circa. la pittura del Cri– velli subisce ancora de.i cambiamenti, che per al– cuni critki sono sempre involutivi. Nella presen– tazione in catalogo. il pro!. Zampetti dice con chiarez– za critica: « EJ?"li ritorna verso un espressionismo psicologico non più feroce ed aggressivo. come pote· va essere nel poUttico di Ascoli, ma piuttosto pa· tetico e rassegnato. che spinge le sue figure verso espressioni drammatiche fin quasi a sembrare smor– fiose •. E cita, come esem– pio caratterist.ico. la Croce· fissione di Camerino e la Pietd di Fabriano. che so· no tra le ultime opere del– rartista. non senza sotto· lineare che la Pietà e un indubbio capolavoro. Sicché possiamo più giu– stamente dire che Carlo Crivelli - pur essendosi esiliato in provincia: una provincia. si badi bene dove c'era Urbino - non ru mai un arlista trasan– dato o ripetitore di se ste,s,-, so (come oegi tanno quei pittorini che hanno trovato una Jonnuletta); ma ri– tenne ogni suo quadr.o un nuovo e difficile impegno: credeva nelle sue :figura– zioni sacre. credeva nel– l"ufficio :iltamente edifi– cante della pittura. Donde il suo continuo e singolare empito creativo. una ri– cerca poetica che non sep– pe non essere nello stesso tempo adeguatezza :forma– le. Le sue figure. com~ quelle del Lotto (altro grande airtista esule da Venezia). hanno una vita complessa che riescono mi· rabilmenle a manifestare; e la sua festosità decora– tiva. se da un canto sot· tolinea il bisoeno narrati· vo del suo dipingere, dal– l'altro canto fa di molte sue opere delle luminose aperture sui più favolosi incanti della cristianità. Di Giorgio Schiavone e dei crivelleschi (Cola d'Amatrice, Nicola D'An· cona. Giovanni Boccali, Gerolamo Di Giovanni. Lo– dovico Urbani, Lorenzo d'Alessandro. Antonio da Fabriano e Francesco di Gentile) ci proponfamo di trattare in seguito. E.MILIO GHECO: e Luna• (bronzo, 1961) ARTJSTI JTALJANl NEL MONDO * Una personale di Greco al Museo Rodin di Parigi * tli l<'QlfTUll'A 'l'O HliJ_,J.,Q1l·z1 Prese11tando, nel 1956, la sezione italiana. della « Expo– sitio11 lnternatio11ale d.c Sculpturc Con.temporai1ie » in questo Mu..seo Rodi,1, indi• cavo con particolare rilievo la grande «Bagna11te» di E- 111ilio Greco C01l la quale /·ar– ti.Ha doveva vi11Cere. in quel– lo stesso anno, il grnn premio d.!lln $tult-ura italintta nlla XXVIII Biennale dl Venezia. Sottolineavo. di quel bron– zo, la foga invent.iuc1, cl1e sfi– da le immagini più affasci- • nanti della ..- periwru vo– /upt.as •: la grazia non imme– more di cadenze alessandrine nei profili. curvilinei offerti al giro carezzevole della lu– ce. ma a-nch.e la forza delle nccentuazioni oolumelriclte. cui .succedono improvvisi ri- posi dcli(/ /ormn in superfici. distese. sottilmenle modulare: hisomma il lirismo delle de– fornw::io11i per cui il rema è imposto e. 11cl medesimo tempo risca1ta10. Ora l'arrisra ritorno nel Museo Rodi11 a rapprese11ta– re da solo la sculrura figura– tiva italiana di oggi co,i una raccallu di bronzi e di dise– gni recenti clic dànno la mi– sura piena riel suo talento e che ancora ci riconducono ad t1mm1rare lei /!11iditd impec– CC1biie delle sue immagini 11nsiose di recuperare una C1rmoniosa misura umana. troppo spessa smarrita nella ricerca inquieta dell'oggetto i11edito e nei febb·rile a-rric– cltimento dellt1 semantìct1 r11e • caratterizzano tante esprcs• mediterra,1ea è in funzione di una eoiden.:a di vita del– le forme nello spazio e nella luce, li fì lm de.Ila settimana * Lo smemorato di_Henri Colpi * di 4.IIA:\ LCJ(,;J RO.'\"DI Uno dei !ilm più degni presentati aU'ultfmo resti· \'ai di Cannes è stato sen– za dubbio Une atu.,i lon– pue ab,ence (premiato con il primo premio) ~e ora arriva sugli schermi ita– liani con il titolo L'inverno ri fard tornare. Come .si accennò nel nostro bil;m– cio a chiusura del festival si t:-atta di una vicenda in apparenza non molto originale perché ancora una volta ci propone il ca– so di un reduce di guerra smemora.to chP la moglie riconosce e gli altri no: fmo al giorno in cui anche nel suo cervello obnubilato si faranno strada dei ri· cordi che. gli res.titUiranno un passato. una ca!ò:a, una famiglia, L'originalità del film. pe:.l. e in definitiva la sua chiave poetica. non sta '-O· lo nel non aver voluto ~e– guire l'abituale eliche degli smemorati a teatro e al ci– nema. dei riconosciment 1 con colpo di scena. dei fa· miliari e degli amici di– visi in gruppi opposti. ma al contrario in quelrisola– re al centro della storia 1 due protagonisti. lei che lo ba riconosciuto ~ubilo subito e lui che non ri– corda niente. facendo na– scere unicamente da quel– l'incontro il -clima lirico e drammatico su cui tutta l'azione si costruisce. rettamente. ma sempre per \"ie solle:-ranee, disc:-ete. delicate, con accenni in– diretti. con atteggiamenti raccolti, garbati. esterior· mente qUa"i irr11evanti. Grazie a questo compor– tamento interio:-e. trama· to di atte!'-e. di ~peranze. di paure. frenato da cento remore. raggelato da infi– nite mancanze di co-a:g– gio. si libra ?Ulrazione. a poco a poco quasi inav– ve:-t.itamente. un'atmosfera di doloro,;o in!.imi,;mo. fat– ta .di sur(ge;;tioni romanti– che e realistiche insieme. li:-ica C' pura. :-obria ed asciutta. tenera e comma· \·ente. ma volu:amente riar:-a. lucida. '-Pnza entl– mentali'-!T'li Certo per ar:-i\·ar\·i. Henri Col-pi. il regista (che "sente" il cinema come Bresson e Antonioni). ha :-is:chialo spe)'-so di confe– rire all'azione un :-ltmo -;ta~mante e non di rado f:itico~fl ,. <:Pt?Uir-;i.l"ha r:o• ~tel1ata di sos:e. di pau<e. di sta.~i. di dettagli rh•i~su– ti !-<!:mpre in tempo reale e lungo perciò lun-e-hissimo da seguirsi in uno scher– mo do\'e solo il tempo fi– gurato favorhcr il dinami– -.mo del r.ir( ·nnto cinema– tografico: ma bii.ogna ri<'o· nascere che anche qaeEte stasi concorrono alla for– mazione di un clima. se:-– \'ono a dare la misura esatta non solo della cau– tela psicologica con cui la donna s:i muove incontro alla speranza. ma anche del tardo risponderle del– l'uomo. della sua apatia nei confronti di quei ge· sti. della sua fatica a com– prenderli e a seguirli. Alla fine. dopo un pran· zo in cui lei gli ha tatto trovare un cibo a lui caro e gli ha fatto ascoltare la musica italiana dei loro terhpi felici (lei è italiana. non lo s-i dimentichi). lui ha un sussulto. un atti· mo di smarrimento (o di ritrovamento?) e fu:ge. Fugge perché ha paura o fugge per tomare? Il film risponde solo con un for– se (forse « l'inverno lo fa– rà tornare~). anticonfor– mista anche in questo. an– che nel non accettare del tutto un lieto fine. scon– tentando probabilmente un certo pubblico. ma rh•e– landosi conseguente con la linea seguita dal principio, con il suo interno equi!i– b!'lo .la rinuncia ad ogni esteriorità. Siamo in presenza della punta massima dell'attivi– tà esteticamente feconda del Crivelli. una punta che dura oltre un trien– nio ed alla quale succede una quasi involuzione piut– toso inspiegabile: infatti il polittico di Monte San Martino risulta legato a cadenze arcaiche ed è. in contraddizione con le pre– cedenti aperture rinasci– mentali. Comunque ab· biamo la Maddalena di Amsterdam stilisticamente coerente e di fattura squi– sita. anche se segna l'ini– zio di un sempre mag– giore distacco ·tra il mon– do artistico a lui contem· poraneo e i suoi modi di dipingere che. come ab– biamo detto. sovente in· dulgono alle suggestioni decorative (v. il polittico di Ascoli Piceno). ----------------------------------------- 1 sio;:a:~~r~~/ein:rs~i:n\f~~~ò Si trnt.ta di una scultlLra che, come credo, occorre guardare con rnccoglimento e 1e11tamente, pirandole at– torno per coglierne la ric– c11e.;::.;::a delle superfici mute– voli. quei farsi, la sc1tlt'ura. respi rcmte: e non già come trompe ..l'oeil, come inganno di esisten.:::a terrena. ·ma co– me realtà di vitti poetica. che si affem,a nell"ambienle ed in es.so si sooige aprendo con noi 1111 colloquio nei termini. rigorosamente propri del lin– puaggio se11ltorico: termini di -una puTezza a.strlltta,. possia– mo dire veramente, poiché i dati ogettivi che accesero la fantasia dell·artista restano al fondo, nella preistoria del– l'immagine. E 111tto ciò che iv., come una volta si diceva, iL 111ativo ispirato·re, diventa. nell'opera di Greco. costru– zione. intimità. coerenza di profili. di ,pieni e (;!i -uuoti. diletto geometrico. miracolo– sa apparizione di cosa 7\0fl mai veduta prima e allo di fede ,tclla dignità dell'uomo. Anzitutto la cornice: un cafieuccio della barilieue parigina. ai bordi della Senna. dove la città e già paese (e campagna e pro– vincia e tradizione). Poi i personaggi: la donna che si è vista un giorno· por· tar.vJa il marito dai colla– borazionisti. che lo ha 1wuto torturato dalla Ge– stapo e. dopo. non ne ha più saputo nulla: fino al giorno in cui ·non le hanno consegnato una decorazio– ne a suo nome d!cendole che bisognava considerar– lo disperso. E !"uomo: un vagabondo .• lacero. sporco. barba lunga: ignora tutto del suo passato. sa solo che ha perro la memoria e adesso campa rrueando tra i rifiuti. Questi due perso– naggi si trovano: per caso (o per Istinto) dato che lui. per recarsi nella ba· racca c'.ie ~i è costruita ai bordi della Senna. passa tutti i giorni di fronte al caffè ges:ito dalla donna; passa cantando opere ita– liane ed è questo il primo richiamo, il primo av,·iso. Lei. allora, lo va a cer– care e così, lentamente. un passo dopo l'altro. senza che l'uomo dia nemmeno segno di comprendere il perché di quelle attenzioni, lo avvicina. lo chiama al caifè. gli oUre un pranzo. lo fa vedere ad una vec– chia zia che naturalmente non lo riconosce. gli par· la. lo spia. elì offre spunti per ricordare e ritrovare. ma - e qui è il vero me· rito del Iilm - senza !or· _zare mai la mano. senza favorire mai un colpo di scena. senza osare mai di affrontare il problema di· Quanto ad Alida Valli. nelle vesti della mozlie fe· dele. la sua interpretazio– ne. in armonia con le in~ tenzioni del regista, ha SJ=l· punto essere sempre di· screta, delicata. tutta sof· fusa di interni tremori; con una grazia resa anche più tenera da un'ombra tostante di dolore_ Al suo fianco Georges Wilson - un abile attore di teatro. soeìétaire del Thédtre Populaire F"rart– çais - colorisce con digni• tosa sapienza l'indifferen· za un po' apatica. ma mi· steriosamente carica d'echi, dello smemorato. Mostre d'arte roniane L'isolamento dai grandi centri doveva produrre sul Crivelli i suoi effetti: ai modi del primo Rinasci– mento s'iniessono curiosa– mente dei motivi gotici: tutto fuso. però, in una visione personale. Scrive– va il Berenson nel 1936: ,e Finora manca una for– mula la quale non deformi la nostra idea complessiva della pittura italiana del secolo XV, e al tempo stesso renda giustizia ad un artista come Carlo Crivelli. Che s1 colloca tra i più ge– nuini di ogni terra e pae– se; e non ci stanca mai. anche quando i cosidetti grandi maestri diventan tediosi ... La mistica beltà di Simone Martini. la pie– tà disperata del Giambel– lino giovane. nel Crivelli trovano forme che hanno il vigore lineare e la me– tallica lucentezza dei vec– chi Satsuma o delle lacche: e qualità tattili così sun– tuose >. Dal 1936 molta acqua è passata sotto i ponti; ma il giudizio del Berenson ri– mane esatto e la mostra di Venezia - che racco– glie eccezionalmente opere pervenute da chiese, gal· lerie e musei italiani e stranieri - è una spetta– colare convalida di tale– giudizio. In e9Sa, oltre le opere ricordate, hanno tro– vato posto: la Madonna della candeletta di Brera, il Trittico di S. Lucia di Montefiore delPAso, l'"Ado-·· razione dei pa..,tori del Mu· Sharir La galleria • Anlhea • pre– senta una mostra dell'israe– liano David Shair; una mo– stra di pezzi che sono pit– lura, scultura e architettura nello stesso tempo. Pur essendo i titoli di rifo– rimento quasi sempre espli– citamente figurativo o ::.im– bolico (Torneo, l gio1clli di Ele.na. Il drago, Notte i~chia– na, li muro, L'oracolo, 11 culto di Astarte, ccc.), tutta• via si tratta di una rcahà essenzializzata e invcros,mil– mcnte dcfonnata, quando non ci troviamo in presenza di forme arbitrarie, da leggere quindi a nostro _pia~iment'?- Ora le superfici d1 Shanr hanno quasi sempre prezio– sità di 111atc1ia, deUcatezza cromatica (specialmente le tempere) e qualcosa di magi– co è presente in ceni spazi in cui alle tele colorate si mischiano dei metalli aggre– gati con sottile sapienza compositiva. L, mostra è, im,omma, molto interessante per la sen– sibilità, a volte sofisucata, che presiede alle ,iarie com– posizioni (o scomposizioni); e va data lode ali'• Anthea > per il suo cansape\'ole avan– guardismo. Stagni Fidcs Stagni, altre ,alte impegnata con opere di ten– denza tonale, adesso espone nella sua galleria in via Bru– netti dei quadri dichiarata– mente decorativi: motivi e ritmi, in essi, si alternano con una inventiva sempre , igilc e una cromia senza dubbio raffinata sino a con– seguire rarefazioni misterio– samente musicali. La poesia, in alcuni riusciti pezzi. nasce dagli accordi sa– pienti che fonnano partico– lari partiture; e che, fuori di ogni interesse all'epica, ca– ratterizzano la nuova fase della nota e appre1.zata, pit- tri/. Sangillo La personale di Domenico Sangillo a e La Fontanella • rivela un temperamento di pittore; un pittore che -: pur partendo, sotto cc111 aspetti, dalla scuola romana - non incappa in quei ca– noni fonnalistici e coloristici che si sono rivelati per altri deleteri. Sangillo rievoca dati di na– tura con l'inten10 di scio– glierli in luci ed ombre, rin un poetico disfacimento del– la materia, filtrandola in •mo– do da mettere in evidenza una sua particolare emozio– ne, fuori dai legami di natu– ra realistica, in un continuo altalenare tra bra,,ura e poesia. L'intelligenza pittorica del ' Sangillo è, in altri termini, sorretta e guidata da un istinto che porta l'artista a insistere sui toni bassi, ap~ parcntcmentC" simili da un quadro all'altro; ma in veri– tà resi sempre efficaci da un'accensione lirica sino ad oggi senza rincssioni o de– cadimenti manieristici. Una pittura, questa di San– gillo, ligia ad esigenze di gu– sto, con abbondanti risultati \"eramente poetici. Dopo Ran– zoni e Cremona, certi esiti possono avere una efficacia sostanzialmente inedita. Bianchi Barriviera La personale di bianco e nero, che Lino Bianchi Bar• riviera presenta al • Torco• liere •• confenna la persisten– te e feconda attivita creatri– ce di uno dei nostri più noti e apprezzati bianconeristi. Un comporre ricco d1 equi– librio, una raffinata e sicura duttilità del segno distinguo– no le incisioni del Bianchi. Barrivicra da tante altre: alla sapienza vcnela egli uni– sce il bel calore romano. Scevro da ogni vanità che possa indurlo a.ll 'awentura, il procedere di Bianchi Bar– riviera denuncia una serenità siniolare e sotto molti aspet– ti esemplare: luci ed ombre, massi di alberi e di case, tenui accensioni di cieli si alternano con un ritmo co– stantemente affidato a note decisamente caratteristiche. Il collezionismo romano, benemerito sotto molti aspet– li, non' brilla per amore al bianco e nero; ma gallerie come e 11 Torcoliere,. e e Il Segno> vanno operando sem– pre più in profondil'à perché - per limitarci a Roma - un bianco e nero di Bianchi B., di Maccari, di Vespignani, di· Caruso, ecc. possa figu– rare in ogni casa tenuta con decoro e con gusto. Piancastelli Gli oli e ali acquerelli che Mario Piancaslelli espone aJla Galleria del Vantaggio testi– moniano di un tempcramen· to pensoso e impegnato di pittore che intende sussume• re il fascino della natura al– le esigenze di una belljntcsa libertà anistica. li paesaggio marino, che è alla base della preferenza di Piancastelli, acquista di ,•ol– ta in volta modulazioni sin– ~olari•e si zi_ova,esprcssioni– sticamente, di un'ascosa po• tenza (o eloquenza). Tempeste, notturni, libcc• ciate muovono l'interesse crca1ivo del piuore, con una tendenza all'apparente mono– cromia. Ma bastano, ben in• seriti nel\a,composizionc, un giallo o, un rosso per d.ire all'atmosfera un panicolarc fascino e per rendere per– sonale il , li,nguaggio, aristo– cratico lo stile del -pittore. Piancastelli, che viene dalla provincia toscana, anzi addi– ritlura dalla Maremma, non ha nulla di provinciale: è un artista ricco di mezzi, con un suo mondo; e finirà con lo imporre la sua· pittura ormai matura per affrontare il pili esigente giudizio del pubblico e della critica. Tre pittori Alla e Passeggiata di Ripet– ta > espongono: Amoldo Ciarrocchi. Carlo Quaglia e Giovanni Stradone: il primo con dei quadri che documen– tano le sue possibilità cli pit– tore (buon pillare, oltre che ottimo incisore), il secondo con alcuni pezzi che non ag– giungooo nulla a quelli pre– cedentemente esposti nella stessa galleria (Quaglia si guardi daJl'esibizionismo), il terzo con alcune opere che ci danno la misura dell'ar– tista. Stradone, aggiungiamo, è uno dei nomi di primo pia– no dell'ambiente artistico ro– mano del dopogucna; e la sua opera è destinata a un riesame 'J)Cr essere pili effi– cacemente collocata nella pro– spettiva storica di questi ul– timi lustri. La mostra, in complesso, merita di essere segnalata per la serietà con cui è stata allestita. VICE a111cn1ico della parola. vale n dire storia viverlte: e mo– dernità in q11a11tonon è sem– plice indi<;azio11e iemporale ma è nece.ssità interiore. po– tenza creatìoo. sincerità di .çentimento. si unisaono per– fettamente nella· sculmra di Emilio Greco. 11ella quale ogni memoria della plnstica e Dramis Cristofanelli (continua da pag. 4) figurazione nai-rativa. ma m una dimensione più fanta– stica che di sentimento. an– che se. la resa della sua fan– tasia s'appoggi tutta ad u.na narrazione precisa e misura– tamente psicologica. che vor– rebbe essere la più oggettiva possibile cosl come la -.·ita impone la sua necessitante realtà. Tanto che J'arlicola– zione fantastica è tutta rias– sorbita daU'lntufzione di 'Una realtà che, ad un lettore su– perficiale. pot;rebbe In.re e– scludere la fantasln.. E forse. all'origine Ideativa di questi racconti. ci saranno anche state due storie vere. vissute. ma la loro claborazione fan– tastica. sia pure non eviden– tissima, la loro trasformazio– ne narrativa fatta dal di dentro di un sentimento che osserva piuttosto che interve– nire, ci dà una tempra di narrat(\l"C che ancor:a sta, ma– gari, cercando se stesso in quelle figurazione che espri– me. che ancora non ha risolto il suo mondo In un impegno finalistico col proprio io.. ma che è sicuro del suo inter– vento net destino esistenziale delle sue creature per quello che sono. I! che a un certo momento saprà risolvere !"os– servazione e il dato di fatto scelto. ai nni dì una più emersa missione fantastica del proprio sentimento. E se ne ha una riprova ne– gativa nell'ultima parte del secondo racconto La diva, quando !"andamento Cantasti• co eonfigurativo si risolve in un caso della vita che. pro– _{)noper ossere troppo vero e comune, sembra quasi irrea- • le. inventato. astratto. anche se coincida con una direzione moralistica, non tanto dc.Ila personalità lirica. quanto di quella einpirica del narratore che. al successo fortuito della diva. dà un rilievo più ba– nalmente giornalistico dal– l'Impianto d'avvio del rac– conto. E allora, appena la fantasia sembra staccarsi dal fatto vero, lo rende lirica– mente falso. perché la dire– zione del sentimento non gui– da aocora e non domina la fantasia con una motivazione cosl flnnllsUca da renderla. libern dalle immagini emol– riche dei fotto vero. faise perché non trasla te In im• magini Uriche. UMBERTO MARVARDI Au~sta de Buuacarlnl: e La Vera:lne • (Mostra d'Arte Sacra - Trieste)

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