La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 24 - 11 giugno 1961

Don>enica 11 giugno -1961 LA FIERA LETTERA~IA PAGINE DI CULTURA E DI COSTUME CONTEMPORANEO Attualità di Uorrado Alvaro Il piede dello Stivale lo sono meridionale c. propriamcmc, del• l'e~trcma punta dello ..,ti,alc. E mi di~piacc da !-Cntir raccontare che J. ~lilano, per i::,1ra• ~~· ;~ò 0 ~1°p11~1% 1 ad1c~~~nj~fn:~sok~~\~~o~~I~ frasi come: • Quando ,e ne and~te?,. • •. Voi ci pori.ile , ia !I no:)lrp panc.:.. e altre Ol'I genere. Mc ne dl!>piacc pcr.:hc ho fatto di tutto per di, cntarc un buon italiano, e pt:n:.hc, da ragaai tulli no, tummo allc,·ati alla stima dei scttcntrionc1l1. SJ.. ,ole\'amo d\rc una peniena moderna e intr .. q.1f'l!ndcntc, d1cc,amo ::.cttcntrìou:ilc, e !:>CM.nthamo ~·hc nelle banche ..: ncll'Ammini..,lrnionc arri\'a,a un !>Cllcn1rionalc, ci focc,amo in quatlro r,er tenclcr'1l_i la ,11a che da noi, .,, !13, e po,·cra c. fom_ilmrc, grad..:,·ol.: il piu po3sibilc. I g10\'am che IOma,ano d:.ll ,c1,iz10 militare nel nord, portmano quakh..: 1u~.1 piu mo– derna. l\ta col !>ellcnlnonc, ru miei 1.:n,i,1, 3\C– ,·amo poco da ~partire: m genere, la no~tra cmigrJ1ione cerca,a le ,1e dell'Africa, poi cerco l'America· e l'Au31ralla, per noi Bo– ston era più \'ÌCma d1 Milano. Qu.llchc ca!l.a pulita col balconcino di fcrr<J, qualche podere 3trappa10 ai arandi proprietari. lu opera dei 30ld1 auadaanati in qu~to emi– ararc? Purtrop110 quei ~oldi anda, ano di– spersi, di tan10 in 1anto nei lalhmenti Jclle banche, e l'ultimo tu 11 lallimen10 della Banc~ ltalian;.1 di Scon10 eh!.! inghiollì 1 1;0:-.tn ultimi nsparnu del 1921, mentrt! 31 duudc\a la crh1g.-anonc ollremarc. La <,tdc della !:,conto era a Milano Ll andarono d•spcn,1 i '10Stri ultnni !!.Oldarclli di \Cnti anni di cmigr.monc, alcuni miliardi di mo– neta buona, di moucy, erano tornati nelle no31rc 1a<,cj1cin lire p,:r ·1cquhtarc il pudc– rcuo o far\i la casucd.t La moncy drc.J– la\'a nelle hanche, man1..:11e,·a11cambio allo, pcnnctte,a all'industria di fiorire, nel ~ct– tentrione. E33U lìon,a. e lo !l.rt1>cmmoan– che noi quando nei pae,i no3tri-, dO\e non '.'livcdc\·n mai racc1a di forc3t1cro, e :-.i31,na in apprensione a \l·de1nc '!>puntnrc uno, 1;cr– ché non pote,a c!,:.ere altri che \'agente delle ta<;sc, appa1"\ero i primi mercanti. Parla– ,ano -.e1ten11ionale, ,ende,anu manubtti. I\oi d f.lce\nmo da .,.,.tolti nm,t11 panm con le no-.trc -.iolle tc"'ute ;.ti telaio, che co– ~1a,ario am:hc l;1t11.:.l.b13ogna,a gra1110lare c:.\rctare, filare, tingere, 1c,-.c1..:,ma lll'!>Omlll,l duri.I\ ano huona parte della ,·ila, lana, l•no, ginc,tra, co,e ma~ ma re,istcnli. Quei mer– canti ci conquistnrono: le loro stalle erano h'M,ute in modo umlorme, erano di bei C'O· lori, co!itrnano un po' meno delle n05ln!. Cominciò allora per i no\111 p.1e\i J'CpOC',l dqdi ~11.1cd. In pcx:hi me~i l:i tro,ammo cQi gomiti e le i.:mocd1i.1 ,h fuori. tomin ciammo a cere.ire nuo,.1mcntc i Iuowhi 110- s\ri du,c am.:01.1 fun110na,,c un telaio. Ma le mnmlntturc dome:.tithe erano linitc prc– !>itofra le nn11caglic. Il cotone, o c:hissl1 che dia,olo c:1 meue,·ano dentro, co~tma 11cno del lino c della lnna, Er.l\';lll10 in ,crit,t troppo po,cri per concederci il lu...-.o di un ,estito l'.mno, come e,iwe l'indu-.1ria mo• dcma E poi, l:1 p.1stori,ìa e, .1 t:olpitn da cno, mi 1as,e. Cc l.1 prende\ amo col go– ,,erno che, come al ,olito, non cap1\a mente, ch e opp1im crn i po,eri, !>i era Jimcnlic,110 di 1101.ln\ 'ecc se ne ncorda, a molto bene, e pcn,a, ano a ricordarci i lanieri e cotonieri !l.Cttcntnonali i quali ambi\'ano a ,cstirc1 dei loro panni. li prolctarinto ~on1adino e pastorale lacc,a cosi consape,olmente il ~uo incontro col prolelariato ciuadino e indu- 3trialc. Un rapporto che si sa~bbc consoli– dato col tempo, fino a oggi che un dboccu– pato contadino da noi prende un soccorso di due e cinquanta, mentre il suo compaw:no dc.-lla f:ibbrica ne ricc,·c duccentocmqu:mta. Furono pure accolti gra7iosamentc i set– tentrionali ::hc ,-cnncro a ricostruirci le c1ltà e i pae31 dc,aslati dopo il terremoto del I~. Cc li costruirono di leano, portato c hiss!l di d o,e. Vennero coi loro operai !' lrt:cialì1.1.ati pcrch~ si tratta\'a di case mo– d ern e, a serie. Dopo un anno che li :wc,amo accompap:nat1 alla 3ta1.ionc come nostri benefa llori, \edc\'amo i \illaggi nuo, 1 i di lq.mo infradiciare, torcersi, aprirsi, ed erano mil ioni di legno cadente. La nostra 3C'Uola elcmcn1arc 313\a inclinata da una parte C(1me un br.igono che .,rronda, e il ,·ento e il i,!elO,i entra\ano d.i enormi squnrci. Tutta,ia abbi.amo ,emprc a,uta una 5;randc consideratione per i sc11cn1rionali. SiamQ un po' filo~ofi, e amiamo distingue– re, non gc-neraliuarc. iamo abituati a sof– frire, e dare 1I giusto ,alare ai falli; pcrc10 1"11sogna u3arci !>C non prendiamo troppo -.ul scrio il colore di grande impresa che 3j \'UOI dare .1l1a libcra1ionc dcll'ilalia 3et- 1cn1rionale, ottima operazione falla a tempo, mentre il nemico era già crollante, per cui e rima,to 1u110 intatlo, anche le labbriche che- non Ja,orano e I cui operai sono pagati; e non imporla 3C noi qua~uziu, quando ri,e– drcmo i mercanti tornare col loro accento ,ulub1lc e realistico, e con le loro r,1crc1, paghen.:mo anche il SO\'rappiù per le centi– n.,ia di milioni dati per la disoccupa7ione e per il lu,;;30 degli ,;;ciopcri mentre c'è tutto cm ril:'tre. Siamo umnni, e comprendiamo ~he una mano l,nn l'altra. Non ci lamenteremo neppure quando la larga distnbu7ione di am-hrc ai tre quarti d'ltnlia 3rtrà rinssorbi1a e con la n o!>itrnsrnlutn1ione monc1aria con– • ribuin.mo per ire quarti al carbone e alle mate rie_ prime per l'indus1ria di un qunrto di Italia. E neppure ci ,tup1M.:e che noi PO\Cri ~i !.i.1 contribuito al PH'31ÌIO della 1 ko!.tnuione r.:on 11 doppio della ,omma raccolta ncll'lt.1lia ncc.;i.. J113omma, 'iiono rc– nome1.i r.:ui ,1amo abituati, e 3t: nrni : ,iamo ,crhibili a qualco~a. e alla manc.an, a di umanità e di \-Ol1dnrictà umana. Alla man– ..:an,a di 'icn,o ci,·ico e d1 ,enso italiano, l hc ,eramenh! ci da l'imprt'>3ione di esseri.! rin– newati dalla no3tra tamialia. Pcn.hc, alht fine, Mii.mo puo (e-.tegi.:1are l"On balli e bnm.:hct11 la pri!3a della Bn•wgha t:o-.a d1e noi non abbiamo \Oglia di ' e.tl! g– "-iare pcrche l.1 111 anni,1 ft a 1101non e mai hmtn Sa1,pii.lmo quc<,to di r.:erto, che o l'uno o l'nltro la no,tra -.orte non muta, e per questi\ e'i,pcricnrn ,1bblamo ~empre ln'idnto .,ali altri ln parte di <;ahatoi-i della patria, 1.omc e ac:taduto; d hanno sahato ,o! la ,l-i'>mo, ti YOihono ,ahan: anr.:hc oai:i, non qppiamo bene come, ma in un modo ._,mile a quello. Tunidamcnte, con la solita 3t1ma e amnurazionc, noi ,orrcmmo chiedere ~ola– mente una 1.0:,a; t..he non ci sah mo p1u. Amore moderno E' una buona lc11ura quella dci:li annun7.l economir.:i nei i:iornali. L.1 prima pagma dei ~iorn,11i dice come <,1muo, e il mondo alla .!.upcrfic1c; quella dcwli annun1.1· e come si a~ila l'umanita nel -.uo prolondo. Ou1 si apprendono molte r.:o.,c, le nccessit;I. e ~~1cf~~~~r:i~ 0 ~: ~~ 1 ~\ t 0 dr~:~pric1~l .. l\~ difc.,,t contro I pcrit:oli chl' minaccinno 1 Jru_ui del ];.l\O:ro,_ e un _cc1_10 sapore di \11,l inuma che .1lcum a,\i,i t1\elano nell;1 loro !-.IUdiat..lpercntorieta. Un'utile lettura è pure la piccoln po~ta dei scttimnnali, per quanto meno genuina dc~lì annunzi a pagamento. Si lci,:i;:ono anche in quella con~ip:li utili, ma nel mondo dei !'lentimcnti. Chiedono cotes1i comii,:li solitamente donne, Ed c,;;<,e chiedono di ~olito la ricctt;.1 per !arsi \'Olcr bene. Farebbe un in,olilo cflclto, credo, che qunlcuna domand.1s-.c imccc come lare n ,·olcre \"eramente bene. come amal'c an11 ché come nu3cire a fai ,;;j amnrc che p:11 e !.iii un .problem.1 d'og~i D'oggi e non 1.h 1cn né di tutti i tempi. L'arte di 1.u-,1 am,1rc e co,a abbastanla rcccnlc, e 1mplk,1 un certo calcolo, una ,trntc~ia dci;:li cllctll e una t,lllk,l della conqui!l.lJ arcbbc as\al simile all'.trte di corrompere, o all'arte d1 rubarC', ma cn:do r.:he le domande ddle g10,,mi lettrici dei -.etlimanali non Mri,ino a que\lO purllo di pcrlidi.1. E<.,c r.:crc.1110 di mdag.ue nel 11113lcrodei 3e331 che 111.11 nc <,\ llnil c~pcrien1a 11\clerJ, che por.:hi uo– mim, per quanto C'-.i;,crli.arrh,l)i alla_ cono– !>CClll,ldella mccr.:.mic.1 dct scnt1ment1, n\C– leranno; come ne3~uno, per un.t lonn,l d1 pudore e per un 3entimcnto di con-.cn.1- zionc della ,pecic umana, non 1;omunicher.1 mai la saf)len,.1 e l'c3pedenza della ,i:,– chiaia. Le domande delle gio,ani lettrici dei 3C'l– timanali • come de\O fare perchc lui 1111 ami•• con1c-ngono una c.:rta ini,:cncrosit.1 una n:ticcn1.a. una dillidcnra, e torse u11 in\"Olontario cmhmo. Questo è uno d,·1 punti ma►~iormente colpiti ddla mor.1k antica e della mor:1lc cn:.llana. In c<,,c 11 problema non e di c~-.c,c amati, m., d1 amare '\on c'è Jmorc p1u indifc30 del· l'amore di Didone per EncJ, e si lralla\a d'una regina, e d'una ba1bara che il sen timento d'amore ba-.13\3 a portare ,ul piano d'una ~rande ci\ ilta. E' il problcm~1 deU'adolesccnza e della giO\ inczza del mon– do. 1ro, are un o~getto dei no di =:i,more_e amarlo. Che l'o~µctto ri!l.ponda o non ri– sponda è, per t.,le .mimo, qua3i tra3r.:u– nbile. Se dobbiamo credere n Petrarca, e al ~C1.'.oloda cui la su.\ a3pirazionc amo– rosa pro\ iene, diremo i:hc e quasi p1u impor1antc, piu umano, che_ lei ~on ri– sponda o .ri,ponda p..:r 1llum111a11oi:i1, I utll siamo !>ilalltroppo g10,ani. come e 11tcmpO di Petrarca, e pos31amo ricordare che le prime a11razioni amoro!l.c erano tn noi ,cn.o un o,!'gello _che crede,amo \'Ol~nt1eri imolto nei dinieghi. Credo che molti troppo gio- ~!~~ s! 0 ~~~ 0 i~~~~1~·ndo 3 ro~cit'o ~:~:1~~ di cui pure desiderarono e 3ol1~11arono con gli occhi e col pensiero un incontro. Petrarca, come l'adolescenza e la g10\I· nezza pii.i fresca, sono in questo piacere di amare. in questa soddisfazione d'essere ~fi~ci c~\1iam~~em~ 0 ~c\l: 1 c,i!~ .. 1 ~~~- ~~~~; senza crudeltà intellettuale. p1ent ~t. ,en.;– rvione della pe~ona umana. tempi m cui J1mmagine della donna a,sm_ne .quaJco,;.1 di di\'lnO e quella dell'uomo e l'immagine stessa della forza e dcli.a sagge7.7:a, tempe– rata e confon.ata dal fallo amoroso. Allro è il tempo piu m~turo. nell'età dell'uomo e nell'eia dei o;ecoh. Quello era un t~mpo che a,·c, a del reli~:io.,o, amando D10 s1 ama"-ano le crca1ure, con la stes-.a capacita di donare l'dmore .sen1.t calcolarlo né pe– c.:arlo. Uno in un trattalo di Mar_ag~on che la ,·ecchieu• torna a forme indmmte di se~sualita, simili a quelle dell'adolescen- 7:1. E difatti C'i\,I è C, lp.ii: e di amore <.cnza ,peran,a di rip;1~;unento, tome l'amore dei fii;:li e dei nipoti. \la l'amore dcll•t \ inllla e d;llla lemminirit3 nel loro \ti,lore. quc\lO è un prohlema d'Ol,li:Ì, \Olloposto alle sup:• l!C\tioni dc!IJ moda, delle lctlUrc, degli -.pct1.1coli, della ste,._a pubblieit,l che con– tiene a... ,ai dell'erotica moderna. \1on rie\CO ·• ,1abilire il punto 111 cm fu f,111u \iolcn,a ,llla ,o.,cicn,.1 dell'uomo, e quando quc:ilu ',;O,cicn,.t ;.lpp;1ne t.into d.1 .l\\e1tin· 111 \1okn1.1 \1;1 1.:l·rto in quel punto hn ori[tinc anche la 1ir,mni:i amoro3:1 l,1 quale pr,:tendc d'c,scrc amata ,enLa dare in ,,1mhio r.:hc l,l ,u.i \',lllil,l e 11'iUO~pirilo di predominio -.ocld1!!.latti E' questo un .unorc da colle,ioni\ti, e 1;'è un torte dub– bio che l.1 m.m,a ,ollc1ioni,1a sia un,l mam– lc~ta7ionc di ,e,!l.u.ilit.1 non del tutto e,·o– luta l. i \CCChi poeti parl.1no dcll,1 donna l·ome d'una tiranna. ma erano C3Si che ;ima\ ano la loro ea1ena e the la ,aldrwano anello .id .anello, ,ent,\ di i:he non ~enti~ ,ano d1 am,tre .1bbas1an1.1. E' una cond1- lione di ,e.,,u,1l11a anl·ora inccrt.1, se non addirittura cqui\Ot:i.l ,.intar.i delle conqu1- ,1e l•ltlc e rl'i:.1mc il troko. Se a-.coltiamo due o Ire ragaue che ,i t:onlidano udiamo p.,rolc ,cr.m1cn1e impre...,ionanti. e di CUI un te npo t:rcde, amo cap~Ki sol,1mcnt..: ~h uoa'nini: uno 3guardo ha~tJ ,l dchnirc cotto un uomo: e,,e "C'tnbrano andare da trioni o a trionto con molle \'Ìllimc ai loro piedi, C' ,cambiano per pJ,~ibni ine-.tinguib1t1 quella che è. nell'uomo, la loro 3tc,3a <!ltl– tudinc di i:ollctiuni~tc. L1 r,1wione di non pod1c mlclic1 unioni moderne \tJ nel fallo i:hc ,i tratl,1 spc-.so di unioni di ripiego, ,ci,!uite al l:111imento di tanti di quei tnonh con le 11nm.igina1ic , ittimc d'uno sguardo o d'un s01Ti\o. tabiliti i rapporii Ira uomo e donna nella lo1t.1 per tarsi amare, al momenlo dcll'imcntario :,1 tro,a il ,uoto. L'uomo ha un 1stm10 abbastanza sicuro per ;1t:1."o~er-.1che l'arte di farsi rimare d'una donna e in f!ener_e rudimentale, 1mpara1a malamente ch1,;;,.1111quale cmcma o ch1s<..1 in quali letture, ed è uno spettacolo penoso· la rciina. la di\ ina. la donna proprio quan– do ha imparata que<,1'art.c acquista qualco"a di ùrilc da cui l'uomo rifua~c. E' un tramutamcn10 di ses,o da cui l'uomo !ugge inorridito. La dQ,·e ella è insuperabile, as– surda e inimitabile, difficile da cogliere, è ncll'ubbidicn1a della 'ìua natura. nell'in– canto che le pro,iene dal fatto che ella rappresenta quello <;lato di perenne adole– ..;cenza. di perenne (elicità della natura,_ 1n cui 1ut10 appare f!ratuìto e tulio ubbidisce a una profonda legge di n~essità. E' m questa felicità, in questa lunga stagione dcil'adolc!icenza, \Cdcrla mossa non dal– l'csi8,enza di piacere, arte di cui pochi uomini hanno il C'Or3i)'.giodi denunziare il ridicolo, ma commos,a dal fatto di amare'. è la sua ,·era e irrefutabile sedu1,ionc. E tutli i moti di lei, che compiuti per arte o a treddo, sono in quel ridicolo che sii uomini conoscono, di cui si g10,·ano ai loro lim ,·incendo la ri, aie, quando pro\"engono dall'mterno, con la potenza inimitabile della natura e dcll'istmlo, hanno la forza della conquista ccr1a, tanto che furono. para~o-– nali allo ..chieramento d1 un csere:110. Per– r.:he alla forza ,·era dell'amore non c'e ..campo. Tanta inklicità dell'amore moderno, d1 cui gemono le paf,!ine dei settimanali, sta nel fatto che la donna apprende l'arte d1 Don Gio\"anni Tenorio, un'ane che pro,·iene d~ll'incapacita di '°ler ~ne. che si \'endica d1 que'ìla inferiorità, d1Yenta collezionista: ma per sos1enerla ci ,·uole una fon.a, una dure1.1a, una fondamenlale disperazione dei propri sentiment i. di cui le pagine della r,iC'col~ posta n.ci nostri settimanali non offrono che ra ns simi e,;;cmpi. pieni come ,;;ono delle f!rida e della \'anità e dell'orgo– illo e dell'amor proprio offesi. E si sà imece che l'amore non ha vanità. UN 1lNEDJC'Jl'U * Le gambe della ragazza A NCHE la più povera ragazza ha un paio di belle gambe e le calze velate. Le gambe per tenere la sua struttura di povera ragazza. Le gambe per mandare avanti il suo corpo che ha bisogno di pane e d'amore. Oh, le gambe che ricordano una cavalleria innocente: come le gambe del cavalleggero e del dragone ricordano la battaglia. Intendetemi bene. Oh 1 le gambe che ricordano l'adolescenza, le gambe di cui non sa che farsene, se non camminare. Eppure le cura: l'unica cura della sua persqna son queste gambe. Intendetemi bene. 1941 I tre gradi del lettore Si parla di libri piu o meno popolan e del modo di rendere popolare la lette– ratura. Ma la letteratura è popolare e non bi!>iogna essere di quelli che- si sdegnano delle pubblicazioni ritenute ,olgari. Qua– lunque libro o roalio tra le mani di chiun– que è un fatto bellissimo e utilissimo. e i.l ,olle tocca il cuore come ,edere il pnmo libro di lettura fra le mani d'un bambino. Il lc11ore d'una pag:m,1 qual~ia~i cnti-J nel mondo della com enzione e della fin- 1ione per non usci mc mai p1u; si lermcra al primo grado di bea111udine del lettore o percorrerà tutti e in:: i arridi nel cor,o deliri sua ,ita, o li percorrerà suo hglio, ,uo nipote. Questi ire ar.idi di beatitudine ,i percorrono nel COf"\O d'una , ila o m piu ~cnertvionl. Dmende dalle cin:ostan,e. \ \'Olle la t:on,ale,n•n1.1 d'unn malal!la h;1 tleci-.o da una \Ot:a1ione di le11orc o ndd1- rittura di nrtista Lo ,te,\o letternto na~,c a \Olle dopo due o tre gcnera1ioni di buom aflari e di ,ila aaialu, come un uhimo lu3,o, un fiore estremo, una rivolta contro il buon ordine. Oppure spunta da un'umile \"OCazionc, come quella degli apostoli pc· ,catari e wabcllieri. Perciò v'è letteratura n.tta dal\'c,1rem.1 maturità d'una borahc!>Ja e let1er.1tur,1 \'enuta <,u dn un'accensione popolare. 11,mno dh·cr30 ,uono: nel primo c; ho <;i ha Mnn,oni o Tol,;;toi, nel secondo hake.sl) ('arc o Dostoìe\Ski. I lettori si fanno da sé, maturano, e non bisogna a\"erc fretta né sbigotllrli. Bisogna non dare ad essi un sospetto di inlenonlà perché leiJgono libri troppo semplici, e in\"ece im·idlarli perché tro\·ano Il loro con– tento in 3emplicl libri. Importante è che )eKiJano. cmpf't' il primo irado del lcuore è l.1 ricerca di un.1 C\ J<;ione nella lc11c– ratura. In questo primo 1<1rado il lettore ,uole c,aderc da .!.estes,o e dal <iiUO mondo, h.1 f.1,;tidio di ,é e tra, a il mondo circo– stante non abba,;tnnz.a anenluro,o e colo– rito. La semplicità è una conquista, è una t:onqui,ta compiaccr"i del mondo che si ha -.011occh10 e tro\ ar i 'ìtraordinari ~ia:n1fl– c,11i. 1\1a il lettore del primo arado non , i incontr:1 mente d1 ,;tra.ordinario o per lo meno non lo \cor1ic. Vuole perciò e, .1 dcrnc e il libro lo ai111a. Ewli d1,cntn ,·011.1 .1 ,·olt;1 l'eroe di cui lcgl,!Cimprc-.c e ancn ture, incontra per-,onaggi fnnta\tici, supera pericoli, f,1 conqui~tc, h;1 premi. Quc!'lla i,~ 3 /;:ir;,~~fid~~.a~~r acu~nuros,:g' diien~t~du~~ m·\·en1uro-.o ca\'alierc cd csplora1orc, e una rap:aua che <,1~ciupa gli occhi sollo una lampada acce,a in un giorno di nebbia •,1 tra,forma in donna suprema e fatale, accade perche la lc11cratum, nobile o ,·olgarc che ,ia, non fa che la, ora re sempre allorno al mede\imo tema, che è quello dell'indi– ,iduo cui ,i lrapponaono infinite di81~01tà nella manileo;tazione del suo slancio ntalc, e che alla fme trionfa o ~occombc. Que~to i! il lema dcll'Odis,ea come della I igrc del Bengala. E' meraYig:lio-.o 1.hc \U quc~la eterna la,ola si scri\'a da cinquemila anni, e che \cmprc la stes~., ta,ola abbia il <iirtp_ore d1 un -.ccolo o di un allro, d'una na11one o di un'alt1-a. Il segreto consiste sempre nel creare diflicollà nuo,e da,anti a cui l'eroe ~i de\C mi.,urare. il lettore trepidare, e di creare quel 1.11ccolpo, 'quella tale ri,·c- L'ultimo Non ho compctcnla in fatto d'arte astrat– tJ. 11..: \Oi,lilO dan111 l"ana di t:ap1rla. La ,cnto sollanto come un 3tntomo, e per c3cmpio non rie3co a capire per quale tc– nomcno uno scullore o un pittore che per tulla la \ ila s'è studialo d1 sape[" d1pmgcrc o modellare una mano o un viso, impro\ - \isamente dà fuori una serie di quadn che :.embrano pagine di qualche pnm1ti\"O o barbarit:o alfabeto, o oagetu da,anti a cui 31 ammira la pazien,a, una specie di insen- 3ato ar11aianato. Non mi muo,c neppure un !aule i,!,(), aiacchc capi3co e so r.:hc profe3~arc un'arte simile implica sacrifici, rinuncie, giorni senza pane, essendo diffi– cile tro,are un mercato a opere del genere. Il pnmo pcnMcro che mi ,iene in mente è che ,mzi l'esercizio d'una 3imile forma di arte 3ianihch1 una specie cti monachcsuno moderno, un rifiuto, una rinunzia, una mi– ~tica, una ri,olta. Gli autori di lali opere 3ono spe350 gio, ani robusti, sani, con una aria di tecnici o di ingegneri che \limno all'aria apcna, Mi tro\avo in una di quc- 3le mostre quando entrò una signora che porta, a sono la giacca una camiceria di moda in America: il cl.iseano che l'ornava riproduce, a un foalio di giornale, il ti– tolo occupa,·a il colle110, e le ,·arie notizie, Jantastiche, giacche quel foglio porta,a la data del 1995, con titoli a due colonne e con \"ignette e fotografie, correvano il seno, il pe110, il ,entre. L'anista astrattista la considerò un poco, e disse: • Signora, è probabile che con una camicetta simile non ...,:,,-..;ireuna frontiera. Po1rcbbe essere sospetta di spionaggio•· La ,;;i'l'.nora ebbe la rispos1a pronta: • Ora ca– pisco che cosa significhino le sue opere: l'ossessione di nascondere qualche cosa •· Questa rispos1a mi illuminò su un com– ple,;so carcerario di quesl'arte che i gio– , ani autori1ari di qualunque genere mi– sero e mettono al bando, considerandola un'ar1c di protesta, un'arte che nasconde qualcosa, e se non altro un disdeiJ10 del– la rcalta. !azione che <,convolgc l'eroe, lo decide, lo tra,forma. Pub c~scrc una crisi di cosciema O la ~.coperta d'un \Cl!l"el<?mes_3a1n110,_ una rhela11one didnn o l'indi,crcz1one d1 un seno. Può accadere in una ,tan,a o tra i krod t:acciatori di capigliature. Il secondo ~rado del lettore è quello m cui el?li C'hicde qualche co3a di più al suo libro, e ciOè un,1 norma. \1on è ancora una norn1a interiore, è ;rn1i una regola tutta c,tcriore. Uno dei piu famosi romanzi-fiume di quc-.ti ,rnni ha .wu10 il -.uo grande ~uc– Cl'<ii'Oper alcune pai?ine in cui è de3cntto un abi10 di donna. E si badi che a questi falli non arrin1 qualunque scrittore purché lo voulia. Vi ,ono 'icnttori ,eramcnlc po– polari, ,er:1mente piacc\Oli. come ,·e ne ,ono Ji 'iCObro,i. '\on può di\entarc facile chi ,uok Coml' non puo di\ent;.1re \'Oli;lre chi ,uoic Anr.:hc la \Olgarità t un dono cd è inimi1,1bik. Il ,econdo [tracio del lct• tore è quello che comprende il magi,!iorc numero. Il le11ore t:hiede al ,uo libro 11 modo di eomportar..i, di parere, di lare di 3e s1csso un per,onaiw:HJ, e come a11eg– wiaP•i, parlare, ,orridere, ccc. Siamo sempre in qunlchc modo nel i;,rimo 1,1rado, mn con meno incanto; è la ricerca di unn ,ila lìtti1ia non per Yhcrla un :~ 1 ;~•~~~ nl~~ P~~d~1fo~u11i~-~l~caste r-:~ft~sl I~ parie che si è le1t.1 in un libro, creando una propria favola. Noi in genere non cono– .,cia~o la favola che rappresentiamo _aglt occhi deall altri. Ebbene, m quc-,1a ma111era cc ne facci:i.mo una. Quanto all'cITe,110,_ non ~~~~mao q7:!1~~~lo d~~cua~r:;set~~c. ;ncos~tnc;~~ di quelle che !>ii tanno un pcr,ona1,1aio come -.i fanno una lai:cia, ,copriamo che una e ancora un pe1,onaawio di D'Annun1io, e lo ,ono per c,cmpio molti di quelli che ;.l teatro, all.1 radio. al dncm,1, parlano con quella \"OCCll.1glandolare che un tempo ,1 t:hiama, ., \'OCCd'oro. Cos·1 abbiamo pc~O– naggt di Kormcndi. For-.e ,i può indo\i– narc l'età d1 alcune per\onc confrontandole al pcn.ona1,1w:iocui \'Oiliamo somiiliarc e tenendo a mente la dain del succcs.!.o d1 alcuni libli. E .,'immagina facilmcnlc quello chC' è SUCCC\\O alle per'ìonc che hanno scelto L.1dy Chattcrh pe1 modello 11 lC170 gr;1do del lettore è di chi cerca unJ rcp:ola da \ it..1 intcdore. Qui ,iamo ncll'ord1nc dei grandi c;:1pola\Ori che non lorni,;;cono mai modelli ide.ili o convc11- 1ionali. m,l specchi della ,ocictà. I per30- n:llllti di Questi libn i;onn come p:cntc dr conos,cn,a 3u cui accade di di<,corre1c, indagando i lati non 1·hclati del carattere. Si può di~cutcrc per c3c111pio ,ui hori che ,arebbcro piaciuti ad Anna Karenina. 11 g~:~~rdo A~.. ~~~~OJu:~;c s~~ct 1 ùa" 1 f~t~uido!)~ cerca il '-Cireto della \'ita e delle aliom umane, la meccanica che li rende CO!l.1 alti o co_\1 1ra,ag_liati o cosi ro!>iidalle passioni. Ed e c.ome mdaa•irc che cosa Ma la \'ita, come occorre , i\crl,1, qu,1le 'lia il dC!,lino uman.> e il no,tro A que,to punto un roman10 d1,·enta \iaw~io, trattato delle pa.!.sioni. saa~io sul co-.tumc '\on si chiede •ad essi nulla d1 ,trettamcntc u1ilitario. E' un vian10 nel cuore umano, è conosccn1a. E' cultura Come nelle migliori atti\'ita umane e dei piu ahi piaceri, è .!.Otto l'insegna del" d1- sin1erc3sc. eremita In alcune rhi:<1tc di arch1te11ura e d1 ar– redamento si po:-..!.ono ,edere progeni di 3tanze per bambini con un quadro astrat– to alla parete. Sono dunque forme d'arte r.:hc entrano nella dccor.1L1one moderna. La no3tra e un'epoca, oltre a lutto, di mdo\i– nelli. Commciò con le parole incrociate, e oagi neppure i e1ornali letterari fanno a meno delle sciarade e dei e quiz.•· L'occul– tismo e tulle le forme mantichc domioano una ,·1ta m cui la 3IC33a sc1enLa pare nsu– ~citare certi aucaaiamenti medie,·ali, e la pillura naturalmente segue. Sono forme di i~olamcnto dell'ind1,·iduo. Che molti amici m1e1 comperino a Roma un giornale del pomeriggio che dà tutti i giorni l'oro– scopo coi precetti cui attenersi nella gior– nata, ha finito ormai d1 3tupinni . .E che uno si tenga un quadro as1ra110 in casa, e non per contemplare forme o ricordare mondi e stagioni di gioia, e fedi, ma per pcrdcn·13i col pensiero ipnotizzato come da u_na macchia s_ul.muro,_ comincia a pa– rermi naturale. 01 1mmagmi dell'uomo se ne \Cdono :i sazicta nelle centinaia di gjor– nali illus1rati che riescono a rendere \'Ol– gare il nudo pili casto, o la più giO\'ane e pili felice so\'rana; e che per gli aticg– giamcnti ,·olgari, cioè per un invilimento della persona umana, hanno un obiettivo ~peciale, l'obic1t1vo spietato della macchina d'oggi che nota ciò che l'occhio umano non Yedc o non vuole vedere. Ricordo, a un pranzo, l'ostinazione di ceni fotoarafi a ,oler coaliere una donna bella e un uomo famoso nell'a110 di portarsi alla bocca pron– ta ad accoglierla, una forchct1ata di spa– ahelli. Cosl la pittura tende ad abolire l'imma- :~ne~t:r;!~-~~O !: ~~~~~ ~~1f·a~isfu~~~rait~ tista, che implica una diliaenza cslrema, una tecnica a volte raffinata, ha finalmente un piacere unico e- tutto suo, incomunica– bile. rerco di spiep,armi le ragioni di attcg– p;iamenti come questi. E non pochi anisti che proclamano il culto della figura umana, ,l r.:unti falli nun s,mnu d1p111i;..:1..: un uomo In lliU\Uu..:IIIU, Ile liii alllflhllt:, Ilo! Ull 0.1m- 0111u, Il\! UJI \13U 1.11,.;nu11 µon1 Il 3t,;ii:IIU u...:11 llllO,.;t:Jlllla. i\on Ju 3.UIIIO 01p11191-li:. lllj•pUt,.; pt:r prupaw.inela. ,\Il UILOllU1.nc un C,IJ'\J LOO!Ulll~t.l .lOOJa dello d un i)illOu.: r..:.t11st1c o Oc l 3UU p.u11tu: • !:,1 JKUIUI cne i;11 01)1.! 1.ll C I 1,,0nl.tdllll h.mno HS10nom1c OI..JIC i; mlc ll1w:enl1. t'LILhC 11.!I lJ tJIPIIIWt: come dq11aa.111:'• M.t 11 tatto e tn,.; 11..,,, bJ3Ld \Olcre. t'1u che.: un.a tc1..mLa, 31 tro.1llJ 01 fl!l.tao1111..:una 3t11nu dcli uomo . lra 11 t1oppu Ot:Uo ae11'J1te da p1op.aw,mu... ..:. 11 lluppo brullo dcll.11te t: he f"l3UI\C 11mm... - ~lllC um..ina In puro t:ulolc, e 111 .lilrt h.:1- llllnJ tn un 01\lb1a, un lan1a:.ma d'uomo, 1a pulUJ u h.i. hntto con l'cllt:ludere 1"1aca1c3U– ph.mo dcll'a1 lc QU,IIC31 C MOiia U,\lle on– Mliii d cli uomo, e c1oc ti , 130 dcli uomo, e 11 nuuo come 30\ 1.1110d1 tutt,.; le 1orm1: concret1,,, I 311ll01111 r.:he lll nut.1110 nelle .irti llùno anche 1 3llllom1 dellu , 11.1 30t:1a1c, !:,e l dl'le 01\..:nta <.;cnoblltr.:J, d;.1 1111.llall, una 1ui.:.:1 111 una d1me11s1one lontani.I dal t:omunc, 1,1 \11,t teni,\ I mcdc31m1 i.1IIC1U~1Umcn11. li puublico ha un attc11gt.1m..:n10 d1,er30 da quello che cbbc col IUllln~mo e col cub1- 3niu di trontc ,t que3tc nuo,c c:ip1C)s1on1; ..:ntra, wu,1rd.1 t.intc cu:-.c compltcatc, cerca 01 1.;1p1re, u alm..:no dt rcndch1 conto. E' 3tatu .ab11u.1to .1lla ncer1..i cicllc 30luzioni n..:1 giornalLIII dt c111gm1~11G1. e entralo in QUC3t.:lCl\tll.t di inllu\mclh in t:UI lii mt- 3Ul"a 1'1111clhgcn,ta degli 111dh1du1 dalle n- 3po!!oted1e 3anno d.11 e ,1 un;.1 domanda im– pron 1sa d1 i,:coarati.i o dt ,tona, 3·c abi– tu.110 .i un.i c1\llla 01 rqlcrtono enc1dopc– u1,u. i'>.ùll 11,l alllu tClll!kJ pt:r !,e, per La– pile r.:h..:co3a , uolc delta , 11a, ,..: non qu,.:- 3\0 delle Cllli031li.l, C troppo d1lht:1le \I\Crc, l!- la \ita non da trcau.1. Si muu1c M.:nz.i 1.:.tpue Lhc 1.;03,13i e ,er. unentc, r .:hc t:03a 31 \'Orrcbo..:. E' mutile p1utc31.uc t:011110 un'arte t.1tt.1 di l1antumi. qu.a ndo la \ILJ c 11.u11um.ita in mille noliom che non lor– mano un,l l.'.Otl03CCnL.I O una cuilUI',\, 111 mil– le cmut10111 r.:hc non tanno un,l pa3~1one, ~on pc 1 nul lu uno d..:1 lcnomcni d'o1u11, in molti p.ic: ,i, è il ,,1w,1bo11d,1ww10. S, t..11- t:ol.1110 ,1 d1c cmc di miw:liai,1 1 \ .,g.1bondi, doè qu..:lh c:hc M mettono 111 13\rada lib!.!ri dtl ogm b130ii:nO, pc1 \I\Clc c per ,edc1·e, m tultì I p,1e~1 del mondo. L.a 3tnLione di Roma o eh Milano, o cli un.1 4u,dunqu..: ,1\tra grande citi.I, danno l'1mpr!.!331onc di che cos,1 MJ questo mo\Ìmcnto con11nuo d1 luW,l da un luogu all'.11!10. Non è 3oltantu il b1-.ogno t:hc 3p1nac l,1 aenlc .1 pen:orrerc •1 p1ed1 alcune 1c111om, ~tx·cialmcntc dcl– l'l1alia mendion.1lc, il lalto e che Ira que– -.ta genie " 1ro\,lno ;mche alcum 31rame1i, e CO!>ilm Francia e in Germnnia, E" ecru quartieri di Ronrn o di Pnnwi ... ono popo– lati d.1 una umanit,l di dh,:r3c lm1;ue e rauc, .im:he d..:1 pa..:,i più ric:cht e domi– n:mti, d1e non h111111u nc,,una mtcn11onc di tornare al loro p,1..:,e. Si ,.1 che una ti- 1111d,1 e acntilc in,cn icnte di una -.,11;.1 da 1e rom;.1na, è una \tUdl'ntc~~a in medicina che non , uolc 101narc al 3UO dcco paese del nord. Un wiorno, andando .1 troH1rc nel MIO ,tucho un runico scultore, , idi 3e– dut,l ,li ~uo po:,to una ~ianon.1 :.tranie1 a ,ulla qun1.mti11a, che ,I darn d.1 fare o model\;.1rc w:r,1,io,i e ,nelll animali d'nltu montaQn.a, ,nelli e cui wgni ben Yisibili della loro ma,chllltà. Non -..q,crn una pa– rola dì italiano l' 313\.\ In come a cas,t :.ua. M1 disse che il mio amko scultore sa- ,ebbe tornato fra poco. Era incantata di quc~la ,u,1 occupalionc. Spos.tli.t, appena pote di!l.porrc della 3omm.1 n..:CC3!l.Jt ta, a\C• ,a Ja,cia10 ti manto uomo ,cJ'all.tr1 per n– fuaiar:.i in quc!.to ,tudio u~pllalc a model– lare ncl);.1 .:era i .,uui ammali, e questa era la !.UJ e\a,ione. L..i rt\cdo qualche ,ol– la coi suoi capelli color c.encre sul '"iso 3enu eta, fra 1,mti alln, transfughi come Jet che hJnno abbandonalo 11 n1."\;cssano per 'dedicarsi a qu.tkhc cosa di mutile, il piu iran lu3,o dell'uomo d"oga1. Tutti insieme, que,1i cranslughi lormano una nuo,a collct11\tla e denun.t1dno un ca– rattere del mondo d'oggi che è la mancan– ,a d1 ideali ',;I\ili m r.:u1ci si po.!.:ia ncono– -.ccrc. Pcrche, d1c co3a resla a1 gio,ant c.11i la \'ita fa poco po.,10. -.e non 11mas11- l are uno \lcrile n,11.ionalismo in cui il sfo– ga un complcs,o d'inlerionli.l e un rancore generico, o ,e..,lire l;.1 c~1~a,c.1 _dell'irrego– lare, farsi cr..:..,cerc barba e capelli da ascc1a e da romito, e a11c,t.1re co-.1 la loro pro– tcstn, ,cgn.ifare Il loro di,mtcres.!.c e il loro bolamcnto da tulio meno che da una \'Ìta grntui1a? E con un'ideale piu o meno gc– ne1·ico dell'arte. Gli appar1cncn1i a ques1a eolletrnita che a Roma si ntro,a in \'ia del Babuino. a Milano tra ,ia Brera e Yi;\ Sollerino, a Bolo8,na presso la stazio– ne. e m qui.ln1eri interi di Parigi o di !\ew York, pro,cngo_no uaualmcnte dal popol~ e dalla borahc~m- D.ill'uno come ruggiasch1 da una condmonc mleriore che pare d1 riscattare con un !-iimu13cro di cultura; dal– l'al1ra per una luaa dalla praticità dlla gm_tu1t~, d.,! reale all'as1ra110, d.1,,'utile all"mutlle: e d;.1 tulle e due le parti per la ro\ina e la dh1!tcgazionc delle familt\lic. A que3t1 ,i aggiun1:,1m> gli e!'ipubi d.1 n.i– zione a n.izionc, i:hc fanno prolc3,;;1one di , ita brad.i e d1 , 111,o tli disordine. come una ~cdiccnte ..:ontc!l.J ..:hc feci.! tempo la la Mm appari,ionc .1 Rom., e che ,cmbra,a rima,ta sulln -.tr;td,1 dn una notte di festa in cui a,csw perduto 1ut10 e anche la me– moria del ,uo re..:,1pi10. F.1,1bella, raffinata, e po\'CI•• in c,1nn,1. Frequenta\ .1 1 grandi albcrahi do\ e la w.1 pre,en,a d,\\ a un tcrto tono .tll'amb1entc, m.i Jnrmt\J do,e e come pote\"a qua e b ncali ,tudi dei pi11on. A\'~\ n un ~cni.o da rabdomante per le bottigh!.! di alcoolici che ,i ,uota,ano al ,uo pn"agg10, a, e, a dimenticato chissa dO\c la !>Uabors.1. e tene,., i pochi \pic– cioli nei lunghi gu.mti. Pcr.,on;.121113im1li tìni,cono con ;.\\ere un crl•dìto, ma soltanto nei caflè di lu-.so e nei bar dei p:randi al– bl!rg:h1, per le bc,andc lipirìto~c. Costei porta,a an1.·or.1 l'unilorme della mondanità . Altri s, tr,ne!>ilono da pc<iicaton. i.imulano 11 tontadino, ;I pa,;;1orc, l'operaio. Ma un aiomo ho ,cdu10 in ,·ia ~azionale, la si rada che ,c<"ndc dalla !ita,ione , ca,;;o il centro di Romn, do,e ,i fannn a ,ohe ,trani inconlri, cl11cwri operai che lacc:va– no il loro inp:rc,,o nl·lla CIIIJ 'l"OllOM:il11i.l in t:l.!l"Gldi \l!Tl!Ur.L 00\C\'ano c,.,cic meri– dionali. uno piu allo e l'ahro p1u ba,!l.O, uno gio,·ane e l'altro uomo, 1uui e due ,cn1a cappello, ,en,a b.1gaglio, cd era chia– ro che cntr:wano per la prima \'Olta a Roma. Cnmmina,·ano dondolando le braccia, al pa\SO, voltando ritmicamente la lesta di qua e di 1.1,rillcnti e C'aliti come se a,es– ,cro do,uto ,-edere npr,arire la fortuna sot– to il pili impcm,ato tra,·c,timento, so110 la forma di un qu,1lsiasi o~ac110, e sollanto c.,.,i 1'11, rcbbcro riconosciuta, soli attenti nella clt1ò. f raworm;a. Venditori di idee l r;1ppor11 chi.! :.i ,ono :.t1·c1 t1 la, ornndo al ,oagcno d'un lihn, -.uno i p1u labili nel l.1bilc cò130 dei 1.1ppo111 l1a uomi111 d'oww1. Al tempo m t:111.:bh1 d,1 Iute t:on que,to l,l\'OIO, non lllli\O mai di 3orp1cmlcrmcnc. :S1 p.1~-.;\\iJllO le 11ctt11n.11wt1,1 la 30lit.1 lllC// .• 1 doum., di PC1"30nc chiu!l.C 111 un,1 ~tan,.1 piena di !umo, .1 lll\Cnt.1re situaz.10- ni, -.cene, solu,ioni, incontri, 11u.:1denli,ca– lil\lroh, rnschfondo fin l'ultima rcmini– ~ccnt.1 della ,1t.1 e dl'i libri, ad aua1d.11c l'ide;1 plu ,ballat.1 ,perando COI HCl1C\3C qu;_1ko~.1di utile, e a ,edere croll.uc tutto .11 piu pkcolo intoppo imprc,bto. SI l,1 ~1~;~1ur~:. 1 " ci\u~~"1pi~01 d~•n~ii/i 11! 1 :int~"a -.i.;; 0 1'";,s!~ 1,111i, di quali gu,ti, cultura, conee11one del mondo; pJn!\.l si lo'i,e. dn·cnu1i amici 111• ,cparabih. E a la,oro ftnito, era come 3e d ,i ro~~c onosciuti in ,iugy:io o in co– loni,1; non a,c,amo piu niente da dirci, p1u mente m comune. Li moderna profc!.sionc di gente che ,cndc idee, troH1te, intriahi, battute, a un prcuo m;.1i prima p1atica10, e che è di– ,cnlalo un la,·010 non del piu facili, mc- 1i1crcbbc C\\a steS'-l il MIO dramma O la suu commcdi,1. Nel gnipr,o del labbrir.:..mti di intr1.>cc1, labulator-1 ._i potrebbero chia– mare npo1tando ncll'u<,o un'antic,1 pa1ula, si lrO\.l abba,tant.l ,pe~,o un indi\'iduo che non ~a niente di lc11cratura, mn che h;1 le sue tro,ate allo ._,,ato bruto, nea\ate d.:illa cron.it: a o da un'e-sperienn tulla htin– ti\a._ For3c e l'uomo di domani, ,cn1.1 pre– gmdw culturali. E' un me.!.tierc che ri– ,chia di mettere in nhi lrt lcttcra1ura di im·enzionc qu;llc i! Mala concepita hno a oggi, e cli ric;icciarc nel regno di una re– to1ica 1ramontata, l'arte del pro3atore o del drammaturgo, nei paesi in cui il prc– !-it1g10 t:Ulturnlc e alhd.1to al cinema e a1 ~uo1 deri,·ati. Il cinema, l.1 radio, la televisione, consumano quotidianamente a centinaia In– trecci di rncconti. s11ua1ioni drammatiche o comiche, battute; mettono tulio a sacco, dai ,cechi libri alla lacelia uscita dalle ~~b~hi d:a 0 1~aMc~t 0 E,c u~~e n~~\ctro::::~ad~ lclter.atura, per cui d'un p:rande libro non resta che il meccanismo del suo intreccio, come una lisca di pesce. Qucs1a nuova lor– ma di letteratura ha orrore della cultura troppo preoccupante, ma ne ha bisogno. E' quèsto un aspcllo del processo anticultu– rale del mondo d'oaii. Ma siccome per molti secoli gli scrittori hanno determina– to tutte le· possibili combina1ioni della real- ;à,qu~i~~rf n~~~rr;~d~ttl~~· s:~mp~ic~ {~~~ naca, non ne prenderanno il posto. C'è un colore primiti\"O di qucsia condirionc. il colore dei cronisti e dei raccoglitori di aneddoti, molli, race,ic, mirabilia, di 1u11i i tempi di un mutamento sociale, e quindi delle forme d'arte. Le ide e, fino a non molti anni ra, non a-.·cvano pre1.zo, in ogni senso: era la sola merce che chiu nque nvrcbbe potuto chie– dere gratuitamente, a chi facesse profes– sione di averne. Intere generazioni di scrit– tori hanno educato e avvialo naturalmente e senza farsene uno scopo, i loro amici più giovani, cd è nccaduto spesso che un ingegno impopolare sgradito al pubblico, si ,·edcsse crescere accanto, e nutrito della sua esnericnza, un altro che traduce\'a in termini amabili il segreto del suo maestro che rcndcs,;e facile e piacevole ciò che nel suo maestro era difficile, con un successo che il maestro non conobbe mai. La con– !>iucludinc con uno di qucs1i maestri gran– di o piccoli che fossero, era come un in– ,·ito a una 1avola o,;;pitale ~u cui era ser– ,·ito il mc(tlio dei pensieri, delle in\'enzioni delle esperienze, delle lelture; erano a vol– le le belle mattine di riposo della dome– nica, e la ta,·ola ideale di cui si era ospiti sr,lende,•a della nii.1 forbita argenteria. A quosti maestri pareva scnttasse tenere sol– tanto per ~é In l<'ll11ra d'un libro rhrla– tore, o la loro pili recente scoperta. Chiedo.:, ano c on,ivlio :.u c iò che andavano ~crl\.:ndo e ne don.mo. Un fin.dc di dram– ma, il pa~3,llUZiodi una narr.iz.ione, un pen– -.ii.:ro non ,1hh,--.t,rnl.1 r.:h1aro, quei nodi dlfhul1 da l!1.:1oylie1e nell'opera d',1rtc, e . mc.he ncll,1 p1u mudc3t,1 e piu brc\ e, i:he co,tr inwono u rhcdcrc tutto parol.t per pa– rola petche qu;.1lche t:O!l.a e luori po~to, una fr;13c o una parola de11.1 troppo pt'C".'IIO o troppo tardi, le ultime due o tre righe r.:he lanno ,pt11icntitc a1t1;ncr30 pro\e e IÌ- 11ro,c, :.i ptlle,.ino 1,;onlicb1c ch1cd..:ndo n1u- 10, 3en1.1 11 30!.Pl!IIO di ,trutt;.uc qu.1kuno, di 30\tr.u-yll qualcosa. Ouc,10 at:c,1dc\.1 an– t:hc per il tc,ttro, che c1.1 In forma p1u ,i– cina all'tndu,1rl.i e in cui un'idea po1e,·a rendere dcnuro, Non ern !l.Olt,1ntouna ceri– monia dcll'nmiciJin la M.'r:t 1n cui un o.u- 1orc lcagc\ a aali amici l,1 ,ua commedia nuo\'a aspcttnndone i consiali. Quel la,oro pcr~onale, in cui l'lndi\'idunlit.1 crn piu di– ,tintn, era un la\'oro collelll\Oi il Ja,oro d'oggi, d1 indi., idualita collc111vc, è il p1u iii.)030 cd ew;o1s1,1. A un ar•mdc dramma- 1ur1io !.ll"anicro che •1nd.l\i.l n1ccont.1ndo per la !l.trad.1, fra c~timatoii curiosi di cono- 3Cerlo, l,1 su.1 t:ommedi:t .rncor.i d., '\cri– \ ere, ebbi a 03~cnare una \'Olla che fa– t:C33e allcn,ione a non propalare t:031 le !'IUCin\enl1oni, a ri3chio che qualcuno le I at:es,c ~uc. Rbpo3c t:hc 31 at:r.:omod,u,3cro pure, tanto ne33uno m rebbc m.u 3r.:n110 quella cummcdi.t come l'a\c,a m mente lui. Uomo di \ecr.:hi,t cduc.111one, lacc,a te– ,t,1 ni suoi <1t:tomp.1wnaton e amm1raton ~~~~~~~i~ r~ 0 :Ju1 11 co~~J~~o ild~od~ 0 ~ 1fc~;:1;;; dclt'ope1·a d'arte, mentre per il fabulatorc d'owwi cont.1 ,oltnnto ti plrché, il d,Ho bruto e lo spunto. Perdo que3to personaggio mo– clcmo, che cscrcltn quest'arte, hn I aria di stare sempre ·attento al portalogl1, ha lo 3guardo dell'individuo che teme d1 c3scre 111.,ffato. Le nuo,·c I orme di spettacolo e di npro– du,ionc d'uno ,pel!Jt:olo, hanno creato 3t:hi_cre di rice~at~ri, d1 segugi che lrugano i 111o~ali_, i. dian, I.e cronache, i giornali umori311r.:1,l'mforma11one delle cronat:he let– terarie. Un aneddoto non la in tempo a diffondersi che aia lo si trova sul tcle– ~chermo, al -.aricta, .Il cinema, all.t radio. Allo SIC3!l.Omodo si da l.t caccia a chiun– que dia oriaine a un fauo di cronaca un po' singolare; una d1!l.iJraLiJ,un dclillo, una sciocchca.a, uno ~candalo, uno <,propo~iLo possono e~scre l'occasione per ,cndcre la propria .immagine a caro preao, quella su cui il dintto d'autore e incontcs1abilc; ncl– l'mtim1ta lamiliare, mentre si pianyc, men– tre si ride, mentre 3i amn, per quella cc– lcbrit11 d'un'ora che auasta tanti cervelli deboli. A Roma, che è il cenno di una tale in– dustria di cose incsis1ent1 per cui non oc• ,orrono né ~.1p1L1hné matene prime, :,'m– r.:ontra sempre piu di frequente chi 3j lagna d1 essere ~trito derubato di un'idea, di a, ere detto qualcosa in una libreria o al cafle, che e staia ri,cnduta Il giorno stesso. Il plagio è un0; delle O.!.scssioni d'oggi. E U\'Ula un'idea b1so~na nvederla sub110 pcr– c..hé nello ~tc.!.30 1,tante m qualche altra pane del mondo q_ualcuno è stato colpito dalla sle!>s-!' m·ela1.1onc. Si capisce perché l'aspetto d1 un ceno 1ipo di società sia mutato; che i famosi drcoli in1cllem1a11 della Capitale, co_mc ~i :,uol dire, sinno com– posti di una società di muti. o qua!l.1, muti come se a,·c!l.sero l'acqua in bocca muti come ! aalli d_el Pantheon quando Si tro– \nno m cerchio -,cduti e si guardano e guar~ano nel vuoto, In qualche 3uperst1te ambic.ntc do\'c In cultum ha ;erbato la suo tradi,_ione solidale, dove non è spento il au– sto d1 confidarsi le proprie esperienze e co– no_"icenze,_l'1mprcs<,ione ~ di una superstite ans1ocra1m. La rerilt;) ~ ,ariA ricco~ pre;;nante, ma non 1t11t1 t;1 ,;mnn drc1fr;irc, né ,anno esternarne quel tdntv d1 !>inaolare e dt fan-

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