La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 24 - 11 giugno 1961

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Domenica 11 giup:no 1961 LUNARIO DE 1 PO ET 1 * Estate di Fallacara Ancora un·e5tate p etica. dopo que-lla di Fallacara l'$!O Fasolo ce l'ha apprc– fitata quc~ta volta. in un u– ui garbato ed invo,a:liantc li– bro stampato da un nuo\'o <'di Ort' veneziano alla msc– ~na della Ca' Dicdo, cd in una collezione - "'i consen– si .. - che allinea nel suo programma editoriale i no– mi di Grande. di Luzl. di );oventa. di Zanzotto. Que– sta Esto1e di Fasolo ne è il n. '.? Ed è un'ai;i:ile contam1- 11ar10 di \'Crsl e di pr05e. che nel loro quasi regolare a\'– vicendarsi conferiscono alle pagine un ritmo di varie.e:ata invenzione' lirica: un ritmo che si mantiene sostanzial– mente unitario. Senza dubbio è profltte\-o– le mettere a riscontro t' a p3ragonc l'una e l'altra esta– te. assodarne la diversij lm– m11,:::inenata dall'una e dal– l'altra cspcric>nza creativa, avvertire - attraverso la raffl~razione singola - il seii:no e la portata delle due differenti individualità poe– tiche. non tuttavia dis2iunte in una generica qualificazio– ne di modernità del gus o e dell'impegno. Da Fascio il !atto sta)lionale. pur sempre r::i.pportato alla fitta e sensi– bile rete della soggettiva e perciò lirica reattl\'ità. ci è restituito in una misura di compattezza e di definizione <anche timbrica) del contor– ni. la quale non esclude tut– tavia - ma anzi se ne avv11.– lora e sc- ne llcccnde - l'In– terna lievitllzione delle sujl– ,l!estioni puntullli e trascolo– ranti. Le forme. }"orchestra– zione verbale. il taii:llo di– ~corsivo paiono legarsi In una nozione di classicità. nelle temperie e nell'impo– stazione complessl\•a. parreb– be Il per 11 attagliarsi: a cui invece la 5r,ltlle fermentazio– ne sensoriale l'd Intuizioni– stica imprime ben ricono~ci– bile rimpronta di un inelu– dibile aggiornamento d'arte Tra le scritture in prosa. anche se largamente concer– tate. e i testi In versi J!ene– ralmcnte ,•incolati ad un conciso metro compositivo. non c'è soluzione di continul– t:\. :-;on perché quest, i,cril– ti abbiano In comune l'occa– sione di sfondo: la stagione estiva nelle sue manifestazio– ni più appariscenti o più pe– culiari. quelle che sfuggono all'osservazione distratta del più. E' l'intima inclinazione i.!iplrati,·a e tonale a render– ci il senso della fondarqcn– tale omo,R:r-nelth. E" la ,·or-e più Sl'~reta, che obbedisce ad una medesima sollecitazione di poetica Interpretazione di un accadimento stagionale che è al centro dell'annuale vicenda, e del suo ripercuo– tt'~i nel solitario sentimen– to. oltre che nella capacità del poeta di tradurre il dato naturalistico ncll"accensione deffimmaginc o della nota di canto che flSf>aun istante ~ VERBA VOLANT .\11R. BO S.• Pt!Saro. - La poesia di suo fratello è di impian10, lin1i:ua e intenzioni classicistiche, del tutto fuori dal gusto contemporaneo. Una nobile esercitazione, dunque, più che un'opera di poesia. NJC. LAMAC., Bari. - e At– tesa• è, nel suo genere di idillio, intera e ~stosa. La metto da parie. Le sue let– ture, dai crepuscolari a Un– gare1ti, sono evidenti ma e\'i– dente è anche che esse sono state digerite e assimilale. V'è del più ma non del me– no. Jnsomma, complimenti sinceri come quella poesia è sincera. GUCL. CARR., Roma. - e Ottobre• e • Le passiflore• hanno passi limpidi, compiu– ti. • Prcahicra • è semplice, ~ forse troppo .semplice, ma conclusa. Penso che il suo mondo sia aià maturo, che non possa piu compiere aran– di balzi. Non siamo, per quel che ne capisco, nella arandc poe– sia, ma certo nella poesia, e non è poco. Lei è sincero, mcditatirn, pudico nell'espri– mere. Coltivi queste doti, lciia buoni poeti, Jeu;a buo– ni filosofi. E abbia fiducia, e non mai fretta. Auguri di buoni raccolti. ANONIMO DI VICENZA. ~ Lei è molto aio,·anc, lo di– mostrano se non altro le cau– tele che mi invita ad a\'erc nei confronti di qucs1a o quella poesia (e faccia molt~ attenzione a questa•• m1 scrhc); lo dimostra tufta !a sua letterina. Anche le poesie .o;ono iio,ani, con buone in– tuizioni e brusche cadu1c nel luogo comune. Prca:i e difetti ben visibili Buoni ali ultimi due versi di • In morte•· « Il dente d'oro• è un simbolo non cosl difficile come av- j;~~':nmnaf ètu~ti~c~~~lto, ma ch~u~~o, c~~sfk~i~: l'aJi!~~~;: SeiUÌll a Ja\'orarc e plU avanti mandi altro. CARONTE * cli lltlll1'0f;Q Pl31\·To di lirica trC'pidazione. Sl chC' la pronuncia essenziale dei due modi di scrittura resu a un dipresso la stessa: in- 1,mamente lirica. immagino– samente e ritmlcam1!:nte poe– tica pur 13 do,·e si accam– pa nella dimensione del pro• sashco. Una p:osa che ha i brividi e le tndiscentt colo– razioni dell'cmoz1one lirica. come può testimoniare questo passo de ...11mare-.: Stup,trai dapprima del grande Jltuso htminoso. drll'ardore del cie– lo e d effabbaglio del mare. E· un 1mmen.so dilapare di luct' b aanchiufm a dall'int'– sausto cratere solare; e 11, . srupirai impaurìlo e soggio– oaio dalla violenza del suo s11en.:ioso clangore conlinuo come un immenso stridio di cicale lungo una interminabi– le estate di campi mietuti•. :E' l'incontro col mare. la scoperta del mare. LeJi:lil:Cndo questa prima parte del capi– tolo in cui Faso1o ci spiega dinanzi raffresco grande mo– \'imentato misterioso del pae– Sali!'.giomarino. assalito ed im– pregnato dall"estate dilagan– te. ci è accaduto di ripen– sare alla pagina del Nie,·o in cui è fermata una consim1- Je felicità. un'identica com– mozione di improvvisa sco– perta. Forse tra I due vcneli scrittori. quello ottocentesco• romantico e quello d·oggi. la categoria dell'invenzione e del trasalimento estetico è immanentemente o piuttosto ancestralmentc una sola. le– gata au·originc. alla terr::i. :'\la anche il profilo nitido ed Incisivo e ricco di luminoso fermento della prosa carda– rclllana gravitante sul pac– a11,11,io stagionale. su scnsa• :lloni di paesagRio cd estin• precipuamente. cl è capitato di intravvedere - non per subita lezione o meccanico ricalco. ma per radicata con– gcniahtà - leggendo queste righe: .Mare immutabile del– ralto giorno esttvo. mare della conte mpla.:io ne estatica. ci appari sen.za dolcezze e senza ptetd. Il .sde n.:io di roo– ni udibili è riempito dal clangore solarr. t'immobilitd vibra. al turbinio dello scam– bio fra terra e ciclo, e chi dinnanzi al suo fulgore so– stiene gli occhi aperti. muot1e soltanto pensieri eterni, h– bcra la vila dello spiriro che oltrepassa le membra deWuo– mo. e segue 11Dio che cam– mina e non affonda .sulla /lmda. inlerminata -pianura della 111.:e e preitnante eg5enzlal1tà In– terpretativa. o di più pronto adeguamento all'aspetto della J!iocondltà esplosiva umana e aiovanile che la pienezza del– la stagione riaccende sulla terra: talora nella resa di un flusso verbale dolcemente impetuoso. da madrigale o da ballata trecentesca o pollzia– nesca (L'estate fa d·oro le ~palle I delle raga=zi: oh le spavalde. belle, I le belle creature .... I Alla pineta ve11- oa I un'indolente sera e ver– rd none I inquieta con 1n.– cendi. e ardenti occhi. I Sa– ranno agguati tra i lauri e sommesse I ,-i,rn e rincorse sopra !°erbe ascose I e lungo !'amorose siepi). Sino a che il movimento lsplrativo non sl ndagla quietame nte. fino qua– si al confini del silent.io , nel– la appena per cettibile mo– dulai.ione elegiaca di questa tersa e non facilmente di– menticabile .. Sera d'agosto ..: Nt'l ciclo della sera I una luna dfaria I (pid corrosa dal giorno) I rinfiora appena. '/ L'attraversano i punti / ntri delle rondini; I non se n'accorgono le ctue e gli uo– mini I intenti a ricomporsi I nella calma celeste ... Al cent:o di questo lirl– c1zzato ripensamento dell'e– state è il senso ed il termi– ne costante di una diUusa panicità. non proprio o assai raramente d·intonaz1one dan– nunziana cd estetizzante. ta– le da dar luogo se mai alla tenera vislonarietà di un im– pulso religioso e cristiano. come è quella portentosa ap– parizione di Dio che cammi– na. senza affondare. sulla in– terminata pianura della luce marina. All'Infuocata cd abbacinan– te rassegna Hrfca di momen– ti e figure estive non si po– teva forse desiderare più ap– ,propriata chiwa di questa Rentile ed intensa ..arietta .. vespertina. che dolcemente nell'incantata ora serena spe– J:,rregli ardori della terrestre e solare stagione. .I versi paiono assolvere ad una !unzione di più scarnita L'eroe del nostro tempo (continua da pag. I) angelica, quale si ~nuto perpetuando, e degenerando, nel tempo. Noi ,·i\·iamo in un tempo simile a quello medie,·alc ma la religiosità più diffusa è quella dei benessere. della conquista, della comodita, della pulizia, dell'eleganza. Non si può dire che la religione in\'csta tutto l'uomo. Il nostro è un tempo barbarico con tutti i sussidi della 1ecnica. Forse, se non t"sistcssc la tecnica, l'umanità conoscerebbe uno dei periodi piu oscuri della sua storia, -.e affidata alle sue sole risorse spirituali. Il protagonista più accctlo della narrath a po– polare che \"a dnl film al romanto a grande successo. è colui il quale vince la fortuna, o che pure sconfitto \1i\'Cuna stagione intem,a, beve fino all'ultima goccia il calice della vita; è il carnlicre errante della ci11à borihcsc, che direndc e scopre l'innocenza, ripara i torti e le offese: è l'eroe che, per un'ora felice. melte in giuoco la sua , ila e paaa pun– tualmente con la \'it.1 le ~uc colpe e le sue dcbolcuc. Que!>IO leggendario moderno i:., come quello dcali antichi ca\ alicri, cstrema– mcnle morale nelle sue conclusioni e cata– strofi. Non bisogna dimenticare che il film quale è oggi sta sotto il segno della morale protestante, e cosl il romanzo popolare a grande succ~so. Non esiste una più stretta moralità che nella narrati,·a popolare d'ou:i. Tutte le Yoltc che ,i posiamo ali occhi ne restiamo sorpresi e edificati. JI nostro gusto dj letterati è, a tale confronto, pervertito. E' che gli scrillori dcll'ahr,1 categoria. i realistici, gli studiosi dell'animo umano nella linea della tradizione che chiameremo pct intenderci moderna, non offrono tante con• solazioni. Così come non ne offre il film europeo. Oggi più che mai è evidente la distinzione fra narratore e narratore, quello rimasto fedele alla società quale essa è e quello che appare nei tempi grossi, nel punto cruciale delle civiltà, sin la crisi dcU'impcro romano, sia la crisi della ~ocictà medievale, con Boccaccio e Rabelais. sia la crisi della società borghese intorno al 1870 in Europa e in Russia con Floubcrt e DosloÌe\'ski, sia la crisi di tutta la società europea e ameri– cana tra le due grandi illCrrc dell'umanità nel nostro secolo: lo scrittore, ,oglio dire, che da corti~iano e cantore di gesta è di\"c– nuto consigliere e obbiettore di coscicn1a, lo scrittore classico Ja cui ullima preoccupa– zione è proprio quella di illudere. In esso noi possiamo a,·crc uno· specchio della "0- cietà, il senso della s1oria. ~ossiamo igno– rare i nomi dei arand1 statisti e generali, ma possiamo ugualmente conoscere un'epoca ncJl·America di Hawlhome o di 1-"aulkner: nella Francia di Balzac. di Stendhal e di Proust; ncll'lnahiltcrra di Thomas Hard,•, di Conrad di Lawr.!:ncc; nella Russia di· Oo– stoiewski e di Cechov; nell'llalia di Gio,·anni \'erga e di Pirandello. Si tratta di una serio di sconfit1c dell'uomo nella lotta per una perfezione morale e sociale. Pure, da queste sconfiuc, si Jeva Ja speranza e In promessa d'un mondo migliore. E' lo stesso senso della società nella sua difficile storia da un secolo a questa parie. Mentre la narrali\'a popolare e il cinema si preoccupano quasi s empre d i fornirci .un 1ipo umano idealmente perfct.to .. la ~a.rra11,-~ letteraria non ci dà ch e ero, d 1 cns1, degli irregolari. Questa narrath 1 a letteraria anzi hJ finito con J'cscrci1arc un influsso anche sulle forme di letteratura media e sullo stesso cinema ha contribuito alla creazione di una letteratura corren1e con preoccupazioni sulla sorte c(fetth·a delJ'uomo ncll_a società mo: dcma. Non soltanto i grandi scopritori d1 realtà che sono alle oriaini della letteratura moderna. Oostoievski, Poe, Proust. Piran– dello, sono preoccupati della sorte dell'uomo comune nella , 1 ita moderna, divenuta folta, nella loro fantasia, come era folto il \1iaggio di Uljsse. ma anche gli autori minori, gli epigoni, i \"Olgarizzatori dei grandi modelli. ~cl secolo scorso, gli scrittori popolari, come Éugenio Sue e Paul del Kock, a\'evano biso: gno di personaa:gi fuori del comune. Fuon dcll'orbi1a comune erano anche gli eroi di Balzac. Era l'eroe romanzesco comune a tutti e due; in quelli lutto esteriore, in que– sto tutto interiore, ma in tutti e due con uguale postulato sociale. Lo stesso feno• meno di reciproca influenza si nota oggi fra cinema e letteratura, fra narrativa letlcraria e narratha popolare. i rimarrà sorpresi di notare, negli scrittori più comuni ~cl no31ro tempo, l'impiceo delle scoperte di lmguaag10, di atmosfera, di psicologia. dei modelli mag– iiori e illustri, ~wrence, Proust, Joyc~. vol- 1::ari:z:zati;Ja psicanalisi entrala nel cmcma, o l'esistcnziaJ1smo. Il protagonista della narra1h a contempo– ranea è un personaggio che sta rinascendo dalle sue ceneri, e questo rapporto fra let– teratura e arte meccanica come il cinema. e la narrativa popolare in iCncrc, è uno degli clementi di tale rinascita. Il protagonista della narrativa a,·eva subilo aià prima che ciò accadesse nella società umana, un pro– cesso di disirepmento; non era più lui che faceu la realtà ma la reallà che formava lui. E in ciò consiste la dHTercnza fra la narratiu contemporanea e quella del sccol~ scorso. 1 el secolo scorso csi~tcvano ,,.aJon assodati, sicuri, validi per tu1t1, da tutti ac– cettati, a cominciare dallo stesso narratore. Erano valori morali, religiosi, civili. Le crisi che sempre hanno formato oia:ctto della nar– rativa si S\'Olgevano nei limiti fermi di tali , alori. Come la concezione della fisica, della chimica, della bioloaia, della psicologia, era fino al secolo scorso quella tradizionale, sca• turita pressappoco dal tr.l\•aglio del Rinasci– mento così la concezione della vita era pressal)poco quale si era andata form~ndo dopo i ri\'olgimcnti religiosi dell'età .moderna in cui sbocciò il Rinascimento, e cioè nella società nata dalla riforma protestante e dalla controriforma cattolica. La narrath·a mise radici piu profonde nei paesi che a\'cvano accollo e fecondato l'annuncio rinascimen– tale, e cioè che a\e\!ano compiuto le rivoJu. 1ioni religiose e politiche. E' interessante noia re che 1'1talia fu la meno ricca di lclle– ratura narrati\ a, e che la narra1iva moderna italiana ebbe una rinascita quando la con– cezione laica della sociclà seinÒ il nuo\'O a..,setto e la nuova cultura italiana. Ma an• cora una ,·olla la narratha sor1i:e,a :iul lcr– rcno fecondo dei Paesi che a\"c\":i.nostabilito ~olidi valori umani e sociali, e una morale fra le meno indulgenti e accomodanti. JI quadro del protaa:onic;ta di tale narrati\'a ~ quasi invariabilmente quello dcli' uomo il quale si muo,e. si agita, lolla, è sconfitto e trionfante nell'orbita d·una socielà sicura di !>èe con \'3lori indiscussi. Madame Bovary, Il Rosso e il Nt.ro, A,i,ia Korenina, Delitto t castigo, Tcss, lord Jim hanno tutti il mede– simo significato: è la lotta dei pro1aaonisti della vita quotidiana che a un certo punto si 1ro"ano a infranacrc una lcgac stabilita. E sotto le stesse insegne fa il suo ingresso nella letteratura curoP.Ca la letteratura nUO\'a americana, quella più specialmente rh·olta al destino dell'uomo. Il decorso dell'eroe di romanzo è quello di chi, sicuro di sé, nel pieno delle sue forze. subisce un tracollo e una sconfitta; incappa in una colpa che do– vrà fatalmente espiare, anche se tale colpa è determinata ncll'àmbito scarcto della sua coscienza. E' la lolla contro una limi1azionc-; una legge che non si infrange impuncmcn1c, e che non si pensa neppure di porre in di– scussione. Si tratta di ,•alori stabiliti. bar– riere inamo,·ibili. Fino a qucs10 punto, non è accaduto nulla dalla piu remota concc- 1ione del dramma umano, dai Greci in poi: si tratta di espiare una legge violata, e non soltanto una legge morale ma una lcigC so– ciale, un delitto contro il corpo della SO· ciclà. Nel nostro tempo è accaduto, non solo nelle scienze e nella tecnica ma prima nel mondo morale, e quindi della letteratura t! della tecnica, uno dei maggiori ri\'olgimenti della storia umana: valori secolarmente sta• bili ti sono di\'enuti discutibili: lutta la , ec– chia certezza non soltanto nel mondo sen• ~ibilc ma in quello insensibile si è fatta dub• bia. La colpa specifica contro la società, la morale, la lcige, la tradizione, quale apparç nella narrati\'a del secolo scorso, è di,•enuta una colpa immanente, connaturata all'uomo, rimorso di un delitto non consumato, e quasi il senso del peccato originale. Esiste la colpa ma non il delitto. esiste In dannazione ma non il peccato. Non c'è in tutta la storia della ci\"iltà umana un a,,,,·cnimento cosl aravc. La narrati\'a non ha più un protagonista sullo schema dell'av,·cntura di Ulisse, che giunge: in porlo dopo un luniO crr.i;e, ~rea.re . fug– gire, soffrire, o come nel v1agg 10 d1 D~nto che dal peccato arriva alla contcmplaziont di Dio. Ed è a questo punto che si è opc~to il distacco trn la narrativa, diciamo, dei pio– nieri la narrativa classica ri\"olta all'uomo nella' sua realtà, e la narrativa dei film e dei libri a grande successo. E' a questo pun10 che il film si è inserito più fortemente nelle abitudini quotidiane: il lettore o lo spetta– tore hanno a,'Uto bisogno di un loro pro• tagonista, di un loro modello p~1enzi3:lc eh? si muova ancora in un mondo d1 valon ecru. accettati per convenzione. e come per giuoco, in una dimensione ipotetica che non è più quella reale, una specie d~ leggenda ~ella ~:i:~ pr~taSin~glj~ i~s~~a~:~ i 5 ~~~~~;~~st~ veri nella vita non mancano: ma essi sono occulti il loro nome è un nome collettivo, di grandi' imprese. grandi _socict.à, gran~i. for• mazioni poli1iche, arand1 stati, arand1 tdco– Jogie. Le malattie morali e fisiche dell'enorme agircgato moderno, i_lmistero della. socic1~. la densità della com'l\'enza umana, 11molt1- plicarsi delle illusioni di felicit à, di fortuna, di gioia, fomiti dalla potenza de.ll' industri_a, la sete che tulle queste cose nde stano m noi stanno trasformando dalle fondamenta la società, minano l'amore di noi stessi e l'amo– re degli altri. , i~~ 1 d!i ~~~~èrz\~ ~~ain~.,-~ ~iu~r'~~;:u~~ non sono però del tutto inediti. Anche nel Medio E\'O l'uomo si umiliò e si detestò e si offese· anche allora i simboli di cui si ali– mentò !3 sua fantasia furono )Ciie~dari e non più umani, sebbene Ja Icaaenda dt allora rimetteva tulio al divino, e Oi;gi tutto al– l'umano e al progresso. Al te.rmme di quella lunga noue, il disprezzo, il disinianno, la derisione, si aprirono nel più fecondo slan– cio di amore di sC e del prossimo, dando l'impulso a una delle più feconde età della storia umana. CORRADO ALVARO LE'l'TERA DA .IIILAXO * L' UGOLo conferenz ilrl L'invasione delle Quella che si ma cl1iamare * turale. E allo nurcn, qual- la e vita culturale di tma cit- che volta /ebbrUe, di zone I• • t ta •, sta diventando a .\filouo uma11t. ,msplorau, restano 111 (fu a (1.,, uo di 1111 arrivismo frenetico. ,ti 1.,·1sElf.O Cll l'311.11 SCII I co,ifinali, come acccm101-·o-, J \.;\) Non credo che sia una mia nel pe.r,metro d1 quc.1 Utt ,ite personale impressione. A eso- Jicile, stanco di parole, dt ,·ita culturale del luoeo in cui me,io di altri hanno neccHrto minare a fondo lo questio,ie, coPJ,·ersa;;.ioni, inUffenti, di- la1.·oro. di aie1orname,iti c-ulturali. sullo scorta dei quotidiani, scunioni, co1tumica;;.io11i. Il Va\ce alloro una $pecte di ma che pii, dr oltr, hanno ,·edo elle sarebbe necessario 111;0 orecchio t. ormai imper- rommarico, e di contumo pe11- duponib,lita di tempo oini sera sdoppiarsi, o tri- meabile e uuensibile al 1.·alou time,ito, 'H!guito, ~cmpre a E,mco Falqut ha pm ,·o/te /' f'R I, CO FOCH f plicarsi, per partecipare a tli 11110 parola cl1e sia puro- brel"t:scadenza, do buom pro- ~a,1:::Ji:!a'J~i'J/z~,o:,~{',~~o de!~ r 1 ' i • ~~:J!e~t,;;1~;~!!~'~~: ;ve~: :i:: d:~~:fa e:~!~~~t~'!j,":~1:;:~~: f:,!J~ ~/101'~~~~~;;,~~ ;si;~~ la carto•libro: I'e.d1toria e. ,n P1u e pc,i-.o e piu mi ni cou proiezioni o se.ri: ;a. 111·o 0 , pega10, didascalico. lozico gli re.sia il rodio e la netta e.spamione., come. .s, .cmbra 1mpu~,ihilt. che. oer Il livello di qua lità delle. Questo i! 1111 frutto, nat~rol- t·ogha che, tra il t·olcrc. e. il dice. ; quakhe <,,clumana. un;;. _que-:- ma,ri/esrationi ~ puHtoslo al- meute, della nostra civ1lla, in non potere. a 1111 ct.rto pu,ito Vorrei aggiungere. che.. a j !>t1onecome la pionuoca di lo. Nie.nu provincialismi, t•a- cui le. persone. più avvertite autoscambiantis1, lo tengono \fllano, l'm/loz,one. de.Ila pa- T,V. (tn·_u '? ra-,,, abbia :!}fi;:1~~t:::;_'!ii!a~~1~ 1 ![':;~i~ tù;~;:~?o :~ia v;:r!l'te::,i~= ~ut;:,?e;;~!,:"a a~:.~~!~~~adi 01 ;ll:,r: 1 °d:i,;'~':ir~1a'"1:~~':. I io'c~c~o. 1 'J;!'ag:~n~:,~~ 13 É ':~ ti di tm nuoi·o romon;:o, o schio, poi, di lasciarsi _sft!g- una conft.renza di i,iuresse. \la t ~ mt.ssogg1 • possono d1- , iene da np,cn~rc .l una ~ 1 0- w1 dibattito sulla scuola, o gire anche. ta, parola. e s1gmfi- particolarmente. aderente. ol- 1·e11tare. ron:;io, la poro/o puro nella la poesia francese, o la con- ca11te ». L'abitante di \filotto, l'attivito che. S\·olac, ma che. suo,io. I.A tecnica della pro- l,:na 01.tdrc, ,anuo,a e m- /ere.nz.a-stampa del noto scrit- o alme 11 o quello di una ce.r- è g1d stata fatto o alla quale. pagando, della d1/ftmone, del-1 traprcndentc. ~hic:<oe a •in to,re straniero di possogg10 a ch,a clte vive costante.mente e sa che no,i potra partecipare, la popolanz:;az,one, e fi'unta a-10\an~llo di belle speran- ~1~:,7,';;re.l~t~~!!i:m~:intere.sse :f~":::~''ti~:or~do~ia 1~ \~~: :~~~~~;::'::. pcntunento e alla ~a~rat,~;;~::td:i~~,~; efd~c1e. 1 7~ (:: .P~ °t;;ii':· ~l~~n:iele~u~ Il che, ovviamente, depone e ciò che è il lavoro della L'intellettuale che 11011 fa ciclo di con/ere11;:e e re.larrvd hgJacJ . molto a favore di Mila110, \'ita. ode dei s110111:l'olto- professione di intcllettualita mcurt facile.. \fa l"ecctHO d1 - Quella d1 !llCl.lfl ·- n- 11011ché dei suoi abita,iti trop- parlante. da 1m suono, lo ra- è del re.sto lasciato 1111 po' offerta de.Ile. sole tlt con/e. ,po-.c 11gio,ane con ~p1ctata po spesso accusati di ecccs- dio un altro, il megafono un al di fuori del giro d1 con- rc11:,a. che si rn·olgo110 ap· fran<:hcua: sfra propensio,ie alle cure, altro, la sala da co,1/ere.n;:e ft.re11;:e.. E anche qucHu qua- pore,rtemente a dn·erse cali!- Co,1 ri,pondo io . .t tulll come si chiamano, materiali. w, altro. ra11te11a,pt.r quanto relatn·a, 1:one dr o.scoltatori a secon- coloro che, afta"-':matl C 1ncre- Colum1io immeritata. (:' ima forma di _difesa, è w1a consea11et1:;1J delle. sue da della propria 1111po\lo;:1011e d1b1lc ma \Cro I dall~ <cioc.- Però io so cJie i /re.quc11ta- 11110 11111wa;:1011e addinttura for:.au diser;:ioni dalle .<aie. culturale o pol1t1ca mo cJie ca polemica. ,on-ebbero '"'- tori delle conferenze vengono fi.\rologico. tanto che può es- Un proce.sso a c,rcwto cl1111• 111 realtO s1 iCa_mb_,0110 lt pere da mc se e mcihO dire e reperiti•, nello maggior par- sere chiamata • variazione so. _Il professore ~i !.cuoia • targhettt • degli 111dm:.:.i, tu u o rn·, re de.i cosi. uella medesima spontanea., come esistono in media, ,I pro/e.ss10111sta o \la prO\·ocorulo un proces<o - Tele1,uw11e, - rhpundo cerchia degli addottorati col- natura, in biologia. Ed è la l'imp1e1ato di alto li\·ello • HH'Olum·o dr satura;:iont' che - \Oltanto rde\·uione. ddn- ti, cioè professori e pro/es- stesso i11\'odeu;:a di una ci- aderiscono all'im·1to del con- .soro risolto, forse.,. soltanto do J"os1racismo. un;i buona sior1isli, o impiegati di le\"a- i·iltà di massa che gioca rur- /ere,i;:iere. Ha il professore dalle. 11u01.·e gcnera;:,om. cioe \Olta. a tulle le ,1jtlC c-he tura. E ai diversi e11ti cui- to t1 suo potere mila sugge- o l'rmpiegatb che dopo le. ore do1'11_ studenti. \fa per ora pretendono d1 dl\cn1are ra- turoli sono iscrirte. prù o me- stioue ostrarta della parola, a di lavoro fon110 opero d1 cul- molti _cnr, culturoh de,·o,io I rolc~ Ql;Jmdi ~e • la 11\0 • 110 le stesse. persone. Mille. prol'ocare lo scatto di cl1iu- tura i11 proprio, nelte ore fare I conii col problema_; , ne • la t1\1•, diremo. ma • la tesserine, poniamo, rispondo- sura di chi 110n è psicltica- cos,d deue. libere re.s/0110 a e 11011. solta1110 '. me,io /orti, I tele,·,s1onc •, smcttendol.t con uo ai nomi di duecento- mente debole, o irrimcdiabil- ca.sa. come 11 Cemro dt poe.s1a~11- 1 ceni accorciamenti che. lun- rrece.mo perso11e, fedelissime meme credulone.. 1~'1101110 che 1\"o n è una co11tradd1:;ione tempora,iea o il e perr/errco : ai dalroffrire la p1u lontana e i11ca ponitissime., clte. /re- i•uole pe.,isare e per como /ac1lmc11te risoh•ibile.. Gli or- ma l"_l\"OCe. Camrno, mo anche ombra d1 una co-.1dd..:t1aco- i~':~//~"~,!~:,:!~ COII tavolo e ~:i,:de,~:.!ap!ti~~,:}a~7,!~a ,~~~ r::~i;::~r:,~:i:e:~~e • p:;;~~sf:~; ~ir;~1i 0 Jf s:,~'1ed;: :,''i:°Cas~ 1 ~a~·~~- ~:;~~~o un ~'i~:~~;: Pe.r citi no,r ~ troppo /i- ma di asse1 1teismo c he ri- della loro rete di a/icionodos della Cultura, la B1bl1oteca I mc.n,o. ,n bis.tico. che rich1a- sio11omista, ciò è indice di schia di fargli perdt.re anche è pii1 ardua proprio .wl i•er- Germamco, l'USIS, tl Centro ma ( non dimcn11ch1amo re- /orte interesse culturale, di una parte st imolante della sante che p1i, parrtbbe na- Francese. QUI\ alcn,:.1: Jmgua r. costu- ;;:~f:za i;f,\i:c~~~ , raf: 1 ': eT .------------------------------- mc) 1 blue jca11s .. e lutla la nostro tempo. La con/e.re.11;:a l~ETrl'ER. I IJ. I .I'. I P(Jf..1I ~1~~t1~;a~~~o~olto bene e-si è una passione. Conosco una A,cte, ..:osa, la mia rispo- sig11ora, simpaticissima mo- * .,ta; un po' amara, mi di- glie di un pittore già molto 1 \piace~- Permcllctemi anzi noto be.nché giovane, che sai- _ ilacché ci siamo -- ,il r,a- ;•:o i•~·~;~~is:!,~•l~r :i:;;·,:~~~ u es eoea ,, ade n t·, :a~ou~~1/~h:O:..~'i,o d~~~~ ogni sera. E' il suo. modo di nrom an z i pa<satc. sul • ""o dc,h an: partecipare alla vita culw- wcli •. In un tempo in \..-UI o rate. Ma si tratta, O\>t 1 io, di ,arcbhc da\\·cro tanto da di- 1m'ecce;:io11e. -.eutere. proporre. tare e '-0- Quo,ito a me, e sento il pratlullo <.ah.tre. in fatto di do,•ere di dichiaro rlo per giu- * no,tra lingua, ,i sta a !ifo· stificore alme.no i11 parte il iliarc la marahcrila doman· ;~;; ~/:,, ~rg/t,,~::·,:;;i:~•:; ,u _11.,11Efl'l'<> .,w,uco.u 1.~~~~, ;;:,':.-~i""'···· 0 ~'!,".i 'td e ~Ì~tr~~s ;:;é :,~';';:; La storia di qud cai·aden- per- altro . .\li d1cera un mr- gari a cat·ar denti do trrtoo- Quel chd ao,;cat.: nd1 a ~n- r~~·io11eche mi permetto di ti denun.:iato per reati dodi- dico autentico, a proposito di ~~rr ~~~ n::edfatm:ap:1~:.~· a~ ~~~ .... ~~ .. ~rg~~II~ ~~:ttanJ ~~~~mdire p:~ 0{!"'~~~~:~~e. e';;; f!n1:rx;.t~i~7t 1d u;~~f~s~:o!J~~ qu~f~ c~~~anno. anche in nuot·o lui seppur egli ormai ~::"~-i~~~~:;=am~ ;;~Tc;fi:~ ha centro e. fulcro dentro la appunto odonroiotrico, - un nome delle clas.~e. ma ogni ci crtdt" (tutti sr ne accor- no in chi pone lutto il "UO cer~hifZ dei Navig.fi) {di /ett,e- ~~~~ s~::~:· aii',ar::~ope';t~nd~~ ~t·~::r,~11;~er:('~~:~ 0 ;e ll~~~ocu~ fi~~o~:~e,n~\;~~~~e~o;:e ~~~~ ardore nello sloiliarc la mar- ;r;~~;!~a'":;:!~;;a"~ ~~:al~I:~ .suo e.,sersi laureato. senza ruba nei secoli. r pigliano a non potremo mai farlo noi. ghcrila? Per cariia, non cscm- a,1110, oncl;e verso le ;:one di dis111Tbar nessuno, fuori di .studiarle i crir•ciJ .srrinpe i almeno da medic1J. lo lasc,- plifichiamo. m e;::;a p eri/ena. Il mio tono opni 1.-'niverJitd. è t1p1camen- tempi e salra qualche forma- remo campare. giacchi prr di se.mi -scht.r;:o doi·rebbe la- rr napoferana. E non perché hrd. Anche Nopolconr Jur su ••ocr pubblica ci .ca farr. ha sc iare ,I posto '\ti arR0111t:11tll- colui aret•a aprrto 11suo pa- pt"r più I() sll'SSO qua~o si unparoto tulio .. \Ja 11 s1.Affra- ;:io11i molto serie, se do1•ess1 bl11rt10 m t•ia Caracciolo e calcò da sé suph occhi d'a- 010 no, abbia pa:irn.:a ma Il esporre fino all'estrema si11- abuara a Posillipo IPausily- quila con un molo brn~co. s11lfrngio è un'tndrhcatt".:.:a. cerità le ragioni per c11i - pon: tregua alle pene. anche .,t'n.:'aspertare chr lo facesse da porle .,-110.chif"dcrctlo. no,iostallte l'arril•o di decine dei .,uoi clirn11 - che però 'ti papa pur inrllnto per la poiché rntendr, dor rtbbr ca- di carto11ci11imolto ollctta11ti le acceltarono per oltre due bisogna (/onr pnvrnrò 1111 pirlo (.~olo che rat "nlra.cn• in e be11 stampati - dist.rto quei lu.ttri con uno sloicismo per- .suo penlimt"nto es1rrmo. e lo sf prr un mom,.nio) cht" r ap. luoghi di ricostru;:ioni morali sino munifico). non perché .scandalo che nr .1arebbe dt- prt'sentar la daue no. non lo e. conosciti\·e. a Napoli quegli è nato e ere- rit•oto) il copricapo cht' pre- può. e il suffrar,10 noi non Non disprc:;;:o, 11011 sotto- sc1u10 o perché NapoU pii si j('ril'a. E pochi mr~. dopo re- possiamo darohclo Eppoi ,·aiuto. Considt.randomi, in offrl con una t•asta clientela. pffcò con un copricapo .11m1- che bisogno c'f'. d·accollarsi questo momento, come. w1 t'd an.:i il fior fiore di questo lf": Dio mc l'hn dato r- J!;uaia tante brighe. E il ttmpo. da pote11;:iale ascoltare qualsia- buona .1ocietd oli mostrò le chi lo tocca. E l'arrestarono dt'dicare al C-onsioflo.' .\J• si, e 11011 come lnìsero Crt- Jouc 1 st'nZa ferocia e gli mi- solamente dopo li annl di presento io? .Ha una cht'n• maschi, devo sen:;a gloria e se a di.,posi.:ione tutti i den- professione (non san11a~a1. tela chic. pentildonnt sma- scn;:a -.:trgogna aprire uno ti che dt'siderasse: no. E nem- L·1.:s11rpatort'! Anche hu, a plianl1. Prosit: ma 1I roto spiraglio allo 1•en·ra: ritengo, meno perché questa sia su~ un tratto. u.1urpozione di 11- no... mi di.spiace ma no. e. ritengo anche di potermi 1crio 1,na cerula matrice d1 tolo ... Quella impulslt:a dicluara- sbogliare., che la co11/crcn;:a pfcaros mostruo1amente Je- • E. 1mprcss1onante; le vite ziont", di voto appunto. /Il in quanto tale sia una sim- conda. un pezzo (quasi ana- parnllt'lc ,., dovrlti ricono- tidJ!a, e tN doruto indagare ~~!~:iv;::~a a~}°~:,':'~~/;~r~ :~= ';:~ic~!11~d~n:,~:~~f's d~~~ams:i:= .s:c~rf° anche q11rllo, se non ~a:;. legge s·t dovuta appli- stume ottoce,itesco: del te.111- res. d'Aleman. d·Esp1nel, che a1·c.1.1e eiiagernto, l'avrebbe ~,~,/;' ~~~m~,,~~1 '~r~~~:~~~ 1mportò sui lidi 11rrcni~i an- ~~:::."tt~~, 0 ~·! 1 ~b:~{~;~lr ~~'; chfe n~~- fa~~ 1 ~ 0 ~f!~o~~~~n~ indugiando C lirllugrrando fra ~~- M fne:~~ri i~~~~~ :;;r,~ at·et•ano Jinuo col ricono- qu1lli;;:ari çioè ntlla luris,a il luogo di la\'Oro e la ccr- scnttore ., imptpnato ,., fino sct"rpll però , colltgh1, badi pro1ica e sulla peri.:ia del~ clua dei Navigli, si pote.\•a alla cima dei capelli, a foto- (pOl'f"ro il Borbone che l'empirico. i consapet·oh poi, passo passo, fare. una grafare la squallida seppure cade),._ - i 1·eri donnegpiali - capatina ol ca/fé (le1terario o onesta regola generale, avrcb- ., Corsi e ricor .., rnsislet- aurebbero ltuciato correre. liscio} e fare 1111a sl11ngat111a be riiolto nel Sud con poche li io. ma so1tovoce, auorro Lo giurerei. olla sala i,i attesa dell'orato- migliaia d'ecce;:,onali figure onnai -in una t•aluta.zlone di Sf'mbra una par,1na del Il• re. Un coswme di alto c1vil- dt"l calibro df"I nos1ro cat"g- prospf'ttn·e storiche. bro Cuore . .\fa. in.somma. che td, come si i•edc, d1 quando denti (di questo Bel Ami .\fa: • Si licct p.i,r\'a. - ml c'imporla - ma ob1t1terd l'orologio marcatempo no11 dt'lle pin.:e cromale. in vena corresse il dottort' - e scu- un leltore che conosco: e pur era ancora stato un·cntato, e d·arrivare al Con.1iglio dello sarc la nostra erudi.:,onc che st"mpre un Jauo d1 cronaca di quando Milano ai·t\•a tre.- Ordine medico) il problema freno qui. Ci parli di libri. dello c111tu- ce11tomilo abitanti. delf'ellmmm:ione dello sba- Con que.sta 1pecie d·111ter- ro a Napoh... Costume. si- Perso11al111e11te, potrei dire. diglio scn.:a tradire la pro- t 1 u1a tuttat.•ta - t11prego di onori. La socierd (alta e bos- in aggimlla che io s0110 1111 pria fede documentativa. No, ugulrmi - ini trovo nel pie- sa). La nta. Quel groriplio lettore, an;:i 11 ,i lettore natb. purtroppo per esso scrittore: no della mia dimostraz1one. che a un tratto trot.•i armo• Preferisco un testo da leggere: pfcaros s1ffatli na.scono non Vi rendo lo .spinto d'uno por- nico. quell'esplosione d1 bene Le parole, dette al di fuori pili a Napoli che nel resto tf" in causa. le co.siddeue rra- e di male che erano commi- di u,ia ristretta cerchia di del n1ondo ci1,ile (e per ci- zioni dei più 1ntHCSSaU. dei 1t1. Non tutto i: hntarc, amici o conosce.r1ti o 011clie vile s'lrn da intendere appun- veri danneggiati (unici, pare. .,quallido, facile a Jotogra- di sconosciuti che siano però to quello dove hanno corso po,ché quel disinvol10 denti- farsi. E il cuore. Che batte fra loro legati da palesi vin- le latLree - buone e fasulle). sta non aveva, per vnitd, speuo a stormo ntlla vira coli di aflimtà eletlim, mi La vicenda del Jal10 'dotto- combinato mai alcuni pua10. anche d'oggi, se non palpi- s/uggono. Ho l'orecchio di/- re è r1picame111e napoletana almeno veramente grosso: ta più nelle pagine. Eppoi chi abili mo, an.z-1, come lo di- rt dice ch'io non t·i obbfa cono, non solo non avet·a roluto o!Jnre la pruni.:1a 1uscitato lognan.:c, fra i d'un roman::o che ci scr\l'erò clienti, oltre I lamtntl d1 rito. 111? Perché no La trama un ma aceca visto la .s11acliente- poco tenue; ma il ~uccesso la moll-iphcarsj In quauro e dipenderd. si capisce. dai PREì\fl quaur·ouo e orracchirsl dea particolari boccoccrschi (e colori. ilari del bel mondo. ml si paui un agpethro ina- .1ua quali prevale lullora 1! dtguato) che una robusla fuh:o d'un me!allo pur csclu- !anta.sia avrd saputo snodo- so come vile dalla più moder- re fra oli agpcppj dentari. gli e concorsi na protesi dentaria). .1malti. e ali sciacqui di quel Basta; ecco dunque perché gabinetto. la vicenda del fal10 odonto- iatra partenopeo mi pare u- Tdeturro: e l'u ltima no\i– ta in fano di .. tele.ne . ,·oi non m1 crcdcreic; ma ù pre– iO, imece, di crcdzrm.i: Prc>-:– pno 1cn, po,ando ~h occhi ,ulla parola tclerre di t.n an• nuncio pubblicitario (d1 non 30 quale grande e magazz.i– no •>. ho stentato, lì per !1, a renderla come una parola qualunque, pm che normale. \h parc\a, a nch·c ,sa. unn de– gl'infinill e re.le· • pro<loui, ogni giorno, dal la squallida fonta!>ia meccanica c!i un'epo– ca che smama ,empre p 1u. e !'.cmprc meno c.cri.tmen1e. c.ul– l'idca fi•ha del •lontan o•· \la ,cn111c che n.1otaagme, che pre~un,ionc, che bomba d1 car1apc,,1a in quel Tele– t11tto. Lo stampa Mondadori: ciò mi da garanztn. in 1.-eno ~t•nso. anche !>enon conoc.co una riga di quel se ttimanale e per chi sa quanto tempo ancora m1 mancheranno tem– po e ,·oelia di mct1crm1 a c~aminarlo. Una garanzia, ,cn7a dubbio. Ma quel nome. quel Teletutto, io non lo da– rci all"ultimo, al p1u pcde– .-;trc, al più ancillare fogliet– tino di propaganda dd p1u intollerabile ~liow di Cc.lcn– tano! 0.1gli • ~pogli • del Gior– nale Radio: 12 aprile. ore 20.30 Prog-r. \;37,: e la nccc.5::;ità di ,ta– b1lire una stabile inte,.1 .. •· 30 aprile, ore 8, PN!lr. ~az..: • ... si :.arebbe don1to tenta– re un attentato contro De Gaulle•· 5 magiiO, ore 20.30, Progr. Nat.: e All'in·contro hanno preso 11orte da ,,arte te– de')ca ... •· E in1an10 si da..cutc sulla pronuncia di T \". '··· In auc.-.a di , edere <e le oppos1c parti a, ranno inteso l'oziosità della loro qucs~io– nc, il linguacciuto ,uol pren– dersi un po' di riposo. Ci ri– tro,cremo fra un mcsclto, per occuparci ollanto di questioni arammaticali (col !.Olito e pepe e sale•• natural– men1e). IL IVPREMIO NAZIONALE BERGAMO E' stato indetto dal Cena– colo Orobico (richiesta di bando a1 Cenacolo Orobico - Via Duca degli Abruzzi. 8 - Bergamo), e sotto il pa1ro• nato del Comune di Berga– mo, il TV Premio Nazionale di Poesia e Bergamo e Pro– vincia», cosi articolato: lire 250.000 per una silloge di 5 poesie a tema libero; lire 150.000 per una poesia ispi• rata ai laghi e fiumi del Ber– gamasco. Scadenza entro la mezzanotle del 16 settembre 1961. Nove copie dattiloscri1- te. I concorrenti possono partecipare a tutte e due le sezioni. Presidenle della giu– ria unica: Gio,·anni Tìtta Rosa. 1 concorrenti do,-ranno in– ,·inre domanda contenente co• ~nome. nome. indirino. titolo dei testi prescelti. set.ione del concorso alla quale intendono partecipare (attori o dicitori}. o se ad ambedue, corredata da certificato di nascita, il tutto in carta semplice. entro il 6 i,:iugno 19(H, alla segreteria del Concorso (vin Diaz, 47 Ro– vcnna, telefono 22418) cui po– trà eS!lere richiesto Il ban– do-reftolamento del Concorso stesso. picamente napoletona. Que– sto individuo che. secondo la accusa. aveva falsificato tut• to. firme, timbri, diplomi. at– testati, le parole quotidiane, il pauato, i pensitri, se stes– so in.somma., e che un bel 01orno. avendo ormai /mito col credere- da a,mi al sé mentito, al .sé ricostruito, tro1•ò perfettamcntt" natura• le l'impulso di /arsj ancor piit avanti, meglio an.:i. di uscire allo scoper10, dal suo •.studio .., d'tccelltre anche nel piudl-"'io del ., colleghi ., d1, spaccare in mez.::o a loro, solltvato da loro. e pose co– si la sua candidatura pe.l Consiglio dell'Ordine dt'I me– dici: ebbene il nostro troe .sf perdé solo perché a ral pun– to perdette la pa.:1cnza un .ruo • coUepa • che ,apeca e. tacei•a. .. Ah no"• esclamò questi. troppo forte (e ,i pentl subito, ma onnai gli era scappata .., .. io non voterò mai J)t'r chi è stato In gale– Ta .. (già perché quel bel ti– po t'ra stato in galera per qualche annetto al tempo degli Alle.at1J. Capite? ., lo non lo voterò.-, disse. sempli– ce.mente. Cioè: continui ma- LIBRI RICEVUl'I Concorso nazionale direcitazione a Ravenna Organizzato dall'ENAL, avrà luog'o a Ravenna. dal 15 al 18 ~iugno 1961, la terza cdii.ione del Concorso Nazionale di Recitazione. In lingua italia– na, per attori e dicitori non professionisti. d'ambo I sessi. d'età compresa !ra i 18 e i 30 anni « IlCeppo » L·Accadcmla P:stolese del Ceppo bandisce un concorso a carntterc nazionale per un racconto in liniiua italiana pubblicato su riviste. c:iornall quotidiani o periodici dal 16 ottobre 1960al 15ottobre 1961 I racconti coneorrenti do– \'ranno essere inviati in plico rnccom.i.ndato ed in sei copie. di cui almeno una a stampa e le altre dattiloscritte. entro e non oltre la mezzanotte del 31 ottobre 1961alla Segreteria del Premio. via Panciatichi 5, tcl. 3447. Pistola. 1 raeeontl. ehe non de,·ono t'l-'-l're stati premiati o scc:na– lnti In altri concorsi. dovran– no portare le generalità com– plete e l'indirizzo dell'Autore. MAURILIO TERNULLO, Il flauto e la steppa - Poesie - Callac, Ragusa, pagg. 64, L. 700 R ENATO COLO~tBO, Radici sospe.se - Liriche - Tìpo– Linot1p1 a Zan{a : Varallo. pagg. 36, s. p. RENZO CORDELLI, Terre c. ciel, • Poesie - Rcbclla10 Editore - Pisa, pa~i- 64, L. 900. BRU, O FATTORI. Addio allo scuola - Elegie - Giardini Editore - Pisa. paii, 32, L. 400 YASCIAR KE.\IAL. Il cardo • Romanzo - Garzanti Edito– re - Milano, pagg. 4.50, L. 2.000 GIOVA Nl VILELLA, Alysrc– rrum - Poesie - Ente Au– tonomo Librario - Roma, pagg. 192, L. 1.000 PIETRO RECCH IA, I cmque amici - Romanzo • Edizioni del Cavalluccio • \1ilano. pagg. 142, L. 450 RENZO VENTURlNI, L, ro• biuie - Liriche - Edizione del Ca, alluccio • Milano, pags:. 70, L. 300 ROCCO SANTOLOCI, Alla n– t'a dell'anima - Liriche • Edizioni del Cavalluccio - \lilano, paii• 96, L. 350 \ INçE"IZO DE CAPRIO la ,·oce. del S1le11:;10 • Liriche - .Edizione del Ca, alluccio - ~lilano, paga. 64, L. 250 ALES ANDRO TORRlGlANI, La prima estate e yoga per tre - Racconto - Edizione del Ca\'alluccao . Milano, paga. 108, L. 400 GlU EPPE TORNELLO, Il 11110 paese s, cl11ama Ra– macca • Saa:gio . Edizione del Ca\'alluccio - Milano paa. 80, L. 350 ' GINO STADERINI, P«s1a umana - Liriche - Edizione ladcrini - S. Giovanni alla Vena (Pasl), paaa 75, li– re 500 GIAC0.11O PERTICONE, la poht1ca estera italiana dal 1861 ol 1914 - Rai - Radio- 2~~v~ì~ Italiana, paa,ne

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