La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 20 - 14 maggio 1961

LA FIERA LETTERARI Anno XVI - '· 20 SETTJJ\JANALE DELLE LETTERE DELLE ARTJ E DELLE SCJ NZE Domenica 14 maggio 19<il SI PUBBLICA LA DOME lCA * Fondato eia UMl3El{TU l<'l{ACCHJA * Diretto eia OIEGO FAl3131{1 QUE.:-i'l'O NUMEHO L. 100 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE: Roma • Vta del Corso. 303 . Tel. 687645 . Amministrazione Tel. 673015 PUBBLICITA': Amministrazione • LA ~'JERA LETTERARIA n • Via del Corso. 303 · Roma - TA.JUFE'A L. 150 al mllllmetro • ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 - Scmest re llre 2.150 - Trimestre lire 1.100 Estero: Annuo lrrP 7.000 Copia arretrata lire 150 • Sl)('d1z1one In conto corrente postale (Gruppo 11) · Conto corrente oo~tale numero 1131428 LETTERA DA ILONIDRA * L'Italia è di1noda anche inInghilterra * di IA1\I t.llEEtlll.,EES - per accennare solo ad alcuni degli scrittori ita– liani oggi popolari fra I let– tori inglesi - hanno per· messo loro di penetrare nel modo di dta. negli atteggiamenti mentali e nel cara(tere dell"italiano contemporaneo. Sebbene oggi sia molto aumentato il numero de– gli inglesi che leg~ono l'italiano. In ,popolarità degli scrittori italiani con– temporanei si estende mol– to al di la della cerchia ristretta di coloro che co– noscono la lin,e-ua italiana. I romanzi italiani vengo– no tradotti - e ben tra– dotti - in misura sem– ore crescente. Moravia è l'autore preferito: la mag– gior parte dei suoi ro– manzi e racconti sono sta– ti tradotti in inglesi. La Romana - tradotta col titolo \Voman of Rome - dopo essere stata pubbli– cata in edizione normale. è stata ristampata nelle (conllnua a pag. 2) le u Metamorfosi,, u CORRADO CAGLI: •Ninfa•· A pag. 6 un servizio sull'opera pittorica di Cagli, isplrat;i alle •Metamorfosi• di Ovidio, attualmente In mostra a Sulmona L'Italia era fuori moda in ln2hilterra nel periodo fra le due guerre. Vi era in quell'epoca da parte de· stli inglesi meno deside– rio dj visitare l'Italia di quanto non si fosse veri-• . ficato in qualsiasi prece– dente periodo. La lettci– rat ura. la pittura. l'archi– tettura e la musica italiane di quegli anni erano o sconosciute o ignorate. Un rovesciamento completo di que.:ito atteggiamento si è verificat.:; dopo il 1945. Il ~usto per l~ cnse italiane ha raggiunto quasi la mania. Si può dire èhe i film italiani abbiano inau– j!,Urato questa nuova era immediatamente dopo la guerra. Film come e Roma città aperta> o e Sciù'scià > stupirono e conquistarono il pubblico inglese per la loro semplicità e intensitfl.. L"influsso di questi primi fìlm neorealistici italiani in Europa e altrove ru incalcolabile. Essi apriro– no una finestra su utrn Italia n:1ova. che fino a quel momento era ~fug– J?lta all'atlenzione dell'ìn– plese collo medio. Dal Rinascimento in poi. ,t!li inglesi ave\·ano percorso tutta I"Italia per ammirare le ro\·ine classiche. i qua– dri dei grnndi maestri. la architettura o il paesaggio italiani. 1\Iolti inglesi ave– vano perfino deciso di ve– nire a vivere in Italia. Questa itmmirazion<' per Je cose italiane a\·e,·a raggiunto il culmine nel· 1"800 e nei primi anni del nostro secolo. Il fatto che nel 1910 vi fossero 25.000 inglesi c h e risiedevano permanentemente ne 11 a sola citt3 di Firenze può aiutarci a comprendere lo stato d'animo de.1?Ii inglesi verso !"Italia in quel pc· LA CRlTICA ITALIANA. O DELLE GRAVI D.ISATTENZIONl * riodo. Tutt;:l\·i;i. l'inglese colto tendeva a vedere rltalia attra,,erso gli occhiali del pa,;sato. Era affascinato dai Primiti,·i italiani o dai maestri del Rinascimento. V i si t ava assiduafnente chiese e monumenti sparsi in tutto il ·pç1ese, o se sa– peva le.egcre l'italiano. si nutriva del}a poesia di Dante, di Petrarca o di Ariosto. Scarso. per non dire nullo. era l'interesse per !,:a lettera.tura italiana contemporanea. Dooo la caduta del fa– scisnio fu come se si fosse rotta una diga lasciando I racconti postumi di Loria La pubblicazione di un libro inedito di Arturo Loria è un evento impor– tante nel mondo delle let– tere. od almeno lo sareb– be in un paese di alto li• vello culturale. Rincresce sinceramente dover am– mettere che da noi Il Com• pagno Dormente, edito da Arnoldo Mondadori a cu– ra di Alessandro Bonsanti. anziché divenire un evcn• to cui la critica presta la dovuta attenzione è passa– to totalmente sotto silcn• zio. Mentre si parla quasi con ammirazione delle esi– bizioni pseudo-letterarie di una signora turbolenla desiderosa di provocare scandalo con un romanzo a chiave. non si presta la minima attenzione ad uno scrittore fra i più ricchi di talento della sua gene– razione. prematuramente scomparso dopo essere sta• * di f~IACO~IO Al\'l'ONINI to ingiustamente ed igno– bilmente perseguitato e colpito dalla obbrobriosa barbarie razzista. ì\Jolti fra i giovani scrit– tori delle nuove leve igno· rano a volte financo il suo nome e non sanno quanto Arturo Loria contò quan– do verso 11 1930 un vento nuovo. dal regime fascista considerato pericoloso per– ché aperto alle correnti moderne provenienti cfol– tr'alpe. cominciò a spira. re nelle nostre lettere. Ar– turo Loria allora alle p1 i– me armi \·enne riconosciu– to quale il più sicuro per lo stile. il più ricco ed ori– ginale come fantasia. la più bella promessa per la nostra narrativa. Le cir– costanze gli hanno poi im– pedito di pubblicare quan– do giunse alla maturità, i libri che tutti da lui sì attendevano ed in parte aveva scritti. Proprio men– tre sembrava che, dopo un lungo periodo di assesta– mento necessario per ri– mettersi dal colpo gravis. simo soHerto quando ap– prese che i manoscritti inediti - Ira i quali quel lo del romanzo Memorie Inutili e di due volumi cli racconti lunghi - era– no andati perduti. brucia– ti durante la distruzione del quartiere attorno al Ponte Vecchio a Firenze. riprendesse la sua attivi– tà di narratore, una morte improvvisa mise fine ad ogni speranza. Fino a ieri quindi Artu– ro Loria narratore, in at– tesa che gli eredi si mo– strino veramente sollec1li e devoti alla sua memoria permettendo ad Alessan– dro Bonsanti. dedicatosi con abnegazione di vero amico alla cura della pub. blicazionc di tutti gli scrit- Pancrazi. Ad Arturo Loria i riconoscimenti più diffi– cili ad ottenere non sono mai mancati tino a quando l'ottusa barbarie di un go .. verno buttatosi in braccio al nazismo proibì di par– lare dei suoi libri e fi– nanco di citarne il nome. Il ricordo rimase vivo a,I che più tardi malgrado la confusione dei tempi e lo avverso destino. A quei tre volumi nel– lo insieme notevolissimi, nonostante le risenre che a volte si possono fa1·e, gli appunli critici che non possono mancare laddove l'autore troppo indulge ad un manierismo rasentando a forza di ricercare la per– fezione l'esercizio stilistico che si esaurisce in se stes• so, è venuto ad aggiunger– sene u1l quarto, nuovo per- (continua a pag. 2) LetteTe daW America sulL' «uomo» Re bora * I doveri dei parenti degli uomini illustri * ,li Gll!SEPPE PREZZQLINI Chi pa:;:-i1 l'affitto dell'a1llla1·t .. mento di llebora? Lo. risposza a questa importantissima que•tione ci fu data dal mio amico prof. Piero Rebora in una sua cosidetta intervista pubbl icata 11ella II Fiera Letteraria• del 28 febbraio .scor.so. In quell'11 autointeroi.sta ,. prP– parata dnL prof. Rebora .si vie11e a sapere che fu la famiglia di Clemente a pagar l'affitto. Anzi ci ti im– para die la famiglia lo fece « perché foue più. libero e roccol10 nei suoi studi,,. Le notizi e che ho potuto raccogliere da inquilini della sre.ssa ca.sa. abitanti in quel tempo S'Ullo stesso pianerorrolo sono un po' dif– ferenti.A noi, che non siamo della famiglia ci pare che egli andas,e ad abit.are in via Todino 11. 3 al piano 5. soltanto perché cosi poteva stare intieme ad una donna che egli amava. Non diciamo che fu la sola donna che egli amò. Ma certamente l'amO assai profondamente. come si uede da una delle 1,?°uere di Clemente a Gipvanni Boine dcll'B dicembre 1914: 11 ••• tu 110n sai che cosa bisogni arrischiare per otte– nere un amore tragico come quello di Lydia per me: per amarla e soffrinie di e.sserne adoralo; non .sai che cosa significhi aver fatto noszro un de.sti110 veemen– te di una donna infinita d'amore; quale magnifico. ma tremendo groviglio a chiuda ... •· In una lettera a Mow levcrdi il poeza dff appuntamento all'amico ., da Lydia in via Tadino 3 •: il che. SP non altro. in lingua ita– liana. significa che Clemenre Rebora considerava qut>l– la come dimora della signor.'.! con la quale convii;ei:a. e probabilmentP. no11 soltanto per stare tranquillo e studiare; e la signora scrivendo parlava in altre leue– re di <f casa .ma in via Tadino 3 •· Io non ho vitto le ricevute dell'affitto di quell'appartamento. ma il si– gnificato di (1uesto mi pare chiaro. Se parlo di que– sto particolare, degno dell'attenzione di mi portiere o di un commissario di polizia, è sol!anto perché Ila dMo origine ad una corrispondenza con il mio amico prof. Piero Rebora. che ritengo di dover pubblioare, prima di tutto perché 110n fui soddisfatto di quanto mi scrisse il Rebora t> poi percht' .,ollt>va unn queA:tiOnf' che mi sembra più importante di quella di chi pngò l'affitto delL'apparzamento di Clemente Rebora: ouin i doveri. ed i limiti dei parenti di persone illuslri per l'arze o per le azioni. Eccola qui. Alla min ultima il prof. Rebora non rispose. Evidente mente mi dff torlo. come io dò torto a lui. Ciò .accade spe.uo e il pubblico poi si fa la Sita opinione. G. PREZZOLINI Prima lette1·a a, l'"ie1·0 Hc·tlo1·a 19 marzo 1961 Caro Rebora. Avevo già letto la tua intervista e non la com– mentai per le ragioni che ti esporrò. Ora che tu mi stuzzichi col mandarmene copia. mi trovo nella ne– cess,ità di risponderti. Essa mi pare il frutto çli un risentimenio familiare e non di un pensamento critico. Inoltre credo che nel tuo interesse stesso 31a una disgraziata iniziativa. Permettimi di esporre delle o:::servazioni generali. che ti saranno meno offensive. Tutte o quasi le fami– glie di uomini notevoli nelle arti. scienze. o politica sviluppano un « complesso familiare • di idolatria, che si accentua sopratutto dopo la morte o il buon succes– so della persona cara. Esse sono inclinate ad esagera· re i meriti ed a nascondere quelli che possono parere (anche se non lo sono in realtà) i difetti di essa. Mol– to spesso tacciono. spesso nascondono. talora immagi– nano cose non avvenute oppure le inventano. Si for– ma inoltre in esse una specie di sentimento di ti p:-o- prieta » della persona celebre per cui chiunque si av-– vicina ad essa. a meno che non sottoscriva alle ido– latrie della famiglia. vien trattato con •gelosia•· Chi se ne occupa con senso critico diventa un ne– mico e viene tacciato da incompetente. Una di queste manifestazioni tipiche C Il d;sprezzo per ;;H studi: che a mc paiono tanto importanti. sulla • fortuna > di un autore. ossia sulla raccolta dei giudizi dei critici. espo– sti in ordine di tempo. Questa • seconda vita • degli autori è (a mio parere) molto più importante della vita !isica. o familiare. o dei giudizi pronunziati du– rante la vita, perché è priva degli interess~ prat!ci e delle pressioni della vanità dei familiari. Si tratta di cosa ~e tu, come professore. conosci benissimo: cioè delle formazioni « ai:iogratiche > e del lavoro critico che le dissolve. Naturalmente in tono di sche.z.o io proposi una volta in una conversazione che si facesse una legge per proibire alle famiglie di persone illustri di pos– sedere e di pubblicar o commentare lettere. memorie. ricordi dei loro defunti celebri. Questo molto tempo prima di legger la tua intervista. La tua inte,\·ista rientra nella catego~a e agio– grafica .. perché dà importanza ad un piccolo errore materiale in un lavoro di critica letteraria. La pos– sibilit.a di cadere in errore e grande in· tutti. Proprio poco tempo fa 1n una ri\·ista di qui hanno denunziato il tuo dizionario ed elencato una ventina di cantona– te. Io ho preso le tue direse. ma non credo d'ave:– persuaso l'autore delle critiche a ritenere che il tuo dizionario è migliore di quelli del Lys!e. Spinelli. Orlandi. insieme con i quali veniva condannato. ).ti ricordo che tu esprimesti in una tua lettera il desiderio che il nome della donna amata da Cle– mente non fosse nominato; anzi mi pare che minac– ciassi di vendicarli se rosse stato fatto. Ora aprire Ja discussione sopra un dettaglio in– significante ma che proprio ricorda il legame di Cle– mente. mi pare sia contro il tuo desiderio ed il tuo interesse. Potrebbe esser che Suor ).largherita si sia fondata sopra qualche lettera di tuo fratello. che tu non cono~i o non ricordi? Forse lui ha scrit.o a qual– che amico dando appuntamento e da Lydia in via Ta– dina 3 » ed allora essa sarebbe giustificata nell'a\·ere inteso che l'appartamento era di lei. Io non lo so; pote.,,i però interroiarla. prima dJ -accusarla. Ti racconterò ora in confidenza un fatto èle non non ho mai raccontato alla Suora Un amico intimo della sign. Natus e di tuo fratello. andò in Via Téidi– no 3. quando lei lo ave\·a abbandonato. e la t:-o\·ò in casa. Kon ti riferisco altro del soggiorno. ).la anche questo potrebbe giustificare chi pensasse che l'appar– tamento era della signora. Tu capisci che una pqlemica che s'ing~g:iasse su questo punto - oltre--.ad ésser mesehina nei ruo sog– getto stesso - andrebbe proprio contro il tuo desi– derio. Si dovrebbero citare testimonianze e gettare luce proprio sul legame che tu non approvavi che fosse neppur menzionato. Per questa ragione io intende\·o lasciar cadere la tua preparata intervista Come cosa che non ha valore per il giudizio del libro. :\la. naturalment~. se tu \"UOi, puoi pubblica: que– ~ta mia. e allargare lo scandalo. Sarà una faccenda sgradevole. e desidero mettere in chiaro che la colpa non sarà mia. Uno dei meriti del libro di Suor ~Iar– gherita. che tu non hai riconosciuto. è di a\·er trattato !"episodio di cui parliamo con discrezione e con soa\·e delicatezza. Se entriamo nella ricerca di chi paga"·a l'a-Uitto dell'appartamento dove Clemente convi\·eva con una signora. e sui rapporti di Clemente con la famiglia, che cosa accadrebbe? Spero che tu Io capi- (contlnu-;-;- pae. 2) libere immense riserve di l--------------------– enerj?ie spontanee. Furono i film a cui ho accennalo ad aprire la via e risve– _glia:-e l"intereSSe. Frattan– to. durante la ,e.uerra. mol– ti inglesi erano venuti per la p-rima volta in Italia con !"esercito e avevano imparato un po' d'italiano. Probabilmente og.e-i il nu- ti. di dare alle stampe iJ 1--------------------------------------------------- ~o~~~ ~:gBni;;~e~tsi~en: 0 ~ superiore a quello di qual– siasi altro periodo del pas– sato. Numerosissimi sono coloro che desiderano im– parare l'italiano e. come corolbrio. r interesse ài molti inglesi si e ora ac· centrato sulla letteratura italian::i contemporanea. Si deve sottolineare. al tem– po stesso. che l'interesse per ,Eli scrittori italiani contemporanei si può spie– J!are anche e soprattutto con la ~traordinaria rina– scita della letteratura ita– liana negli ultimi anni. Sembra qunsi;chc le ener– ,itie creative di molti ~crit– lori. represse durante il periodo della ditlaturn fa• scista. diano ora i loro frutti. sebbene \"i siano naturnlmtmte fra loro cor– renti e scuole din~rse. In Inghilterra. l'intcres;:-e principale è st~to susd– tato da quella scuola di scrittori di cui Alberto ì\Jorada e il maS?e.ior esponente. Come jJ cmema italiano. questi potrebbero esser<- classificati come scrittori neorealistici. Ci presentano un quadro del– la società italiana aualc es~a e oegi e ~ebhcne questa non corrisponda :i! tradi;,ir•n:ilc irle:i!e cleµli ln,itlcst di u1dt:ili;:i arca– dica. i romanzi cli '.\lora– via. Pratolini, o Calvino SUCCESSO D'UNA INIZIATIVA * I' mercoledì d lla "Fiera,, perFogazzaro e Fabbri Continuano con vi,o :,ucccs– so di pubblico e di :,lampa i • i\lercolcd1 della Fiera•· organiuali dal nostro Gior– nale in coll:::ibora.tionc con la libreria romana Ai Diosct1r1. L'incontro del 2 magg:io eia imperniato sulla orcscntazio– nc e dbcussionc del ,·olumc: 1-ogac:.llro e il .mo 111ccolo I mondo, di Ottorino Morra. Presente l'Autore, il diba1ti• 10 è stato aperto da Diego Fabbri cd ha \'isto gli intcr– ,cnti di Giuseppe Dalla Torre e di Marcello Camiluc:::i. Il 9 mai;:gio si è s, olta un:l pubblica di.)CUSSionc su fl / Demo11i • e • Proccs~o Kara– mu:.01• •• h.: due opere teatrali che Diego Fabbri ha desunto da Dostovewskij e !fià rap· presentate. Al diba11i10. aper– to da Leonida Gancikov, han– no partecipalo P. Cornelio Fabro, ,\lario Raimondo e l'Autore. Premio dipoesia « Cardarelli ll L'Ente Pro\ incialc per il 1 Torism_o _di Vi1crho, trJ~li!c rAs-.oc1a,;1one pro T;,1J"qum1a indice il premio ,a.donale letterario e Tarquinia - Vin- I l·cnw. Cardarci li•. dotato di I un milione di lire, da asse– gnarsi nel seguente modo: lire 500.000 alla raccolta di poesie in \'olumc ;nedito, che meglio esprimano i \'alori poetici del nos1ro tempo; li– re 300.000 al miglior saggio critico, edito in ,·olume, in opuscolo o in rivista let1cra– ri~1, nel quale siano meglio illustrate la figura e l'opera di Vincenzo Caldarclli; lii-e 200.000 al miglior articolo pubblicato su un quotidiano italiano o su una rivista a diffusione nazionale, nel qua– le siano meglio descritte cd esaltale le bellezze naturali e artistiche esistenti nella citta di Tarquinia, patria di Vincenzo Carda,·clli, e nella regione della Tuscia. J I ter– mine di scadenza della pre– sentazione dei lavori è fissa– to per il primo febbraio 1962. La Commissione giudica11icc del premio. col quale gli orga- ,• nizzalori in1endono onorare la memoria del grande poeta e scrittore scomparso. è com– posta da Giuseppe Ung::n-et– ti. Leonardo Sinisgalli. Bo– naventllra Tccchi. dal dot1or Giuseppe Benigni, presid1..n- 1e dell'E.P.T. di Viterbo. e dal doti. Tieslc Valdi, scgre– ta1io del concorso. La premiazione a\'rà luogo f96~~rctnii-;;,~:.C~ta~i 0 aTa!~~~ corso potranno rivolgersi al– la Scgrc1cria del Premio Tar– q11i11ia - Cardarci/i, presso la A~sociazionc • pro Tarqui– nia•• in Tarquinia, piazza Cavour 21, per ottenere il bando dettagliato. grosso frammento del ro• manzo l\'Iemorie J,zutili, dall'autore con coraggio e fatica ridreso dopo la guerra. assieme a qualche altro racconto rimasto ma– noscritto. rimaneva fermo ai tre volumi di racconti usciti Ira il 1928 ed il 1932: IL Cieco e la Bellona. Fan. nias Vc11tosca e La Scuola di Ballo da molto tempo esauriti cd introvabili ed ora riediti od annunziati da Arnoldo Mondadori. Pur. essendo le opere gio• vanili di uno scrittore in cammino suscettibili di molti sviluppi. perché ol– tre ad essere eccezional• mente dotato in quanto al– la fantasia creativa. di un gusto sicuro e di una gran– de sensibilità per le sfu– mature del linguaggio e dello stile. Arturo Lor:a aveva una ~olida seria e \~asta J>reparazione cultu• raie. esse bastano a di. fenderne iI nome, a dar– gli un posto e non certo dei meno m vista nel qua– dro delle lettere del suo tempo. , A. prescin dere d all'auto. rit3 da Jui semp.re goduta fra i suoi coetanei e com– pagni di strada - noi suoi amicL siamo li per darne testimonianza - va detto che quanti si sono avvici– nati alla sua opera in sede critica non hanno mancato di rendere un meritato omaggio alle sue qualità distinguendolo sempre rra quanti nello stesso periodo davano i loro primi libri. Basti· per tutti fare ·i no• mi dei due più perspicaci ed informati critiC"i delle no~trc lettere nel No\t~cen– to, Emilio ._cycchi e j'ietro MEDAGLIONI ALL'ITALIANA: * di -,..BANCliSCO GIUSI Gadda, il ;rig~aute • so1~111one Un coro di lode si elcVa da voci rauche. garrulc e oranti intorno all'altal'c d1 Quer Pasticciaccio brutto de via Merulatta; dal 1957 a og~i. Ma perche tanti consensi? Sono presi forse i maggiori critici, improvvisamente., da una psicosi collettiva di di'.– re bene? Insomma perché tanto SUCCC6SO di critica C' di pub– blico per Gadda? E' questa la domanda che oggi· ci po– niamo preoccupati quasi .di non esserci acèorti, per una imperdonabile omissione o leggerezza, •del valore del Pasticciaccio, alla, prima let– tura. E ponendoci la do– manda siamo andati istin– tivamente a ri'spolverarc Gadda di ieri - quello del Castello di Udine, del Du– cato det Castello rn fiamme, di Adalgisa - e abbiamo riletto questo Pasricc1acC1a con la i:;peranza di trovarvi il segreto del successo. E dopo una lettura attenta e non frettolosa, \'arie posi– zioni si sono comprese, scon– certanti atteggiamenti sono diventati logici. e il buon gigante emerge, con tutta la sua furbizia. Un buon gigante. però, che non rie– sce a farci capire subito il segreto del successo. Gadda rimane là, muto, sornione e fanciullescamen– t"! innocente e non riesce a farci capire come abbia vin– to la diffidenza e il pro– blematicismo, spesso mali– s::no, dei colleghi, dei crilici, dei frequentatori di Via Veneto, degli amatori dei martedì letterari e J?Oi- ed C quello· che pili importa - del vasto-. pubblico. Egh ha vinto, anzi ha stravinto. sconvolgendo le pili rosee previsioni. Ma dopo la lettura della migliore produzione di Gad– da alcune prospettive - abbiamo detto - ci diven• ~ono chiare e cereheremo brevemente di rifarle. Unità operativa 1a~a J:/{àa c~e 1 ~o~~ja~::1ert scontrare nelle sue opere. Dal Castello di Udine o dall' Adalgisa, attraverso il Giornale di guerra e di pri– gionia, fino a questo suo Quer Pasticciaccio brutto de Via Merulana, si può notare lo sviluppo di una storia interna dello scrittore che va arricchendo e sperimen– tando nuove armonie sem– pre su un medesimo stru– mento musicale. In lui non si è mai \"eri– fìcata una svolta decisiva e improvvisa, mai un inciden• te o accidente. Tuuo è pro. !-egu1to con normalità e i temi principali di ieri sonc presenti oggi in questa ul– tima opera considerata il • summum • dell'arte di Gadda. Presenti. è ,·ero, con maggiore coscienza, con un pili ponderata tecnica, con pili calcolata disciplina e con pili aderente originalità di sintesi tra personaggio e scena; ma non si può dire certamente creati oggi per 11 Pasticciaccio. La lirica intensità del • Castello di Udine• e di • .!-\datgisa • é presente nei fremiti delle donne e nel de~iderio di felicità del Com– missario del Pasticciaccio • Ert1 una giof.nata ;neravi- Carlo Emilio Gadda nella su a Roma gliosa: di quelle cosi splen– didamente romane che per– fino uno .starale d1 otta1;10 grado, ma v1c1no a .:om;,à ner .seuima, bi, puro quello 1resente ar1c1cc1asse ar core un n un .socchi, un quarche co.sa che r1uom1ja a. la fe– licità •. L'ironia e la polemica morbida e sferzante delle novelle del Ducato tn fiam– me p resen_te nella irrequ1e– te.ua sat1r1ca e nella basto– natur a polemica di certe espressioni del Pasticciaccio che t1 fanno rimanere il fiato sospeso per la forza che sprigionano ~ La que– s1ura s1 ciba appunto di sto– rie: 111 concorren::a coi ca– rabin1e,n. Ognuna delle due orga111uaz1011i vorrebbe mo– nopolizzare le storie, an::i addirittura la Storia. Ma 1a storia è una .solar se, .sono capaci dl .spaccarla in due: un pe.:::o per uno; oon un processo d1 degeminaz1one, d1 sdoppiamento amebico: meta me. metil te. L'unicitli della. Storia s1 deroga in una doppia storiografia, si de– volt1e in salmo e in anti– fona, s'invasa in due con– tras1a1111 certezze: il rap– pono della questura, il rap– porro dei carabinieri. L'uno dice •1, l'altro dice no. L'uno dice bianco, l'altro dice ne– ro. Ca111 e gatti van più d'accordo•. La tormentata osservazio– ne del mondo che viene fuor! pirotecnicamente, di– nan11camente, nel conlrasta– to desiderio di solitudine del Giornale d1 guerra e di prtg10111a,presente nella in– Irospezione dei personag1i del Pasticciaccio. nella lun- 5:a con!essione ad ese.mplo,

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