La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 15 - 9 aprile 1961

LAFIERA LETTERAR Anno XVI - . 15 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 9 aprile 19il SI PUBBLICA LA DOMENICA * Fondato da UMHElffU FIUCCHIA * Diretto da DIEGO l◄'ABBl{f QUESTO N MEl{O L. 100 DIREZIONE. AMì\HNISTRAZlONE: Roma - Via del Corso, 303 . Tel. 687645 - Amministrazione Tel. 673015 - PUBBLICITA': Amministrazione a: LA FIERA LETTERARIA» · Via del Corso 303 - Roma - TARIFFA L 150 al miUlmetro - ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 • Semestre lire 2.150 . Trimestre lire l.100 . Estero: Annuo lire 7.000 . Copia arretrata lire 150 • Spedizioni'! In conto corrente postale (Gruppo r I} - Conto corrente postale numero 1/31426 Orsola Nemi lL..E'JC'JClS::HE * JlNGJL..EF;J[ I DIAMO AD ATTILIO QU:LLO CHE È DL ATTil:,10 * ~erti di Emmaus Suggestivi problemi di fede Alle tribolate origini nell'ultimo Graham Greene del Novecento letterario * 1Discepoti: •Che cosa lascia la Terra? quale segreto sangue fugge da lei, l'abbandona di 4~1ACCHIO AN'I O~INI facendo seguilo a The Pot.ting Shed (ambo pubbl!cati in volume da Heinemann _ London) accentuava una ten– denza verso elementi comici che a teatro sembravano corrispondere all'abile utilizz.azfone del .!u.spe-nse nei divertimenti. L'ultimo di questi d'altronde, Our Man in flavana, ha pure nel suo .:assunto stesso elementi di humor britannico finora estranei all'arte e lo stile di Graham Greene. di E'i~IUCO FAl,(ll.,I in questo giorno di cenere e calce? •Che cosa da noi si ritrae. senza fretta 1 ma di continuo ? Non cade più dritto, ma obliquo il sole sopra le cose. «;Così si frantuma il mondo, ogni cosa ha la sua ombra, ogni ombra vuole risposta e molto salda si mostra. c;Le risposte sono tante, troppe, da fare paura. Non servono. L 1 aria si oscura. Chi dunque ci ha abbandonati?•. Il Signore: •Non temete, non sono che ombre, inganni della giornata. La risposta vi sarà data, è una sola 1 siatene certi. Conosco la vostra fatica. Non vi sgomenti ne il Prima, né [il Poi: saprete, riposerete•. I Discepoli: •Sì, ma Tu resta con noi•. Un vero· romanzo di Graham Greene, cioè un libro dove l'autore si è impegnato in pieno dando forma concreta ad uno dei problemi morali che lo travagliano e sono sempre alla fonte della sua i-spirazione di scrit– tore, non lo avevamo avuto dopo The quiet American che è del 1955. Il teatro sembrava averlo sedotto come ha sedotto o sta seducendo altri narratori europei di larga rinomanza senza che i risultali ottenuti corrispon– dano sempre alle aspettative. The Complaisant Lover Craham Crcenc: 1'1011 1 0LOGO Dl!.'LLA SPERANZA -* ''(oraiiio, omiocuore" * travvedù nessuna speranza in cui desidero morire?•· Credete alla mia esperien– za. questo pensiero vi aiu– ta molto. Avendo già un'opera solida e notevolissima al suo attivo Graham Greene poteva permettersi di indugiare per qualche tempo su un terreno che tutto sommato non sembra essere il suo. Perché da The Livinp Room, che rimane per ora a nostro avviso Il più interessante, a The Complaisont Lover, deliberatamente leggero quan– tunque con un sottofondo serio, i suoi lavori teatrali per quanto bene impostali e sviluppali con grazia ed inlelllgenza senza quegli evidenti errori che !anno se– gnalare subito ad esempio i drammi di François Mau– riac e di Jullen Green come i trascorsi magari anche notevoli di nanatori dl vocazione a teatro. non raggiun– gono mai la forza la profondità l'incisiva espressione artistica dei suoi romanzi maggiori. Il suo ritorno al romanzo con un"opera di impegno molto serio va quindi salutato come un fausto evento. Uno dei meriti di Graham Green - come di tutti i narratori di gran classe - è di non inizia1·e un romanzo senza avere qualcosa da dire, di non limitarsi cioè alla minuziosa disanima di un personaggio abulico od alla narrazione delle misere avventure di bulli d1 periferia o gli amori pill o meno banali di una coppia per la quale nulla esiste al di fuori dello sfogo continuo dei propri istinti. La grigia monotonia di simili assunti li condanna ad una rapida dimenticanza anche se un con– corso di circostanze una patina di pretes3 raffinatezza letteraria od una salS.'.1molto piccante intesa a far di– menticare l'insipido piatto servito possono per un breve momento smuovere le acque e far credere alla presenza di un vero scrittore. Graham Greene come tulli I narratori veramente importanti osa affrontare nei .romanzi grandi temi. Per– chè se è vero che non l'argomento conta in un'opera d·orte bensi il modo in cui è tTattato, è altresì vero che uno scrittore dispone di mezzi diversi da un pittore ha altri compiti e deve raggiungere gli stessi fini in pro– fondilfi od altezza con procedimenti del tutto differenti. Si esiterebbe a ripetere 6'imili verità Japalissi6ne a proposito d1 Grah..1m Greenc se oggi non si assisles~e ad un insistente tentativo in letteratura di gabellare per scrittori seri importanti e di primo piano autori che non avendo nulla da dire cercano di condire le loro scipite pietanze con salse :!orli o magari ricorrendo sol– tanto a strani procedimenti tecnici che per un attimo ritengono l'attenzione del lettore sorpreso. Per festeggiare l'inaugu· razione della sua nuova casa - olftcina. trasferitasi dagli ambulacri deirH0tcl de Sagonne in Parigi agli ariosi stanzoni di Alpigna– no in quel di Torino. Al– berto Tallone ha rimesso sotto il suo torchio il raro testo dell'omaggio dedica– to da Lamartine a Guten– berg ìnventeur de l'impri– merie. E cosi facendo il Tallone ha inteso di ren– dere. a sua volta. omaggio al vicin suo grande. ì\fa. nel capitolo della Storia dell'Editoria italiana (a so– lerte cura di r-.•Iario Bo– netti: Gazzetta del Libro. Roma. 1960) dedicato alla Toscana. il Viviani insinua ro dell'Italia intera biso– gna ormai. senza incertez– za. riconoscere una giusta posizione di assoluto pri– mato ad una casa editrice fiorentina e precisamente alla .. V al lecchi ,,_ rispetto alla benemerenza acquisita fin dalle sue primissime pubblicazioni nei confronti della letteratura italiana del Novecento? Questa è storia assodata e registrata. Sorta nel 1913. « quan– do Attilio Vallecchi. che a\'eva collaborato a stam– pare da semplice tipografo il Leonardo di Papini e Prezzolini e il Reano di Corradini. si fece editore di Lacerba. la casa si for– mò. quasi per accrescimen- e Coraggio. o mio c\J.o– re! Ne hai sopportate di ben più terribili!•. t· Ulisse che lo dice. in Omero. cd e saggio ricor– darsi quando le cose van– no male. dei ~iorni m cui andiwano ancora peggio. Perch~ malgrado tutto. ne siamo ben usciti. dal mo• mento che siamo qui. ac– cettanti la vita. E se ne siamo usciti una \'olta. dic– ci volte. cento volte. per– chi: non ne verremo fuo– ri anche adesso? Tutto. in questo momento. d sem– bra ostile. Al di fuori la guerra ci minaccia. a ca– sa nostra siamo appena stati pro\'ati da un lutto. un essere. rhe noi pen:-a– ,·;:imo sicuro. fidato. ci ha traditi. L'a,·venire ci sem– bra molto vuoto cli spe– ram:;:i. der scomparire coloro che amiamo è terribile. scom– parire con loro non lo e. Che non vi sia più niente. sembra spaventoso. Soltan. to sarebbe spaventoso se vi fosse quaJcuno a con– statare l'annientamento. Lil dove non c'è più niente né nessuno. il dolore stes– so perde i suoi diritti. Troppo totale. la disgrazia <mnulla la disgrazia stessa. no bene che i loro popoli non sfuggirebbero al de– stino comune. La risposta partirebbe qualche minu– to. qualche secondo dopo l'attacco. D'accorcio. biso– gna tener conto dell'or– gog'lio. della pazzia. ma bi– sogna far posto anche alla saggezza ed al timore. Co– rnggio. mio cuore! 11 ricordo del giorno in cui un dolore che aveva– mo t·reduto indimenticabi– le. incominciò ad impalli– dire ed a placarsi. quel ri– cord.:> mette al termine del tunnel terrificante e nero nel qual~ sinmo impegnnti in questo momento, una luce, ancora molto incerta. ma che lascia posto in noi, alla speranza. E' molto lontana. molto debole. quella luce. ma sta a· pro– vare che ìl tunnel ha una fine, che la montagna fi– nirft di opprimerci. che ri. vedremo la luce Graham Greene quando si accinge ad un rnmanzo come A Burnt-Out Case (Relnemann edit. London) ri– nuncia alla facilità del trucchi vistosi e non 1icorre ad alcun ingrediente pepato per eccitare l'attenzione del lettore. La circostanza che la 6toria narrata da Graham Greene si svolge nel Congo belga può far supporre che l'autore abbia voluto s(ruttare un elemento di attualità ma presto ci si accorge che la circostanza è assoluta– mente gratuita mentre niun tentativo è !atto dall'autore per avvalorarla. li paesaggio del Congo rievocato da Graham Grecne con arte suggestiva non serve soltanto come uno scenario esotico per le drammatiche vicende esso si fonde con esse senza tuttavia che alcuna allu– sione sia féltta agli eventi recenti. La storia narrata da Graham Greene si svolge d'altronde poco tempo prime quando il Congo era ancora pacifico sotto il dominio belga. Come in The Heart o/ tlte Matrer aveva saputo cogliere il clima peculiare della Costa d'Avorio cd in The Quiet American quello dell'Indocina cosi in A Burnt– Out Case ha dato del Congo una visione quasi sofio· cante tanto è immediata la sua suggestione. Attillo Vnllccchl, fonda 1ore della casa cditTlcc Questa catastrofe mon• dial2. noi non possiamo immaginarla. Tanto meno la potremo constatare. Quindi è come se non esi– stesse. D'altronde le pos– sibilità che avvenga resta• no. malgrado la follia e la cattiveria degli uomini. molto poche. I Capi dei vari paesi interessati san- \"oi mi direte: e Tutto questo è molto bello e buono. Voi avete senza dubbio ragione a dirmi, quando mi lamento. che verrà il momento in cui. pacificato. potrò pensare ai miei dispiaceri passati con malinconia quasi dol– ce. Può darsi. non lo ne– go. ma come può aiutarmi oggi, in cui il mio cuore e straziato. in cui non in- Dunque coraggio, o mio cuore. _ e hai conosciute di più terribili! L'intreccio è alquanto movimentato e non privo di colpi di scena, Graham Greene essendo un narratore di una consumata abilità ma il tema è semplice ed è quello che per lui conta. In Burnt-Out Case esso è la volontaria rinuncia alla vita, non il suicidio dovuto alla nevrastenia, la disperazione, a disastrose circostanze o ad un momento di aberrazione ma il meditato rifiuto di (Coni; a pag. 2) il dubbio che la prforità dell'invenzione. pur già contestata al Gutenberg da un francese. da un belga. civ- un olandese. da un te– desco e dall'Italiano Pan– filo Castaldi. sia da asse– gnare all'orafo fiorentino Bernardo Cennini in virtù del mirabile volume vir– giliano da lui pubblicato nel 1471. Campanilismo? E potre– mo esserne accusati an– che noi pur di provenienza cosi discosta da quella del Viviani. se diremo che. non nell'àmbito della sola To– scana ma nel più largo gi- to spontaneo, intorno al nucleo di quella rivista. E fin dai primi anni. rac– cogliendo l'eredità di una altra famosa rivista (la Voce). si propose di rap– presentare una delle forze più vive a serviz..io dell'in– gegno italiano,. (Pagani). Fu cosi che Attilio Val– lecchi 11appar,·e come l'edi– tore nuovo e più audace ». noi non diremmo della so– la Firenze né della sola To– scana ma deirltalia tutta. perché. a ripensarci seria– mente. ,, artisti. poeti. scrit– tori giovani di eccezione e di avanguardia eano tut- ;\!;1 ricordati. mio cuo– re. fu già cosi in altre cir. costanze. Non soltanto ci minacciò la guerra. ma scoppiò e durò cinque an– ni. 1 lutti. i tradimenti, le disperazioni d'amore. non li abbiamo già subiti pianti e infine superati? E' bene. nelle affiizioni. ave. re dei cattivi ricordi. Pro– vano che la punta del do– lore si smussa. Certo. ri– cordo ancora con amarez– za ciò che fu il mio doio– re quando coloro su cui più contavo. mi abbando– narono. i\la so anche che sono stati rimpiazzati. che ho trovato degli amici mi• gliori e più fedeli. che ,eli stessi colpevoli si sono pentiti e sono tornati a me. Certo ho pianto quan– do ho trovato la mia casa saccheggiata. Ora amo quella che mi sono rifat– ta. Coraggio. o mtO cuore! ----------'-----------------------------------------------------·· ti raccolti intorno a lui in Ci si può rispondere che non tutto s'accomoda. che \'Crr:l un giorno m cm. \'e• ramente. sani per noi la ultima mahntia e la mo1- te. che arriva il momen– to. per ognuno di noi. nel quale non si ha più la for– za di cercare nuo\·j amici, che la guerra che scop– pierà domani sarà ben più terribile delle ultime due, che potrà distruggere la umanità e che d·altronde, guerra o non guerra. la nostra morte è certa e che non è poi tanto vero che il nostro cuore ne ha sop– portate di peggio ... F'orse. Ma sul plano delle cala· mità u11h·t>1sali. l:i guerra che distruggerà la specie umana non ci deve spa- ~ !!lii,§ millla, ~e.- LE A\ VVJl~?:"i·JL'l(JJl~E IU>EL 'IL"OPO * JD>J[ JBJllBJL..ll OT JE:CA\ L'Italia letteraria del ISl4: lettere ,li A,,•ici, Il manoscri110 I. I• I. del– la Biblioteca Comunale di Manto, 1 .:i., da cui ho aui:.to le tre liriche inedite di Ce– sare Arici pubblicate sulla e; Fiera Letteraria ,. del 4 di– cembre scor~o. può essere considerato un autentico pozzo dj S. Pa1rizio. ln esso ~ono contemuc molle Jetterc di vari corrispondenti all'in– signe dantofilo Fe1·dinando Arri\·abcne: tra cui Monli, Bcttinclh, G. B. Niccolini: queste ultime. pcra!t10, già pubblkatc o in Epistolari o in ~aggi di altro genere. Il ta::,cicoletlo di Cl.!:,arc A1ici e imccc srugg1to, fino ad uggi. all'attenzione degli studiosi: chi :,c1i,·c , i ha messo praticamente le mani per la piima \'Olla. Eppure il poeta bresciano non è pro– prio una figura di secondo piano nella nostra lctteralu– ra. Ollre alle liric!ic sen1.a data, ma e\'identcmente com– poste tra il 1815 e il 1819. già noie, la cartella contiene alcune lettere che mi sem– brano notevoli come docu– mento. Si prenda per esempio quella dell'S m.u-zo 1814. ai 1empi dell'eccidio P1 ina. A f,,Jilano ci dove,•a c:,sere n1ol· to fermento in quell'epoca: e in momenti come questi che l'ira popolare e;,plodc in– consulta e spesso, col parll- llll"1 ~•~ ;i!Ja ti- rannia, del presunto patriot– tismo, o più ~emplicemen1e dei principi ideali, confonde riscnlimenti personali con \agheggiamcntì anarcoidi. e magari con sincero amore di libcrta. E' pericoloso esporsi. • .../er, (al solito) - ~c1i\c Arici all'amico - fm dal 110• suo buon padro11e e ostiere gratuito ,ove liberissimamen– te parlammo, e di te moltis– simo. E,:li li raccomanda cir– cospezio11e e vrude11za, ed io ti ,acco111a11do, sape,.doti pi11 vcriticl'0 e passionale elle !>erve11te ... •. L.1 mi:,~iva del 13 maggio 1810 ha pure un suo valore perché dà un quadro dello ambiente lettera1io minore milanese, piuttosto allegro a dire il vero, e per quel suo dcccnno cordiale a \'incenzo Monti, che di là a poco do– , e,1a difendere lanto corag– giosamcnle l'<mtore del • Co– rallo•: • Se mai - è detto nella p1ima parte di essa - ho caldissimamente desiderato alcuna cosa a questo mondo, ora la desidero e sarìa quel– la di trovarmi teca a Milano in questi ultimi Saturnali. Quale rarissima unio11e di Imani amici! Arri,,abene, Le– (.'/11, Ga::::a11ig11.Ar111a11d; fi– lo:,ofo, Torti, Dc Crfrtoforis. lo. sa.rei siato già di voi lie- di .li AIUO CA'l"l'AFhS'l'A tissimo, cd avrei handlla la croce alle leuere e alle mie melauconie. Solo u11 pensie– ro ,n'(lvrcbbe afflitto. quello di 11011parervi teuer dietro 11cl/e 11ott11me combriccole 11e' teatri, 11clle co11versaz.io - 11i: come quello che non p11ò :>0Sle11erela vista del chiaro e m'avreste abbm1do11ato fot- . ti la sera st1ll'os1eria serbalo a chiave all'osc11,-o. Come :,tmmo gli occhi. i pol111011i, l'alto e basso venrre? Ti pre– go ,ii risparmiarti ogni spe– cie di forte ù1cita11te11to:11011 gridare, 11011 bere a soropo– sito, 11011 inq11ietani, ,ion di– meuticarti insomma della ve- 11era11dawa età e della wa poca salute rispcll? a que' tuoi compag11i p.1ladi11i di coraggio e di fon.e. Te bea– to.' Andrai da Monll e là !>Cflz.'altro devi 11ig/iar/o do– t'e il maggjor si pi~lia e ba– ciarlo in nome mio. Ho gra,i bisogno di stare con lui Qualche tempo e pc.rlars:li a lungo di alcune mie cose ed avere consigli ed ammaèstra– menti e soddisfare 1111poco alle nuove che ,;e11toper lui giacché posso dire di averlo ap1Je11a1·ed11to due volte iu frella 11é bene a lui co110- sciwo ..• •. r\ltre \Olle sono narrate disav,·cnrnre: ., ...La Corte di Giustizia se– guendo il suo stile s i ve11dicò della mia asse11z.ae mi sca11- cellò dal molo de ' suoi e creò al tri al mio posto. Il l 'reg.mo Giudice e/re i11 Mi– l ano m i raccolse con 11b11 credibile umanità spedl 1111 decreto che maudò al diavo– lo il fatto della Corte e mi conferma e m'inchioda sul mio scanno ... •· ( /5 ottobre 1810). 6 anche: e; ... Né dime11trcherc) mai quanto ti debbo avendomi in mille occasio11i giovato, as– sumendoti anche il carico delle mie difese co11tro qua– lu11que dal tempo dei dialo– ghi fino adesso ... •· ( 12 set– tembre 1816}. Ma spesso Alici. con quel suo gusto della descrizione spicciola, con quel suo garbo sottilmente ironico, con quel– la sua immediata comuni~– tiva, racconta drammatiche vicende o prende lo spunto da episodi di tutti i giorni per fare considerazioni a vol– le amare a volte serene. Ec-– co alcuni esempi: • S011 qui in Ma11tova scappalo ptr 1111- racolo~ co,1 gravissimo peri .... e Nicolini colo e moltissima paura al Po ed alla Secclria elle fre- 1110110 sugli argini di S. Be– nedetto e già già li sovver– chia110. Ho passalo il Po in w1 momento assai terribi/P e mi vidi morto, ma grazi.i a lltfli i Santi e Sante del Paradiso ch'io mi 1rovo in terraferma ... •· (11 ottobre 18/ZJ. • ...Ho visto due volte ma– dama laccioli - di cui la Franca m'aveva detto il no– me. Il suo mal ge,1io la con– dusse qui a piatire con tm fallito a cui Dolce credette dando 12 mila lir'! alla po· 1•era donna; e dolcemente fu strumento della sua disgra– zia ... •. (10 marza 1819). e; ••• Cotesto wo paese è squallido e la /ebre tolse iu a/fil!o molti quartieri della città dei Giudei che tulio quasi la si lta11110compera– ta e fattane una sinagoga. Oh il gran bene che lta fat– to Virgilio a ,1on lasciarvi le ossa e cerio mi credo in dispello di lulli i commen– tatori elle quel rio centurio– ne di cui si lagna tanto nella 110110 egloga (clte dovette per questo mette rsi in via a gambe e cercare giustic.ia in città contro la prepote1 tza che usavagli in casa) fosse 1•erame11te wt ebreo che per 1.:asoseguisse le armi di Au– gusIO... •. (30 settembre 18'12), e; ••• Ho i miei guai: le cu– re e i fastidi della famiglia .. Ma bisotna aver paiienz.a e tirar iuna11z.i la 11ostra strada fi110 all'ultimo tra pcche ro– se e moltissimi spi11i... •· ('12 agosto 1818) A titolo di curiosil!l e da sottolineare come Arici ri– tenesse il Camposa1110 la ~ua opera migliore: • ...Mandati però l'ulllma cosa mia sul nostro Campo Sa11to: che credo i manco brulli versi ch'io ahbia fat– to i11 vita mia ... •· ( Il 1:ce11- 11aio 1824). Anche una lcuera eh Pi~– tro Giordani è rimasta ine– dita. D'accordo: non ha mol– ta importanza, trauandosi di una lichiesta di chiarimenti. In sostanza Giordani inten– deva concorrere a un pre– mio bandito dall'Ateneo di Brescia, di cui Arri,•abcne era censore. Pur tu11avia mi pare ben degna di essere segnalata: • Signor Barone ve11eraus~ simo. Quando ebbi dal si– gnor Gazaniga i suoi versi per la rragica morti! di Bi– gnami (co11oscu110 e amato moltissimo eia me} ebbi 111 cuore di ri11graz.iare <:ubito V.S. 110n 111c110 del piacer che mi aveva dato quella, nobile (Contlnu;:--; pag. 2) operosa aWvità; e studiosi. scienz,oti. filosofi, storici. politici che. sia pure pro– venienti o educati dalla tradizione miravano tutti al rifiorire e allo svecchla– menlo degli studi e del pensiero. si erano del pari raggruppati attorno alla gagliarda insegna \·allec– chiana. che per un certo periodo apparve. in Italia e airestero. come quella di un nuovo rinascimento n (Viviani). Rinascimento a parte. Il nacque il Novecento lette– rario italiano e lì comin– ciò a !arsi apprezzare col suo volto più autentico e col suo accento piU ori– ginale. A documentarlo basterebbe un catalogo. Quale miglior testimonian– za del molto buon lavoro ratto dal Vallecchi in fa– vore del nostro Novecen– to? Più e meglio di tutti gli altri editori messi in– sieme e fin da quando nes– suno avrebbe neppure osa– to di sogna~elo. Ripetere– mo osservazioni già espres– se, ma giova ribadirle. Istintivamente. ftduciosa– mente~ allorche « gli al– tri )) avrebbero stimato fol– lia immischiarvisi. al Val– lecchi piacque invece im– pegnarsi a favore del No– vecento. E continuò fino all'ultimo. come dimostra– no le tante prime edizioni delle tante prime opere di tanti poi rinomati autori da lui stampate allorché. se non nessuno proprio li conosceva. nessuno Il sti– mava. Per.tino.. alcune tra le principali riviste Iette-:-a:rie del ~ovecento recano la sua ins.egna: da L..acerba al Selvagg,io. dal Fr01Ue.,pizio al Campo di. Marte. da In– contro a Chimera. E 5i sa quanto lo scarso rendimen– to economico di simili im– prese sconsigli i benpensan– ti dall'int!"aprenderle. l!a e anche in questo modo che il Vallecchi ha assicurato alla sua casa un inconte– stabile titolo di preminen– za. )lerite,:ole per altro di essere in&randito. per poco che si passino in rassegna i titoli delle \'a!orose opere letterarie del Novecento mef..SC in circolazione dal sòr Attilio (nonché. in appresso. dai suoi fidati fi– gli e nipoti). Nessuno. purché sia in– for,nato intorno a queste faccende. vorri. quindi me– ravlglia.:-5i se la casa edi– trice Vallecchi. trasceglien– dc autori e Libri dal suo ideale ma realissimo ca– talogo e basando la scelta s.u referenze critiche ga– rantite. si è trovata in gra– do. senza alcuno sforzo. di iniziare e proseguire una nUO\'a collana destinata ad .-offrire al pubblico. in edi– zione di pregio. alcune ope– re essenziali della nostra letteratura contemporanea: opere. cioè. che. per chiun– que voglia ripercorrere il cammino della cultura ita– liana del Novecento. costi– tuiscono e costituiranno un pa!-!iòaggio obbligato. O ci sara chi ,·orrà contestare la legittimita di conside– narle già come classiche e di intitolare per l'appunto classici Vallecchi la colla– na in cui vengono ristam– pate e ripresentate in bel– rordine? E' privile&io che alla ca– sa Vallecchì s-petta di di– ritto per avere. in te.Y?lpi difficili. dimostrato fiducia nella validità di una lette– ratura di cui la maggio– ranza delle altre case edi– trici metteva in dubbio. quando non la osteggiava e respingeva e negava. l'esistenza stessa. L'elenco di quelle tali opere - e un giorno o l'al– tro bisognerà decidersi a. compilarlo e ad illustrarlo affinché. con la documen– tazione. non se ne perda la memoria - ormai me– ritevoli deirappellath·o di 11 classiche 11. anche se a qualcuno poL.-.ì sembrare redatto con un eccesso di ottimistica abbondanza. compr-endere nomi di auto– ri quali: Agnoletti. Angio– letti. Baldini. Bartolini. Ba– stianelli. Bontempelli, Cam– pana. Cardarelli. Carra. Cecchi. Cicognani. Comis– so. C.E. Gadda. Giuliotti. Govoni, Jahier. Llnati. Lisi. Moscardelli, l\Iario Novaro, Palazzeschi, Pancrazi, Sof– fici. Ungaretti. Vannicola. ecc. (Per Hmitarci agli an– ziani. a quelli della guerra del ·1s-·1s). Si obiettera che non pochi di questi au– tori. con il cresce re della fema. sono passe.ti ad altre case editric i. i\Ia il vanto di a\·erli stampati per pri– ma resta alla casa Vallec– chi. La quale. nel frat– tempo. senza trascurare i più giovani. appartenenti alle due g:enerazioni lette– rarie successi\·e. se ne è saputa accaparrare altri delle stesse le\'e: da Ono– fri a Rèbora. da Tozzi a Viani, ecc. D'altronde. l'aver voluto ricordare tale priorità non implica uno srninuimento della considerazione in cui va tenuta la partecipazio– ne successiva della stessa casa allo svolgimento let– terario del primo e del secondo Dopoguerra. Ma in esso siamo impegnati an– che noi e. per non tra– mutarci in laudatori e im– bonitori di noi stessi. con– verrà dar tempo al tempo. Adesso a noi premeva. proprio perché appartenia~ mo ad altra generazione, con!ermare la piena validi– tà storica dell'attestato che. in coincidenza con l'asse– gnazione ufficiale del « Li– bro d'oro» da parte dello Stato. è stato rilasciato. non meno pubblicamente, alla memoria di Attiliq Vallecchi, e quindi in et:c◄

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