La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 13 - 26 marzo 1961

Pag. 2 saggio England your En• gland scritto con coraggio e perspìcacia durante la guerra, mentre Londra ve– niva quotidianamente bom– bardata dall'aviazione te– desca ma a tante pagine sue narrative o saggistiche sparse in tutta l'opera. In un peraltro assai giusto ed interessante saggio critico sul romanzìere George Gis– slng trovato di recente ine– dito Ira le sue carte e stampato dalla rivista The London Magazine egli, in nello contrasto con quanto da due secoli va afferman– do chi ossetva attenta– mente le lettere britanni– che, dichiarò che gli in– glesi sono negati al ro– manzo e solo la Russia e la Francia hanno dei gran– di narratori. La rèaltà lo smentiva da duecento an– ni quando lo scrisse ed egli se ne rendeva conto. Allora per giustificare al• meno in parte la sua pre• sa di posizione aggiunse che il senso del humor la osservazione e presentazio· ne della commedia umana sono la maledizione della narrativa inglese. Salvava George Gissing cd impli– citamente se stesso appun• to perché privi di quel parrti'colare sense of hu– mor che alleggerisce tanti romanzi britannici anche fra i più seri come hnpo– stazione. Che George Orwell fos– se un uomo piuttosto dif– ficile nel commercio quo– tidiano molte testimonian– ze 10 aUermano, Rayner Heppenstall che gli fu ami– co e ad un certo momen– to abitando nella stessa ca– sa Jo vide ogni giorno do• po averne rilevato le qua· lità umane, sottolinee in Four Absentees (Barrie and RockliU edit. London) che egli fu soprattutto as– sai diUicile a vivere per se stesso. I volumi indi· rellamente o direttamente autobiografici: Down. and out in Paris and London. ed Homage to Catalonia lo rendono in fondo assai be• ne colle sue assolute esi– genze morali le incertezze le contraddizioni i com– plessi. Per George Orwell la vita non Iu !orse mal facile ma egli la rese più difficile per la sua innata incapacità a scendere a compromessi ad adatlarsi a cir,costanze differenti da quelle che aveva ·sperato: L'inglese ribelle tanto se• vero nei giudizi per il suo paese non si trovava a suo agio che in In– ghilterra. 11 soggiorno In Catalonla la partecipazione alla Guerra Civile di Spagna Iurono però uno dei punti culminanti della sua esi– stenza anche per il corag– gio di cui diede prova quando vi .si trovò imp·ll·' cato in avventure molio diverse da quelle che si era aspettato, mentre sal– pava per andare a difen– dere la causa della libertà ed al ritorno quando con– siderò suo dovere pubbli· care una testimonianza su quello che aveva visto e vissuto, pur sapendo di ur– tare J sentimenti di quan– ti avevano nutrito le stes• se speranze ed illusioni. Homage to CatalOnia - pubblicato in italiano dal– l'editore Arnoldo Monda– jori di Milano assieme ad altri romanzi di George Orwell - denuncia la pro– fonda inevitabile simiLitu• dine del totalitarismi sia– no essi di destra o di si• nistr~. Per quanto gene.ro– se possano essere le idee iniziali una nemesi li con– duce su una strada senza alternative. Più tardi nella seconda fase della sua attività let– teraria George Orwell ha espresso cotesta convinzio· ne in due ltbri: Animai Farm, e Nfneteen Eighty• four che furono i più !or• tunati e gli di ed ero poco prima della prematura fine una larga ed inattesa fa– ma. La parabola satirica sulla esistenza di un grup– po di animali ed il cupo romanzo utopistico consi– derato l'opera sua maggio– re testimoniano di quello che lo scrittore, raggiunto colla maturità un equili– brio interno, avrebbe po– tuto fare. Scomparire pro– prio, quando sembrava fi· nalmente arrivato in por– to dopo tante traversie fu un destino particolarmente crudele. Una consolazione poteva essere per lui la consapevolezza di avere scritto due tra i libri più rappresentativi della crisi morale e politica subita dalla sua generazione Ira il 1935 ed il 1950. Sarebbe tuttavia molto ingiusto dimenticare Co· ming up for Air il primo romanzo suo accolto favo· revolmente dalla critica benchè seguisse H tanto di– scusso Homage to Catalo– nia. e soprattutto i due ro– manzi della giovinezza: A Clergyman's Daughter e Keep the Aspidistra Flying ambo di ambiente londi– nese ed ambo tràscuratl al momento della pubblica– zione e presto scomparsi dalla circolazione. In Doro– thy l'infelice eroina del pri– mo ed in George Comstock il protagonista del secondo oppresso dal grigiore d1 una esistenza miserabile in un sordido ambiente della piccola borghesia della me– tropoli George Orwell ha messo molto di se stesso, del lancinante assìllo che fu la continua mancanza di denaro e di procurarsene, del non meno acuto tor– mento costituito per lui dal problema dei rapporti amo– rosi, non per tendenze anormali ma per le inibi– zioni, i timori e le esita– zioni inerenti al suo carat– tere, infine della sconten– tezza profonda dovute alla Incapacità di aderire ad una fede religiosa ma anche di rinunciarvi esplicitamente. L'indigenza, le fobia del sesso ed i1 vuoto interiore dovuto alla mancanza di una fede determinarono la personalità di George Or– well durante un periodo che va dalla sua partenza per la Birmania dopo avere terminato gli studi liceali ad Eton alla sua partenza pe1· la Catalonia che segnò l'inizio della sua libere.zio· ne e quindi anche come scrittore della sua ascesa perché lo costrinse ad usci– re da se stesso a non irrigi– dirsi più nel diniego di frorite a tante esigenze del· la vita quotidiana. George Orwell fu un idealista ed un ingenuo come i !etti hanno dimostrato ma ap– punto l'ingenuità e l'ideali– smo gli permisero di eva– dere ad un certo momento dal1a prigione di se stesso dei propri pregiudizi e limiti. ECHI DIPARIGI Jean-Paul Sartre è torreu– ziale.. D01 1 e1•ascrivere un sog· s:euo sulla vita di Sigmtwd Freud, e scrisse ili w1 baui– baleno ci11quece,110pagine. Si trattava di vane per i suoi denti. Ma il povero regista, dopo aver sudato le prover· biali selle camicie a leggere il manoscritto, domandò a Sartre che per carità rid11· cesse il tulio a ce11toci11qua11• ta pagine. li filosofo esiste11• zialista 11011 ,•olle togliere 11eppure una varala. Co11clu· sione: Jolm Huston trarrà dall'unico soggetlo due sce· 11eggiature, due film diversi. E fin qui 11ie11tedi male. Egli si è scoperto, alla lettura del 111auoscri1to, tm'enorme qua11titit di complessi, che ri– fiuta tuttavia di farsi curare da tmo p~ica11alista, perché teme di verdere la 11ogfia di lavorare che gli è rimasta. I LUNEDI' DELL'ARCHITETTURA Luncdl 20 marzo alle ore 21,30. in palazzo Taverna, via di Monte Giordano 36, Roma, dopo la proiezione di un do· cumenlario, ha avuto luogo un pubblico dibattito sul te– ma: «Esretica e architettura• Hanno partecipato tra gli al– tri: il prof. Rosalio Assunto il prof. arch. Renato Bonclli, il prof. Guido Calogero, iJ prof. Armando Plebe. LERAGIONI ARRATIVE Sommario del numero 6: GIAN FRANCO VENE': « Il 1860 e la narrativa italia– na » - « Il popolano e l'eroe» RENATO BERTACCHINT: « Garibaldi nella narrati– va dell'otto e del nove– cento». FRANCESCO CAPANNA: « La letteratura garibaldi– na nella critica crociana » FRANCESCO F L 0 RA : «Letteratura garibaldina» MICHELE PRISCO: e Me– morialisti neoreaUsti > GIOVANNI TITIA ROSA: « Il '60 e la crisi lingui– slica » CARLO DELLA CORTE: cLe riviste intorno al 1860 » LEONARDO SCIASCIA: « Verga e il Risorgi– mento• MARIO POMILIO: e L'an– tlrisorgimento di De Ro– berto» ALDO DE JACO: «Lettera– tura e mezzogiorno a cento 3nni dall'Unità•. LA FIERA LETTERARIA Bruno Rosai: «Case• (Cali. « Grazloli », Roma) Domenica 26 marzo 1961 ESTETISMO E BUONSENSO * Dialogo pisano PISA. marzo. Piazza .dei miracoli. Da.I f~ 0 1;J~~ ~t~a~~ft~u= - dando origine a quello « stile plsaiio » dl cui tro– viamo segni fin nella lon– tana Surdegna - cominciò a sorgere davvero. sull'im• men.so prato verde che van– ta tanto soprannome. una delle più preziose raccolte di miracoli che la storia del– l'arte conosca. E'. in tutlo il suo insieme. un tesoro. w1 cimelio. un documento vJvlssimo di Pisa repubblica marinara, conscr• vato in una ricchezza di spazio che non rrova riscon– tro In nessun'altra parte della clt.tà : come a signlfl– care che I due secoli a cui esso suppergiù corrisponde (dodicesimo e tredicesimo) non hanno pari. per potenza e fulgore, in tutto il resto della storin d.i Pisa. L'epiteto di immenso, oggi cosi abusato unche nella Jet• tera.tura che se lo pretende fai nostri lettori. che mi co– noscono ormai come Il « !in- . guaccluto ». per via di quella di FRANCO FOCHf certa rubric-hetta. propongo un piacevole compi tino: I~ ricerca degl'i11mien8I, degh enormi. deglf ·smisurati. de– gl'immani e •degli spropo,1. tali del « OR.ttopardo ;,t!L l'epiteto di immenso. dicevo. QUI stn a. pleno J;UO ;J.~'.O.. Arrivando da Pla1.za "dei ca– valieri. per Via Dalm::izia. Via della Fagglola e Via Cappo:i.l. cl appare subito. dal fondo della. glA ariosa Piazza dcil'Arclvescova.do - quasi vestibolo di Piazza. del Duomo e sua parte lnt.egran– tc - l'arco di Porta Nova. punto estremo verso ponente. senza nulla nel mezzo. Una dfstnnza èl circa 600 metri: e davanti è tutto sp:izlo vuoto. M,1 anche senzn QU~· !::t'apj)CndlCC.la lunghezza dl PlnZ?a del Duomo rn.senta il me-a.o chilometro, per una htrghc7.za massima di circa 200 metr: :.eutire 11er1.:>Inchina~! e ::immot.i!lrc-; J,,gh dove cl trattcnlamJ qufnto cl pare. a peno ;iglo e ln tutla con• l'lùenza Prnzza del M racoli è uno di quesrt: non c,ss'altro. per la bonaria pre~enz,1 di quel• .la Torre. l~p !ratr.ce rt1 :;im• pl'ltla e d1 Caclli sorrisi. Ma Al mio anl?CO S., A!'tl– sta fìn:~;m:J. p~rò t,.rnppo lmofCerente di 1u•to ciò c-h.,,, a suo avv,~o. :;:.ppla anche a.Ifa !omana di compromesso. e proprio quella pendenza - quel collo torto. per dirla col buon Guad.1gnoll - ciò che non va glù - Se pot.?s,1. non ci pen– i;erei un attimo a raddriz– zarla. quella b •nedotta Tor– re! Ne gm,aa211erebbe J·ar– monia del tre monume:lli In fila: fra Il Duomo e Il suo Campam!e app<1r1rebbe as,al tnegllo ,~ st~etta unitA di stile. che I! lega ln u.'1 wi.;. t"uno; verrebbe a ce.:.sare la dannata « curlosJtà »; e tan• U\ gente. finalmente. s·ac– corgercbbe che la Torre di Pl!.a e. anzitutto. un gioiello d"nrchltettcra. Piccola biblioteca Nel mezzo. come personag– gi d'una splendida parata. troneggiano. campeggiano. dominano. alllneatl. Il Batti• stero. il Dcomo e la Torre: gioielli. Sl 'r.za dubbio. della più sqmsita fattura; ma con QlU.nt·ana.' Intorno. e quan– ta luce. per sfoggiare di– nanzi a Lllttl In loro ele– gnnZA sovrnna e farla ri– saltare come meglio non po– trebbe! Vl1:-ne spontaneo il paragone con Firenze: Santa. Mnrla del Fiore. Il Campa– nile di Giotto. 11 « bel San Giovanni» pagherebbero chi sa che cosa per una simile condizione di libert.à. dJ re– spiro e di lusso, stretti come sono da. una cintura. di pa– lazzi che sembra .soffocarli, e t.rascL"latj anch'essi nel tur– bine di un traffico do\·e scm• bra muoversi tutta Firenu. E' molto dlrflcfle rispon– dere se ciò sarebbe un b"ne o un male. Facile. ln\1ece. e domandarsi se slmlll proble– mt_-come questi che t.lra b1 ballo Il ·caro amico. siano di per sé giusti oppure no. cioè .se sia lecito - al di sotto dell'Iperuranio - dt– menUcare che a Firenze tante signore e signorine vanno le in fondo è bene che cl vaèano> per I « be1 nep:ozf,.; che a Roma tnnra gente va fe ln fondo è :e che ci vada) i::er Via Veneto e le trattorie di Trastevere; che del catulllano e goe1hla.– no Bcnaco moli! .s'lnnamo– rnuo (e In fondo è bene) per \Tia della pesca; che le Con– fessioni di S. Agostino o la Divina Commedia. e tanto meno le eteree meditazioni di Don D. B., non potranno mal sostituire, per tanti crl– strnnl - con questo. non me- « L'INTEGRAZIONE» DIBIANOIARDI , Uno dei difetti principali della nostra narrativa (e' della nostra letteratura in generale) e, forse, la sua « seriosità ~: ossia la man– canza di un humor, di una visione più libera. e in de– finitiva anche più comica, della vita, delle cose della vita. I nostri narratori prendo– no tutto • sul serio~. Ed è questo fatto, forse, che li fa muovere ed agire nello ambito di un 1>rovinciali– smo ideologico che, per quanto impegnato potrà ap– parire, rimane pur sempre l'espressione di un fenome– no di ripiego, di portata li– mitata. Forse se i nostri scrittori avessero pÌlt svilup– pato il senso dell'umorismo, dell'ironia, tanti fenomeni tipicamente italiani (spèri– mentalismo, bilinguismo, fi– lologismo ecc.) non avreb– bero ragione d1 esistere e u.in eslstercùbcro. Gli oriz– zonti sarebbero più vas:i, meno angustL e uumotoni, più autonomi. E tanti libri inutili, noiosi, tediosi, non sarebS'ero stati ne sarebbe– ro scritti. Si vuole essere .. impe– gnati ,. a tutti i costi: e in– tanto non ci si accorge che, a questo 'modo, non si fa allro che ripetere - scp• pure su nuove lince di sviluppo estetico - gli schemi dì una narrativa la quale da molti, forse troppi anni va lottando per darsi un volto, un carattere, una fisionomia, senza però mai riuscirci in pieno. A questa breve digrer:;sio• ne ci ha indouo il roman– zo di Luciano Bianciardi - • L'integrazione,. - apparso di recente presso Bompiani: il quale, se Dio vuole, è un libro che rompe con questi schemi e, per proprio con• to, si avvia per una strada che è lontana le mille mi– gl.ia e dall'impegno"· Si tratta difatti di un rom:m• comica dissoh•enza, di vuoto rarefatto incombe sulla nuo. va casa editrfce. i cui com– ponenti alla fine sembrano diventare dei manichini, vere e proprie maschere da teatro veneziano. Eu.111011.\"lr,u lll ttumu, u,, •• ,uc– colta di racconti sul tema del– r... uomo che lavora .... L"occa– sione, il moventi'. sono estre– mamente ittdicMivi: si traua d'un dono elle due sociera 111- dusl riali, l'llva e la C.:orn1- gliano. hanno fatto in occa– sione delle rcc-enri feste ai lo– TO t-re111amlladipendenti CIie lcrnorano nei vari stabfltm~ntl d1sloca1i per tutta rltalta. Le due socie1à hanno proposro a liii gruppo dì narra1ori, di scrioere cioscuno un TaCCOII– IO ispirato al mondo del la– voro. Quauordici scrittori han- 110 nderito al1'1111:::iatwa; essi sono: Giovanni Arpino. Carlo Bernar,, Carlo Berocchi. Umo B11;:-.:ar1. Italo Calvino, C.:arlo Cassala, Luigi Davi. Beppe .Fcnoptio, J\11chele Parrei/a, Antonio Pizzmo. Vasco Proto• Imi. Michele Prisco. Leonardo .Sciascia e Mario Tobmo. Co– me si uede. so110 compresi 11ell'eienco alcuni fra i pitì. noti della nostra nnrrativa. A quesll vantanl dello sp,:zlo e della luce. di cui godono, Indisturbati. 1 tre monumenti della .. Piazza dei miracoli » - col quarto. li celebre Camposanto. che of– fre loro. come sfondo. l'ester– no delìa sun parete merldlo– m,Je - s'aggiunge In sme– rnldln& vivacità del prato. elemento dl Irreale serenllà e. insieme. di magico spicco ~~~~ri~npeohl!~ 0 ~n€~ ~~~l~~~. eg1f 1 ~~~dii~1 1 ! frangln, la statua dorata e la. banda che suona la mar– cia « religiosa ». Perché. insomma, i ram– nAti e I .. più alla buona -. gU esteti e I botregal, I pla– tonici e I buongus1.al devo– no. cosi. darsi noia n vicen– dn? Al mondo. direbbe lo olimpico Tabla dcJ Giusti, c'è po5t,o per tutti. Egli non lascia un'opera artisticamente ~ompiuta co– me altri scrittori della sua generazione i cui doni di narratore, le cui qualità di stile e d'invenzione si av– verano ed un attento esa– me superiori ei suoi ma nel meglio dei suoi scritti, e soprattutto in Nineteen Ei– ghty- Four, l'angoscia di quanti avendo creduto di difendere la libertà parteg– giando per l'estrema·sinl· str,a si sono trovati poi pri– gionieri di un sistema poli– tico non l"(leno disumano di quello da loro combattuto con convinzione ed assolu– ta dedizione di se stessi è stata raramente raffigurata con tanta sofferta intensità. -------------------- zo allegro. scanzonato, di– Quello che pare diverlirsi più di tutti di tale situa– zione e appunto il Biancar– di: il quale, a differenza di tanti giovani di oggi che dalle esperienze negative della vita spesse volte san– no trarre soltanto sconforto e amarezza, disinganno e. in definitiva, una dolorosa ac– quiescenza morale che t; identifica col fallimento, pro– prio attraverso questa espe– rienza ha saputo scoprire una nuova dimensione uma• na - e quindi m.orale - la quale, oggi come o~gi, ri– mane forse il modo migliore per evitare cerp rischi e per rifiutare certi compromessi: l'umorismo. Un umorismo bonar~o, scanzonato, diver– tente e sottile, che se ne in– fischia dei "'problemi", dcl– i'« impegno• e punta su una strada ben chiara e precisa che è quella di non tediare, anzi di appassionare e pos– sibilmente di divertire il lettore. Bianciardi ha com– preso l'importanza di questa i;ua conquista e ha saputo dR.rci un romanzo breve, secco, senza molte pretese, ma che rimane, assieme alla " Cocuzza • di Cassieri ap• parso nella stessa collana " i numeri • di 6ompiani, una dell<" cose buone della ultima stagione letteraria. fmposstbile. c forse cr1t1ca– me11tc poco utile, soJjermarst s11l/'1rno e s1tll'a/tro dei quat– tordici racc_onti, alcu111 del quali pure molto si11ruffcauu1 al di là del tema d'obbligo, per il suo rntrfnseco valore; piiì.11f1ie penso centrare Il va– lore dcll'lni:::iatwa, clic 1.mofe essere 1m modo inwwto e or1yh1olc. di avuiclnarc 11 la• voratore r lo scrittore, sensf– btli:::zorc l'uno e l'altro nei re– ciproci co11fro11t1, sti111olt1ndo la le1111raper chi vi C' usual– mente lontano. piegando e mayari forzot1do la penna del• lo scrifrore SII temi ancora. malgrado tallio ,'iprcco df re– tonca. lonlani dal s110 inlcres– se. o meolio trattati phl spes– .,;;oper il loro apparire folclo• ristico anzi elle in chiara co– scienza dei problemi e de1 rapporrl che legm10 1'111divi– duo al lavoro. del particolare mondo al quale partecipa. sto col bianco latteo del mnnnl. Spiendldn Idea. que• sta.. di uon hver mal sosti– tuito In festosa freschezza tlell'crbn con In nuda aridità d'unn qualsiasi pavlmentn– ztone. E non meno splendida quelli\ di lasciarvi lntera,.. mehte libero Il passaggio. senza grette prcoccu9azlom per In conservazione del ver– de. a cui provvedono Ad usura. le piogge o. In loro vece, copio.se lnnalflature noLLumc. Forse che. com'è oggi. la Torre di PisA colplsee me– no Il mio drastico amico di quanto farebbe se egli po. te:;se attuare Il suo folle SO· gno? cioè se egli potc&se rln• chiuderla. nello setigno della belleua. « pura » e prì\•arln. In t..ale msnlcrn. della sua popolarità? Non è meglio che, accanto n lui, l'ammirino. sia pure a modo loro. mi– lioni di curiosi d'ogni parte del globo? Probabilmente, senza la stravaganza di quel• l'Inclinazione. sarebbe meno nota e considerata In stessa btllczza. non dico della Tor• r«:, ma di tutt.n quanta hi. prnzza del Duomo! A que– sto mondo, Infatti. anche In. belleun devo stnrcl adattan– dosi, accettando Il compro– messo {purché onesto e di– gnlto.so) e rassegnandosi ad Avere. spesso, qunle bandi– trice la voce dlmeosa della occa.-5io11e. dei caso strano. di un qunlslnsl appiglio a una posslbllHA di far chias– so. Come figli del ventesimo secolo, I nostri lettori devo– no sriperne qualcosa. Non è vero? GIACOMO ANTONI 1 I VERBA VOLANT Mm,, Pflu., Olbia - l suoi « modcsli componimenti,. :,o•– no, sinceramente, quali li de– finisce. Quando scrive: •Ama– te, fatte amare•• oppure: ~.t?o1ia~~~-JatJf ;':,!it~~ di e~~ participio passato \'olto al femminile plurale, o di un iinperativo sgrammaticato? Mi .dispiace, non possiamo pubblicarli. A un'altra volta. Saluti. Em. Mo11t., Senigallia - Considerata la sua giovanis– sima età, complimcnli signo– rina. La troppo alala fanla– sia che impedisce alle sue cose di esser concluse, che le lascia aperte m•anti e die– tro, creature tutte di ~ogno, non è ancora un male. E' nel tempo naturale degli sbri– gliamenti. Fermarsi qui, que– sto sarebbe l'inizio del male. Studi, rafforzi la sua mente, ciò che sen•ir.l. a raffrenare la fantasia. ;'., b•ra\'a. Un barese, Bari - Pccché le domande che pone alla • Fiera,. non le pone allo scrittore interessato? Jo pcn• so (tra parentesi) che lo scri1torc classifichi sccundum scmetipsum. Ma gli studi so– no fitti e va~'.. :1 riguardo. vertente, anche se qua e là sono ugualmente dette delle cose crudeli. .. L'integrazione • è la storia, o per dir meglio. la cronaca, dei due tmni che il Blanciardì. il quale attual– mente gode fama di essere uno dei più dotati e acca– niti traduttori di libri in– glesi che abbia l'Italia, ha trascorso presso una gros– sa casa editrice milanese agli inizi della sua attività: una specie di satira spiglia– ta e pung_ente che veramen– te ha il dono dì riconciliare il lettore con il narratore nostrano. Il nocciolo del libro, pres– sapoco. è il seguente. Un gruppo di giovani intellet– tuali, approdati per la mag– gior parte nella metropoli lombarda con tutti gli entu– siasmi e con tutta la lede di chi, per molti anni, se ne è stato tutto solo in pro– vincia a covare illusioni e sogni. viene chiamato i\ prender parte al sorgere di FRANCO CAVALLO L'OPERAIO RACCONTATO Nel tempo delle a11tolog1c ...a formula,, a tema, at,tno- 1110 letto rnccolte di poesie o di '!"acconti sull'estate, sui po– .veri, su questa o quella c111a, urlii come indicazioni pano– 'l"amlclle del g-rado di sensitu– litci. degli artisli intorno a certi temi attuali di valore in– terno cd esterno, socioloofco e psicologico. Vien" çm11 stampata dalla Nella '!"accolla. si a/tenurno, e però finiscono per fondersi. pcrsonar,pi lipici c dunque pitì. esterni di questo mondo operalo, a personaggi pnì. scavati, più. veri, pi1ì. attcma- 1nente s111dfa1i e compresi. PIETRO CIMATTI E cosl. mentre il verde .non viene UlOi m~no.. .Q.on mnncn ntHl neppu~ J'alJe- :~h~~*~:e d~!f ic:~~~ che hanno qui uno del loro luoghi di svngo preferiti: d'lnvemo. quando scarseg– giano i turisti, e non scar– seggiano Invece (a Pisa) le gloma te d I sole. sono loro I veri padroni di questo pra– Lo, che percorrono In lungo e 111. largo. n salti. a ca– priole. mentre le mamme li guardano tranquille. sedute :.ui cnndidi scall.111del gran. dc pledlstnllo della Cnt.tc– drnlc, E' un 1 nltrn nota. que– sta. che viene ad aggiungersi nl qundro, rendendolo a.ncor più vivo. più attraente. più cnro. E' In nota della. SUA umnnltà VI sono. rappunto. nel mondo, luoghi di beilcZU\ austera. In cui si soggiace nJ fascino; e alt.rl , invece. dove lo stesso fascino si può Peli. Ott., Alassio - Va bene di riparlirc dal passa– to, per superare l'attuale punto morto. l\fa da un pas– salo, a mio avviso, ben di· ~crito e superato, e perso– nalizzato. Lei mi sembra an– cora un passo addietro, an– che se i due sonetti hanno una loro , 1 alidità. una nuova Impresa edito- 1----------------------------------------- riale. Tra queste persone vi è naturalmente, anche Il Bian– ciardi, i1 quale nel libro si chiama Bianchi. li primo. iri– isormonlablle scoglio contro il quale l'impresa va a cozza– re, è la burocrazia. questo male tipicamente italiano ve– lenoso e carrosivo, che è ormai penetrato in tutte le strutture della nostra so– cietà e che ha il potere di contaminare anche le inizia– tive più serie. Ben presto, tutti si accorgono di girare a vuoto in un ingranaggio che, gradatamente, .sembra vada acquistando qualcosa di folle, di paradossale e di maniaco. Un'atmosfera di lollaro di lamiglla. lallere di presentazione, lettere d'aflari, tellere d'auguri, lellere di vendita. lettere riservate. lettere d'amore, lellere circolari, lettere di congedo, lettere di ringraziamento ... in tutte lettere, in belle lettere, tutte con 111 Olivetti Lettera 22 Dav. Ros., Sestri Levante - Grazie dell'inedito in"iatomi, che non posso però pubbli– blicarc. M'è parso un eserci– zio di lingua, più che una poesia. Efig. Mas., Castione di Zoppola - Sono tanti i fogli che ospitano poesia: provi. Sulla « Fiera• il posto C ti– ranno. E le sue composizio• ni, \'encndo a quelle, mi paio– no immature, un po' gene– riche. CARONTE + PREMI + Prato L'Amministrazione camuna• le di Prato, intendendo con– tinuare la tradizione che fino dal 194S ha posto il Premio Letterario « Prato•, per fc• deità ai principi che lo ispi– rano e per vàlidità delle ope– re nel corso di quest'anni premiate, in primo piano nel campo delle manifestazioni Jetteraric italiane, bandisce il Premio· anche per il 1961, que– st'anno destinandolo a una opera edita di poesih, c)lc sappia interpretare ·con ac– centi umani· la Resistenza o nei suoi storici valori di lotta per la difesa della libertà, o nei caratteri da essa susci– tati nella coscienza degli uo– mim L'opera, raccolta in volume, dovrà essere stata scritta in lingua italiana da autore ita– liano cd edita in Ttalia nel pericido che corre dal l. se1- tcnibre 195S al 31 luglio 1961. All'autore del volume pre– miato sarà. assegnato un pre– mio di un milione di lire, che ,•crrà conferito con so– lenne pubblica cerimonia nel Palazzo comunale di Pra10 la sera dell'8 settembre 1961. Editori e autori potranno concorrere inviando alJa Se– greteria del Com~me di Prat?, Ufficio del Premio Leuerano e Prato•• dieci copie del \'O– lume. La Commissione giudi– catrice, composta di Roberto Battaglia, Ugo Cantini, Cesare Grassi, Piero Jahier, Armando Mconi, ilvio Michcli, Arturo Carlo Jcmolo, Raffaello Ra– mat, Die~o Valeri e Lemma Vannini Segretario, e il giu– dizio della quale sarà ritenuto ad ogni effetto insindacabile., avrà facoltà di prendere irt esame anche opere, che pur non presentate al concorso, rientrino nei termini e nello spirito del presente bando. Vann'Autò Per onorare la memoria del compianto poeta Van– n'Antb è indetto un concor. so a premio di poesia. Pos– sono partecipare al concorso tutti i cittadini italiani. an– che se domiciliati o residenti all'estero. Ciascun concorren– te deve riempire e sottoscri– vere la scheda di partecipa– zione al concorso, con la di– chiarazione di accettazione delle condizioni del bando. Sono ammesse al concorso soltanto composizioni In ver– si in lingua italiana. Devono essere inviate al– meno cinque compositioni inedite, in dieci copie datti– lo scritte, recanti la firma dell'autore concorrente - immancabilmente entro il 30 aprUe 1961. Esse devono es– sere indirizzate aJla Segrete– ria dell'Università di Mes– sina (Premio di Poesia Van– n'Antò). Il premio dell'ammontare di L. 500 mila, sarà conferito all'intero complesso di com– posizioni dell'autore dichia– rato vincitore. NA NlJOVA COLLANA DI AUTORI LATINO -AMERICANI * Alla riscoperta dell'America Da quando hanno co11qui- ::i'::~ l~i,:~i;~,~1ed:;2 Ce~//;~ca~ del . ud America ltan110 ri– ve11dica10 ima vropria indi• pc11de11:.aculwralc nei ca11- fro11ti del 111011dospirituale europeo. Questa te11de11ztl, 11att1ralme11te, 110,z può mera• vigliarci eccessivameute, ver– ché è più che logico che que– ste 11atio11iabbia110 avvertito l'esigenz.a di un sostrato spi– rituale che costituisse la base delle loro aspirazioni indipen– dentistiche. No,1 ::;empre, però, è. stato facile separare le varie cul– ture. naz.ionali dal tronco del– la tradizione culwrale euro• pea in genere e iberica i11 particolare. Anzi, a volte, per giustificare le ragioni di que- :f;a:i?,~;~~:gn~~~li~tj~~;:;: giarsi i11 meuo ad ostacoli 11011 indifferenti, Oggi, certamente, s1 può parlare di una culltlra latino– americana indipendeme da quella europea, anche se ad essa ancora strettamente le– gata. Tuuavia sarebbe vrema– wro telllare di distinguere, nell'ambito di questo mo~1do in effervescem .. a, le singole culture na:.ionali. Una sola distinzione netta ed inequivo• cabile esiste nel •clima• spi– rituale del Sud America: ed è quella che separa la civilrà ispano-americana dalla civil– tà lusoamericana. Quesro moudo dat co11fi111 a11coracosì incerti, lta comin– ciato ad esercirare un certo {~s~;~ 1:~iu::~s}~~fv11i~;:~c::~ r:::~o~i:rdis~~ti~~ez::ra~~ q11esri t1ltimi tempi, sono sta– ti introdotti in Italia come iu molti altri .paesi duropei, alct111iautori d1 prima gran– dezza, che mentano certamen• te Wtt<1 l'attem.io11e del pub– blico e della critica, da Alejo Carpe11tier a Juan Rulfo. * tli \'INCIJJNZé• DFJ 'J'OilIA.SSO Sulla Sf)iillll di questo sc111- fJrC cresce11te interesse per wt ambie11tc spiritttflle cosl tlistantc e cosl dissimile clal 11ostro, adesso l'editore ge- 11ovese Silva ha illlrapreso fa pubblicazio11e di una e Colla- 11a lati110-america11a io, sotto t:egida del e Centro Europa– America Lari11a del Colw11- bia110 ». L'editore, nel prese11tarla al pubblico, si preocczipa di sot– tolineare che dalla Collana verranno esclusi e facili fof· kloris111i e le divagazioni et– nografiche. Essa è tutta riti· rata nella essenzialità di un discorso che lta prese.me fa dialel!ica spesso tragica e co,mmque irrisolta fra l'ele· 11!e1110autoctono, quello de· nvato dal trapiauto occide11- tale e soprattulto iberico, senza tralasciare 11awral111e11- te fa compoue11te esogena africana e· le sollecitaziom violelllatrici e deformanti di 1m quadro naturale che sfug– ge ad ogni classificazione a noi familiare•. Finora hau110 visto la luce tre grossi volumi, t«tri di in· dubbio imeresse: w1 roma11· z.o ( • Ca11ai111a • di Romulo Gallegos), u11'a11tofogia (• Li– rici brasilia11i •, a cura di R.ugge~o. Jacobbi) ~ tm sag– gio critico (e America Latina e culwra occidentale» di Leopoldo Zea). Il venezuelauo Ronmlo Gal– legos è uno dei maggiori esponellli della 11arrativa su– damericana e « Canaima • è certamente fa sua opera più importante. Per la trama, e soprattutto per l'ambienre ili cui si svolge - il bacino del t,asso Orinoco, una :zona pn· mitiva e selvaggia, e 1111 111011- tlo di genesi dove tribì1 d1 indios vivo110 una vita quasi vegetale simile a quella dei primi giorni della creai.ione » - questo romanzo ricorda da vicino uu'altra opera di 11arrativa s11da111erica11ache ha riscosso 11otevofe succes– so in questi ultimi telllpi: e / passi perduti•, cli Jllejo Carpcutier. Ma Gallegos lta w1a tecuica narrativa che è letteralmeme agli imtivotli con quella dell'autore [ra11co– cuba110. Il suo, infatti, è 1111 romanzo d'at.ioue, 1111 roma11- z.o di fatti, ucl quale. i per- ~~:!~fg~gi::011~~/i:ii~o~~i e::, poco spazio è lasciato al lllO· nologo mteriore, alf'a,wfisi introspettiva, che sono diven– tati gli eleme11ti caratteriz.· t.ttllli della narrativa con– temporanea. D'altro cauto a11che stilisticamente, l'auto~ re ve11ez.uelano uon è certo u~10 scritto,~ e d'ava11guar– d1a •· Tuttavia queste consi– derazioni 11011debbono far pensare che Ramulo Galle• gos 11011 sia wt autore • mo· demo•. Dc/ resto, in lette· rat11ra, questo aggettivo vie- 11espessa usato in se11so im· proprio: a noi fa circostan~a che l'opera di Galle.gos sia letteraria111e11te valida sem– brll sufficiente a farla co11si• dcrare • 111odcrna •· Il secondo vòl11111epresen– tatoci dalla Collana dell'edi· tore Silva è ww mitologia di poe11 brasilia,1i curara tla R11ggero Jacobbi, il quale, dovo aver trascorso q11i11tlici a,mi in Brasile, di questa ma_te~ia è P(!drone come po– c/11 111 ltalw. La ricchis:>i· mll autologia presemata da Jacobbi si propone 11110sco– vo ben preciso, e cioè, quel· lo di separare 11etramc11te la poesia brasiliaua da quella degli altri paesi suda111ertca- 11i. In questo, verò, riesce convincente soltanto a wctit, La varte più vasta di questo impeg11ativo lavoro è. slatn dedicata ai voeti modernisti. Il moder11fa1110 è 111{atl1 l'w,i– co vero 111ovime11toletterario clie. abbia avwo vita m JJrn· site e rap1Jrese11ttt wt po' il fJl//ltO cli rot111ra frn la voc– :>iafusoamcricmw e. fa poesi<I europea. Nel Moden1is1110 111i– lit<1rono, ili giovcut11, molli dei maggiori poi!ti brasilicmi di oggi, primo fra tut1i quel– lo che, 11011a torto, ,,ie11e co11siderato il loro ca11ostipi• te; Mmwel 8a11de1ra. ,\1", forse, l'opera di 11w~– giore inreres~e fra <111clfe vre• semateci dall'Editore Silwt è il "'!'go saggio del filosofo 111ess1ca110Leovoltlo Z<!u in· titolato • America lati11a e cultura occide11tale ., volto av111111to allo studio dei rap· vor~i iutercorre11ti Jra la ci– vitta e11ro11eh e il mondo :>f1i· riwa/e ltttino-a111crica110: h/111 overa appre:.:.abilissima clte investiga _w1 ct111tpoclte, 1•utl– grado gli s{or:.i co1111mttisia dalf'rma che dall'altra parte, fino ad ora 11011si è ancora riusciti ad imbrigliare 11cgfi sclte111i di ima obiettiva va– luta:.ioue critica. Il volume dello studioso messicano i11daga su/111 si• 11w:.ione spiritt1ale ve11111asi a creare in popoli che 11011 de• shlcrmw Pllt re:.tare ai 111ar– g111 i del.fa Stf?ria ed essere gli sta11cl11ed merti ripetitori dr moduli cl'ongine occidentale e ma attori parteciva11ti ali~ vervetua ricreaz.io11e della cultura •· L'overa di /.eo 110t– do Zea è orieurata 11t questo sc11su, vers'? . 111w ri.,·coperta e tma tlefi111z.1011e dell'A111eri• ca sccondo questi nuovi ctt· n_o111, queste llllUVC /JrOSpet• t1vc e nuove f1111:.zo11i. DIEGO FABl3RI Dlrc11ore responsal>llc. Stab. Tipografico U.E.S.I.S.A. Roma - Via IV 'ovembrc 149 ..,

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