La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 6 - 5 febbraio 1961

Direzione,Redazione Amministrazione s1 sono trasferite a Via del Corso,303 (PalazzoDoria)Roma ◄ LAFIERA LETTERARI Anno XVI. X 6 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCI NZE Domenica 5 febbraio 1961 SI PUBBLICA LA DOME 1 ICA Fondato eia i\IBERTO FRACCHlA * Diretto da DIEGO FAHBRl QUESTO ' J<lERO L. 100 DIREZIONE. A.\.!MINlSTRA.ZlQ)IT.: Roma - Via del Corso. 303 - TeL 687645 - Amministrazione Tel. 6i30IS - PUBBLICITA': Amministrazione: « LA FlERA LETTERARIA• - Via del Corso. 303 • Roma - TARIFFA L. 150 al miUimetro - .a\BBONAMENTI: Annuo lire 4.000 - Semestre lire 2.150 Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo lire 7.000 - Copia arretrata lire 150 - Spedizione io conto corrente postale (Gruppo II) Conto corrente postale numero 1/31426 u DOCUME TO DI ECCEZIONALE IMPORTANZA CULT RALE E UMA A UNA POESIA 1NEDITA * Corrado Alvaro lA.L□rfftuj!N j VI FAR8, Ml~PNA~' ·-·-·-.:-...._.......--t:.~-: -- .... .,.;,..:;.,:;,_s Il carteggio Papini.-Govoni * Sogni di cose fo,.tane V enne ad affacciarsi nel sonno tome s'affaccia la luna le sere d'estate sul mondo, e crescono ad una ad una smisuratamente le cose attonite, fatte d'ombra. Così s'affacciò, ma vicina con occhi grandi d'opale respirando come la cima degli alberi al vento serale, Vicina ma pure assai lontana e intangibile come la faccia della luna 1 quando sorge a contemplare gli uomini e gli animali e il caldo respiro dei fiumi. Su me grande come la terra si chiudevano le case oscure col loro parlottare umano e il soffio delle stalle sicure Saltavano le volpi. I monti scotevano i loro alberi come criniere impetuose. Ero la terra e ridevo di quell'immenso solletico sulla mia mole in riposo. Scoppiavano in quel riso i semi delle piante, s'aprivano i fiori e a un tratto sentii zampillare il canto notturno dei miei pastori. LETTERE FHiJ.~<OESI: * Siamo lieti di poter offrire, a partire da questo numero (vedi p:1a-. 5) il te.sto di vert– titré letlere autografe di Giovanni Papini, utilissime per la sempre più esatta co– noscenza dell'Uomo, Id do,·e l'uomo più si rivela, nel dare e chiedere amiciz.ia. L'epistolario, che Corrado Govoni ha messo a ,ioscra disposizione, occupa ve11J'a,1- ni (dal 1930al 'SO) della vrta dei due scn·tton·. Pure 111- completo per le gravi per– dite causate nel tesoro epi– stolare di Govoni dalla guer-– ra e dalle varie dolorosissi– me vicende che l'hanno accom– pagnata e seguita, esso testi– monia rtell'uomo Papini una capacitd d 'am1ciz.ia , una gen– tile;:z.a e bontà d'ammo pre– semi e operanti al disouo dei più conoscrucr atreggiamenti mtemperanri, funambolici de.I e titano• poligrafo. L'episto– lario si rivelerà htsomma di GIACOJJO .\N'l'Oi\li\l utile pe,r la conoscen:.a sfu– maturale dell'uomo, oltre che pe,r u11a de/i111tiot1e, traverso accenni od esplicite con.side– ratiom, di piccoli e grossi avvenimenti culturali e non solo culturali Intercorsi tra la primo. e l'ulllma di queste lettere, nel pe,riodo più agi– taco della nostra recente sto– ria na.z.1onale. Nella fortuna e nella sfor– uma Paptnr non ha cessato d, interessarsi e preoccuparsi ie1~7~~1e;/fr~ef'r;:ri:::: ,·a dedicato un e ntratto • estroso, tutt'ora criticamen– te valido, che pone,•a incer– rogativi cui Govoni avrebbe risposto molto pii, tardi, do– po l'ultima gue"a· cluarendo e definendo il suo mondo, portandolo con Aladino a una vetta altissima. Papini riusci a fare ben poco per lui: ma queste letrere, qm a dircelo senza veli, ci dicono anche la Marcel Aymé, narratore Marcel Aymé è assieme a Jean Giono, Julien Green pr1mente grigiore grazie ad una fantasia ed un umorismo m!ca e deformata. cosa alquanto rara in un Jfbro di e Georges Simenon uno dei quattro maggiori narrator.i che runangono le più preziose doti dell'artista Marce! Marce! Aymé. Ma a prescindere dal vigore dello stile lra.ncesi viventi, ed operanti. Perché altri come scrittori A.ymè, è stato messo un termine. Ci si può rallegrare dal piglio sicuro del narratore vi sono trovate cli una non meno quotati di loro e magarj più noti fuori della del suo ritorno alla narrativa .in quanto essa rimane grande eificaCJa capitoli e !rammenti dove si ritrova lo !~;n; 1 ~~~fa~~e:o~~~; J~~!~~n:eetancr\t~~ ;itg;~iu:a s~~C:nO:.tenuti sulla scena la sua prima e scrittore di razza. Forse la figura e la leggenda di o Paut Morand sembrano aven! concluso già da parecch.i A segnare cotesto ritorno al romanzo è uscito poi rf 0 i~~·l 1n;1"~~~~.irJ:t~~~~b~ ;~ ·(} s~~ic~~~ ~ anni la loro opera narrativa mentre un Louis-Ferdinand contemporaneamente nella assai utile collana La. Bibho- conosce !a una specie di mitico eroe cui tutti si riferi– Céline od un Louis Aragon vi ritornano di rado e thèque Ideale un /lfarceL Aum.é di Poi Vandromme scono come ad una coscienza nazionale ed una riforma– soltanto di sorpresa. Ben è vero che l'ultimo romanzo (Gallimard ediL Parls) che ollie un primo ritratto cri- tore dei costumi, l'uomo che dirà una parola nuova di Marce) Aymé Uranus datava di dodici anni fa tico abbastanza particolareggiato dell'opera vasta e varia (e l'unica autentica chè di lui si conosca è .. quanto a mentre i racconti nunit.i nel volume En Arnère uscito e della personalità dell'autore. Oltre ad un'accurata dolci io pre!erisco la torta di miele> cui viene J\n:,esso nel 1950 erano stati scritti almeno in parte qualche bibliografia ed un repertorio ragionato dell'opera narra- un recondito e profondo significato) oUrono il Imo più anno prima. Grazie a Le Chemin des Ecohers e Uranus t1va. teatrale e saggistica di Marcel Aymé volume per originale del libro. due fra i romanzi più rappresentallvi e degni d'atten- volume in ordine cronologico il libro presenta un lungo Perché in codesta caricatura deliberatamente mgi– zione, più coraggiosi anche per il loro non-con!ormismo, sagg1o critico di Pol Vandromme, non sempre convrn- ganuta nei tratti Marce! Aymé ha colto uno degli del periodo detroccupazione e dell'immediato dopo• cente nelle sue affermazioni positive O negative intese aspetti meno appariscenti e più veri del nostro lempo guerra si aveva tuttavia l'impressione di una presenza a situare gli scritt.i di MarceJ Aymé in rapporto a que.lti che abbonda di miti assurdi dovuti in parte ad un con– ~i~r~s~t~~ sicurezza che al romanzo Marce! Aymé sarebbe ~:~;~oia:~"ti\~~~~:1 d~uC::~~~o:Cd ~a v~~~ari~ formismo che a destra come a sinistra non è mat stato Con Les Tiroirs de rtnconnu pubblicato ora dal- gli anni delfinlanzia e dell'adolescenza fino a quando ~~~t~t~r~e~o~~~~ep::;l~t~~i~e~ftdf ~~;!J ~[i~!~ }'editore GaUimard è cosa fatta. Per quanto possa seri· nel 1926 fece iJ suo primo timi d o tentativo da nd0 alle d1 sfugç1re ad una grigia uniformità che porta alla Vf>re ancora lavori teatrali, al lungo periodo in cui scm- Slampe il romanzo campagnolo BrulebolS. as!usia mtelJettuale e morale. L'opera narrativa di Mar• brava essersi definitivamente allontanato dalla narrativa Sono pagine preziose non soltanto per lo stile co• cel A.ymé è quella di Ufl: uomo libero da ognl preven· per dedicarsi esclusivamente al teatro, e del quale lorito la vivacità dell'esposizione lo scanzonato umorismo ztone ed ogni secondo Une, un po' rude nei modi ed Incienne et le Boucher, Clérambard e la Téte des Aut.res caratteristico per Marce! A.ymé ma anche e sopratutto un po' grosso nel tratto ma sincero nelle convinzioni r1n1angono Io opéro più eMpieue,quelle dove meglio è perché e~e aiutano a meglio capirne la personalità m a~oluta armonfacol !UO !lilc di vita c. quando com· riuscito a far vivere sulla scena quel suo mondo leg· mollo diversa da quella della grande maggioranza degh pone un r_omanzo un ra~conto od_una commedia, genuino germente bizzarro perché pur essendo pienamente im- scrittori francesi di oggi descrivendo l'ambiente faml- ~me ~rtista. Uno scrittore qumdJ degno di stima e pe,na dell'amici=ia operosa., inscancabile ma ùnpotente, sembra, pe,r una facalaà ine· l1minab1le. Purtroppo non pos.si.amo far conoscere al lucore le incercorrenll Jetcere di Go– ,·on,, con1enent1 quelle 11- ra,e d"insofferentA. quegli sfoghi, quegli slanci di spe– ran:.a. quella d,spe,razi.one accorata che le ruposte di Papmt lasaano solo indivi– duare: seppure la vrol.en: .a epistolare di Go,,oni spesso abbia lasciaro tanto segno che nelle! righe delram,co sensibile ne è rimasta p,U che l'eco, se ne sente la profonda vibradone. Di Corrado Govom pos.~ia– mo solo pubblicare una let– tera, anrarr.ss ,ma, ternblit: clte molti che non si cJua– mano Govoni avrebbero te• ,mta ancora na.scosta, tranne distruggula e cancellarla de– finitivamente. molti che non possiedano la sua innoc:en:.a, la sua muaviglio.sa e infe– lice inabilità ai macl11a,·tlli- 1m1 dtll"opportunrtà polrt1ca: tma ltttera del sellembre '43. di ribellione e di a:mfe.ssione. di violt,i:.a inaudita e di dutrutta umanità, nella qua– le già il lettore vedrà ger– mbiare e muover.si i conte– nuti drammatici che in A.la– dino troveranno de/iniz.iom artistica. Con questi eccezionali do– cumenl1 eputolan, cm ag– gmngramo (vedi sempre alla pag. S) una colonna. d1 re– ctnti i11editi po,tttci govo– manl. siamo sicuri di ren– dtre un serv1elo, non solo ol– io stonco dtUe vicende cul– wrali italiane, ma a tutti i reuori di Giovanni Papin.1 e di Corrado Govoni. P. C. merso nella realtà quotidiana più banale non ne ha l'op- bare e le esperienze fatte in tenera età. simpatia. -----------------------------------------, prov~~iecit~~~t~n ~~~i~~g~t~f:cli~~. t!rg1:~ f::~~ge~~ ,------------------------G-lo_v_an_n_,_P_•_•_'"_' __ tuale operaio od artistico Marcel Aymé è nato in una famiglia contadina a Joigny nell'Yonne ed ha trascorso gli anni dell'infanzia, l'adolescenza e la prima giovi- J VINCITORI DEL "LIBRO D'ORO,, * Profilodi CasaVallecchi Il premio Libro d"oro recentemente conferito in Campidoglio all'Editore En– rico VaUecchi rappre.senla un concreto ncono.scimento dell'aUh;itd compleuiva - ormai quasi cinquantennale - svolta daHa Ca.ta Vallecchi con unild co.stante di criteri, ma con polivalenza d'indi– rizzi. Gli inizi della Casa Editrice Vallecch1 .si identificano con gli anni genero.si in cu.i Attilio Vallecchi si acquistai:a le prime: beneme:ren.:e nel campo difficile della cultura italiana. Era un operaio ti· pografo, un ragazzo sensibile che gid a undici anni, stai:a dieci ore al giorno die– tro il bancone della tipografia per. im– parare. il mestiere. E da quel duro ap– prendi.stato. da quella serietà iniziale <~ La mia infanzia - e.gli diceva - si può dare che non .sia mai esi.stita •) do· ve:vano scaturire quei dati di concre– te.ua . e. di fiducia nelrinrelligen.::a e nel– la fantasia dei no.uri scrittori che fanno ancor oggi il vanto della Casa Vallecchi.. Fu nel 1913 che Anflio Vallecchi, 11 quale da semplice tipografo aveva col– laborato a .stampare il e Leonardo• ùi Papfn.i e Pre.uolini e il • Regno• di Cor radini, si fec,e. editore di ~ Lacerba •. Qua,si per accre..1cime.n10 spontaneo, e raccogliendo l'eredità della e Voce• la ca.sa editrice Si formO intorno al nude.o di ques-ta rivista. Negli anni immedia– tamente: .successivi erano già state pub– blicate. opere come l'Arlecchino di Soffi· ci e l'Incendiario di Pala.zzeschi: era 1 a nuova cultura italiana, che si veniva for– mando nel tempo aspro della prima guerra mondiale, quando l'Ouocen10 po– te:i:a dir.si definitivamente chtuso. In se– guito .scrittori deJ tutto sconosciuti o po– co noh (Alraro, Baldini, Card4reUi, Cec· chi, Ungaretti tanto per non nomina_re_ che_ alcun.i), trovarono in Vallecchi chi mtu1 il loro valore e li fece conosce.re. La fedeltà alle origini trovò, ei de– cenni ,ucce:ufoi, esplicita conferma nel fauo che ancora attorno a rivi..1te si ven– nero formando nuovi gruppi d1 scrittori.. Si può ricordare e ba.stano I nomi pcer evocarne la funzione .svolta nella storia della cultura italiana del Novecento. Il Selvaggio (1924) di M'accari, Il Fronte– spizio (1929) di Bargellini, Li.si e Betoc– chi e più tardi Bo, Cempo di Marte (1938) di Gatto e Pratolini, Incontro (1940) di Barpellim e Bilenchi, fino alle più re– cen1I: La Chimere e. Critica d"Arte. Basta sfogliare ii cata!ogo e ..1ot1ermar– si anche brevemente. sulle cinque se-rie (narrativa, poesia, teatro, critica, sa9gi) della CoUe.tio~ di letteratura conte-m· poranea per convincersene. I nomi sono: Angioletti, Bargellini, BartoHni, Bemari, Bigiaretti, Bilenchi, Cecchi, Cicognan1, Coccioli) Comino, C. E. Gadda, Giulioui, Jahier, Landolfi, Liri .Malaparte., .More.ui, Pala..:.zeschi, Pancrazi., Papini, Pea, Pra– tolini, Tecchi, Tobino, Tozzi, e molti al– tri. Si può affermare che quasi tutta !a nuova letteratura italiana ne eccezioni sono pochissime) è passala .sotto il piom– bo tipografico della Vallecchi. Per la poesia ricordiamo i nomi di Ar congeli, Bartolini, Betocchì, Campana, Dell'Arco, De Pisis, Gatto, Grande, Luzi, Palaz:e.schi , Pea, .Rebora, Sereni, e i gio– vani delle ultime leve i cui libri sono periodicamente affiancati da volumi an– tologici che in un certo sen..so ria..,sumono criticamen~ l'esperienza poetica italiana del Novecento. Ricordiamo l'antologia d1 Spagnoletti (194-6) e quella di Ance.schi e Antonie.lli (1954) l'Antologia popolere di poeti del Novecento di .Masselli e Cibot– to e le due raccolte di Nuovi Poeti a cura di Ugo Fa.solo: un complesso di opere fondamentali nell'esperie.n.:a poe– tica contemporanea. Per quanto riguo.rda il 1eatro - una sezione recentissima. - ba.sta il nome di Diego Fabbri, e il più discu.s.so e il più. importante dei tragedi contemporanei (Contln~a pai. 2) Enrico Vallecchl nezza nelle campagne e ira i boschi del Giura com– piendo gli studi a DOie una cittadina dell'est della Fran– cia aIle falde della mon lagna dove di anno in anno ritornava ritrovandov.i i ricordi di un tempo ed immer– gendosi nuovamente in un ambiente paesano che ha poi rievocato in molti suoi romanzi dai primi in ordine dj tempo a La Jum.ent Verte; che gli diede d'un colpo una vasta rinomanza pur riposando su un equivoco e La Vuwre 1 che dei libri d'ambiente campagnolo è cer· tamente il più maturo ed il più raggiunto quello dove egli meglio esprime la sua peculiare visione degli am– bienti rustici Qualcosa di rude e di rustico che giunge qualche volta ad esse.re feroce nell'ironia lo sj ritrova anche nei romanzi a sfondo cittadino ed in quelli dove l'ironia non si ferma agli aspetti della vita privata ma investe sia pure indirettamente quella pubblica divenendo satira del costume anche politico dei tempi Sono i suoi mi– gliori, j più signif.icativi, quelli dove libero da precon– cetti e mosso dall'indignata ira per la bassezza umana traccia un quadro satirico tJla quanto veridico e rasso– naigliante deJJa Francia del Fronte Popolare, di quella dell'occupazione e poi della Liberazione: TTavelingue, Le Chemin des Ecoiiers, Uranus. L'ironia di Marce! Aymé accentua i tratti ma nel contempo li precisa In Trave!ingue il quadro della società parigina e dell'am– biente politico, dominato da un piccolo barbiere del rione popolare attorno alla Gare de. L'Est eminenza grigia dei caporioni politici, è caricaturale e pur deformato co– me in una commedia farsesca. corT:.sponde alla realtà di quegU anni Nessuno ha osato un quadro così spietato ed airoce del periodo dell'occupazione tedesca quanto Ma::rcel Aymé ne Le. Chemin des Ecoliers come nessuno ha avuto il coraggio di smascherare le nauseabonde ipocrisie del periodo della Liberazione in provincia ed a Parigi come egli l'ha fatto in uranu.s. E' stato -tacciato di eccessivo pessimismo, di nichilismo e di cinismo perché perso– naggi moralmente spregevoli a volte addirittura crimi– nali sono buffi nei loro gesti ridicoli nelle loro parole facendo ridere il lettore. Politicamente Marce! Aymé è veramente un anarchico in quanto non crede in al• cuna autorità e non ha mal brigato né bl"iga alcuna onorificenza od alcuna carica onorifica e proficua come certi suoi colleghi né si atteggia come altri a portavoce della coscienza nazionale. Ma lungi dall'essere un cinico od un indifferente è forse più di ogni altro sensibile al dolore alla vera sofferenza dei suoi simili alle ingiu– stizie del1a società. Les Tiroirs de l'lnconnu dove ogni allusione politica è assente e la sferza satirica si abbatte su tulle le classi sociali ne è una nuova prova. Fra i romanzi di Marce! Aymé non è uno de.i migliori. troppi elementi rimanendo slegati ed una parte dei personaggi - ad esempio Tatiana la professoressa-indossatrke e sua ma· dre la profuga - riuscendo nella loro volubile stra– neua poco convincenti, lontani da una realtà anche co· LE PRThlE RAPPRE ENTAZIO II A ROMA * "Anna dei miracoli,, * di GIO\IANNI CAl,l!:NDOl,1 L'americano W I 11 Ia m Gibson è uno dei non po– chi commediografi che rl· prendono niPJl"atmosfera e nello stile di un vago rea– lismo psicologico I proble– mi posti dalla drammatur– gia di Luigi Pirandello. Sulle scene italiane a Two for t.he See.saw (Due sull'altalena), rappresen· lato da Arnoldo Foà e da Le.a Massari, è seeulta un'altra opera dello scrit– tore The .Miracle Worker (Anna dei miracoli), che. interpretata da Anna Pro– clemer con la regia di Lui· gi Squarzina, si recita ora nel Teatro Quirino di Roma. In ambedue I drammi, con intonazione completa– mente diversa, il tema centrale è appunto un te– ma tipicamente pirandel– liano, quello della diUicol– tà della comunicazione fra gli esseri umani. In Two (or the Seesaw lo svolgi· mento del tema avveniva in chiave analitica e psi– cologica. In The Miracle Worker. invece. il tema è ridotto nei suoi termini più elementari e brutali attraverso il racconto di una vicenda realmente ac– caduta Ne è protagonista la giovane maestra Annie sumvan che nella prima· vera del 1887 fu inviata òall'lstituto Perkins per i ciechi di Boston presso una famiglla dell'Alaba– ma. per rieducare una bambina di -sette anni. Helen Keller, rimasta cie– ca e sordomuta !in dall'età di diciotto mesi a causa di una grave malattia. WllUam Gibson descrive · 11 primo Incontro fra la bambina. resa selvaggia dalla sua totale solitudine. e l'insegnante che, essendo stata anch'essa cieca per lunghi anni, la segue con profondo amore. ma senza il tenero pietismo dei ge– nitori e dei parenti e quin– di. con un crescendo reso facile dalla materia parti– colarmente emotiva del racconto, rappresenta I mo– menti culminanti di quel processo che condurrà Helen a comprendere. at– traverso Pimplei::o dell'al– fabeto per I sordomuti cie– chi. l'esistenza delle paro– le e la corrispondenza del– le parole con le cos-e. n dramma si conclude con la prima rivelazione del linguaggio e della sua funzione nella mente otte– nebrata della piccola He· len. la quale riesce in tal modo a stabilire sia pure faticosamente il primo rapporto con il mondo esterno e conquista la pos– sibilità della comunica– zione Se si pensa che l"auten· tica Helen Keller. chiama· la alla coscienza ed all"in– telligenz.a d a I l'autentica Annie Sulllvan. ha patro– cinato negli Stati Uniti d'Americ:1 una vasta azio– ne intesa alla rieducazione del minorali fisici e se si pensa sopratutto che que– sta azione ha assunto un significato specialmen– te polemico alla luce del più vasto movimento idea– le e sociale rivolto ad af– fermare l'eiUagllanza di tutti gli Individui. non è dlUicile misurare il pote· re d1 attrazione che il dramma di Wllliam Gib– son ha potuto esercitare oltre Oceano. In Italia. dove la presen– za reale deUa figura di Helen Keller è avvertito assai più debolmente, l'in– teresse del dramma s.1 li– mita alla sue carica di emozione umanitaria e non è poco. Il testo, conce– pito originariamente per la trasmissione televisiva. consiste sostanzialmente in un'abile sceneggiatura. che mira a pOrre in rilievo gli episodi più. sl~ficatlvi della storia. Anche l'anali– si psicologica dei perso– naggi è sommaria: le due figure principalL quella di Annie Sullivan e di Helen Keller, sono ritratte con lo stUe rapido di una cro– naca e larga parte è la– sciata logicamente alla azione ed alle 9Cene mi– mlctie (i vari tentativi che Annie compie per impor-– re alla ribelle Helen il lin• guaig10 dei gesti). La suggestione dello spettacolo è ad ogni modo concentrata per la mas- (Conllnu-;-; paa. 2)

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