La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 1 - 1 gennaio 1961

... LA FIERA LETTERARI 'Anno XVI - N. 1 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTJ E DEI:,IJE SCJ NZE Domenica 1 gennaio 1961 SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO NUMERO L 100 DlR!e:ZIUNE, AMMlNISTHAZIUNE: Roma - Via dJ Port,i <.:astello, 13 _ '!'elefooi: lle<!llione 65MB'l - AmmJn.LstNUlooe 65~.IOll , PUl!BW<.:J•1A': Ammlruatrulooe: e LA Fl.EHA LJ;;'i"!EltAHIA • - Via dJ l'oru (.;utelJo, Ili · l<oaa !AKl>YA. L 160 al millimetro • ABBONAMENTI: Annuo I.. 4.000 • Semestre L. 2.1~ • Trlmestre L. 1.100 • Estero: Annuo L. 7.000 . Copia arretrate L. 160 • Spedlztoo~ tn oonto eorTe"Dte oom.le (GrtrP"PO U> Cr,nto OOTTente O"'S"Ule n 1 '~ 14~ A ROMA LA PRIMA MONDIALE DEL LAVORO DI FABBRI PER UNA STORIA DELLA "TERZA PAGI A:, * Processo l(aramazov Croce il iiornalismo o « La leggenda del grande Inquisitore». che inaugura la stagione teatrale della nuova Compagnia di prosa diretta da Fabbri stesso - Il suo incontro con la famiglia dei Karamazov è narrato e illuminato in questa Che "c'è di oggettivamente vero nel parere di un croni– sta (Gauetta del vopolo, 28 agosto 1960) secondo il qua– le l'assegnazione del • Pre– mio Viareggio 1960 > avrebbe sanzionato • anche il chiuder– si intorno ai valori della terza pagina di un mondo che sfuggiva alla realtà entro la quale andiamo muovendoci, rappresentata più dalla nar- letterario valore del lavoro cl:zoiri.sti– co, passato e prc$CZ1te, due nuove tcstimoniam.e vengo– no fomite dal ~pe.rtaric In· bliografico ddla Utleralu– ra italiana (San-.oni, Firenze, J%0) a cura della Facolta di \1agistcro di Roma, sotto la direzione <li Cmberto Bosco, e daJ Div.onano unii;ersale della Lt:.ttuatwa con1empo– ranea, a aira di una folta rc– darionc e di un comitato di E , STATO il capitolo della , Leggenda del Grande Inquisito– re. a portarmi quasi ne– cessariamente a rielabo– rare teatralmente l'inte– ro capolavoro di Dosto– jevskij. Confidenza * di Fabb .. i Anni fa attratto dal significato profetico del Grande Inquisitore, mi ero messo a tentarne una dramatisation. Mi pareva - e m'accorsi, poi, che sbagliavo - che la leggenda avesse una sua autonomia, e avrebbe potuto artico– larsi in un conflitto drammatico e attuale nonostante l'avvio fan– tastico. Ero persuaso che la leggenda poles- se sufficientemente pre– scindere dal personag– gio (Ivan) che -nel ro– manzo la immagina co– me una esposizione poe– tica del suo credo filo– sofico-religioso, del suo disperato, nostalgico e pur aspro rimpianto re– ligioso di razionalismo ated. Ma, a parte la dif– ficoltà di rimuovere il e capitolo • da una sua cadenza monologica - difficoltà forse superabi- ]e - mi avvidi che la Leggenda del GTande In– quisitore ha un senso se la si legge dramma– ticamente nel contesto ideologico e psicologico del personaggio che la genera (Ivan) e dei per– sonaggi che diretta– mente o indirettamente coinvolge (Alioscia, Di– mitri, il vecchio Ka– ramazov, Smerdiakov), cioè la massa dei pecca– tori che l'Inquisitore - Il bozzetto scenico del • Processo Karamai.ov • di Nicola Cantatore (Teatro • La Cometa •) L'attualità diundramma * di GIOI' A1VIl'I l'AI.,E1VDOl,I Diego Fabbri. nel ri– durre per la scena T Fra– tetti Karamazov, fra i molti temi che si intrec– ciano nel vasto romanzo offrendo una rappresenta– zione complessa della vi– sione dostojevskjana della vita. ha scelto 1Jn tema fondamentale: quello del– la comunione dei peccati e della redenzione attra– verso l'amore. Il drammaturgo ha inol– tre ricostnuto la storia della famiglia Karamazov cusando lo stesso Ivan con– corre a dimostrare nella concreta realtà dei rap– porti psicologici la comu– nione dei peccati. Ivan aP– pare, proprio attraverso Ja sua esposizione della leg– genda - che è una con– fessione involontaria. di colpevolezza - all'origi– ne di quella trama che ha fatto nascere l'erba ve– lenosa dell'assassinio nel– la famiglia dei Karama– zov: tutti peccatori. per• ché tutti viventi in una medesima atmosfera di peccato. Ivan crede di avere il diritto di giudicare e di modificare seçondo un piano di lucido mate– rialismo teologico che prescinda, anzi che cor– regga le più autentiche promesse cristiane - La Libertà e L'amore. Al– l'amore e alla Libertà cristiane l'Inquisitore - Ivan ha deciso• infatti, di sostituire il miracoLo. il mistero, l'autorità. Non solo, ma mi resi anche conto che la leg– genda messa dov'è nel romanzo ha una fun– zione prevalentemente espositiva - è lo svi– luppo e la conclusione della crisi ateistica di Ivan-; posta invece in bocca ad un Ivan in pie– na crisi, vale a dire do– po l'assassinio del padre e il suicidio del servo Smerdiakov, acquista un significato dramma– tico di autoaccusa di grandiosa significazione. Quel che si crede sia vero e sia giusto prima dell' azione non appare più altrettanto vero e altrettanto giusto quan– do l'azione è stata concretamente compiu– ta. Tra l'azione imma– ginata e razionalmente giustificata, e l'azione attuata e umanamente deprecata c·è- per Do– stoievskij, un vero abis– so, quell'abisso che può portare alla disperazio– ne e alla follia. Ivan è il fratello ge– mello di Raskolnikov di ,Delitto e Castigo, e di Stavroghin dei Demoni. Direi che Ivan è, più cli loro, proteso ad una giu– stificazione non solo fi– losofica e sociale, ma addirittura religiosa. E' il culmine del demonia– co dostoevskiano. Anche Stavrogbin vede i de– moni, ma Ivan ha con loro addirittura dei lun– ghi dialoghi quasi !ami- liari. Ed è naturale che il dialogo di Ivan con i demoni trovi il suo ar– chetipo nel dialogo che Cristo ebbe. nel deserto col Tentatore Supremo, con l'Alto Spirito del Male. * di E,IRICQ FALQIJI ~~~~!1le~tJ~a :~~~ ~= colare esclusivo riferimento ne.Ila società italiana, 14 Ei– mediata di un resocontista all'autore e al libro premiati naudi, Torino, 1960). sportivo che dalla penna di (G. B. Angioletti: / grandi Sono cose che molti di noi ~da~~ ri, Milano, 1%0J. * Da qualunque punto parta, Dostojevskij giunge sempre a un in– contro o, più spesso, a uno scontro con Cristo. E' l'appuntélmento assi– duo di tutti i suoi itine– rari di narratore. Direi che alla origine della creatività di Dostojev– skU c'è sempre uno sti– molo di risentimento o di sentimento cristiano. un intellettuale pallido»? Po- ~sp~~;c~~tori~n~;:::~~ hann~ ~~tà ~to f 1 ride1 'j' co O nu!Ja, a parte la mala della contiouita e della vali- ~~dd1! le docu~~l3riJ~1; gM~~. più qualificato e piu dità del genere giornalistico- con copia d'ara:omenti e d'at- A distanza di sette an..'"li responsabile, ha, intorno al- letterario (specialmeote l'• el- testati. Ma, sempre ci si ri- dal primo \·olume - e fran– lo stesso premio, manifestato zeviro •) in cui, oei casi me- trova a doverle ugualmente ca.mente sooo troppi per (Stampa, 28 agosto 1960) pa- ritevoli di nota, le sullodate ripetete e straripetere, come un'opera di consultaz:iooe di rere opposto; e se n'è ralle- condizioni non mancano di se costituissero ancora mo- cui bisogncrebbe poter di– grato come del riconoscimen- trovare attuazione, rafforzan- tivo di contestazione, mentr~ sporrc con piu prontezza - to di un'evoluzione promossa do cosl e nobilitando la fun- sono invece pacificamente e uscito il sospirato sccor.– c conseguita dallo scrittore zione di quella • terza pagi- catalogate nelle storie, nelle do volume del R~putorw, I .. ...,,.rallargare il suo campo na • dove da più di mezzo enciclopedie e nelle biblio- che iniziatosi dal 1948 ed e .,Ì,er conservarlo fertile e seco'Io trovano· (per chi sap- grafie letterarie. Un elenc:o arrestatosi al ·~. e stato attivo.; ed ha aggiunto che pia cercan-ela) ormai con- cti riprova si alluna:hcrebbc adesso proseauito dal "50 ...I .. in ciò lo scrittore è staio ferma quotidiana. Ma, al ri- per pagine e pagine, special• '53, per centinaia di pagir.e aiutato dal suo mestiere di guardo, è anche da ricordare mente se volesse compren- e per migiiaia di nomi. Di– giomalista O meglio di elze- il significato politico che la dere le indicazioni sul la,-o- ciasscttemila titoli. veotimi- Dostojevskij non è comprensibile senza Cristo, direi che non esiste. JI.Ai ricordo che quan– do nel 1957 Alberi Ca- virista •. stanti il su·o desi- • tet7.a pagina • aveva co- ro dei singoli autori che si la rifcnmenti, rica~ • tra derio e il suo impegno, mai scientemente assunto in un distin$Cro nella pratica del- l'altro• dallo spoglio di cin– venuti meno, di • studiare i 1empo piuttosto difficile come l'elzeviro. Ma a quale scopo? quecento e più tra periodici, fenomeni dell'attualità con Ja fu quello del Fascismo. Lo Benemerenze si mi 1 i sono atti accademici e g:iomali: libertà e con la dispooibi- stesso Eugenio Garin ha ri- esemplificate e storicizzate sono cifre che ba.stano da lità della sua educazione. Due conosciuto che allora le zer- perfino in uo'antologia. Re- sole a suggerire un1dca dello condizioni che non sempre ze pagine • si isolavano, sot· petita juvant? slargarsi e delnntensificarsi sono rispettate come si do- 10 il profilo della responsa- In tal caso è da sapere che, de 11' indag:me storico-critica vrebbe • e che a noi qui in- bilità degli scrittori, dal con- limitatamente alla produzio- intorno alla nostra lcttcratu- 1eressa registrare e sottoli- testo politico del giornale•- ne critica e al giudizio d'in- ra da Parte di una schiera ·(Continua a pag. 2) neare, non tanto con parti- (Cfr. La culwra e la scuola sieme sul significato e sul di studiosi di ,.trio grado e ,------------------------------------------. ~~-\~ri~, !'nr;::!~ ·un inedito di Dylan ·Thomas Questo lato della verità (per Llewelyn) Queato lato della v~rità non puoi vederlo, figlio mio, re dei tuoi occhi azzurri nel paese dell'accecante gioventù, che ogni cosa è annientata sotto j cieli indifferenti, prima che tu sia spinto ad un atto del cuore o della mente d'innocenza o di colpa, esso è colto e gettato nel buio turbinante come la polvere dei morti. 11. bene e il m•ale, i due modi di condurre in giro la tua morte aÌtraverso il mare frantumante, re del tuo cuore nei ·ciechi giorni, dileguano come il resi,iro, pi,angendo vanno attraverso me e te e l'anima d'ogni uomo nell'innocente buio e nel buio colpevole, la buona e la cattiva morte, e poi nell'ultimo elemento volano come il sangue delle atelie, come le ·lacrime del sole, come il seme della luna, rottami e fiamme, l'enfatico diacono del cielo, re dei tuoi sei anni. E il desiderio malvagio, ·fin dat prlllcipio delle piante degli animali e degli uccelli, acqua e luce, terra e cielo, è condannato prima che ti muova, e ogni tua azione o parola, ciascuna verità, ogni menzogna, mu.oiono nell'amore che non giudica. Traduzione dJ Arlodanle l\.tarlanni Thomas inedito e L'apparizione. di questo selvaggio figlio de.I Galles sulla scena letteraria inglese è: stato già w1 fatto 9uasi magico, cui ha forse aggrunto suggestione la pre.se.m,a stre– gonesca d'una madrina sin– golare.: Edith Sitwell... »: co– sì scrive, di Dylan Tlzomas, Attilio Bertolucci, nelle note di commento messe in appen· dice della sua • Poesia slTa– niera de.I novecentc •· E noi cc lo rico,diamo, questo sel– vaggio fiJ!lio del Galles, sullo sfondo di una terra clte. sel– vaggia non è: e che contra– sta,,a, appunto, con la tene– reu;a dei suoi ori:.:.onti. Par– liamo della Toscana, e de.I viaggio che Thomas vi fece, condotto da un'inquietudine. che non era poi che una sma– niosa ne.cessi.td (inie.sa come cond.i:.ionl! di alteggiamenli e di vi1a) di cambiare. sempre., pe.r chiarire nuove :.one. SDZ· ri.me.ntali e, diremmo, morali, in un ininterrouo rapporto con il dato esterno, con l'am– biente, con i luoghi scoperti e da scoprire.. Tltomas viaggiò allraverso la Toscamz.. s'incontrò con Lu.zi e con gli altri poeti fio– rentini. Noi ce lo ricordiamo in un passaggtO troppo brt\·e,. purtroppo, cosl breve che non ci è pos.tibile commentarlo se non con certe sensazioni pure e. semplici. Ma ci bastò un suo sguardo - quello sguar– do ardilo e lrallenu.to . insie– n!e, da_pudori aggressivi, lu– czdo dt febbre e pacato - disinteresse io mezzo al qu.:.– ic operano. parrebbe che l'avessero rallentata e dimi– nttita. In realtà succede tl contrario: e chi a.esse la curiosità e la pazienza di c.ootrollare quanta di questa nu.mcrC>$issima produziooc cn- tica è dedicata al NO\-ccento e quanta e appar..a in gior– nali (e magari anche in pe– riodici, purché sotto forma di articolo e non di saggio). non metterebbe in dubbio che. pur ""' c:ettore CTitiro– cultt:ralc, l'elzt.i:rista con.fer– ma l'utilil.a e I'attuaJità dd proprio intento. n resto e cbiaccbiera, polemica e ca– lunnia. E questo Repertono scni.rà ottimamente a dimo– strarlo. * In quanto all'importanza Dostoevskij e il teatro attraverso il processo, op– ponendo l'uno all'altro i personaggi come gli espo– nenti di altrettanti atteg– giamenti spirituali legati sottilmente ad uno stesso giuoco dialettico. Poiché i personaggi si succedono nel corso del processo con le loro lunghe deposizioni. raramente impegnandosi in movimentati e frantu– mati dibattiti collettivi. ogni atteggiamento singo– lo ha un vertice di predo– minio nell'azione ed in quel momento può persi– no sembrare l'atteggia– mento destinato a conclu– dere moralmente il dram– ma. Ma la conclusione e invece nella serenità con– sapevole con la quale Di– mitri accetta la condanna ingiusta per l'assassinio commesso dal servo Smer– diakov: questa serenità non è frutto di passiva rassegnazione. Dimitri sa come il meccanismo delle leggi sia impotente a ri– solvere i problemi spiri– tuali che nascono dalle im– perfezioni umane, dalle in– coerenza sociale, dalle ca– renze dell'educazione e so– prattutto dall'incompren– sione che regola i rapporti fra gli individui falsifi– candoli e rendendoli inca– paci di autentica intesa e di reciproco amore. E lo svolgimento del processo dimostra come la redenzione non avvenga soltanto nell'intimità di questo o di quell'indivi– duo, ma sia una conquista che dall'individuo si ·tra– smette ai suoi simili e che inversamente dalla comu– nione delle persone si ri– versa sui singoli. Buon per caoire in che modo do· ve,·a l'Italia e, ripetiamo, la Tosca:na in ispecie, agire ne.I t e sangue di Thomas. Era la P O e i sublimazione della sua no– stalgia priva di punti fermi _ • il vedersi, d'improvviso, in- storica da convalidare a be– neficio delle ragioni e dei ri– sultati di "'quella che pos– siamo chiama.re letteratura defl'elze\iro • e che già fu trascdta, sotto !"insegna del– la prosa d'arte, in una fanù– gerata antologia, il secondo \-Olume del Do.oruuio wu,·u– sale. lungo il corso d1!Ua succinta trattazione riserbata alla letteratura italiana del periodo da!J"ultimo 'SOO >!– l'odierno '900, non fa a me– no di ricordare che • le mi– sure b.reri. da terza pagina di quotidiano, a cui gli scritti in questione si tenevano qll3- si sempre aderenti. axe,;ano anche uo signific:ito pratico. economico•- QuaJcuno s1 stupirà? • A una letteratu– ra povera come la nostra di grandi successi editonali - con poche eccc:z:ioni-, era il giornale, il quotidiano ad offrire il modo di \'l,·crc, e qualche volta una singolare autorità pubblica•· Proprio così. • L'eb:e\iro. ossia lo scritto da terza pagina ri– flessi\'o-creath-o. con t:radi– z:iooe qualitativa e rilie\'o dx stile. era il bcrqiciu.m al quale molti scrittori italia– ni guarda\'ano più ,-oleatic– ri. D'altra parte si ri,·el:n-a ancora tutta una forza vita– le in quel tipo di letteratura, formatosi c.ome abbiamo \;– sto (nella laboriosa trafila dalla Voce alla Ronda) e incoraggiato dalle difficoltà stesse che il regime oppone– \'3 all'affermarsi d'altre cor– renti e tendenze•· Con quel che segue. a chiarimento di una speciale accentuazione estetica. riscontrabile nella prosa e nel \'CnO, SCl.l23 pe– raltro negarne o stroncarne il succ:ess.i\'o trapasso a for– me differenti. Fjodor Michajlovic Do– stoevki; (nato a Mosca nel 1821). universalmente conosciuto come romanzie– re, affida la sua reputazio– ne t.eatrate soltanto aUe numerosissime riduzioni che sono state fatte, nel mondo intero, dette sue opere narrative. Di Do– stoevskij non ci è giunta aLczma opera compiuta di teatro. Però ne scrisse due ancor molto giovane: Ma– ria Stuarda e Boris Godu- ~~~~::;ap!r;:t~.oscritti. an- DeL Boris si sa che ne lesse alcune scene durante una serata Letteraria in casa det frateUo, a Pietro– burgo. Ed è tutto. L'interesse di Dostoev· skij per la figura di Boris Gudunov va sot.to/ineato per la somiglianz~. tra il personaggio puskiniano e Raskolnikov di e Delitto e castigo>; entrambi affron– tano il problema della violenza sui singoli, sia pure per il bene deUe masse. Pare che oltre a qu.esti due drammi. Do– stoevskij ne abbia compo– sto un terzo nel 1844. in– titolato: Zid Janchel (L"e– breo). Dostoevskij. si in- (Contlnua"'a pag. 2) Perciò Dimitri accoglie la condanna come una esperienza nella quale de– ve offrire la prova di com– prensione e di amore, ri– ducendo la dimensione del problema nel quale si trova personalmente im– pegnato ai termini del suo significato spirituale. Espiando la condanna egli purificherà se stesso, per quella parte di peccato che su di lu.i ricade, e con– tribuirà al riscatto degli altri promuovendolo me– diante la sua umiltà di– nanzi alla maestà di una condrrnna che investe tutti. Del resto la stessa sa– tanica leggenda del Gran– de Inquisitore, attraverso la quale Ivan afferma il suo rifiuto defla fede, ac- Sarebbe però un errore credere che Diego Fabbri. pur mettendo in rilievo questo tema centrale del romanzo di Fiodor D<r stojevskij. abbia composto un dramma deliberata– mente spirituale. Al con– trario egli si è special. mente impegnato a trarre dalla vicenda del proces– so una conclusione attua– le, un insegnamento vali– do anche per la vita con– temporanea. Infatti Ja famiglia Ka– r.ima.zov nel dramma di Diego Fabbri appare es– senzialmente come una fa. miglia dei nostri giorni netla quale si rilevano in forma tragica ed esaspt– rata le contraddizioni fon– damentali della civiltà di oggi. Quasi a sottolineare ed a rendere più evidente questa attualità della vi– cenda e del suo significa– to, il drammaturgo ha obliterato totalmente gli aspetti storici e locali del• la rappresentazione. Le pa– gine di Fiodor Dostoiev. skij appaiono ridotte alla loro es~enza. al loro inc:e. gnamento Più alto. Il vero (Continua 3 pag. 2) Posso farvi w, augurio, o miei otto lellori? E se m– vece di olto sarete in dieci, ben ,,engano anche gli altri due, leltori mlOvi e fuori or– dù1anza: un negro e w1 wrco. L'armo bisestile IJa cltiuso i battenti e. se n'è andato via con grande sollievo di qua,1ti, fino all'ultimo, hanno temuto scherzi del diavolo ai propri danni. Ben arrivato al '61, dunque, auspicato e ac– colto con belle speranze da tulli, poeti e 110n poeti. Per– sino i Barbanera e gli astro– logi di professione sono ot· timisti. Noi saremo cauti ne.Ile speranze per non incor– rere in defusiom. Auguriamoci che. l'anno nuovo (cosa potremmo desi– derare alla soglia di questa rubrica?) ci porti buoni libri di poesia e buonincontri ita– liam e-0me l'intende il,Baldini. Tullavia vogliamo ricorda– re il vecchio 1960 rivedendolo nei suoi aspetti migliori, nei tratti di felice abbandono cui anche un bisestile si lascia andare. E nawralmente lo rivedremo alfa luce de.Ila no– stra delimitata pellicola, cioè lungo il settore delt'annata poetica. Inizi(}, ricordate, con una festa in casa di Giacomo De.– benedetti pe.r la premiazione de.I volume di Poesie di Gu– glielmo Petroni: il primo premio dell'anno. Porse, per ~:7,: 0 cr7/f:; 0 per~~~! ir::ri~~ to di prioritd se non si sbri– gano ad assegnarlo. ma resta ugualmente una ma,11/esta– :.ione dr 1mm, /i,•ello. pur tra le polemiche che ,re nacque– ro a causa della e.scl11s10,ze dt di ELIO F. ACCROCCA. alcuni critici autorevoli clre non si videro ammessi nel numero dei giudicanti. Non sappiamo se la giuria cam· bierd volto, ma speriamo in– tanto che l'e.dit_ione 1960 non resti un caso isolato. Il 1960 è l'anno de L'Euro– pa letteraria e del Menabò, il cui secondo numero dedi– cato interamente alla poesia fece scalpore. Tra le altre riviste letterarie, iniziarono li Segnacolo di Bologna (che al uostro settore dd 1111 certo rilievo: vi apparvero infatti Nelo Risi, Zanzolto e Sebor– ga) e la rivista di Nino Pa– lumbo, Prove. Ne.I Segnacolo numero 3 Manlio Dazzi pro· pose di dar vila ad una • Biennale veneziana della poesia •, alla q1!afe non sono mancate autorevoli adesioni. Dalla Fiera let1eraria del 27 marzo partì l'c hlvilo al chia· rimento clic si concluderà con gli interventi del gruppo di Nuova Corrente. Pasolini, in versi, si scaglia contro Casso/a alle porre dello rr Strega• e fa vince.re il mi– lione all'autore de La ragaz– za di Bube. Escono libri di Ore/li, Pa– solini, Cacciatore, Sanguine.ti, Lu:.i, Gatto, No1·cuta, Vival– di, ecc. Alcuni suscitano po· !emiche. Altri vincono premi. A Viareggio s'impone Le por– te dell'Appennino dt Paolo \lolpo111. Piaz:olla che s, aspettava d1 rmì, ottiene una medaglia. E Cacciatore, di· scusso di notte, come Luzi, si vede sfumato il premio di giorno. Sul • Viareggio• pio· vono strali. Tulle le poesie di Quasi– modo fanno breccia nello •Specchio•· Alla • Botte di Fra.scali• bevono alcuni poe– ti di varie parli d'Italia. Va i,i bianco il • Cliianciano • trascinandosi per pitì. di un me.se in battibecchi su vari giornali. Ugo Reale vince il • Leri– ci, Luciano Erba s'aggiudica i.i •Cittadella» col suo Male minore. Esce la quima edi– zione dei Canti Orfici di Campana: continua · la leg– genda di questo p<Mta tra i maggiori del Noi,ecenlo e del quale affiorano ancora ine– diti preziosi. De Libero, ,m poeta da rispe.ltare, viene premiato a Mestre dalla giu– ria di un premio di narrativa. A quattro autori di musica leggera, vincitori di una ru– brica radiofonica, vengono as– segnate. in premio quattro poesie (tra gli autori sono Caproni, Gallo e Portini). Un premio originale, ma sen:a seguitci rilevante. Urbino premia Ungaretti. Orelli, col suo Nel cerchio familiare, vince l'ultima oc· casione dell'anno, il • Città di Frente •- A chiudere la porta in fac– cia al '60 è stata la co11/e– re11zn-<:Mmparlel{a Conmmrd E11mpea degl, Scrittori. della quale fanno parte i maggiori qua4rato _nel paesaggio, au- esponenti della lelteratura de.I tentrcato rn esso. L'Italia co- vecchio conti11ente. "!e con!rappunto per sopra,·- Dove ,,a, nel '6(}, la poesia? vivere, .rn~omma, come spinta Se lo chiedono in molti sulla a. sentirsi placato. e I.A vita rivista Ulisse di Maria Luisa di Tlzoma.s fu orribt1e ed eroi- Astaldi, cosi come allri cri- ca... •. è stato ancora scritto tici se l'e.ran chiesto sulle ma sia il tonnemo elle ('eroi~ pagine de L'Approdo Lette- smo de.I Poeta galle.se non rario, precedente.mente. ebbero in sé niente di abnor- La poesia, signori, va dove me O di dilacerante. perché vuole lei, là dove i critici non Thon!°:S nacque, si può dire, immaginano neppure.. Preu- C';Jnd1z1011ato in quel modo e dano atto, questi, a cose av- si fonnò fu.so allo stato d'ani- venule, quando non possono ~!;za;f~ :.oi•:;;~ 11 ::'i n~g~~J~ ;t;,,,,~ 11 d~\': 1 ;i~ì :: {~e::: 0 ! con una luce d1 allettante piaciuto, facendo a meno di st rao rd inarie!d- LA dolce:.~a noi e contro le nostre indica· del dolore e il gusto diremmo :.ioni. estenuante di un eroismo fine Questa. onnai, è storia. E Questo è l'augurto ,mgliore ~i;t~ ~!~dr·;u;!e~~'!!:e 1 ;;, 1 :r~: già lo sta diventando anche che posso fare ai miei otto o ''l:''a _ di ''!'"i!zose. linfe, fatte ~ ~~linconica constatazione dieci leltori. Con la diversità di nyelazrom, dz accensioni. e aumentare e il peggto- di corren.ti inie.me , con il fra- Lo st può dedurre anche. dal- rare di tali differenze (do- seggiare criticoanalitico-pun- la ~e.sia che qui noi pre- vute al passar del tempo e al walistico (pseudo) di cui og- sen!1amo. • Questo lato della mutar del gusto, in rapporto gi si abusa, i poeti infilino la ,·erità •, (tn titolo, al riguar- alla compagine e alla Cunzio- strada che vogliono, senza ba- do, sc1nettamente allusivo ne del giornale) ha finito per dar troppo ai falsi • deside- per non dire. addirillura pro: trascinare in giudizi errati e rata • della critica, la quale grammatico. L'inedito di Tho- denigratori e on t r o l'intero ha finito pe.r i,1garbugliare te "!as ci è stato dato da mi • genere•; fino ad avvalorare acque e le poche terre do\·e g10,•a11ee già affermato tra- nei più incompe1eati la per- era parso agevole approdare. duttore.: Ariodanle Mariamu suasione che l'• clzeri\'O è Troppe esercitazioni teoriche i\~an·anni. redattore de.ila ri~ morto•· Mentre, ripetiamolo hanno finito per creare so- 1·1sta • Marsia "• ha pubbli- ancora uoa volta, pur tra vrastmtlure e:ctrapoeliche al· calo. traduzioni da poeti in- insidie e minacce, è vivo e la poesia, e questa si va se,n. glest e americani e collabora pugnace. Al punto che qual- pre più illanguidendo e im- saltuariamente al Terzo Pro- cuno (V. Cajoli: Fi.era lelle- miserendo dietro falsi scopi, gramma della RAJ. Ha in raria, 14 agosto 1960) lo ba con piroette. da sall1mbanchi. corso la traduzione delle addiritt:ur3 proposto per la La poesia sta sfuggendo al· • !,ettere a Vernon Watkins • medaglia al valore, ossia per le ma11idei poeti per entrare dt f?.ylan Thomas, per • Il un aum_cnto del compenso nelle tasche dei eritrei. SaJ?gt'!lo~e •· La poesia elle che equivalga a un ricono- Poet1, allonlanalev, da ta- pt1bbl17/11amo sarà compresa scimento del merito. :~~:io~!i:,ie~;,: 0 ~ ~~~i=,,~== !}f/ 0::::/~ {f°z.esi*1~ ~~i~ m; fr~ 1 ~~la d!Je1~::; mente rotte. cosl come st deb· tt~~~lituto Internazionale. del credere che si voglia lodare bono ridurre in cocci le vec- quanto di • giornalistico> a clue •pile• dell'a,mo elle. ALBERTO BEVILACQUA rnlte s'insinua e permane muore. ----------...1 nell' rrelzeviro», perché se *

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