la Fiera Letteraria - XV - n. 43 - 23 ottobre 1960

Le ncbieste dJ gmdmo che giornalmente d pervengono, troveranno nSJ)osta celle apposite rubnebe • Verba Vo– lani •• • Scripta manent • e • La Fiera risponde• secoado l'ordine di arri\'O. Si prega pertanto di astenersi dal soUeciti liA FIERA LETTERARIA I Ok.AR.10 Ul::.LU\ R.tUAL."IOì\."l=. H-U dal mercoledl al sabalo \tanoscriltl, foto e disegni non rich:~tl nnn si restllufsc.ono LE 1\1.0§TRE D'lJ.RTE IN ITALIA * I fatti della Biennale L'on. Gio\•anni Ponti ha lasciato la presidenza del– la Biennale di \"enezia (si sarebbe dimesso) e al suo posto è stato nominato il prof. Italo Siciliano, do– cente universitario. Con la uscita di Ponti O\"viamen– te comi:ncia a sbaraccare 1a situazione che. fra l'al– tro. ha dato luogo alla XXIX e alla X...XX Bien– nale d'Arte. alla Commis– sione degli Esperti (che si rianh·a anche quand'era dimissionaria). al funzio– nante segretario generale prof. Dell'Acqua che fra l'altro (ripetendo a suo modo quanto avviene nel– la gerarchia ecclesiastica quando un prelato non può pienamente attendere al suo <Lto ministero) s'era fatto un coadiutore. rli GllJSEPPE SCIORTli~O regola le Biennali di Ve– nezia: e siamo anche noi deJ parere che codesto Statuto, risalente al < ""en– tennio >, bisogna rifarlo e adeguarlo alle esigenze nate dal nuovo ordina– mento democratico; tutta– via non crediamo che tale riforma sia il toccasana dei mali che aUligono la istituzione veneziana. Non basta la legge quando chi de,·e applicarla non pos– siede lo spirito del buon giudice. Ogni legge. anche se giusta. si presta a stor– ture e ad equivoci d'inter· pretazione. Quindi il pro– blema diventa sostanzial– mente di uomini: uomini preparati. coscienti. non infatw.ati di questa o quel– la tendenza. Fate applica– re il nuo\·o Statuto - qualunque esso sia - a Lionello \"enturi o a Pie– ro Scarpa e vedrete che cosa salta fuori. compromesso le sorti: an– che se una tambureggiante propaganda e l'ingenuità della prot"incia hanno de– terminato ]a persuasione che, d 0 intenditori, esistono soltanto costoro. Quando inveee baste– rebbe solo leggere buona parte delle presentazioni nel catalogo dell' ultima Biennale. quasi tutte di critici astratti. per ca– pire con quali vuoti pa-rolai e mistificatori si ha da fare. E' cosi - ci badi be.ne il prof. Sici– liano - anche quando co– storo, per i posti che oc– cupano, sembra che ab– biano ufficialmente una qualifica. Alla direzione Con l'articolo dl Giu– seppe Sciortioo e I fatti della Biennale •, e La Fie– ra Letteraria • apre un di– battito su uno del più scottanti problemi dell'ar– te contemporanea e invita artisti e critici a manife– stare liberamente le toro idee. delle BB.AA. del Mini– stero deUa P.l. oggi fanno gli astrattisti anche gli impiegati amministrativi. Pertanto questi nostri pensieri non inducano in equivoco: noi non siamo contro una tendenza. poi– ché tutte le. tendenze so– no buone quando possono contare su auteotid arti– sti: ma respingiamo deci– samente l'affermazione che l'unica tenden..za artistica oggi valida sia q u e 11 a astratta; come ci Tifiutia– mo di credere che cultura intelligenza ~nialità siano monopolio degli astratti. Perciò ci auguriamo una prossima Biennale che non sia espressione di questo modo ba1ordo di pensare: ed apriamo una discussio– ne sull'argome.pto. solo de– siderosi che ad essa par• tecipino artisti e critici di tutte le tendenze. perché fa situazione reale sia ampia– mente documentata: una documentazione che non potrà essere ignorata da coloro che avranno la re– sponsabilità di dar vita alla XXXI Biennale di Venezia. IL TEMA DI Ui - RECENTE CORSO DI STUDI DELLA FO CARPACCIO: Particolare del • S. Gerolamo• Umanesimo veneziano • e umanesimo -europeo Il Corso di Studi < Uma– nesimo europeo ed Uma– nesimo veneziano>. ha oc– cupato buona parte del mese di settembre e i pri– mi giorni d'ottobre alla Fondazione Cini a Vene– zia. Sono state tenute una quarantina di conferenz.e da spec.ialtsti in materia italiani e stranieri; poi una serie di incontri dopo le più importanti conferenze ed una visita a quei mo– numenti che più da \-icino richiamavano il tema pro– posto. A conclusione Vittore Br-anca. Segretario Gene• rale della Fondazione Giorgio Cini. ha affermato che siamo appena agli inj– zi di quanto si può fare in avvenire per approfondire. con metodoiogia moderna. * di t.(j/DO PEROCCO ciare la g10\·inezza con le piO ardite intuizioni del monde nuovo. I < Tre filo• sofi >, comunque. sono sin– tesi dell'Umanesimo ,·eoe– ziano. tra le correnti !.ilo– sofiche interno a Platone ed Aristotile e la gio\·ane seienza ch1? nasce,•a allora dal metodo sperimenta1e. dalle mani di Luca Pacio• li e di Leonardo da Vinci. Cosi passano uomini che col loro prestigio o col lo– ro diritto ad apporre cer– te firme, in una situazio– ne indubbiamente ingar– bugliata e fatiscente. han– no avallato - riguardo al– le arti figurati\"e - il ra– duno ai Giardini di arti– sti d'una sola tendenza o quasi e dato il crisma di verità unica a un feno– meno sostanzialmente mo– dale. Difatti le due ulti– me Biennali varranno sol– tanto quale testimonianze dello smarrimento di una epoca che ha rtnunz}ato a impegnare i personah mez– zi fantastici; e non certa– mente per riconoscere al futurismo una forza pro– pulsiva che non ebbe (tan– to è ""ero che si spense senza lasciare rimpianto o nostalgie), sia pure de– purandolo di quel mene– freghismo goiiardico che Io rese simpatico finché non divenne - come scris– se il Croce - un precur– sore del fascismo. Dopo l'ubbriacatura - a volte furbastra - per le \·arie specie e sottospecie di astrattismo, bisogna ri– salire la china e procedere oltre. Si badi bene: non tornare indietro ma avan– zare, lasciando l'astratti– smo alle spalle. come una moda da anni al tramonto presso i popeli artistica– mente in primo piano. Lo astrattismo è la forza di chi - incapace di proce– dere sul misterioso filo di una c0ndizione di matura cidltà - ha preferito romper tutto e presentare i cocci come opera d'arte. Un modo facile, a un certo momento anche mondano. per far credere alla pre– senza di un dramma. a:l– l"assillo di un'angoscia, a una visione apocalittica di tutti i valori. Una tempe– sta in u.n bicchier d'acqua, ~e vogliamo. JCL FJCL~ DELLA S E 'JI' 'JI' JC.1".. A N A il passaggio tra due epo– che, Medioevo e Rinasci– mento. nefforbita di una città d'eccezione come \·c-– nezia. Su} Quattrocento veneziaco esistono nume– rosi stucli di storici. alcu– ni di monumentale am• piezza.. ma in gran parte dei secoli scorsi e pochissi• mi i recenti. Quanto mai ricca è in\'eCe la fioritura di libri e di studi anche moderni sull'arte figt1rat1- ,·a. specie mlla pittura. Molto parziali e spesso an– tiquati gli studi sulla let– teratura. salvo qualche ot– timo contributo recente. Rarissimi o quasi inesi– stenti gli studi di sintesi. quella 5'intesi che si auspi– ca nell'attuale ciclo di San Giorgio: < Umanesimo ve– neziano ed Umanesimo eu– ropeo>. Ma anche dalla epoca di Pompeo ,_to1men• ti. e cioè dagli anni della prima guerra mondiale. mancano gli studi di CO· stume. di vita pri\·ata. de1- rintimità spesso stupefa– cente di Venezia senza ri– correre al romanzesco. Dal .Mantegna a.I primo Tiziano corrono sessant'an– ni (1450-1510). studiatissi– mi e dibattuti per quanto riguarda l'arte figurath·a, ma forse come una cate– goria a sé. specie di !ron· te ai problemi formali. Tutto il Corso degli studi a S. Giorgio ha invece cer– cato di s\·olgere }'anaJiri su un terreno unico: dal piano filosofico a quello letterario. dalla prima spe– culazione scientifica alle intuizioni della prospetti– va nelt'arte. come proble• ma di conoscenza. Non c·era quindi il circospetto timore di in\"adere il cam– po altrui. si chiede\·a an· zi vicende,·ole collabora• I.ione. perché un"intesa ne– gli studi si fa ora più ur– gente. •* I fantasmigiovanili di Rossellini I nomi di Gentile e Gio– vanni Bellini. Carpaccio e Giorgione oonano il fasci– no àt un mondo che è as– soluto, quasi fuori del tem– po; ed invece essi sono in• terpreti fedeli. forse come poche volte nelJa storia dell'arte, del fluire del lo– ro tem?'.). storia, arte. let– teratura. pensiero umani– stico itt una parola. Arti– sti, prima di tutto al ser– vizio della Repubblica. che si vanta della loro oP4?ra: Aggiungiamo subito che la situazione nascente dal– le predette dimissioni e dalla nuova nomina è pie– na d'incognite. poichè tut– ti sappiamo chi sono i ve– ri responsabili delle du: ultime Biennali; ed essi non vengono colpiti. forse "Jllem.meno individuati da chl ~~fo~:S~~~b::~i;~~ s~: spuntare, appellarsi alla loro spesso notevole posi– zione burocratica e con– tinuare nel &ioco perk:olo– so e punto divertente. Quindi non basta un pre– sidente autorevole come i1 pro!. Siciliano a garantire una regolare Ti-presa della Biennale d"Arte che - se vuol ritornare a essere vi– va e rappresentati\"a - do– vrà includere le tenden1:.e convergenti e divergen~i. determinare una conco-rdta ~;sc~~~ll;al~i:le~!~ a~:;11 oppesti che dà vigore ai problemi. via viA pe?"Ve– nendo alle sintesi necessa– rie e. in un certo senso. sempre precarie. La veri– tà è un molteplice farsi. direbbe Luigi Pirandello: e" il prof. Siciliano \·orrà certamente ricordar.sene. Ci domandiamo: quali mutamenti di rotta biso– gnerà operare e. c~m quali uomini sarà p0ss1bile ades– so ridare linfa all"organi- Da anni andiamo ripe– tendo queste ed altre cose. si.cu.n che prima o p0i la barca avrebbe Ti.preso il suo equilibrio. Di un rie– mergente equilibrio, ap– biamo da un certo tempo a questa parte innumere– voli e sempre più. chiari indizi. Se è \·ero. com'è vero. che l'ultima Bienna– le ha fatto t-raboccere il vaso, la sostituzione dei responsabili potrebbe es– sere uno di questi indizi. :\la non bisogna e restare a vedere> come si met– tono le cose: è necessario agire. battersi perché in– tomo al nuo\·o presidente non si producano le soli– te incrostazioni. rilevare e incoraggiare ogni segno di riconqulsta deUa libertà.. Per quel che riguarda la Italia. la Biennale dov-rà ritornare a essere il mi– crocosmo di tutta la no– stra situazione artistica. senza arbitrarie e dittato– ria.li scelte aprioristiche. Naturalmente (e questo sarà il più difficile) si do– vrà uscire dalla solita cerchia di nomi che negli ult:mi bienni ne hanno La nota più calda e più persuasiva nell'ultimo film di Roberto Rossellini, Era noi· te a Roma, è data dal senti– mento di virile serenità con il quale il regista ha rie,·o– cato uno dei più tragici pe– riodi delfa recente ~1oria italiana. Non vi sono compiacimenti morbosi; non ,•'è rancore; ~~is~~~foJ~cam~ una tn1.nquilla forza nell'ac– costarsi agli av.,.enimenti per intenderli nelle loro compo– nenti umane positive. Ed un linguaggio figurati\'o chiaro. immediato, aperto che tende direttamente alla rappresen· tazione delle passioni sema disperdersi in indugi forma.li . Roberto Rossellini non vuole fare il • bel cinema• oé il • cinema .scandaloso a; ,·uole raccontare e il bisogno di esprimersi si manifesta sen– za mediazioni, senza diafram– mi con spontaneità e con sicurezza. Al loro primo ap– parire i personaggi sono già definiti nella loro comples– sità, come le situazioni, dO\·e l'aura di trag~ si spegne con trapassi di commovente ten~ e deca~ ,·erso le luci di una modesta gioia quotidiana per riconquistare poi una rinnovata intensità. Duran<e l'occupazione te– desca a Roma, tre suore con· trattano con i contadini l'ac– quisto di generi alimentari destina ti - dicono - ad un ospizio cli bambini. I conta– dini sono disposti a cedere tutto a buon prezzo a patto che le suore si penino via tre militari ensi dai campi di prigionia - un maggiore inglese, un pilota americano. un sergente russo - che si sono nascosti in un fienile. AL\PICCOLO TEATRO DI GENOVA * smo Biennale e farlo di- I . ,·enlare_specchio!edéledel i[J~'4 ~OVITA' DIRIETMANN trav gho, delle asp1ra1:.1~- 1 ni e delle attuazioni arti- 1 , stiche contemporanee? I Giriamo l'interrogativo E' parso felice e ràpetrabìl:e ru1.a della propria reciproca so- agli artisti più. consape\"O- il balte.simo di quest'annata del lidan·~ra, così ~lo,:ìsticame-,_,!~ li, ai_ critici d'arte e i:.~}~ 1 ~~ii~rou:u?~td· t!r:e:i: in~:~ie ':1ert~°dl'M~rw~~~ 'i~~~tidJia;";ftt~racueodeua ~;: ~org~~~u:~;!i~:: :~:li~ ( ~te:'~'j.-~~cn:'! scultura. ~on bisogna. co- tenia prowiden::.iale perciò un .P">' costrelte n_d. ri· me spesso accade, at~n~ Diremo francamente che più dolio ambrrnte dello S_tabùe ge· dere l'ultima ora - c1oe se'l'erità abbiamo usala nel con- no,•~). la !Otlr~ra e. portata quando_ il gifot 3 è fa~tot; f;~'::tri~ C:is~er::'ate 0 ~:J~ ~is~ri~~~to :~~~ 1~ 1 u;~~tt; f:~t~:etr~ui~di r~chi ha :fat;J:d~a':e:,i tr:~tesf~5j ~e:::: J:: tzi~~br;: f::e J; qualche cosa da ~rre deve degli anni scorsi. Ora, di fron- oslllrtà della sua gertte, sposau. ~e~~ alas!:~e~~~~e~; :~ ~~~~~~:• ::n~::;ffe. p:! ~;z~ail eh;,;::,_ h:e;i a~i~ timori e dai sottili ca1coh. non certo fuori classe~ della no- sindaco morto, si du:eva, pet I pavidi e gli oppor:~ist~ :~làdl~~~:~':11ad ~~~ ~:::e~~~~ v:::dr:i è.iann_o ~empre torto, ali: ,-o critico, ci sentiamo autoriz.• sue fra, td.lo C0!1rrabband1er~, ragg1os1 posson_o qu e zati al·riconascimento di un in- ma sull onore ~, ut! colloquio vo~af:r~e:i;ai:::~e co- firiifoq:a1! 1 :i liT~~;oraffabik ~al~d;:" siv~C::~e s,:'1f~s/'t me l'~ltima ~astereb~~~~ ~ri~r:,ttl~ N~ "'f'~:Cis!ario ~~:: n: :eno'~dla ;1;,v:= cora il _coad1utor! etario dte 'gli s~llacoli in cartellone ~titi°: è rorigm~ dì una fidu• Apollomo. Se _S _gr siano soprallutto conclusi un.a.- c.a, di una serenità promellen• generale. Comm1ss1one de- mmamente apprm·ati. è già te_. in _quella esacerbata comu· gli esperti e ?o~com- molto produrre. ddle nuove si- mtà dt g~te_aggrappat~ con la missione per gl'mv1ti n~>r~ tuationi, calibrare del.le pos• /or-:4 dell L!tutto medesimo al· vogliono essere ple0?ast~c1 sibilità,_sentìre degli accenti in- :: r;::;;f}':a 1 ~av:, 1 f~cov~ e dar luog? a un rno.ttle consueti.. trade., in cui ha portato il pie– sperpero d1 den3:ro. de~- E q1testoa~, 0 ~C:iirs; ~ colo fardello dei p_ropri aven bono essere scelti con n: g:and~ 0 s1::; ~diii in un sm- e dei buoni propositi. gore fra gli appartenent~· ;;e~u nell'altro, un' poco fret- IA_vera, pand~ spaa1:!A, oi– alle varie tendenze_ (~hi tolosi, poichA essa non i una tre r sent11;1e:nt1,al~ ~~~ f~a l_anomina E: le numo- opera _vistosa: ma parla '!n lin• ~-o1"/t'int5::;,ad:i, 1 df!nma. Qua– m runane colpito da una guag~. variamente ar~!colat? si nd sacri"{i.ciodi chi muore. crisi. abbia la elementare (ora ptu efficace, ora P'!u st rr· nel ricordo di chi ha duranren– onestà. cli dimettersi) e den~e) e C?rr~ su.Ila lmea. '!:_ te vissuto, nella fon.a di c1u debbono re_g~larmente fun- ~ i::;P~~~':aie 0 ~ees::~o!:o resiste_ alle tentazioni dell_adi• ziona-re. ctoe non arren- una osservazione a/tenta spc-azume, è la_ realtd dr tma dersi all'imperante e-on- E' la vicenda inventata suIIo tenacia, che resiste alla pover· formismo che vede in Ve- 5eJreJe1ro di ll!1 fa~to stori~. td[Aal dolo?~ca esultante del· dova un Piero della F't'an- di una 0? 1 ~mtà d: < :alafrre.st, la ra ~a dfe ha ritrovato nel cesca e che non esita a re- traJ?iantat, rn t~• Ligw-;a matrtnonio la luce della pro– spingere Michel3?gE:lo per h:O)al~rJ ali relillr :(" un: pria coscienza in. ~nn_cmia con esaltare i blocchi d1 mar- bo ca spopolata da un terre- ramore alle tradzz.zonr del s!U' mo levigati alla Moore da m;f: . fX?polo, è f~rse _ la ~ut~;1~ un Yiani. . _Nella yita trepida. e ff11S.10SQ r::,a es:;;~:f::n~v~a::en.u Ora si discute sempre d 1 quesh meridronal1 chzus1 nel -t' del R. 1 ann... più. decisamente della ri· forte riwr_do del luogo natale poc rc~IOVAN..~mCAlTAi~ forma dello Statuto che e nel sentune.nto robusto e te• Le suore accenano; caricano merci e militari sulla loro camionetta nell'intento di •seminare• i militari per istrada; ma, ospite inatteso, sale sulla camionetta un au– tentico sacerdote e. poiché invece le tre suore non sono realmente tali, ma sono tre • borsaneriste • che ha.nDo adottato questo comodo t:r.l- ;~~~entfi ~::~!ri, sono costrette a tenere na– swsti i militari fino a Roma. Qui due delle false suore, insieme con il sacerdote, si dileguano e la terza, Esperia, de\'e portarsi a casa i tre stranieri. Uno di eisi è fe– rito. Esperia chi3.llla in soccorso il fidanzato Mario, che è un operaio comunista, membro attivo delle organu:zazioni partigiane. Un medico suo amico visita il ferito, lo cura e dichiara che deve rimane– re immobile per qualche tempo. Occultati in una soffitta, alla quale si accede attra– verso una porta mascheiata da un armadio, i tre mili– tari vi\·ono aspettando il mo– mento propizio per passa.re le linee con l'aiuto di Mario e del dottore. Esperia si augura ogni giorno che que– sto momento sia imminente; ha pau.ra che i suoi ospiti non siano scoperti. Ed infatti lo sono. Uno !.:f:°il u:a::~di;«:.tno•;; gente russo è ucciso, mentre tenta di sottrarsi alla cat– tura. Esperia, Mario ed il medico sono arres.1ati e sol· tanto il maggiore inglese ed iJ pilota americano riescono a mettersi in sal\'o. E' cosi spezzata la solida– rietà mora.le che si era co– stituita fra italiani e fuggia– schi, l'intesa che si era crea– ta frn gente di lingua e di fa~'~!en:n~\-~rseCO~p~~= sione umana che si era de• finita nel mondo torbido della violenza e della guerra. Sorretto da una intelligen– te .sceneggiatura di Sergio Amidei, Diego Fabbri e Bru– nello Rondi. il racconto di questa solidarie~ - che si stringe sempre più salda– mente accomunando opposti cara neri non solo in uno scopo passi"o di difesa, ma anche in un posith-o ritro– vamento di sentimenti - è S\":iluppato da Robeno Ros· sellini con sensibilità acu– tissima. Sono accenni fugaci, gesti quotidiani, sguardi sor– presi, parole smozzicate: gli individui si avvicinano sem– pre più nel.1'essenza del loro animo. La guerra., il dolore, il pericolo divengono espe– rienze positive. Questo vol- &~1e~~o °:i~~~:~:~ dividui aperti ed onesti è uno dei fenomeni psicologici che Roberto Rossellini ha rappi:-csentato nel film con poetica di.scre:ziom=, senza ombra di relorica. Dopo varie tra\'ersie Espe– ria si incontra ancora con il maggiore britannico, il qua– le, scoperta la spia,. la uc– cide. li pilota amencano è riuscito a passare Je. linee. Mario e il dottore sono stati giustiziati alle Fosse Ardea• tinc. Assistendo alla sommaria e brutale esecuzione della spia, Esperia è p~ ~a UD:a ondata amara di nmorst: anch'essa, mentre e..ra in pri· gione, ha rivelato a.i suoi 3.guz:zini il nascondi&lio che accoglieva gli stranieri, nella speranza di salvare il fidan– zato; anch'essa si giudica in: degna della pace che ora s1 annunzia. Esperia ha una crisi di pianto, che è anche la sua redenzione. la testi– monianza della sua fonda– mentale bontà. La denunzia tardiva di Esperia. infatti, non è riuscita a salvare Afa· rio, né a perdere gli altri che a\-e.a.nO ~à abbandonato la loro tana.. li maggiore in• una ooercnza interpretativa glese abbraccia Esperia non che è fatta, se non di abi– per perdonarla; ma quasi per lità, certa.monte di spanta· rinnovare, anche durante la neità e di intima semplicità. confessione di quell'errore, la , Era nolle a Roma non può solidarietà dei giorni passau, ncm ricordare, pe.r il suo te-– fondata su una più profon· ma. un precedente film di da intesa. Roberto Rosiellìni, Roma sii- Roberto Rossellini ba S<:Cli-O tà aperta. E' lo stC550 pcrio– per questo suo film allori do storico; -. sopraWtto, lo realisticamente aderenti alla stesso mondo morale. In Ro– naru.ra dei loro personaggi: ma città apula il regista due anglosassoni, Leo Glenn dimostran più scatto, più e Peter Baldwi.n; un russo slancio, più nerro e raggiun– Serghej Bondarciuk: due ita- &e\"a con u.n ,•olo inatteso Iiani, Giovanna Ralli e Re- un vertice drammatico di nato Sal,·atori. Ma la rivela- violenza scoavolgente (la fa– rione del .. cast • è offena mosa corsa di Anna Ma2Dani da Giovanna Ralli nel per- dietro la camionetta dei pri– senaggio di Esperia cl'le pos- giOlllieri). ln Era notte a siede una bontà popolaresca, Roma si. avverte una P.ib p a– istintiva, irrefreoabile assai cata maturità., non pn) abi- f!~tt~0ta ~ll~~~~a~~ ~~va~fe ~~t: ~u;:à ~~~~i ~i~~jj·a;u~h~~ ;~fcoJJ~ rf &:et~~~ sonaggio senza sbalzi, con purtroppo, di ua nrtice drammatico verso il quale con.iluiscano i ,,ari motivi del rac.conto e si diffonde in un uoifbrme tono discorsivo. E' la sua unica carenza strut– turale: più che un romanzo, a,n i suoi chiaroscuri e con le sue prospc:ttl\"e, è un dia– rio ele:itiaco trascritto con una commossa partecip.az ,io• ne e al tempo stesso con un senso di distanu nostalgica. Ma ~ un'open. t:he. comin– cc pe:r la sua superiorità mo– rale, pienamente espressa, nella quale si integrano un sentimento virile dell'uma– nità e dei suot errori ed una visione serena del tempo. ln questa storia di Rom.a occupata, l'uomo appare nel– la sua contingente ed eterna nobiltà, dove la caduta ha, senza retorica e senza partito pt'C50, la ricompensa di un riscatto. GtOVAJ\.'NI CALE.~Ll Gentile Bellini è inviato ufficialmente a Costantino– poli per fare il ritratto a Maometto IJ; il fratello Giovanni la""ora per tren– tacinque anni (dal 1480 a.I 1515) nelle vaste sintesi storiche della Sala del Maggior Consiglio. Cosi Carpaccio, ed anche Glor– gione. quest'ultimo per po– co tempo, prim:i di bru- Roberto V:eiss. professo– re di letteratura italiana all'Università di Londra. ad esempio. ci ha fatto CO• noscere l'importanza della g,.edaglia \·eneziana del Rinascimento ed ha indi• cato un medaglione mar• moreo nella Cattedrale di Lucca. che è una ripro• duzione fedele di una me– dagHa del Pisanello ora perduta. Le medaglie e le placchette sono i primi e i più.. di(fusi veicoli della classicità, autentica o fan– tasticata. ma nell'orbita di un mondo culturale ben di– stinto. Un medaglione per Ruzzati Tra arte figurativa e let• tera.ria è stato natural– mente commentato il ca– pofa.,·oro di Aldo Manuzio < Il sogno di Polililo > del domenicano Francesco Co– lonna. con una acuta ese– gesi di Giovanni Pozz-i. che recentemente ha pub– blicato un ,·olume sull'ar– gomento. Anche in una lu– ce nuova appariva l'Arca– dia di Giorgione nella pa– rola di Rudolf Witikower. tanto che Claude Loraine e Whatteau. ebbe a dire. non avrebbero petuto crear-e i loro sogni arca– dici senza resempio del maestro veneziano. (Continua da pag. I) il mistero, infatti. in Buzzati non è disperato. assurdo e spaventoso C9me in Kafka ma è una le\-;– gata tavolozza dove la fa– vola co1ora soavemente la vita: vita che çon\iene il senso arcano dell'infinito e che chiama l'uomo ad in– tenderne il signiticato at• traverso < lo strumento> della attesa. (< __ l'attesa. insomma che non ha più timori e dubbi. e eh.e rap– presenta. probabilmente la unica forma di feiicitd con· cesia all'uomo, com.e la primavera, che è una pro– messa, Tallegra gli uomi.– ni più deU'e.state ... > - da, e Sessanta racconti:.). Questo significato che si deve dare all'attesa è for– se - nella intenzione di Bunati - la chiave capa– ce di sintonizzare l'uomo con il proprio destino, è la possibilità di capire avve– nimenti e occasioni che, a prima vista. sembrano as– surdi ma che poi, a bene riflettere, si presentano lo– gici e rispondenti ad una linea di normalità ( < Il crollo deUa Balivema »). 11 mistero spettrale e pau– roso scompare e- lenta– mente. subentra questa prov.;denziale attesa che fa vivere l'uomo affaccia– to fantasticamente verso l"avvenire. (< Un'on.sia in– consueta da qualche tem• Po si accende in me alla sera, e non è più rimpian– to delle gioie lasciate, co– me accadeva nei primi tempi deJ t,'iaggio; piuuo– sto è l'impazienza di cono– scere le terre ignote a cui mi dirigo > - da < I set– te messaggeri). E. a cau– sa di questa chiave, l'uo– mo non è -solo, sperduto nella notte senza stelle. La solitudine di Buzzati non e esclusione dal mondo. non è prigione torme~tata. non è separazione delle co– se ma è piuttosto la con– dizione necessaria per in– tendere il destino. L"uomo è solo ma non è in solitudine perché vive, palpita e muore nel suo destino e la solitudine di Kafka è vinta da questo senso arcano dell'attesa. n tempo accarezzando e ingigantendo l'attesa ac– compagna il cammino: fluisce silenzioso e solen– ne nelle pro!onclità segrete dell'universo e ne11e no– stalgiche rive che avvol– gono, nella luce dolcissima dell'alba, l'umanità.. Ne cli Deserto dei Tartari», ad esempio, il tempo pur sche– maUzzandosi in anni e sta– gioni è un respiro eterno e l'eroe. n tenente Dono. più che subirlo lo llitra nelle sue speranze e lo gu– sta nelle sue illusioni. Ugualmente il .,simbolo con i suoi derivati si il– lumina di valore emble– matico nell'attesa ne < Il grande ritratto •. L'uomo. in Buzzati, è simbolo per• chè non recita una seque– la unicamente legata al suo indlviduale destino ma è impegnato in passioni e avvenimenti più. grandi della singolarità: avveni– menti e passioni collegati al dolore (< Sette piani>). alla morte (e n mantel– lo>), alla paura (< Qual– cosa era successo>), alla purezza (• Il borghese stregato>), al piacere dì v;vere ( < n disco si po– sò >), alla santità (< L'uo– mo che volle guarire >) alla borghesia ( < Paura alla scala•), all'amore (< tnviti superflui>), alla preghiera ( < Le tentazioni di Sant'Antonio >). L'uo– mo. cioè. diventa un mo– mento deUo spirito uni– versale e simbolicamente annuncia un messaggio da trasmettere: un mes– saggi.o sca,·ato e macerato ogni giorno nella attesa di un regno senza confini. In questa estetica del simbolo il paesaggio alpi– no (presente fin dalla pn– ma sua opera: < Bàmabo della montagna > e poi più. chiaramente ne e Il segre– to del bosco vecchio >) il paesaggio alpino compie una !unzione di primo pia– .no: superbo e maestoso .sembra indicare agli uo– mini che attendono reter– nità della parola e dello spirito. Eternità capace di chiarire il destino in un sasso battuto dal \-e.n– to, in una cappella < sper– duta tra le selve>, nelle montagne che < .si chiu– devano nel buio>, nei ron– doni del crepuscolo che • stridevano intorno a! ca· stello>, nel < richiamo della rana solitOTia >, nel– la luna e propizia: agli- in.– canterimi d 'am,ore >. 1n conclusione., in Bu:i• zati, l'atlesa., in!rangen· dosi in vari moti\.-i. vince il mistero senza scampo di Kafka e compie il mi– racolo della salvezza d2.lJa engosda eslstenzlale. Il signore che mi ha ascoltato senz.a battere ci– glia. sor5eggiando il suo caffe. mi interrompe e mi fa. cosi, qu2si senza dare impo:tanza alla doman– da < E la speranza? > Già la speranza. La speranza in Buzzeti non e certamente ariosa. pro– tesa. J)iena di fede. co– struita sulla fiducia e sul– l'ottimismo carico di gioia. La speranza nel nostro scrittore e triste. opaca. avvolta in una nebbia spessa e si presenta. in definitiva. come una ne– cessità.. Essa è la conclu– sione imprescindibile ver– so la quale deve andare l'attesa. Che ne sarebbe. infatti, dell'attesa senza speranza? Che valore po– trebbe avere rattesa? Sa– rebbe una inutile potenza. una fiamma senza calore, uno scivolare lento e vel– lutato sulla laguna nel buio di una notte nera. senza luna mentre ratte– sa. al contrario. è ragione di vita, è metro per mi– surare il mistero e capire le vie che il destino ha preparato. E allora la spe– ranza è necessaria perché dà sign.if !ce..z.lone concreta all'attesa. ( • L'antica, in– domita speranza Za quale ri va annidando nei posti. pili assurdi e improbabili, perfino nei labirinti det telefon.o quando c'è lo sciopero, per riscattare la meschinità degli uo,.. mini> - dai < Sessanta racconti> -). sua maniera di scrivere: periodi lunghi alternati a bre\ "issi.mi nella originali– t.a del vocabolo e nella scelta delle !orme sintat– tiche. Rigido, come e ri– gida la sua maniera di raccontare. senza confor– mismi e commozioni sno– date, tesa a raggiungere l'obbiettivo. Eppure malgrado abbia il passo sicuro, malgrado abbia l'eleganza. malgrado proceda rigido il nostro signore. il nostro Buzzati. cammina ccn un non so chè ài studiato. di estre– mamente ricercato. Si: ri– cercato e studiato. Come certe sue pagine dove la immediatezza lirica e in– tuitiva viene limitata da un k\·oro ài limitura fì. no ai minimi particolan, uccisa da un trucco sofi. sticato, eccessivo dove 1 mezzi di invenzione e di restituzione artistica seno imprigionati, smorzat: dal tecnicismo < ad effetto > preso a prestito dal me– stiere d1 giornalista che Bu.zzati porta nel sangue, fin da ragazzo. E se ne va il nostro Buzzati. S\·icola in una piccola stradetta laterale. Ma io guardo ancora e aspetto sospettoso, pronto ad ogni sorpresa. ·on si può mai sapere: il nostro Buzzati che creàe nelle favole può pregare un brigante buono - magari G a s p a re Planetta de < L'assalto al grande con– voglio • - di farmi qual– che scherzo. Non tanto per divertirsi ma quanto, per vedere come io reagirei. E. eh.issa, domani farne un < pezzo> di terza pagina. FRANCESCO CRISI BT\Jno Nardi volge,·a il suo discorso in una zo– na intermedia tra st.oria. scienza e arte: il soggior• no di Luca Pacioli a Ve– nezia presso i figli di ser Antonio Rampiasi alla GMJ. decca. in un primo tem• po. poi alla scuola aristo-– telica di Rialto per asco!• tare Domenica Bragadin e pubblicare nel 14.94 la < Summa de Arithmetica •· Pur paitendo da argo– mentazioni dh·erse, stori– che. letter.:.rie ed artisti. che. i nuclei del discorso resta\·ano costanti: art.e eà Umanesimo a Venezia e a Firenze nel Quattrocento. il carattere dell'una e del– l'altra città di !ronte al mondo classico, la specu– lazrone antica e i proble– mi della nuo,·a cultura. gli innesti del mondo toscano con queUo veneto, i1 loro sereno compendiarsi sen– za drammatici urti cari al– la storiografia dell'Otto– cento. come ha giusta.men• te affermato in una bril– lante sintesi Eugenio Ga– rin. La conversazione è fini- lr--------~ ta e il signore si alza. ml stringe la mano e sta per andarsene. 11a u., suo ami– co gli passa ~icino e lo saluta ad alta voce. affet– tuosamente < Come va Buzzati? Ci vediamo al Corriere?.,_ O signore - Buzzati mi guarda e mi sorride, mentre io resto Di particolare rilievo ci è sembrato il contributo degli storici dell'arte da Giuseppe Fiocco a RodoJ. fo Pallucchini, André Cha– ste.l. Giuseppe De Logu, Giovanni Mariacher, Ten– sia PignaHi, Guido Peroc. co. Mario Salmi. Pietro Zampetti. Giuseppe Mazza. rial, Guglielmo De AngeHs 0-0ssat, Nicola h·anoff e Stefano Bottari. Interessante e quanto mai \;tale l'apporto degli itorici. dei letterati e dei tUos_ofi:.ricordiamo tra gli ,dtn Giuseppe Billanovic. Augusto Campana, Lino Lazzarini. Etienne Gilson. Carlo Guido Mor, F'ranz Babinger, Lorenzo Mimo PalueUo, Pier Giorgio Ric– ci, Franco Simone, Manlio Dazzi. Carlo Dionisotti GIORNALE ARTlSTICO • LETTERARIO cerca ouovi Poeti, scriltorf, muslcbct, pittori, e oeo laureati, am– bosessi, per collaborariooe e vaJorizzazJooe merllevoU. Scrivere: Approdo del Sud, Lungo Teatro Nuoyo Z9 - Napotl impacciato, smarrito. I~----------' E se ne va. Lo vedo al– lontanarsL Sicuro. come è sicuro l'effetto che vuole raggiungere in una frase. in una novella, orpellan– do con un aggettivo e co– lorando con un verbo. Ele– eante. come è e.Ieiante la 00 @f@IJ_ #Mb.., Gianfranco Falena, Ezi~ --•-••--- Raimoncli e Pou.Jet. •~~~i:..~.:::: ==~;;;;::';"':":'::c'::=== • ~,......, c:....dc.."~ ,1,. 5-l. • DIEGO t<AliHIU • Orin.7eu..•! 1 ~ 1 ."- f'b-,.r <!:c - • Dlreltore resporuabne :;;7a~~ pm.: ::-s ... :-:--b.--:I::-i_,-afi---:_,-co_U_.t<_..S_J_.:,_.A. e l. ..__ .__ • SPA. <a..s,,.).• Roma - Via IV No\'embrc 149

RkJQdWJsaXNoZXIy