la Fiera Letteraria - XV - n. 41 - 9 ottobre 1960

,---------------~==================~=========== - tA FIERA LETTERARIA I ORARIO OEl.lA REDAZIONE 11•13 daJ mercoledl al sabato Le ric~ieste di giudizio che giornalmente d pervengono, troveranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo– lant •, e Sc;ripta manent • e e La fiera risponde • secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto cli astenerst tfai sol1ecitl Manoserlttl, foto e disegni non rtch:::stl non si restttulscono * RASSEGNA SETTIMANALE DELLE ARTI A CURA DI GIUSEPPE SCIORTINO * ART][STJl J.TALIANJl * La Biennale d'Arte Sacra Maria Carli * di R. JI. DE AtWìELIS La Biennale d"Arte Sa– cra Contemporanea. che attualmente ha luogo al– i' ~tonia no cIT Bologna. è giunta alla sua quarta edi– zione: un cammino piut– tosto fortunoso che ha ini– zio con l'incredulltà e che via via ha conquistato molti buoni artisti, l'atten– zione del pubblico e la considerazione della criti– ca più qualificata.. Che da essa si tengano lontam quanti respingono ogni for– ma di aotropomorfì.smo è più che natur&le: all'Anto– niano non ei può ~re posto per coloro che esal– tano, come prodotti tipici della nostra epoca, le sco– rie di tutti i decadenttsmi esotici. Tra pitture e sculture registriamo la presenza di 425 opere; se ridotte a me– tà. la mostra sarebbe ri– sultata più stringata e avrebbe, in rapporto ai lo– cali disponibili, respiralo meglio. Ci si consenta. quindi. di suggerire al fu. turo Comitato per gl'faviti di procedere con più ri– gore e di evitare la ingom– brante cianfrusag)ja, anche perché i palati di!ficili e i Sce che e si tenne presente cRe il tetna sacro pu.ò esse– re trattato con dh·erse de– stinazioni... Dire che l'arte sacra è solo quella da'\·anti a cui si prega è un luogo camune, o, se sì vuole, una me:l!Z.& verità... Con tutto questo la mostra dell"An– toniano è tesa all'arte pro– priamente liturgica. Apri– re il dialogo con gli artisti. dar loro credito, sensibi– liz:zar-c i fedeli a1 linguag·– :io figurativo moderno. tutto però in funzione di una méta precisa>. Come hanno risporto questa \""Ol– la gli artisti alle istanze lnro poste da un'esiee,,za religiosa ed umana! Nel cxnnplesso, almeno una buona parte, hanno rì– s~to bene. E, men.tre per la pittura hanno avutG il primo premio Bartelini e Pari-tkat-o. il secondo pre– mie Cuneo e Tamburi, per la scultura hanno av1.1te premi da 500 mila lire Sa– ni. Maine e Bartolotti {ma– nierato il suo San Frs:n– c~sco). ll premio per la medaglia e andato all'otti- 1ne Calvelli; a Biaftcini è stato assegnato un premio aequiste cli meuG miliooc ANGELO BLl.NCINt: • Annundarlooc • miscredenti non abbiane facile appiglio per compie– re 0pera denigratoria. La. Biennale di Bologna. in sostanza. svolge una ,erb poiemica: e non bisogna offrire armi agli avversari. · Detto questo. dobblame subito aggiungere che la mostra, neUa sua parte migliore. rispecchia ledei– mente la possibilità e il calibro dei nostri pittori e scultori contemporanei (an– che se dobbiamo lamenta– re assenze come quella di Ceracchini): testimonia, an– zitu!.to. l"interesse all'arte sacra da parte di un buon numero fn i migliori ar– tisti: consegna alla storia un gruppo di opere di no– tev-ole valore estetico. do– cumento indubbio di una fede che sopra'\·vh•v a tra– versie e a storture. ed alla quale assai spesso ritorna– no artisti che si erano smarriti. IJ P. Ernesto Caroli. p~ sentando la mostra. chiari- eapitato all'ultimo mon•~n– to. ('Ome se Biancini J\On fosse lo scultore che sì presenta meglio. A prescindere dalle se– ~a]3ziuni e dai premi, ri– cor.iC'l"emo fra i pittori: Biasion che ha un Chio– stro del convento di Fircn– zuo«I dipinto con delicata vh·e:iu cromatica. Coraz– za con una Via Crucis in cui domina un'atmosefera di tempesta, Luigi Filoca– mo il cui Cristo e l'aduite– ra sembra una suggestiva composizione da biccher– na :senese, Sassu con una Process-ione mossa dal gio– co della luce. Da citare an– cora in senso piuttosto po– sitivo: Luciano Bertacchi– ni, Italo Calvari, Gius:eppe C3rrino, Silvio Consadon: Riccardo Franealancia con uno dei suoi emblematici temi assisiati; Giuseppe· Gambino eh~ in Madonna dei tor11To armoniua estro– samente la figura del tore=– ro cc;m la sagoma bi~ neggiante della Madonna: LoreJ\.r.o Gigotti; Adriano Grande in chiave naWe; Anacleto Ma.rgotti con una Madonnq molto ispirata e quasi presaga; Tino Pe.1- loni. Fulvio Pendini, Fran– cesco Rossini, Saetti, To– rnea. Uselliln. Vagnetti. Manzo. Zaru:otto e qual· che altro. Oltre agli :scultori pre– miali, dobbiamo ancora ci– t.are: Antonio Biggi per la gentilezza e compostezza det modellato ne La mot– tipticazione dei pani: Elio Merri (scultore di talento che, ci auguriamo, non vorrà oltre mortificare la scultura con le reticelle metalliche ritagliate fi– gurativament-e); Giuseppe Pirrone, che nar;ra episodi dei Fioretti francescani con equilibrio compositi– ,..,o: A t ti li o Torresini. Adrianr;, Alloati, Vi.rginio Ciminaghi: Rau1 Vistoli sempre impegnato nel da– re vibrazione ed empito alle sue figurazioni. Dobbiamo. in1lne, ag– giungere che quest'anno il maggior monte premi è stato offerto dall'Ignis (ec– co per-ché Premio Ignis), la grande industria di Co– merio. genialmente creata da Guido Borghi. Come i.n altre epoche i mecenati erano i principi e i e ,i– gnori > in genere, oggi lo sono sovente i grnndi in– dustriali. Buona parte del Premio lgws è, questa vol– ta, andato alla scultura: ma ciò non induca a c.re– deFe che la pittura :sia la cenerentola della m0&tn. Aozi. Pittori a l11wla La mostra di cinquanta pittori, scelti fra gl'invita– ti all"uJtima Quadriennale romana, ha senza dubbio un significato positivo di cui va dato atto ai promo– tori ed all'organizzatore che è Anacleto Margotti. La selezione è sta¼. op&– rata da alcuni critici, fra i quali Bellonzi, Bernardi, Contini, De Grada. De Mi– ch.eli, Miele, Priori e il sot– t.oscritto; i quali - come mi ha detto Margotti - hanno fatto su per giù gli stessi nomi: il che vuol di– re che il marasma attuale è solo relativo, poi<lhè - quando si debbono a.S6ume– re delle responsabilità fuo– ri di ogni considerazione estrinseca - non e diflici– le trovarsi d'accordo. La mostra di Imofa non ha il compito di scoprire nomi nuovi: vuol essere - e ci riesce - una mostra antologica, retta e vivifica– ta da una persuasione: e Nell'attuale marasma - scrive Margotti - è diffi– cile distinguer-e ehi sia nel giusto e net vero~ ma non vi è dubbio che attenersi alle fonti inesauribili del Creato che riflette l'imma– gine di Dio, assimilare dal– la tradizione quanto Vi è di eterno, è seguire la via maestra che i sommi tem– pre percorsero per accen– dere la loro fantasia >. Al decadentistico politeismo delle '\"arie avanguardie.. qui viene opposto un soli– do monoteismo. Dell'antologia fanno par– te opere esemplari dJ Lai– ci Bartolini, Ugo Capos– ehini, Carlo C~rrà, Felice Casorati, Gisberto Cerac– chini, Vincenzo Ciarda. Carlo Corsi, Giorgio De Chirico, Achille FuniJ Vir– gilio Guidi, Mino Macoori. Anacleto Margotti. Emmo Notte, Bruno Saetti, Pio Sem~ini, Gin" Severini Mario Sironi. Della gene- razione di mezzo ricorde– remo Renzo Biasion, Do– menico Cantatore, Franco Gentilini, Renato Guttuso. Mario Marcucci, Giuseppe Migneeo, Aligi Sassu. Cas– sinari, Fiorenzo 'ì'omea ed Ernesto Treccani. Tutti ar– tisti, ciascuno ovviamente a suo modo, legati da un interesse umano che non credono di potere tmpuna– mente distinguere dalla espressione puramente ar– ti&tica; e che. pertanto. te– sUmoniano la presenza di una tradizione operante. cioè s-empre rruova ed an– tica nel suo inarrestabile <farsi;_ Ad Imola, come per for– tuna ancora in altri luo– ghi, l'arte si difende vigo- · rosamente dalle mode (fe– nomeni spesso assurdi e sempre transitori) e nel difendersi afferma la sua esigenza di vita. Artigiani P sa ANACLETO MARGOTTI: •Madonna oon Bambino• ll teatrino di Maria Car– li ha orma; a disposizione parecchi scenari, o fondah. per ogni più capriccioso spettacolo di fantasia: e non è a dire che l'Autrice difetti d'inventiva. ne di quelle alluctnazion; con– turbanti che farebbero la fortuna di gente molto me-– no discreta. Dire Utrillo è soltanto voler &tabilire una parentela, piO che una ascendenza. nei riguardi di queste scene e perso– naggi che si aV\'algono di tagli sghembi, alberi appe– na graffiti, azzurri carichi. favolosi, e di un clima co– stante, che è il risultato più saltente di un'arte an– cora in divenire, ma già lampeggiante di raggi pre– ziosi e non più effimeri. Se alcl,lile di queste tele di e ragazzi > fossero fir– mate da Picasso. o da Ma– rie Leaurencin. molte fra..!i si potrebbero adoperare a cuor leggero: ma, trattan– dosi di un'artista impreve– dibile di casa nostra, è gio– co!on:a parlare di in tendo– ni, di aspira.ciani, e di ri– sultati casuali. (Altrimen– ti, più tardi. ogni errore. sempre possibile, e; :sareb– be rinfacciato come una eresia). Maria Cerli lavora gior– no e ootte con una foga Giorni fa. patrocinata dal Comitato del e Giu– gno Pisano>. è stata inau– gurata al Teatro Verdi di Pisa la Prima Rassegna Pisana Arti Figurative Ar– tigianato Artistico: una rassegna che, se da un la– to è indulgente verso al-,----------------------------------------- cuni dilettanti deDa pro– vincia, dall'altro leto vie– ne positivamente caratte– ri:nata da un nutrito nu– cleo di artisti e di opere di buona qualità, raccolti ed esposti con a.moroso de– IL JFJ[L~ DELLA SETTI~AN A * coro. Giuseppe Viviani. fra i piUori, è quello che :spic– ca per la fantasiosità del– le sue composizioni (p-re– feribìll le litografie e la incisioni); buone le natu– Personaggi fuori dall'umano nel mondo delln "Nouvelle Vag·ue,, re morte dj Alessandro 11 film di Jean-Luc Go– Volpi, piuttosto spinte e dard A' bout de souffle (il ingiustificate le defurma- tH.blo è stato tradotto in zioni di Mino Trafeli; dl ital:ano Fino aU'ultimo re– derivazione (un fatto mo- spiro) costituisce indub– dale scivolato verso la pro- biamente uno dei punti di vincia) la matericità di arrivo e~tmziali della Yidio Bartalini Otelle Cir- e Nouvelle Vague> france– ri tende a una verticalità se. Non soltanto perché al-, piuttosto suggestiva; Mile- cune istanze più signi.fica– na Morlani disegna meglio tive di questa scuola vi di quanto non dipinga; non sono rispetta~ organica– ci sembra abbastanza de- mente e non casualmen– cantato il colore di Salva- te; ma sopratutto perché: tore Pizzarello; sono piut- l'opera, pur nei suoi limi– tosto sontuosi i fiori di ti evidenti, rivela un'uni– Palmlzio Totani: notiamo tà estetica e morale. •Essa una spiccata attitudine tra- e00cede ben poco al con– sfiguratrice in Giordano ,'f.•enzJonalis.mo corrente Viotto. Sono fantasiosi i dello spettacolo cinema– disegni di Fernando Val- togcaflco ed obbedisce in Ierini, tende a caratteriz- tutto il suo e:vgJgimento zarsi il bianco e nero di ad un'ispiruione sincera. Renzo Bussotti ed è sulla Questa sincerità, anche se falsariga di Viani che ope- intrisa di wn profondo in– . ra Umberto Bacci. tellettualismo. è anzi la Fra gli scultori, un ri- sua (\ualità più vin. eordo di Greco anima al- Completamente svinco– cune figurazioni di G>an- Jat.o da quella che si suol netto Salotti: ma l'artista chiamare una e trama> o più rappresentativo della - meglio - dalla sogge– mostra è senza du1Jbio Au- rione logica e cronologi- :lioci~:u:e~~r~~o!~~= ~~e ~a 1 :~p~n~~/~)~~: temelte modellate e fra le Luc Godard rievoca per quali ci sembra che spie- osservazioni psicologiche, chi Adolescente per una per ~onsiderai:ioni morali. più efficace resa espressi- per battute polemiche, per va. Notevoli le ceramiche divaga:iioni intellettuali. :pe~f:~~~o n:! 0 1:::~~r~~i~ id{:~;aons::;~o ~:\~~:~ le Le altre di Alfonso Pian- questo materiale, apparen– c~stell_i: due artisti. se non.,.. temente eterogeneo e cen– ncorchamo male. che ope- tritugo, ~ legato da nessi rano in una scuola d'arte ben saldi, è e architettato> di Pontodera, portando COR uno :spirito inquieto nell'insegnamento un con- e scattante. e continua– tributo di tecnica e di mo- mente ricoadotto ad un si- demità guiflcato centrale. Riguardo all'artigianat10, Inoltre Jean-Luc Go- oitre alle ceramiche delJa dard si :sfona di elimina– Carmignani. abbia.mo, del- nare nella m~ima mi– rlsttuto d'Arte di Valter- sura possib.ile la falsità del ra, un gruppo di opere in mezzo di espressiome cine– aJabastro. in legno e in matografico. I suoi e ester– metallo. Tale scuola, nei ni >• sono ripres.i come prodoth di una modernità quelli di un documentario: assoluta e di una raffina- i personaggi sono gettati t.ezza singolare, documen- in mezzo ad una folla au– ta che cosn può diventare tenttca, sono ridotti anzi un istituto statale _ lon- alle dimensioni di quella Lano dai gr3ndi centri co- folla e non viceversa. 11 m'è quello di Volterra _ dialogo è ottenuto median– quando a dirigerlo vengo- te un abile montaggio di no chiamati degli elementi !rammenti realistic1. Biso- capaci e beo pre~arati. Lo ~s~a ri~~no:~~":o ch~s!! r~ svecchiamento venne ope- avuto una collaborazione rato da Aldo Calò, che ha effettivamente determinante dato alla scuola volterra- dallo seeneggiatore Frao– na un indirizzo arf1itico çois Truf!aut, il regista dei esemplare. che servl a fa- Quattrocento c:olpi, un al- re ciei giovani lavorat-Ori tro degli espcnenli più si– in alabastro dei fini arti- gnificativi della e Nouvel– giani O degli autentici ar- le Vague>. li film. essendo tisti: ed oggi. tale svee- K'ltessuto con cosi minuta chiamento, continua per fi~~~n~ se~~e:~ial::;, opera di un altro scultore.. traducendola fedelmente Aurelio eD Felice. che ha nelle immagini. e ne è con.– portato a Volterra il suo dizionato in maniera com– gusto aggiornato da tanti pleta. Ma l'aecordo fra lo anni di dimora a Parigi. sceneggiatore e il regista La mostra di Pisa, dun- si rivela in ogni momE:nto · cli Il mo puntuale e preciso. Prima forza plastica le figure dei due protagonisti, Miche! e Patrizia. 11 .giovanotto ha un'estra'1ione vagamente:: intellettuale: ha frequen– tato gruppi di artisti; ha lavor'ato c010e aiuto regista in un film; ma 1a sua vera atUvità. è quella di rubare automobili ed in questa ar– te è abiissimo. La ragazza. un'americana che vive a Parigi, una cbohemiènne•, è alla ricerca di un'af· fermazione nella vita. I due si sono conosciuti, hanno intrattenuto una fu– gace relazione che ha la– sciato nel loro animo una traccia più duratura di quella sospettata in ,prin– cipio e tendono perciò a riunirsi nuovamente. Fermato da un gendar– me, mentre guida una macchina rubata. l\·lichel lo uccide senza riflettere con una rivoltella trovata nel– la ste~a macchina. Egli preme il grilletto senza una vera decisione inte– riore, un po' ,per non ave– re noie e un po' per il gusto delle soluzioni facili e improvvise. Ma da quel momento è un criminale braccato. Della sua nuova condizione non ha la ten– sione tragica. Tenta di sfuggire a-i poliziotti che lo inseguono e di recuperare una somma che gli 9otreb– be consentire di espatria– re, ma quasi meccanica– mente, senza un vero slenc!o interno, senza un impegno effettivamente sentito. E intanto ritrova Patrizia e trascorre con lei ancora qualche giorno. Pa– trizia, da parte sua, non sa se ama veramente M.i– chel. Anche quando lo sa assassino, rimane con lui: ma poi lo denuncia, sem– plicemente per dimostrar– si che non ama Mkhel e non per compiere un atto doveroso secondo un prin– cipio superiore di giustizia. Micftel cade cosi nelle ma– glie della polizia e compie ancora un estremo tentati– vo di fuga: ma è raggiun– to e atterratò da una pal- lottola. Muore sul selciato e prima di spirare lancia contro Patrizia un insulto. ma senza rancore per un bisogno insopprimibile di esprimersi sia pure senn un motivo assoluto. Tuttavia gli episodi ri– feriti ed i momenti psi– cologici ora ricordati non hanno un valore in sé; ma tendono tutti univocamen– te a mettere in rilievo i due personaggi ed a farne emergere la visione della vita. Miche} (ed in misura meno evidente anche Pa– trizia) non è &orreUo da una convinzione morale che guidi le sue az.ioni. Egli è un eroe dell'arto gratuito e immotivato: ma un eroe passivo e indiffe– rente, un eroe logoro. La forza che lo anima è esclu– sivamente una forza di inerzia. E questo appare come l'aspetto originale del personaggio. MicheJ non teorizza e non glorifica l'atto gratuito, ma lo su– bisce. Lo subisce fino al punto di accbgliere la morte per sé e per gli al– tri come una !oluzione qualsiasi. che non richie– de più impegno di un ge– sto inutile. ·Nella fantasia di fran– çois: Truffaut e di Jean– Luc Godard la vita si mo– stra non solo Senza alcuna speranza: ma senza alcu– na direzione e 9enia alcu– na passibilità di Intima de– terminazione. La stessa Patrizia infatti non ri– cerca dentro di sé quale senllmento provi verso Miche!': ma determina dal– l"esterno questo sentimen- to o il suo simulacro. creando una condizione che lo orienti. la denun– cia alla polizia. Non :si può 9arlare neppure di cinismo. pere.bé anche il cinismo è ttna presa di possesso interiore. compor– ta' un giudizio consapevole esprime un orientamento inequivocabile. Resta da vedere se ,u una tale base possano na.– scere personaggi di vera poe,ia. Necessariamente- la poesia e anche umanità. E Miche!, come Patrizia. non è un'immagb1e um3- na; ma una costruzione meramente intellettuale. negata perciò fin dalle sue premesse alla solu:iione poetie:a. A' bout de souffle denuncia torse. come un documento, come il verba– le di un processo. la tra– gedia di due personaggi; ma questi personaggi sono &'li stessi autori del film, i quali muovono verso una disperata ricerca dell'uo– mo, mediante il fantasma di Miche); ma ignorando, anz:i abolendo delruomo la qualità insostituibile che è data dalla sua umanità. In tal senso il film è un testo di singolare impor– tanza di una vasta eorren– te - e non solo cinema– tografica - della cultura contemporanea, la quale con le armi più sottili del– J'iotelllgenz:a è appunto hn– pegnata In questa impresa assurda e val'.\a di ricer– care l"uomo fuori dall'u4.l– mo. in quella zona dove egli è 50ltanto indistinto germoglio vegetale e psi– chico senza respiro di SJ)i-· ritualità. I/intelligenza nel ,ftlm abbonda; ma picchia sem– pre centro un muro grani– tico. ·L'intero arco del rac– conto è ~astenuto da una rkche::za di invenzione dialettica e visiva scon– certante. Ed ogni eompro– me:sso con il linguaggio convenziona.le è implaca– bilmente re:spinto. Il risul– tato è quello di un'aridità cristallina eh~ si le~ge senra equivoco: il diario. la confessione di uomini che hanno abolito il sen– timento umano. A' bOut de sou/fle è dunque un'opera assai ,i– gniflcativa, sie pure nega– tivamente. Come sj diwva in principio, e un punto di arrivo della e Nouvelle Vague> e la riassume: da essa si può giudicare l'in– tero movimento nei suol esiti estetici e morali. ---------------------. ~:/~~lt~~=• r~~f::::::,1ds~ Guerrae letteratura s.fon:a di essere tele re– spingendo la materia pri– me dell'arte cioè !"uma– nità. sbalorditiva e ammucchia. nel suo studio sempre più angusto tavolette e tele di misure ancora strette ob– lunghe, con ; colori genui- .ni di un'effervescenza na~ turale. che stia per diven– tare bisogno dell'an.imo e partecipazione costante a un autehtico. scaltrito, dia– loJ?o COI\ la Natura. Sin dal primo incontro, siamo :stati sedotti dalla sua foga. dalla sua inquie– tud;ne. e da quell'aggredi– re re~ntino i) e personag– ~o > con una mancanza di ritegno e un'audacia esem– plare. proprie ai predesti– nati. In apparenza. quella della Carli. è un'arte sen– za problemi, ma, forse per questo apparendo cosi fre– sca e trasparente, offre il destro al critico non pe– dante di scoperte che fini– scono con l'entusiasmarlo. o di ;rritarlo definitiva– mente. Nen è il caso nostro, a't°endo seguito questa ar– tiste rien giovanissima sin dagli esordi. e potendo ga– rantire di una vocaUone che a volte assume il ri– schio problematico di un vero raptus median;co. in cui aleggiano conturbanti vi6ioni di ectoplasmi gher– miti dal pennello spiritato. in un esercizio svolto in trance in equiPbrio su una trave posta a far da rudi– mentale pante sull'abisso. Padrona ormai di una tec– nico infantile - e quindi maliziosa senz.a astu::ia -, scaltrita dalle prove di die– cine di mostre coronate da lusinghieri successi, un'alE tra. al posto della Carli, sconvotta da tante appro– vazioni e della continua fortuna, avrebbe tirato a rafforzare le amicizie in– sperate e i consensi non richie5ti. Im•ece. al contra– rio, eccola inchiodata al caYal1etto, ubbidire al suo demone, tentare e ritenta– re. per arginare la foga con il lavoro, pazientare col risultato, intingere il pennello in colori inediti, e inventati volta a volta. per penetrare in profon– dità i misteri di quella na– tura che gli si era rivelata con tanta e tale sollecitu– dine; né gli basta più l'im– maginazione. se può sfrut– tare una fantasia davvero straordinaria. li suo e pri– roiùvismo >, insomma, ap– pare ormai orchestrato da un accorgimento poetico, che. senza badare al me– stiere, il mestiere pre:sup-, wne, alimentato com'è da uii flusso senza arresti di ingenuità primordiali. Certo non era !acile far dimenticare UtrWo, o il doganiere, o Metelli; e tut– tavia la Carli che agli esor• di ignorava di avere simili parentele iJlustri, se ne è liberata di colpo, facendo ricorso alle tavole della sua infanzia. ai paesaggi, al personaggi piuttosto em– blematici di una vita dis– sipata in apparenza. ma che aveva lasciato nel suo enlmo depositi di una r.a– volosa e avara ricche-zza.. E parliamo dei woi co– lori. d~i suoi azzurri di cobalto, del suoi viole mi– steriosi, dei suoi bianchi carichi di un"ombra uma– na. anche quando te figure mancatto, dei suoi rosa se– ducent~ e fertili di infinite piccole meraviglie; o di quei neri appena graffiti che raschiano la pasta del colore sottostante e lo im– prezio,iscono di un fune– bre ed elegiaco lume. Maria Culi schematizu sagome e volti, animali e alberi, e tuttavia pache volte ci è dato riconoscere e stabilire somiglian::e co– me in quelle composizioni suggerite da pochi tratli esseo::iali, da un pudore che dovrebbe arrestarsi al– la superficie e che invece scava in profondità. E g.uardate come il cielo re– spira e fa lume sugli al. beri che a loro volta Jo rimandano nl sentiero, o aJ lago, o al fiume, e come l'erba formicola di una lu– ce radente che sembra sca– turire dalla stessa i.erra ... Sono paesaggi di una eterna vacanza. in cui il tempa :si è fermato alla fa– volosa e temeraria stai:10- ne dell"inlanzia; ed è in questa stagione incantata che l'Autrice ci riconduce con la grazia esitante di un invito discreto, con la suggestione ripetuta di un incontro stabilito dagli dei. la magia familiare di una natura pulita, _fresca, le che noi altra volta ab- do morale. · ~;· ae:r:ttere q;:Ov~ncia= I :r:i:a !~~~le a~~~c~~; (amtlbua da pag. 5) furono i campi di prigk,– nia del terzo Reich, la fame, le torture, la durez– za di una disciplina inu– mana. E conosce altresì. quello che lo Sbrana ha reso benissimo, lo stato di estrema miseria fisica e morale nelle quale i pri– gionieri erano stati scien· temente ridotti, cosicché: essi finissero per perdere ogni sentimento umano e si abbandonassero a q:.iel· la ··tame di pietà'' che coincideva spesso con la più assoluta abbiezione. Credo che appunto per questo H Jibro dello Sbra– na sia un libro lmpcrtante. come è stato assai impor– tante, e come questo non soltanto sul piano docu– mentario, il Hbro di Pri– mo Levi Se questo è un uomo. che lo scorso anno l'editore Einaudi ha meri· tatamente ristampato, me– ritatamente per la sua obiettività, per l 'acute:r.za della sua analisi dell'espe– rienza vissuta in un cam– po nazista di sterminio e per i risultati letterari. forse non voluti d..1I s.10 autore, ma innegabili. I due allori principali del 'fit_m. Jean~Paul Bel– mondo e Jean Seberg. so– no due interpreti ideali. Sul loro volt.o non spira un'aura umana: ma una presenza OJ>ncae atona. un vh-ere depurato da ogni angoscia e da ogni senti– mento. Nei momenti più drammatici. quando l'azio– ne necessanamente li tra– volge. essi si muovono co– me creature vegetali. E' difficile dire se essi siano attori effettivamente con-1 sapevoli oppure oggetti di Dtt.t;o h\.BHR1 bi~mo perorato coi:ne. '\;: Dal racconto cosi centri– ,·ato per le genera.noni d1 fugo e disintegrato emer– a.rtisti che si avvicendano. .:ono immediatamente con FERDI.NA: .,tDO VlRDlA regia. fo._la i fini dell'ape- Dlrcunn! resoon<1ahne ra non importa. Stab. fìpograhco U.JiS.l.S.A., GIOVANNI CALENDOU Roma • V,a N Novcmbn, 14'

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