la Fiera Letteraria - XV - n. 41 - 9 ottobre 1960

Domenica 9 ottohre 196'.'.:0:'..._ ___ _________________ _.'.:L'..:.'.."A~·~F~I~E'."....'.:R~A~....'.L:..E'..'..,'.:'.J_T'.......'.:E....'.R.:....:A__:R.:....:_T _::A':_ _ ______ ________________ _ P_a_r,:_. S IL LIBRO DI CUI Sll. PlJ..HJLA CO SIDERAZIONI IN MARGINE RILEGGENDO L'OPERA INTERA DEL NOBEL * Guerra e letteratura Tutto Quasimodo * * <li ELIO F. ACCROCC.1. di FEHDl/1 1 A ~DO l'IRDIA L'intera produzione poe– tioe di Salvatore Quas!rno– do - costituita dalle cin– que sezioni di Ed è subilo 3era del '42, Giorno dOpo giorno del '47, La vita non è 3ogno del '49, n falso e vero verde del '56, La ter– ra impareggiabile del •ss- è stata ora opportunamen– te raccolta in un solo vp– Jume dal titolo Tuue le poesie (Arnoldo ~ondado– ri, cLo Specchio•, L. 1500), arricchito dalle due prefa– zioni che Sergio Solmi e Carlo Bo anteposero rispet– tivamente a Ed è subito se– ra (ma già apparsa. la pri· ma, in Erato e APàlliOn delle edi.z.iondne di Gio– vanni Scheiwiller nel '36) e a Giorno dopo giorno. Il volume accoglie anche il Diseor.so sulla poesia che già fu Appendice a li falso e vero verde, ed inoltre due epigrafi che vengono pub– blicate per la prima volt.a: cEpigra!e per i Caduti di Marzabotto•, scoperta il 3 ottobre 1954 alla base del •Faro del :Martirio• costrui– to su un pTOmontor!o pres– so la località partigiana (•Questa è memoria di san– gue - di fuoco, di martirio, - del più vile 3terminio di popolo_., e l'«Epigrafe per i partigiani dl Valenza• (<.-Gli e-roi 3ono diventati ue>m.ini: fortuna - per ?a cl– viJtd. Di questi uomini • non resu mai povera l'Ita– lia-), che è del '57. neature, dJ annotaz!onl, che hanno U potere di rlpor– t.armi - e con me gli ami– ci dei primi anni universi– tari, quelli più cungarettia– ni• per intenderci - alle letture e alle dlscuss~oni di allora. r- Sul problema della let– teratura di guerra italiana si lesse, or è un anno al– l'incirca. un notevole sag– gio di Giuseppe Cintioli apparso sul Me-nabò di– retto da Elio Vittorini e da Italo Calvino per l'edi– tore Einaudi, notevole so– prattutto per il coraggio di alcune posizioni e di al– cune id e e generali sul .problema stesso. e in modo ,particolare per la consta– tazione di tutto un dete– rioramento di quel fondo epico che non può non sorre~gere un tipo sif!at· to di letteratura. a causa soprattutto di allontana– mento dalla storia, cioè dalla realtà, dovuto so– prattutto a deviazioni cul– turali. Da Hugo a D"An– nunzio e oltre, la tenden– za a gonfiare di sentimenti secondari i dati primari della realtà. di \·iolenza ha fatto sl che essa sia stata confinata nei limiti del penere, assumendo di vol– ta in volta ufficio di cele– brazione. sforzandosi di dare risalto alla "gesta". Il dissenso è in gran parte nella esemplificaz:o• ne del Cintioli. cui è man– cata. mi sembra, la possi– bilità. o la volontà. di .guardare in prospettiva talune manifestazioni del– la letteratura di guerra italiana degli ultimi cin· quant· anni. e particolar– mente ingeneroso mi sem– bra il giudizio clie egli ha dato di un romanzo come Vent'anni di Alvaro. che è probabilmente, (nella sua prima edizione. tutta– via; purtroppo ;nella se– conda lo scrittore si lasciò persuadere dal timore di esser<? salito sopra le ri– ghe, ed espulse dal ro– manzo quel "romanzesco·• che offriva il necessario riverbero de 11 a guerra 1915-18 sulla vita italiana, tagliando fuori alcuni per– sonaggi veramente emble– matici) il migliore roman· zo italiano salla prima guerra mondiale. E così quello sul Rubè di Bor– gese, romanzo ingiusta– mente snobbato dalla no– stra cultura letteraria. e mi sembra di dover esse– re d'accordo con lui su Gadda e su Comisso. La feroce natura della guer– ra non si esprime in un romanzo soltanto frontal– mente, ma anche net rap– p<>rto dì una società e nei confronti di quegli autori, accusati di scendere alla celebrazione dei sentimen– ti. Occorrerebbe forse in– dagare quanto anche quel– la celebrazione dei senti– menti faccia parte della realtà di un certo periodo storico. come essa conflui– sca. anche come linguag– gio, nella feroce natura della guerra. e non certo perché Alvaro, Borgese. Gadda o Comisso cedano ai modi tardo-dannunzìa– ni, ma piuttosto perché di modi tardo-dannunziani è impregnata l'atmosfera del tempo che cade sotto la loro narrazione. Tornando ad Alvaro, a mio parere r importanza I SEGt~I DEI., TEJJIJQ * Giovinezza miti * di ANGEW NARDUC"'CI n passaggio dmia fiovi- ca.sa e le stan::.e ~Ile quali nez:a alla maturitd, 7abban- si fal l\·a l'alba a discutere· di d'ono della adolesct:nta e tutto e di niente, sembrano l'ingresso in una stagione un Eden quando al mattino della vita meno incerta e più o ~1 pomeriggio varchiamo responsabile, hanno trovato, la soglia delfutficio. E cosl orma.i decine di volte, scrit- di seguito. tori e roma~ieri attenti e La riovine.u.a, insomma, .sensibili. sembra riassommare in sé Il tema riaffiora - non veritd, belll!VA, giustba, .sen:a una stuplta tenerez.:,a ognuno di quei beni che ren– - in due racconti di Fran· dono la vita degna di es.ser ci.s S. Fit:.gerald che il e Sag- vissuta: la maturitd viene giatore • ha reantemente ìmplacabilmente accusata di pubblicato in un volumetto dissiparli tutti. delle e Siierchìe •• e 8D.$il e Ma A un problema di stelle Cleopatra ,._ Il primo ~ due co.den.ti , s'l detto: quel che racccnti na"a i dolorosi con- si -perd e ml trapasso degli trasti che nascono nel cw,re anni, sono le illusioni, ili di un ragauo alla vigilia cameni inganni•. Niente che degli studi universitari, co- tocchi realmente la veritd, .streuo a scegliere tra le lu- la beJle:ui, la giusti.zia può sìnghe di un incerto amore andar mai smarrito. Sono i e la po.ssibilitd di t?UUtt~r fantasmi e le larve e le ap– fede a un impegno preso con par~e. pur appassionanti e se stesso; il secondo rac- incandescenti, che si dis.sol– conto ci de.scrive lt,. ~ di vono nell'incalzare della nuo– un e ameno inganno• senli- va stagione. Quel che rimane mentale. Do po un a festa il t la sostanza dell'uomo. Un gim·ane Basil e.sa all'aperto: uomo ~ all'urlo prtferisu • le stelle - scr ive Filzge- la parola,, che all'agitarsi rald - apparivano fredde. .scomposto preferisce il ge– Osservandqle vide che erano sto sobrio, che non ,•agh eg– le sue s1cllc, come sempre; gia il pa.s.sato e ad es.so - simboli di ambi.rione, di com- • per quanto udu~ente - p re– battimento e di gloria.. Il feri.s«. le a.spentd e le du– venlo vi soffiava in meuo r~ del tempo presente. - prosegue il racconlo - Davvero sarebbe sciocco dando voce a quell'altra nota credere che il transito del bianco. che eali sempre cer 4 tempo, per sua natu ra, possa cava di coaliere, e le nubi toalierci qualcosa d 'essem.ia – rese sottili, nude per la bat- le, pe,nsare che i pri mi capelli taglia, sfilavano in parata. bianchi comportino inevita– La scena - conclude Fil~- bt1mmte una decaden:a mo– raid - aveva uno splendare rale e intellettuale, 1m inevi– c una magni{ice:n.:asenza pari labile spertJ!,r0 delle idee e e soltanto l"occhio esperto del.la moralttd. del commdantc notò che Non vogliamo tessere l'elo– una Mella non c'era più •· gio dell'esperienz.a, come se Abbiamo sottolineato il di.- essa, e solo essa, sia matri– verso riferimento alle stelle e.e di sagge--...za e d'intelligen::a perclti ci .sembra, per rima- (siamo, anzi, persuasi della nere nella metafora, che i-eriM espressa in una delle l'inevitabile trapasso dalla epigrafi. di Spoon River, se– giovinezza aUa maturitd, sia condo cui e il amio - e non riconducibile (ma con quale soltnnto esso - t saggez..z,a cautela e quanta pi.eld!) a e giovcilù •J: ma ci umbra un problema, per l'appunto, necessario riafferm~re (e qu: di stelle code.nti. sto ...-u ol esser e m de/ini- La tradi-ione vuole che tiva il sen.so delle nostre questo ~guirsi di sta gioni presenti annota zioni) la pre– mila vita sia ugna.lo da minen;za del pr_esente - qua– contrasti e lace ra:ioni; che ltmque esso sia - ~l po.s– si parta giovani, carichi di salo -, qll?lunque sta ~ta- spuanz.e e promesse e si ap- to -. L equzvalm:.a_heg~l1ana prodi alla maturitd, alla so- tra realld e _rauonalrtd i glia dei venticinque come dei estremamente 1_lluso,Ia:Jo:on trmta tz1tni, delusi e solitari, m~o. però, de.1 mondt st~e• ridotti a vivere di memorie, rah C!',e la nostra fe~d!l costretti a ri.sognare, per tra- (anta.st a cerca, a volte, d1 n– vare un barlume di luce cava.re dal passato. li nostro l'etd degli ameni inganni'. impegn o, insomma, A_con il l'Eldorado delle passioni ir· presente: Il resto A inganno rimediabiltnenle finite, le ne- e solo mg~. . vi: di stagioni che solo il ri- _Non abb1_a1710 miti - .se corda fa vive. e Ambizioni, starno ~01!'1!11 ,-. da salv~re. combattimenti, iloria •: ecco le n~. d1 1~n _st sono sciol_- iJ cuore della gio,,-imua; t~, ~m~ed1a.~tlmente, e _11 rassegna::.ione, ine.n.i.a. oscu- diluvio di _oggi t .sempr~ più ritd •: ecco il retaggio della \.'UO e giusto del soltcello maturitd. dell'altro ieri. Gli • am~.i L'amore coniugale di oggi inganni • non ~t:VOno_ pn~ ci appare grifio e opaco; ct toccarci, nella muura tn cm .scuotiamo se tm frusciare di siamo uomini. vesti in autobus ci ricorda • Cresct re t ditfiet. 1e •, am- una vagheggiata Nerina. Ri- moniva giu.stamm.te 11 po- conduciamo il lavoro a una vero Pav ese. E, aggi ungiamo triste schiavitù che ci per• con Mathi.ssen, e la maturita mette di pagare il fitto di A tutto•· O quasL del libro è nella scoperta e senza attenuare la (or– de! grande scialo italiano tissima tensione di tutti che ru queUa guerra e che gli episodi. E se anche furono tutte le guerre sue- non ancora romanzo. la cessive. sontuoso scialo di sua è una de.Ue migliori mezzi e di sangue di cui narraz.ioni di guerra di pagarono il prez.:io dise- questi ultimi anni. redati e innocenti. g 1 i L'altro libro è Giorni. avulsi cioè da quella so· che sembrano anni. di c:età alla ~e era ap- Leone S br a n a, apparso punto affidata la celebra· presso l'editore Parenti ed zione della gesta e le ge- i cui meriti sono stati già sta stesse, espressioni di riconosciuti da un premio. una sua volontà di poten- letterario. Lo Sbrana non :ia. Il che rientra in modo ha avuto l'ambizione di decisivo ne 11 a terribile offrirci un romanzo. A realtà effettuale. Quanto quindici anni d a 11' espe– alla letteratura di guerra rienza di prigioniero in più recente. la deforma- un Lager tedeseo dopo z.ione ideologica che si av- ra settembre 1943 da lui \~èrte quasi sempre anche personalmente vissuta. egli ~otto la falsariga dei mi- ha voluto rileggere e riè– gliori, da Vittodni a Cal- laborare le note da essa vino. da Rigoni Stem a dettate e le ba filtrate at– Cassola. da Lucentin! a traverso la naturale de– Pirro. non è In un modo canlazione che il tempo o nell'altro. che una te· ha arrecato alle s-.1.eme– stimonianz,a di come in morie: ma non le ha sfuo– altro modo quell'epica si cate. Chi ha vissuto, come sìa deteriorata ormai in chi scrive questa nota, :u~~ 0 ° 8 i~~~'1~~~;~e dJ~ quella stessa esperienza. la deformazione in se.nso eonosce la disperazione propagandistico di tutti collettiva di quegli "uni- gli scrittori di stretta os· versi concentrazionari" che servanza. dei quali non (conUnua a pag. 6) 1;o~i: sl~n~~S:~~~e)~on~ 1----------------------------------------- Salvatore Quaslmodo tare su una sua ricostru– zione integrale. Il fatte:, è che una let– teratura di guen-a in sen– so assoluto non può esiste– re anche perché forse non è mai esistita. Essa non è forse nemmeno nei suoi grandi prototipi moderni. come Stendhal e Tolstoj. Comunque chi scrive è convinto che tra forse le più belle narrazioni di un tempo di guerra sfa quel· la (mai citata in saggi come quello del Cintioli, che in fin dei conti è un intelligc_nte inventore di questioni fittizie) che si legge in Les Temps Re– trouvé di Proust, dove la guerra è veramente come un nero velo calato sulla st-.1.pendamente iu.minosa Parigi della Rechttche. Mi perdonino i lettori di questo lungo discorso di Invito al chiarimento cilella contemporanea La discussione a molte vo– ci che da alcuni mesi 6.l è andata svolgendo in questo giornale non può lascia.re indifferente eh.i. co me me. crede nella poesia Haliana come parte viva della cul– tura occidentale od.terna. Di– scussioni di questa specie raramente approdano a ri· sult.ati conclusivi, ma ser– vono a precisare posi:i!on i. Aggiungendo la mia voce al multan:me coro non mi il– ludo quindi per nulla di re– care un contributo decisivo o anche solo importante; intendo solo fare atto di presenza. E di eoniessione. La poosia - tanto nella lingua naUva che nelle al 4 tre lingue civili a ciascu• no accessibili - è qu,alcosa che ci riguarda tutti davvi• cino. Parlandone, siamo inevitabilmente condannali a sbagliare. a commettere peccati di unf-lateralltà e magari !&:se profezie. Do– vremo per questo rinuncia– re al necessario litigio? Giacché cli lite si tratta. an– che se velata dalle buone maniere. Mt sembra di no; e tanto per non rubare trop– po spazio agli altri interlo– cutori, passerò subito a of– frire le mie idee, allo stato più o meno frammentario in cui insorgono sotto la pressione delle istanze at– tualL Glauco Camhon nerei troppo alla svelta il tentativo di Pasolinl Le sue Ceneri di Gramsci con• tengono ge.sll aperti, spez– zature notevoli; non sono tutta cenere ideologica da spargere, domani, sul capo del penitente. Vorremmo solo UD po' più fuoco e me- no cenere. c) Per riavere poeti d1 stalura mondiale come Montale e Ungaretti biso– gnerà uguagHare il loro coraggio anziché imitare il !oro stile. Quei due non erano, non sono, arcadi. Le inquietudini polem::cbe di Quasimodo si giust:flcano in tale prospettiva. Natu– n!mente, il vento sotfta dove vuole e I rinnova– menti non possono essere conseguenze dl un manife– sto. I programmi valgono solo se esprimono un gesto Hberatore che d1 sé anima già una prassi poetica; serviranno cosi ad aggiun– gere coscienz.a, incentivo, concentrazione. dl Da Laborintu.s a Ero– topaegnia, Sanguineti ha compiuto un passaggio evo– lutivo che lo pone nel vivo della corrente. In LabOrin- ~~. un~voce esp~~:O astratto oscillante ira og- gettività ?-:portata allo sta– to grezzo e Idea pura; un rischio totale. bt Erotopae– gnia le emersioni fonnative che dànno luogo a visioni oggettive concentrate come il componimento n. 6. H o. 13, il n. H. Qui mi se.m• b:-a proprio che sa.ngu:neti sfa riuscito o. «usare• creativamente il linguaggio seni.a rimanerne sedotto (una minaccia insila nella qualità del suo poetare). Questi sono lampi di poe– sia esistenziale, s!ondamen· ti innegabilL Per conse– guirli, il poeta ha compiu– to un gesto antitetico (in quanto a direZiooe) ma pa– ri (-in quanto- a forza) a. quello di Mallarmé. La • antipoesla > di Sanguineti è un modo \.·.alido di tra– scendere, e quindi e rinno– vare >, la e poesia pura•· Direi pure che Antonio Porta, col suo oggettivismo dinamico (La palpebra ra. vesciataJ sia da seguire at– tentamente. Questi ultim.i arrivati (cronologicamente) mostrano di saper e andare oltre» !:i letteratura pa3- sando per la letteratura. e) Non perché Sangui· neti si sia v~bilmente ispi– rato all'esempio Iconocla– sta dei Canios- di Ezra Pound, ma perché una ~– tuaz:ione paragon.abi.!e si è delineata nel panorama an• gloameI"icano, dire.i che il suo esperimento (oggettivi– smo inclusivo; poesia in fie– ri anziché poesia e fatta •• poesia-allo anziché poesia– cosa) è parallelo ai feHd tentativi di Robert cree:ey, Den!se Levertov, Robert Duncan in America, e che la proposta estetica dl Charle:s Olson (• composi· :i.ione in campo magnetico •• cioè poesia aperta, propul– siva> può valere come de– fi.-tlz.loneesatta di tale espe– rimento in lingua italiana. Da notare che William Canlos \Villiams ed Ezra Pound rappresentano per questi poeti nuovi d 0 Ameri– ca (eterogenea.mente anto1o-– giz:za.U col e beatniks • nel– la r::i:ccolta. The New Ame• rican poetr11 a cura di Do– nald A.Ben. Gl"()\,-e Press, 1960) l'esempio normativo di un coraggio formale. Karl Shapiro si agita teo– ricamente nello stesso sen– so, ma con eQuivod tali da annullare il valore del suo gesto di protesta. n desti– no della poesia, oggi più che mal. coin,..--o1ge .ree non dico i.nt.emazionali, ma in– tercontinentali. Piaccia o no, siamo già in questo senso e cittadini del mondo•. I....? àue epigrafi sono dun– QC'? le unkbe novità accol– te nel libro che comprende tutte le poes:e. (tutte quel– le edite precedentemente in volume) del Nobel 1959, in Un arco che ve. dal 1920 al 1958 compreso: circa qua– rant'a nni di attività lette– ra.da che allinea non po– chi volumi di traduzioni che molto -probabilmente verranno a formare un li– bro a parte, o plù libri, di p r o s s i m a pubblicazione presso lo stesso editore. Di Salvatore Quasimodo avremo così l'intera produ– z;!one raccolta in volumi complessivi che. daranno il modo di conoscere p!ù age– volmente questo autore a quanti (tra i plù giovani) non abbiano potuto seguir– ne il lento svolgimento ne– gli anni de.ila graduale ma– turazione e delle accese po– lemiche che sempre distin– guono i nostri scrittori. Mentre continuano le tra– duzioni :n ...-arie parti del mondo delle opere di Qua– simodo (saranno ttadotte anche le ànlologie ch'egll ha CW'Bto in questi ulUm.i anni: Lirica d'amore ita· liana dalle origini ai nostri giorni e Poesia italiana del dopoguerra pubblicate en• trambe da Schwan), riipren– diamo • tutto Qua.simodo poeta.- e sfogliamolo tenen– do l'occhio alle singole rac– colte degli annl trascorsi e abbandonandoci. (al di fuori di un discorso critico già fatto varie volte) a que.:!che considerazione che a mano a mano ci viene di cogliere, come petali dalla marghe– rita od-!erna. (Anche utile per una scelta limitata di lettura è l'antologia curata da Roberto Sanesi per la cPiccola Fenice• dell'edito– re Guanda: Poesie scelte di S. Q., cui rimandiamo i più tret tolosi lettori). Le vecchie edWoni et ri– portano ad anni ormai lon– tani, a quando il poeta en– trò per ta prima volta nel– lo c.Spe<:cbio•, il secondo dopo Cardarelll Era il tem– po in cui Ed è 3ubito nra. costava sedici lire: ne con• servo ancora l'edizione, la oeoonda, del '-13, con il re– fuso di pagina 31, aUa fi– ne del secondo verso di <Sulle rive del Lambro• (capot.'Ol per capovolti i ve– lierJ nell'acqua.). Preziosi– smi ? Vane sottigliezze? Forse enche questo; ma è la constat.azJooe che .i:l No– bel ci è cresciuto tra le mani, in una scoperta con· tfoua di pagine, di sottoll- Era la scoperta assapcra– ta di immagini, di aggetti– vi, d1 fonnaz!one interna deJ verso, che si !ace'\"a su quel volu.'lle dJ Quasi.modo. Oggi potranno apperire e<:r me affermazioni scontate. ma la polemica non era an– cora alle porte, né erano aillorat! I tTlsti personali– smi e I crudeli epigrammi a intorbidare le acque del ruscello e.lle cui sponde bevevano gli agneUl docili e imperturbati. Un Hbro, una pagina, per noi giova– ni come allora eravamo, avevano un solo sfgni.fica– to: la carica di autenticità e di persuas!one Hrica che \1 si int..~vvedeva e nelle quale cl si maturava Anni facili in questo senso, e dt chiarezza poet!oa come pof non si sono più ver:.fi– cati.. t.o spettacolo dei no– stri e agnelli maggiori • (a differenze di quello eu! ci tocca di assistere oggi) era del tutto lineare, semplif!– cato nella sostanza oltre che nella forma dei rap– porti personali. O d U!u– devamo? Giorno dopo giorno: Qua– simodo a duecento lire. La collana dello e Specchlo > accoglie ore i poeti del no– stro tempo e non più sol– tanto quelli del no.stro pae• se com'era dlclriarato nel– l'edizione del volume pre– cedente. I tempi evolvono e la poesia con essi. SI am– pliano i confini della JXl· rola. Questa trova nuovi echi e figurazion-i non sol· tanto nella poesia di Qua– simodo, il quale non può più - a"J'enna - tornare nel suo eliso. Tramutato in C" operaio di sogni •• il poeta rima– ne e o diato, coi .suoi ver– ri, - u.no come tanti• hl una vi ta ch e più non è so– gno, salita com'è a trecen– to lire di quota. Con II /al.so e vero verde la quota è più che raddop– piata. Le e morte chitar– re> che aprono il Ubro ri– vivranno nella musica di Modugno. Quasimodo ha lame di acuminate parole nei suo i coltelli e le arruo– ta, co.sl com e arruola i suoi epi g:ram .mi che divengono più acuti d ei coltelli usati dagli uomini della sua raz– za, e non ne fa mistero. Dopo gU epigramm!, i. versi dJ • Alla nuova lu– na •· Piovvero su Quasi– modo chili di ritagli di stampa che gli riempivano !e tasche, e li mostrava in giro tra 11dlverlito e l'lro– apertura che toglierà mol· lo spazio per i due libri ''di guerra" dei quali mi sono proposto di parlare in questa nota. Il primo, il romanzo Pace a El Ala– mein di Giuliano Palladi– no. apparve app-J.Dto sul primo numero del Menabò, quindi è in certo modo le– gato. se .non altro attra– verso una prospettiva po– lemica. alle questioni (non tutte. necessariamente. fit· tizie) che si dibattono nella rivista stessa. In so– stanza il Cintioli assegna all'epica di guerra una funzione puramente docu– mentaria della e terribi:le misura naturale di dare o di ricevere la morte>. Non mi sembra che egli prospetti diversa poetica al romanzodi guerra con– temporaneo: la stesura che si è letta a suo tempc nel Men.abò del libro del Pal– ladino. che è un giovane magistrato e tu combat– tente in Africa nel corso de 11' ultimo conflitto, ri– spondeva fedelmentp a sif– fatta esigenza. e l'eviden– za. la terribilità, il furore. una certa atmosfera pe– rennemente allucinata of– frivano veramente al let– tore il senso della estrema ferocia: tutto ciò che ac– cade nella narrazione vi assume davvero valore di evento cosmico. Ma tutto sommato non si andava al di là del documento, an– che se il documento pren– deva in pieno il lettore e lo piegava alla rua sug– ji!'.estione. Ma il romanzo dov'era? Si può davvero confondere docu mento e romanw. anche a prese.in · dere dalla giusta condan· na di ogni questione sui a) L a distinzione tra una crìti.ca e storica> e una cri– tica e militante> potrà ri· schia.re di puzzar d'accade– mia, ep pure andrebbe tenu· La presente. Per e storica• intendo qui la ctltlca che si occupa dl consuntivi; per -----------------------------------------1 nico. Quei versi banno una piccola storta; furono se.rit– ti la notte del 9 ottobre 1957 e mi furono conse– gnati nella copia originale dallo .stesso poet~ =::: de– dica, il giorno !=e&Uente, giovedi. durante il pranzo. Erano destinati alla Fiera letteraria: sulla quale non sarebbero apparsi che il martedl seguente, cioè il 15 ottobre. Undici versi e non tredici come nella stesura attuale. Quasimodo, nel consegna.rmell, li trescris• &e. Quella copia tu quindi pubblicata, come si ricor– derà, sul QuoL!diano comu– nista di qualche giorno do– po, comunque prima che potessero essere pubblicati sulla Fiera, dove probabil• mente non avrebbero avu– to quel signil!cato politico che invece banno finito per avere, anche e.l di là delle e.tt: elUve intenzioni dell'aut ore. generi? La narrazione del Pal– ladino è riapparsa in vo– lume nella e Medusa degli Italiani > che Niccolò Gal– lo dirige per l'editore ).Iondadori in una stesura più diffusa e assai più - ci sembra - narrativa. il che significa che anche al Palladino sarà divenuta palese l' ins-..1.fficienza del documento o del documen· tario, voglio dire che an– che egli si è trovato di fronte al problema di una sua esperienza terribile e che per giunta non era soltanto su a. Anche se in questa seconda stesu· ra egli è rimasto legato a 11' impegno di offrire un'immagine estremamen· te obiettiva della sua vi– cenda, vi ha introdotto quegli elementi .che inte– grano }a ~sività quasi fo– tografica della prima ste– sura in un ·gioco assai più \ 0 1\·o di contrasti psicologi· ci, senza per questo insab– biarsi nelle Sirti angoscio– se di certo psicologismo disintegralo e decadente, lln diario di • • • prigionia e militante• quella pragma- tica, che azzarda lpoteche sul futuro. Questa seconda critica ha. il privilegio di sbagliare clamorosamente. 11 mio commento è: Pecca foTtiter. (Se smettiamo di e sbagliare • fini.remo nel museo). Le lucide disquisi– zioni dell'Anceschl in Ba– rOcco e N<>vecento ci per– mettooo, in sede e storica>, di precisare le continuità (nella discontinuità) fra poesia contempcranea e pa· trimonio avito. L'integrazio– ne prospettica è necessaria, eppure ci dà un poco da pensa.re , nell'Anceschl, la scelta (indubbiamente cor– retta) di UD termine come e istituzioni• per indicare le innovazioni tipiche della poesia novecentesca. Se la poesia degli innovatori di ieri è diventala e istituzio– nale >, si profila la necessi· tà di un'altra rottura. (Lo empirismo aperto di Ance– sch1 ne garantisce la possi– bilità in term.in.l del suo stesso discorso). b) Il non aver capito ciò ba portato il pur sens ibile Spagnolettl a esclude.re dal– la sua antolo gia 1959 poeti • aperti• come Vittorio Bo– dini o, in tutt'altra dire– zione, Edoardo Sanguineti (mentre alcune inclusioni rimangono discutibili). Per lo stesso motivo, la collana Lo Specchio di Mondadori è andata scivolando nella accademia. Si confronti il Anche Leone Sbrana ha voluto darci 1 suoi ricordi di prigionia con la pubbli– cazione di questo suo •Giorni che sembrano an· nh edito da Parenti . Un libro di ricordi che prende inizio dalla Grecia e si conclude in Polonta, allo Stalag XX. con l'arri– vo dell'esercito russo che viene a liberare con cun cosacco che teneva con una mano le briglie del caval– lo che gli camminava die– tro zoppicando ...•. Le pagine nelle quali non abbiamo trovato un refuso (segno questo della cura e della pazienza di Sbrana nel correggere le bozze) si raggruppano in ventinove episodi, uno stacooto· dallo altro: in episodi che po– trebbero vivere ognuno per conto suo, isolati come so– no nella loro logica e rap– presentazione. Un libro, quindi, non unitario (se non quel tanto che concerne più il tempo che la crono– logia) e che cl conferma una nostra vecchia teorta: cioè non essere passibile Il ro._-nanzo-ricordo men tre è realizzabile pienamente il Ncconto-episodlo-ricordo. La Testltuzione artistica suo tono prevalente con quello ben più coraggioso O di editori come Sciascia o et SChwan, o n Verri, e se ne m traggano le debtte cons-e- ~ ~ guenze. Ml sembra d'al- ~ tronde un po' affrettata la ~ > ?::quldazione sommaria di 11,,1, Quarta Gene-ra,iiOne da par• Q ~ ~ d~tal'f~ cria!;~i~:3Ù o i S§ ritratti su misura d1 ; g scrltton Italiani a ~ ~ cura di elio 6.Uppo accrocca - notizie :e a biografiche - con- ;! < lesslonl - blbllo• ~;:: graffe di poeti, g)~ narratori e critici gj paiono rannicchiarsi troppo ~ i comodamente nella e lette- .J i ratura >, voci come AU:reòo <"' Giuliani o Bartolo Catlafi O promettono avvenire. Per lo O stesso mot!vo, non condan- CQ 0"' ~= ->o SODALIZIODC. LffiRO ~ ~ * di FRANCESCO GRISI dei !atti è senza pretesa: non mira né alla autobio– grafia (malgrado che Sbra– na dica che si tratta di un suo quaderno di prigionie) né alla rappresentazione della psicosi collettiva dei prigionieri in un Lager. :Mi– ra, Invece., a raccontare semplicemente la triste e monotona vita trascorsa in quel tempo da prigionieri italiani, }ontani da casa, avviliti dalla fame e dal freddo. :Ma occorre subito precisare che questo libro di ricordi non raggiunge mai la coralità di chi so!· fre nello stesso tempo e nello stesso luogo (pensia– mo alla coralità di Tecc.hi in cBaracca 15 c.>): rimane invece ancorato ad episodi sporadici, limitati, nei qua– li la partecipazione Jegll caltri> all'avventura del protagonista non è com– mossa e senz.a riserve me è misurala, osservata, com– passata. Gli episodi si susseguono con un certo rllino crescen– te; iniziano con l'cOtto set– tembre• e vanno avanti fi– no alla conclusione, am• bientati i:l Polonia: nel La· ger, nella fabbrica o nel paese. Gll episodi si sten– dono come racconti nei quali, quasi sempre, Leone Sbrana !a la parte dello spettatore mentre un altro prigioniero recita e svolgi? la sua vicenda. Natural– mente le parte di spettato– re qui non si limita a guar– dare ma a intervenire con sensazioni, con giustifica• zioni, con tiflessi.onl e la parte del primo attore che. in ogni episodio, porta alla ribalta un penonaggìo, è legata ad un copione dove non si recite a eoggetto. I mlgllor! e p!ìl Indicativi episodi - a nostro avviso - sono cFuggire•, e.Le Ta– ga.zze italiane• e clncontro cot Russi•. u""Ugglre> è la storia di un prigioniero cdi Bari, della Siube di centro• 6cappato e poi ccostltuit<>– si in una ca.senna delta po– li.zia.>. La storia, in sé, è elementare ma quello che la rende interessante sono le considerazioni dei com– pagni rtmasti dentro, della fantasia che si sprigiona e che corre dietro questo giovane che, con la sua fuga, ha voluto cdar 3/0po aUc crisi che ieri lo ren– deva un'anima in pena utremamente irrequie~. e.Le ragazze italiane> è 8 racconto dell'incontro de.i prigionieri italiani con al– cune ragazze italiane pri– gioniere in un altro Lager. n racconto procede con gusto e con tecnica: comin· cle in sordina e cresce man mano, con i preparativi, COn il rac cogli.ere doni, con la hm.ga camminata, con l'In contro e. a.Ha fine, con la bella descrizione delle ragazze. ir.lncootro coi Russi• (lo episodio finale) respira in un clima alla cBuz.uth temperato però da un ve– rismo legato alla immagine del soldato russo che stan• co e triste. giunge con il suo cavallo zoppo: un sol– dato che quasi piange quando sta per ucddere il suo cavallo. Qui, in questo momento, la commozione è prorompente e Leone Sbra– na esce dalla convenziona– lità fredda (apparente cer– tamente) che 1-0 ba spesso legato per darci una delle più belle pagine. •Ora ne– gli occhi del IO!dato nu.,o s'è posato d'un trotto come un velo. La lucentezza me– tallica di quando poco pri· ma ci siamo incontrali s'è d'un tratto appannata men– tre si appressa al cavallo.. S~bra che cerchi qualco– sa con la canna della pi– stole che piega i lunghi peli s-ulla: tuta delle be– stia.. Solo la ragazza dane- 3e ha rotto l'immobilità del no.stra gruppo. Ha fatto un pa..sso o due indietro e 3ta con la: testa china. Ncn te– gu.itia.mo a ~sare il sol– dato russo come. impietriti s-ulla neve. Vedo d'un trat– to U compagno, ieri atten– dente in Grecia, che sta per irrigidirsi quasi in posizio– ne dl attentL Sembra che da. un momento all'altro debba portare la mano alla bu.stina•. Altri episodi sono da se– gnalare ma non lo !accia.mo pere.bé quello che si sem– bra utile sottolineare, per ultimo, è il clima umano, carico di doloroso speranza., che regge uomini e cose. Un clima umano nel quale 1 ricordi sono emergenti senza &forzo, con automa– tica 6e.1Dpllcità: un clima dove la speranza Oa spe– ranza che fa vive..-e in un Lager) è addolorata, colo– rata ln toni pallidi e con una tecnica morbida, alla RosaL Il libro si legge senza sforzo e senu fatica. Per fortuna un libro sen– za tesi da dimostra.re , sen– :za angosc!05e problemati– che e che si può leggere senza la matita in mano. E non è poca fortuna in 9uest1 tempi... Poi, La terra impareg– giabile ottenne il premio Viareggio nel '58. Il volume, variamente e«olto dalla critica, con– clude la recente raccolta di Tutte le poesie dj Qua– si.modo, une lettura da !arsi con occhio sgombro di ogni partigianeria e so– prattutto con coltelli privi di lame. Un e Nobel• \.-a rispettato anche in casa propria. 11,1111111n111111u1111111,111111111,, o ~~ Q: JACQUES DE BOURBON ~ :S ? BUSSET ~g ~ i ~! .;~ IO CESARE -:i ' "" Q @- I pcaderl seçctt di ~ < oi quel •aenio• che con~.:: - i:: ha mal c:c.uato d1 asc:ol· :S ~ !::!cZtansllbattitodclpro- gj .J : pdo cuore. o ';!? <"' z= ~ SOO.I.LIZIODa. LmRo ~?. lii------'!!~

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