la Fiera Letteraria - XV - n. 41 - 9 ottobre 1960

LA FIERA LETTERARI 'Anno XV . N. 41 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTJ E DELLE SCJENZE Domenica 9 ottolire 1960 SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO NUMERO L 100 DlRt-.:ZlONE. AMMlNlSTRAZlUNE: Roma - Via di Porta Cast.eUo.13. l'elefoai: Hednione 65~.481. Am.mJrustrauone 655.1&8 . PUBBLH;J·tA': Amministnwooe: • LA l''Ll=:H.A Lt.-;rt ~H.LA ,. • Via dJ Porta CastdJo, 13 . twma . J.'AKtr·t-·A: L. ISO al mUlimetro • ARRONAMENTI: Annuo L 4000. Sem~lre L 2..1&> Trimestre L.. l.100. Estero: Annuo L 7.000. Copia nretrate L 150 SpedlztC'ln• ln conto rorrente ,oo!'tale (Gruppo in Ct'lnto rorrente ~tal(. n 113"1426 J!ERBA J10LAtl 1 T 01a SCRIPTA HAl'EtlT * IPOTESI E TESI SU UN'ASSEGNAZIONE MANCATA * llB.TJ~'TI JTilLTl:lN:C Le allumacatureA Nessuno il "Chianciano,, Rallaele* Castello di e erta eri ti e a "___ ,...., , :::'::.?.:::-:::~~~·\~~R! ~ ~\~"' .... ~.. antologia 19z7 1960 * nali, che il Premio Chian- de giuria del Cbianciano in- sue poesie, anche se lette ro gesto impreveduto, rivo– Sarebbe istruttivo compilare un repertorio dei giudiz:i sballati tributati ad autori e a libri che non li merita– vano e che li hanno sbafati per circostan.:;eextracritiche di ENRICO FALQUI su opere del tutto cervello– tiche ed .ipotetiche. dì cu:i fosse allegata la ripro:iu– tione. si sottral!f'ebbe al sospetto che non si trattò di una atroce borla tote:.- ciano di. poesia quest'anno tende per l'avvenire cmi- da un Arnoldo Foà In in• Juzionario (coraggioso, ha non è stato assegnato. n Iionare • giovani,. poesia felice serata pec le papere scritto qualche giornale del milione in palio s'agglunge giovane. fresca. intende che ha preso e soprattutto giorno dopo, il cui inv1ato al milione dell'anno prossi-. riandare ai motivi ideali per le e p.arolet.te brevi• a Ch.ianciano, con. gli ami– mo, per decreto della giu- che presiedettero alla costi- che ha voluto gn.ziosamen- ci. aveva ostentatamente ria, a formare un molto ri- tuzlone del Premio e lan- le preporre alle liriche pre- cotoneggiato di e mancan– spettabUe gruzzolo: la tac- ciare a~ che confermare scelte per la pubblica ¾et- r..a di CGraggio•: ma le vie cenda sta diventanlo inte-- carriere poetiche, scopri- tura. Si, ne è uscita una del telefono sono miste– ressante, eccitante. E ancor re anzi che ricoprire, se cosetta, per così dire, da riose, e gli uomini pure). p:tù se. tenendo a mente non è troppo forte l'espres- domenica dell'Ena:l, come Perché Nessuno? Non è quel che ha detto Giuseppe sione. vi • erudisco - e - vi - di- una delle domandine facili Villaroel la sera di festa Per quest'anno, intanto, verto - il - pupe. Sarà una facili di Silvio nostro. o della (mancata) premiazio- ha vinto Nessuno. E' que- mia allergia, ma Sf~vio Gi- (conilnu;-; pag. 2) G !'0S30, pieno. gonfio ~ me una pigna. il nuovo · tomo in cui Mario ?.raz ha raccolto, sotto l'emblema– tioo titolo: Bellezza e biz· z.a.rria (Saggiatore, l\{ilano, 1960), un'ottantina dei suoi eruditi e stravaganti ne dell'URSS. è decL:c::ata alla sublimazione dei ma– lefid e dei sortilegi del· 1·arte astratta. sotto l'egida ài papa Lionello e del suoi devoti officianti. Men o male che quaJehe campione ee lo ha trascelto ed esi– bito Vfrgilio Guzzi. lungo una rer:ie di articoli sulla Biennale vene:tfana. do~ ~t d!n~~:.~ o;~oeb~~~ 0 i ~o~ ca~Jat~iL:r- ~~':rri~:!ri~~~ q~:~~ .---------- naz;onale? conati del dilettantismo e rino Parenti. al quale so· claSS<>,simpaticone per me- QUASI UNO SCANDALO QU6le mortificante e de- del ~nicismo troppo a hm- no anda!e le centomila li- stiere e forse per voeazio- e e.!:ze'\iri '"· tacendo prece· ciere da più ampi d.."sco."'\Si tre dei quattro raggruppa– menti. artistici aritio:i e de· .scritth-;. in cui ne ha rioc– dineto la materia. costitui· sce un otUTlo repertorio ciegli interessi e delle cu– riosità. degli estri e delle indagini. delle civetterie e delle pedanterie. che fan di lui un instancabile fan– toisfate, sempre in bi::ico tra ramO!'e per le Muse e J'attratt..~a per i Mostri. (continua a pag. 2) go imperante - ha detto re del Prem;o Opera Pri· ne. U quale sembra esista ALL'ULTIM'ORA apposta per dimostrare che della toscanità è rimasto nulia più ehe l'involucro, n cellophane sonoro: e ci era anche Silvio Gigli, al· la serata della prentlazio- * Chianciano la saldezza dclle idee raf– forza e ,t:ppUn-tisce la for– bitezza delle espressioni (Cfr. Il Tempo. 18 giugno. l. e 28 luglio. 9 agosto 1960). E piacerebbe che tali acticol\ venissero rac– colti e conservati nella cor– nice di un pamphlet, atto a documentare come il Guzzi. al pari di pochi altri (spassosissimamente ne, regist<l della sua ver• Senza pace ve a fuoco di paglia. :\la in queste seicento tl pugnace Bartolint nel ampie pagine (ve.ntiisei del- Giornale d'Italia del 16·18- le quali sono fittamente 25-28 g:ugno e dell•s lu- occ:upate dall'indice dei no- gho. nonché nel Borghese mi. c.lle vi fornticolano fino del 30 giugno 1960). non a traboccar sui margini) si sia lasciato incantare noi vogliamo agi lirrutarci dalle sopraggiunte tecni· ,a sottolineare quelle sulle che, etiche. esteti<::b.e e pro- abe!Tazioni e balordaggini. blematiche della < sofie- astru..~rie .. e sofisticherie. renza • e dell'c angoscia>, tanto più pretenziose quan- della e clisperazione > e del· to più oziocse. alle quali è l"c espia.1.lone >. Ou, doma· noiosamente pervenuto, di ni. a luminaria spenta e a a:rzigogo!o in arzigogolo. Il scalmana sedata. si ritro- linguaggio deHa critica nel vasse sotto gli occhi le settore dell'ar,te astratta O citazioni trascritte a ri- GIUSEPPE PIRRON_E: « Cantico delle cccature • C'è da dire. almeno a s-:usa di Foà, ch·e non ave– va poeti premiati, di quell-1 da assegni grossi perlome– no, da declamare,_ e che i l-ibretti concorrenti al Pre– mio Opera Prima li ha avu– ti, anche quelli, solo allo ultimo minuto. Ra dunque dovuto leggere poesie di novizi e scelti., questi e quelle, alla rinfusa, tanto per riempire la serata. per giustificare la sua presen– za: era una pesca difficile. e'è da riconoscerlo, e ha fatto In fondo del suo me– glio. I giudici gli hanno giocato un brutto scherizo: in pratica, s'è trovato a dover leggere ta poesia di Nessuno. La colpa è 5tata nonfigurativa. che a giud1- ";~prova~~di~-~(liudt·~iZl~·~a~pol~·:og~eti~·:o~· -==~=============::_:_:_:_:_:_:_:._:._:_:_:._:._:._:._:-:::====-==:: ~dr~a~~~~ ---------- all'a,,te. compete l)."Oprio a PROGRESSIVA DECADENZA DI llll"IIIIPOIITANTE ISTITIJZIONE quell'arte che. nulla do- ~=~ ~= :· :a~ * ~?~ 2 :S~:~ Necessaria una rifor111_a natura>. ~{;~~~r~Éi/~ del Fe~t1·•ral del Teatro flgurattd né culturali. qua· ~ W Il M:nistro del Turismo e del:lo Spettacoio prof. Fol· chi ha recentemente an– nunciato una riforma della Biennale VénMfana. Que– sto istituto. che è indub– biamente il più importante della v.ita artistica naziooa– le anche pé.r le sue tra· dizioni, comprende la Bien· nale delle a:-ti tigurntive - dalla quale deriva il s.uo nome -., la Mostra tnter– n,azionale d'arte cinemato– grafica. il Festiv3:l mia:– naziona.le di musica e tl Festival internaz:ionale del Teatro di prosa. * di GIQl'A \ltl'I CALEtl'DOLI E la premessa di questa ri!oma non può non es.sere che una reinleg:I'3Zione del– le competenze della Bien– nale ed una loro nuova e più p:-ecisa detin.izione sta– tutaria. la quale tenaa pn?· sent.1 le nuove istanze pro– poste negli ultimi decenni dalla vita artist~ e cul– turale nel mondo. Nel quadro di tali con· siderarlon! generali deside– r.iamo più particolarmente segnalare la situazione del Femval fniemazionale del Teatro di prosa. che delle ea!'enze ve.-jficatesJ pro– gressivamente nella Bien– nale, spas:so nooos'"..acte la buona vo.. ¼:>ntà e l'intelll· genza dei dirigenti (e non di rado addirittura a lo– ro dispetto), cos'.;itu.isce l'esempio più palese. Da v-arie eàlzioni armai. anclle per l 'insufficie.nz ;a dei m.e:a.i eronomici dei quali dispone. il Festival com– prende, come quest'anno, quattro o cinque &l)eliaco– l.i: due di -essi sono sem– plicemente e anteprime ► di normali spett.acoM obe le compagnie o i teatri stabili invitati alle.sti:scono per la p.~ria stagione e due so– no spettacoli di compagnie straniere modeste. anche se polemicamente non ~a– SOUI'abLi Bisogna ones:ta– !'llfflte riconoscere che a questa serie di rapprooen · t.azion1, fo...-z.atamen~ etero– genee anche per la loro es.i· guità. non può attribuirsi la impegnativa etichetta di e:: Festiva:.1 in-:~iona..i-e ,. del Tea~ di p:osa. GD orga:nizutori deJla manifestazione (e anzitutto l'infati<:abile Adolfo Zajotti ehe oe è il di:-ettore) ban– no tentato di da!l'e un senso a questa ~-era rassegna, ott.re: ndo negli ultimi anni un·antolog:a del teatro di avanguardia europeo. Ma l'esem,plificazione è st,a,t.a t.""Oppo diluita nel tempo e troppo ocçasicmale per ri· vestire 1.a1 valore o.:-ganlco ed effettivamente sigt).ifl– cante. L:i. verità è che il Fe.rtiv.a.l internazicnale del teatro cli prosa si è sempre più ro– dotlo e ùstretto. perdendo via v;a alouoe delle su:e caratteristiche essenziali. derivanti dalle prerogative del:la sua sede eccezionale. Una di talì èa:iatteri:stidle ~a quella degli spettacoli goldoodeni all'aperto sullo sfondo degli scenMi procu– rati dalla stessa a."'Chitet-.u– ra cittadina di Venezia. Chi potrà mai dimenticare le illuminanti prop:,5\e !at– te da quel geniale regista che ero. Renato Sttnoni? Ebbene questa tradizione è stata abbandonata e ncn riesce a oomprende.-sene la ragione di fondo. Negli anni BCOrsi. in.fine, si è praticamente conseoti– to che un'altra istitunone similare, anche se dh•erne· mente strntturata., il < Théàtre des Nalions > di ~- acquistasse presti· gio internationale a danno del Fastiv-al veneziano e nulla è stato ~~o perché fosse stabilito un equilibrio f:Ta le due mani– Ce:s-tazioni Anzi. proprio mentre il < Théà.tre des Na– tions • s:i conso:l.ida, va, il Festival veneziano era co– stretto dentro limiti sempre piÙ angcstl. P.obabilmente la e for– mula • con la quale a suo ternix, il Festival venez:iano è sorto. cioè quella coosi– s<ente nel present.re una serie di spe:Hacoli scelti con uo vago criter.io anto– logico. oggi non risponde più alle esigenze di 1.ma (oontinua a pag. 4) Il libretto vin cl tare del Chianciano Opera Prima: e Parsi uomo • di Luigi Sarzano, l'han 'ri.sto in po– chi prima e dopo il premio. Finalmente una copia se n'è potuta rintracciare, a Roma, e quale non è stata la nostra sorpresa nello se.orrere la cartolina con cu1 il giovane autore st au– topresenta al lettore. Essa dlee, tra l'altro: e Un altro lavoro dell'Autore, I grilli intorno alla casa, Giornata Teatrale. verrà presentata (sic!) il 13 aprile 1957 al Teatro alle Maschere di Milano dai Rabdomanti •· Cl ba colpito quel « ver– rà presentata • che, senza possibilità di equivoci, po– ne la data di stampa del libro di pOC$tc ,ineitorc a Cblanclano prima del 13 aprile 1957, ossia ben più di due anni prima del 16 loglio 1959 giorno a parti– re dal quale l'opera di poesia è considerata vali– da agli effetti statutari del Premio. Ci dispiace, ma sembra proprio che U candidato su ca1 sono finiti per conver– gere J voti della giuria su– perstite, dopo che n grop– po romano era ripartito dopo U soqquadro, fulmi– neo come eca gilmto, sem– bra dunque proprio che sia stato ptcmlato con un vizio dJ procedura che potrebbe lnficlare la stessa vaUdJtà del riconQsçlm.e.nto, C'è da notare che U libro del trentatreenne San:ano non presenta ln nesswta sua parte la pur necessaria data di stampa, certo per una dlmentlcanu de.Ile Edizioni Fuortrnura, Tori– no, via Baveno 47, presso, Je quali è stato composto. Le edirlonl Fuori.mura non debbono esse.re gran che pratlche dl procedure li– brarle., e neppure. addentro ne.l più moderni sistemi di diffusione e propaganda, se una nota al volume pncl– sa, con stile casalingo e un po' demodé: e A chJ se– gnala tre acquittntt cuJ in– viare ti libro, contro asse– gno o ln altra forma cli pa– gamento, viene mandata una copia in omaggi.o con firma deTI'autorre su Le pagine dell'amicizia messe ln appendice al vohnne •· le discorso potrà mai es· s&e azz.w-dato dalla or-ìtica di. una siffatta arte bruta? Non più, certo. quello fon– dato sulla antica ns,x>n– denza t-ra pittUTa e poesia. ut pictura poe.sfa, nrirante e a tradurre in parole la opera del pennelli e degli 6Calpelli ►• E neppur più quello afficfato ai descritti· vismo SO'\"T"aC'CaricatO&i di iSU-pplementari e accessori o:-namentali > o al descrit– tJv.:smo ternrcizzatosi e li– ridzzatosi fino a cercaT cli e con.ft ..,,<71.rarsi n stile che adombra quello dell'ogget– to descritto•· In mancan– za d'ogni riferimento logi– co. a quelJa critica sarà consentito di dtre cOn più -approssima7.lone, o magari solo di adombrare. non g-ià ciò che quell'art-e è. ben.si ciò dle non è. E. per ren– dere chiara e persuasiva l'osservazione con la !orza de.gli esempi. Praz ebbe buon giuoco sfogliando e spr.ih.tu ;roando il Catalogo d e l I a XXIX Biennale. Q-Jelle larghe citazioni. in– ser.ite e consolxlate nella compagine di un vivo com· mento malizioso, rimarran– no testimoilianza di e una enfasi li-rica > che inutiJ– ment.e si sforza di e ani– mare una serie di rilievi che vorrebbero essere di natura tecnica • ma che solo riescooo a sciogliersi. come nebbietta. nella sug· t:estk>ne di un'allusività ine!tabne. dove l'c urgen· za • e Pc is1anz.a•• l'c ac– cesa emozione• e l'c anti– ca sapienza >. le e ori$ni • e il < mito •· dispiegano tutte le loro \tirtù mista– gogiche, att.. -a.ve ~ un lin- L'OTganismo è di com– plessità irnponeMe. tanto che varie alts-e istituzioni più recentemente sorte - naturalmente di caRttere parziale - hanno tentato di sgretolar-lo. sottraendo– gli qualche competenza ~ qualche iniziatitva. ~on ':' esch.&> die in alcun1 caSl organismi più snelli e pjù giovani. animati dall'entu· siasmo più brillante che, specialmente in Italia (ter– ra di geniali iznpro\"Visato– ri), è p."'0J)rio di rotte le partenze. abbiano potuto ottenere risultati più con– vince.nti dì quelli offe!d dalla stessa Bieaoaie. Ma sarebbe. a nostl'o av– \'tSO, un gravissimo ert"()l:"e dedu:rn-e tI"OplXI affrettata· mente da queste ~ienz.e che la Biennale ha esau– rito il suo ciclo vJtale. An– zitutto la sua tradizione è una piattaforma solidissima e la sua seòe, la città di Venezia. è insosti>tuibile se si vuole. come è opportuno pe:- la ourtura italiana, che !"istituzione abbia nelle sue manifestazioni 1.ma rìso– na.nza effettivamente inter· naziooale. I fonda menti del giudizio estetico ~~com~iz~~~i~aso~cll! doviziosa sace-rdote.._~a Gug– genheim, non rifugge dal rivelarsi e piutlos.o ade· rente alla soddisfazione di !unzioni fisiologiche che alla va!utazione di opere artistiche,._ ?\la se una scorribanda nel Catalogo della XXIX Biennale offri al ?raz. sen· za impiego di perfidia, tan– .ta t'isibiJe abbondanza di ezempla elocution.um sul– l'arte astratta. quanta mag– giore e più accesa. più esa· sper-ata. più invasata pro· fusione g l i e n e a\Tebbe messa a disposizione il Ca– talogo della XXX. che. dal· l'It.al!a al Giappone. con ?a sola cartellonistica eccezio· Dunque. secondo la di– rettiva esattamente indka– t.a dal Ministt-o del Tu:-i· smo e dello Spetitacole. bi– sogna non a'\"\- ili.re la Bien– nale. come purtroppo in più di una occasione è stato ratto· ma procedere ad una inteÙigente riforma perché l'istituzione riacquisti la sua vitalit.à e possa s-.-:ol.· gere in fonne adeguate ai tempi !'0 !Qla funzione tra– d:zionale. che è cli aHo tn· te.esse per la nost:a poli– tica a~istiea così su un piano nazionale come su un pjano internazionale. Al tempo in cui Il Po– polo, allora diretto da Ro– dol!o Arata e per miziativa di lui, promosse un collo– quio 61.1 I fondamenti del giudizio estetico, parve a taluno che si trattasse di divagazione presuntuosa o, almeno, incongrua, se com– misurata ai fini temporali ed alta clientela dei quo– tidiani, come se l'uo,no, costretto e informarsi gior-– no dopo giorno per non ve– getare, DOtl potesse lnsie-J?~ formarsi secondo. principi studiatamente omogenei. 11 giudizio esteiico, che ri– guarda operazioni dello spi– rito eccezionali e tendenti all'assolute, può davvero essere accolto eome tema giornalistico, accanto al bollet~no meteorologico, al· le notizie delle Borsa, alta cronaca citt.adilla? PTop1'io fn questi giorni. in mezzo all'orgia olimpia– ca. ci siamo accorti che nesStJno è sordo alle cor• rispondenti sollecitazior'U * di VLADliJIIRO CA.JOLI estetiche, alle visioni di bel· lezz.a, all'idea della forze ingentilita e controllata; e at►biamo capito, che un me– desimo spettacolo puè col– locarsi nel no&tro spirito paganamente 1 perciò desti– nato ad esaurirsi con il piacere che procura, o re– stare come idea suscettiva di tutti gli sviluppi, le speranze, forse le illusioni, ma anche le consolar.ioai di cui hanno blsogno gli anonlml lettori dei g!ornaH, quento i più celebri pensa– tori ed artisti. Perché dun– que nella perenne olimpia· de dell'arte., della lettera– ture e della poesia, che a ben riflettere sono quoti· diaoamente applicate e tre• quentazioni di massa. CO· me il cinematografo. la ra· dio o la televisione (per ta– cere degli stessi giorneli. che nei casi migliori sì sforzano di raggiungere una lofo dignità estetica), perché non dovremmo tor– zare alla consapevolezza. alla riflessione e alla rice.l'-" ca, tutti coloro che ne rl· fuggono 50}tanto per pigrl– zia, e non perché siano ve– ramente ,eostituzione.lmen– te estranei? Si riveda, a distanza di anni, il dibattito promosso dall'Arata, raccolto nel vo– lume del cappelli (e I fon– damenti del giudizio esteti– co•• Bologna, 1960), e si concluderà che gli 6critti. allora sollecitati con appa– rente fretta gJoròalistica, non hanno niente di cadu– co, proprio perché non na· scevano da improvvisazio- 11i, e perché si rivolgevano ad un'intimità del lettore. torse ignota al lettore me-– desimo. che tuttavia ogni giorno è impegnata dal problema estetico, non me– no di quanto sia impegna– ta da quello econonùco. Di– rei anzi che i giudizi ri– guardanti il bello o il brut– to sono tra i più frequenti e. 6i noti, fra l più disin– teressati che si ascoltino nella giornata dell'uomo comune. E se considerie.mo tale giudizio per quello che è: l'effetto di un incontro casuale tra l'uomo interio– re e il mondo che gli si offre dall'esterno, non si vede perché il giornale, che deve appuntt> registrare le avventure quotidian~ degli UOrRtnl, non dovrebbe oc– cuparsi del giudizio esteti– co cosi diffuso e frequente, per lasciarlo soltanto ai fi– losofi, che son sempre di necessità poc& comunicati– vi e resistenti ad uscire della setta. L'Arata giornalista e ln· &eme filosofo ha costretto i colleghi in giornalismo e in filosofia ad uscire sulla piazza, ha detto loro: e Hic Rhodus, hic salta•• ed be ottenuto di far interessare a prnblem.i tecnici, anche coloro che vedono e giudi– eano senza sapere che ne dipendono strettamente. Quali sono i risultaU? Alla domanda, si può ri– spondere nel modo sugge– rito dalla presente condi– zione di Rodol!o Arate., che dh-ige le sorti della radio– televisione italiana. Egli, fin da allora, dimost!'ava d'intendere l'attività esteti– ea come un fatto che non si esaurisce all'origine. cioè alla produzione: un fatto che è completo wltanto al– la ricezione. Voglio dire che., come non si immagi– nerebbe una rad.le o una TV In un mondo privo di altoparlanti e di video., ove la cosa prodotta non giun– gesse all'ascoltatore o allo (continua a pag. 2) Uno sperimentatore irrequieto le cui « amicizie pericolose », da Ialapar– te a Ungaretti, da Moravia a Prato– lini a Sartre, non ne hanno fatto un pittore letterario anche se la letteratura è il suo bel pericolo * di GIA.l'CARLO 1/IGQRELLI Raffaele Castello., da ragaz:ro, Vedeva Gorki p,as• sare in ,paglietta oot\O il sole di capri, e ne era esaltato. Di anno in anno guardava con venerazione gli altri scrittori residenti a Capri, da Axel Munthe a Nonnan Douglas e imparò a frequentarli. Più tardi diventò il grande confidente di Malaparte; e da Ungaretti a Moravia ·a Pratolini, da Sartre a Vailland, a Peyre.fitte, chiunque viene a Capri fini· 6ee a godere della sua amicizia. Amicizie pericolose, dirà qualcuno: perché è fac'ile, per un pittore amico di !etterati, essere accusato di ,letteratura. Inoltre Castello ha riempito decine di taccuini di note, dJ schegge. e tiene nascosto un quaderno di poesie che Malaparte voleva stampargli: la letteratura. quindt, è davvero il suo bel pericolo; ed lo, anzi, bo il sospette che quando Castello, tra il '36 e il '50, in· terruppe o quasi U suo lavoro di pittore, ella radice di quella crisi, oltre qualche segreta ragione, deve esserci stata anche una forte tentazione dl lasciare la prima vocazione di pittore per una seconda voca· rione di scrittore, e il sospetto mi è ribadito del fatto ehe nel suo tStudio ho veduto alcuni dei pochi quadri di quella crlsi, e sono tutU cletteTati>, come egli stesso ammette, mitologie sll.lTeélli. trascrizioni oniriche, trapianU di letture. Ep_pure Castello non è per, niente un pittore let– terario o intellettualistico; o quel poco che può es- 5ere U tradizionale artista meridionale, e per di più napoletano, i9tinttvo, passionale. retorico. La sua letteratura è la sua educazione atavica, è la sua civiltà coinnestata. Quello che è certo è ahe per lui, la poesia è il contrario della facilità; e la pittura, in lui, è il rovescio delle sentimentalità. Non è ma.i steto un improvvisatore, è sempre stato un esperi· menlatore, ma non nel senso gratuito d1 tanti odierni sperlmentallsU (scrittori o pittori.) cbe passano da un'esperienza all'altra per azzeccare quella che spa• lance subito il primo successo e U primo mercato. No, Castello è uno sperimentatore irrequieto. proprio per– ché ba nel Mngue un grumoso incrocio di valori, come può averne la sua isola a civiltà stratificate, e sa che per l'artista di ieri il merito era di risolvere quel valori, ma sa encbe che per l'artista di oggi sarebbe un demerito risolverli senza prima averli decifrati, magari contaminati, addirittura 50vvertitl Un visitatore.. infatti, di fronte a una mostre. - come questa - antologica, che PntSenta Castello nei suoi cicli diversi, può sospettare che egli si sia via via aggiornato sulle varie esperienze di pittura mo– derna che arrivano e ondate qui in questa Capri cinternazionale,,, anche durante l'autarchia fascista. E' vero, invece. il contrario: castello ha lasclato•pre– sto, in gioventù, la sua isola ed è andato a met"\ersi nel vivo di alcune esperienze capitali della pittura de.I secolo. Tra Parigi, Varsavia, Diisseldorf. Colo– nta, negli anni 1928-1933 castello -è stato amico di Kandinski, di Mondrian, di Delaunay, di AI"'p, di Brancusi, di Klee, di :Mirò. di Zadkin, di Stage\VSki. tutte lnsomina le avanguardie slavo-germaniche. Non a caso le sue prime compcsizioni <Utratte risalgono al 1927, e quest'anno, alla "Strozzina• di Firenze, Ragghianti ha magistralmente presentato Castello in quella sua ignota, e cosi valida, preistoria. rivendi– C'!ndoglt non poche anticipazioni o comunque talune ricapitolazioni. Ma qui mi fermo, perché io non sono un critico d'arte, e non voglio andare Cuori dal s-em.fnato. Non se.Az.a rendermi testimone, e ,•orrei osare d'essere ga• rante, della segreta, prog-rediente, attiva unitd, che percorre tutto il lavoro di Raffaele Castello. Benché le sua opera presenti tappe. e maniere. apparente-– mente divergenti, alla fine se ne intravvede U lega- :e e:ae un;•==~~n ef~~i~t:;~ i::=; ~:m~~: traddizione. ma cosciente e razionale cospirazione. tanto è vero che egli he un po' sempre amato sto– ricizzare la sua pittura non tanto secondo }e mute– voli risorse o tattiche tecniche, quanto proprio 5~ condo le costanti spirituali, a riprova dell'antisperi– mentelismo che ha sempre guidato le sue molteplici esperienze: irrequieto U pittore, ma salda e savie la sua pittuxa.

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