la Fiera Letteraria - XV - n. 39 - 25 settembre 1960

Pag. 2 L~ FIERA LETTERARIA Domenica 25 settemhre 1960 RJI.TRATTJC TE.2".JPO PROTAGO ISTI Ml ORI ELLA CATANIA PRtm DEL SECOLO conto • Ritorno a ca.sa~ ) e 'J)enaoso dei de.srini deU'ln– diu (di cui intravedeva Profelicamenle un fu.turo di li~ertà pur se dolorosa) fondo la $CUOla • Vi .. u:a– Bh4rati • ( • La voce u.ni– vertalf" •) per Tea.li=arè attraverso • unn collabora– zione con. spirito fraterno. fuor d'ogni partito politico e d'ogni confe.ssione rcli– giosa.. la ilbe-rrà il cammi– no lungo il vasto regno dell'uomo• per allargare e l(l noa:tra cono.tcen=a del– l'unitd dello .spirito nelle differenti razze umane». L'oJ)(!Ta di Tagore va riguardala co.s.ra.ntemenic sotto questa. luce; poeta del suo popolo, delle we on.sie religiose e di bellez– .::a.. egli ne è in.riemc il pro/~ta e l'educa.rore, im– maqm .e e. arto e tumultuoM del pa.ta: ato e del futuro deli'!ndia. Il card11cciano BonteDtpelli ''Occhiodibue,, di ~ICOLÒ SlG I LLlXO "'!~z~l~n~~~R~ J~{ 0 si:;~~il~ f.i~caoc~ir~~~~e~I~~ limo romanzo - Occhiodibue s.agace avid.a e lirica curio– (ERS Editrice in Roma, lire sità la vita affluisce come un l.CIOO) - è ambientato a Ca- mistero variamente prodiaio– lania primi del secolo, una so. Egli è posto al centro Catania minore ufficiosa e d'una vicenda che parrebbe folcloristica oclle cui ma.nife- qua e là inverosimile se non sco umoristico, nello stesso momento in cui si sente irn– pca;nato al drammatico cd all'amaro; volto com'è ai fal– li, talora procede draslico, oppure sfrutta sagacemente un suo impressionismo ncr– \·oso e piccante, solido e im– maginoso. con tendenza allo schizzo, ad una succosa ca.– leidoscopia nella cornice del documentario essenziale e mordente gono nottate da saba che olTtndercbbcro anche uno spudorato se non ri sentis– simo, appunto, l'indiretta prcscnu morale dello scrit– tore. la sua medesima pietà cristiana che ,'l sovra.sta idealmen:c e che può dirsi il crisma e1ico del romanzo. I rempi .sono cambia.ti, si dirà e l'Europa no n è l'India. Che bUoano c'è di poeti educatori 11: profeti? Abbiamo le ,cuole Mon– tessori e profeti d'ogni qua.Wd. Ci. umbra che lo e:rore .sia proprio qui, nel ritenere che l'India .1ia sol– tanto una realtà storica e geogm.jica e non invece, come è. una dimen.sione de! nostro animo e della nostra dviUd; nel. pensare di poter kuciare a tecnici e .specialhti il compito di formare una nuova co– scienza. ciuile, abdicando a respon.sabilitd che ronzo più son.o di tuui - e degli uqmin.i di cultura in par– ticolare - quanto più i tempi "°"'° incerti e in– qu.ietf. Il vero • tradimen– to dei chierici » è proprio questo e iolo auumendo apertamente, senza. confor– mi.smi e timori. le proprio responsabilità civ:i.H, si ror pCTa 14 aterUe con tra.ppo-– .si.=ione di e d.i.sponibilitd » e •impegno», liberando al tempo stcuo la decisa vo– lontà, che ognuno non può non .sentire, di contribuire al rinnovamento di una ei– vil<d che Ti.schia di e.sau– rirri nell'indifferen.:a e nello squallore. Poericl cittile, dunque? Non queaco ci intereua. ma che gli artisti sentano come proprie e fondamen– tali quelle re.sponsa.bilird civili (e diremmo meglio ancora .-sacerdotali, e .-pro– fetiche» se troppi termini del nostro linguaggio non fouero stari frrepa rabiJ– mente logora.ti datl' abu.so che se n'è fatt o) ch e inu – tilmente si tenta di addos– sare ai politici o ai reli– giosi. Quel che conta non è iI voler cantare le ceneri di Gobetti anziché le ba– lamtrate di brezza ma il sentirsi co.scientemenre im– mersi nel proprio tempo e coscientemente farne pro-– prii rutti i mali e le spe– -raru:e. Le vie d'e,1pTeuione verranno poi, naturalmen– te, e potranno anche con– traddire la primitiva vo- 0..1...-io-ne: ma quel che con· t..a. opgi. non è che i poet.f siano dieci o mfUe ma che tutti si ej:ca indenni e in– tegri daqli abl.ssi del tempo presente. Forse cia.3:cu.nodi noi era nato per un'aura speranza, fo'TSe, in un mondo diverio. la. no.1tra sarebbe stata .sol– tanto una fun...""ione di sal– da.tura tra un'epoca e l'al– tra, ma in que.sta situa...-io– ne non pouia.mo limitarci a compiere una funzione di .saldatura (e saldare che, poi, con che cosa?): oltre le singole i.'OQ'.J.Zioni ne e.tbtono r.alune, ri è detto, detenninate dalla silua...-ione storica in cui si vive. Anche se eravamo nati con altri bi.sogni dob– biamo 0,$.SOlvere ad un compito che. nella misura in cui non appare nostro al no.stro egol.smo e alla no– .stra indiffeTenza, è invece profondamcn te neceuario. ANGELO NARDUCCI La conclusione, a\'\'Cnut3 lo scorso luglio 31 Verano di Roma, dell'av,·entura umana di Massimo B ontempclli, ri – propone alcune consid erai.io– ni di ordine genera le sull o. natura e sui limiti della sua opera di teorico e di scrit– tore. che si s,-olse in una epoca a noi vicinissima, tanlo difficile a dcfirtirsi e tanto complessa e \·aria di moti\'i culturali, polemici. politici. Lo sc'rittore comasco, na10 alle lettere con niente da d_irc, .~ndo il duro aiudi• zio. d1 Piero Pancrazi, si in– sensce rumorosamente e po- lemicamcntc nel mare ma– gnum deUe nostre lettere di Questo primo cinquantennio del secolo, ripercorrendo le più \'arie esperienze culturali - quando da impaziente adepto, quando da acre e po– lemico no,,atore - dal c:ar– ducciancsimo al futurismo e al novecentismo. Sostanzialmente, però, cali si tenne radicato ad una per– sistente tradizione a carattere aulico, classicista e carduc– ciano (che \·olle inncn·arc di spiriti apparentemente nuo\"i e "h,aci). cosicché ci dà la sensazione che con lui sia scomparso l'ultimo discepolo della splendida scuola di Giosuè C:lrducci. Il Bontempclli esordl in poesia carducciano tout coun (Egloghe, 1904; Sewmari e Sonetti, 1904: Verseggiando, 1903; Odi siciliane, 1906: Odi, 1910) a parte qualche debole variazione tematica pascolia– na e soprattutto dannunzia– na. A questo punto parrebbe concludersi l'ambWone di BontempcUi - poeta (se si esclude l'esperimento futuri– sta di Purosangue, del resto quasi concluso in sé) cd egli sembrerebbe liberarsi dalla ipoteca carducciana; sia scri– vendo quel suo libro di pro– sa, • Sette Savi» del 1912, col quale si inizia la nuo\'a ma– niera, quella propriamente bontempclliana, che lo scrit– tore definirà. nel 1~27 del • realismo ma2ico •; sia ri– pucliando, succcssi"amente, la produzione • carducciana •· In effetti il caduccianesimo di BontcmpeUi durerà tutl.3 la vita. Il 1910 lo a\·e\·a visto bat– tagliare (invero alquanto mal– destramente, ma con quel co– raggio che del resto non ali "enne ma.i meno nella "ita) in posizione anti - Croce, in quella che a.li' aprirsi del nuovo secolo venne definita piuttosto enfaticamente, I~ • polemica carducciana • (I) con evidente riferimento a Quell'altra - la classico - ro– mantica - che aveva aperto il secolo precedente. In ap– parenza la contesa era ]lrO o contro Carducci critico, ma in effetti porta\.l in sé no– te,-oli precorrimenti di una antitesi Carducci - Croce, che col volgere dcs:li anni si \C• niva approfondendo e deter– minando come antitesi di ge– nerazioni e di culture dh·erse. L3 difesa del Carducci, as– sunt.a allora dal Bontcmpclli, era la difesa di un idolo sacro, condotta con amore acritico: Carducci, rfrelerà. in seguito (2) Bootempelli, era una bandiera; egli aveva e anzitutto il significato di una necess.ari3 consacrazione uffici.aie dello spirito politico dell'Italia unificala, il quale - a\'endo bisogno di una sua retorica - la trovava colà facile, a &rossi tratti, ma in– timamente ancora salda». Carducci era inoltre l'am– miratissimo maestro, che ac– compagna lo spirito del gio– vane avvolto di lucide nubi, il quale • non sogna nuJJa di più sa,'lo che perpetuare in sé l'atteggiamento e il gusto dcli' antichità• (ibidem); il il Maestro a cui si guarda con ammirazione, tacendo, • fisi nel gran concento»: Lenta era l'apra e tardo il frutto: intanto / fu..ggiasf fl tempo, labile tnoro. I Ma tra 'l dub– bio e tra. 'l vanto. / fra gli oscuri tripudi del lavoro / mai ne incolse il timore / ch'Ei non fosse immortale, / ch'Bi potesse rei6r I' aie / .1tmza una volta strin– gerne al suo cuore. Ma il Carducci non poteva essere soltanto un simbolo e un maestro ammiralo: egli incideva negli spiriti e semi– nava nei solchi aperti ed il seme gettato nel solco a,'1do del gio\'ane Bontempc.Ui, di– scepolo alla scuola classico - decandcntc di Arturo Graf e ~:!ibe ~\3.~~t~~:re \'~~~;: dito e avrebbe formato l'• humus » delle \'3rie a\'Ven– turc letterarie dello scrittore lombardo, pur in mezzo alle polemiche impennate ed agli ambiziosi piani di vaste pa- Fur/anti e simpatia (continua da paf. 1) .sia preferii;;-cfo tutti al momento della ,celta pro– fondamente impegnata, si può provare con iI più semplice dei controlli. Bi· sognerà ferire il .sentimen– ;:o e gl'istintl più genen>si del nodro contraddittnre. Fingiamoci d'accordo: suo padre li vende, sua mo-– glie, i suoi figli, maschi e femmirie, j:On prede.stinati a vendersi; hanno tutti il loro preuo ,anche sua ma– dre ... Credete di poter fi– nire im punemente il di– scor.so? L'amico dei fur– fan ti v i avrd dato prima una coltellata, gridando: « Lascia .stare mia madre. lei non c'entra•· Infatti. anche noi siamo convinti che non c'entri, se non per soffrire; e se di coJpe, lei e gli altri di famiulia, 11e avranno avute nel tirar su quell'energumeno. le pagheranno a caro prez:"o. II penonag,gio di Teo– /rado, proprio come H no– stro, afferma: « Se .si vie- 11e alla prov~ quello che t:oi chiamate malvagio, è un uomo Ubero. Ha colpe? si capisce: chi non ha col– pe? Afa neuuno tien conro dei .tuoi pregi ... ». Sard inutile rispondergli: i pre– gi? chi non ne ha? Qu.alf" natura umana è escluj:a del tutto dal bene? Noria· ni vecchie, ma non buone pC'r l'uso che vuol farne l'amico dei criminali. An– zi, peT euer coerente, egli dov-rebbe diffidare del pregi dei suoi protetti, co· me del marchio divino im· presso loro dal primo fuo– co materno: un .segno di proprietà, dinanzi al quale potrebbe arretrare perfino Satana. al momento dello conclu..,ione. Non c'è dunque molto di nuovo nelle .scoperte dei pa.ueggiatori dei trivi e nei piloti degli angiporti. Del furfante dicono: « E' sveglio, ben fornito d'in– gegno naturale e pronto a soccorrere gli amici»; rl· co-rrono a Freud e alla so– ciologia., intridono con il sentimento, cori mescolan– do scienze riaorote e iln– pulsi ingannevoli ,e con· eludono: « Non bisogna giudicare l'uomo, ma le cause che l'hanno indotro ad agire in un certo mo– do>. E' una scoperta? Il lo– ro antenato, in Teofrasto, già diceva: e Non si deve giudic are la persona, ma la co.sa ,; tuttavia nenuno ha m ai s0$tenuto che la CO$U cioè quegli atti che iono i medesimi di aempre, pos– sano dar origine e prin– cipio a una $0Cietà. nuovo Nessuno. prima d'orn, hn mai creduto che la rimo-– zione delle cause che p1"o– ducono r.ode.sti eroi, .rin perseguita e ottenuta tio chi voglia imitarli. spinto da o: desiderio di bassez::a morate•· Eppure, anche i santi debbono scendere tra i « rifiuti aociali » per co– noscerli e ricuperarli; co– me potremo diitingu.ere il pbilopòneros dal misopò– neros. l'amico dal nemico del male? For.1e dall'into-– nazione, che è a.sai diver– sa in chi partecipi. non 11l male. ma alla saf/erenza. Tuttavia. se l'orecchio non vi basta. non vogliate con– cedere alla letteratura quello che non concederE"– ite alla va.stra più segre– ta umanità. E liberatevi dal timore di pa.uarè per retrivi, rozzi o incolti, ne– gando reverenza e sogu~ =ione ai falsi poeti. Quan– do v'intronano. gridando come il pe-nonaggio di Teofra.sto: "'Colui che chiamate malvagio è il ca– rie del popolo. E' lui che fa la guardia contro chi tenta di .sopraffarlo. Non avre mo chi j:Ì dia pena de– gli intere.s.si collettivi. ,e la.sceremo r ovina-re perso– ne cori», ricorrete al ,~ lito controllo: domandate– vi se affidereste vostra madre, va.stra iorella o i vottri figli alla guardia di un cane di quella razza. Di certo, non la.scerete in– fliggere agli altri un nws– sagaio, che non potete ac– cettare per voi né per le vostre famiglie, peTché voi siete popolo e il po– polo è fatto di gente cumc voi. che merita un altro genere di libertd e ben al· tri difen.sori. VLADL\URO CAJOLI lingcnesi morali e letterarie. bile con.fine tra poesia e non slazioni di vita e di costume accctlassimo per autentico lo Carduccfano resterà nel poesia; il carducciano Bon- c'è anche qualcosa di negro- stesso ambiente in cui si Bontcmpelli il sapore della tempellj ave,·a varcato spa- mantico e di feroce, da nar- svolge, talora con ritmo im– parala, soppesata cd amata valdamente il Jimcn sacro, rath•a picaresca. Disabituati provviso e crudo, con aspetti come preziosa e splcnclida trasfigurando in maaia la com'cra\-amo ad un genere enfatici e dilatati. Canncluzzo gemma, tersa e polita o, a realtà, che il Maestro aveva che sembra,•3 aver fatto il è una specie di apolide so– \"Olte,imprcziosiu da auhin- soltanto sentila liricamente. tempo suo in modelli di cui ciale (• un fialio della stra– dature che paiono neglette e Guardato cosl, il fenomeno è superfluo riparlare, non da •l; affittato dal \·ccchio non sono, paiono cadute h Bontcmpclli è da considerar- possiamo non a:radire questo e sordido mendicante Occhio– per caso e im·ccc sono frutto si come l'estrema comirione tipico racconto che ci scm- dibue per ~mc auida nelle di elaborazione crudila e di e l'estremo dissohtirncnto del- bra una delle più salde te- quotidiane pcre;rina.zioni di intelli~nza lucida e ferma. la tradizione classica. in Ila- stimonianzc artistiche del suo mestiere, egli si assume una La prova massima- di questo Jia O soltanto come il segno autore, il cui esordio, ricor- missione: quella di rintrac– amorc è in Ciro del sole, il rivelatore dell'ultima para- diamolo, fu Quello di scrit- ci3rc Carmen. la figlia d'un maggiore impca:no d'arte di boia del carducciancsimo cd torc per raJ,?azzi ed ebbe il bidello suo tenero amico che n~a~m;,~pi~n~~ari~~i. gu~~ un ulteriore messa a punto ~:ui~~~ f :m~a~icclfii~h~~ ~a~o~~rctt~e~n~~: :;i~ carducciano del mito e delle ~ 5:o~~~w st o ri ci, lette- Ridi, o sole!. Tre bambini steri1.a (ha ucciso senza in- \·isioni storiche e le&gendarie, GAETANO MUNAFO' sotto una palma e cose ,,fre tenzione) e gli conseg na una assunte liricamente, rinnova- quali ad esempio / parenti lettera e da recapita.re dopo. !~n~Uls~~f! ~°nsi~i~ÌJ gà~i m~ ~~c!:n.~~8!=~· ~~ :; f!,s;,~i,i~zu1;;a. tormenta e ~heu?nt~~:b 10 ca~~~~a~;,?~ vh·e::.:!, respirano nel libro cd1z., 1936. E Qui, ancora una ,·olt.a, già casualmente incontrata. il largo ritmo delle grandi :.c~:l d~po"po~:'~~ "i!2.i 9 ~- pdrota 1 aonista ,.~aggi 1 ore è lo \·iene • rcauisita. dalla ma– rie\-ocazioni storiche e gli 3 o escente .....inne uzzo, un la,·ita che la trasforma in ~c:::~~~~~ti~ d~1F~ui~~ i-------------------- r~~~i~~~•\e '~~~~!d~· ~~ Reni, con quella chiarezza. chiodibue da lui ritenuto ,:;uo stampato, nitida cd immune - nonno, finisce in casa del- da tormentose ansie, con I Q la • B3.roness.a» di Catania, quella ,'lta che è al di fuori, • creatura altrctlanto arrasci- nd quadro e ndle cose, sen- • nante che tragica, lussuriosa :za sostanziale e profonda in- - ~ ' e spietata, e intorno alla cui tim;tà o complessW1 di une- ® ~.: Q• . \"ita g;r., tutta una • corte riori moth'l e che dà al __ dei miracoli » locale. E n. a ~~~~re sl~c!~soe di so~~ilm~~~ ,:::=;:::::;=•~111:::!:l=~~~!J!!!!~~~~ ~s cl~l!a dj B~ron'Ì~~~;: ~ ~~::'i~.~:i;!t;~t· della Cronaca dell'ecli 0 ssi· :'.':~, e Jfi:ro~~u~l;~~~~··ch~ Carducciano rimane ancora era " ata nora t suo sogno. Bontempelli ncUa sostaDL3. Oues10 incontro assurdo e deUa sua visione storica - po- squallido, segna il momento litica, che fluttua e s-.,aria, POCm ANNI DA GODERE in cui Carmclu120 dh·enta rimanendo praticamente im- uomo: con l'animo intossi- mobilc, tra idee di missione - Era già di un bel Po' pa.,ssato l'orario di ufficio ma ~~- ~:~arn~a~~ s~o d~~~~ e di primato, di contrasti di !'amministratore della stazione centrate di Francoforte, la strada, lontano ormai da civiltà e di popoli, di balu- Hans JUrgen Miss, non si vede-va. L'ispettore delle ferro- Occhiodibue e solo in foccia ginanti ideali di conquiste ad un nuo\·o ma oscuro dc- cteme, che però sono troppe vie federali dapprima si spazienti. poi cominciò a p-reoc- stino. E questa sua Catani::1.cos\ accesa e si direbbe im asata, sembra emergere appunto dalla parafrasi documcnt.aria. con toni che a volte dànno nell'irreale benché il verismo dello scrittore abbia radici del tutto sicule: ma è affet– tuoso e patetico più che so– lare e carnoso: e dentro ,·i circola la pietà. un modera· torc sensc- di considerazione per Il destino dei suoi eroi anche se certe coloriture im– petuose e dure nello stesso tempo farebbero supporre il cortrario. Cosl come. per ri– \'erbcro, lo farebbe ,:;upporre certo suo comporlamento di talentaccio che vuol mostrar– si non letterario al punto da usare modi ru\'ldi e sincopati o strizzati, l'idiotismo. le rei– terazioni e tal quale sciat– tezza un po' divertita. Ma guard2te a Occhìodibue, e \edrcte che questo perso· naa:~o sembra u~ito da una pagina di Le Sagc non solo per la canagliesca abie-zione che lo dislingue ma anche per la vigoria di lineamen li: osservate ancora la • Pelo– rosso » e poi • Cantalanottc », questo figuro nel cui pro– fondo si agitano contrasti da personaggio victor-hughiano e che è capace di commuo– \'ersi alla vista di bambini là dove si è Curthamcntc recato per rubare in assenza dei padroni di casa. Anche la Carmen è una creatura pittoresca e succosa, scon– ccnante e sua.gestiva; lei che finirà. oc) lurido mbrage della • BaronCMa » do\"e si S\·ol- Ma a parte la • corte dei miracoli .., qui inserita non come elemento di equh·oea capziosità sebbene come fat– tore necessario a (iustificarc per contrasto la nascita del– l'uomo in Carm elurz.o, U ro– manzo, anc.he per certa sua toccante e pu ntuale istinti– \"Ìlà, per tratti e uscite inge– nuamente scandalistiche e per i toni di bonaria fresca e occhieggiante rudezza che Visi incontrano, pub definirsi un documento • .sui aeneris "· Qui paria imperiosamente la cronaca, e la cronaca stes– sa vi opera in tuua la .sua fedeltà perché attinge un si– gnificalo di esistenza non occasionale né illustrati\"o o figurath·o che \·oa:lia dirsi. Se l'au1ore non le ha con– ferito una resa lctlcn.ria de– bitamente orchestrala, In uno spirito cioè di umanistica gravità. pure il taglio della pagina ~ portato con un rit– mo vho e penetrante: e forse il suo strumento piU efficace è il dialogo. sempre ben do– sato. limpido. mordente. Su questo aspetto del romanzo biwan::1 Porre l'occhio. anche perchd fa da contrappeso a Quelle che sono le oscilla– :rioni. non sempre visibili. di tonalità con alti e bassi per lo più estrosi e talora con accensioni un po' violente t:.UI IW.ll.E tMt1M ■ttraza&a. .,__ lt.n11■1, up,r_rial.za, _,_._ ..– nOK'rtlll porsi.. aoweli.. teimaa- d, .. u, nrt. ,Ubblkaada f l■nçt■ndo le OpcN' aMT1l"'°'1, I roodb.lonl di ~rtlnHl.n: t■,..,,.._ ~,h·e.-,: L'APPROOO Ue.&. auu, ,·olte, più o meno ,·olutamen- cuparsi, infine ebbe un terribile sospetto: fece aprire la L3 tela, come si vede sa te, compromessi con la rc.altà cas.saforte dell'ufficio e restò sbigottito di fronte ai cas- di un naturalismo ca.lda~cn– po&_~~J~; 0 ~ c,!1:~~~;i setti completamente vuoti. Di tutto l'i-nca.sso dei biglietti, te primith-o. un naturalismo Bontcmpelil la \'alutazione oltre 169.000 marchi (circa 25 milioni di lire), non c'era fim/~~f:~ 0 ae :P~:1~~~cin ~{ dei futti reli~osi, guardati la minima traccia. Esaminata la scrit>ania, risultò man- come \'i manca · e · 8 LrITER...\.RIO come spettaco o, con diStac- conte anche la pi.stola di servizio con cinque colpi nel della polemica ~la~e:mfu~j~ g ~=: cou;;: j~:O~ato~~:: caricatore. Allora tutto parve chiaro; Hans assunse ~~c~Jcren«!~i:~~~~o i~:~~ ;! L'APPRODO == ~tc~:o: ~i\·e 1 ~1!~tu~~::,s~ ~~:=~i~(:~~:=:; !;~i:~~':~:; :r;:ti::urr:~;t~~~ fci.~i :Ci~làtid:,.ri:::~; ~ ~~~b1c~!~i~t ~~i~ f~: ricerca di qualche pùta, interrogarono i colleghi dello ~~ s~riri~!~~i ~n~~~iì~~ :j do è lo hiatus più profondo scomparso. Uno di essi, più degli altri amico deH'ammi- fotti ,•engon presentati in (3 ~~1!a~~:t~,t~hr:t~~ !r:t~~~ :::~:t::• !:n/:Ss~~:a;i ~~s~;eer~:d~n:;~t!. =/~~~ ~n:t:P~~g~~~!;v~~rcM! g ~uJr1i~o~'1cns:~~\~~tàcla~! giro di due o tre anni. Tutti i medici e gli specialisti che ~~ ~~atz~g~h:i~~r!'c~~ :! Via Arsenale 21 • Torino L'4PPROOO ~ll'Slr ALE ~-9 ERI - EDIZIONI RÀI sica e che ri,-cla irrimedia- aveva consultato erano stati concordi nel diagnosticare chia con vivezza i sensi urna- 8 bilmcntc la sua antistoricità che e-ra affetto da un tumore al cervello che non conce- ni e poetici dello scrittore, I Un .5au10 di Pier-o Santr, ~cntti di Guflidmo al tramontare del secolo con deva speranza al.cuna. Anche la possibilità. di un inter- il suo esser stato a contatto ~~;::o "~:,,~e \id;$;',;,:'°,,,":f/•t,= ~~ ~i~m~~:re;iig vi~:~~ gre~~ vento chirurgico era stata esclu.sa. Miss doveva conside- ::c::~~rc s~p~tl~~ 0 co),~~1~ ~,!~: \d!1,en,.,:~ 1~: ::,°:°':f ! d;::!,,.;'c;'a M'_~ft chiabili dell'opera di Carducci rarsi spacciato. ncquisito moralmente il mon- ::i 11/ustr-ano la ft1ura di G,on Fraiu:uco J.lo: tlpiero nel e di D'Annunzio, strandi amo- Nessun altro era al corrente del tremendo segreto. do triste oscuro fangoso del- o duplice aspe110 di uflmo di 1:r1i.sta ri del •primo» Bontcmpelli. Hans Miss l'aveva nascosto anche alla moglie: • Come l' uom o spicciolo. in questo ~- Fa~cicot, d, 266 pacin• ~ campui ·documenta- C--: Di cartluccianesimo infine si potrei darle questo dolore - aveva detto all'amico - e c; i.so l'uomo siciliano. Scrit- Lione iconocro:(lca. ~ ~~7~~si~~M~~t~mr:nt come potrei costringerla a .stanni vicina in quotidiana ~ 0 d j ~:ui~o.~e,adicuf~i~ :.. g ~in!udc\~~~i -ra~~~i 1~ ~~i ~::::i:~:/;:t;:;a Pno::!a~::! ::n~a~! ::onmif:1~ :f~t~e~~:~ ~~eh1n~~= J L'APPRODO LRTTEll!IUO N.10 8 ~~oif~:Ei~~nt;;- dju~l~~ fi~ lega: • Non. resisto più - aveva detto - non riesco a ;1~:~~;~ 0 ~~~/~ 1 °'r;'re ~?~f: 8 ~ ~~~~f· ~~~i~ttn a!;,~~~ ::,c~~::o q:: 1 ~:tt~h= ;~::! 0 u d;:: 0 ~h~a::i ri~:i:: ~?cd~ r;~i~~- l 13 d~~ 3 d~i; f diSaJ,!~./lv~=~~ ,,11;:n, Alf:~!.°~~:'ci:~c~,I~~ mondo e che si vuole trasfi- da vivere». ridcnle e arguta sprc~iudi- ~ (':,t, Ac:s~~h~: 0 ·Vo~i::~ 11 c ~t:<;,-:,: ~'~: =ra':3'1'fi'~;~~~cid~a ~ {~ Da ultimo è .stato accertato che Hans Miss ha preso ~::=:.· 0Ca~\;~r~~ui~t 1 fhil ~ ~=•• dJA,.::;: 0 8 ~~~. Ci~'::!io ~: •"= a !'1r~~ d n~/!~ 1 !~~~ posto in un aereo per Parigi all'aeToporto di Fran~~o~_e. pi:lccrc dclJ'ossen·aziooe O ;g ~~~o,;:1':!'"~i;"~~o.'"::,"';a=~ °!.o"'": ~ - _______________________________ d_•_110 _= __ ;o_;_ro_n_k_og_ro_tte-- ti uatuu$Gnte dt.llo '",,a le11er-ana dd ..ostr-o tCfflpo. ~ - lllwt"'•om d, N,cola, V. Stoll. G...,,.., &J14. § Renzo Rosso, triestino! ~~::~~~.~~::~~~G;.~~ ~ (eontlnu~ pag. 1) primo muoversi della sua fantasia e della sua in– dagine: ma senza che la presenza degli autori cor– rispondenti risulti deter– minante più di quanto in essi medesimi non risul– ti viva l'identica e tipica radice triestina. conside– rala non come limite ter– ritoriale, bensl come vor– remmo dire con Giorgio Bergaminl: (Piccolo di Trieste, 17 dicembre 1959) e categoria dello spirito, come metafora della con– dizione di uomo e d'arti– sta >. Eppure nel filone della letteratura triestina è parso al Fortini (Situa– zione. giugno 1960) di do– ver distinguere e non una frattura ma certo una di– screpanza di movenze in– teriori ed esterne. Gli in– teressi di uno Svevo e di un Saba non si sono mai rivelati gli stessi di Car– lo e Giani Stuparich o di Slataper e se tutti e cin– que hanno una matrice co– mune, modi dell'animo in– tuizioni atteggiamenti lin– guaggio stesso sono diffe– renti>. E questi e binari non convergenti> avreb– bero e un coordinatore > nel più giovane Quarantot– ti Gambini. agevolato for– se dalrorigine istriana nel– l'impartire una e differen– te impostazione del pio– blemn: Trieste (suo mon– do, componenti razziali, nevrosi. aspirazioni) e la resa sulla pagina>. Gli è che tra Saba e Slataper ci fu la Voce e disuguale fu il loro modo di accostar– visi e di aderirvi, secon· do anche noi abbiamo cercato di precisare (nel Tempo dell'll giugno '58). E ci fu anche Freud a dif– ferenziarli. con tutte le sue complicazioni. Ma Rosso? Oggi come oggi. dando a Una lontana estate e a L'ade.1camento tutto il ri– Iie,•o lirico e storico che deriva loro dall'essere una testimonianza in gran par– te vissuta forse diretta– mente, oggi il Rosso sta e risulta più vicino a Svevo. t Ma c'è da aggiungere - di nuovo col Bergamini - che e al di là della stesura stilisticamente elaborata e apparentemente diUkile; ~I di là dell'affettuosa ope– razione condotta sull'ico– nografia sentimentale del paesaggio e qualche inte– riore analogia fra i succu· bi della forza e gli adesca– ti... >, il Rosso e procede in una direzione realistica che, per quanto attinta al– la vena autobiografica e per quanto screziata da una suggestiva varietà di toni. ristagna ancora nel– le strette dei riflessi fisici e delle divagazioni men– tali: discosta dunque dalla psicologia, tutta levità e sfumala ironia. di Svevo>. Di più particolarmente suo il Rosso mostra di possedere una certa pro– pensione verso l'ambigui– tà, tra perplessa e sospesa. di particolari personaggi inclini a divenir e succubi della forza >. Ma senza de• finirli, senza giudicarli: isolandoli ed esaminandoli, in uno speciale momento della loro umiliata esi– stenza, con una sorta di spietatezza (o di attrazio– ne e partecipazione?) che trae lucidità di simbolo (salvo a complicarla e of– fuscarla per un aggravio di intenzioni e per un in– foltirsi e appesantirsi, an– che verbale. di richiami e di illusioni) dallo svol• gersi nel rovinoso clima dell'ultima guerra, quan– do inganno e tradimento, complicità ed agguato in– sidiavano ogni pensiero e gesto. Questo spiega perché ! protagonisti, gli e adesca– ti> dei tre racconti (il se-– condo dei quali partecipa del realismo moraviano, mitigato dall'ansia del ra– gazzo deluso nel suo desi– derio e offeso nel suo ri– gore) siano vittime di una stessa debolezza e insuf– ficienza nel capire e nel dominare la realtà, che Ii attrae e li respinge, Ii in– canta e li abbandona. Il Rosso H accoglie nell'at– torcigliata rete psicologica dentro la quale resta pre– so e travolto ogni aspetto della realtà esteriore, per– ché è nel segreto del loro animo ch'egli vuol calarsi per far luce nel contrasto tra senso e coscienza. Cosi la vicenda si ridu– ce ad una trama, sulla quale l'analisi psicologica ricerca le tracce di una esperienza umana. inse– guendone il baluginio per un'inappagabile brama di chiarezza. Tale indagine non sem– pre Si riverbera limpida– D'lente nel linguaggio e nello stile. Ma è breve menda e momentanea. dal– la quaJe il Rosso si riscat- ta e si risolleva con la e padronanza> dello scrit– tore autentico. Egli è co– si attratto dalla scaltrezza della sua investi~azione (che è psicologica ma so-– pra uno sfondo storico) e dalla pienezza della sua testimonianza (che è let– teraria ma sopra un'insof– ferenza morale) da non cu– rarsi nemmeno della in– terpretazione politica che potrà esser loro attribui· ta in un tempo in cui tut– to finisce per essere con– siderato e valutato da un punto di vista prevalente-– mente politico. Anche la letteratura. Purtroppo. ENRICO FALQUI Jean J!autliier (contlnu~ pag. 1) realtà rieree appena ad oc– cupare una piccola scena e non solo perché ha due personaggi o perché l'appa– rato fO'"nitogli dal • Théà– tre d'aujourd'hui > è ele– mentare; ma perchè è an– gusto il suo respiro dram– matico. Il monologo di Amleto può essere recitato eUicacemente anche al cen– tro di un'arena. Gli attori Paul Anrieu e Chantal Darget hanno in egual mi– sura abilità tecnica e acu– me intellettuale e perciò forzano U testo nei suoi eUetti teatrali senza mai superarne il limite di re– sistenza. Francamente po– veri e di cattivo gusto so-– no invece gli intermezzi danzati, che rivelano un pauroso dilettantismo, spez– zando quell'atmosfera che i due interpreti principali sanno creare. Videa di offrire sul palcoscenico minore del Festival internazionale del Teatro di prosa un pano– rama del teatro di avan– guardia •è in sé valida e con questo spett.e.colo si e avuta la terza puntata della rassegna. Ma ogni edizione del Festival più che uno spettacolo do– vrebbe offrire un intero capitolo attraverso tre o quattro spettacoli. Cioé la validità incontestabile del– l'ideo. si attenua per la lentezza con la quale essa è attuata, senza dire che uno spettacolo. come que– sto presentato dal • Théà– tre d'aujourd.'hui », non ci sembra che posscgea da se solo una suU!cicnte ca– rica di interesse, mentre patirebbe assai degnamen– te costituire una voce di un capitolo più vasto. Per il Festival interna– zionale del Teatro di pro– sa è andato di anno in anno ponendosi in manie– ra sempre più 1rave un problema di dimensioni: salva restando nella mag· gior parte dei casi la qualità, le dimensioni si sono gradatamente ri– dotte. Con U e Théàtre d'aujourd'hul • si è giunti alle dimensioni tascabili. le quali possono essere ac– cettate sul plano della rassegna. Una ras...~gna dei • teatri da camera» europei sa– rebbe addirittura auspka– blle. cosl come a suo tempo é stata auspicata questa rassegna non anco– ra terminate. dei teatri di evanguardia. GIOVANNI CALENDOLI ~ !ruc 2 ~vu~E.sL~~ 1::~ At_~~to cumulativo alle ~ J L' APPRODO LE'M'ERARIO L' APPRODO a.roi:5IOALE f;_ Olivetti Lettera 22 MUSICA PER PAROLE un disco mlcr-osolco 33 giri ed Mlii ~ offre da oggi parole e ritmi di un nuovo e originale eOf"IO di dattilografia. IN POCO TEMPO E A TEMPO 01 MUSICA chiunque potrà Imparare a scrlv.,. phl rapido e più esatto sulla porlallle OLIVETTI LETTERA 22 11disco. con Il suo a1b\im– custodia che 6 enche utt com• pleto manuale datlllogralleo. fl dlspon1blleovunque ala In vendila la Ollvettl Lellera 22.

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