la Fiera Letteraria - XV - n. 39 - 25 settembre 1960

Le richieste di giudizio che giornalmente d i,,en.-cngono, troveranno risposta oelle apposite rubriche • Vcrba Vo– lant •, • Scripta manenl • e • La Fiera nspon.de • secondo l'ordine di ani\.-O. Sl prega pcr1an10 di a.stcncrst daJ solleciti Teatro italiano in Jue:oslavia * rii OS 11.-1 LDO R,UIOlJS Il teatro italiano di prosa., s: s.a, ha wta storia assai lunga, ma non sempre di u~le . S_Plendore; periodi bf'illantLSSuni si alteniano con altri in penombra. In fatto di popolarità ncl mon• do, non regge il confronto con ti teatro lirico italiano, che fonna ancor oggi l'ossa– tui,a di quasi tutti i reper– tori d'opera. Eppure esso ha trovato sempre il modo di far notare la propria presen– .:a anche molto lontano dal• la cercliia delle Alpi. Presen– .:a che, quando not1 era di autori, era d'imerpr.?ti; quan• do non era nè d'autori nè d'interpreti, era di mimi e d'improvvisa.ton. era l'autore pu; rappresm– tato dagli attori italiani cl1e recita,·ano nelle città jugosl,:- 1·e, ma era ed i!- tuttan·a il più 1rado1to. Sulla fortuna del Goldoni all'estero ci sa• rebbero do. fare molte osser• ,·o.::.ioni. la più rilevante è questa: elle il gra,1de com– mediografo ,-ene,:iano è ·.tato considerato praticamente più come m1 rappresentante dcl· la commedia italiana dell'ar- 1e, che con,e w1 fautore dl!lla commedia di caratlere. Col– pa, in parte, degli stessi co– mici goldoniani, creatori di troppi •soggetti• aggiunti o sost11uiti al te.sto originale, e dei registi moderni, sopral– tullo stranieri, per i quali troppo spesso i testi del Gol– doni dfrengono pretesti per costn1,:ioni purammte spe.l· tacolari. Ai classici segmrono gli autori moderni, C072 in testa. na.turalmmte, Pirandello. Ma anche alcuni autori più re– eenti hanno trovato buona accoglien,:a tra il pubblico jugoslavo. U~o Betti ha mm– to un particolare SUCCW!.SS6 con • Deli1to all'i sola d clle capre • e • Lotta ( i.no all'al– ba•; "Il seduttore• d i Die– go Fabbri ~ stato accolto con grande favore dal pubblico sloveno; di Eduardo De Fi– lippo sono state date con succe.sso le commedie e Nt!– poli milionaria•, • Questi fattlasmi • e "1-"ilumena Mar– turano ~- Buoni successi han– no ottenuto recentemente De Benedelli, Mamari, D'Er– rico, Bertoliui, Dario Fo ed altri. tiA FIERA LETTERARIA I ORAJUO DELLA REDAZIONI! tl-13 dal mercoledl aJ aabalo ,\1anoscrfltl. folo e rll~g-ni non rkh!est1 non st restttutscono L·..iJIDIGUA POLEiUICA SlJLl,A UOS'l'RA. I:\'TER!\°AZIO:\'ALIJ; D'ARTE CINEMATOGRAFIC .\. Un fotogramma dc.I capola,·o ro giappooese.: • Non e•~ amore più grande• In quattordici film i problemi di una societcì La polemica intorno al· la ~Iostra internaz.iona!e d'Arte cinematografica si è orientala su un tema unico, quello della pospo– siz.ione del film di Luchi· no Visconti Rocco e i n,.oi fratelli al film di André Cayatte Pa.uaggio del R~ no. ed i polemisti si sono quasi esclusivamente sof· fermati a dimostrare con argomenti giusti e sba– gliati la superiorità este– tica ed ideologica del pri– mo film sul secondo. co· me se in ambedue i cam· pi le graduatorie fossero di facile elaborazione. Del (ilm di André Ca· yatte é stato b'a l'altro ri– petuto lino alla noia che é un•ope:-a e gaullista • e e fascista •· mentre essa respinge certamente in manie:a recisa uno dei !onòamenti comuni del • gaul1ismo • e del • fa– scismo •. cioé il naz.lo– nalismo. Il Pa,saggio del Reno è s\ato anclie accu– sato di oscurità nel mes– saggio finale. mentre ha semmai n torto di espri· mere il soo messaggio con una chiarezza di schema– tica razionalità. E questo messaggio è l"esallazione di una pat..-ia umana sen– i.a frontiere. dove la li– bertà, prima che un'astrat– ta af.fermazione, sia una realtà interiore dell'indi– ,·iduo. una de1Ie pagine più com– moventi ri\"elate dalla ).lo– stra. Il !i lm. come L'arpa bir· mo.na. conqui5terà un suo po sto nella storia recente della cinematograUa giap– ponese e non solo per le sue qualità estetiche. ma ~pratutto per il suo a:to impei?)O morale. L'attore italiano era, e 1.11 parte è ancora. pe.r sua na– tura nomade. Questo suo bi· sogno di movimento l'lza por– tato spesso oltre i confi_n.i. Ed ecco i comici dell'arte ispirare Molière; ecco, n.d secolo scorso, Tommaso Sal· \"ini .mscitau in Stanislavski l'idea di m1 metodo di reci– ta.:ioue e di regia cl:e è uno dei fondamenti del lealro di prosa moden,o. Dopo il Goldoni c'è un gran salto nel 1empo: più di un s~colo di storia teatrale per nlrovare con qualche fre– quenui altri autori italiani nei reputori jugoslm-i. Ferrari, Giacometti, Rovetta, Giacosa, Gallina, Scl,-atico, Butti, Pra· ga erano passati senza l,ucia• re molle tracce. Gli stes.si attori italiani parlavano, 11e1 loro Jiri sempre meno fre– qt1en11, in prevalen::.a com– medie di autori francesi. Una vera popolarità ottemie - subito dopo la prima guerro mondiale - un autore c.-erto non dei più rappresentativi: .N\.OSTRE D"AR'.ll'E * IN ITALIA Naturalmente ch1 nega il valore della personalità umana. che costituisce il tema rondamenta?c del !ilm di André Cayatte. non può accettare que– st'opera. E chi risolve nel– la socialità economica Oitli 9,Sjgenz.a ioòh·iduale non può non tro,·are nel film di Luchino Visconti le no– te più vicine al suo spiri· to. ~la si taatta di. consi– derazioni che esulano dal piano estetico e anche da quello meramente psicolo– gico. sul quale può misu– rarsi se non la verità poe– tica almeno la ,-erit.à cro– nistfca dei personaggi. E le opere presentate nell'ultima edizione dal!a Mostra internazionale di A:te cinematografica ap– paiono specialmente ncte– ,-oli appunto per il lo:-o '\·alore culturale e docu– mentario. L"l tal senso es– se sono quasi tutte testi– monianz.e di indubbio ri:– lie\"o. Da quella Colomba bianco de.1 cecoslo\"acco F'rantisek Vlacil che espri– me attraverso una ta,·ola apparentemente astratta una disperata aspirazione a!la libertà. a I c acaHeri teutonici del polacco A.1.ek– sande:- Ford. dove s: rice:-ca nel clamore pit· torico della ricostrUZione stor!ca un'evasione dall"im– pegno attuale. Da quel Cielo di Leningrado del russo V!adimi: Vengbe.rov, che rivcJa il patetico re· troscena quotidiano degli eroi sovietici. a L'appar– to.mento di Billy \\"ilder. che denuncia con una ama."f!zz.a son-idente la corruzione di alcune or– ganiuaz..ioni industriali a– merfca.'le. In Jugoslavia, paese gro– grafi_camente ,·icino all'Italia, ma confinante anche con ter– re di cultura molto diversa, i riflessi del teatro di prosa italiano si manifestano iii condi:.ioni e iii :.one parti· colari. Le inutili rassegne In tal modo. nel tuoco delta polemica. é stata completamente trascurata dai polemisti la particola– re suggestione del peri-o· nag~io di Roger nel ?a$"' .sagoio del Reno: una sug– gcst:one derivante non solo da11a !elioe intuizione del– la sua umanità. ma anche dalla seruibilissima in– terpretai.ione de I l'attore Char!cs Az:oavour. André Cayatte ha saputo costrui· re un eroe amile. dimesso. fisicamente squalUdo, du– scendo a conferirgli attra– verso la lenta evoluzione del racconto una grandez– za umana adeguata al messaggio del quale e portatore. lA vita teatrale jugosla,·a ha una srmttura differente da quclla italiana. Sull'esempio di altri paesi dell'Europa centrale ed orientale, essa è basata sul sistema dei teatri stabili. Gli attori jugoslavi sono meno irrequieii di qiul· Ii italiani, preferiscono pian– tar radici i t1 una c ittà, ri– nu~iat10 ai gran.di p,adagni per uno sti~ndio m ensile si– curo; vogl10110avere il loro orario ben definito, la siste– ma:.ione secondo l'an,:ianità di lm.'Oro,le proprie ferie pa· gate, la propria pensione. Di conseauen.:a. l'arte non è una rischiosa avventura, ma spes– so un meuo di vita tranquil– la e di solida sistemazione, come pure un'attività costan– te e metodìca. Non è il caso di rilevare qui i vantaggi e gli svantag– gi di due diversi modi di concepire la vita teatrale.. Ma è ,.~io dire che non. sempre il teatro jugoslat,·o poggiava su queste basi. II sistema dei teatri stabili ri· sale alla sect1nda metà del secolo scorso. Prima, gh spet– tacoli erano saltuari e il più d~le volte in lingua stra– ruera. Pur facendo astra::ione del– la Dalma:.ia, che pe,r il teatro italiano era, fin.o a mezzo secolo fa, una :.ona di nor– male attività, e nclla quale, fi_n dal Cinquecento, vennuo lrapiantc.Je dalla Penisola, in oriçinale, in traduzioni ed imaa,:.ioni, commedie, trage· die e drammi pastorali, è da rilevare che le compagttie italiane di prosa si alterna· vano, abbastan:.a frequente– mente, a Zagabria e a Lu– biana, con quelle tedesche. Ed anche in seguito, dopo l'affermazione, nelle varie re– gioni dtt oggi compongono la Jugoslavia, di un teatro na:;io,tale, non di rado qual– che compagnia di prosa. ita– liana ,~fra invitata a soste– nervi degli spettacoli. L'autore italiano più rap· presenlato era (e questo pri– mato è ,·alido an.d1e oggi} Carlo Goldoni. Non solo egli Dario Niccodemi. Ma accan· to a •Scampolo• e alla •Maestrina• 1,enfrano tra– do1te e otteneo.·an.o ~ucrxssi sulla scena • La cena delle beffe• del Benelli, "La ma– schera e il l'Olio• di Chia· rclli, • Marionette che pas– sione• di Ras.so di San Se– condo. Era una eraduale ascesa i.~ r.so il teatro piran– dellio.110. II p ubblico ;ugosla· ,-o fu tra i pn·m; a ricono– scere la geniale origirialilà del teatro di Luigi Pirandello. d~~~or:~~son!f!ri~ ~eyc:_ "Vestire gli ignudi•• e La vita che ti diedi• e le altre principali opere del grande scrittore siciliano furono in– terpretate dai migliori attori e registi dei teatri di Bcl– grado, Zagabria e Lubia,ta, e sollevarono discussioni e commenti di critici, se non tanto tumultuosi quanto in Italia, quasi altrettanto ap– passionati. Traduttore sensibile e ac– airato delle novità teatrali italiane fu, Ira la prima e la seconda guerra :nondiale, Milan Begovi:c, autore di tea– tro egli stesso, rappresenta– to miche in /talìa. Il suo dramma • L'avventuriero da– vanti alla porta • fu :nesso in scena da Anton Giulio Braga.glia. In questo secondo dopo– guerra il numero dei teatri jugoslavi (tutti stabili) è no– te-.-olmente aumentato. E se nei primi anni il repertorio era formato in prevalenza da opere di autori slavi, ora, o pe,r meglio dire da circa un decennio, ìl teatro occiden– tale viene accolto nuovamen- ~eeifu~~f!v:!iT:aa ;u' 1 ~1~,; italiani riprese il suo posto an,:itutto il vecchio Goldoni che, come autore classico, ,1on aveva bisogno di passa– porto speciale. E con lui lo ancor piri t-ecchio Niccolb ,\Jo.cchitn-elli, la cui • Man– dragola • è stata ritrttdotta e rappresentata numerose vol– te da vari teatri. Due '\"OH.edi ~guito - ne.gli anni scorsi - siamo capitati alla Spezia per ,·e– dere la Mostra Nazionale di Pittura: una mostra. co– me abbiamo dovuto alier– mare seni.a che qualcun-0 arrischiasse una protes~ fuori della vita cittadina. confinata in sale tetre e normalmente deserte, c0n un custode che non vole-– '\"3 nemmeno essere distur· bato per l"incaliSO del bi– glietto e del brutto cata– loghino. E d1,,'l..lnque un di~ sordine. un disordine da mercatino rionale verso la ora della chiusura. Fra lo altro, in quelle penose oc– casioni, scrivemmo che La Spezia il suo turismo l'ha nei baldi marinai che dai tramonto a notte inoltra– ta movimentano strade e IOcali pubblici; quindi la mostra era proprio pleo-– nastica. inutile: uno sciu– pio del denaro pubblico. Da allora la manifestazio– ne spezi.na da annuale è diventata biennale; sicché gli organiziatOri hanno di– mezzato le spese:. senza '\"enircelo a dire (il che non era nei nostri voti) la nostra tesi è stata par- 2.ialmente accolta e ci au– guriamo che, prima o poi, quegli organiz.z.atori si de– cidano a spendere div-er– samente, e più proficua– mente. i soldi dei cittadini. Ma la taccia d'inutilità è riferibile soltanto alla mostra della Spez.ia? Cer– tamente no. Sono inutili buona parte de.Ile mostre che oggi si fanno in Italia: dal Maggio di Bari a} Pre– mio Michetti, dal Premio Avezzano al Premio Arez– zo. ecc. ecc. Inutili, co– me \·ed.remo, sotto diversi * di GILSEPPE SCI<?RTI~O aspetti; e in alcuni casi nocive. Lo stesso squallore del· la Spezia si può notare anche a Bari - dove pure è presente una p0pola2.io– ne laboriosa e dove la ctr l– tura in genere è di casa - ed a Francavi1la al Ma· re che, sia pure conside– rando Pescara come allo stato pionieristico, ha alle spalle una Chieti intellet– tualmente molto progre– dita. ~on parliamo, poi. del Premio Avezzano, da un paio di anni affidato ad organizzatori solo pre– occupati di fatti estrinseci o che nulla sanno dello ambiente artislico, quindi in ogni edizione sempre più caotico e indiffere.n- 2.iato. Che cosa si vuol otte– nere cen mostre del ge– nere? Bartolini ha altre ,--olte. parlato di ragioni più pratiche dell'effetto propagandistfco. Non ab– biamo i documenti per inoltrarci su questo terre· no; il nostro c0mpito vuol essere di natura schietta– mente estetica e non di cronisti o di storici del costume. Quindi, per man– tenerci in tema. diremo che lo scopo propagandi– stico viene spesso a man– care: ad Avei.i.ano. per esempio, per ben due ,-ol· te non sono stati invitati i critici d'arte; sicché la manif~taz.ione è rimasta pretiamente locale (una inutile albagia {a parola e nazionale>), irretita dal– le rivalità dei sedicenti ar– tisti del posto. legata alle diatribe dei cosidetti e pre– mi>. Più interessante e meno costosa la contempo- ranea mostra dell'artigia– nato abruizese. I premi. Per àar lustro alle mostre s·invitano qua– li membri di giuria alcuni nomi noli ma quasi sem– pre legati a clientele; e allora i premi vengono da– ti in modo da soddisfare le ambii.ioni e i bisogni dei vari clienti. senza tener conto del pregio di quel che si premia. Da ciò na· sce un senso di disorien– tamento nei pO\·eri arti– stuzzi locali e, quel che è peggio, nel pubblico il qua– le vorrebbe credere alla serietà delle mostre e de– ve constatare che spessis– simo si tratta di turlupi– nature. I premi: se vo– gliamo ragionare in tcrmi· ni realistici. si tratta di denaro s0ttratto ai bisogni locali per finire nelle ta– sche di artisti che, v1\"en– do in ambienti in cui qua– dri e statue hanno un no– tevole numero di compra– tori. non ne dovrebbero a,--ere gran bisogno. In ossequio alla comune retorica. lutto quest o s i chiama circolazione naz.io– nale delle tendenze a rti– stiche. selezionata diffu– sione artistica. abolii.ione di differenze fra i grandi e i piccoli centri. fra co– muneUi peveri come Piz.- 2.O Calabro ed un ricco centro industriale come Valdagno! Figuriamoci. pit– tori mediocri di )lilano premiati ad Avel.l.8no. pit– tori seni.a qualità di Roma o di Torino giubilati a Francavilla al Mare. In questa baraonda, un noto pittore romano può pren– dere un quadro con dei nudi. fatto molti e molti anni fa. e presen· tarlo a Villa San Giovan– ni (dove si chiedeva un quadro di argomento ca– labrese dipinto sul luogo Io stesso anno della pre– miai.ione) col titolo Ba– gnanti calabresi per ac– chiappare il primo premio di un milione; mentre Ca• pogrossi può impunemen– te prendere una sua com– posizione astratta già e– sposta alla Biennale e pre· sentarla a Comiso come e paesaggio siciliano > (era questo il tema richiesto per il primo premio) e vin– cere mez.zo primo premio, graz.ie al la presenza di G ultuso e della Bucarelli. E non sarebbe difficile e– lencare altri esempi (spes– so ,·eri e propri intrallaz– zi) per dimostrare che le mostre estive della provin– cia sono inconcludenti. dannose, poco serie. Si dirà: servono per to– glìere dal mercato tante croste: ed è ,·ero. Ma ba– sta questo compito nega– tivo per giustificarle? E' morale comp0rre delle giu– rie col sottinteso di sce· gliere e premiare delle croste? Tutto ciò non sa un po· di farsa? Farsa che ha il suo lato riprove,·o– le: crea degli illusi. mor– tifica l'arte, confonde te idee d1 quei 9och.i provin– ciali che vorrebbero allar– gare e approfondire la lo· ro cultura, poh-erizz.a dei milioni che potrebbero es– ser, spesi con più senso di responsabilità e c0n mag– giore utilità. A un convegno barese. Carluccio propose che le '\-arie mostre fossero affi– date ai mercanti d"arte Mostra degli scultori italiani d'oggi a Livorno Da qualche anno a questa parte, non passa esfa,te Sei!· ,:a che il padre Eg1d10 Gu~– dubaldr SJ ., fondatore e d1- re1tore della " Jn.i::.iatil'aAr– tistica Toscana•, non ci co– stringa a prendere tl treno pe.r la sua lfrorno: le mo– stre da lui promosse e ordi– nate nella stupenda galleria del Grattaciclo sono infatti visite "di rigore• per chiwi– que segua da vicino la vicen– da dcll'arte contempora11ea. Nelle trascorse stagioni ri– cordiamo per esempio la mo– stra antologica dell'opera di Carlo Carrà: sen.::.a dubbio la più bella e importante • personale• di 11ata la hm– ga • carriera • dcl maestro lombardo; e. poi alcune espo– siz.ioni davvero • come si de– v~ • dr Saelli, di Prampoli- :fie d~:~:~~~at 0 '!~!!n:~~~ degli "spaziali•. -Ed ecco, qualche settimana fa, la rassegn~ degli scultori italiani d'oggi. Una mostra assolutamente di e.cce:,ione, che ben giusti/ i.ca le inte:n.– .:ion.i di una prossi:na t~r: nèc attraverso le magg1on città degli Stati Unit_i. Una esposi:;ione panorannca 41 scultura ~ sempre .1v,1~1u– me1110piuttosto raro: soprat– tullo, date le grandi difficol– tà tecniche elle vi sono con• ne.sse, qua ndo si ~~lia110 presentare ope.re assai 1mpe.: gnative au ch e da l punto ~1 vi.sta delle dimensioni. A Li– vomo, nella va.sta galle_ria_al pianterreno d~ modernUSU7!0 edificio che si e.rge propno nel cuore dclla città, e nclle sale e nelle terraz:.e dell'at– tico da cui si domina il Tir· * cli LVCIA!l"O BIJDl6tl:A reno e lo. Versiglia, ,m cen– tinaio di statue di una tre?t– tina dei m,stri più validi sci,ltori rappresentat10 come meglio 11011 SI potrebbe la situaz.ione poetica e c,.dturale della plastica i1alia11a. E quando, alle soglie del prossimo inverno, una scle– ;;.ionedi questa rassecna ,~r– rà portata a Neu, York, sia– mo certi che gli mnericam che seguono con attendane particolare l'arte di casa no– stra si accorgeranno che l'at– lllale primato italiaJtO nel campo della scultura non è affatto un mito. Tanto ptù se in quclla tournée saranno presenti ancl:e Giacomo Man· ;;.it, ,..Uar,inoMarini e France– sco Messina (accompagnali magari da alcum espone11ti della più giovane generazi?– ne: Roccamonte, per esempio, e Cavaliere e Ramous) i qtta· li purtroppo, pe:r impe.dimen– ti di varia natura, hanno do- 1-uto disertare la presenle edi:ione della mo.stra. .\fa quanto ricca e fervida sia in questo momento la nostra scultura è ditnostralo dal fatto che, pur. nell'~en-_ .:a di quei maestn e d: quei promettentl.SSimt giovani, la rassegna livornese offre una prospe.tti,·a poetica di livello stro.ordinariwuente alto. Emilio Greco e M arccllo Mascherini, con ala.me oper_e di fonu;dabile vigor e plasti– co, riaffermano autorevol– mente le ragioni di una ge– ne.raz.ione artistica che onnm si avvia a poter essere de{i.– nita e de.i mo.estri• (molto più convincente avrebbe· po– tuto essere invece I.a parti!- ~~,:'}~vi!!o ~~~-~:to ~g~! t'altro che inedita e sinto– matica dcll'arte sua • Balle – rina •J. Subito nella ien.ua~ :·ione che oggi deve a ff ron – tare le prove più de.cisf\"e, ~eco la fortissima personali– tà di Augusto Puez. con wra erande figura, intitolala • Fu– cila:ione •, che lo ricon(uma la \AOCt: più nuova e cut.a della nostro. scultura con.teni• poranea.. Di rma sug,gestiV<S coJiocazion.e cn plcin air si Q'\,-VantaggianogrQMonat.Ie la fantasia elegante e la pre– riosità formale dei • Capric– ci• di Canneto Cappello; ~ molto ben rappresenJati ap– paiono anche Oscar Gallo, Agenore Fabbri, Quinto Gher– mandi, Giuseppe Mazzµllo e ~';"&,t:e!~Jr~' cC::,.'::t·. ~= fio C1Utclli, Luciano Mingu.ui. Mirko e Arnaldo e Giò Po– modoro appaiono sa.~m• te provati da una strvrua ri– ceroo di rimu:wammto stUi– sriro. Tuttavia, amie osserva En– ::o Carli nella prefazione al catalogo, e questa Mo.stra, c1u non è e non 1,-iwleessere una mostra di riovani, mira, piut– tosto che a consacrare dei. v..tori, ad im,,e,nare - al– meno per quanto è umana– mente possibile - il fu.turo. Nel senso che ogni presenui vi si fiustifica pe.r quel tanto della sua intima carica vi– tale che pud proiettarsi ver· so l'awenire, che pud effet– tivamente indiri.::.z.area11a ri– CC'ca di nuovi modi di espressione non. meno che alla .scoperta. e alla inJ.upre- ta:ione di più profonde real– tà spirituali•· A queste dichiarale. lode– volissime intenz.ioni è attri– buibìle, del res10, il corag– gioso carattere • di punta• della intera manifestazione. Men.o encomiabile sembra :n- vece la riproposta, anche in ,. questa sede, di qualche fru- sto esempl are dell'accademia astrattoi.de con alcune ope:re di L orm:.o Guerrini, di Leon– cillo, di Franco Garelli e di Raffacl/o Salimbeni, in a,i ~ palese il processo d'i.m:olu– tiotte o la non raggiunta ma– turità espressiva delle loro personalità artistiche. Alla Commissione preposta a~li inviti (~rgan, Pallucch1- ~'!'J ~::s:~ltr~a~liOOt1::,~-. riconosciuta una sorprenden– te obiettività e generosità di criteri sclettiv1. D; fronte all'ampia afle.r– maz.ion.e d'intclligen.::.adei più ardui problemi poetici dd nostro tempo, di wi nd suo insieme è chiara testimonian– z.a la ra,segna livornese, un pensiero viene a rallegrare il ,-isitatore che abbia qualche familiarità con le vicende dcl- ~~~er~n ~~"ce~e' 0 t':;1~--Ji! .. T il nucleo più avan.;;.:ato degli scultori italiani d'oggi sia riu– nito proprio nella cittd dO\•e, quarant'anni or son.o, furono bt1ttate nd canali dcl porto, e pe,rdute per sempre, alcu– ne sculture di Amedeo Mo– digliani: l'artista ci«. che, a gi.udbo della critica più ocu– lata, ha dato, assieme a Boc– doni, il più forte impulso al rinnovamento della nostra scultura.. Aui:usto Perez:: e Fudlarlone,. (Iniziativa Arlisllca dJ U\"C)I"DO) La propesta. nei partico– lari piuttosto inattuabile. ,·enne naturalmente re– spinta: che c·entra. si ·dis– se. il mc-rcante c0n le !ac– cende dello spirito? Già. come se il quadro o la scultura. una volta nel gi– ro delta compra'"endita, non diventino oggetti che hanno un preuo e che com– portano un rapporto eco– nomico. Piuttosto !':dea di Carluccio andrebbe in~ tegrata in questo senso: le mostre - ad eccezione della Biennale di Venezia e della Q-J.adriennale di Roma - dovrebbero ess~ re di due specie: l) Mostre regionali: or– ganiuate dagli enti locali dovrebbero essere un \"i– vaio dal quale dovrebbero venir fuori i nuovi artisti. Troviamo giusto che gli enti statali aiut.ino mani– !estaz.ioni del genere c0n sussidi ed acquisti. 2) Mostre di arth:tt no– ti: queste mostre potreb– bero essere, appunto, ri– servate ai mereanti, secon– do criteri di libera scelta o di assegnai.ione: in esse dovrebbero trovar posto le Opei'e di quegli artisti di accertato ,•alore che fan– no mercato (cd esse, sì. as· solverebbero anche un compito di natura schiet– tamente didattica.). E' ri· dicolo che lo Stato dia premi di un milione o giù di li aè artisti come Mo– randi, Casorati. }ilarini. Campigli. ~fanzù, Carrà. Ciardo. Sironi, Guttuso. Greco, Fau.ini, Semegbini. ecc, quando si sa che le loro opere 1,,~algonospes– so più di un milione e che un premio, oltre a non ag– giungere proprio nulla al– la loro fama, sovente è. in– feriore al ,·alore ,·enale dell'opera premiata. Tanto nel primo quanto nel secondo caso. poi, i premi andrebbero aboliti: rimarrebbero gli acquisti da !are con criteri da sta– bilire. Cosi si eviterebbe anche il pessimo andaz.2.0 di quanti, pittori o sculto· ri. invece di parlare del– l'arte loro e dei problemi ad essa inerenti. parlano continuamente ed osses– sionantemente di cpremi>. Ma sop:atutto è stata trascurata dai frettolosi critki della Mostra l'im– portanza del film giappo– nese Non c'i amore più grande di 1'.lasaki Ko– ba!i'schi, che non meno di Roeco e i ruOi f'a• teUi è opera di vasto respiro, ben degna di figu– rare ai primi posti in una rassegna artistica. Ma ia indiscutibile validità este· tica di qt.-est'opera, che as– sume un'eccezionale signi– ficato nell'arco della re– cente prod.U2ione nipponi– ca per la sua coraggiosa pro?ematica. non rappre– senta\"'a un argomento fa– \-Orevole alla polemica e perciò é stata dimenticata. Il film di Masaki Ko· bayashi rimane ciononper– tanto uno de.i vertici della ~lastra e non ha soltanto rivelato un artista capace di orchestra,e con sicuret· z.a una molteplicità di te– mi minori intorno ad un tema centrale: ma ha aperto uno r.piraglio nuo– \1) sulla realtà. spirituale del Giappone odierno. La affermazione della egua– glianza degli uomini an· che dinanzi a,lle operanti necessità della guerra. il senso del peccalo che il riscatta nella so!!erenw. 1"3Spiraiione ad una C"O– munlt.à fondata sul ri– spetto della dl~ità indi– viduale oltre ogni di!fe– renz.a di ca..c:-tao di raua sono \'alo:-i Che denunda– no una realtà spirituale del Giappone nella quale l'ultima guerra ha provo– cato una crisi ed una ri– vohu.ione profonda. Inoltre Non c'é omore più grande contiene alcune scene di intenso lirismo come quel!a dell"arrivo dc-lle donne a.I campo dei prigionieri. che é forse La rassegna delle quat· tordi<:i opee rafiigura nel suo compie~ un mondo che sottopone ad una sp;e· tata revisione molti dei suoi miti tradiz.ionali e c!lc sente con rinnovato vigore i valori essenziali della pe:-sonalità umana. come la dignità. l'amore. la lfbertà. Ed è s~nto– matico che in forma di– versa una medesima de– nuncia. come quella con– tro O tonnallsmo mil:ta– rist.a e contro il formali– smo in generale. ,·enga da opposte rive, dalla Russia e dall'lngh.ilte:-ra con il Cielo di LeningTado di Vla– dimir Vengberov e con \Vhiikv e oloria di Ronald Neame. E quale sottile scettici– smo si esprime attta\·e.--ro Il oiaggio in pallone di Albert Lamorisse, che non é tanto la delicata espres– sione di un affettuoso in– cantamento nelle belleue intatte della natura. so– pra,'Vissute alla violenza degli uomini. quanto il diario rassegnato di uno spirito che invano tenta di trovare uno stabile rifugio in quelle bellezze. Il film termina, infatti. con lo sguardo deluso di un fan– ciullo sulla !uga del pal– lone ed al fanciullo ora la natura si rivela nella tem– pestosa i~equiete2:ta èel mare, che minaccios.amente domina l'Intero orizz.onte. Una scelta spreiiudicata delle opere ba portato alla eomposizione di questo pa– norama ideale. che non è né inuli!e. né vo!gare. pen:-hé Ulumina alcu."li aspetti fondamentali de:!a società contemporanea. ~ la fl panorama è sfugg1- to a chi si è preoc-– cupato di dimostrare qua– si esclusivamente come il Leone d'oro dovesse an– da.Te a Rocco e ai suoi f~atem an.z.iché al Pauarr 1710 del Reno. Que.rta impostazione del- 1--------------------- la polemk:a non può non apparire e.st. --emamente re– ttrlttiva. an che se n ,·e.– detto finale della giuria è rotto vari aspetti discuti– bile. anzitutto per aver lasciato senza una menzio– n,e due !ilm come Non. c'é amore più grande di Masaki Koba._vash.i e Il viaggio in pallone di Al– bert La.morisse. Consegna ti a Venezia i premi dell' I. D. I. S1 è svolio al Lido di Vene. z.ia: in coinci.deru.o con la inaugurazton~ del Festn•al mternaz.ionale del Teatro d1 prosa l'annuale com· etno degli Autori drammatici italUlni organfa.– z.ato dall' J.DJ. Alla presen::.a del Mtnistro del Turismo e dello Spettacolo sono stali consegnati i premi t eatrali dcli'/ .D J. Il premio per la migliore r.ovità italiana rappresenta.la dal I. luglio /959 al JQ giugno 196() è stato divi so rra Eduardo De Filippo per ,. Sabato, domenica, lunedì• e Carlo Terron per • Lavinia fra i dannati•• mentre un prenuo minore l stato attribuito a Giovanni Testori per ".\fa.ria Brasca •. Le quattro maschere con lauro d'oro destinate agli in• terpreti sono state assegnate a PupeJla Maggio, Anna Pro– clemer, Franca Voleri e Tino Bua.:.:clli. U1110 speciale riconoscimento l stato concesso al regista Giovanni Poli per i successi conseguiti all'estero dalla Com– pagnia del Teatro universitano di Cà Foscari. II premio • Sih-io d'Amico • deslinato alla critica è stato assegnato a Nicola Chi.aromonte per il volume • La siiua– z.ione dramma.tica •· In occasione del Convegno degli Autori drammatia l'Edi– tore Vi10 Bianco ,iella Loggia Foscara di Pala.:::.oducale ha presentato ai critici teatrali com•enuti a Vene.zia I primi dier-tta:t::~ti,e~~~::!e d~:~ea~~: t:1e~~:ri del Teuro Dell'opera hanno parla.Io ad un numeroso uditono Al– ~rto Bertolinr e Gio,·anm Calendoli, alla prescn.:a di Be– nedetta Marineui. Dopo brevi parole. dell'Editore Vito Bianco, 11 Ministro dcl Turismo e dello Spettacolo prof. Folchi Jra illustrc:10 con un brilla,ite exscurs1,s storico il significato elle assunse nella cultura italiana td in quella europea. la ri1,-olta futu– rista inii;;.ata da F.T. Ma.rinerti. mentre la civiltà compiva una svolta fondamentale per la frattura creata dalla prima iuur, ~lli,au. ll responso di una giu– ria non esaurisee il signi– ficato di una mostra a..-– llstica. la quale ha ·u rompito di propor:-e una sa.rie di opere che stabili- · sca.no il colloquio fra gli uomini o per la loro vati-· dilà artistica o per la lo– ro verità. documentaria. l quattordici film della rassegna ,·ene.2.iana, quan– do non posseggono nella misura auspicabile una validità artistica, rh-elano certamente questa ,·erità. a incominciare dal tan LO discusso PMtagoio del Re– no che é un lucido « pam– phlet • nel quale il proble– ma dell'unità europea é per la prima ,•olta diseus– so in relaz.ione all'uomo ed ai suoi sentimenti.

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