la Fiera Letteraria - XV - n. 32-33 - 7 agosto 1960

Le rlcllleste di giudizio che giornalmente d pervengono, b"overanno risposta acile apposite rubriche • Verba Ve,.. Jant •• • Scrtpta manent • e • La Fiera risponde• secondo l'ordlne di anivo. Si prega pertanto di astenersi dal solleciti I[{ FIERA LETTERARIA I ORARIO OELU REDAZIONE 11·13 dal mercoledl al aabato Manoscrlttf, roto e disegni non r1cMestl non 11rest1tutscono L'ULTIMO GRA~DE ATTORE DELLA TRADIZIONE ITALIA~A * La polemica culturale diErmete Zacconi * Un'interessante mono– grafia sull'arte dell'attore Ermete Zacconi appare nella c0llezione dei e Docu– menti del Teatro•· diret– ta da Paolo Grassi e da Giorgio Guazzolti (Cap– 'Pelli ed.. Bologna 1960, pag.g. 154. lire 500). Ne è autore Giuseppe Pardieri che con molta diligenza ha raccolto •le più si gnifi– cative testimonianze sul.le inteilJ)retazioni di q uesto gagliardo e sanguigno in– terprete, coordinandole in un'esposizione di invitante chiarezza. di GIOI' A11/NI CA~ENDOLI prenderanno sopratutto quale sforzo di penetra– zione, di intelligenza e di coerente c0slruzione com– porti l'arte di un attore come Ermete Zacconi. La sua carriera è -veramente una grande ed animosa battaglia, che si conclu– de con un testamento di fulgida nobiltà. l'interpre– tazione dei Diatoghi di Platone. E', purtroppo, unn dimensione oggi smarrita. In una nuova edizione della monografia non man– cherà al Pardieri l'occasio– ne di dedicare un cenno anche alle interpretazioni cinematografiche di Erme– te Zacconi, sopratutto al– le prime. delle quali dà appena un elenco ineom- pleto. Padre, che io ho rie– sumato qualche tempo ad– dietro in una trasmissione televisiva dedicata all'ar– te di Ermete q;acconi. è un documento significativo, perché l'attore vi si rivela non soltanto nella sua in– tensità. ma anche nella sua misura. Ed un film egualmente degno di men– zione. che il Pardieri non ricorda. è L'Emigrante, prodotto daU'c Itala Flm > di Torino nel 1915. Aveva la lunghezza di 1200 me– tri e ne fu soggettista Febo Mari. Anche questi particolari concorrono a delineare in tutta la sua imponente ric– chezza la personalità di Ermete Zacconi. GIUSEPPE CAMBINO: • Paesai;::glovcncrlano • A\JR 'JCJ[§']['J[ Jl TA\.L ltA\.N l1 * MOSTRE D'ARTE IN ITALIA * Premio Michetti * di GJlJSl<.PPE SCIORTINO Al Premio 1\-Iichetti di quest'anno ho trovato una certa aria di sconforto: nessun entusiasmo dei lo– cali, questa volta. per una manifestazione c h e da quat.tordici anni è l'argo· glio degli abruzzesi in ge· nere e dei !rancavillesi in partic0lare: ed alla quale l'on. Giuseppe Spataro ha sempre atteso con entusia– smo, giovandosi dei suo alto prestigio. I motivi im– mediati dello sconforto so– no originati dal modo come sono stati assegnati i pre– mi: il primo abbassato si– no allo scialbo astrattismo di un giovanissimo torine– se; Il secondo regalato a una e immagine> di Gino Morandi riecheggiata da Afro: gli altri distribuiti ai soliti manieristi astratti i cui nomi e le cui elucu– brazioni vediamo in ormai troppe mostre. Naturalmente, per co– desta premiazione. il cruci– fige viene dato alla giuria presieduta da Casorati. Ri· teniamo a torto. La mostra. convenienti denuncia la più assoluto assenza di un timoniere; sicché la barca del Premio Michett.i a Francavilla non ha questa volta approdato, ma vi si è arenata. Una retrospet– tiva di Basilio Cascella rimettte - sia pure per un solo mese - quanto di più inaccettabile abbia prodotto l'Ottocento: i:ion si espongono le esercita– zioni di un uomo che non ha doti di fantasia e di buon· gusto. che farà sen– za dubbio parte di una cronaca parecchio provi.n– ciale ma no della storia: e non si premette a tale mostra un articolo lauda– tivo di un Francesco Ver– iengia (ma chi è? quali ti– toli ha per parlare con tan– ta sicurezza?). il quale ignora o finge d'ignocare la prospettiva ormai stori– ca di un'epcca che non ha riservato alcun posticino a Cascella Basilio. Ermete Zacconi rappre– senta un momento impor– tante nel1a storia del tea– tro italiano. perché se.irna ]'est.remo sviluppo del Na– bralismo e la caduta nel Positivismo. ma una cfl– duta caratterizzata da quell'ingenuità intel1ettua- 1e e da quell"entusiasmo culturale che sono tipici di non pochi attori italia– ni anche grandissimi, cre– sciuti nella fatale e pa– tetica ignoranza del noma– dismo. Nelle memorie di questi attori si Ieg.ge spes– so degli sforzi e dei sacri– fici che hanno dovuto af– frontare per darsi un'istru– zione sia pure elementare. viaggiando continuamente e non di rado in condizio– ni miserabili. A tal -propo– sito ha scritto qualche frase assai commovente Eleonora Duse. Anche Er– mete Zacconi è della schie– ra. Ma la sua volontà di crearsi una consapevolezza culturale fu davvero ada– mantina; assunse, come giustamente ricorda il Par– dieri, un carattere quasi fldeistico. Ermete Zacco– ni era profondamente con– vinto che il teatro fosse uno strumento di elevazio– ne spirituale e studiò sem– rpre indefessamente al flne di nutrire la sua arte del– la cultura. Naburalmente dieri non trascura di os– servare, e schiettamente italiano. Si potrebbe defi– nire il Positivismo e osa– to>, carico di rancori ipo– lemici più o meno c0nsa9e– ,·oli di una cultura essen– zialmente umanistica che tenta di liberarsi dalle sue tare di esclusivismo lette– rario per adeguarsi al pro– gresso scientifico. Ma uno degli elementi fondamen– tali del significato storico di Ermete Zacconi consi– st.e appunto in questa sua stretta appartenenza alla tradizione italiana che con– vive con un desiderio di e apertura > verso la più avanzata cultura scientifica europea contemporanea. Egli è forse l'ultimo gran– de attore che rimanga nel solco dell::i tradizione ita– liana con tanta convin– zione. Dopo di lui. se si esclude il fuggevole mo– mento verghiano di Eleo– nora DUse e la fase piran– delliana di Ruggero Rug– geri ogni tentativo di apertura diverrà sogge– zione alla cultura stranie– ra. E Questo fenomeno ri– porterà in una luce sem– pre più viva gli attori dia– lettali come soli e più fe– deli esponenti di una tra– dizione italiana. e 1 e va t a consapevolezza culturale de.ila sua arte. Sapeva esattamente quale era il fine verso il quale tendeva e per questo la sua opera di attore appare monoliticamente organica. Anche tale senso dell'or– ganicità è poi andato pro– gressivamente perdendosi nell'attore italiano, perchè sempre ipiù la nostra sce– na è vissuta di accatti -pas– sivi divenendo schiava di un intimo disorientamento. Questo disorientamento ha trovato la sua manifesta– zione più sensibile in Eleo– nora Duse. che ha oscil– lato. ma con un'autentica angoscia, tra Giovanni Verga e William Shake– speare, tra Vittoriano Sar– dou e Gabriele D'Annun– zio. fra Gerardo Haupta– mann e Heinrik lbsen sen– za mai trovare un centro di gravità sicuro. Ed un attore di qualità eccelse come Ruggero Ruggeri si è successivamente diviso tra Lavedan e D'Annunzio, fra Duvernois e Pirandello con una disponibilità di estensione incomprensibile, che è poi divenuta tipica dell'attore italiano. Anche oggi la sola reazione ve– ramente energica a tale disponibilità. che C una forma di indifferenza spi– ritiuale, è costituita da Vit– torio Gassman. Orneore Metelli, calzolaio tanto nella metà astratta quanto nell'altra figurati· va, è quanto di pe)?gio si passa immaginare: nessu– na edizione del Premio Mi– chelti è stata a così basso livello. Essendo la com- Accanto alle croste ed ai disegni accademici del predetto Cascella (!atti sulla falsariga di certi sca– pigliati lombardi), sono state esposte le elucubra– zioni modali di cinque astrattisti stranieri, elucu– brazioni fomite da una galleria romana ed illu– strate da frasi e luoghi co– muni messi insieme con– tradiltoriamente (da 11 a bella prosa di Palazzeschi siamo arrivati al ridicolo. caro avvocato Marchi). Ma c'C un punto di contatto !rn le due sale fuori mo– stra: dall'accademismo in– nocente del Cascella, sia pure con un bel salto. ec– coci all'accademismo cere– brale di un Bogart o di un Canogar. Fuori dell'arte l'abruzzese e fuori dell'ar– te gli stranieri; legato a una maniera il primo. idem gli altri. Tuttavia le due sale potrebbero servire ai giovani perché si persua– dano che non è seguendo la moda che si possano avere risultati di una cer– ta consistenza estetica. Il Cascella ai suoi tempi fa– ceva quel che fa Bogart oggi. * cli Il. Il. DE All 1 GELIS missione !formata da astrat– tisti e da succubi della mo– da, nulla di strano che. a beneficiare dei quattrini L'art.e di Ermete Zac– coni, la sua problematica - sentita c0n una convin– zione e con un accanimen– to che sono esemplari - segnano dunque un punt.o cruciale nella storia del– l'attore italiano ed a noi sarebbe piaciuto che nn– dagine attenta e ricca di Giuseppe Pardieri si fosse spinta anche in questa di– rezione. La personalità di Ermete Zacconi sollecita in tal senso non -p0che c0nside– razioni e non pochi con– fronti. Pur essendo un au– todidatta, egli aveva una r dati dai quali si risale a queste considerazioni, se si esamina obiettivamente l'evoluzione (o l'involuzio– ne) della scena italiana nell'arco di un secoio, so– no tutti offerti da Giu– seppe Pardieri con singo– lare cura. E que.sto è l'in– teresse centrale della mo– nografia, che potrà essere letta con molta utilità non soltanto dagli studiosi, da– gli oppassionati, ma anche dagli attori i qunli vi ap- Calzolaio, musicante, pa.– dYe di famiglia e infine pit– toYe, lo vita di Orneore Me• telli, oltre ai piccoli viaggi in paesi limit-rofi di pro– vincia con la banda e a un viaggio a Venezia intoYno a cui mancano sicu1'e noti· zie, si .wolse inteJ'a. a Te-7ni in cui egli ebbe i natali. la cuftura che egli sopra- .--------------------– Terni è città ape-J'ta., cor– diale, di pianura, ma cir– condata dai monti che ne soffocano il clima. invano rinfrescato da.He nevi e dal– le cascate delle MaTmore; e tuttavia ha un non so che di scontToso, pudico, nonostante la bellezza delle sue donne, i commerci e le in.dwtrie che la /anno tutto vide fu quella del suo tempo, cioè la cultu– ra positivistica, -ma la sen– ti con slancio romantico. Del resto, fra il Roman– ticismo ed il Naturalismo non esiste un'opposizione, ma una logica successione. Il Romanticismo, come ha messo acutamente in ri– lievo Umberto Bosco in Reali$ffl0 rom.antico, abo– lisce le mitologie e per– ciò e abbatte il diaframma tra la poesia scritta e la vita c0ncretamente vissu– ta, cioè schiude allo poe- 5ia un immenso dominio fi– no allora ad essa precluso: quello della realtà>, UNA INCHIESTA CATTOLICA pro.,peme. L'ultimo numero della rivista • Leggere,. (Rom~. COJ'S<? Sani. co.lJ>O: o. merito delle Rinascimento 113), è interamente dedicata all'inchiesta sw due sfingi d, p1et1'a,che or: Difetti principali degli intelletuali cattolici italiani. . I nano .d?- tempo i giaTdim Vi hanno partecipato: Mario Apollonia, Ugo AllOn~. pubbhc1, (una trasformata Ernesto Balducci, Carlo Betocc:hi, Carlo. Bo! Paolo Brezzi, pusino in fontana, con un Marcello Camillucci, Ferdinando C~stell_1,G_mco.moCesaT?, cannello di ferro in gola. Bartolo Ciccardini, Pietro Cimatti, V1ttono C1ttench, Antom~ che la stYazia e mutila I), la Corsaro, Giovanni Cristini, Lin~ Curci! ~aolo D~ Bcne~clli, cittd .1embra c-u.stodiTe un Augusto Del Noce, Rodolfo Dom, Wlad 1 .m~o Dongo, Luc_iaoo peloso ed antico enigma di ~Zf~noNG:iTT:,° F[rd?:a!i':io ~?:esii~bq~~~an!t 11 ~~; 1 ~: cui nemmeno_, gU abitanti rio Gozzini, Giuliana Gramigna,. Massuno GnU'!-nd1, Frn;n- possegga~ P 1 U ~ chiave. cesco Crisi Margherita Guidaca, Armando Gu1dctti, Vm- Certo :n è che m un am-– cenzo Jncis.i. Arturo Carlo Jemolo, Giorgio Kaisserlian, Fran- biente cosi jatto, mosso ap– co Lanza. Giovanni Lupo, Enzo Maizza, Gennaro Manna, pena dallo scirocco di Ro– Benvenuto Matteuccl. Fabio Mauri, Renato May, Stefano ma da cui dista un'ora di l\~inelli Fausto Montanari, Angelo Narducci, Gino Nega~, tJ'eno possiamo fa.citmente for1un~t~ Pa~qualil"!o,Gior;g_ioP7trocchi, Mflssimo. Petr~i. im~gina.Te i giorni tet1'i ~~::nf~st~}~~fi~. 0 f~r~•~ 10 Ri1:~~~!;,ra~! 1 ;:;e 1 1u~. 1 ~;: del ~alzala.io Orneo.,-e, la gelo Romanò, Bonaventura Tecchi, Giuseppe Valentlm. Mano sua vi ta g 7 ama , c~otata a Verdone, Valerio Volpini, Adriana Zarri. stento dalla marcia della LETTEB11 D11LL' 11:BRUZZO * Aida e dai ballabili per le ·nozze di qualche notabile del lug,o. Senza l'fnte-J'vento della pittu1'a, nessuno si Tic01'· derebbe dell'esfstenza. del capobanda Metelli, dette sue cacce, delle sue scoYpe– modcllo, deoli atama1'i e della feluca impennacchiata della sua marsina di ce– rimonia. Eccellente calzolaio, (pre– mio d'onoYe e meda.glia di 'oro alfe Grandi Esposizioni di Parigi) rice.,.cato flauti– sta, pittoYe •candido» di fama ormai europea: .1arà in/eJ'ioYe al doganiere ~~~s:;~io~ d:(:;: d~,!:!~ ca», che sembTano accen– tJ'aJ'e l'attenzione dei critici più esigenti, in seguito alle foYtunate speculazionl sul fenomeno Gauguin. e su quello clamoYoso di Van Gogh . Poiché, a dire la veritd, il colore dette ripYoduzloni adultera la pittura di Rous– seau e di Van Gogh sino a Yende,-la falsa e acida - ma a tanti giova., sino al punto di ingeneYaJ'e il sc>- 3Petto che il tono delle loro pitture sia quasi intera– mente questione di trucco, e di «vernice•, di 1-mpres– sionl e di tinte tipografiche. Con Orneore la Tealtd vince, nel senso che i suoi II Pardieri sottolinea in vari l-u_og:hidel suo studio questa concomitanza di Romanticismo e di Positi– vismo nell'arte di Ermete Zacooni; ma la interpreta quasi come una contrad– dizione, mentre essa è una manifestazione storica– .mente consequenziale. Per questa sua posizione (o per questo suo svisamento) il Pardieri tende anche ad isolare la pel"Sonalità di Ermete Zacconi. mentre essa si ricollega diretta– mente c0n quella di Tom– maso Salvini, sebbene i due attori abbiano aspra– mente polemizzato, J)roprio come capita spesso ai pa– dri con i figli, sulla in– ter,pretazione della Morte civile. Al giovane Ermete Zacconi, che per rappre– sentare l'avvelenamento e la morte di Corrado aveva interpellato medici e s,cie~– ziati attenendosi con ri– gore alle doro indicazioni, Tommaso Salvini appariva un retore perduto nelle nebbie della trasfigurazio– ne romantica. E viceversa a Tommaso Salvini, che si avvicinava ai personaggi abbandonandosi con mag– gior purezza r<?mantica al– l'intuito e poetico>, Erme– te Zacconi appa•riva come un orrido analista di l.ab9- Tatorio trasportato indebi· tamente sulle scene. Ma in realtà i due interpreti era– no sulla medesima lin,ea di evoluzione storica e senza la premessa del Naturalismo romantico di Tommaso Salvini non si spiega la conseguenza del Positivismo di Ermete Zac– coni che ne costituiS<:e uno sviluppo sia pure per ec– cesso. Infatti Tommaso Salvini proprio con la Morte civile suscitò a Pari– ,i?i )'entusiasmo d! Emili~ Zola ed in Russia desto le meraviglia di Costantln (j11a provi11cia addorme11tata Stanislavskij. Con una e poetica tea– trale> relativa al suo tem– po Ermete Zacconi è nel solco della tradizione ila• liana. Il suo stesso Posi-• tivismo, come anche il Par- Da alcuui auni anclze lo Abruuo sta vivendo nuovi fermenti culturali. Le inizia– tive, i fattori ed i fatti in– cousueti sono davvero tan– ti; ma la novità maggiore, la pii, decisiva, ci sembra questo interesse dei giova– ni e dei giovanissimi verso tutti i problemi della poli– tica e della cultura contem– poranee., que.sca rinnovala coscienza di ciò che l'Abruz– zo - ora che la confusione e le distrazioni e i disagi dell'immediato dopoguerra sono quasi tuui soltanto ri– cordo - può dare e riceve– re in q:,ello che Ettore Maz– zali, scrivendo della rivista • Dimensioni•, ha definito • il giro e il movimento di un'anabasi italia11a ed eu– ropea•. Nor1che i problemi molte– plici dell'Abruuo. e le diffi– coltà sopratturto esterne per una sua autoctona e florida personalità cullurale, possa– no essere risolti in pochi an– ni o pochi lustri di lavoro e d'impegno anche i11tensi: la manca11za fino ad oggi di un cemro wuversitario, di una metropoli davvero mo– derna clte potesse spingere la regione sulla strada del– l'autonomia, della person~ lità e ad un tempo della italianità, Ila determinato nei secoli e nei dece,mi non sol– lqnto la carenza totale di quei mezzi e di quelle stmt– ture e di quegli istituti che soli - in loco - possono formare degli individui ai propri luoghi utilissimi, ma Jta soprattutto originato quella diaspora d'fotelligen– ze e d'uomini i quali, un.a volta emigrati, ed immessi con altre vedute in ambienti adatti ad appagare e a svi– luppare il loro genio nati~ :::n::e, sod~t b~~rn!~~ard~t~~ • paesi della sventura•, cm non sarebbero potuti esse– re giovevoli in nulla a cau- * di Gl,UIMARIO SGATTONI sa della secolare penuria di meui efficie,lli (e, nostalgi– ci fuori d'Abruuo, pill che aiutarlo concretamente lo hanno spesso cantato, e troppo spesso snaturato, in opere che dell'Abruzzo ha,i- 110 fatto un mito, e mai una terra nuova di dimensioni e di idee). Ma ~ pure inne– gabile che, proprio dai gio– vani essendo venuto l'esem– pio migliore, i assai proba– bile che il moto di rinno– vamento, la impostazione giusta dei problemi piU. ur– genti, un amore più. soffer– to e piit consapevole per i luoghi d'origine, e, infine, il desiderio estremo di cspr<r viucializzarsi •, con un ap– prendimento ed una valuta– zione totale di ciò che si può ricevere e di ciò clte si potrebbe dare, opereranno certo, se già ,1on stanno ope– rando, il motto atteso mira– colo (per il quale l'industria ed il turismo avranno pure gra,i parte). I giovani goliardi fra gli altri, e con essi alcune per– sonalità assai note della let– teratura e della politica rer gionali, si sono battuti e si batteranno perché la regione possa ottenere al pi1ì presto un vero ed utile e funziona– le centro universitario, che dia completeu.a ad una cit– tà, e che oflra a tutti i gio– vani abruzzesi e molisani, o alla ma~gior parte di essi, la_ possibil1tit di accedere agli studi superiori senza dover ricorrere alle. frequenze spes– so proibitive di atenei lon– tanissimi, frequenze che han– no contribuito alla spremi– wra ed all'impovenmento della gid magra economia regionale. E bisogna dire che l'azione dei giovani ~ non soltanto giusta, ma anche appreu.ata, se proprio l'an– no scorso un'alta personalità democristiana ha dichiarato fra l'altro che, 'per rimuove– re i gravi inconvenienti dei nostri· atenei, è necessaria anche la • predispo5izione di 1m'a.ssistenza economica co– ordinata alla distributiorre geografica (da rivedere a: vantaggio di alcime regioni meridiot1ali, quali ad esem– pio l'Abrntto, la Pu,:lia, la Lucania e la Calabria) dei centri universitari, in modo clii! non vi siano teme d'Ita– lia ove l'universitd è acces– sibile e altre dove non è ac· cessibile senza enormi e mumani sacrifici delle fami– glie degli s1ude11ti •· Le Sovrintendenze alle Antichità ed ai Monumenti, la chietina con il prof. Valer rio Cia11farani e l'aquilana con il prof. Raffaello Delo– gu e adesso con il profes– sore Guglielmo Matlhiae. han fatto ciò clze llan potu– to (pur con mezzi inadeguati alle troppe necessità dello Abruu.o e Molise in campo c,rclzeologico ed artistico) per ridare luce e valore al– le nostre reliquie italiche, romane, medioevali; ed il j!A~!ila e.e ~~ /j~aa~~,(i~ /:;: st'ultuna i l'unica collezio– ne di pitture barocche clze 11anti l'Abruzzo). il Museo archeologico na1.ionale degli Abruzzi e del Molise inaugu– rato a Chieti dal Presidente della Repubblica, gli scavi di Sepino (la Pompei del Sannio), di Alba Fucerise, di Castiglione Messer Raimon– do e della cosiddetta Villa ovidiana (un santuario ita- }~1':Ìe f:,esM~rr:~~'::;tf ~ q~: !~ le sono stati rinvenuti un Ercole ed una iscrizione bronzea che potril dare luce ad uno dei monumenti più. insigni dell'Italia preroma– na; tutto q1Jesto, ed altro, è stato e sarà: utilissimo per ,ma terTa che sulla storia artistica, e sul turismo, de– ve riporTe le più. concrete speranz.e. U nostre biblioteche pro– viuciali e comunali, grazie anche all'opera della Sopri11- le11de11za Bibliografica di Pe– scara retta dal dr. Giorgio de Gregari, han fatto il pos– sibile per colmare o ridurre gravi lacune, per sistemare 11ellamaniera più. decorosa e funzionale (anch'esse con mezzi scarsissimi) il nostro vewsto ed in alcuni casi pre– zioso e malnato patrimonio bibliografico (non mancano i11c1maboli, cfoquecentine, co– dici miniali, pergamene e manoscritJi rarissimi); ed è in avanzato corso di ap– pro11tamento un modernissi– mo schedario regionale, che permetterà di consultare in ciascuna provincia anche tutti i testi posseduti dalle altre. I migliori fra i teatini so– no riusciti ad ospitare in Abmuo il Settimo Congres– so Naz.ùmale delle Tradizier ni Popolari, che ottenne mol– tissime ragguardevoli ade– sioni, ebbe il consenso e la viva presenza dei massimi studiosi di etnologia, di glot– tologia e di folklore, ed i cui risultati sono ben leggibili nel grosso volume degli Atti congressuali (quasi 600 pa– gine) pubbUcato a Firenze dall'Editore Olschki. E a Sulmona si ~ tenuto anche, nell'àmbito delle ma,rifesta– zioni per il Bimillenario del– la nascita di Ovidio, un con– vegno i11terna1.to11ale di stu· diosi della poesia e della personalitd del vate peligno: convegno i cui fmtti eccel– lenti non sono ancora valu– tabili nella loro esatta enti– td, anche se sono usciti i due grossi tomi degli Atti, cr,rati da Ettore Paratore e stampati dall'Istituto di Stu– di Romani. originali sono più poetici e fantasiosi di quanto no?i appaiono le tavole dell'al– bum pubblicato 0J' non è motto da Pierre CouYthon J)eJ' le edizioni di Pierre Ca.iUer di Genève. In Europa, il nome di Metelli (pe1' !e numerose esposizioni organizzate da zu,.igo a B«silea, a Parigi, a Lo-nd.Ta, dallo sculto-re Aurelio de Felice, aru:he lui di Terni e quindi naturnle ra.bdomante delle dispersis-, sime tele di Orneore) è no– to, anzi famoso. Da noi, specie a Roma, superata la emozione della scoperta, OrneoYe Metelli appartie:n,e alla schiera dei fa ntasmi, che fatta per ca.so la loro allucinante a pparizi one, ri– spondono sempre più di Tado alle evocazioni degli scrittori amanti di perser naggi singolaTi, te a coYto di argomenti. Eebbene rico1'dato con af– fabitità, Orneore non è presente; bisogna. forza1'e le occasioni per TichtamaT- lo alla memoria. Fosse nato in Francia, al– le sue pitture avrebbero in– nalzato un monumento di carta stampata; ma qui da noi, avvezzi come siamo alle ricchezze natt,.,.ali del talento che schiuma sinan– che sotto le pietre - e dal– la pietra stessa -, che im– portanza può avere un pit.– tore cosi maldestro, dai na– tali oscul'i, che si fabbTi– cava da solo i colori, tra un rnttoppo invisibile a una tomaia e una se,-enata per nozze a lume di luna ? Sa.rd peT questo che, avendo tra le mani questo teggiadro album, impresso in tefra stYaniera, la tenta– zione di reagire al malvez– zo ci assale con uno slan– cio che non. es-elude il ri– sentimento, né un oscuTo bisogno di giustizia ? I baf– fi di Orn.eoYe - come dal– l'autoritTatto f.n divisa. da capobanda. - ci ispirano fiducia: sono quelli di un u.omo onesto, dl gran cuo– re, d{ umore fantastico e sognante; potrebbero esse– re quelli di un m.agistTato o di un nostYo sconosciuto antenato. E pof, quella fe– luca, quella piubba, quei fregi d'OJ'o I Potrebbe esse– -re un ammiJ'aglio di una flotta. del GTanduca.to di... Che fierezza! Peccato che non impugni il clarino: lo strumento potrebbe esse-7e benissimo it simbolo del potere. Infatti, OrneoYe, con quello , dirige la banda. E qua.le numerosissima ban– da ! N on vorremmo aveTe l'a.Yia di .1coprilo, il nostro pittore; ma di riabiltta.Tlo atza. memoria degli italiani, in un'epoca che si affida alla teletrislmte e ai dise– gni del Toman.zi a fumetti, questo, si, è t1 nostro sco– po; o almeno vorrebbe es– Se1'1o. 70 • Ne resta, sul fon.do quel messi in palio da chi e tanto che basti a suggeyfre ~~~!ffi~fe~ez~uode~~c;!~~re~ il cielo, la neve, il veYde siano stati degli astrattisti: degli alberi , le luminarie e Casorati, in presenza di delle sera.te festive con le autori che ovviamente non glm! ande di cartavelina in stimava. ha fallo bene a onore del Santo e i fuochi dare il primo premio a di artifizio che scoppiano uno dei ragazzi torinesi nell'assuydo silenzio della che, stringi stringi. valeva C'onca ternana prigionie 7 a quanto gli altri concorren– delle montagne. ti. Del resto, dopo certi I cavalli di Orneore sono premi degli anni preceden– naU per i cortei, le cacce ti, ormai a Francavilla al e le battaglie: sono animali Mare tutto è possibile, sen– superbi, indomiti, di un uni- z'ombra di scandalo. co colo,.e; gll alberi sono Allora, se i nostri ama– alberi da parco, ben curati, bili organizzatori hanno il e formano scenaJ'io, servo- coragt;io delle loro azioni. no per un o dei tan ti spetta• bisogna che assumano le coli in cui fonda.le aTChitet- responsabilità che ad essi ton.ico è dato, ind ifferente- competono, se,nza giocare mente, dai versanti dei a scaricabarile. A nostro monti, delle colHne, o dalle avviso, la Commissione facciate dei palazzi antichi tecnica, cioè quella che fa di Terni. gl'inviti, è la maggiore re- La vita della cit!.d, te poy- sponsabile del fallimento tenze alt'clba dei ca.cciato1'i, del Premio Michelti. poi– il ritO'J'nocon te prede onco- ché dagli aventi titolo al- 1'a sa11,Q'ttirnmti:Goldoni si l'invito avrebbe dovuto mescola a Verdi in una serie scegliere i mig1iori. cer- di pa nnelli decoJ'atit>i che cando di dare un certo or– in:t.pJ 'esta.no , dal melodram- dine e un equilibrio alla ma e dal gr otte sco, gli ace- antologia che ne sarebbe nari vaga.mente caricatura.li deriva.la, riservandosi - per un cOJ'O os annante ai fi- almeno per i grandi cen– nale di una festa. popolare. tri - di !are una visita in La. festa, s'intende, si cele- loco per la scelta anche del bra a Terni, nella piazza quadro. Con quest'ultima grande arrangiata eta un ar- condizione non avremmo chitetto-s,cenografo; ma no; avuto un Corrado Russo sappiamo che tale festa, in bozzettistico, un Notte pri– una piazza simil.e, si celebra. vo di senso compositivo. in tutte le pfccole città deUa un Picinni e un Celiberti proviru:ia. italiana. Metem mostruosamente dilatati. non dimentica M le gtran- un Leomporri con un nu– dole né i penna.echi dei ca- do sgangherato (in neo- rabtnieri. I bouquets sui ca- realismo o si è Guttuso o pelli deUe dame a passeggio si è nessuno). eec. ecc. Non ci sembra generoso insistere in un'analisi ne– cessariamente negativa di quasi tutte le opere pre– sentate al Premio MichetH (un tizio fa come Burri. un altro tratta il colore come una chiara d'uovo andata a male, un altro ancora pa· sliccia trucioli e gesso e li appiccica su una reticella metallica} ma. dopo aver detto che falliscono anche gli artisti che stimiamo. bi– sogna pure fare qualche sporadica eccezione. Quin– di segnaleremo Cugurra, Martina. De Robertis. Cor– si sui quali (sia pure non assegnando il yrimo pre– mio) avrebbe dovuto orientarsi una commissio– ne non conformista, in ob– bedienza all'adagio e beati monoculi in terra coeco- rum>. o sonagli intorno al collo Ora l'insieme degli in- !~g~ti;~n.:lb!;!op;~;::~~~ 1---------- m~o;a c~~~od~~~a~cil:::= la benedizione di S. An<o· < PROìvIETEUS > mento opposto a quella nio, Santa Maria, un'allra DI TALARICO presieduta da Casorati: processione, u Santuario e perché, come il manieri- infine il prete pittore che L'ultimo numero del Dram- smo di moda ha portato s'intravvede sotto t'aYCOdi. ma, diretto da Lucio Ridenti, alla -premiazione di un una porta con i pennelli fn~r:ta dc~f: ~~~càlia td~~ ~~ova~ssimo .in ·t abituct.o in mano, mentJ'e sul tavolo nostro collaboratore Elio Ta- t m a. co~1 1 passa 1- è un vaso da lui dipinto latico, • Prometcus ». con la smo sopravvissuto P?rte– con un bel nudo di donna. presentazione di Giovanni rebbe alla premiazione. ()ppu.Te.t.a. serenata dei [Tati Calcndoli. In essa è istituito 1;an~::::~e diab~~zz!~~uii~ ~~ :=~~/:tt;i u~~~~~ ~~~k';5df1~j_ RJ>:~:~ !re; fatti, se collochiamo i due vino. SembTer-ebbe che Me- tre atti di Talatico. sullo stesso piano, l'assur– tern obbla volur.o tentaJ'e Rf~isiaross::ocle~~~t~roa C::~~~ do dè sol~ ~ppar~t~te: es– u·na certa. satira alla buona, gaglia. l'uomo di teatro re- se~.i am : ue p1 on ~e- cordiale, municipale. centemente scomparso. ~~/ da;"l~e e 0 ;;;i~e~~~== Ma i suoi strali sono sen- zioni: situazioni, aggiun- 2a punta, egli è sempre Att4 di un Congresso giumo. decisamente fuori pYonto ad imboccare il suo dell'arte. ~~f::~~a ~ ,:1t~t:;:;~ Itala 0 ~;~ 111 ~!'it~te n;t":,~~~~~ Pertanto ci auguriamo Sottanto egli non vuol.e di- scorso tm Congresso per Pro- che il nostro linguaggio menticare, nella sua gaia: e fesson Universitari per diScu- - neceSSariamente duro fantastica cronaca, né il tere su e Il modo con cui - valga a far riflettere pennacchio dei t-reni, né it ~~~~ve;:!~io~rz~an;r:,~si~~ 1 f= i responsabili di questa tioHo di qualche procace sti che diano un sempre mag- XIV edizione del e Mi– COTtigia.na di passaggio, nè giore apporto spirituale, chetti • e li induca a libe– la nascita della prl.mave.,.a, scie11tifico e sociale al no- rarsi di quanti alla mani– né i'uscita. dat teatro: in stro Paese•· A questo inte- festazione si sono attac– queste cronache è la no- ressa,1te Congresso hanno cati non certo per passio_– tizia. mal iziosa d.e gti avve- g;~i. parte quasi 350 Do- ne artftica o per amore ni1tt-enti m.on- Oton.i, ma. non e Gli• Atti• sono stati pub• ;~rsobb~ te~ra d'Abruzzo. perciò p rivi di u·m OTe e di blicati in rm volume cl,e rac- 1 a 18 i coraggio ·di Orneore dipinge di sl?l'a, dopo aver Tappezzato te scarpe dei concittadini (con preferenza a quelte dei · compagni mmican« I), a lume di torcia e di candela, fantasia della pYovincia coglie sia le tre relazioni dei cambiar musica. perché la italiana.. Metel.!i non tTa- Professori Arturo Danusso, mostrà riprenda il suo scura nemmeno il petteger Armando Sapori e Aldo Fer- cammino guidata da ma– lezzo dell.a battaglia della rabino, sia i numerosi in- no sicura, senza comples– corte, tra una vecchia che r:ar-:r 1 /i1:C~;/:;'trd!U~ n~~t:; Si d'inferiorità di fronte tngiu.ria U1l4 giovane, forse Universitil. agli sfrontati e spesso pe-r ragioni di gelosia. Tut- Il volume, del costo di lire. sprovveduti esaltatori di to è t,eatro nella. vecchia 1 IXXJ, · i,uò essere richiesto una rpaniera che. carne pYovin.cia ita.llan.a. Le piaz- olla Segreteria Convegni del- abbiamo detto più volte, ze, I.e cOTtiLle facciate dei la Pro Civitate Christiana - nei luo.e;hi d'origine da palazzi, sono sempre pron- Assisi. tempo ha cominciato a te a faTe da fondale alla 1,-----------,I essere abbandonata. e i colori acqubtano per f01'Za un tono negromanti– co; e ri intonano per un miracolo di memorie, spai,, mati, a quena. luce tTemo– lcmte, su tele grez ze e ma– lamente ingessa.te , su ta– volette lu cidate co n un po' dt lotte e un po' di benzi• na, persino su. lastJ'e di fer- commedia dell'arte a cui EDITRICE bene attre:a:zata, trea- Dulcis in fundo: un Metem aggiunge le dolenti teunale esperlmu, eu.m1n11 ma- ::~u~~;~ t!~~oe~\a_at~:= ! p!;:ic::i ~~~~,n:~ ~;: ~~ "°;~e,' =~~~::-°: contonio, Pallozzl e Piccini. scritta dal suo pennello pe,- !andando le opeN merttnoll. a la banda del paese: di un coadhfonl di particolare fa't'Ot'e. DIEGO FABBRJ paese che, forse, si chiama Scr1ver11: L'APPRODO DEL StJU, 11 ___ D_lr_et_to_re_re_,_Po_n_,_•_bl_le....;. Terni, ma che si può an.die LunaoTeatn, Nuovo, 2', Napoll. Stab T' f u E. s 1 s A chiamare Italia.. ,_ __________ .,,Rom~ _ l~~:r~vcNov~m·b~· i49

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