la Fiera Letteraria - XV - n. 19 - 8 maggio 1960

LA FIERA LETTERAR Anno ~- • :'i. 19 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELL ARTJ E DELLE SCIENZE Domenica 8 maggio 1960 SI P BBLICA LA DOME '!CA Q L 100 DlHt:ZIUNE. AMMINLSTHAZIUNE: Roma . Vua di Pona Cast.e.llo. 13. lelefoni: HedBZlone ~-487 • Ammin .ut.tulo.ae 6!'>5.l~ • PUBBUC.:l'fA': Am.mintst.raz.1one: • LA FlEKA LE"rrERARIA > - Vta dJ Pona CasteUo, l3 · Koma · !AtUnA: L UO al millirnetro • A BRONAMF:NTI: Annuo L -4000 . Sem6t!'@ L. 2..150 • Trt.mestre L. 1.100 • Estero: Annuo L 7.000 • Copia arretrata L. 1$0 • Spedlz.lon• ln conto corrente postale <Gruppo r11 • Cnnto eorn-n~ t>"1't.ale o. l/3l'l2fl A CURIOSA RI J, E1YDJCAZIO!YEDI COMISSO * Perchè non possiamo andare a scuola daCasanova Abbiamo posto sui compiti e le al direttore della Rai - TV responsabilità dei g1·andi italiana alcune domande mezzi di comumcaz1one Radio e televisione * in un'inte1~vista con Arata di E.l'RICO F,tLQfjl * Tutti sanno, come suol dfrsi per signifiear il con– trario, che Les m.emoi res de J. Ca.sanava de Sein– galt, ecrites par lui-mime. furono stampate per la prima \•Olla a Lipsia nel 1822-1828, ma riviste e tradotte in tedesco da Wilhelm ,·on Schutz., e per la prima ,·olta in fr...ncese. a Parigi, nel 1826-1831. ma ri,·iste e carrette da un certo pro– fessore Jean Laforgue. !\on si sape\·a im·ece che eostui, da buon ateo e da fiero giac0bino. le a,·e\"a cosi fortemente modifica– te da deformarne la origi– nalità del caratiere e del– lo stile. :S-é sarebbe stato possibile documentarlo se la casa Brockhaur di Lipsia. dopo averle acqui– state con non più di quattromila delle nostre– odierne li :-ette e dopo es– sersele tenute in cassa– forte per centoquaranta anni. non si !os:se final– ment,e decisa. in unione con la Casa Plon. a stam– parle nella loro integrità. sotto la vigilanza di A.r– thur Hubscher. l'osservazione vorrà esse– re controllata sul testo del Casano,·a per quanto ha attinenza con la bontà àella sua riuscita stilisti– ca. Bontà che. non dob– biamo nascondercelo. t.IO – \"a oggi presso di noi un riconoscimento ed un con– senso più pronti del giusto in appOggio a particolari tendenze letterarie. di cui il meno c.he si possa dire. dal lato estetico. è che non guardano troppo per il sottile. alt.re regioni. dalla Lom· bar-dia alla Sicilia quan– tunque né ~anzoni né \"erga siano riusciti a su· pera-re e incertezze> che < pregiudkano ancora la prosa del nostro secolo>. La d do,. e e se a\·essero scritto meglio l"effetto per la nostra prosa sarebbe stato più risoluth·o >. j 10 esclosiTa a La Fiera Letteraria\ l;na simile notizia ha suscitato sorpresa e cu– riosità in tutto il mic..ro– monào dei casano,;ani. ),fa è anche successo che a\-·endo dì recente la Casa Gallimard iniziato, nella solenne eolle-zione della Plf!jade, la pubblicazione dei .lfemoires. aaenendosi di necessità al testo for· mtone dal Laforgue (lo unico d"altronde disponibi– le a tutt"oggi). il cura– tore dell'edizione gaUi– mardiana. Gerani Bauer. si è venuto a trovare in obbligo di difendere la re– \"i.sione e la <:Orrezione del Lafor,rue come quelle che han certamente reso e più interessante: > il mano– scr1tto originale. Cont:-o questa discutibile difesa ha subito replicato l"altro specialista Paul Guiman:i. asserendo che un simile giudizio. se messo alla prova con )"autentica Ri– stoiri ~ ma vie, , figu.. rer-à carne una somarata monumeotaJe >. e Xon è una somarata. - ha riba– dito iJ Bauer - ed io in– sisto. Per la religione di Casa.no\·a sono scett:co: era massone. Per lo stile sono certo d"a\·ere ragio– ne: Casanova scrh·e\·a ua francese approssimativo>. (Cfr. O.A. Lemmi: A t;an– t"i. 24 marzo 1960). .-\ questo punto ci sarà eh! ,--orrà dubitare che la p0lemica ben orchestrata contribuir-a ad accrescere j"attesa per il lanc:o del– la \·era prima edizione del1e ce!eberrime. eppure un po" monotone e noi0$e Memorie casanodane? . la c·e deLraltro. dal lato let– terario. anche oer quanto si riferisce a11'1\alia. ... Cni ha a\·uto modo di sbirciare i due primi \-O– lumi (Cfr. P. ).Iilano: Espresso, 13 marzo 1960). ha subito notato. a tutto ca:ico delle giunte e delle \·arianti abusi\·a– mente operate dal Lafo:-– gue. che e la prosa origi– nale di Casano\·a e rozza. a tratti è magar-: plebea. ma è sempre \"igorosa e mira dritta allo scopo (aJ più. per- dare rilie\-O ad una idea. ricorre al cor– sh·o ...). li francese di Ca– sano\·a è debole nella ~rammatica. a \·olle con– fuso nel.la sintassi ed è qua e là macchiato d"ita-' Jiani5-m:... La sua insom· ma I:!' la 1 lni!Ua di uno straniero il Quale. come egli di.s..<edi se una \-Olt-2 ad una 5-Ua sedotta. p0s– seg2a appena quelque commencemenrs de fiUe– rar-ure >. Tutta\"ia. anche « irto di rolecis.mi C"m"è e fant!:0$0 nei ~t:-.itti. il france5"e d e 1l"impuLci,-o Giaevmo è dotato di una qualità che quello di La– foreue può im·idiargli: ha stile> Sacrosanta l)ei confron· h delle arbitrarie inter– pretazioni del La1orgue. )la forse è proprio per questo motivo che detie– ne un certo potere d"at– tratth·a. indipendentemen– te dalla pla:.isibilità cri– tica. J"augurio di Giovan· ni Comisso. Questi. nel ·53_ diede alle stampe ( La mia vira: Longanes1. :\li– lano) le duemilacinque– centosettantanove pagine di una propria lungimi– rante ma rischiosa ridu– zione delle Memorie. sfrondate di episod:. lun– gaggini. ripetizioni ed espressioni che. a parer suo. offusca,·ano e appe– santivano come una muf– fa. la originaria CeLidtà dell"opera Orbene. sem– bra che i suoi tagli ed i suoi ritOcchi siano per pI'O\-are sorprendente con– ferma nell"integrale stesu– ra dell'Hi.stoire de ma vie (Cfr. Com.is.c;o· Co.:=.ett.a del pOJ>Olo, 12 marzo 1960). Acquisterà perciò mag– gior Corz.a il < gustoso au– g-..uio retrospetth-o > con il quaJe si chiude la sua prefazione? Dan·ero ,non si può dubitare che se Casano\"a a\·esse scritto le sue ..U emorie in itaJiano. anebbe s,·eltito diretta– mente Ja nostra narrativa quasi un secolo prima. edtando di ricorrere alla narrath•a europea. influen– zata da Stendhal. e senza farci subire il gra\" 'a.me faucoso che ha oppresso i nostri narratori per tutto ij secolo passato >? A noi succede di non poter r-e– spingere qualche dubbio. tanto più spiacenti di a,·er don1to constatare il manche,·oJe raggiungi– mento dello scopo perse– guito dal Comisso: e con– tribuire a riportare l"ope- ra di Casano,·a nella nostra letteratura. ricupe– rando un capota,·oro ~rduto che le appartie– ne>. A taJ uopo sarebbe comunque occ:orso volga– rizzamento assai più ela– bOrato di quello offenoci da una trad.uzione appron– tata con )"altrui collabo– razione. P e r c h é a\"esse qualche passlbiJilà di non farci rimpiangere il ca– pola,-oro. il \·olgarizzamen– to-rifacimento an-ebbe do– \-Uto cominciare con l'esse– re pazientemente ridistil– lato dal so!o autore del Porro dell"amore. E , ·en.ia– mo alfa ragion critica del– r esaltazitJue casanvviana da parte di Comisso. L1 chiodo di una crisi che la lingua italiana starebbe s-..ibendo. e dal suo primo aoparire fino ad oggi>. e che • non si sa se definire pie osa o drammatica >. si è da gran i.empo conficcato nella persuasione di Co– mis5-o. Forse fin da quanòo riscopri le Confessioni di u.n Italiano. Cominciò al– lo::-a a segnalare nel ~ie\-o un maestro anche di lin– gua. lin maestro \-eneto. s"intende. E tornato di re– cenie (Gazzetta del popolo, 12 noçembre 1959) sulfar– gomento. dietro sollecita· zione del ,:::ran parlare e sparlare che si fa di lin– eua e dialetto. ha \-Oluto di nuo,·o spezzare una lan· eia in -d;fesa di quello che a Jui risulta. in manie– ra lampante. reccezionaJe esempio Jinguistico stiJi– .:tico ed artist:co fornito nei secoli dagli scrittori \·eneti. A pare suo. la Jameo· tata disgregazione !ingui– stica de::-h·ò aU"Italia dal conseguimento dell' Cnità politica. oltre che _dal df:– cadimento de1f·ant1co pn· mato JetleraMo toscano e daU-a\•\·ento di scrittori di inutile opporsi, contesta– E.NRICO FAl.QUI Il direttor-e generale della Radiotelevisione itali.:J– na., Rodolfo Arata, ha cortesemente con.sentito o n– spcndere od alcuni quesiti ri/lettem.i 2:orii a.spetti dell'aaioiui della RaiTv. (continua a paa:. 3) RodoUo Anta mentre a.sslste ad una trasmissione Ecco il testo deU' iru.en; ista, in e.sclu.s1va assoluta per .. La Fiera Letteraria •· Una poesia di Giuseppe Villaroel La radio e ta teleci.rione, per lo t.-asto diffusione che hanno assunto in tutti gli ambienti sociali e per U fatto che penetrano, per cosi dire. diretla– mente eniro le muro dei focolari domestici, pon– gono gravi interrogativi in merùo ad una efficace utilizzazione deUe loro estese facolià di comunica– zione. In relazione a questa constata..~e. quali iniziative ta RAJ assume nello preparazione dei suoi programmi.? * A nche l'amore intristisce, come i1k°r.sti&ce l'invenio appena rimane dei rami il freddo scheletTo neTo. Per aprire un dialogo su tale questione che. come Lei giustamente accenna sembra improntare le scelte e gli indirizzi che de,·ono ispirare l'impiego di suumenti di comunicazione di massa tanto dif– fusi e articolati, quanto la Radio e la Televisione. mi si consenta di ricordare due concetti che già ebbi occasione di esprimere. Quale è l"impost.az.ione di fondo, la <regola> particolarmente difficile e gravosa. in quanto de\·e scaturire da un preciso impegno, che emerge dalla considerazione dei mezzi di radiodiffusione nella toro specifica funzione di strumenti a profonda influenza sociale? e Basterebbe la consapevolezza della potenza eccezionale degli strumenti a nostra disposizione ;>e.r renderci edotti delle conseguenti responsabilità. _ re anche se lo ,·o– lessimo, potremmo scrollarcele di dosso e comun– que allontanarle, t.rincerand.lC.i dietro l'illusorio pa– rat-en~o di un ll&lWiti.ci.imo. -<'he inv"X3to ogvi !)er elude~ i termini obietti.i di una situazione. do– vrebbe cedere il passo domani dinanzi alla concreta esigenza di definire una soluzione e di delineare un atteggiamento >. E. strettamen:.e connesso a que::.--io problema, un altro interrogath·o dai termini pari– menti categorici e non eludibili. sulla natura del e messaggio > speciiìco che dene affidalO allo stru– mento in rapporto all'ambiente ove è indirizzato. e Il nostro pubblico disseminato a guisa di gigan– tesco mosaico da un capo all"altro del Paese, è per così dire, raggiunto singolarmente dalh. radiotele– visione nella familiarità della casa. Ecco un angolo Che cosa ha tolto alla voce il canto d.ell'u.signuolo, agli occhi il lucore del cielo, al tuo sorriso il m.isteTo che allegra la vita come la brina il fiore? Amore, che mi apparisti., inaspettato e lucente, come la stella dei Magi hm.go il cammino oscuro, improvviso spari.sei daL cuore senza memoria e pietà.. Amore, con le tue mani distruggi i! prodigi,, che tu solo creasti, qui, sulla terra, quando il mio cuore e il ttw cuore avevano u.n solo battito e il sangue Le stesse arterie, la stessa bocca i ba.ci , iL riso, il pianto, it Tupiro. Cosi, d'esui, la bufera si abbatte su!la campagna. E quando torna il sereno non resta che i.l triste squa.Uore e gli avanzi dei romi divelti e dei fiori. Da Nuove poesie d'amore (Dalle lfu.ooe poesie d'amare) '"'SCRIVERE COL * SANGUE,,, La poesia che edifica cattedrali Del'e e.ssue stato Maurice Daris a dire che la piuura non è un ca,·allo in corsa, un moma110 della natura, w-.a figura di dorma ma una su– perficie ben levigata su cui sia:. stato disposto in bdl'or– dine, dd colore. Ed è stato Federico Niet:.scJie a scrive– re parole. di fuoco cont-ro ':"c!,ro itch!nn~ne ;1· (~g?7~~ ciò cht. è scri110 amo solo quel che si scrive col pro– pno sangue. Scrivi con il sangue e imparerai che ti sangue i spirito>- < E tutti i poeti credono che citi agia– ::,a le orecchie ~endo sul– l'erba o su solitari potdii sappia qualcosa delle cose che passaoo tra il ciclo e la terra >.. « Alt.. come odio i p«t1! •J. Tra queste due opposte per si::Joni (scelte a caso, tra al– tri mili~ possibili esonpi} si dipana e si aggroviglia tutta la storia dell'arte e della pot!– sia con.1anporan.ea: tra le op– poste sporule cre.sa, r.o i fiori ,r.,ostmoSt di e.ste.tu :M ab– nonni ( « il problema. è di forma fo,mota e di forma formante >J che sembra ab– bùmo il so'o scopo di dimen– ticore foggato dd conten– der<- E' eresia sostenere die qua– si tulle le illumir.a:.ioni este– tiche più au1en1iche ci l"et1- gono dagli stessi poeiiJ Che un po,e1a alla ricerca ddle proprie radici, pu il faJto ste.s.so di non pretendere una ogge11i,-ità frag,1e e inutile. parlerà un linguaggio bm più eloquenu detraccadonico di e.ste.tù :.aJ lo. poesia contrad– di~ ogni possibile caiegori.a prestabilita: non c'è te.ori.a che riesca a contener~ i ve– le:nf e glt U'110ri della poesia. Ci sarano sempre un Rim· baud, un Mallannè a smen– tire i laureati di O,:ford. lo. poesi.a tollera soltanto altra poesia così come l'uomo ha bisogno di uomini e non di manù:hiru e robot. ù este.ti– che prusistenti alle forme di arte crolt.ono miseramente, una dopo l'altra: n-,rnmgono le pot!tiche. E a formularle sono i poni. O qu.alche. filo– sofo che ransia di conoscce gcu·duà pe.r le difficili ,ie dello poesia. Tulle le esietid,e ramanti- * di A..~GELO l\ARDOCCI che culminano r.ell'hegdismo. Il culto della forma., della bdle:;za pura, è in sostanza riccnducibile al mito (non è possibile chiamarlo altrimat· ii) delridea che tutto ,..n;fi– ca ma tuJto sniunora e dis– solve. Il ccmtrasto può tra I.e '"'ertigitti del Logos e la realtà esisten::iale affiora. im.– medialamente: i! Io stesso Hlilderlin., tanto per citare 1m esempio, che mentre can..· ta la Beli~ e sogna una nuova Ellade in cui trionfi. Appollo cosl fa dire a lpe.– rione (lo stesso che prima ave-.·a e.sclamaJo « Essere U.ftO con il tutto, questa è la ,ii.ta degli dei., è il cielo dell'uo– mo•}: « A questa al1ez:z.a "!i' sollevo Spes$0- ma un attt– mo di meditazitn:e mi abbat– te giù__ Oh, non fossi. io mai anelato nelle vostre scuOU! La scitnz.a in cui mi sprofon– dai_ quella scien::,a mi ha lllllO guastato_>. Con l'idealisn-.c si pude la co.scien:.a della natura (ridot– ta a momento del nuznifestar– si dd Logos), si smuri.su la uotior.e delI'esistere come realtà prima e for.damento dì ogni possibile me:afi_sica (coir.c:iLun.zD di morte ed esistenza}, si poggia in ddi– nitl\"a re.s.sere sulla veri.là e non la nirità suJressue, ten– dendo ad un mondo che, sor– rello soltanlo da un e.stremo rigore rauonak, si risolve in siderali fantasmi. La reazi~ ne fu immediata: J.farx e Ki.ukegaard. Se quello di Marx fu un semplice ribalta– mento diaht1ico. Kierkegaard andò oltre. L~uomo non lot– ta con fantasmi ed epifonè– mi: il Logos è un'astra:Jo11e e Dio una angosciante realtà, le triadi che tutto compon· gono non possono disrrug· gere la rea.Uà esistm:;i.ale dell'U1dfrid1.10 hic et nunc; norr c'è solu:ior.e ra:tionole che poss:i impedire alfuomo di fare i conii con Dio. E questa è l'unica cosa che im– porti: il mio rapporto con Di.o, furto infinito tra I.a mi.a infinita• m~ria e rin(inita grande:;:.a di Dio. Nessuna teori:!.lltione è possibile, ogni prere.s.a dr oggeuh-i.tà è illu– sori.a, la filosofia è sempre e soltanto um; forma di a1110- biografia. Da w,a parte (con Hegd}. 9.uindi, si cru. tra il poeta e il Logos una forma di illu· mina.:Ume progressiva fuiché per gradi si giw.nga alla Bd– le=.a; datra11ra, con Kierke– gaard, la sola forma possi– bile di ~a è la preghiera. .\la Rimbaud trovò • ama– ra• la Bdlexx.a e la "insul– tò>; d4'Ira- parte l.a poesia è poesia. non preghiera, nel senso CM la. p<Je;SUl. potrà anche risolversi in preg_hiera ma- non lo è per de/intvone (non A una teoria, è una con– stara:done.J. In altri ramini la poesia non può annullarsi in alcuna forma di ,trasco1- dt :n.ta. Se- non è 101 fine non è neppure uno strumento ed è l'wro e r4ltro Uf.Si.one.. Per ~re espliciti si può dire (sen;;a m·eu aflaJ.to lJJ. pre- tesa della r.m-i.ta e persuasi di ribadire una poetica. r.on un'estetica) che la pouia è lo Sl·etarsi dell'uomo a se stesso, in tutte le sue dime:n– sioni. Ogni atto conosciti-..-o ree.o in si una verità auto– noma. (in questo senso la poesia è fin.e), ma ogni ,'Uità ccndz.ta ad altre ,·eritò (in tal modo la poesia è stn,– me:ntoJ. Questo disvelarsi ddl'i,omo, il far onugere la natura, i sentimfflti, la terra, dalle om– bre e dalle nebbie, ebbene questo è poesia, Si può ,. svelare> il ramo ddralbero te.so contro il cielo in ,m mattino d'autunno, ma anche l'impulso alla lotta ha. biso– gno di esse sottratto alle nebbie deJfincerte::z.a_ La Invito al chiarimento della poesia contemporanea * Ne.R 'in.t.en.io di dare un nome ed u.n significato al nmo di disagio eh.e coglie molti giovani aUe prese coi problemi e te finalità dello poesia, si in.vita.no critici, poe~ editori che tiberomenu desiderino in– teroenire, a pubblù:nre sulle pagine dell4 Fiera lette· raria il loro penonale punto di vi.st4, i loro consensi e dissensi nei ccmfronti; della poesia attuale della critica degli antologisti degli edìiori di poesia dei pre-mi d.i poeaia in maniero aperta e spr-egiudicata. unieame-n.le in· te-ressa.ti a compr-endere questo preciso momento della poesia, il suo « c:arottere • 1 e considerando che nel mede.simo processo a.nche ta na.rra.rioo, la pittura, il cinema, il teatTo e tutie le altr-e arti non sono meno coin-.oolte. L'invito è rivolto a.I chia.rir.iemo delle singole Po· sizion.i e del.te responsabiliui che critici e poeti han– no (o non hanno} nell'attuale momento deUa nostro culrura.. (Dal prossimo numero pubblicheremo gli inteJ"'\-eotiJ poesia ripe.le così la puabo-- 1.a dell'esi.stemA, questo bal– ._ar fuori (u-sistere) dal nul– la, questo porci dinanzi a noi stessi pe.r acquistare coscien– ~. fondare il ,wstro e.uere e sutre.uere la verilà. E la veri1à, si badi ben.e, non i ur.a calegoria, mo la sostanza deJJ'essue autentico, la sola possibilità offerta a chi non \.'Ogliaridurre l'esi.sten_zaa un simulacro di immagzni con· tigue nel tempo e r1elJo spatio. Cosl rome e sacra la ,·e– ri.là, ge:rchi ,W,e da Dio e m Dio llO\'a il suo de(imti,-o sciOflimentO dopo lulli i rim"ti esisten::i.alt, così tu.de Uievitabilmente al sacro. aoè al1.a i'Uita e al rispeuo del– l'esistw.;;p auter1tica stessa, che. di ,·en"Ià l sostan.:za1a, ogm forma d1 pc,esta. La ~· sta è lo n•darsi doloroso f,. scrfrere co,1 il sangue • J del se.ero, il nascere fatwoso della verità sacra ddl'uomo, il trait d'union che. rende possibile ti salto qua.liJatfro ddresistere hlc et nunc, e-– marginar, dall'essere. a llllte le infinite possibil11à deU"es– sere autentico. In altn tennini la poe.sta o nasce dalla riurca dei m~ ti che rendono possibtle l'al– bero e lo foglia, il fiore e rJ frullo. dalla ricerca del.le ra– dici dell'amore e deJfodio, del bene e del male, dei nes– si tra le stagioni e gli uomi– ni, tra gli uomùu e la storia, dalla ,-olontà di n--eltzre il de– stino dell'uomo e della natu– ra, SQQQ mai contentarsi del· le solu::ioni pre(abbn(:fj,lt, d.e.lle ,·erità precostituite, o non è. Lo poesia è un risca– ,•are continuo in se stessi le ra.giorj dd mondo. un rein– vezdare r1 nome e la sos1an- I za delle cose, un teml.ere al– la ,,entà (~empre sacra, qua- 1 lunque essa sia, pur se t11 diversa misura, da 3,uella dd {~~o laJ=ro ~':l'sc~~ I tata dalla reden::Jor.e) che, sollanzo. p11ò farci autemrci. In una poesia cosi rw.ta St può non parlan di libertd ma è la sola capace dt re.si – srere alle 11ra.nnie. Si può non parlare dì Dto: ma è la sola capace di ediicare an– ·udrali AXGE.LO NARDt;CCI che muta la prospetth·a de1l3 sco!:na e dà un volto aUo\·o ai protagonisti >. Soffermiamoci sul problema delle inftuenu eser– citate d4 radio e teleoi.tione sull'ambiente famUiore. Taluni partano di d.eterminazioni di carattere nepa– tioo. o per lo meno elu.rico. in rifenmento sia alla. natura del mezzo che al contenuto dei programmi.. Le ricerche compiute in questa direzione con no– tevole frequenza ed ampiezza dagli studiosi d1 so– ciologia dei Paesi nei quaU con r::-iaggiore incidenza e continuità la radiodiffusione è d1\·enuta un feno– meno di massa. concordano in vana misura nel rite– nere che la radio e soprattutto la tele\·is1one eser– citano generalmente una inftuenz:i positiva sull'am– biente familiare. contribuendo a rinsaldarne i legami esterni e in molti casi potenziando le occasioni più intime di incontro e dì comtmicaz.ione fra i vari componenti del nucleo famàiare. ~a. per questi aspetti. si tratta pur sempre di un"azio::ie determinata qua$i meccanicamente dalle caratteristiche dello strumento. che de\·e quindi es– sere debitamente indiriz.za :.a attraxerso una ade– guata definiz.ione del linguaggio e dei contenuti. a11a quale d'altra parte le condizioni tecniche ed am– bientali offrono la base di partenz.a e il terreno di realizz:az.ione . Il pubblico e i "miti~, A tal proposito intendo dire che n linguagio. lo stile radiofonico e televisivo, assumono una mag– gio?"C profondità e sen:sibuità d1 1nter..-enti. pnrtr– colarment.e consoni all"ambiente al quale si rivol– gono - caratterizzalo, come si è accennato. dalla primaria presenza di nuclei familiari di ascolk> - proprio nella misura in cui tendono a sviluppare le particolari disponibilità espressive e d1 comuni– cazione comuni rispetth~ament.e ai due mezzi. ~on si tratta qumdi, per il programmista. di tentare operazioni artificiose o fon.ate. ma di ac'e– rire con il proprio apporto originale ad una ,;a da tracciarsi quasi naturalmente sulle indicazioni che scaturiscono dalle facoltà intrinseche della racilo– diffusione Fra queste desidero sottolineare ancura una ,·oh.a l'intimità della comunicaz.ione. che offre un campo di possibilità quasi ilhmitat.e all"espres-– sione delle emozioni e dei sent.itnenti nella forma più rispondente ad una sensibili:à comune. Qual'è la responsabilità delll'l radio e della leie– t.isione nella formazione e di.tfusione dei e miti ~ piU conturbanti delta nostra epoca? Desidero riferirmi innanzitutto - per portare un esempio che mi pare oltremodo significati,-o e ca.rattenzzante a proposito di tale questione - ad uno dei fenomeni più nocivi. quasi una delle e epi– demie,. del nostro tempo. riassumibile nelle mani– festazioni del cosidetto e divlSIDo >. Ebbene. tale fe– nomeno ha trovato dei limiti tnvalicabili proprio nelle caratteristiche dell"uhimissimo e potente \"ei– colo di comunicazione di massa,. cioè nel mezzo televisi\·o_ Infatti questo si presta soprattutto, come sl è accennato, a mettere in evidenza le doti d1 sponta– neità e di schiettezza. insomma le qualità umane che risultano dalla consape\-·oleua popolare, tradi– zionale e moralmente radicata. facendo im·ece sbri– gath·a giustizia dei mezzi enfatici di af!ennazione, che sul e \"ideo > appa.1ono immediatamente. per cosi dire. sez.ionati nei loro elementi di artifi~to e quindi ridicolizzati o naturalmente assunti ad un giudizio negativo. E' così che i < personaggi > che si sono via via avyicendati sullo schermo Lele,'ls.ivo - ad esempio nel corso di celebri rubriche - sono stati proposti alla scelta deJ pubbliro. nella mag– gioranza dei casi. proprio perch.? espnmevano o impersonifica,·ano caratteristiche tra le più comuni e le più umanamente comumc3th-e. inoltre si può affermare che uJ?Ualmente il mezzo radiofonico e queUo tele,·isiYo appaiono m larga misura estranei o positivamente reatUvi alla dtffu– sioae delle infatuazioni psicolog.:che di ma...c;;sa dalle negative influenze sociali. appunto per la loro na• "tura di strumenti rh-ol!.i ttlla singola personalità degli individui (soprattutto la radiofonia) o a nuclei di ascolto comunitari. come quelli della famiglia o ad essa affini (soprattutto la televisione> più diffi. cilmente esposti alla C.trCOlaz1one dei e miti > e delle opzioni incontroUate. che tr.:wano in,·ece maggiore nspondenz.a p::-esso pu':>blici iodìfferenziati o ap– piattiti in assemblee uniformL Naturalmente questa situazione altamente posi– tiv~ caratterizzata dagli attributi di un colloquio intimo e confidenziale e da un tipo di ricezione che attiva piuttosto le facoltà innate del e buon senso ,., racchiude il pericolo potenziale di condizionamenti di altra natura. tanto più gravi io quanto maggior– mente effettivi ed inan•ertiti. ove non soccorra un chiaro e responsabile indiriuo nella guida dello strumento. Qu~ndi ritorniamo al JJresupposto ini...-iale. da Lei enun.cia.to, di una chiara impastazione che de– finisco t>attioitd di programma._,fone dell<J radiote– le-cisione, appunto neU'a.mbito della sua funzion.e di seroizio destinato ad un pubblieo che sì ouò dire caratterizzato dal nucleo familiare d'ascolto. Certamen e. Ed un ('hiaro e re~nsabile indi– rizzo de,·e assumere come elemento essenziale la salvaguardia dei motivi e degh aspeiti. strutturali psicologtct e spirituali. sui quali si fonda la comri: ,·enz.a familiare e dai quaLi trae impulso un cor,– portament0 di vita. naturalmente ispirato ad una ,;suale cristiana. Si tratta in tal modo non soltanto di e,•itare di ricorrere a quelle espres.sioni tematiche e a quelle

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