la Fiera Letteraria - XV - n. 19 - 8 maggio 1960

Le ricbjeste di giudizio che giornalmente d pcrveogono, troveranno risposta oclle apposite rubriche • Verba Vo-– Jaot •• e Soip1a manent • e e La Flera risponde• secondo l'ordloc di arrivo. Si prega pcrta.Dto di astenersi dal solleciti MOSTRE DI PRIMAVERA - ESTATE * Ricerca di un ordine * <li GlliSEPPE SCIQRTIXQ Siamo alle mostre di pri· ma,-cra-estate. Dopo il • Pre• mio del Ftorino • e il • Prc· mio Arezzo •. si annunziano ~ari.\~~e1~\.:.u1~ •ila~~~~ m •• ccc.. Così ci toc:cher.i - ad onta dei • di,ieti • rcao· lamcntari - di rh'cderc a Franc:a,illa aJ Mare. a Bari. in Calabria e altro,-c molti dci quadri esposti alla Qua· dricnnale di Roma. E la noia sarà grande. gl'"lmiti. in quelle mostre che ormai contano un certo ou· mero di eclizioni, ,-anno fatù sopr.mutto nell'interno dd· le manifestazioni precedcoti. Xon è bello a Bari ,-cdcr escl~i. da alcuni anni, pit· lori rcgolarmcolC in,itall nelle aJt.tt mostre nazionali e che anche a Bari a,'e\-anO 01tenu10 premi acquisto e se– gnalazioni. Ogni mostra, quin· di, do\'rebbe iocoraggiare e sostenere i suoi abituall par~ tecipanti. rinsanguandosi an· che con oculate accettazioni: un chiuso recinto, che sì apre soltanto ai pron-eduti. bilmente fuori dell'àmbito strenamcn1e locale. Mentre oagi si chiamano i critici a cose fatte, per un giudizio di cui poi non si tiene molto conto, sarebbe piu producen– te chiamarli anche prima. a titolo consulti,-o o delibera· ti,-o. Eooo. a nostro p;ircn::. uno dei modi per cominciare ad affrontarc la questione delle mostre anz:jdette. Esse, allo stato .. attuale, come abbiamo ,;sto, accusano enormi defi– cienze, ma hanno anche dei lati positivi da approfondire e da potenziare; ad esse po– trebbe essere sempre più le– gato il fen-orc della ,;ta ar– tistica italiana, '"isto che a Vcncz:ia si tiene oonto soltan• to della moda. GIUSEPPE SCIORTL'{Q LA~ FIERA LETTERARIA I ORARJO OEU.A REDAZJO'IE 11·13 dal mercoledl al s.abalo Manoscrlftf, foto e dlsegol ·non richiesti noo si reslltulscooo Bruno Ca.ulnari: Enrica D ~AR.TE * A x~OVIT TE TRA.LE R.O&'\. * "Lavinia tra i dannati .. di Terron La dida..<calia tniziale di • Lavinia fra I dannati• di Carlo Terron (p:-esentata da Lucio Ardenzj al Quirino) comincia con queste parole: • Li conobbi. Erano signori con un'antica anima da con· tadioi. Fra le mw-a tetre e massicce della dimora pin– gue e volgare. si sumò per generazion! il dramma segreto di passioni funeste e ,~e~e incon!essabilL.•; r ultima didascalia suona: • Om;:i son \.ivi i nipoti. Al· t:-a gente•· Pare a noi che il piglio narrati\-'<>dell'aper– tura e de 11 a cooclusiooe siano la spia di un ramma· rico e quasi una confessione critica. come se il Terron \.-olesse dirci: so da me che txta sto:-ia come questa do– nebbe essere raccontala io prosa di romanzo. Perché A ,I ,I cli l'l,.\DIJIIRO C.\.JOI,I dunque avrà scritto una t:a· gedia? Potrebbe bastarci la risposta, che un t a l e n t o drammatico si esprime drammaticamente. Siamo certi che la mede– sima tr-agedia. in un'inter– pretazione radiofonica in– cludente i passi esplicati,; e narrativi. s e:-ebbe più compiuta e più efficace. Per esempio. con la prima bat– tuta Diego si rivolge a • una vecchio che sra ritta. al .suo fianco• e le dice: • E. a ogni generazione. c'è. sempre. anche una go·..-er– nante come te •· Il Terron. i n didascalia. soggiunge : • Di: con.seguen.:o. non sani inutik conoscer-la.. E' in ca· .sa do quando nacque e ,.j chiama Eh::iro. Servetta. fi· glia di un.a remota coppia di domestici. ha conosciuto Il I et t o di un precedente padrone. forse il morto del quale $1. aentird parlare!'; do· re ri è guadagnata lo solifa piccolo dore per maritarsi ol solito giovane dome•rico che lo aapeva e col qua:e ha mePO al mondo un'allra aen:euo che ha percono ro arcuo itinerario dello ma· dre. e un altro domestico che ho npetuto il calcolo del padre. Quaranta l!' più onnt oddietTo. Ju la balia deU'uomo che. og,gi. due di luglio. •i tormen10 leggendo t giornali; poi i rima,ia ve· doca e. da mofti anni. e ,ta– ta PTQmossa ai compiti. olle ruponaabiJird e alla com· plicitd di governante. Le .sue mani cu,todiscono con orgd'gho ,-,.petto.:, le chia· ri di tuue le porre. gh aT· mo.di e i cossoni dello ca– sa: e il suo cen:iello rin· chiude. con animale Jedeltà. il aegTeto di ru:te le azio· ni. i ,entimenli ,. i penrivi dello Jamiglia.. Sell'orlier-na ocea.:rione. es,a ,orregge fra to la fahila d egli altri. e c:-eduto che ciò basta.s.se ad impo.:-e la pro p:-ia \'eri ta. :\la la verità d1 Lavmla e <h quel trpo che ti mamfe– s.ta subito come p:-e..,.arica– z:on e e delitto: tu·tav1a. ~ no meno delittu.O!<e le fin· zioo: di co~oro che l'attor· n.iano! E. il prob:ema del teno atto. quando don Claud10 dinanzi a ru;.ra la famiglia e. soprattutto. al fratello oonfe..«.tSa la proprio respon– sabilità e la mUeria morale in cui è Eempre \·l65Uto. Fin da bambino. e,1 1 ha in\.i· dia:o Diego ia bo n t à cU D:ego. la supe:io:-:tà di Die– go. La med~:ma rL~:UZ10- ne d; !arsi prete era sta'.a presa da C:audio m odio al fratello. quando a...-eva ce– duto che la bonta di lui rosse. appunto. una caraue– rlstica sacerdotale. E'. dun· que. responsabile Claudio anche de: contegno di La- Pure sarebbe erralo parlare di inutililà a proposilo dcUe decine di mostre che le due belle stagioni ci rcp.lano: se non scnissero ad altro. costi· tuircbbero sc:mprc una buoc.a <X:Ca.Siooe per ,-edere bei luo· 2hi. cooosccrc le testimonian– ze artistiche dei secoli. in– contrare gente .so,-cotc inte– ressante per l'ingenua passio• ne oon cui altende alle cose deUo spirito. assaggiare le n• rie specialità culinarie che sooo sempre indice della for· mazione storica e della chilb di una gente; le tali mostre contribuiscono anche a dif • fondere la conoscenza e ad acuire l'interesse per l'arte o:>Qtemporanca, a educare il gusto, a fugare infine lo splun pro,-inci.ale e a mutare per qualche mese J'aJ,-co del pcttegolume quotidi3ll0 . Se proprio non s1 può C\;· la.re la piaga dei mediocri o pessi mi dilettanti locali, si ri– !-eni loro qualche sala. an-c-r· tendone il pubblico con un cartello. Lo fec:c anni fa a \1- terbo Felice Ludovisi. e la co– sa funzionò ottim~te: in una saletta i , iterbcsi (natu· ralmcnte era 13. saletta ck:lle spron-edute presunzioni) e il resto nelle altre sale. Cosi la mostra consen-a,-a nell'insie– me una continuità, un signifi· calo e un decoro. ln\'tte, es– sendo spesso a decidere i co-– siderti artisti del luogo, capi• ta, ahinoi !, di lrO\"'aJC accan– to a un Casorati. a un Carrà. a un Soffici o a llll Ciardo brutture di sconosciuti che fuori della loro città non riu· sciranno mai a farsi accettare o che - come accade in mol· 1e mostre meridionali - far.· no un quadro l'anno per esporre e rani premiar-e o acquistare. Calabria, Buggiani, Ciarrocchi, Stradone, Gucci on e le brac cia delle le~,t0lo di buca.lo l!'. apparentemnite. attende ordini •· Ebbene. non c"è abil ità d i regista che possa far lnt.en · dere al!o ~t.atore med:o la comp:essilà na::-ath·a del ,. nia. che ha tenta:o di da· re Io s,:ulg1mento p;ù se.In· plice e naturale alle tor· tuose premes~ p s1colog 1cbe che son nell'ana sies.sa de:• :a casa: semp:.ictt .3 e n atu– ralezza bel!uma m contrap– posizione all'anamnesi tipi· ca della famiglia. data da Diego nella pnma battuta Ma non è in questi termi• ni - ci \"UOI poco a capirlo - che ,a. posto il problema on· de ottenere una maggiore funzionalità delle mostre pre– dette. Sia beo chiaro che ncs· su.no ha mai parlato di abo– lirle: semmai si tratta di me– glio articolarle, indirizzarle: il denaro pubblico (sono qua• 5i sempre gli enti statali, pro– vinciali e comunali che paga• no) va speso con un criterio di rigorosa ocuJatezza (non abbiamo in mano le pc:zze d'appoggio per analizzare. e confrontare le s--pcsc degli enti promotori di moslre; ma finiremo. prima o poi, con nmporci il compito di • ra· i'.ionieri del Parnaso •). Intanto ci si consenta. non soltanto a tltolo discorshu, di accennare ai più comuni incom·cnienti a cui dan luogo quasi tutte le mostre 5tagio– nali. pur assoh-endo un com– pito senza dubbio non tra· :scurabilc. Generalmente. oel formare le giurie, non coniano o non vengono addirittura richiesti pareri ai competenti ; esse so– no imbastite da organizzatori orecchianti o che ubbidiscono a pressioni interessate. Anche per le giurie i comitati a ,-ol· te si a\'valgono del consiglio di un qualsiasi artista del lupgo. Cosi in una mostra m Romagna ~ successo che un artista romagnolo dichiarato-– si fuori concorso fu incari· cato di recarsi a Roma per organizzare la giuria. Costui ,-enne a Roma, formò la giu– ria SCCiliendo fra critici e ar– tisti amici: quindi si affrct. tò a comunicare alla ~te– ria della mostra che concor– f'C\'3 anche lui. l'\cssun stu– pore se ,insc il primo premio. Ancora. Uno dei peggiori guai è quello di mescolare nclle ~urie artisti e critici, poiché gli artisti - per O\'Vie ragioni - finiscono col pie– prsi alla ,-olootà dei critici.. Quando poi gli artisti deb– bono giudicare da soli, allora ,-cngono fuori gJ'intcressi di scuola, le preclusioni, i risen– timenti da sfogare, ecc. Ri• corcliamo il caso di un pittore ormai defunto il quale, es– sendo in giuria al e M.ichct– ti •. propose di non asscgnatt il primo premio perché lui non a\-e\"3 mai anito un pri– mo premio d'un milione e pe.n:hé - a suo dire - ne– suno dei concorrenti era alla sua altezza. SUila Fi.ua del 23 novem– bre 1958. conclude,-o un giu– dlz!o sul debutto di Rnnio Calabria alla Feluca. con ques~ parola: «slamo d1 fronte ad un temperamen– to di eccei:ione e se U Cala– bria saprà mutare con pa. z!enza e misura. pur neUa -sua naturale dismisura psJ– chica e umana, a,-rremo do– mani un pittore sicuramente non comune. forse un mae– stro >. A due anni d1 df. stanza con ques:a scl~o-– nata personale all'Obelisco, caJabria. ci dà O oon!orto di DOD ~ l.ngannati: DOll siamo è ovvio. a.::icora di fronte ad tm maestro. ma pur con i suol \"ef'd1ssiml t'CD– tltrc anni. Calabria. è già un pittore <Sicuramente non comune>. Duilio Moros.lnl nella sua v1\"8Ce presentaoone. osser- ~~~ Jt~~~v: ro b8dato sopra rutto a e sto– rid%zare la propria visione. adeguando 8d essa lo stlle •· D lavoro di Calabria si è s,-olto dunque 1n due dlr czio– nl parallele, quella d.el oon– tenuto e quella della to rma. Un conte:auto spesso pres... sante ed aggress!.10 che è ser– \ito quasi come un di!ficlle esercizio sul quale il pittore ba provato e ra!!on.ato le proprie ossa. Diciamo subito * di LQRE.1·z,1 TRlJCCHI che oon era tacile con quel temi c ronaclsdct e polemici salva.re la pittura; e Cala• bria. b en conscio del peri– colo. ha infatti. tal.olta oscillato e sbandato rra un esprcss!onismo favok>so alla Kol..-oscha ed una tagliente cronaca satirica alla Levine, fusi e confusi da schemi di gusto futurista. pur di evi– u.re un Dito .ensmo di ge.-– nerc. Gli ultimi e più com– piuti esempi di questi lmpe• gnatJ esercizi tra visione e stile o, se si preferisce più semplicemente, tra eontenu-– to e forma. SODO rap p?eSCD– taU nella mostra odie.ma . dalle .-aste tele t ntltolate La grande . :teultu.ra e Num;,o ccquisto. M a Calabr ia., per sua fortuna. è sopratutto pitiore e cos1 ben presto si è accorto che la fase dei con– tenuti polem.!cl e grotteschi (contenuti talvolta d1 dub-– b~o gusto. che solo il cando– re e la naturale buona fede del giovane artist.a 61 faceva– no -ro!entierl perdonare) e U veleno di un facile r.elo ri– formatore. spinto troppò 1n là. potevano portarlo sulle secche d1 un e levtnismo • mi– nore, facendo degenerare Ja sua anc nel caso plttorlco. più o meno p:ccante e scan. dallst.100. Gli ultimi quadri del pJt,. t.ore. Il barbiere_ Concerta- z:ione. e Ca.sal1nga clu dor– me, cl dicono 1n,-ecc che Ca– bria ba ora allargato fl pro– ;:irio mondo di interessi uma• n12:zandos1 di più. ascolta.o· dOSl meglio. impegnandosi 1n temi di portata meno contin– gente ed immediata. Questi e uomini qualunque> che egli porta. per virtù d'arte. su di un plano dl cpe.rsonaggi qual– cuno >, con cose ben profonde da dire e da suggerire han- ~~~r.u~~-o~~ spiace.oli macchiette dJ Jert E a me preme in modo particolare eonstata.-e co– me Calabria abbia raggiun- ~u~r:1an~ ~11n ~ te alla pittura di c&anne della piena maturità. 11Def– fablle carceriere del fenome– no natu."alc. il ooUdWcatore dcll"lmpressione. ma. anche. il maestro dell'astrazioo.e e della pura pittura. Soprattut– to ba riportato Calabria sulla strada della vera p!twra che consiste pw- sempre DO:n tan– to nello storicizzare la vlsic> ne quanto nel portare le idee sul piano della forma e del– la pocsfa. La personale di Paolo Bug– gian! alla Sclmeider è senza dubbio, una delle migliori mastre nan figurative della stagione. Buggian.i. maia:rado TEATRO A ~ILA.NO * la giovane età, ha Il dono di una graode chiarezza di idee e d1 programmi. Il ,;uo colore. felice e perentorio. di.sposto 1n vaste superfici monocrome. dà consistenza poet:!ca ed espcess:!va a sche– m! composltlvt assai sempli– ci. di lontana pro,·enienza neoplastica. at.U a creare uno spazio lllCiltalc. Row: ,'iolen. ti. altemati a caldi gialli do– rati e a neri maestosi., spn– g!onano la lmplacablle luce meditemmea d.i questi pae– saggi ast:'atti. paesaggi che. oon mezzi totalmente antlnaturallstlci. nesoaoo a evocare un mondo remoto e modemisslmo. d1 60le, d1 btanche sabbie. di pietre mil– lenarie. dl aperti o rizzonti. Tobcy e 50pratut.to Roth– ko SODO i p 1ttorl di oggi più interessa.no Buggianl: ma al– la ba.se di questa plt.ura ispir ata e ven!lcata sta, co– me ba ben osservato anche Ma.rchlorl 1n una 6U8 recen– te monografia sul pltrore. una cl35S!ea misura to5cana. un antico sentimento della compo&izl.~~ale. Alla Nuova Pesa Arnoldo Cla.rrocch.l ha raccolto ,entJ acquetortJ.. otto aoquareUJ e dodici ollL cArla pulita> è saggi nJ tJdl e decanta ti. di U titolo di uno d1 questi pae,– scopcr..a derlvaz!one moran- dlan&. Un titolo che me– gllo non potrebbe &mtemi,. zare 11.ntera plu.ura d1 C;ar– rocchl. la sua vena casta cd elegiaca. U suo lnWDO fct– \.-Ore romant:!oo. Nelle a.eque• forti Ctarrocchl si fa. in,•eoe. più libero e aggressivo e il segno, sebbene limp!do e pre– zi060. sca,·a nel earat.:cre delle d1gure> ro:i e!f.icaoc sobrietà di mezzi Una mo-– stra pos!Un. dunque. che se– gna un pa.s!O avanti nella art.e onesta e discreta di questo nostro coerente :i.rti• &ta. Nella s:.cssa gal!erta Gio– vanni StradoM: raccoglie al– cuni dipinti dal '52 ad oggi ed un folto gruppo di lito– grafte !'eeenti. Di queste li– to, in pane già esposte l'an– no scorso alr.o\libert. bo già parlato qu.1 6Ulla Pi.era e po-– .sltlvames:n.e; né tnmerò 5ul– l'argomeoto. Quanto inftCC al quadri siamo di fronte ad opere di scarso valo.~ scel• te tra la mmore prodU2.lonc satirico-polemica del pltto-– re. Del resto a. far scadere pcr1colosameo~ il livello ~ ~~ :ud.~f:~~ personaggio di Eh·ira me· diante le battute che e,,a dice; ed anz.i. di alcune che dice. come quella rh:o!uth:a del fina?e. che arieggia gli interventi de! Coro g:-eeo. è difficile accettare il pec;o e la ,,e,osimiglianza. qu:m– do si res"J legati al solo :e· sto teatrale. recit.ato secon– do le bur.1e norme del rea· lismo psicologico. E e o s l al:-rove. il \'ero antefatto e. insieme. la storia di ognuno dei personaggi. ~ntj c h e ,-orrebbe:u esser narrati per disteso. col!i nello c:,;o!gi· mento progressh-o. mentre nel d:-amma. affiorando CO· me disputa. dànno. a torto. un'impressione di tarnetiro aggiustato sulle misu..--e del tempo teatrale. e di prete~to abilmente controllato affin· ché al momento .iusto scat· tino le so?e battute ,·er-a– mente tragiche. quelle di don Claudio. In ogni modo. abbiamo ritrovato il Tcrron di • Processo agli innocen· ti •· ca:itativamen~e attento a psicologie moderne. pro– poste e studiate come reali. e c:eJUitiamo a p:-eferirlo al lucido. di5taccato. troppo dh·ertito rimanipolatore di miti. 1) lm'itL - GI' in\'iti sono 5Cmprc arbitrari. Al • Premio Micbetti.., i cui criteri sono tra i pili accettabili, si è fi. nito ool largheggiare nei con· fronti degli abruzzesi, impo– stando una mostra in panen• za disuguale (a meno che non si creino due sezioni distinte e separate). Al e F10rino •. come abbiamo altra ,-alta detto, gl'im,iti ai toscani so– no stati più di metà; sicché la mostra anda,a. di,isa in due parti: una regionale e una nazionale. AJ • .\faggio di Bari • s'in"itano i primi premi della Biamale di Ve~ nczia e ddla Quadriennale di Roma. i quali finiscono quasi tutti col non partecipare, e si la.sciano fuori tanti artisti degnissimi che sotto giuria non mandano (quindi si clan· ncggia la manifestariooe in obbedienza a una caparbia mentalità burocratica che non \o-uol c;orreggcre i propri er– rori e ricorre - pur di non confessare l'insufficienza del metodo - a lettere di solle– cito. a insistenze orali, ccc.). Riguardo ai premi, infine, bisogna essere stati nelle giu– rie per rendersi conto della poca serietà con cui ,-cngo– no elargiti. Ricordo ad Avez– zano, a Frattamaggiore e al· troxe le pressioni cui siamo stati fatti OfiCtlO per rega• lare premi a pessimi quadri di pittori locali, era.odo, fra l'altro, degli illusi (è raro il caso di un Dc Robcrtis che non espone in una mostra na– zionale di cui era segretario). A Foggia, lo scorso anno, a\"endo con Ciardo e altri fatto prevalere l'idea di dare a un buon quadro di Sarra il •Vomere• cosidetto •d'oro•, da asugnare a un~opera d1e e.saltasse la meccani.:.za:;zone. del lavoro agricolo, abbiamo visto una personalità del luogo pron– ta a sborsare cen1omila lire pur di ,-edere anche premia– to il quadro di un indigeno il quale - a prescindere dal ,-aiorc artistico ncgath-o - era fuori tema, poiché il suo carro tirato da buoi e carico di co,-oni non a\-e\'a nulla a che ,-edere con la meccank– :.a:Jone del ltn-oro agricolo richiesta dal bando di con– oorso. E a Bari, alcuni anni fa, dietro Je insistenze dd presidente della giuria, ab– biamo assegnato a un quadro rappresentante dei suonatori di saxofono il premio desti– nato a un paesaggio pugliese. dip into da u n a rtista p uglie– se residen.te fuori del.la Puglia (n essuno si è mai accort o del– la madornale topica). Casora– ti mi raccontua. che. essen– do naturalmente come presi· dente in una giuria, tro,-ò i membri di essa tutti concordi nel ,-olcr assegnare il primo premio a un tale. Di fronte a una cosi commovente unani– mità, pur non stimando gran che quel tale, fu a Casorati giocofon.a aderire. Tuttavia, a semplice titolo di curiosità, chiese che il quadro di queJ tale fosse portato davanti al– la giuria: c'era la scheda di adesiooc, ma il quadro noo era mai pen--e:nuto. Scrittori italiani alla ribalta oggi ebbe.stanza alto. della stessa Galleria, Stradone ha esposto un suo 1nquallficabile Omaggi.o ad Hartung: un asino dipinto alla maniera di Rartung con su Ul001la• Lo un giudizio crltioo Eul grande plt:ore as.;r&tto. Lo exploit. neppure degno del– le nere provinciali dJ via Margutta. testimonia della scaISa conoscenza che lo Stradone ha della figura umana ed artistica d1 Har– tung. Polemlca o .olgarità a parte. questo quadro, per di più d1 medlocre fattura. è la riprova della d.Ut.lcolt.à che Stradone lnrontra a rifar: un autentico maestro. Nel pdmo ano. la !ami· glia (quella (amig!ia) è riu· nita nell'attesa di un a, .._.e– nimento. il cui esito. quale che sia. apporterà jOcertel.· i.e ed angoscia. Con sapien– te gradaz.ione. siamo in!o:-· mati che si sta aspettando fesito di un processo. La· vinia. moglie di Diego. è stata accusata di veneficio ai danni del marito. Asso· ltiz.ione? condmna? Ké dt· wutano la madre. la sorella 2) Giurie. - \"cngono qua· si sempre composte con cri• teri formalistici od opportu· nistid. S'i ncludon o, a ,-ohe, funzionari staia.li per a,-crne appoggio i n dh-e rso campo: io qualche mostra chiamano addirittura in prc\'aJellZ3 cle– menti locali aon qualificati perché i premi non \'ad.ano ad artisti che non siano del posto. Altre ,""Ohe gli ·organiz· z.atori si lasciano suggestio– nare dalla propaganda, ri• chiedono i Valsccchi e poi, quando sono di lronte ai ri– sultati, strillano. 3) Premi. - 1 troppi e pre– mi • ormai rendono il • pre· mio• inefficiente. Qual è quel d.ilC'"ttante di Afragola o di Sgurgola che non abbia vinto un premio? Sarebbe, dunque, consigliabile prottdere a dei semplici acquisti, suggeriti da una commissione di critici d'arte. Anche a Ve:nezia, quando si premiano Santo– maso o Mastroianni, il primo premfo significa poco; e se ci era.,-arno scandalizzati del • Michctti • dato a Spinosa (che pure ha qualità di rafii. nato colorista) è stato peggio quando una guria (per la sto· ria. presieduta daJ soprintcn- • dente Emilio La,-agnino) lo ha 3.SSC'gDatoa un, diciamo pure • informale • che ci ba fano' sinceramente pentire di a,-cr ripro,--ato Ja precedente assegnazione a Spinosa. Ora, tornando suJ primo punto. siamo dell'idea che ,1r111111111111111111111111111111111111 L'APPRODO DBLS O • L'Approdo del Sl;l d • mcnsi~ 1e artistioo lettera.no (Napoh, Lungo Teatr o Nuon,. 29) per Ja \"alorizzaz:ione di poeti, pro,. satori e pittori di talento, nel numero di aprile pubblica: A proposito di un • Nobel ••. Bot· ta e risposta; Maestro01: _la sua Arte, con 15 illustrazioru a colori: J I problema del dolore in Manzoni e in Leopardi; Do– nato Goffredo ci scriYe; La "ira continua; Questo nostro tempo; frammenti di rico~: No,>iziato didattioo; Este. chia– mata l'antica; L'origine della famiglia di Pascoli ; ~Libri n<>– stri: Premi Bontà 19:>?: .. Le~te– rc al Dire11orc: I Siciliani _e Paride: Deduzioni poesie, noU• zie e rccen~ioni. Tante e tanle se ne potreb– bero raccontare per mettere meglio a nudo i difetti non secondari di cui SODO afflitte le mostre stagionali; ma t ovviamente più costruttiva la ricerca di come superarli Alcuni da tempo propongono una legge che regoli i prttni; e a noi sembra che il rime– dio debba dar luogo a mali peggiori. Un certo ordine po– trebbe, im-ecc. \IC1lirc dal se– no delle stesse organizzazioni promotrici, che dovrebbero onestamente riconoscere i propri limiti e affida~i un J>C?. a chi è della matena. p0SS1• In questi ullimi rr.ui pa– recchi QlllOri ilalia m si SO– no affaccùlt1 alle ri.balle mi– lanesi; e, sia st a1a courci dor– za, sia stato proposi.lo ben pre.ordinato. nella ma ggior parte dei casi si traltm:a di scrittori. talvoUa alla loro prima cspe.rien:z.a sunica. Di coincidmz.a fortuita non si può parlare pe.r gli autori presentati dal Teatro Gero– lamo, inseriti in una regola– re. Stagione cb. prosa it~ na. ora con clusa, ma che. si spera di riprt:n.dere nella prossima stagione t ealrale (e si fanno i nomi di PraJo– lini, Soldati, Calvino, Ffaia. no, Levi, come proba.bUi nuovi commediografi). Un'ini– ;Ja.tn'a eh~ si affianca a quella del Piccolo Tea1ro di Milano, il quale da alami an• ni pone l'occhio sugli scrit– tori per incoraggiarli a scri– vere opere teatrali; sul suo palcosanico sono passati, infatti, fra gli altri. Mo ravia e Buuati, e di ru :ci.te Za– vartini e Tesrori. l risu lta.ti , cli.scontinui, no,i vo glio a.zrn ·– buirh comple.tamt:.nle alla prove.nienz,a della narTatfra degli autori, bQtSì al tentati– \.-'O di uscire da2li .schemi uadi.donali, oppure, s,r~ga– zion.e più ovvia, alla man– canza di esperim::.a scenica, quindi ~rtin~n,e a qualsia.si aulore te.a.trai~ e.sor dienle. Sw rapporti fra nana..tiva e teatro. nel campo di ricer· ca dei nuovi aut.ori, si po– trebbe aprire. un disccrso ,· I.a mia CTonaca lta bm altro scopo, infonnati\.--o; e ~· tanto dirò che gli :.iltuni scriztori-conur.ediografi pre– sattati ne:i tea lri milanesi sono: Dino 8uz: :p.ti con • Un vume. al Minister o• (tre alti, al Sani' Erasmo) e e 11 man– tello• (un alto, al Conve– gno); Gofl redo Pari.se con • la moglie a cavallo • (un allo al Guolamo); Gicr.•~ ni Te.stari con e La Maria Bra..sca • (tr~ alti, al Piccolo Teairo); Ottiero Ott~ri con • J venditori cli Milano• (tre atti, al Gerolamo); Vitaliano Brancali con e Questo mllln– monio si dt!\·c fare!• (tre atti num,i per le sane, gid: pubblicali nel t.-olume di • Tutto ù teatro• dello scrit– tore siciliano, al Convegno); Indro Montane/li con • Ev– viva la dinamite/» (tre a1li. * di DC::UEì\'ICO ill;lì'-ZELL.1. nei suoi • Vt:n.ditori di. ,\li· Piero Guccionc ha allestl• e il L-atello di Diego. don !ano •• E.' il ger 2 o di coloro to la sua prima personale Claudio. il q u a 1 e sembra che hanno come idob i e ca- romana alla galle.ria Elmo. addolorato e scandalizzato. al Sant'Erasmo). Andrebbero inoltre segnalali gli atti uni– ci di Eduardo De Filippo (• l morti non fanno paura•• • Dolore sollo chi.ave •• • Ami.• c:izia •• rappresertlaJ.i al San– t'Erasmo) e quelli di Sandro Bajini • Gli alberi e la cil– tà • e di Pier Bent:.de.tto Butol i • Di funghi si muo– re•• lu.fl 'e due al Gerolamo. I Lavor i di Testori e Ottie– ri, collegati ad altre mani– festcioni dell'attivild narTa– tiva, suggerirebbero conside– ra::ioni relative all'inse.rimen– to della società milanese con– temporanea. nella lettera.tura e nd te.a.tra, non di:co in contrapposiriont:. ma in con– comitanz.a con quanto avvie– ne, anche. dit:.t.rol'esempio ci– nematografico, pu la società romana. E c'è chi, con una tempestivild un po' frello– losa non pri.,,-adi suggestio– ne, ha indicalo rimanri e racconti recenti come la pal– tuglia d'avanguardia mossa alla .scoperta della .,,;,a di una grande. città industriale e cornmucialt:. it.aliana, e del mando periferico che ,; gra– vita uttorno. In siffatta indagilK non si insuirebbe ropera di Dino Buu.ati ù quale, fedLle al propno mondo artistico, rj.– peU nel teai.ro le allego~ te simbolo gie cu lla narTa..ti.,,-a., e a questa attinge, come. nel caso di e /I m.antello ... r.i si insuireblll Indro ,\!on.tanel• lt, nonostante die i perso– naggi della sua commt:.d.lA siano milanesi - e ù prcr tagonisla addiri!tura ~ in– dustriale - poicht lui pro-– spetta problenu narionali CX?' suo modo scam:onato, SDm· serio, astuio nell'accusare e nel difende re, talnun le cau-– lo nel non prende.re WUJ ~ sizione. pr ecisa che. alla fin fute è impossibile tTarrt- si– gnificati dalle sue intentio– m, se. non q uelli , _ben ~[i nella sua atfn. -i.tà gu,mali.stt· ca, della piau :val euo. .della_ lettura e, ne& commedUJ., di ascollo di argute frecciale satiriche.. L'indagir.t:. sociale. e lingui– stica si ad.dice. invece, alle alle commedie di Giova.mu Tutori e di Ottiuo Ottieri. Nel prinw, alI'arnbienle pe· riferia:, corri.sponde un'in- mili"• ,1 '"'fatturato•, i e ,·ei- Talune acerbità formalL sia perché Diego non cspri· fle.ssione conseguente allo coli pubblicitari•• le e ricu- messe ln luce da un paesag- me altro desiderio ~ con =~c}a;:b:::;iepa~7f::,:: r::o dich~erc;to d;it::iutj :::~ ~~~~p~~ quello di ria,·ere Lavinia miliare., le. parole • in lin- vmdita di un qualriasi pro- stl (da Monet a Bonnard) a :1~~ quale ha ~ tu.ribon· ~,ie ~~~t/:_ 1 5r;=a~r~ dotto. e d1e in cima ai pro- ~pa)~~~ ~J ché 1 ~ 0 o~sue ~ s::a':~~ dlld dove sia neus.sario lo ;~o~~~ti~~ affrettata di Permeke), non poco curandosi della verità uso della lingua i'.talimta nel· le delle vendite. i programmi intaccano la buona lmpres- e della carità. pensano sol– la vita d'ogni. gÌorno, pu ca- a lunga scadmza da ualiz.- Sione già riportata ln altre tanto all'onore della !ami· pirsi run l'al1ro, questa è :.are puntualmente, convinti occasJoni su questo gfo.ane glia. Come se nulla fO!Se Milano, ~ vede ?'~re che. il e valore umano del ~ ~1i!fto ~Jto~~vi! accaduto. La\.-mia. toman· ::Ut" :::if:" ~e~~~':- ~~ura,!~/ ~ f~~~~Z-;~ o:i; =ton.ii ~~~lio re::~= do. tro,·erebbe la medesima me.sse:ro ciascwto nd pro- spirito ironico, e nell'indica- i r1 eh atmosfera di antipatia. di = s~t!ìì, b~~eb~e'fi r~ raffannosa ambizione de- =top!g ~lu~ ~a e~~ ~.:f:;~'m~. ~:~::.i.m~ ~= diahtro m.ila.nt :.se i altuuan- =~tiri~~i~olat! ~= :~u~~ °':fut~eml~: pre lei il processo. chieden• to ass imihzbile con relativa rran::.a che esclude, pur n on correre dietro, come egli E.La do un colloqU.:o al cognato. immediate::a di q:ullo ro-- it,iorandola, opi vellt: .i.td facendo. a problemi di con- d Claudio. Vana è l"oppo-– mano. Nan mi umbra IJU- umanistica, si mostra me. no t.enuto. ai quali deJ. resto. ha sizione della madre che sa :f:l'c:n::~ d';:i~r;f::;e ~ =ftla e n'eielid:umdi J~ ~~ ~ ~tt~-=e~ ed intuisce molte rose. n t!ie1'::gfn ~~es::~ • Eclissi dt:.ll'inlellettunle •· rezia. :~:~~;\~!~è èilcose;. sca •. Il linguaggio di Testori DO.\IE.,'-:ìCO i\l<\.XZEU.A. LORE."2.A TRUCCHl densata la materia di un ~g~ ~;JJ::,toal w~r:;:,m::,_ VITE LETTERE TESTIMOXIA.''iZE Dl ARTISTI ITALIA.Sl ~m=;ti::~li a !n ~= realtà. Z < avrebbe tutte le giustifica- la Maria Brasca i una don- f\ TB LETTB- Pubbltcot:i in ;trtct'deiua: ~ z.ion.i e L-overebbe il oeces· r::,u:t:::.~::uc:::•dib=l~ ~ \oTIA DEL BLBSl~J d1 Filippo ~- ~ar:od-:Si~~~~ul!~7=~ 'ci*~~ha 0:::/:sa q• ~ ~ RB 'J'BSTUIO · Ba.ldi nucd coo l'inl'dita VITA ·-< logo rammernorante. ove d ,--•. tral . DEL BA.LD ~OCCl del dgllo ~ gli antefatti assumono for· v~ o;;~'an~uli~ ";k % ;:1 ~11 '.'"ZB OI AR· Sa\"uio.StudloeNotedlSergto ~ ::_ dati,.wmul· te'•,·,pero~ gmliap,o-..eoc hi·,. ma.scalz.~ _ ù ventiquat- ~ li rl.1 Sa.mck Ludovici. 1948. L. l 500 ......... " trenn, Rom,o Camisasca - !:; Tl{IIJII IT'Ll''"I VITA DEL CARAVAG GIO ei punti essenziali.• soli che UUende. ad og ni costo spo- :a:, l) J a !IJI dalle testimonianze de.I suo t.em - ~ contino. tutto il resto appa- sarlo; e rie.su a 3e0nfiuere. ~ i rendo (anche se di fatto non !'!:: mai : :;rr:r!uia"1= ~ Volub:o;' B- ::t=: ee ~= :~ :~ ~ ~ w:.~~!{am~~~= h i;:;:;_i .1}1;!,~ !r:f1.a ~. r~ ; · con taoole t. l Samek Ludovici 1956. L. I SOO s;: l'atto. I punti ~ali. di· ~:~:it,_eI G~~::: f1i ~~= ~ lmminenu O Z. tomo tùJ oolumt' In e uUirru> delle ~ ~::;i· ra~-i:u~~ ~e~~:r ~~=-~~::: É LETIERE SULL'ARTE ~ ~~~e:,~Je~~i~;~~i :·~ dia, mancando l'ausilio ddla d1 PIETR-0 A.BETISO > dichiarazione • tra me e te narrazjor.e., si determina una E a cura dJ Fidn\rlo Pttnle e Ettore Ccmua.sca ~ ~~~?sc:~ st ::= d~~:::; :.t:::W°t: ,/~a ùp~°!°:f~~ ~ can le :j go alle creature del cielo•: dime.nsicmarsi nel paesaggio, < BIOGRAFIEDEGLl ARTISTI il bacio t:'a il prete e la ~~~~~~! lin ,,Jz~ Q ti\"ole dJ rauuaglio. lDdld e lcooograh aretuliana ~ :~~;:is:~tou::n~~= parco nelle. de.scri:tioni. E' > Lavinia. fin da giovinetta. la mancanta di quel • qual- ~ Volume 1: Lettere 1526 • 1M2. L. L500 3 ha amato Claudio. non Die· che cosa • che. si av\-·erte z Volume Il; Lettere l~ · 1555 L. 2.600 go. Apprenderemo al terzo ~ ';:- no~e~ '"'/;f- ~ ~fC:!~~ o!~ 0 ~~:tti ~ atto che essa ne a\·eva qua• /atto considerarsi un e.speri- O CunJea ristampa dal 1763), llltczrata da t-i si diritto: un diritto primor• mento negativo. ~ Ettore Camesuca. 1959. . • • • L. 2.000 ~ diale affermato per le VM" Di un particol.are. iugo _ "i dell'istinto. Tra gente daa· non dialetro - fa uso in- ~ E.DlZIO'.\,: DEL MJLJON'E. MJLA...~O.VIA SACCB1 3 ..., nata datro rgog:tio a fingersi ,·ece. Ottit:.ro Ottieri (nato a t"'° M cauta e raziona.le in ogni Roma da. famiflia toscana) ITSTU!ONIANZE DI ARTISTI ITALIM'l VITE LETTERE~ decisio::ie. Lavinia ha Intuì· (• X ella no:nra famiglia. ad o g n I gener32.ione. non. è mancato mai o un ru1c1da o t..o pre:.e •>- A questo pun· to. suona un po' gratuita la battuta co:-ale della go\·er· nante E.:v~a. c h e giunge troppo tardi a proporre lo svoigimento di casi psichia· trici in chia'l.·e di teolo.;a mora:e C• Loro sono sol– tanto gente senza umt:ta. Sarebbero capaci di im·en– tare rundiceSJJDo comanda· mento pe. il gusto d1 di· sobbedir!o e di accusarse– ne. Quando s 1 vuole trcwa· :-e U male.nel bene. allora non c"è più scampo_ Cer· C-dre il paradiso passando at1.ra\ .--erso la porta dell'm– !emo. è lo sbaglio più gran· de che !"uomo possa fa– re __•). ma giunge perfet· tam.ente maturo il suicidlO dJ La\-..,..nia. che assume d1· ,·ers,i valo!"! secondo i per· rooaggi che lo commenta· no. Pie:- Diego. è un assass.i· nio: co!pe ... ole. C 1 a ud t o. Claudio ammette. ma le due donne. madre e figlia. san· no di poter contare su una ,·ersione pubblica: il bal· cece di Lavinia era mar· c10; dunque. disgrazia. Alla peggio. resta convìnc-eotiSSi· ma la tesj del suicidio. Se– gue. nel testo stamp.to. la conclusione gia detta: • Og– l;i sono vhi 1 nipoti. Altra gente•· ma c'è da doman– da.-si se la battuta non con· tenga sarcasmo: intatti. 10 una teorica delle responsa– bilila associate e recipn:r che. che ~mbra costituire rossa.tura de 11 a tragedia. n d \'f!dé in cM c-oSa la gente d'oggi potrebbe esser dive.-s.a da quella di allora. A meno che ti Te..-roo oon abbia voluto sop.avvalu a· re la battuta di Ekira. ot· tmusticamente affermando che oggi la gente è ricca d.i •umiltà•· D'altronde. U te– Eto teatrale non propone af· fatto il prob!ema. Te atralmente. tutto l'edi· ftc.io è inalzato per la con· fessio ne di d o n Claudio. uruco personaggio che a coi paia risoho anche nei valori lirici. Gli altri gli prestano l'attesa drammatica che.. ne.I gioito. è denominata S'lUJ>f'n– se. L'impressione globale è la medesima che si riceve leggendo certi sonetti o li– riche di schema chiuso. ove ~oltanto un passailf.o (qui !a te:-i.10a finale) risponda a precise esigenze di isp,– razione o d'iotuizlcoe poe– tica. ~on è piccolo pregio. pe:- un'opera teatrale. che la poesia si.a proprio alla fine; e o m e non è piccolo pregio che il teaL.--osi arric-– chlsca della storia di un uomo. La storia dell'intera famiglia suona forse un po' letteraria pe:-ché ,·orrebbe esser diS"~sa in pagine di nanath·a. ma don Claudio vi,~e: anche per merito di Giorgio Albertaz:zi. pertet· tamente a suo agio nella fi– gura del prete che recita la parte del prete finché oon Si manifesta miserabilmen· te camuffato da prete. L; regia del Costa ha eompiu:o prodigi tonali per ditteren• z.ia.roe personaggi tanto simi– lL ed Anna ?roclemer (La· \.'inia) ambigua e m.isteno– sa. la madre ( Margherita Bagni) egoista per tutti la sorella (F:anca Nuti) egoi– sta per sé. e Dieta (Glauco llauri). che g.ida come un 1 up o il suo erotismo dal principio alla fine. banno bene assecondato l'autore e n regista. \'I.ADl~IJRO CAJOLI utu ..u ► KtH<.1 Oirettor• r•~~n .. abile Slab.. t'tpograflco U E.S.I SA. Roma • Vla rv Novembra 149

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