la Fiera Letteraria - XIV - n. 48 - 29 novembre 1959

Domenica 29 no,·embre 1959 Cesco )la;-nob.t.o': • La pesca sul Slle • POESI~ IH ,l.:\'l'O:no U.\UOLl-'1 * * di GIORGIO c.-11~Ho.11 Si è detto che questa. che t;ià sta \·ol– gendo alla fine. è stata rannata della poe– sia. E invero. dal non più gio\·ane d'anni ma pu=- cosi vivo e !resco di sensi e di cuore Biagio ~larin a Giorgio Vigolo (nel cui uhimo libro basterebbero i versi de– dicati alla madre - con quel profondo grido indimenticabile gettato dal di qua all'aldilà - per conv:ncer chiunque della bontà dell'acquisto): dal e ritrovato,. Pe– lroni al Dal Fabbro. dal Fortini all'Ac– crocca, dalla Spazìani al Leonetti aU'E~ba al Curci al Fabiani al Barolini ecc.. il 1959. se non è stato ricco di rivelazioni ve– re e proprie (dal quale lato il Leonetti potrebbe costituire l'eccezione più rilevan– t~). certamente chiude il proprio bilan– cio in un attivo che non può essere del tutto di oqrmale amministrazione. anche a non ,·oler tener cento - come invece teniamo conto - del .. Nobel » di cui an– cora si sta discutendo. andato appunto a un poeta nostro. e per luj dunque (do– \lTebbe essere un motivo di riconoscenza) alla poesia italiana. Ma a proposito di premi. e diciamo ora di premi caserecci. quanti sono i • meri– tevoli» dell'r11nata (Biagio Ma rin. per esempio: caparbiamente bocciato persino sul medesimo suolo ,·eneto. rorse per la medesima diffidenza verso il dialetto - ma il Marin non è poi cosi esplosivo - che reit~ramente ha ratto sbocciare, du– rante l'anno. Una vita violenta di Paspli– ni) rimasti a becco asciutto. nonostante il reale valore? Ingrati saremmo se volessimo intentare un processo ai premi letterari. ma è l·n fatto che almeno due libri dell'annata anemm 0 voluto veder additati all"atten– zione del pubblico. molto meno $0rdo di quanto Si creda aUe buone segnalazioni, e precisamente le Poesie di Guglielmo Pe– troni (delle quali già abbiamo detto i1 be– ne che pensiamo) e queste Elegie di ero– ton (Feltrinem editore. M.:Jano 1959) d'Antonio Barol',1i. Quello di Barolini non è un nome nuo– \·o. anche se non figura. nonstante il cri– sma infaiale d'un Pancrazi. nelle antolo– gie ufficiali deUa nostra poesia del No– ,·eoc11to. E im·ero quanti amano la sempli– cità. che non toglie profondità, e la schiet– tezza e l'immediatezza. cert 0 lo trovano appuntato sul loro taccuino. fin da&li anni lontani quando apparverso i ver..i della Gaia gioventti e la prosa del Giornale di Stefano. operette entrambe del '38 (il vi– centino Barolini. da vari anni emigrato a Croton-on-Hudson, New York. appartiene alla cosiddetta Terza generazione). seguite dal Meraviglioso giardino del '40. da Poe– sie di dolOre in morte di Caterina del '42. da Viaggio col veliero San Spiridione del '45 e. di dieci anni fa. dal VelieTo som– merso. tutte cose che parvero contraddire. agli occhi di molti. i canoni della poetica ufficiale e otriciante. mrotre in realtà te– stimoniavano d"una ricerca non in senso opposto. bensl nel medesimo senso e ver– so il medesimo scopo. che è pur sempre quello d'un rinnovamento dei linguaggio poetico dopo il trionfo dei tre Grandi. anche se le vie seguite da Barolini parto– no da una scelta diversa. più dalla parte di.ApoUinaireedioerti nord americaru che da quella di Rilke. o di ElioL o di Vaié.ry. Tanto che se egli finora ha avuto un li– mite (che però par superato felicemente in molte di queste Elegie). è da ricercar proprio in questo suo medesimo contro– pedale. vale a dire in questo suo rar la medesima cosa cercando e credendo di fa– re il contrario. per cui la «letteratura•· ch'egli aborriva negli altri. in lui finiva col trasparire. sotto J"insegna dell'antilet– teratura, come l.'n'alrra letteratura. sfondo ideale .forse. il linguaggio (il modo di ri– tagliare la realtà in minime biografie. e lo stesso tono epigrafico) del Lee )lasters di Spooo. River Anthology. Tale scelta. ,·enl°anni (a, appari\·a sen– z'altro fuori moda. ma oggi dobbiamo pur dar qualche ragione a Barolini. con tutto il bisogno. diventato urgente necessità. di ripopolare la poesia c0n altre persone e altri destini che non siano soltanto la persona e il destino del Signor Io. la– sciando che alle conclusioni finali (socia– li, metafisiche. religiose) il lettore giunga da sé tramite la rappresentazione c0ncreta del particolare. e con esse conclusioni finali al ritratto del poeta che non ha par– lato di sé. bensì. parlando d'altro, è riu– scito a suscitare quei sentimenti (quindi quegli apprezzamenti. e diciamo pure quei giudizi) che certo non sarebbero scaturiti se fossero stati soltanto enunciati: giac– ché il poeta non è un esortatore (un ora– tore) ma (ecco la sua imparagonabile no– biltà) un suscitatore. A Barolini bisogna riconoscere il merito di aver affrontato fin dagli eso::-di il ri– ichio che una tal ccncez.ione c0mporta. e giustappunto quello di apparire un « mi– nore .. agli occhi di chi ha bisogn 0 di leg– gere spiattellate « le cose grandi». incapa– ce com·è di in1enderle (di im·entarsele " armonicamente ..) sulla semplice trama delle cose comuni e quotidiane. portate dal poeta alla loro massima significazione. :Ma in realtà BaroliQL come tutti coloro dle mirano non ad apparire grandi uo– mmi. bensì uomini veri tra altri uomini veri su uno sfondo di paesagi]o (anzi in un ambiente umano) ben delimitato e concreto, ha ambizioni grandissime. che addirittura rasentano quetle della poesia epica, senza riduzione reale se i suoi ceroi• non sono quelli di Omero (la « colpa "'· più che sua - del .;uo fiato corto -. è ·semmai del • mondo·,,. di cui quel • fiato corto• potrebbe essere conseguenza), bensì i semplici abitanti (gì3Cehé la poe– sia di Barolini è poesia abitata. Jo ripetia– mo volentieri) delJa provinciale citta– dina americana dov'egli ha messo radici. e dove tuttavia Vicenza e le umide ver– dissime campagne venete cont'nuano a ,·h·e:re con struggimento nel cuore del poe– ta. dando ad ogni quadro una luce d"esi– lio che non impedisce. ma forse rende più intensi. simpatia e amore. Uno sfondo (un mondo) ,·isto c0n occhio lucido e fermo, quasi crudele anc-he se qualche volta divertito (e sotto ntenerito: un mondo sofferto e \'ero. con le sue stra– nezze e le sue ubbie. le sue grandezze e le sue miserie). restituito in una sequen– za di «appunti~ strettamente legati lo uno all'altro in una trama intima che (parafrasiamo una nota dell'autore stes– so) potrebbe sfuigire a quanti non a,·es– sero la pazienza di leggere questa « cro– naca delle sue occasioni di giullare» se– condo l'ordine predisposto. col risultato ultimo d'un libro ch'è tra i più vivi e ,·ispi e freschi che c0nosciamo. tanto da farci tirare un sospirane di some ... o dopo tanta abbottonatissima poesia. la quale. per troppa « rete d'a ssoluto ... finisce sem– pre con rannebula.si nei vapori della sua medesima ( dichiarata: e in ciò sta il peccaro) presunzione. E tutto ciò a dispet– to (o per merito) di una versificazicne fin troppo scarna. secca quasi e vicina - come giustamente sottolinea la stessa • d. A. - alla « prosa di taccuino•· an– che se tale riduzione dell'osso non impe– disce sempre al ,•erso - io apparenza c0sì antiletterario - di precipitare, prima di essersi alzato. o nel vago sentore di un versi1iberismo persino dannunzievole (a..-colto i tuoi passi - .strepere .sui sa.ssi) o n forme metriche iroppo stilizzate e meccaniche (pag. 82). con rime lep'lose che han più del rumore scattan'te delle raganelle che della consonanza (o dis– sonanza) d:. due idee chiamale a suonare insieme. GIORGIO C.-\PRO!"li7. GALLERIE O'ARTE li~ ITALIA MILANO GALLERIA SANFEDELE Piazza S. Fedele. 4. Espositori per 4 Premio San Fedele 1959. ROMA GALLERIAPPUNTO Via Gregoriana, 46 CYRIL FRADAN GALLERIA L'OBELISCO Via Sistina 146 - Tel. 465917 BEVERL Y PEPPER ALTIERI, ARlCO', BERNARDINO· NE, BERNI, BEI.LEDI, CAZZANI– GA, COLOMBO, DEL PEZZO, DELLA TORRE, DE VECCHI, DI BE.LLO, DISCEPOLI, or RUGGE- __ G_A_L_L-ER_I_A_I_L_S_E_G_N_O _ RO FRASNEDI, FRATTINI, GAN- DINI LAROCCHI, LEONARDI, V:a Capo le Case, 4 LJCA,TA, LOMBARDO, MARJANI, GJORGINA LATTES MASSlRONI, MAGGJORE, MENE- ____ li_n_o_a_1 21_d_icem __ bre ___ _ GHESSO, NOTARI, PICCARDO, PICENNI, PICINNI, PIEVANI, PI– GNATELLI, POPPI, POZZATI, RAMACCI, RECALCA TI, R!NAL· DI, TOFFOLO, VAGLIERI, VER. GA, ZILOCCHI, ZOTTI TORI O GALLERIA LA BUSSOLA Via Po. 9 - Tel. -18.994 LORENZO VIANI LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 SCRITTOR[ [N PR[MO Fernando Tempesti: L'ESPERmENTo Uno s:.ip0 fatto ncl secolo scorso. ma riecheggiante il Trecento - stile lectura Dantis. per intenderci. - un piccolo tele– ,·i.sore spento. un divano e deUe poltrone di ~olTa verde - questi di fattura mo– derna - erano l'arredamento della stanza. In meno c·era un minuscolo tavolino in– \'UO de bicchieri dt bib1ta e portaceneri. 1D un angolo una :Umpada con paralwne giallo. accesa. Alle pareti. che avevano ~appeuena dl carta, erano ettaccati dei quadre~.i a oHo. da attribuire. senza bat– ter ciglio. a un qualche medico amico della famiglia e dilettante di pittura. Os\'aldo Grossardl iruitgnante di leu.ere italhne poco più che trentenne. entrò nella st3nza. Salutò Ltd1a, la padrona di .casa. e i prest>n~ Da come se la ricordava. Lidia si et'a fatta 3-PPen.a un po' più magra e più matura di fattezze, più disinvo)ta nel modo d1 fare. La festa, per il momento. consisteva in un3 pacata conveniaz..ione sul tema degli animali. tulle preferenze accordate a certi l'offert:i non fu raccolta, da nessuno. tran– ne che d3 Menlchini, che disse • sarebbe intereS!ante ... o qualcosa del genere. Lidia. che aveva nccol:o in giardino u::aa getta trovatella. propose di cercarle un nome. Come trovata non era molto stuuicante. ma venne accettata Anche per– chè. mentre lll diceva. Lidia era andata a prendere la. gatta e l'aveva portata nella stanza. Era una gatta di mediocre eleganza. m3 sana e ben nutrita. molto giovane. se– condo tu::(> le apparenze. Ad appassionarsi a ques-to a:ioco furO!lO soprattutto la coppia Giusti. che di solito ·acevano e .sorridevano. Il Appar\'er-o ì vaiuoi di tramezzini, !rutto della capaci1à organizzativa di Lidia e delh tenera e !enhmentale applicazione di Gina Et.mo tanto ben !alti che si capiva che c1 avevano lavorato tutto LI P<>meriggio. E I Ivo Menichini seguiva con rnol:a at~er>-– zione. ma senza intervenire. GroS&ardi ta– ceva. Il Gia:li parlava molto, provoc«va gli altri e li spinge,,. a ~1raddirsi; non a\·e– va ancora detto la sua opinione. quale che fosse. Per far questo si avvaleva si o.sser– \'a.t.ioni sparse e di tutta 1a terminologia psicanilltica e p.s:ieoiog1ca tredirionale. che era il linguaggio delh sua professione Gina taceva. r.. tenslone del tono della di.5CUs.sioncaveva aumenta:o il suo disagio GrOS$3.rdi si \'oltò a òssen-ere Lidia. Se– dev3 col bus~o eretto. con una sfumatura di durezza sulle labbra. Seguiva quello che gli altri Sta\-"100 dlce.ndo e ogni tanto inn– nuava un'ossen•azione. La stanza era ormai piena di !umo di tabac-co. .. Sensuale. ruvida e moralista• pensò Grossa.rdi ... e queD.> che di ru\rido e mora– :0.s'.ico c·e in lei appartiene a questa ca.sa. alla famiglie. insomma. Questa ruvidez::ta e il morah.s:mo sono parte e di!esa della amm:ali in confronto ad altri Grossardi, -------------------------------, che di manuali di psicologia e di testi di Fernando Tempesti Freud aveva fatto le sue brave letture. capì presto che quello era un argomento da psicologi e fre psicologi- Quando gli domanduono qual'era il suo animale pre– ferito par» del serpente. della sua essen– zia!Hà di !orma e eleganza di movimenti. con copia di osservazioni e molta malizie, \-Olutamente non curandooi della facile in– terpretazione simbolica che gli altri a\-reb– bero potuto darne Lidia si era seduta sul dh'ano. fra un gio,-enc biondo di capelli, che !!peSSO si implghava nelle parole e diceva bene del cani:'. e un giovane bruno insofferente delb. cra,·at:a. che allenta\'a e smuoveva con<i– nuamente: questi ave\·a dato le sue pre– ferenze et gatto . Grossardi si senti curio.so d: conoscere l'opmione di Gina. u na :-ag azza al~a. non proprio bella. che sedeva di fron:e a lui. Aveva delle lunghe gambe e ginocchia bellissime. Ma Gina si schermi: non volle di.r niente. Una coppia gres.soccia di giovani sposi. che si sarebbero rivelati medici. fecero. con una elegante par:enz.f a due e molto affiatamento. )'eJogio della mucca. con fa– cile e efficace ironia Qu<'sti erano i presenti quendo arn\·ò Ivo MenichinL Come poco prima tut~i tacquero osser– \·ando il r.uovo \'enuto. l\'o si st>dette sull' ultima poltrona rima– st.il \'UOt•. Era un r3gaz.zo di media sla– tura . dalle fattene robus :e e la feccia co– loriu. Aveva una mantenili intenta di g1i1ar– darsi mtorno. che sembrava cercasse. sulla faccia del:a gente. quello che la gente di soli:o pre!ensc<c tenc-r celalo. Niente più di una s1umatura. che forse 90Jo Grossard.i racco:OJE' interamente. spinto da una sua permalosa e inconfessate sensibilità Lidia di~e che ormai c·enmo tutti. Che un'altra ragazza. che doveva venire. al– l'ultimo momento aveva telefonato che non poteva Grossardi tornò a fissare le gi.nOcehia di Gina. che sede,-e tesa. per niente a suo agio: .. Le ginocchia più emotl\•e che abbia mai conosciuto .... pensò. lll questo silenzio Lidia offrì da bere a Ivo. che ft.'Ce reSt~t~nu alroftert.a di coca– cola e chiese se si pote\'a avere dell'alcool. .. E' poSll'.ibile &i... rispose Lidia a\rvici– nandosi ano stipo. Era stato detto qu~ che tutti a\•evano voglia di ri-ire: • Ma quanto è antipatico .. pe.,sò Osvaldo Gross.ardi. Distribuiti i bicchieri col gin. Lidia e Gin3 raccontarono l'avventure che era ca– pi:ata a Gina la ma:lina di quel giorno Da una setti.mana i genitori di Lidia. gente selva tica. erano in vacanza. e le due raga.ue facevano vita in comune Lldia. cht> lavora\'a in un uf6cio ameri– cano d1 ricerche psicologiche. era uscHa que!la mattina di buon'orn. come era capi– tsto altre \'Olte, evitando di S\'egliare Gina. che dormiva nella camera accanto an.J sua. Dopo un po• anche Gina si era sve~lieta e si era prepo-rata p~r andare in ufficio: era dattilogl'afa. Ora. il carattere di Gma era quanto di meno adeguato. di più impreparato si po--– tes,,--epensare. alla struttura sospettosa della casa-villetta di Lidia. TI pulsante per aprire il cancello del giardino era dentro casa. Gina si era dimenticet.a di premerlo prima di chiudere la porta. Di conseguenza. non a,·end\l h chiavi si era trovata prigioniera deJl'alta inferriata schermata di bandone. che la divideva della strada Dopo un attimo di smarrimento. con la por~a e il cancello chiuso. decise di sca– valcare l'inferriata. che \•aiutò alta ma non invalicabile. En s-.J.ite sul muretto e manovrando le g«mbe e la gonna stn!tta si era arrampi– cat:1 su)l,- sbarre dell'inferriata. Ma nel momento di scavalcare le era pre.!O paura.. Era stato allora che aveva visto un gar– zone di lattaio e ra,·eva chiamato. Questi aveva fermato la bicicletta con tintinnare di bolligli<' e le aveva risposto che per pre:i.c!ere i! latte dove\·a avere il vuoto. (Lidi.a sottolineò questa tisposta com.e il clou della storiella). Poi il ragazzo aveva capito. si era avvicinato e l'aveva guardata scendere .... Mi ha aiutata .tacendomi corag– gio ... concludeva Gina. ln ri:ardo e accaldata. per la fretta e la situazione insolita. era arrivata in ufficio. dove si era medicata alcuni graffi su una coscia. che Gina. accennandoci. si toccò al disopr3 della gonna. con la sua mano lunga, pallida e opaca. da datttlografa. ln tuUo O racconto di Gina. nella ma– nie~a come era andata avanti. spinta e aiutata dai suggenmenti e le precisazioni di Lidia. risa.ltan il suo carattere senti– mentale. .. In fondo... pensò Grossardl ... il sentimentalismo. quando non è :niente di peggio. non è che sensualilà che si \'ergo– gna di re stessa ... Seguirono alcuni commenti ad aHa voce e Grossarài si mise a considerare quella convi\•enza fra Gina e Lidia. L'una. alta appM&ionata ingenua e ombrosa. l'altra pic– cola e minuta. cOntrollatissima Era evi– dente una subordinazione delb: prima alla seconda. che. ro~. cm altrettanto senti– mentale. ma sape,·a non !!!Coprirsi E che altro! Nient'altro. Il giovane che sedeva alla sinistra di Lidia. scuro di capelli e irrequieto. accen– nò ed· aneddoti di ufficio - Ja\"Orava in– sieme a Lidia - e pa-rlò del suo prossimo viaggio in Germania Era un italo-tedegco. a!ldava in Germania per lavoro. ma a Monaco c! sarebbe passato per salutare la madre vedova, che vi\·eVa in quel'.-3 città. sol.l 1!'1 una ca5a con un gran numero di gatti. ...Ho capito... disse l\·o Menichini en– tran<lo nella con,•e--rsaz.ione. - sua madre si chiama L. Van Beethoven ... Ridacchiarono. La con\'ersaz.ione si riaccese sul tema dei ga<ti. con tuU.O quello che la gente dice a,. propo.si.to di questi animali Fu a ques!o punto che alcune parole caddero sulla magio. n dottor Gigli - l'italo-tedesco - si offrì d.!. tare quakhe e.sperimento. Ma Realtà e psicologia * Mezzanot:e era passata.. La dl.,cu.ssie:le finita. Seduti !ulle poltrone con p:ù abban– dono g}:: ospiti d, Udta dicevano C09e in:no– cue. U biondino se n'era già andato. Bev\'ero ancora. La finestra ru aperta e !"aria !~a della notte .!gOmbrò len~amen– te il fumo dalla stanz.a. cli .-ll~BERl O BEI.IIACQl,'.-1 Il dottor Gigli si alzò. Richiuse le per– ;'!.iane delkl finestra e chiese a Lidia un fazzoletto. Di quelli bianchi. grandi. da uomo. prc-cisò. L'annata letteraria che sta per con– cludersi è .stata indubbiamente ricca di. <'.sordi intt"reuanti. Per limitarci alla narratnoa, potremmo allineare un.a lun– ga .sene dt nomi che hanno fornito alla penna del crilico più di un·occa..sione per un di$COr.so.per una puntuali:.zatione tale da .1upnare la .suiaola esperienza per– ;'!an.ale e da ricolleQarsi ad un quadro d'a.ssieme. ad un diologo che 1occa tutta una generazione tesa a farsi COrt.$ape- 1·ole nel cuore delle sue esperienze. dei .suoi tentatwi. Fernando Tempesu, Bea– tri<'e Solinas Dongh!, Nino Oromi..s. Raf– fc:ele Crovi, Gennaro Manna sono. per t>semphficare, i pnmi nomi di giovani esordienti in coiume che ci vengono alla m@":11e che 'IOi ripart-iamo sen:a la mi– nima -intenzione di fissare, in questo modo, una cfau1tica di &"efori a scapito d1 molti allri autori che. nel cono del– l'annata. si sono presentanu al leuore con le loro prime pror:e .:V<'I quadro d1 questi esordi. Fernando Tem~so oceupa indubbiamente un po– sto di primo piano. non soha"nto per il buon seguito di lt"ttori che il suo pnmo romam:o (, La ragandla ... Feltrinelh editore. collana de , I Contemporanei,. dire11a da Giorgio Bas.sani) ho. saputo meritarsi, quanto per la novità di ceni .,spunti-cardini!, della sua prosa. dore le tenden.:e. le inqu1etud1na. penino ceru smarrimenli (da valuto.rsi in Jun:ione di un'esuberanza positiva) propri dei nar– ratori della nuoua penerazione. trovano un loro prado di ben definibile evidenza. Si supera il g,w:10 (pouiamo dare ouo– centesco?) della narra...-ione concauno.t a a scenario aperto. e si entra 1n una sfe– ra che ,ra al d1 Id dt>I moçimento del pf'rsonapg"io. in un'atmosfera psicologica che attira lo scrittore attraverso deter– minar-i e pretiosi agg,aneì con lo. reoltà (il turbamento del personaggio collo in s 1 aveva l"impreSS",one di ritT?varc.i. di quel pomeriggio. ?e loro emozioni: !e em11z.1om di due donne giovani che preparano una resta Ben usort1ti e sapientemente .rlumah erano i sapori d1 !egato e cfi burro. di po– modoro e di cetriolo. Fra tutti cominciò a spander.si quel senso di c-1lore accogliente che pren de le per– sone giovani quando mangiano una cosa gradi:a. Tranne che nel_ dottor Gigli. che , contiiluò ad essere a,g,~to e irrequieto anche alh prese col cibo. Lidia. di. certo stimolata negativamente da quella agitazione. disse che lei e l'italo– tedesco lSxornvano insieme. ma non anda– \-en;:a d'accordo. Di\·ergenze di carattere. probabilmente. - Oppure affinità... ~uggerl il Gigli. E disse di- seguito che la ragione era questa: che non anda\'ano d'acco-rdo perchè Lidia pre.tendeva sempre di fargli la morale. dato che era Wla piccola borghese. Lidia sml~c di 9()rridere. Disse che t:rat– terla da plccola borghese era una pura malevolenza. E s1 mise a par)-are col bion– dino c-he a,·eva aJla sua destra. - Allora definiamo che eosa vuol dire borghese ... suggeri l'1talo-tedesco. con tono di sfid:t e per riagganciare l'attenzione di Lid.ie . Armeggiò ancora con la cravatta. La sua inequietez.za era diminuita ...In foodo._.. osservò Cross.ardi ...lo direi di no. di non metterci a di– scutere dl queiste cose... disse Ivo Meni– chinl E lo disse guardando in fa<:cia Lidia e pregandola con gli occhi di essere d 0 ac– cordo con lui Ma Lidia non capi o non volle capire: ... Se \'l piace discutere. ,. disse. - Secondo me. Si.amo tutti dei borghesi,. osserv ò. il dottor Giusti. sottolinee.ndo la tra.se cot suo rotondo sorriso, e se no non ci met teremmo a !are certe discussioni ... ...:-Jcm ~no d'accordo ... disse il biondino. che fino a qucl momen:o non ave\'a qu3.S.I parlato e che .sarebbe risultato dopo, era un gio,•ane avvocato: • Non sono d'accordo: secood~ me uno che è borghese e sa d:l esseri;.>. non è più un borghese ... .. Allora I borgheS'i sono pochissimi .... osservò Ivo. .. Appu.n;.o-. .. S1 potrebbe dèft!lire ciò che non è bor– ghese. non ,·l sembra? .. disse il Gigli con rana di esser-e ormai l'arbitro deUa di- scussione. Lidia S1 al.u) e diffe: .. Prendiamo un di– zionario e partiamo da quello che dice il dizionario... E andò a cercare il libro in un'altra stanza. .. Borghtse: appartenente al ceto medio;. lesse nentrando .. Questo lo sapC\-emo ... disse il dottor Gigli. .. Ciò che non è nobile e non è popolare. è borghese: mi sembra chiaro... ribatte Lidia. .. Profondamente borghese è il Ti.spetto acritico dell"autorità. anche dell'autorità scolastica di un libro ... pensò G:-ossardi. La ·discuSStone S1 andava scaldando. Il biondino tornava a ribadire la sua opinione. Borghesi erano per lui. in de6.nitiva. ce...-te caratteristiche del modo di fare deUe per– sone. conoscendo~ ed evitandole era risolto tutto. Opinione che tradotta in stile gior– nalisticO poteva essere: ..Torniamo a man– giare il pe,sce col colte.Uo!,. o qualcosa del genere. n dottor G1us1i sorrise e disse che lui ere del tutto !!Oddisfatto di essere Wl bor– ghP~c. che non capiva perche gli altri si ,·ergognassero di e.sserh La moglie ribadì il concetto. una cont:ersa...-ione. il prete.sto di una fra.se. di uno .1guardo.. ). Attrarerso il partic olc:zre. aecuratomente reso e sele– .:iona10. si nsolt·<' insomma 11 quadro. si dà. alla cicenda. un ruolutiro colpo di t:imon.e al momento opporluno. C'è, in questo modo dt .strutturare una sto– ria, un indubbio 1egno di eleQante prr– parazione culturale. d1 abile intuito Tempesu CO!'.lituisce la suc:z pagina sfio– rando te cose. illuminandole con luce radente. facendo leua. per certe ri.solu– :ioni interne. sulla sua spinta puro-sen– .t:ibilisuca_ Fer11ando Tempesti t nato e Tcn::ernu.z:e. in proc,ncia di Firenze, nel 1930 (la •ua fam1glta si è inurbala nel 'JZ) e ha compiuto, sia pure in rttardo. s1udi regolari eh,- lo hanno condouo ;'ino ai corsi unit.•erS1tan, non ancora con~ elusi Ha sempre ciuuto a Fire -n.zl' . tronne un anno-coincide-nte con la gu erra - paua,o in Romagna. e tranne il periodo del seret--io miJuare (h.a pre11a10 ser– r1--io in un reparto di artiglieria da montagna). Tempesti ha int--iato la propria at11r1- 1d leiteraria pubblicando racconti su , Paragone ... : ncord1amo, nel ·ss. , La stecca d'ombrello•, ,. La torre delle tor– ture ... e. nel "S8, ... f prelogici,. Questo anno, come abbiamo detto, Tempesti ha dato a lle ,tompe il suo primo romanzo e ha comincio.to un ro.tconto iunQo. d1 argoment o dramm atico, che dot1rebbe es.sere int.ttolo.to ..-Olga i:entuno .... Xe , L'e.spenmento .. .. il racconto eh.e pre– sentiamo in qu esto num .ero della no– stra rubnca. le preci.so. --ion1 di ordine critico che obbiamo c ercato d1 avanzare aU'1-ni.:10. trovano lo IOTo po.uib1hui di ri..sconlro. dando di Tempesti. un esau– riente profilo ALBERTO BEVIL-\CQ A su.a sensualità. Moralismo e sensualità aono grandi alleati. Esiste una borghesia rispet– tosa di se stessa. cupa e accone. che m– sieme ai vantaa:gi economici. attta\•erso il moralismo. salvagu ard3 la s ua capacità di gociere. A questa apper.ie.ne Lidia. )1a c'è un"altra borghesia. idC ':ltic:a a questa agli etf:mi economici e nella bo:iaria crude:~à verso chi stenta la vit-a. Qu~:a seconda borgheS:a. nei confronti di se ste ssa. di C('r– to per un ecces-so di tenerezza narci.si! tica. ha mollato il moralismo e naufraga. per quello che riguarda la \ricenda intima e personale. in un mare di noia e di insOd– disfazkme ... intanto la di.Scuss1one si era ristretta al Gigli e Ivo Menichini. n Gigli manovrava per çon!on(lere l'avversario e 9rma1 era chiaro eh€ sull'argomento delh di9Cwsio– ne non pt"nsa\·a niente e se ne faceva un merito. Si rivolse anche a GroS!IBrdi. ma questi r~pose: « In rondo .. .,. Ivo ~enichin1. acce.so in voi:o. ribadiva che rra borghesia e p rolet.ariato il contra– sto era complesso e inconciliabile. Altro eh~ 1mposs ib1lità a distinguere! E lu.L òa parte 61.la. face\'a il pittore e 6i considerava eppartene.nte al sottoprole:ariato urbano. • Quant'è aggreSSi\'O e antipatico questo pittore!.. pensò Osvaldo Grossardi. PER LA VOSTRA CASA le più belle litografie e acqueforti originali degli Impressionisti e dei maestri dello pitturo moderno: CÉZANNE COROT DÉGAS MANET RENOIR LAUTREC sono dispon,0111 nello scelto più rappresentativo esistente oggi in Italia presso lo libreria Schwarz Ebbe il !au.ole:to. Cereo una sedia e secil't.:e sul)3 so&lia della por.a. con le spaU._. contro il buio del corridoio. [ SUoi movimenh erano seguiti e osservati in si– Ien:do. un Silenzio marginato di sorrisi Co n ges~ t esatti. cht" si capiveoo ripe:u:.i abba! U.n.za spesso. il Gigli fece un grosso nodo a una cOCca del fazzoletto e due più piccoli a q1..1ellecorrispondenti: con questi ave\'a trasformato il fazzoletto in un pu– pazzo. La luce gialla del par.uume. dall'angolo della 6tanu, illwninava la sua faccia ler,,– germ~te c0n1estionata. ma intenta e libera da!l'abituale irrequietezze Tene\·a i gomi'.i appoggiati sulle ginocchia e regge\'a da– van'i a sé il pupazzo. che accareuava sen– za fretta - Mi se.mbra che !'esperimento riuscirà .. disi.se. E ancore. con parole che erano for– mule . anche ne) tona della voce: • Sen~o de!le pr~enz.e. Ora chiederò loro di sos"..e-– aere que.r.o pupano I presenti guardavano il mago e S1 guar– da\'ano in faccia. :,orride\•ano freddamente. lntan:o il respiro del Gigli si racC\·a so– noro e irtenso. sempre più intenso e fre– quente. Quando le sue mani lasciarono il pupaz– zetto. che reggevi come per le spalle. que– s;o rimase S01Spesu nell'aria. percorso da br-h'idi J,pggeri e mollemente oscilhndo in senso verticale. S:-Upc,re e una bava di ribttzzo erano sulla faccia dei presenti. Quella dèl Gigli era tesa e serena. Da1l'irreqUietez.za e dalla negu.ione del pe:is1er;.> proprio e a.ltru1. quest'uomo Sta\·a o-pprodando a un momento di pace e di barbarica 6olilud1ne e serenità. Ma forse non si era neanche interiormente mosso. ave\·a trovato un engolo di. quiete in una piega del caos: e_re ù 61.IO rifugio La fissità fu rotta dallo ! 1.ts.so Gigli. che raccolse a un ~ratto il pupanet:o che con– tmua\'a a oscillare sostenuto da forze mi– sterios e e. con un gesto inaspet".ato, lo geHò ve.so gli astanti. Andò a cedere m grembo a Gina. Gina. superato un att-:mo di smarrimento e la repulsione che gli da\'a toccare quel fazzoletto annodato. rac-cobc il tono del gesto e r.spose con un applauso. Al qutL'! si associarono gli altri. .. Meno mai e che non lo prendono sul serio..., per.sò Grossardi. che. come dicono i E'rances.i. conosceva i ,uoi autori. • Que– S'l.'uomo \'ive nella psicologia e della psico– lo&ia. e.be per lui non e che una casi;;tica di prob~bilità senza s1gruficato. Senza si– gnificato. Giustifica la ,•ita col b1.SOgno di vivere. Obbed.l.!ICi? e tace - come Caccia– mo. E il nostro silenzio è: un rango di parole. Quando fugge si rifugia neXa bar– banca solitudme della magia ~ le.no male che no:i lo prendono sul serio. '.\la quante saranno le cos-c che prendiamo sul serio e so:io identiche a questa?,. L"esperimento fu ripe~uto. con le 5"6Se formule e gli stessi gesti. FERNANDO TE~IPESTI BRAQUE CHAGALL MATISSE MIRO PICASSO E ALTRI no in cui sono resi con le• deità assoluto il rilievo del– lo pennellato e lo ricchez– za del colore. Mllono • Vlo S. Andrea. 23 (ongolo vi~ Spigo) che vi ricordo anche i «foc-simili» Aeply e Spitzer dei capolavori del· lo pitturo impressionista e moder• Per rlct!ver• Il nuovo catalogo Illustrato el.nconle oltre 3'l0 tltoll lnvlol• un fron• coboUo di L 100 olla libreria Schwort, Vlo S. Andrea. 23 • MIiano

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