la Fiera Letteraria - XIV - n. 47 - 22 novembre 1959

Pag. :~ LA FIERA LETTERARIA La relazione di Angioletti Problemi demografici (continua da··•· 1) Qualunqu~iano la sua na· della lo,o ambita adesione. e questz·one merz·di·onale seri.tiare E:--;s . l - zionalitci. e H suo credo po- dall'altro sentiamo cincor . fatti. st~bilir/ c~ta e~ ~n: litic~ _o ideol~gico: la Co- piiL l'urgenza di. prevedere parte-nere aUa nosfra C~- munita_ non gh ~hiede nes- i problemi organizzativi che mu.niLà occorre presentar s~n abiura: p_er tl ~olo fat~o ne deriveranno. Noi abbiC?– certc garanzie. in modo d! dt avere df:dLca_ro l1 meglio mo dato qualche _suggert: * escludere coloro che si auto- della P~pr~a vita alle Let· mento. ma spettera a voi, di FRANCESCO GRJSI proclam~no scrittori. senza ~:~~'a.::ig:~t:.te;~/c~f!!~e~:~ :~ze l~n ;:ie:;~::s~i!~:r~- Un gruppo di studiosi ha stazione dei problemi che • la le dirdtrici e ai caratteri -n_essun.ttto!o per venir con- da parte nostra di. rendergli L'importante secondo noi· pubblicato nelle edizioni cultura liberale ave\'a a suo delle migrazioni meridionali :~~:;~~ ~a~:~J~;àci~n~~= :~i p~ù facile il cam~ino I: ~i è eh.e ~n og{1i modo risu_tt! =~~~~tinc~ito\~· 1 ~·;~0:le~i•pdo~~ ~i':i~ I~::;:!~iocnoemdeil:~~= ~~:fr:!~:ri~r~nt!nj;f::ii!~~i n:: intendiamo per c. scrittore,. :~,~:o. CJJ;a. nd0 si trovi tn fuori dtsc11:5swneche tu~t .' ~ogra!ici e questio~i _meri- stre re_gio_nime~idionali con meridione e quelle delle altre visto che in tutti i cam t 1 . t~. 01_ non domemmo c~mpone~ti _dell~ Co1!1'unua, d_1onah• _quauro sa,g, dj par- I; ~eg1on1 conttne-ntah_ del- parti d"l_talia del movimento deHo •b·t . _ p mai dtmenhcare questo siano esst stngolt scrittori o t1colare interesse: 1I I d1 G. lltalia centro-settentnonale m1gratono nell'ambito delle s~ t e ~man.i ~ 1 trova principio, se vogliamo vera· rappresentanti di organi.zz- a- ~•~asso d1 o~tre 161_ pag!ne eh~ sono re~!oni_ più indu~ provincie _meridionali. delle fabi~a e ae ;f~~~l~~ r: :eco;; mente che_ la ~omunità si_a rioni. possono e.rprimere il !~~\ 1 :~;~ti • ~~,n:!iia 1 ~e. 1~: ~!~~!:f 1 r~:.itf!u c!~c;;.~~n!a •.cui ~fo~~o~~~i~s:io!:f!a d:i{:P:l= dovessero accogliere tutti. si un esempio dt una convi· l<;?r~uoto s~a c~! 1~ en· dionale •; il H d1 C. Turco Gli studi sono stati con- grazione stessa nel mezzo– finirebbe col cadere nel- venza che non solt~nto pas- tltà . numeriche pm impo- ~ M_oyimenti da. popolaz1one ~ dotti t~nendo conto ~el me- giorno. Il capitolo quart_o l'assurdo Noi. riteniamo che sa sopra le frontiere, ma nentt preualgano su quelle politica economica •; 11 III d1 todo d1 lavoro compmto so- - forse 1 1 meoo problemati- scritto · l - addirittura le abolisce. 11 minori o sugli isolati. Non G. Be1uinot • Movime~ti d1 prattutto dai francesi Brau- co - sviluppa . geogra.hca- c. t r~.>,. nel se;-5~ antl- nostro statuto, perciò, do- mancano d"altra parte orga.- pop?l~z!oni _e prob!em1 ur- det. __So~re. George, i q':1ali mente e, v'!rre1 dire plast1ca- ~!la~ !;: /f';~:;. i~_;ar'::~ vrebbe essere ben chia,:o sul ~ismi ~milari. che e~ posso· ~ri~~!~~:_~_;!;!eJi~m!~tiS~ ~~ ~'.~~ 1 ~~le;~to~;~n/ 1 ~!nt!:~ 1 ~~i ;e~n~~!~i: 1 ~!;~ 1~!e~ra 0;~~~ tore, tl saggista. tl crit-ico d, fatto che anche lo scrittore O servtre da esempio. mun1caz1oni •· Quattro saggi rmnova~ gh studi stonc1, 11 meridionali suddividendo il letteratura e d'arte· e anche isolato, non appartenente a Non uoglio esemplificare c_he mtendono ,attraverso sta- geografica e s_ociali e dell'm- mezzogiorno d1talia m gros• il filosofo, lo storie~, lo stu· nessuna associ~one, a _nes~ di ~ili, anche perc_h~. com.e t~stic_he. ~onfr'!nJ1, .a!1~lo~1e,segnamento d1 -~ossi-Dona !I se. zone co!f\e la Camp:r.nia dioso di. scienze mora.li sun Ente! godra con no, gh tutti sapete. le decisioni che r1fen_m_e.~h _storici, d!v1s1oni e quale aveva g1,a proposto 11 fehce, 1_1 _Cilento e _le _zone quando comunichino ai tet~ stessi dtritti di qual.Tiasi prenderem~ _71:on potranno ~~ndt~v;; 10 f~ :~:![;!f~~henle~= :~:!e':1\ue1io"d~Ì·es~dode~~ ~~~:e"re 101 ~ 0 ~e Cf~ :::~! ti;: 1~; tori i risultati dei loro lavori raggruppamento, per quan- es~ere deftntttve. douendo dionale. facendo leva su una raie e della ripresa dei mo- Cala.bria jonica, l'Arco jonico in una forma esposfti'IJa ori- to numeroso possa esse:e. In -noi presentarci per la ap· cultura di scuola positivisti- vimenti migratori nel mezzo- fino a Taranto, la Terra ginale e letterariamente va- altre parole, lo scrittore prouazione finale a un se· ca. Gli studi. infatti, sono giorno. Ha contribuito forse d'Otranto, capitanata e terra lida._ Ma comf: p~tremmo !:i:l~[~ cèh~a~':;ri~:e :~!:e~:: c~ndo Con~resso. _ ~o~rei ~=~~at~ ~~:us~f~ttu~ ~ 1 !!~: ~~i n;~;J~raut~~i!~~~o P~~equ!; ~oh~:~~· }!to~~:iin/b;~~:!!: consi~erare scrt_tton. coloro cetto in uantopla a . p~ut~ost o, prtma d, finire. menti e a confronti di • nu- consentito di _compiere in- si. la Marsica e le zone atti- che dioul{?an_o~,datttca"!-en: q su p~e d1rv, due parole sul Lavoro mero• e - come dice lo stes- chieste_ ge.nerah _sulle emi- gue._ l'Abruzzo interno, l'Alto te una dr.sctplma qualsiasi, senza_ conferm~ lo spirito da svolgere parallelamente so Campagna nella prefazio- graziani transalpine e su Molise e la_ Valle del Forto• o cl"!e trattano da c. specia· che ci de_ve a_ntmare. e che . . ne - essi sono in polemica quelle interne dal sud . al re .11 Sannio e le zone con– listi ,. una scienza esatta. o tende a srntet1zzarsi in que- alla C<?mpllazto~e.dello_ sta~ con la pubblicistica c_he ini- nord, sui rapporti tra ';l~t~ termini._ l'Irpinia e le zone una dottrina politica. e cosi sta formula: c. H lauoro del- tuto. Net prossimi mes, noi z1an?o. t:3n_to per dire. da e campagna sulla mob1ht~ c.ontermm1 e. infine, la Bast– via? L'argomento può eue- lo scrittore deve v_alere tan• avremo molto prob~bil~en- j, 7r1~;0 ds;toec~~~';1t~maan~bc:i !e~~~m~on~ed?e.~o~:i!~fon~. sui ~~~~a tt:u~aiu~g:~1:ssfo t:~= r~ appassionant_e, e può ser- to come opera sociale quan- te una sede pro~vts~r'.a ~ problema del coicidetto mez- Nel primo saggio • Migra- fermando che la pe~,sten,.a vrre anche fuorr della nostra lO come opera personale"· Roma. la quale et facllttera zog1orno contadino (basti zioni e insediamenti nell'Ita- degli squilibri di fondo del cerchi.a; ma sarete uoi a dir- Anche il problema dell'in· il compito di organizzare iJ pe.nsare all'ultimo più !mpe- lia meridionale• il Galas5?. n:i,endione e venuta ad acuir– ci se siamo stati troppo pro· serimento -nella Comunità di secondo Congresso della no- gnativo . volume . d1 M1ch~le do~o aver aff~rmatc_>~a val_l- s1_per J:3frequenza e _laP':°V: dig_hi.o ~r.oppo av~ri ne,t por- o_raanizzazioni. preesistenti. stTa Comunit<i. Poiché noi 1;: 8 c: 1 1;md 1 :a q!~~~~ti .3LaV~~=:~t: ?tl~e!fonJ~ s~a: 1 1sti 1~~ s~i ~~!~[~~t: 0 df~le st~1:/ts~az10~: re t hm1h previsti nellart. 3 S!ano O no_n sta n.o governa- proporremo che la sede de- vilt3 contadina,). 1951 (data nella quale fu scienze sociali ad affrontare del progetto. ttve, dov-ra essere contem- finitioo venga fissata a Na- Lo stesso Campagna dopo eseguito l'ultimo_ censimento) l'indagine sul terreno con• Sempre a proposito della plato nel nostro statuto. Che . . . una violenta e garbata po- e sia per il periodo dal 1951 creta assai più fecondo • di definizione di scrittore, mi tali organizzazioni. abbiano ~ 11: anche per~h~ ~n quella le.mie!'-con gli Oriani_, con gli al 1958 passa ad ill!-lstrare il quello dell'mdag_ìne sulle sia lecito qllalche altra pa· il diritto di appartenere al- crtta ha_avuto tnlZtO la no- Stun:1. con I Gramsc.1, ~obet: feno'!1eno • popol~z•o!le ~. m strutture dell_a c_1viltà nel ri– rol~. lo credo che la riso- la. Comunita, è gi<i ri~on.o- str~. unione, e tut~i n~i ri- ~~·fe1rrJ!or~~e e i n;:;~;a~~ia~\1: ~:~~~:a~:. a~f!ava~i1!!f~~~z~:i~ ~fa~~r~elq~=~Pi1a,~o fo~~~~io~ luztone finale del Congresso S~tuto ~alla no.stra rts~lu· co rd ia~o con gra.titudme le tornare ad una concezione del la densit3 nei centri maggio• ne e la modificazione della di Napoli abbia proprio vo· zione. dt Na~oh. Ma b1so- accoglienze affettuose che ci meridionalismo alla Nitti, al- ri e alla struttura della popo- predisposizione all'emigrazio– luto con nouità e con ori- gnera forse fm da ora sta- vennero riservate. ritenia· la Fortunato, alla Croce e al- !azione. Ma la parte centrale ne di massa: nel ricercare gina'lilà. mettere in rilievo bilire in qual modo esse mo che il secondo Congresso la Salvemini: do!? alla impo- del suo saggio e dedicata al- quali miti ab~ano sos_tituito la figura deU'uomo di l_et· possono /ar sentire e fa: possa auer luogo in una cit- .---------------------, ~hi v!~:t~ 0 ;~:à~~~e.:d:u;le v~= iere col_ta_nella sua. vtva ~alere la Loro voce. e eroe tà italiana del Nord. quasi 510 occupi, tra 1 miti nuo,•i, ::r::n;:,l~~~·pev~?ezz!C~l:t:~~ ~7tcir~a~l~~~tioJ;av"o~~ :~~r~ certame~te Milano: dove 1toes1·e d·1 lla1··1a Lu·1sa Bellet1· :i~m~a d:~~ac;~tauc~anneW: ~:~ vocazione iniziale, nella co· nostre Assemblee. fl proble- pu~e v~ son~ molte forze f lf ,·enienza di un mutamento scienza della propria vita ma non è semplice. Poten· atuve interessate alla no- delle . prop;ie_ condiz_ioni sol interi.ore, non abdica a tissime Soctetà di Scrittori stra azione. specialmente • che s! _lasci 11 propno Paese nulla, non rinuncia a nulla. han:71O ~id espresso il desi- nel. c~mpo editoriale e gior- I l011·1,padarl d'ii°;~~~"n~~- saggio .:h C. Tur. ma entra ~ far parte d~ll~ derto d, far_ ~arte della no- naJ1srico. Quanto alla data Ho amato i lampadari: co • Movimenti di popolazio- 1l?Stra unione ~er_ s~nt~rs1 stra Comunit.à_. e se d~ un dell'Assemblea. la fisseremo quelli a gran fusto. a braccia. a sovrapposte ne e politica_ economica~ af- difeso: e non mm d1mrnu1to. lato molto e, rallepr1amo possibilmente per il giu- luc:. quelli che sembrano gli abeti ~;~:: ed!f1~i~~~~ter7!~1z~1azr::; ---------------------, gno del 1960. Una volta ap· J! N:nzle nel loro paradiso. del mezzogiorno dopo che lo provato lo statutOJ potremo Hn amato i lampadari: scnttore a mo' di premessa LA MACCHINA DELLA VERITA' UNMALE DELSECOLO: IL DIVISMO tli ELIO TALARICO Fenomeno caratteristi~ dei nostri giorni, il e di· vismo • è indissolubilmente Iègato ai rapidi sviluppi del cinema e agli influssi, che ne derivano, suJ co– stume contemporaneo: tanto è vero che, non a torto, già si parla di una nuovissima mitologia, capace - spesso - di condizionare molti settori della vita moderna, dal campo economico e sociale a quello psicologico, artistico, culturale. La carriera del • di– vo• viene talora determinata da cause estranee alla su-a volontà ma reperibili nello e spirito gregario>, nel desiderio d·imitazione della folla ed è, natural· =• Jac~~.~~ r1:~ :iti~~~i;~~ ~~~ niere del divismo potremmo considerare Gabriele d'Annunzio che mai lasciò sfuggire la minima occa– sione per mettersi in vista, per e fare sca.ndolo •, sol!lecitando così le scimmie --potenziali del suo tempo: e infatti il dannunzianesimo (in lettera.tura, nella moda, perfino negli svolazzi calligrafici) ha .impre· gnato col suo magico splendwe çh;e o tre generazioni d'italiani. Il primo Olimpo mitologico del cinema fu piuttosto provinciale (do~ la guerra del '15-'18 il gusto de– cadde e. al poeta di Pescara. veuoe preferito Guido da Verona) e limitato ad alcune incredibili stranezze: come Maria Jacobiru che - a casa sua - aveva del tutto abolito le sedie, o come la statuaria Gianna ir~~~il~a~~~:pit:•d~~=J~:!1e~d~t;~~~~: neva) che un tappeto di velluto steso apposta per • lei dalla carrozza raggiungesse la scala d'ingresso. Poi venne Lyda Borelli e, con l'attrice dai ca~Ui ossigenati, dagli occhi languidi, dal passo fehno, mezza Italia femminile scorrazzò per le strade e inva5e salotti ostentando capelli ossigenati. occhi langui– dtssimi. passi da pantera. A poco a poco le cose an– darono complicandosi ed ecco Pina Menichelli, fatale finalmente iniziare il nostro ~~~~~a:j'~:=!i d~i a;~~ori. afierma che le principali con- normale lavoro. Intanto Alla Fenice di Venezia. all'Opera ::~::ze ::~oi~:f!c/cc~~~~ vorremmo che questo Co- di Parigi. con loro dal loggione state essenzialmente Pacere• mitato continuasse ad avere ci s'intende. Per loro anche le voci scimento della pressione de• una_ funzi_o~e co~ultiva. Dt divcotano di fiamma. :~~:nd:u,:~~on!':! 0 (~ri~~l: ogm decisrone importante, le t:-oppo umane voci dei cantanti. palmente sulla terra), una noi vi terremo tempesti.va- E le lampade ho amato: maggiore esigenza di attrez- mente informati, in m odo quelle magre. sparute. delle case ZRtur_ecapitali pe.r _lo svilup• che _voi possiate, anche per ~~?r~:!~ ~~s~ ~~~d~~fe:ea~~~~ica :fu dtra~7d!~ss~n dta~':n~:~ 0en~~ corrtSpondenza, fornirci i della sua vita. carico di unità giovanili im- vostri preziosi consigli. produttive. Vorremmo, anzi, chiede- Il, piattoforte diBe~P~~~z10::! e•1'1;;:!:!°m~ re ai colleghi. non italiani. urbanistici• (il terzo saggio qualcosa di più: di conside- n pianoforte inventa la parola del libro) con cartine topo- r?rs!, almen~ fino alle ele· quando una mano grava f::!t~~e co~d m~~~at~:siti:t =1on1 regolari che avranno 'in lenti accordi. e l'altra canta sola. stico. i problemi legati a due luogo alla prossima Assem- Un supplizio cosi chiaro discorso regioni del meridione: quel- blea. come nostri diretti che pre1a e persuade. ~aro::!c!ilt~;u.~:=~~ni~~tì~~ rappresentanti. per i loro ri· e il nor"lpoter rispondere un rimorso. no al Tavoliere) e- quella del spettioi Paesi;· di modo che Cilento (dal Golfo di Saler• essi possano via via sugge- La piUHlff Z~n/ c~~~~~oera~~ PJl!~=~~~~~ rirci tutte quelle iniziative Vedi la piuma d'un uccello aJ. vento: e particolarmente interessate :~t:o aj,C:.:~l!~re il nostro la· non sai se qualche cosa la sospinge. ~~bf~~lst1:!~a cosidetta cultura o se libera cerca ove posarsi. S. Petricone nel suo sag- Non mi resta. ora, che rinaraziarvi di auermi ascol· tato. ed esprimere una volta di più. la certezza che i no– stri problemi saranno rt– solti nel clima di armonia e di collaborazione che gi<i aveva caratterizzato. a Na· poli, gli albori della nostra Comunità: con l'implicito augurio che qui a Roma noi si possa compiere un deci– sivo passo in avanli. G. B. A.. 'lò"GIOLE'M"I Vedi come affrettarsi gio • Insediamento e comuni- è il gesto di chi finge cazione • tratta tecnicamente la sicurezza. e cela lo spa\·ento. e brevemente dei trasporti ferroviari e dei trasporti .S'è JHO.(ISO un rnmo S'è mosso t:n ramo. Se almeno non ci fosse quest'alito di vento. se sapessi che un ramo ondeggia solo per rompere la quiete, come un avvertimento. ~IARIA LUISA BELLI.LI stradali in relazione allo sviluppo della rete. Come conclusione ci sem• bra che con le dovute riserve sulla metodologia delle sin– gole ricerche e indagini effet– tuate. il libro contenga ap– pre:uabili saggi utili per af– frontare con maggiore cono– scenza tecnica i problemi de– mografici- connessi alla que– stione meridionale. FRANCESCO GRISI Naturalismo di Bonaviri e Strati e perversa (non fu essa, infatti, l'eroina del F!!~o? ~ (continua da par. 1) ueUa ..-Medusa degli italiani» sione_ _.psicologica _da_lla ~oro l'amico. tli _fa i_n_travvedere. che strappava t ende co me fossero fazzoleturu d1 -- . . 'dell'editore Mondadori. che condmone. che s1 mserisce un mondo misterioso. che per carta, e - sullo scher.mo, è logico - apparve come Sud itali~no. cerc~do di _n: l'anno successivo pubblicò il altresì su ULl_ reciproco stimo- i! r~azzo. figlio dell_a yedov~ una specie di stritolatrice del sesso forte. Nasceva, velarne I profondi confti~~ suo secondo romanzo La teda. lo a immaginare un mondo Manangela raccoghtnce d1 intanto. la « diva delle dive ,1. Francesca Bertini: e. che oggi suscitano gli attnt! anche se non è. a rigor di migliore e un migliore desti· ulivi. è come un disperante con le sue interpretaz.ioni di Assunta Spina e di Pie · e le speranze delle sue ?rm~ 1 termini un autodidatta. viene no via via sempre più vivo miraggio. cola fonte, dimostrava di essere u;na velo: a.flt.is~ : irrever.;ibili esigenze di sv~- direttamente alla letteratura e profondo nella presa di co- E' appunto su questo rap-- foI'Se per la prima volta, nella storia del cinema, ~l luppo. ~nza tuttav!a ve~U: da quel mondo pastorale e coscie~za _da parte_ dei due porto d:ialettico che 1 0 ~trati divismo se ne andava a braccetto co.n l'arte. Infatti, meno a1 suo valori poetici contadino calabrese che forse ragazzi. smo al giorno nel impernia nel romanzo l oscu· si può essere divi senza essere grandi at~o~i, come si orig~uli .. il nu~vo . r~man~ ha avuto la sua prima rive- quale Tibi potrà davver~ eva• ra ma viva ~sigenza ~e~ mon· può essere grandi attori senza essere divi: solo ra: di Saverio Stratt Tib1 e Ta· lazlone poetica _ nel quadro dere dal paese per seguire la do contadino meridionale. risisimamente, ed è il caso più unico che .r3ro di scia. apparso di ~ez:ite .ne~a di una letteratura e di una sua s~ad~. ~otre Tàscia ri· quello delle zone_ più po~_ere Greta .Garbo. le due fisionomie possono comc1dere. collana « Narraton 1tal!am » !tura moderna _ oei rac- marra chiusa in una sua nu<r e oppresse a uscire dall 1so· Bette Davis, per esempio (senza dub.~io una tra le dell'edito:e Mondad~ri..~ for· ~~nti di Corrado Alvaro. e va solitud~ne. Strati ha sapu· l31!1c11to e dalla servitù ac- più grandi attrici d'oggi, se non la p1u gran~e) non. se u~o_de1 d~menti p1~ per- uello di Alvaro è un nome !o creare m_questo amore ~ra qu!stan~o la _con~a.pevoleua è ma: stata né mai sarà una diva: e proprio a lei suas1v_ 1 _e mer.1terebbe ~1 cert~ ~rto tra i più pertinenti per I d~e ragazzi ~n rapporto d1~- dei suo, stessi_ m1t! e ~upe- dobbiamo una sottile distinzione: essa dice, insomma, un? pm ~pia tratta~one. ~J chi voglia indicare talune af. lett1co che s1 esprime anzi~ rand on~ 1_' lI'ra~1o~al_1sm<;> che i veri divi finiscono con l'interpretare sempre e puo aggmngere an~1 che 11 fìnità lirico-narrative dello tutto nel_ cootrast_o e quasi metr~ la v1tah:à ~1 Tas~1a :1- soltanto se stessi. romanzo dello Strati non sol• . . . . h nel confhtto tra I loro due marra una felice illummaz.10- ll divismo hollywoodiano, nato contem_porane3:- tanto rivela il netto supera· Stcati; 81. puo aggiungere ~I~ caratteri. l'istintiva · fantasia ne nel ricordo di Tibi. sarà mente a quello italiano, seppe _eleyare a sistema 11 mento di una fase ancora in· proprio m ~mun; /on_ 1 di Tàscia che cerca il gioco proprio Tibi a iniziare in se curioso fenomeno: et appu.n1?, ~1 chi.ama star Sl/S t ~J!l, certa di 1..:ntale processo di varo. S~ven? S d~ 1 ~ve~ come espressione della sua stesso quella dura conquista sistema delle stelle, 11potentissimo pe: qu~to fittizi(! sviluppo. dalla quale il Bo· q1 ,u 1el tantoo di ~;;r. 1 ~? delie natura esuberante. di una sua che forse un giorno riscatterà firmamento di celluloide. Noi non abbiamo idea degh naviri - come si è visto - ~ ~~en car~ ns ico e a fresca e immediata gioia di lo stesso destino di 'tàscia o apici raggiunti dal divismo ameri~o: ne~a ~ecc~ non è ancora del tutto affran· civtl_ta conta~ma delle <::a- vivere, dal desiderio di sen· di tante sue simili. Anche nel- del Cinema, stando alle testimoruanze dt scrittori_ cato, nel senso almeno che labne. ~on si tratta p ropria- tirsi viva. e la riflessi\·a e l'Età breve di Alvaro il gio· attendibilissimi. potevi trovare, fino a tempo !a: du pesano su di lui. assai più ~Hlle d~ un / 0 ndale rom.an- un po' cupa intelligenza di vane Diaccno (che come que- offriva una calza di Marlene Dietrich (S_ doll~t), 0 che non sullo Strati. quelle Uco, a~zi tutt altro .. m~ pi~t- Tibi. e ha saputo altresi im• sto Tibi di Strati è una sorta un dente del giudizio de1:la Garbo racchiuso In una ipoteche di manierismo stili- tosto dt u na certa inchnaz io- postare su un tale rapporto i di Portrait of rhe A rtist as a piccola scatola d'argento 05 dollari). E Piovene non stico e sperimentalistico e ne verso l' appro:ondi me.nto di migliori episodi del romanzo. Young Man in chiave tutta ha raccontato di altri individui che vendono un opu- quei pericoli di cui si è detto taluni .elementi so tt!rrane1 come quello del gioco dei ra- italiana e meridionale) si la· scolo con l'indirizzo di casa di trecento st elle, per dianzi. Se lo Strati rivela tut• della vita ~polar~. di cert_e gazzi • a marito e moglie•· scia alle spalle con dolore il chi voglia vedere le loro case dall'esterno. toccarne tavia nei confronti del Bo- profonde es!ge~ue mtrospetti- nel quale Tibi. Tascia e i lo· paese e i ricordi eh~ lo le· i muri come in pellegrinaggio? >. naviri una tanto maggiore ve che coincidono con un ro amici si abbandonano ad gano ad esso. il mondo felice Fanatismi. Quelle che oggi sono le pin up una esper-imza critica e coerenza n:iondo moral~ talvolta osses· i;,-ia sorta di rappresentazione e doloroso. al tempo stesso. volta erano dette le lt girls. cioè ragazze-con·quel· narrativa. tanto minore è la s1v_a~ente ch1U5?. da presso- della vita che si immedesima dove Tàscia rimane con il certo-non-so-che: sexy, insomma, al c:e:ito _per cento. sua freschezza. la sua possi· che msormcotab1h censure. quasi con la vita; 0 come simbolo di un'adolescenza pe· Divismo? Mitologia? Follia? 1 fa~tlct di quE:s~o ? bilità di raggiungere una cer- Tibi e Tàacia è il romani.o quando Tibi si scopre per la renne. che rimarrà la sua quell'attore. di questa O quella attrice, sono milioni: ta grazia poetica e tanto mi• di amore giovanile. di cui so-- prima volta tutto intero. con patria sei'7'et3 e incorrotta. E sono essi ad accen<lere le st elle nel firmamento del nori sono le cariche iniziali no protagonisti due ragazzi. i suoi &esti. con la sua ama· appunto in questo mi sembra bianco e nero. del technicolor. del cinemascope: sono di Ironia che invece sorreg- Tiberio (Tibi) e Teresa (Tà- rezza. nello specchio di don da additare nel romc>nzo del- essi a creare le le_ggende, a distruggerle, ~ ~endere favolosa la vita di pochi fortunati: sc., 10 essi. m deft· gono la prosa del Bonaviri. scia). in un paese tra i più Michelino. il compagno ricco. lo Strati una delle esperienze nitiva, a dettar legge in fatfo di vi.~de e personag· Saverio Strati che è ca· ·miseri delle campagne. Un e nasce in lui la disperazione migliori di quella linea natu• g i. A noi altro non resta che subrrh. labrese e che nel 1956 venne,amore inconsapevole dappri- di non poter conoscere quel ralistica di narrativa meri- ELIO TALARICO rivelato con un romanzo La ma. nel quale i due ragazzi mondo che la pag\1a di un dionale di cui si diceva. L-------------------...1 Marchesina che vide la luce cercano ingenuamente l'e\la· libro, Pinocchio, lettegli dal- FERDINANDO VTRD.lA Domenica 22 novembre 1959 TACC(j/1\·Q IJ/<;L/AJ Sl'AGA'l'O * La città del ferro edel fuoco * di GIORGIO CAPRO.'\I La première impression est terrible et du dése.spoir. Ma rintuzziamo l"enfasi. Ne ,ouona pas tellement anaieu.r. C'eit le mal de montagne que nous aentons. E' il male, traduciamo liberamente. dell"Ac· ciaieria. che forse dà questa specie di capogiro a chiunque di soprassalto. come noi, venga a trovarsi qui nella Citt3 del Ferro e del Fuoco. da quell'altra città tutta travertino e acqua pomposa (la meno adatta a preparare lo spirito) che chiamano Roma. Città grandiosa nelle sue architetture, certo. ma troppo acco– modante ormai e rassicurante nella sua pietrificata Rhetorica (augusta e ple– bea a un tempo come il Seicento cui pare ancorata: che nella perfetta salda– tura tra Paganesimo e Barocco toglie alla stessa Ipotesi di Dio. dandola per scontata. qualsiasi inquietudine o dram– maticità). e dove - ahi per noi che dor· micchiamo cosi volentieri - manca nel paesaggio il Medioevo a svegliare é a tenere au·erta l'anima. pungolandola con continui colpetti alle reni e avvez– zandola. se cosi si puo dire. alle im– prov\lise botole della Paura come alle improvvise guglie della Speranza. Qui invece il Mo:?dioevo (almeno quel– lo d'oggi) vive e vige. mantenendoci con un pie' sospeso. e proprio quello che con pari probabilità. e facilita. potrebbe posarsi sul vuoto dell'Abisso come sul primo gradino della Scala Celeste. Sen– za vie di mezzo o ponticelli o scappa• toie. Salvezza o Dannazione. Inferno o Paradiso. Niente Purgatorio. ultima in– venzione. o accomodamento. Anche se quel piede bisogna pur posarlo da qual– che parte. per camminare e per andare , incontro con onore. senza aspettarle se– duti. o cosi come le gru di Chichibio aspettavano su una gamba il Sole o il Cacciatore. alla Vita o alla Morte. Ne soyons pas tel!.ement ansieux. Fac• ciamoci una ragione. C'est Le mal de montagne que nous sentons. L'affaire de quelques ;ours. forse soltanto di poche ore. Non siamo cosi impressionabili. Siamo saliti. dopotutto. e di quanti se– coli? Una certa ansia o asma è giustifi– cata. Eravamo cosi sicuri di noi in una Roma perfettamente compiuta e giudi– cata: perfettamente e stupendamente già costruita e compresa: Architettura e Teologia. ma cc:1:.-imille scappatoie cen– trali e periferiche. tanto da poterci vi– vere indifferenti mangiando fettuccine aU-ombra della Basilica di Massenzio. o bruscolini tra le braccia indulgente• mente aperte del colonnato di S. Pietro. Qui jnvece (facciamoci una ragione) siamo nella Città che fonda e "fonde e costruisce se stessa minuto secondo per minuto secondo. ferro ignique, e dove una piuma di distrazione da parte del– l'abitante può provocare il finimondo. cosi come una minima disattenzione da parte del turista può fargli cader sul capo. se sta col naso troppo all"aria ad ammirare le stupende architetture. una pioggia di fuoco. o può fargli mettere il piede in fallo su un fiume di metallo bollente. Qui, nella Cornigliano S.p.A. per la produzione e la lavorazione dell'acciaio a ciclo integrale (una metropoli quan– do credevamo di trovare, sia pur gran– dioso. uno stabilimento), qui siamo nel Reame delle Strutture nuove. ..-mon– struose > nel senso più puro della paro• la e quindi fonte di grandiose e vivifi– canti emozioni (in primis quell'Ipotesi di Dio che torna a farsi drammatica), se non vogliamo addirittura dire (sa– rebbe più giusto) nel cuore d'un'immen– sa ed esaltante e Machina >, a pe-nnello regolata dalla Mente dell'uomo. perfet• ta immagine. e concreta. deUa Citta (de1l'Anima) d'oggi. Non c'è fantascienza che possa gareg• giare con la Matematica e l'ingegneria. scienza e arte delrlngegno. on c·e so– gno che possa vincere in grandiosita e in bellezza (in esattezza e potenza di linguaggio). questa Realtà. scaturita dalla fantasia fertile all'infinito (e Pi– tagora aveva ragione) delrc. arido Nu– mero > e del c.freddo Calcolo >. di fron– te alla quale le più audaci c.lnventioni > di future macchine e città spaziali fan la figura di giocattoli. i cui autori av• vamperebbero (la metafora è relativa) guardando. ad esempio, :1 formidabile complesso degli Altoforni per la tra– sformazione del coke e del minerale fer– roso in ghisa e i suoi possenti ma snel– li torrioni imparagonabili. i suoi tita– nici ma eleganti duomi d'acciaio, mostri io figura quasi umana runo all'altro abbracciati. si direbbe. dai giganteschi, ma pur così armoniosi nella mastodon– tica mole. tentacoli dei tubi a zig zag per la purificazione dei gas nonché de– gli altri tubi minori atti a c.dar vento ai forni,. Come di fronte a un·antica Cattedra– le che vuol c.sembrare, - vubl essere - soltanto quello che è (la forma per– fetta del suo scopo reso visibile e ope– rante, senza termini di paragone: non c.bella come > o c.grande come ,. ma in sé esprimente Bellezza e Grandezza) scopriamo qui il fascino del più puro linguaggio umano. che tornato dopo tan• ti secoli di abbellimenti e virtuosismi alle Origini. in strutture nuovissime perché perfettamente adeguate al nuo– vissimo scopo, per la prima volta ci ram– menta il fascino. cui non pensavamo più in chiave di bellezza. delle interne ar– chitetture dell'uomo o d'un animale (delle viscere, viventi nelle loro forme e nei loro colori sempre determinati da un preciso fine). forse perché. in queste Realizzazioni tecniche l'uomo. ancora una volta. è riuscito a parlare (a co– struire la sua Musica) sulle stesse fon• damenta e ragioni concrete della :'\atu– ra. che sono ancora una volta il Numero e la perfetta Funzionalità... Scopriamo qui la ).1aestà (ecco per– ché la prima impressione e terribile. e a un passo dallo sgomen:o) non più e soltanto di Dio. ma della Mente nostra che par essersi impadronita del segreto del suo linguaggio (anche se si tratta sof• tanto. al paragone. di frasi da abbece– dario, che non dovrebbero farci vittoru· gheggiare troppo), .scoperta che npra. pone in pieno il Medioevo (la Pietra Filosofale, l'Alchimia) e !'Aut aur. nien– te mezze tinte, tra l'esistenza tremenda di Lui. e raltrettanto tremenda nega- zione. A voler raccontare la trama di questo stupendo poema in azione ch·è la Cor– nigliano S.p.A. (il più grande stabili· mento a ciclo integrale per la produ– zione di laminati piatti del Sud Europa). non ci vuol molto. ma è fatica sprecata. Navi arrivano cariche di carbone e contemporaneamente altre ne arri"·ano cariche di minerale ferroso. insieme con altre ancota stivate di rottami di ferro. raccolti in ogni parte del mondo. I cumuli ch·esse depositano (neri fino a sembrar celesti nel mattino quelli del carbone: dalle tinte più fonde e più te– nere. che vanno dal grigio gessoso al sanguigno. quelle del minerale ferroso: rugginosi e compositi gli altri dei rot– tami) si allineano presso la Cokeria a fianco del laminatoio a freddo, tali da formar paesaggio sotto il grigioverde magro delle colline di Coronata. e sul glauco del mare: dominante, la maesto– sa fumata bianca visibile da tutta Ge– nova come un sofrione boracifero. con– tornata di fumacchi dai più delicati co– lori (indice della varietà del minerale in assaggio). per ritrarre i quali occor– rerebbe la gentile pennelJata d'un De Pisis. E poi l'Inferno dopo quel tenero paradiso di tinte sotto J"azzurro del cie– lo. E poi (hai voglia di scacciarle dalla mente. per non sembrar banale) le im– magini dantesche. sia all'altoforno tra fiumi e pioggia di ghisa fusa. e velenosi ,·apori. e passaggi e scalette di sotter– fugio in un vantar bollente di polvere ferrosa e di faville. sia negli hangar dei Martin-Siemens e dei Laminatoi a caldo e a freddo. roventi d'una luce che sol– tanto un Caravaggio potrebbe ritrarre, e sonanti d'una musica che soltanto un Beethoven potrebbe trascrivere. La luce e la musica, appunto. della Città del Ferro e del Fuoco, cosa nuovissima al– rocchio e all'orecchio umani. c0me nuo– vissima è la rappresentazione che quel teatro. drammatico e pur cosi c.dome– stico > Sll un fondale scenico degno del Piranesi, ci offre. Per quanto colossali ~nfatti siano le dimensioni delle attrezzature, e per quanto titanico il lavoro compiuto da pochi tecniçi silenziosi in cabine di ve– tro. le dita su una tastiera più semplice di quella d'un organo. dif.ficile è scac– ciare. in cosi grandioso concerto, la ca• salinga immagine della massaia. sovra• stante raltra. cui più volentieri ricorre– rebbe renfasi. della Fucina di Vulcano. Cucina invero e non fucina è questa. La ghisa prodotta viene caricata li– quida su un carro ferroviario detto sot– tomarino per la sua forma. e insieme con gli adatti quantitativi di rottame di ferro viene avv:iata nei sei Martin– Siemens. ciascuno di oltre 200 tonnel– late di colata. Dal carro-sottomarino la ghisa si ro· vescia fusa - abbacinante zabaione - nelle siviere o colossali pentoloni. che altrettanti colossali ganci, manovrati da gru che fanno tremar la terra. rovescia– no nelle bocche. che sembrano conte– nere il Sole. dei Martin-Siemens. dove a c.cucchiaiate, un'altra possente mac– china immette la giusta dose dei rotta– mi. destinata nel bollore a formar l'ac– ciaio. come il lievito nella pasta. Dai Martin-Siemens la pasta cola in un altro pentolone. che a sua volta lo rovescia nelle lingottiere. formando enormi bocconi che su carri ferroviari vengono avviati nei forni a pozzo, don– de gigantesche dita li prendono e li sollevano di peso ad uno ad uno. per introdurli roventi nel laminatoio a cal– do: un treno di :nastodontici mattarelli. dove su un cammino di oltre 700 metri i fardelli incandescenti, su rulli che li fanno scorrere al loro destino. vengono a mano a mano spianati tra un crosciar di docce fredde e un cupo frignare e tucnare. fino ad apparire un sempre più appiattito e allungato serpente di fuoco. ridotto in ultimo in un nastro di pochi millimetri di spessore. simile a quei rulli di carta bianca che vediamo am– massati presso le tipografie. Ma raccontata a questo modo la c.tra– ma, {e non l'abbiamo raccontata inte– ra) che cosa abbiamo concluso? I fini (appunto perché cosl modesti: perché così penetranti la nostra casa• linga intimità: dalla scatoletta di tonno alla carrozzeria della 600) splendono, come dicevamo in principio, nei Mezzi: nelle grandi architetture nuove da quei fini scaturite, le quali per le tremende forze che generano e contengono e do– minano. e per il linguaggio nuovo che parlano. richiamano a una Mente che non può esser quella dell'omuncolo quotidiano. ma l"Altra superiore mente regolatrice delle Forze oscure. con cui gli ingegneri sembrano oggi essere en– trati in comunione. in un insieme di co~ dove il minimo sbaglio di calcolo, come la minima approssimazione o transigen– za. potrebbe costare (per una semplice scatoletta di sardine) lo sconquasso. GIORGIO CAPRONI

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