la Fiera Letteraria - XIV - n. 33-34 - 9 agosto 1959

LAFIERAUGURA BUONE VACANZE - ILPROSSIMO NUMERO USCIRA' CON LADATA DEL 6 SETTEMBR LAFIERA LETTERAR 'Anno XVI - K 33-34 SETTIMANALE DELLE LETTERE DEhLE ARTI E DEbbE SCIENZE Domenica 9 agosto 1959 SI PUBBLICA LA DO IENIEA QUESTO ' MERO L. 100 DIREZIONE, AM;\IINISTRAZIONE: Roma - Via di Porta Castello, 13 - Telefoni: Redazione 655.487 - Amministrazione 655.158 - PUBBLICITA': Amministrauone: < LA FIERA LE'M'ERARIA > - Via di Porta. Castello, 13 - Roma • TARlFFA: L. 150 al millimetro - ABBO~A~IENTI: Annuo L. 4.000 - Semestre L. 2.150 - Trimestre L. 1.100 - Estero: Annuo L. 7.000 - Copia arretrata L. 150 • Spedizione in conto corrente postale (Gruppo TI) - Conto corrente postale n. 1/314.26 Lulrl 83.rtolinl: • Pa.csarrlo e ol sole•· EREMI LETTER'ARI * Lo scrittore è tale in ogni condizione e circostanza di tempo e di luogo (anche da un tavolo di caffè, all'ombra di un platano). purché rinvenga dentro cli sé quel rapporto indispensabile tra la propria anima e ,~ambiente esterno * di ELIO FILIPPO ACCROCC.1. Sen:a voler riaccendere il fuoco sotto le ceneri di una antica disputa (queUa di Strapaese o StracittàJ e lontani dal dichiarar pre– ferenze che resterebbero del tutto personali. (vita ru– stica o vita u.rbana.1), vien fatto spesso di pensare al– la predilezione che spinge alcuni scrittori a vivere lontani dalle grosse capi– tali. letterarie e a rifugiarsi o a restarsene nel chiuso di una particolare e segre– ta e provincia» da cui at– tingono non poco alimento per la loro esperienza uma– na e letteraria. Il tetto rosso dietro la croce del colle era la casa dell'amore della Storia di Cristo: una casa alta suLlo sperone. libera e aJ}erta su due vallate. a ridosso del nodo aspro della Verna. in tanto dominio d'aria e di vènti... con solo una mu– lattiera ripida e ciottolo– sa... e tutti la vedono e nessuno ci va. Una casa così, è vero, soltanto un poeta poteva costruirla. E Papini, quas– sù, torna va e umano e ter– ragno>. Amava più questa terra avara, il sa.~so, gli al– beri antichi e la povern gente. che non il gran.dc e imperio d"aria > e l.e nu– vole che gli con-evano sul capo. La casa, dove per molti anni egli durò le migliori e le peggiori fatiche del suo laooro, se l'era costruita pietra su pietra. Non una viUa o il riposo di un dt– tadino in campagna, dun– que, ma mura che e ten– gon del monte >. che vuol ELIO F. ACCROCCA (continua a pag. 2) ll.LI RACCOLTA CO.IIPLETA * EDIT-1 .\"EIU l'fJZZ,l "Poesie,, di Gue:lielmo Petroni * Siavrà la riprovache il libroè « bello » anchee proprioin virtù d'una sua forza morale,elementoquesto che non abbondanell'attuale poesia * Versi e memoria (~Iodena. 1935) era finora l'unica raccolta di poesie dj Gu– glielmo Petroni. e ormai. a distanza di un quarto di secolo. il magro ma \·h•o libretto pareva destinato a restare un isolato episodio nell'attività svolta dal Petroni stesso come narratore e come saggista. Narratore e saggista a noi ca– rissimo (uno dei pochi. anzi. che ci han– no aiutato sul serio a comprendere e ad amare meglio il mondo). il che tuttavia non ci impediva di conservare una ..sin– cera nostalgia per quei versi negletti. insieme col rimpianto altrettanto pun– gente per il poeta «perduto». La sorpresa è stata perciò pari alla gìoia \·edendo comparire sul ta\·olo que· ste sue Poesie (Neri Pozza. Venezia), le quali non soltanto Ci permettono d,j ricuperare Versi e memoria, ma anche radunano tutte quelle altre cose sparse che a\·evamo letto qua e là (su Circoli. su Letteratura, su Corrente. su Poesia ecc.). più gli inediti - qui compresi nel titolo Autobiografia in pezzi - scritti tra il '53 e il ·57_ E' un libro. non esitiamo a dirlo_ tra i più schietti e vivi di questi ultimi anni. ta!e da farci ritro\·are intero il gusto della poesia dopo tanta indigestione; bello perché mosso da una profonda necessità. e buono e vero perché tal– mente radicato 2.!la terra deUa Lucche– sia dove Petronl è nato. e alla gente di cui egli fa parte - da renderlo al– l"istante anche nostro. che pur siamo (ma fino a un certo punto. for~e) ò'altr~ contrada. Fin dalla prima pagina. che se non erriamo risale al 1928. sorprende dopo tanti anni la vi\·ezza del linguag&io di antica e solida educazione. aperto ad un « arioso» dove già è intero quel– l'amore per la campagna e per la casa che resterà uno dei temi dominanti non soltanto questo libro. ma forse l'intera e complessa personalità del suo autore: O casa di campagna rilutrante nel tuo fondo scendo al tuo disaQio ed al mo pane· duro. di GIORGIO CA PR01\Tf Nelle tue notti J'alte luci accendo delle cortesi stelle dell"esta1e e senza sonno alla finestra attendo al grillo, che taQliente fischia. amico e vibra come vibrano le stelle e come l'alte punte dei cipressi. Un lume aolo nel tuo mondo mostri alto. lontano e desolato: richiamo delle cose in fondo ai monti opache. spente. quasi sommerse nella Nel me:..::o della stanza il lerro mio biancheppia semplice. di legno indecorato. dentro la stanza spenta. [rerra Amore un poco ruvido - « riluttante,. appunto - ma che sa di\·entare tene– rezza indicibile. come in quesealtro com– ponimento intitolato Il grano nuovo. che pressappoco .:Ie\"'essere di quei medesimi anni: Nella fresche:.za e umidità lepgera di delicata na.scimra cosa, metto le mani sopra il grano nuovo come toccare un b!mbo appena naro; l'acqua verpine deli'umidi steli torna al suo cielo dalle mani mie mentTe le dita. nel bagnato velo fremon. 11el freddo del verde leggero. E si legga ancora Al mio paese (Dolce paese cui 11elle tue case / dilago con na– rurale.zza confortante / e le mie parole sommesse / vanno alle tue nascoste pas– sioni..-). o La casa, che ci fa pensa.:-e un ))(':'"'...O 3} migli~ CaCVlu dii Petroni ènti– cipato di patecchi anni: La casa doi;e nacqui era chiusa come un autunno repido che s'attarda. Il vento ci portava le foplie, la caserma Qli squilli e il Tumore di tanti cavalli: le prigioni dal muro grandis.simo ogni tramonto rosso. una paura. Stavo .solo negli annt un po' spaurito come il falco che avevo nutrito di topi morti. Gu,lielmo Petronl 1\"acqui li dov'è il geranio. H muschio nel pozzo. ~ras;~e i ia7;>n~,~~n~~~e n;~~o s:,:'c:~~: tracce di solitudine che non cancello mai. tiepidez.:a materna, come il primo amore ricordi. E insieme con La ca.so tuttt g:i altri (f Racconti » .dove anche i l ritmo Si arric– chisce di nuo\·e risoluz.ioni e movenze. come. ad esempio. Dalla città lontana alla madre .sorda (-.. O madre mia che vivi I fondo .rilen=io eterno / nei lunphi giorni; / ritorno ai no stri tempi. / salo nostri. rinchiusi nello ca.so. . / Sui g randi alberi mai / non .senti.tti i l pas.so del vento ed io / ogni momento a sc oltavo per te I il suono della vita: / fu suono di lamento I rammarico di giorni. / Vissi. molto per te; / già di quel tempo avevo/ gli occhi grandi / upuali al ruo sauardo I che ,.am- menta epoche vecchie I ed ha nei suoi silenzi / l'immapine dei suoni...), fino a Degli ultimi cammini in campagna, a le Tre poesie a Marina (Il sole apre anchP. un sol seme / e d'un fiore solo / lo $'UO voce s'e&alta...). e A modo d'epigrafe, con cui i « Racconti• si chiudono. Abbiamo così letto la I e la II partP del libro, e la mano. sfogliate appena la lii e la IV (« l\lillenovecentoquaranta– cinque » e • Autobiografia in pezzi•). esita a voltar foglio. mentre il cuore par provare uno strano arresto. Tra la pag. 42 e le successive. infatti. vi è ben altro che un « intervallo nel concerto». Bai la sensazione di do\·er saltare un baratro (la testa ti gira. presn cosi di sorpresa) echeggiante anco:-a gli strepiti e i lutti dei tremendj anni tede– schi. il cui dramma (lo sa chi ha letto Il mondo è una prigione. il lungo rac– conto dove Petroni narra. con esemplare castigatezza di stilt. la propria terribile esoerienza: la propria e l'altrui) è stato vissuto e sofferto in profondo dall'auto:-e di queste pagine: Che cosa mai sarei di mP: son stanche le grandi ossa che lentamente mi conducono tra le case sconvolte. sulle rie che s'a[fondan nei campi. solitarle o .s'arrestano ai ponti aperti al cielo Che .sard mai di mc: c'è agli occhi un velo. Il aenio della ca.!a andò lontano disenando le belle antiche stan.-:P. Di noi che sarei mai... E' il più sincero e profondo grido di sgomento (d'angoscia) dte conosciamo nella nostra poesia del dopoguerra (sp~– so cosi cincischiata in \·eUeità «sociali• o • religiose • che non vengono punto dal cuore ma - a freddo - dal cen-ello). ma è anche il primo filo. in tanto sbi– ~oUimento (O cari. o cari che sarà di me I che ridire non so nel mio silenzio / GIORGIO CAPRO~, (continua"i pag. 2) * * * Ne nasce anzi, a guardar bene, proprio un modo di pensare. di giudicare e di. vivere (se non addirittura di scrivere}, che darebbe vita ad una casistica di co– stume e di. m.oralita lelle• raria, su cui si potrebbero fare non poche osserva– zioni. SCAFFALE VECCHIO E ~-v~vo * I(_; LIBRO DI SI PARLA Chi cavalca la tiire Forse si tratterebbe di osservazioni non del tutto marginali, e utili se non altro per quanti si ostina– no a ritenersi infelici e chiusi neU'i.solamento del– la provincia, quasi che sia il posto dove si lauora a crear necessariamente lo scrittore. Questi è tale in ogni con– dizione e circostanza di tempo e di luogo (anche da un tavolo di caffè, al– l'ombra di un platano}: purché rinvenga ~en~ro di se quel rapporto 1nd1spen– sabile tra la propria anima e !"ambiente esterno. Ad una siffatta predile– zione per la e provincia>, per una sorta di e eremo spirituale> più che ana– grafico. m'è capitato di. pen: sare rileggendo due brani di diversi autori: il primo, trotto da quel gustoso pa– negirico delle cose lettera: rie di casa nostra che e Donne e buoi de' paesi tuoi di Pietro Pancrazi, di quel– l"uomo di campagna to.c:ca– na, e pili specialmente are: tina e casentinese, e un po quindi anche montanaro, e di toscano equilibrio, co– m "ebbe a descriverlo Ma– nara Valgimigli nella pre– fazione alla sesta serie di Scrittori d'oggi; e l'altro, dal e Quaderno> di G. B. An– gioletti inserito tr4: le ma– glie della sua Inchiesta se- ,2'reta. . Brani di due autori che pur stanno al centro ~ella più estesa cultura naz,om~– le. iL primo, ed europea, 11 secondo; e che in qucùc_he misura potrebbero richta· marne altri alla mente. nu– merosi, e di vari scrittori la cui preferenza per la e provincia>. cioe per il e paese deWanimn >. P as– sai viva ed evidente. CONFIDENZE COI LETTORI di * JIARJi\"O PAR~i'\TI Quando mi capita tra mano qualcuno di quei vo– lumetti caratteristicamente ottocenteschi nei quali sono raccolte le « poesie giocose,. sempre e soltanto giocose, del dottor Antonio Cuadagnoli, non so per– ché, mi ricordo di Petrolini. O meglio. ao benissimo la ragione per la quale mi vien fatto di associare, nel mio pensiero, il gioioso poeta toscano di cento anr.... fa e il caro amico attore scomparso: è quella confi· denza che ciascuno dei due senti il bisogno di avere col proprio pubblico; quella necessità di discutere con esso ,da lontano l"uno, da vicino l'altro, per accapar– rarsi una simpatia già tranquillamente acquisita. Petrolini parlava al suo pubblico dalla ribalta: Guadagnali .sj ri.volQet:a agli • amici 11. perclte i suoi lettori dovevano esserlo tutti, dalle prime pagine di ogni suo volume, per giustificarne la pubblicazione, per spiegarne gli intendimenti, per magnificarne la veste, per incoraggiarne l'acquisto. Quando nel 1833 decise di raccogliere per la pri– ma volta in volume le sue poesie, uscite sparsamente in opuscoli o in miscellanee d'occasione. il Cuada– gnoli volle che tuHo questo sapessero gli amici let– tori e lo raccontò loro in versi, incominciando, senza 0l1ro C'Onl'esortarli all'acquisto: Voi che leggete tante poesie. Né le leggete sol, ma le comprate. Spero che comprerete enche le mie Quando le avrò in un tomo ristampate, E in un sesto piccin come il presente. Onde v'entrino in tasca facilmente. Precisa poi la data, il tipografo e il contenuto, elen~ cando, in una ses1ina abbondante, tutte le sue poesie, già largamente note. E tutto questo per fiorinj due Prosegue, poi, scherzosamente affermando di aver chiesto due fiorini. ma di esserr disposto ad accettare qualunque moneta purché buona. Ad un certo punto si rivolge indirettamente ai cosiddetti pirati librari. per dimostrar loro di essere aggiornatissimo sulle trattative, allora in corso, relative alla tutela del di– ritlo d'autore: C"ne vicino a finir quel tempo e ornai Per cu: provvida legge mi protesse Dalrugne de' tipografi e librai: At:verte poi che, pe-r essere più attraente, la nuo– t·a raccolta avra anche sei incisioni, Perché quando ci son le figurine S'he più coraggio d'arrivare el fine. Dopo avere avvertito che, chiuse le prenotazioni, H prezzo sarei aumentato a sei paoli. conclude dichia- randa di non ritenersi né una cima d'uomo né un au• torone di cartello. ma semplicemente un uomo utile: Io son utile in primis ai lettori Perché. leggendo. non istanno in ozio: Io son utile quindi al stampatori. Che fanno alle mie spalle il lor negozio: lnfln guadagno, e son utile a me: Dunque vedete ben che l'utìl c"è. Quando poi, nel 1847. il Cuadagno!i raccolse pez:. la terza volta le sue poesie. le fece precedere da uno lettera in versi A Carlo Nistri. tipografo in Pisa. nel– la. quale espose, come se gli scrivesse. confidenzial· mente. in busta chiusa. lo sua accetta..::ione della pro· posta di ristampa e. perfino un piccolo schema di contratlo: Vi cederò il diritto della stampa Per anni sei, e forse anche per sette. Se Dlo ci d~ salute e se si campe. Sconsiplia, quindi. la distribuzione a dispense pro- posta dall'editore: Il far tanti rasc1coli a puntatE. Come fan della Storia del cantù. Son per chi dee pagar tante stoccate Voi datene una sola. e poi non più: E vedrete che il mondo va da se· Chi volete che pensi e quel che fu? Ma desidera che le bo2:e siano rivedute da un correuore di fiducia: Vi chieggo inoltre istantemente che Sia la stampa dal Tortoli rivista. Che dir si può de' revisori il re. Ditegli che ci badi. e che ci assista: Ditegli pur che \'e l'ho detto io... Tutte que.ste raccornandaJ:ioni sono provocate dal– le cattive prove degli editori precedenti. dei quali non si perita di fare i riomi e di svergognarli pubbli– camente: Anche il Ducci ha stampato 11 libro mio; Ma le sue scorrezioni e negligenz.e Grid3n vendetta al cospetto di Dio. E lo Spiomb!? ra certe incongruenz.e. Certe bestialità. certi pasticci. Che far non si dovrebbero a Firenze. A Firen.u, propno a Flrenze. tanto ricca di. plorie tipografiche! Del resto, anche questi. sono piccoli, ma non tra– scurabili. contributi alla ~toria del costume editoriale :\IARl'.\"O PARESTI di * FERDl_\·A_\iDO A un anno di distanza lo scrittore. .:i_uel rapporto Anche Chi cavalca la tigre dalla pubblicaz:one di quel con la sua terra. quel nutri- rientra in certo senso in una suo poemetto Nessuno lo sa- mento da rice\ ... e!"e dallo spi- atmosfera pavcsiana e per– peva che eravamo santi, che rito popolare che era il se- sino \·ittoriniana. l'atmosfe- 1mposta\"3 liricamente ed greto deU-evocazione di una ra nella quale p::-ima e dopo epicamente il dramma dei grande tragica provincia nei la guerra molti giovani as– minatori dei suoi paesi d.i sourherners .unericani. sorbirono come esperienza Abru_zzo. periti. dopo tanto In questo sens.o il poe- formativa di grande impor– soUrire e ~regrinare. nelle metto di Miscia pote\•a dir- tanza. ma rientra sopra\tut.– miniere belg~e. di Marcine!- si un esemplare di poesia to ~n una ~nterpretazi~ne le. Eraldo M1sc1:J ha pubbh- e narrath•a >: ma quando stonca del mito e del clima cato presso reo. "i.tore Rebel-1 ciascuno dei suoi personaggi , 1 dei e paesi tuoi> ch_eda An. lato un suo lungo racconto. vi narra\·a 1 3 storia della derson o da Lew1s aveva Chi cavalca la rigre. che in sua esperienza d'uomo e la. ispirato racconti come La certo senso si richiama al- svolgeva nell"evocazione di spiaggia o come quelli della l'ambiente e !orse più che un mondo ricco d: ancestra- Bella estate o anche come aJrambiente. al mondo mo- li contrasti. al di fuori di Conversa.zio-ne in Sicilia o Era.Ido Miscia raie. alla di3len:ca del raµ- ogni polemica. essp si illu- come Le donne di Messina.. porto tra gh uomini che sor- minava di un ::.uo intenso rif. La prima stesura di Chi ca– reggono il po~metto stesso. flato 1irico. cosi c-ome. quan. valca la tigre risale forse a ~u detto da qualcuno che in do quella esperienza con- d!eci anni or seno, dunque meridionali. la Resistenza 1\ essuno lo .sape_t·a.che era- flui\"a nella st1Jrfa dei paesi. a! momento n~l q~ale_ la venne aggredita in un lento vamo sontt 11 \liscia affron- nella lunga Jott~ delle ge-- giovane 1:1arrauva 1t~llana quanto evasivo tentativo di ta\·a una tematica tipica- ne~zion~ p~r s~prav,•ivere deJla stagt?nt? neorealista. o soffocamento dei suoi ideali mente populist~ ~ullo <-che· ogni episodio nvela~•a. u~ n~onaturahs_ta accetta_va in e delle sue impostazioni pro– ma di una polemica meri- epico vigore _pres~oche s,m 1• p~eno _la _lezione paves1ana e grammatiche, da quella che dionalista re:;a poeticamen- le a qu_ello di un antico can. \11ttonnaina. m~ n~ a_ccetta- era stata un'antica prassi te densa di significato da tare d1 ~esta. e non pochi \'a soprattutto 11 nch1amo a poJitica. dal mondo della una sua generosa e appas- sepper~ intuir~ in qu~l poe- Verga nel sens~ di una ri: clientela. dag!i interessi sionata partec1p~zion.e che metto I autentico_ spmto del. scoperta dal d1 dentro dt borghesi O dalla retorica tuttavja non b.!istava a so). Ja terra di Miscìa•_ il fondo quelli che sono i tehli di una piccoloborghese. Ricordate il capitolo e Pa– pini rustico• di Pancra– :i? E' certo la più bella descrizione di una visita aU'eremo di Bulciano. levare la sua materia al li- e pnmiti\lO > e c1vili~simo proyincia italiana E: del suo Tutto questo spiega come vello dell'espressione poeti- n_el tempo. ~tesso. al. d1 fuo- antico dr_amm~. Scrittore co: il Miscia si sentisse legato a ca. appunto per la troppo r! d: _ogni 1mpo~t~ z1one so- me pochi ah~1 ~contento ~-1 questo suo racc-onto lungo, e viva app:::1ssionante realtà c.10Jog1ca: la ven.ta d~I suo se stesso. ).hscia lo lascio come. seguendo anche il che quella m3teria rispec- lmguagg10. :- Jutnto d1 c~l- ~r alcur:,i anni ~a pa,rte: lo consiglio di no~ pochi ami– chiava. 11 poemetto invece t1;1ra m~d~rna. non. provm- nprese m seguito nelabo- ci critici e scrittori. egli al:r andava leao ir, tutt'altra ci.aie. d1fh~t?nte all estremo ran_dolo nelle strutt~re na:- bia voluto pubbl!carlo prima chia\.·e. come ìm•ece avreb- d1 quel_l_acne pot~va essere rat1\·e senza tuttavia \'entr di altre opere narrative che be dovuto suggerire il suo stata. I mterpretaz1one dan- meno ~ a_tt~nuare quegU rappresentano un passo linguaggio ed anche certa n!lnz1ana dt quel mondo, elementi ongmari della sua a,•anti sia nell'esplorazione sua impostaz1on~ narrativa; d1~de~te_ di o~ni d.~da.scali~ ìspirazione che ol!retuttoldel suo mond.'.>.sia nella sua doveva esser letto c:oe co· folklor1shca. !l M1sc1a_ v1 rapprese~ta'":ano mouvi fon.. più compiuta espressione. me la scoperta di un mondo J>?rtava _altres1 la tesllm°: damentah ~1 una p_ersonal~ Ma penso che la pubblica– che nel poeta era già pro- ~ian_za dt una sua riserva dt e drammah_ca esperienza. d1 zione del racconto sia utile fondamente rad1caw nella ironia., non nel senso che es.. un su_o atuvo contatto con alt resi in quanto essa espri– memoria .soprattutto perche sa esc,ud~e la p.eta o l_a la s?C-~eta e con c;uel mondo me chiaramente il momento in e~so gioca\·ano le coII!po- trad~cesse ~n pura ~ semph. mei:1d1onale paesa~o e con- del distacco di un giovane nent1 della sua form~Z.J~:m_e c~ d1da~a_ha. ma tn quello tadmo nel quale s1 era svol- scrittore italiano. nutrito di umana. quelle !m~ag1m_-r~- d1 un. vigile, ~ttento. sarei ta la sua. p~rtecipazione al- quelli che erano i motivi cordo e quelli:? munag1m- per dire drastico controllo ~ lotta d1 bbe.razione. I fat- culturali più ricchi di signì. :3c~onto che Cesar~ _Pavese del. poeta ~u se stesso. sul t1 del rac~on~o sono appun- ficato dei nMrealismo post– md1cava alle fln,:?m1 dell~ pencolo .di un canto ex t? legati mdi rettamente al- belliro, da quell' che allora sm sp1rnzMnt-. m~ altres1 nbtLnd?nr,a C'ordi., o ~1 una l epoca successiva ~ quella erano i suoi morluJi espres– come el~~en;o d1 ricerca d1 P?lem1ca pur:1mente 1deolo- lotta. alla fase. d1re1. duran- sivi più correnti. introdu. '------------------------------------------' una venta p1u profonda nel. g1ca. te la quale. specie nei paesi cendo in essi quella prospet-. • ..

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