la Fiera Letteraria - XIV - n. 30 - 26 luglio 1959

Domenica 26 luglio 1959 LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 DTARIO ALL"ARIA APERTA * QUALCHE OSA NON MUTA * di Gl.GljlELJIO PETRO.U . Ja che co è cambia- to? Da ogni parte non ci si sente ripetere altro che tutto è cambiale. che i ,·a. lori tradizionali non sen·o– no più e che non si sa co– me definire il rapporto tra passato e pri?s-:.-nte:ci e ac– caduto di dirl.J anche a noi. ma nll:i do,·e,·a axere il signific.Jto dr.:.5:tico ed assurdo cile oggi si attri– buisce all'idea cieli', uomo nuovo>, infat~J. a ripe-– terio. si hJ l'impressione di ripetere un,1 delle tante frasi fatte. In realtà le strutture sono dan·ero cambiate tutte ~otto i no– stri occhi: d.::i quando na– scemmo ad una qualche consapevolezz..a. aà oggi. le strutture sono cambiate. sono assolutamente nuove. m,:1se tutti i mezzi di cui ora disponiam.:, ~no dh·er– si da quelli che conoscem– mo nella pri.m3 giovinez– za. altrettanto non ci sem– bra di essere C3IT1biati noi. non ci sembra C'he siano cambiate le coscienze, che esista un uomo nuovo co– me esistono i nuovi mez– zi di comunicazione. nuo– \"Ì strumenti. Agli albori deUa rivolu– zione delle strutture, futu– risti. simbolisti. giù fino agli astrattisti. s:i illusero di dimostrare c-he anche le coscienze dovevano far– si cosa e nuova :t. che l'uo– mo antico er-d morto e quello che veruva era una altra cosa: ma in realtil nessun uomo è venuto fuo– ri con un compcrtamento che ci indicasse il -t mu– tamento >, la morte e la resurrezione. Nessun istin– to, ne s su n pregiudizio. nessun sentimento di amo– re o di odio sono diversi da qu.?lli che ~empre fu. rono nella loro na:uza pro- . fonda: le strutture sono cambiate ma l'uomo rima– ne prigioniero. o costruito nei suoi antichi e immuta- bili problemi spirituali. perciò anche la poesia non è cambiata. non e dh·ersa da quella che fu sempre. giacche la pot!"ia e l'uo– mo. e la vita interiore con tutti i suoi capricci e le sue cose sublimi. con tutte le sue b3$ezzc. i stlO'i er– rori. le sue stu_!M-nde aspi– razioni alla \·crità. Quand.J parliamo dello uomo. del suo modo di rappresentarsi e di pre– sentarsi. spesso, si. nel \'e– derlo c ostrett o nelle di– \·erse at ua.li strutture, si ha l'impres.;ione di do\·er ammettere an<'he in lui un cambiamento nel senso as– soluto: ma in ,·erita nulla ha ritardatv tante, il suo adeguamento al mo n d o moderno e le !"Ue trasfor– mazioni. qu<tnto questo pregiudizio: il pregiudizio che possa \"t?ramente at– tuarsi un:i cosc-ienza di– \·ersa come s: è attuata una nuo,,a architettura, una nuo\'a tecnica àell'edi-– ficare ed un concetto nuo– \"O deUa casa. L2 coscien– za umana è immutabile, si fa forte di un suo d.i– \'enire che determina le cose DUO\".?, le afferma o le nega. le precede poi le segue. ma non si ricrea di sana pianta cor.1e uno stru– mento inerte e suscetti– bile di tr-.1sform::rsi com– pletamente ed anche di di– \'enire inutile. E' tempo che la coscien– za intellettuale si accorga dell'errore fond&mentale che consiste n:;?ll'idea d.i un uomo trasfonnat o. all a stregua della tras! ormaz.io- – ne delle strutture de l mon– do che l'indi\'lduo si crea attorno: occorre riprende– re consape\'olezza che le strutture stesse nascono soltanto dal divenire del– le coscienze, ed esse sole si tramutano. mt?ntre lo spirito sì accresce soltanto e si adegua. IJ concetto di modemi– ta alt.orno al quale la poe– sia ha perdut-:, mezzo se– colo nella vana illusione di do\""er imitue le strut– ture che, tutto sommato, essa stessa ha creato, non è un con~tto \"ano; nulla e più all'avanguardia di una coscienza che si evol– ,·e. che precorre e percor– re in profondita l'imma– gine della ,·i!a: non tra– mutandosi in un'altra co– sa come si tramutano gli oggetti. ma arricchendosi di tutta l'esperienza che l'uomo opera m se-ttori se– parati e solo la poesia ren– de nella sua intera unita, elaborando ì sentimenti antichi ed eterni per i qua– li non v'è mutamento. GGGLIELllO PETRO~l PER l!NA UnapoesiadiEnzioCetrangolo Estate La linea che dh·ide mare e ter:-a in cur\'i lembi, e tocca le ro\·ine, rironosco; ma l'altra che le vuote lan·e d:stingue dai vfrenli aspetti.. !a voce dal silen:tio. la memoria dall'e\'ento, non ha traccia ne spaz:jo \'isibile. Sia antico o nuovo, gnn·e di secoli o leggero di mlnu:.:. il passato ridona poche forme s:tn-ulate. che il \"ero ci nascondono. Non giunse uguale aJ decomporsi lento la catastrofe? L 'ord:De trapassa nel disordine; incerto uscir di \·ia. ma un aprirsi di tennini è la morte. Cosi la luce manifes:a rombra. Do\·e il monte prolunga l'arsa fa:da e l'ailanto s·inseh·a forestiero tra i rovi mfesto e lUCC:ca su l'erba an·:lita. robusto allo scirocco. e le gines1re tingono d: giallo e verde la tristezza alta dei ruderi. r~-tate non è più la tua st.agione; ma quella che rh-e!a i nudi segni di elementi forviati da una mano che H regge. Tu compi la distanza dai cipressi a:le arche in br'C'\·e passo; mi gu5di sui confini della sera con infanti!e audacia dal tramonto a scuri sogni, ora che più non briila g:ovane su la morte il tuo sorriso. La tua assenza mi spinge a ritornare lungo la v:a dei morti. se mai un'orma nella luce più debole ftgu.-i il tuo splendore, e te scomparsa in questo intrico d'inqu-:etud:ni terrene. te d'incorporea \'ita puro palpito. :o p:-enda nel domin1o àeHa me~!e; e l-!ffli2e al tuo corpo la ma~g:l:a del tempo scomparisse ne!reterno a: cadere deH"arg:ne invisib;..!e. ma di cento montagne anche più soiido. che la morte separa dalla vita. il sepo!cro dal ta!amo, il pensiero dal perenne mutarsi del!e cose: il ricordo non può restitur.:i. * pompeiana :\la chiaro forse emergerebbe l'essere da profonde voragini dì neb bia se non tenesse il vivere un mar.re segreio: modo unico àel tempo. Sia moto o soffio, cangiamento o errore, il tempo tesse l'abito del nuila; · il flusso della vita ai VO:ti umani è la veste iridata della morte, un fer:reo ingombro fra l'eterno e noi. Ma su le pietre .ii giro della morte davanti alla memoria è un volo nudo che spettri aduna ai rotti monumenti e finge ia rip...-esa della ,.,;ta da vacue lontananze: queste voci spente SW muri, fisse in monogrammi. Il silenzio si e!eva ora dai tùmuli e scande una misura più tenibile, più verace del tempo: un'altra norma che inte.."'\,-;enea dividerci dall'ordine consueto. I frantumi di eminenti meridiane sui templi dissepolti, cadute tn una sola ombra ind:stinta nel giro di una forza cui soggiace il tempo, formano lo specchio ai frag-"ji anni, ai dispersi eventi, recan l'esito del futuro tra queste desolate colonne. L'ara dell'attesa è quella dove suonò la mia parola supplice:' La ricomposta v.::a. dai sep&cri sorge, ed è un'orma ignota dell'immobHe. Questa è la quiete scesa dalla nube che U mert-ggio oscurò di una lontana es-..a te e ricoperse i lidi e !'onde quando il ritmo del tempo fu interrotto e la notte si estese ad occupare tre giorni, ferma fra la terra e il C:e!o, e l'umano spavento, il grido umano alla luce scomparsa fu sommerso dall 'u!ufato dei notturni abissi. I fantasmi r.petono la tuga, la corsa di un de!..irio verso il mare sotto il tw-bine ·viscido, imped!ta dal vento. Poi fu calma: su la cenere a:lta compan·e a stento H ~omo vero, mJ biancheggiante nli:la il sole fioco. ESZIO CETRA.SGOLO CR01VISTORIA DELL1l RIVISTA * * * Lapolemica di Strapaese Stracittà :Jf- Una volta trascinata la di cussìone letteraria sulfinsidioso terreno politico, ne furon dette di cotte e di crude e il primo ad andarci di me::zo fu spesso il buon senso *

RkJQdWJsaXNoZXIy