la Fiera Letteraria - XIV - n. 22 - 31 maggio 1959

Domenica 31 maggio 1959 LA FIERA tETTERWRI~ Pag. 5 SCRITTORI IN PRIMO PIAN O GIULIANO GRAMIGNA: Ildiavolo bambino Quando furono di nuovo sulla strnda, Domenico disse con fermetza: ., Adesso va– do all'albergo• e fu stupito che il suo compagno non vi si opponesse con troppo calore. • Facciamo la strada insl!me a piedi, è un pomeriggio così bello .. si contentò di proporre. Fumando sigarette e con le giac– che aperte sul petto per godere il vento del tramonto, Domenico e Andrea s'av\"ia– rono d! buon passo .... Non mi lascia. O mio Virgilio• pensa\'3 Domenico. cui il cibo e la passeggiata dwano ora quasi una Ue– rità .. Ma io non Enea. lo non Paolo sono ... Eppoi che Virgilio: questo è piuttosto Bar– bariccia ... Sulle pendici di ).!onte Mario incrociarono I giovanotti intruppati che tor– navano dalla partita. - Io bo sete.. disse di colpo Andrea, fermandosi davanti al portone di un grosso caseggiato moderno e di eleganza un po' pretenziosa ... Qui ci sta Carlo. Carlo R.. è anche amico tuo: perchè non saliamo un momento. io mi rin!resco un po· e tu dai un saluto a Carlo. sarà contento di ,·ederti ... Questo amico era uno dei pochi che Domenico a\~rebbe voluto ria\lvicina;e a Roma: una volta tanto. in tuHa la giornata. la mediazione, sia pure occasionale. di quell'accompagnatore insi• stente. gli parve propizia ... Volentjerl .. dis– se e salirono. Carlo stava sulla terrazza. che domina\!a a mezza costa il panorama di Monte Ma– rio. con un gruppo d! uomini e di ragazze. li accolse con entusiasmo. .. Se ravessimo combinato, non avremmo potuto trovarci tutti quanti cosi bene• disse prendendo Domenico sottobraccio per presentarlo agli altri. • Guarda un po• chi c'è qui. pure Pietro. Pietro Sozzi. meglio don Pietro Sozzi. adesso è a Roma. ha un incarico a Propaganda Fide•. Anche Pietro era uno dedi amici che Domenico non rivede\•a dalla fanciullezza. quando era entrato in seminario: restava tuttavia qualcosa di fa– miliare in quel giovane prete dalla veste ben tenuta ed elegante. il capo piccolo e tondo raso fino alla pelle. il viso af!umicato dall'ombra della barba. la smorfia nervosa che gli sollevava un angolo della bocca come per una irresistibile fitta di disgusto o di disprezzo. Con Pietro. come del resto con Carlo. malgrado la lunga lontananza. Domenico si era trovato subito a suo agio: sedettero tutti in terrazza e la con\•ersa– zione a poco a poco si riannodò. prima con un certo nervosismo cauto, poi con più agio. ciascuno scegliendo il suo gruppetto di interlocutori. ...Come si sta bene quassù .. disse Domenico a Carlo .. Hai una casa invidiabile: chissà come p!acerebbe a Fran• co. lui che va pau:o per Monte Mario. A proposito: cosa fa adesso? Non è più a Roma?... .. Franco?.. rispose stupefatto Carlo. « Non lo sapevi? è morto da un pezzo ..... Fu negli ultimi tempi della guer– ra,. continuò Andrea che si era avvicinato. ., :-lon si &a neppure bene come andò .._ «Certo no. non lo sapevo .. rispose Dome– nico: una punta di vago rimorso lo turba– va, il sentimento che l'aveva legato a Fran– co. malgrado il carattere fantastico e VO· lubile dell'amico. era stato forte e quasi appassionato ... Forse è stata una fine meno misteriosa di quanto crediate,.. disse di colpo Pietro. che era rimasto seduto tutto in ombra. su un seggiolino basso: la voce era grave ma non pedante. con una curiosa venatura dialettale. .. O almeno. hon nel senso che potreste pensare. Toceò a me assistere Franco. mi pare di avervelo J(ià detto... .. Non ti sei mai spiegato bene .. osservò Carlo ... Que6ta è la volta buona. c'è anche Domenico qui che non ne sa nulla: Potresti raccontarcelo ... insistette An– drea. che aveva perso molto della sua fa– tuità. Pietro s,areva perplesso. ....Wora? .. disse anche Domenico; per un istante. come un lampo. gli si presentò l'immagine di quella giornata stranamente romanzesca. con gli incontri impreveduti. il lungo giro– vagare senza senso attrave~o la città per arrivare a un salotto. dove sembravano attenderlo. secondo il gioco sottile di oc– casioni e di coincidenza che in un romanzo tiene U posto del caso o della provvidenza e che costituisce la piccola onnipotenza dello scrittore. amici ormai persi di vista ed ora quel racconto: e pìO\"Ò un senso confuso di insicurena mescolato a non sO che rabbia d"irrealtà. .. Durante l'ultimo anno di guerra ero parroco a C.. in Emilia .. cominciò a rac• contare Pietro .. ed è qui che vidi Franco per l'ultima ,·olta. ~on ero neppure par– roco. veramente. mi avevano mandato a sostituire il prete deUa parrocchia. già vecchio. costretto al letto da una malattia. Cera moltissimo o nulla da tare. secondo come uno volesse prendere la situazione: Ja zona era fra le piò. straziate dalla guer– riglia. ai colpì di mano partigiani tenevano dietro con lugubre monotonia le rappresa– glie tedesche: la gente era diventata sel– vatica per l'orrore e la paura. quanto a me andavo in giro in ua sorta di esaltazione idiota provocata da un estremo di esaur!– mento fisico e morale. Un mattino. all'ln!zio della primavera. scese a chiamarmi in c~– nonica una staffetta del comandante parti– giano della zona. non era la prima volta che avevo contatto con loro. Era ancora presto. !ace\·a freddo: parlandomi dal co:-– tile. il messaggero mt disse In fretta che la zona era stata sgomb>ata àurante la notte dal tedeschi.in fuga verso il nord. che i partigiani avevano assunto per il momento il controllo in attesa degli ame– ricani. che il suo comandante aveva urgen!e bisogno di me. e mi aspettava nel villaggio di M.••• M! vestii in fretta. p:resi la bici– cletta e seguii il partigiano. che era un meccanico del Iuo,zo. che già conosce\•o. Ma prima di arrivire alla strad3. bisogna– va scendere lungo la ripa scoscesa del Re– no. fino aJ fondo j!blaioso. percorso da. un filo d'acqua che stagna\·a in pozze gh1ac– ciate. e poi risalire lungo l'altro versante: il ponte era stato diroccato dai bombarda– menti. Spinge\•amo a mano le blclclett~ che stridevano e sussultavano sui sassi. sui gradoni brinati: !"inverno quell"anno non se ne voleva andare. ma i campi e i prati d'intorno mostra\•ano già profonde spacca· ture ài bruno e di verde di un certo inti– rizzito fulgore. Durante la strada. la st'lffetta comin~lb a spiegare le ragioni di queU'impron,i~a chiamata. Con la fuga dei tedeschi e 1~ attesa delle truppe d'occupa_zlone. i reparti partigiani meglio Inquadrati. come Il s1:10, rappresenta,·ano runica !orma d'autorità sia pure sommaria: a toro toccava mante: nere. nel ~sibile. l'ordine e d_i occ~pa~1 anche di problemi non proprio m.1htan. Quella stessa notte. sulla strada naz,onale. poco lontano da M.••• un autoca,ro che apparteneva a due meccanici di Bolo2na e che (si sapeva) serviva al traCflco C:fel mercato nero. era stato fermato ~a un gio– t·anotto che chiedeva un passaggio .. Di so– l!to una rich!estn del genere. a quei tempi. In quell"ora. non sarebbe stata nep~ure ~resa In cons:ide-razione: ma stavolta I au• lista frenò. raccolse a bordo il g,~,vanotto. ~ieartL Dopo un chilome-tro. 1·osp1te cavò Bai giubbotto di pelle una pistola e sparb Mn gran freddezza sul guidatore. ammaz– tandolo: sparò anche sul compagno. ma tostui fu.. più svelto o fortunato. saltò a ferra e fuggi via. ~ Era uno. stupl~o o er~ ,1>roprio• scaJo,znato. quel g10\'ano,to w I'!': lpie~ò la staffe1ta. ,. ;\1ezzo :h!lomf'l:o ~ p1u ,vanti ave\·amo un pOHo d1 blocco. :.en– l'mmo i colpi. Lui del resto aveva soltanto buttato tuori il cada\lere del guidatore ma hon s'era presa neppure la briga di pulire n sangue. Qua.Ddo lo termammo. se ne stette tranquillo al volante, come un gufo nd.la luce dei fari. Credevamo fosse una rapina: macché: aveva gettato in mezzo alla strada il corpo del padrone con in tasca ottocentomila lire"'· Lo scampato era giunto di corsa aJ posto di blocco. chieden– do a[uto. aveva riconosciuto l'assassino e raccontata tutta la storia; il ragazzo non aveva detto né sl né no. era stato zitto: non erano quelli tempi da isrruire processi: il comandante aveva impro,•visato un tri– bunale e condannato a morte il prigionie• ro: J'esecuzione doveva avvenire quella mattina stessa. Mentre pedala,·o a fatica lungo la strada sbrecciata dai cingoli dei carri armati e dai mitragliamenti. pensavo vagamente che quel delitto per dir cosi sbadato e inutile. assumeva. nel quadro delle crudeltà e dei misfatti ininterrotti che avevano segnato la nostra vita per mesi e mesi. una tinta assurda: come se ln un colmo di malva– gità Instancabile e anonima. una colpa Ptl· \'ata volesse riaffermare non so che auto– nomia e personalità. pretendendo una con– danna propria. individua.le. ~ii parevano anche grotteschi quella ostentazione di giu– stizia. quel rigore retributivo in un mondo cosi confuso: insomma il !atto di cronaca sordido e comune. in cui venivo in qualche modo coinvolto, non faceva che aumentare lo smarrimento morale che era il mio stato d'animo abituale da tempo. I partigiani stavano un poco fuo:i dal paese. in una scuola dalle finestre s!on– date. :\Ii \·enne incontro il comandante. che allora si faceva chiamare AJtJnso: era un chimico degli zuccherill.c! di Ponte.lagoscu- con la mano vagamente fuori della barac– ca. « Sl. sl .. risposi in fretta: quella con– fusione esausta che era da mesi il mio stato abituale non m'impedh·a di a\.-vertire la goffagine delle mie parole. dei miei st• teggiamenti. ma era una coscienza che portava solo rabbia e scoraggiamento. non capacità di !are:insomma. 10 ml muovevo come dentro un !umo fastid!oso ... Ma tu certo a\·ral una ragione. voglio dire potrai spiegare quello che ba! fatto• continuai: a\·evo messo una mano sulla spalla di Franco. sempre seduto a terra. ma a un tratto il gesto mi parve cosi pomposo e bizzarro in quella luce. In quell·occaslone. che Ja ritrassi come scottato. Mi accorsi anche. per un attimo. che era abbastanza strano che cercassi di giustificare un de– litto. anche se riguardava un amico. • In– somma lo ti conosco. sono sicuro che con– vincerò il comandante a non !arti ... -: mi interruppi di colpo. .. Di', di' purt! .. disse Franco e questa ,·olta so,r!se davvero ma in un lampo ~ Tanto lo so...... Stava sempre seduto fra la paglia fradicia con aria pazJente. ab– bracciandosi le ginocchia: e;a calmo senza ostentazione. vorrei dire con modestia. .. ~on perdiamo tempo.. borbottai: mi ero messo a camminare fra una delle finestre e la porta. sulla quale stava ora il parti– giano armato. in fretta e soprapens!ero. come mi accade quando sono assorbito da un'idea o da una emozione: Franco mi seguiva con gli occhi incur.ios!to ... Parlerò ancora con il comandante.. dissi. rivolto a Franco. .. Sta tranquillo. vedrai che ..... ; ma uno sguardo al viso dell'amico mi fece Entusiasmo econsapevolezza * cli .4LBERTO BEl"IIACQL.,t Abbiamo auuto occasione di dire recen– temente. proprio .su queste pag,ne. che a .\filano manco purtroppo un ambiente: letterario. da intendersi come una prospet– tiva in cui inquadrare uno scambio Tego– lare di cordiali e, diremmo. vit<1li contatti. Non vogliamo ora ripudiare: que.sta no.stra affenna.=ione. ma soltanto aggiungere una preci.saziane: che cioè qualco.sa d'importan– te si va facendo nella capitale lombarda. per arrit:are a ricreare quell', isola lette– raria nella eitt.à,. che esisteua ad esempio. e tanto fattivamente. prima dell'ultimo con.– ftitto mondiale. I giouani che si rendono più meriteoofi in que.sto .sforzo (che potrebbe portare fon– dament.ali benefici al mondo culturale mi– lanese) .sono Giuliano Gramigna e Alberico Sala: due scrittori che si .sono andati affer– mando in que.sti ultimi. anni e che tendono alla reali..:za=ione dei loro intenti . .sia dando vita .ad una vivace rubrica .su. .. n Corriere d'Informazione .. (, Lo. piccola fiera lettera– ria .. del .sabato). .sia impo.stando frequenti e diretti contatti umani con gli .sc-rittori più. o meno giooani. che a Milano operano m un modo tendenzialmente appartato e. a vol– te. persino occasion.ale. Abbiamo voluto cominciare rendendo o Gramigna questo primo merito, perchè ci pare tra i più simpatici e ammirevoli. Gra• migna è nato a Bologna il 31 maggio dd 1920, ma vice a .Milano da circa trenta&ette anni (e. aggi.unge lui. non vorrebbe a. .s.so– lutamente vivere in altro luogo). n .suo e.sordio letterario risale a circa undici anni fa: nel 1948, infatti. Gramigna diede alle stampe, in un'edizion.cina ciande.stina di un centinaio di copie destinate agli amici, un libretto di ver.si intU.Olato , Taccuino , e che oggi è praticamente inm>vabile. Nella scorsa stagione letteraria. dopo die– ci anni di preparazione interiore e di frut– tuosa ricerca. Gramigna è tornato a pub– blicare con un .succe&so che .si è manife– stato in un modo apert-0. immediato. .. Un destino inutile,, infatti. un romanzo u&cito presso l'editore Ce.schina. ha auuto il pre– mio • Bagutta • opera prima e ,. La pa– zienza .., una raccolta di liriche pubblicate da Rebellato. ha vinto il premio di poe.sia indetto dalla rivi.sta ... La Situa.zicffle •. Un calore di consen.si. questo, che g,o– oerà moltissimo. dal punto di vist.a morale. al lavoro che Gramigna va .svolgendo con un'appas.sionat.a intensitd. Diremmo anzi che una delle caratteri.stiche dello scrittore bolo- ro. piuttosto piccolo. con gli occhiali. una grossa testa di capelli ricciuti. raria sempre un po' risentita e diffidente: non era. credo di. poterlo dire. né crudele né sciocco. • Pietro .. mi <i!sse (non usa\la mai il .. don • o qualsiasi altra espressione che potesse ricordare il mio ministero. non so se di proposito o per un impulso di confidenza> .. ho pensato meglio ci fossi anche tu. Ades• so che tocca a noi gover::iare la zona (disse proprio .. governare ... con una punta di soddisfazione> voglio che le cose siano fatte in regola: non siamo mica bestie o assas– sini. ti pare? Ti hanno già detto della storia di stanotte? ..... _ .. 51 .. risposi. .. Va bene. Dunque preferirei che tu lo vedessi. gli -parlassi. ~on che abbia chiesto di un prete: del resto non dice nulla ... Ma se per caso Io volesse: eppoi se credesse di raccontarti come è andata .. Noi non ab– biamo bisogno di una confessione, ve·. La cosa è ormai cbia,a. liquidata.. e fece schioccare àue dita in aria; poi aggiunse in fretta. bruscamente e come irritato: ., Per conto mio non voglio che muoia come un cane .._ Da prigione improvvisata serviva una vecchia se1theria. Era uno stan.zone vasto. dalle ftnastre piccole e alte, di mica. che disegnavano sul pavimento riquadri freddi e scialbi di luce: in fondo vidi ancora un bancone con gli arnesi da fale_gname. la sega circolare che aveva una cinghia rotta. 1 mucchi di truciol!. da cui \leniva un odore punl?ente e gelato. Battei un mo~e~to _ gli occhi prlma d'accorgermi del png1omero che stava sdraiato in un angolo. appoggiato sul gomito. con accanto una sentinella Lo riconobbi subito. voglio dire che provai subito un sentimento contuso dl familiarità. come accade quando ci rammentiamo di un ,·o!to. di un luogo ma per 1m attimo questo riconoscimento resta fuori dal mondo. sen.., za un nome preciso. un'inc.icazione geogra– fica concreta. Per questo esitai un momento pr!ma di esclamare .. Franco•. Franco gio– cherella\•a con alcuni fllì di pa~lla e aveva il capo un poco pie~ato nell'ombra: si voltò senza fretta. strizzò un poco gli occhi. poi disse: .. Ah. sei tu ..; lo disse co~ tono gentile e sicuro. mostrando d'avermi davvero riconosciuto. ma senza calore e interesse. come se volesse limitarsi a una pura constatazione. Non era legato e in– dossava un vestito ancora elegante seppure stazzonato: mi parve piò. giovane di q!-'ant~ avessi pensato. ..- :'11a. Franco•· continuai. chinandomi su di lui -Come è capitato? Come ti trovi qui? ... Erano domande scioc~ che. naturalmente e Franco si contentò d1 alzare le spalle inclinando il capo con una specie di sorriso: il gesto non era traco– tante forse solo paziente ... Non ti banno già raccontato tutto loro? .. disse Lndicando gnese (dovremmo forse dire milanese?) sta proprio nel de.s1derio di qualificar.si con ripetuti arti di presenza ntl vivo del di– .scor.so culturale iu:11i.ano. con.siderato nella molteplicità dei suoi a.spetti: da quello poe– tico, a quello critico, a quello narrativo. Oltre ad apparire su riui.ste quali .,. Il Verri .... ., L<J Situazione:.,. e •Palatina"'• Gra– migna tiene. tutte le .settimane. una rubrica di critica leueroria .sulle pagine di. , Set– timo Giorno,. e si occupa della redazione de ., Il Corriere d'Informazione•· Tutto que• sto lavoro (diciamo. meglio, questo modo o condizione: felice di .sentir.si culturalmente vivi) non impedi.sce io .svolger.si di una attività più ampia sul piano creativo. Gramigna. infatti • .sta preparando in que– sto periodo un volume di racconti de.stinato ad u.scire nelle edi..-ioni curate dalla rir,i– st.a .. Inventario.,. e da Oreste Del Buono. In margine a que.sto pro.sStmo libro. co.sl si e.sprime lo scrittore. preci.sondo alcuni a.spetti salienti della .sua personalità poeti– ca.~ .. So-no tre racconti. legatf fra loro da. una cerio ari.a comune. più che da Ti/e– rimenti. diretti. e sopratutto dall'intenzione di Tiuscire ad una ... narrativa cattolica,. che conservi però tutta. la libertà. la proble– matico moderna... In questa direzione do– vrebbe es.sue orientato anche il mio se• condo rom.anzo. di cui però finora non ho accumulato che appunti e del quale .so sol.– tanto il titolo. , .i\farcello ritrooato ,._ e im– magino vagamente le vicende che si svol– geranno tra Milano e Parigi.... "'· ... n diavolo bambino,._ il racconto che qui pubblichiamo e che farà parte del pro.ssimo libro di Gra– migna. ci pare renda esattamente l'imma– gine poetica del .suo autore. In un·ettkace fu.sione di fanra.sia e di realtà, l'immagine è controllata ma vi.va e presente con una densitd di cose e di per– .son.oggi che vin.cono ogni traccia di .sim– bolismo e testimoniano di un ambiente rea– le e moderno. Ar,vertibile tra le righe. ca.si levigate e qua.si liricamente trasparenti, c·è una capacità di costruzione narrativa che .si snoda a poco a poco e .sempre più. di pa. gina in pagina. entra abilmente nell.a psi– cologia del lettore la.sciandovi. alla fine. un senso della vita amaro e fiducioso ad un temz,o. Gramiona.. a nostro avvuo. ha oid ben chiara dinn.an.ti a sé una strada di ri– cerche e di arricchimenti e. sopratutto. ha la forza e la conoin.zione per percorrerla tutta. ALBERTO BEVILACQUA capire quanto sciocco e superfluo fosse quell'incoraggiamento: sotto i capelli un po· scomposti gli occhi erano limpidi. seri e calmi. Corsi da Alonso, era in piazza a dare disposizioni ai suoi uomini: parve piuttosto annoiato quando lo presi per una manica del g!ubbotto e lo pregai di darmi ascolto. Gli spiegai: ma cosa c·era da spiegargli? solo che l'uomo che si preparava a far fucilare era un mio amico che non \·ed.evo da tempo. un ragazzo della buona borghesia cap!tato chissà come a mischiarsi in un delitto. ::'dentre perora\lo la causa di Fran– co ml ,accorgevo di es..ere assai poco con– \!incente; un'occhiata al viso del comandante mi gelb quasi le parole in bocca ... Insomma . Pietro. che diavolo vuoi? • disse Alonso: si era tolto gli occhiali e fra le palpebre strizzate gli occhi erano distratti e fumosi. .. Lo conosci. è stato tuo amico. era un tipo innocuo. e con questo? Ti pare che la si– tuazione sia mutata? Quel che ba !atto. ha fatto. quello che è deci.so. è deci~ :>. Del resto non cambierei rordlne nemmeno se fosse amico mio .. aggiunse rimettendosi gli occhiali e guardandomi con aria severa. Dice sul serlo o fa l'eroe di Plutarco? pen– sai per un momento. • Eppoi ho un muc– chio di cose urgqitl. lasciami in pace .. aggiunse Alonso con rozzezza forzata: si avviò al camion che si era messo a scop.. piettare e sall sul predellino. « Credi che mi piaccia?• disse in !retta. storcendo appena il viso dalla mia parte. quasi con rabbia. Tornai adagio verso la segreri.a. Franco chiedeva qualche cosa alla sentinella: ve– dendomi entr-are mi gua;dò un momento. poi disse: • Ti ringrazio per tutto il daf– fa;e. ma non ne valeva la pena... Era sempre semisdraiato rra la paglia e la segatura con non so che eleganza. fra i capelli biondi era impigliato qualche tru– ciolo dello stesso colore: aveva parlato con il tono di cl.ii rin zrazi educatamente un amico che si è adoperato invano per fargli ottenere un Incontro Importante o un migliore impiego. Poi. come cons!de• randa chiuso l'argomento. si rivolse al guardiano. un giovanotto nero e tarchiato. osservando con curiosità l'arma che costui imbracciava. .. Di', cos·è questo un Thomp.. son?,. gli chiese ... Ml sarebbe piaciuto pro– varlo ... E di'. come tira. tira preciso?•- Lo guardai sbalordito: non c'era sforzo o osten– tazione di freddezza in Franco In quel mo– mento. la verità era che si lntereSSa\'a da\•vero all'arma con 11 diletto avido dì un ragazzo per un giocattolo nuovo. La senti· nella l'a\·eva dapp:ima ascoltato con una sorpresa Infastidita e ostile: poi non so come attirato anche lui nel gioco della curiosità. aveva cominciato a rispondere a monosillabi scontrosi, ma con un certo ae- greto compiacimento. M.l sentit·o maligna- passo per eguagliarlo al passo del com- mente incantato dallo spettacolo: restavo In pagno. .. Non saprei,. rispose asciutto Do- un angolo intorpidito dal freddo e da una menico. .. Io conoscevo Franco più di voi inerzia morale cut mi aabbandonavo con tutti .. continuò Andrea cTu l"hai incontrato troppo grande piacere. A un certo punto quando a\"eva sedici o diciotto anni. ml pensai perfino: .. Del resto se non importa pare. dopo che era venuto con la famigl:a a luL. E sono un prete!.. aggiunse don a Milano. ma noi, lo e Franco voglio dire. Sozzi girando gli occhi sutli ascoltatori. abbiamo trascorso l'infanzia inSieme. in- con un sorriso malinconico. Taceva.no tutti. somma tutti i mesi della estate nello stesso .. M'e ne ritornai. in uno di quei miei paese vicino a Bologna. Mentre Pietro par- andirivlenl senza senso. sulla soglia della lava mi è venuto in mente un !atto di porta che era rimasta spalancata• riprese quegU anni e per un momento. ci credi?. con \'Oce neutra. « L'umido Inquietante della mi è sembr.;;io di aver trovato una specie prima mattina aveva lasciato il poSto a di chiave di tutto•. Domenico. senza voi- un gelo seeco. pieno di sole; le colline che tarsi. immaginava benissimo la &morfia in- ml chiudevano la vista intorno spiccavano sieme beffarda e pretenziosa sul viso di con profili d'argento nel limpido dell'aria. Andrea: rimase interdetto quando. dandogli con una nettezza cui aggiungevano le sa- un"occhiata di sbieco. lo vide serio e in gome ancora brulle del querceti: non erano certo modo assorto. * E' una conoscenza p!ù le colline verdi. profonde come spai- confusa e penosa. che non riesce a preci- llere di frutteto che ml ricordavo dalla sa."'Si ... prosegui Andrea ., come quei dolori m!a infanzia. :-.Jon dico tutto questo per sordi che non si sa dove stiano esatta- !arv! una bella descrizione retorica ma mente ma che rodono l'intera persona . solo percbè la vista di quel paesaggio cosl Franco aveva nove o dieci anni. suppergiù spoglio e in certo senso ridotto all"essenziale come me. aJ tempo che dico: andavamo mi destò bruscamente dall'inerzia e mi a .giocare con gli amici in un prato che rammentò. con una specie di smarrimento. finiva sotto il muro di cinta di un canapi- che quella era comunque un'ora di decisio• flcio che somigliava a un carcere; quel ni. Se non pote\lO salvare la vita di Franco. muro era altissimo. sbrecciato qua e là il mio mintste:ro. la mia carità di cristiano sullo sct'.molo. Un giorno. non so come. m'imponevano di offrif'ltll almeno i contorti Franco scommise con noi che sarebbe stato e le speranze vere della fede. ~on sono. capace di salirvi in cima: per la \·erità ahimè. che un cacciatore d'anime malde- l'intonaco. scrostandosi. aveva scoperto le stro: non bo doni naturali. lo stesso zelo file dei mattoni. le cui sporgenze irrego- di carità. per quanto sincero sia. in me si lari pote\·ano fornire appigli: un·acacia che fa sgraziato...... Don Sozzi arross!va in si appoggiava aJ mu.ro agevolava la salita. cima alle gote. ma continuò ostinatamente. Comunque Franco !u presto sulla sommità. senza riguard.L ., Confesso tuttavia che non Ci aspettavamo che. compiuta la sua esi- mi ero mai trovato cosi ln imbarazzo come b:zione. scendesse subito: invece si alzò quando ml riavvicinai a Franco che. seduto in piedi sul colmo del muro e tentò qual- a terra. continuava a parlare con il suo che passo su quel sentiero largo pochi guardiano. ...Franco.. dissi. .. Eeh • rispbse ~entimetri. le braccia aperte come un in tono di cortese Interrogazione. alzando equ!llbrista. « Vieni giù. stupido. vieni giù. gli occhi su di me. ...Ho fatto tutto quanto se cadi ti ammazzi.. gli gridammo. ~fa mi era possibile.. continuai ,.e riproverò Franco. a un tratto. aveva spiccato la cor- ancora. Ma se dovesse accadere il peggio. sa. saltando con .piede sicuro le sbreccia• pensa. p nsiamo a ciò che conta più ancora tu.re . da::u.ando grottescamente. in ogni della t•ita..... Franco mi guardava tran- istante sul punto di preci.pita.re e invece quillo. con ua punta di curiosità.. mi parve. sempre in equilibrio. Lo guardavamo sbi- .. Sa il cielo se vorrei dare la mia vita per gottiti volare da un estremo all"altro del la tua. ma intanto preghiamo insieme per- muro. con furia insensata. e senza inter- chè tu possa affrontare c<>npace il giudizio rompere il ballo turbinoso. indirizzarci del Signore... Immagino pensiate che non smorfie di -rabbia e di dileggio. stridendo a avrei potuto trovare parole più fredde per intervalli ..,Io sono il diavolo. iO sono il un calore cosi vivo: perchè vi assicuro che diavolo - -. ero in uno stato dl commozione estrema: I pini di ~onte Mario si scrollavano ap- vi do ragione ora. ma in quel momento. pe::Ja: negl_i avvallamenii erano stati accesi Giuliano Gramisna fuochi che sp:ccavano limpidi e :-e."Tloti; più so:.to si distendeva Roma con tutte le luci inv:tanti dell"ora di cena. Domenico era stanco. forse più contuso che &tanca. per gli incontri e le ambiguità della gior– nata; :.n certo modo si sent,·a raggirato ma :ion aveva nessuna voglia di analizza.re freddame.'lte questa sensazione spiacevole. ..E allora? - chiese con bruschezza puerile. giaccbè Andrea non sembrava disposto a continuare .. Questo episodio ti è \·enuto in mente dopo il racconto di Pietro: che cosa vuoi dimostrare?--. « lo non voglio dimost=are un bel niente• borbottò An– drea; ave\"a rallentato in quell'ultimo tratto cosl che Domenico. fermandosi e voltan– dosi. lo ,~ide qualche passo indietro. come se anche lU1 fosse improv-v:samente impa– ziente di congedarsi. Si strinsero le mani in !retta. con la comune Convinzione. pen– sò in un lampo Domenico. di non rivedersi Dlai più. GIULIA-'i'O GRA...'11GNA rt~vt:'to dfh:n s~~~o c~!s1q~1~~~!. fi::~.------------------------------- continua,·a a osservarmi con i sopraccigli lievemente inafcati: il suo v:so non espri– meva ne consenso né repugnanza né dileg. 12-io:in , ·er.tà non esprimeva nul1a. .Se lo ti sembro r!dicolo e incapace,.. proseguii cedendo alla furia d'angoscia che mi do– minava. e inginocchiandomi accanto a lui - ed è \'ero. lo so. non badare a me. guar– da a quest'abito. abbi ftducia sola in Chi sta anche dietro dì me. Abbandonati. per– dona a tutti. a costoro. anche a me. con– Sf'1mati soltanto a Lui... .... ~on ricordo che altro dissi con strana eloquenza: ero in preda a non so quale terrore: terrore di che? Franco aveva interrotto di parlare con il bruno. mi ascoltava con l'attenzione corte- se e vuota con cui 'l)restiamo orecchio. senza trattenerli. ai discorsi di un importuno che non vogliamo 'tllttavia offende.re con una a-perta noncuranza. Avevo avuto apiò.di una occasione. come troppi. in quei tempi. dj vedere uomini andare incontro alla morte o in un delirio di abbandono o con singo– lare fermezza: ma di colpo l'atteggiamento di Franco non mi parve piò. ciò che chia- miamo coragg{o o dominio della debolezza. ma piuttosto non so che natura guasta e irremo\;bile. Mi ascoltò fino in fondo. senza segno di impazienza o di noia: quando tac– qui scoraggiato. attese ancora un attimo e poi si >ivolse alla sentinella e riattaccò il discorso ~u.ll "arma. Ma prima di \'Oltanl mi fece un sorriso rapld.Jssimo. un sor.ri.so geJido. storto e smozzicò fra I denti alcune parole. che 11 per li non capii: avrei detto che fossero parole latine. ma il luogo. roccasione !ace,,ano la supposizione così assurda. che non tentai nemmeno di rico- struirle. Ero rimasto in ginocchio neffangolo senza staccare gli occhi da Franco. Non c·era dubbio che egli si interessasse davvero al discorso con il suo guardiano. Debbo dirlo? \"edendolo. uno avrebbe concluso che la prossima esecuzione. la morte non erano per lui che i trascurabili impegni connessi a una parte che egli si preparava a soste– nere con la disinvoltura di un attore s!curo di se. e con una punta d'ironia verso la platea. :\fa questa indifferenza. proprio a causa della sua spontaneità. ml sembrava cosl distorta e maligna da suscitare in me una certa repulsione. Si udi il rumore del camion. che si interruppe bruscamente: poi alcune voci. rade: alla porta si affacciarono due uomini armati. Franco si alzò senza precipitazione ma con alacrità. prima an– cora che quelli parlassero: si rassettò la giacca. si tirò su i pantaloni alla cintola. con gesto familiare. Nel momento in cui giunse sulla soglia. attra\"etso l'aria l!m• pida. fredda e soleggiata àella mattina. arrivb lo scoppio di una motocicletta che probabilmente stava risalendo la cur~:a. lontano. • E' una Bl\1.W.. osse.rvò Franco. volgendosi alla solita setinella. con un sorriso da intenditore .. Ma che cane: senti come ti:-a il collo al motore ... Proprio allora. ma in maniera incerta. mi parve di recuperare i1 senso delle pa– role che mi aveva mormorato poco prima Franco; rividi quel sorriso quasi convulso: non aveva detto !orse: .. Obdu=-atum est cor Pharaonis? •. Dalla porta una lama di sole tagliava il pavimento polveroso; ml sem– brava un secolo da quando il gruP90 si era allontanato. Per quanto i miei senti• menti fossero intorbidati.· non potevo in– gannarmi su quello che li dominava tutti: una sorta di odio inorridito. l'odio che. dicono. dobbiamo provare per il Maligno. Poi udii i colpi staccati. quasi fiacchi. M.l le\'ai come alla cieca. uscii dalla segheria: debbo confessarlo sebbene ancora lo trovi vergognoso: non andai a vedere il corpo di Franco. a dare l'assoluzfone alla salma: tutto quello che feci fu di fuggire•. Don Sozzi tacque di botto. non come chi abbia finito di raccontare ma come chi ne provi ribrezzo: gli altri continuarono quel silenzio imbarazzato. Domenico. che aveva ascoltato seduto su una pOltronclna di ferro. presso un angolo del terrazzo. riparandosi gli occhi con la mano dal ri\·erbero di un abat-jour. provava sempre. anzi più rorte di prima !orse. quel senso di di.Scon– tinuità del reale che l"aveva colto al prin– cipio del racconto. come se si fosse dilun• gato in qualche modo Irreparabile dalla normalità della sua vita durata fino al– l'incontro del mattino con Andrea: aspet– tava. un po' pigro un po· allarmato. cosa ra,rebbe fatto uscirne. La conversazione riattaccava solo a stento. sicchè la propo• sta di chiudere la serata venne natural• mente. Domenico scese le scale con un gruppetto di amici. poi. dopo i saluti, si avviò in fretta per prendere il tram: ma. subito si accorse che gli stava dietro An• drea. .. Aspetta un momento. che t'accom– pagno aJ capolinea,.. disse. Era una sera quasi calda. dal buio delle terrazze e degli attici delle ville e delle case ài Monte Mario. che la luce dei lampioni alti non riusciva a penetrare. ar!i\•arono voci rare e tranquille .• La storia di Pietro. Che ti pare della storia di Pietro? .. domandò Andrea; camminava !orzando un poco il PER LA VOSTRA CASA le più belle litografie e acqueforti originali degli Impressionisti e dei maestri dello pitturo moderno: CÉZANNE COROT DÉGAS MANET RENOIR LAUTREC sono disponibili nello scelto più rappresentativo esistente oggi in Italia presso lo libreria Schwarz Mllono • Via S. 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