la Fiera Letteraria - XIII - n. 29 - 20 luglio 1958

Domenica 20 luglio 1958 t~ FIER~ tETTERXRIX Pag. 7 ANTOLOGIADI POE"fl E' gonfio l1 crisantemo: e qua mi scuote il ricordo del poggio su cui !rane turbano il sonno ai morti; ai vlbratiani parenti di mia madre e th mio padre, gente di vigna e grano che viveva tra contadine astuzie ma, d·mvcrno, sotto canne pe.1anti di ~alumi * Dante leggeva e torturava Il ceppo - sfavillìo crepitante tra gli alari. a cm•a tli ELIO FILJl•PO A.CCROCCA Sento là I crlsantcml; e non m"allleta - presaga di festino - la notizia Antologie, repertori, rivi– sfc, collone, quaderni: è an– coro tempo di poc.sia. Larga .staaione per il ., denigrato mestiere... Staoione di 1"a– aionomenti, di critica, di studi comparati. Al fervore sbrigliato e incontrollabile del dopo– guerra è .scQtdto un più attento e severo e.some del– le situazioni e delle espc– ri1rnze poetiche. Nuovi nomi sono venutl alla luce. e t111ovc opere, nuovi titoli .si. sono aggiun– ti ai già noti deali anni precedenti. L.'attuale momento è ric– co di intere.ssanH acoperte: la poe.sia .si va configuran– do nd suoi aspetti dram– matici e formativi, ricono– .~Clbili ormai nelle linee che, pur nel gioco delle polemiche. &ono venute af– lliorondo in que,ti anni di eloboraziorii e di matura- 2ione. Una certa .1chiarita si è fntta. e .1opratt·uHo si sono rhiaritc le po11i.zioni- di- ~~e~1t (;jc~~f,~!;:~~of~~~:~ dono oggi nd terreno della ldeologia affrontando temi politi.ci e umani di laroo intere11se. Alcune ammis11ioni che dieci. quindici anni fa pa– revano impo1111ibili, ogr,i trovano consen3i anche in ,,.de cdtica. La crisi dell'uomo, dello lnteitettuale, rientra nei termini della poesia, che KOn ha più soltanto i d1,e o tre binari obbligati che aveva un tempo. L'arricchimento di inte– Yeui che in eua si avverte appartiene alla sintomato– logia di un gusto che a:i è tienuto, gradatamente, mu– tando. La nostra Antologia dl poeti intende raccogliere - r. presentare - 11n pano– rama di ,.. giovani,. 3enza ricorrere, però. ai dlstin– a-uo in 1'$0 pres110 altre rivi11tc. ... Pur usando u.n certo di– scernimento nella ,celta de{ quant.o mai vasto mat.eriale poetico che ,,i. accumula nei cassetti della redazione, di– scernimento necessario per i tempi che corrono ( e uti– le. alla fine, agli 11tessi che battono - nono11tante tut– to - la strada della poe- 11ia), iniziamo con Questa Non limitazioni di ten– ., Antolor,ia,.. la pubblica– zione periodica di Qud te3ti che meritano gid un'indub– bia attenzione, e pertanto vengono proposti alla let– tura dei critici e di. quanti seguono lo svolgimento del– la nostra giovane poesia. Nulla di eccezlonale da parte nostra, ne11.1u" pro– posito di creare .. scuole ... o .. oruppi... di sorta. con– sapevoli che le olovani in– dicazioni. Qtiasi .1empre. so– no de11t.inate ad es11ere, dopo qualche tempo, motivo di controindicazioni o di pen– timenti. La poesia non seouc che le aperti.1sime .1tradc della. propria co11cienza. Al rigo– re dei ., giudizi fondamen– tali e perentori,. è 11empre da preferire U rir,ore verso se stessi, e quindi ver110 ciò che di volta ili volta al poeta è dato di trascrivere sulla carta: .. 1 Sf' •'I del proprio carattere. i1 carat– tere dclia propria sapienza. la sapienza del proprio e dell"altrui vivere ... La parola nori ha limiti. Perchè. dunoue, imb,iglia– re proprio la parolu dei poeti? Una profonda distinzione tra la parola poetica e ouella Quotidiana. è in un ., paragrafo,. di Diego Va– ll'ri appano recentemente sulla Rivista di Estetica (anno III. fase. prime): ., La spontaneità della pa– ,rola poetica non deve andar confusa con quella della parola quotidiana. La pa– rola quotidiana è come strappata alle labbra dalle nr.cessità e dalle contin– genze della vita pratica. sia materiale sia morale; e, quando nasca da passio– ne, somiglia e si sostituisce al riso, al pianto. a1 sospi– ro. al grido. La parola poetica. Invece. si !orma In Qualche a.ho luogo della mente. dove I sentimenti, 6oltrattl, per via di rifles– sione. alla loro temporalità. non han più nulla di pra– tico. diventano, appunto e soltanto. parola: parola pe: se stessa (per amor di se • stessa} vivente ... E' una di/Jtinzione che ap– pagherà molti poeti. Quanti non si lasceranno appagare, hanno il diritto di mescolar parole poetiche e quotidia– ne a loro ou11to. come un mazzo di cart.e. Un a1130 nella propria manica potranno trovarselo anche costoro. Que11to è il nostro augurio: per tutti. den:r.e. dunque, o di istan– ze; non lo sbandieramento di poetiche. in que/Jta sede che vuole 11oltanto accoglie– re. di mese in me.1e. le voci che giungeranno ln reda– zione. Voci di un certo livello. naturalmente, di una certa e gid riconosci– bile modulazione. Ciascuna con la propria distinta intonazione. con il carico della proPria indi– vidualissima persuasione, le voci poetiche che .1aranno accolte in questa antologia cvranno il destino che si meritano. il desttno che cia.1cun autore darà al pro– prio canto. O Quello che potrà derivare dalla lettu– ra e dall'attenzione che alla nostra antologia vorranno rivolgere i più accorti edi– tori. ELIO F. ACCROCCA GINO BAGLIO LA NOTI'E VUOTA I So che devo aspettare. Ho il cuore chiuso nel silenzio. ho le braccia chiuse attorno alla testa Anche la città è chiusa ancora nell'infinito peso delle pietre, nell'estremo pallore della notte. So che devo aspettare, che devo tenere le palpebre chiuse per non vedere le stelle incenerire. II La mia cosa migliore è questa quiete improvvisa in cui raccolgo tutte le mie forze come per un controattacco notturno. L'oscurità è già ai boidi delle collinP, l'aria per poco rimarrà impressa di rosso. Come una nuvola nera giungerà la notte, boschi neri verranno n prendere possesso della città S'aHollano tutti verso il centro, adesso, accelerando il passo. Sembrano nella nebbia legge1a ombre sul fondo del mare, inquieti animali prima del terremoto. III Se dovrai un giorno partire nella mezza luce che attraversa la nebbia con il poco danaro vinto alle carte o ai dadi, .1e dovrai un giorno partire con il (reddo d'autunno nei talloni. di alla porta di aspettare un p0co a girare sui cardini. fermati un secondo a riscaldare U pastrano, u riporre la carta assorbente fra le due ultime pagine del diario. Se dovrai un giorno partire. un giorno più oscuro d'ogni altro, scegli la via più oscura, che nessuno veda come il freddo e la notte t1 somigliano mentre dici è fatta e ti premi il volto con le mani. IV In nessun cuore è scritta questa primavera di legni rossi, di mattini di luna, di roghi di polvere che s'intrecciano sulla collina. In nessun cuore è scritta come se non l'avessimo mai vista e conosciuta. Eppure mai ci fu primnvera come questa. Già bianco è il fungo ed oro e fuoco il velluto della pianura. L'aria stride sull'erba come una vela di straglio. Se solo potessi rincasare attraverso i campi questa sera, sentirei allentare i cavi che mi legano al silenzio. dell'inverno, sparire il sapore di cenere che ho in bocca. V E' stnta la tua mano che mi ha scritto pensieri sulle mani. I carri portano !umo, portano l'ombra dei rami sospesi. I nostri passi sfogliano il ginrno che rimane. L'aria è umida e dolce come un inverno nel sud. Tra poco incominceranno a crescere tante piccole stelle sulla pianura. E' stata la tun mano che mi ha scritto. a fuoco pensieri sulle mani. GINO BAGLIO CABLO DELLA CORTE I NOSTRI GIORNI Sono ingombro di te. mio tempo, come la madre del suo figlio. ed amo le tue grazie, diligo i tuoi difetti che han la luce e il coiorc del mio sangue, Altro da te non sono. eguale al ramo che al tronco si ç.ongiungc finchc cada il falcetto su lui, su mc In morte. Ma finch'io viva, loderò il virile volto delle tue ore, anche l'angoscia che ci stringe, riflesso d'altra ~ngoscia solenne che conticni, erta, remota, oltre le stelle. e loderò d. te il fluire in idea, di questa 1n ftesto che si oppone o propone, in lotta o amore. Sci l'acquata da cui germoglio. seme entro In luce errabonda che getti dagli spalti del missile. o talora il lacunoso formarti in fungo sull'atollo, muffa di che aduggia la terra. Pur basterebbe a non negarti questa necessità d'essere in te. fedeh come il passo in cui tu ripeti noi, di stringerci al tuo carro che c1 guida, o spingiamo?. lontano. ove il timone segna un porto sperato, in giorno e notte. CARLO DELLA CORTE ALFREDO DE PALCHI GIUNGO Al CONFINI DEL PAESE Giungo ai confini del paese, le strade come antenne dilungano il brusìo del '"Cosmo. Mastico radici e l'erba, dormo con un pone sotto l'ascella odoroso di sudore e strade. Sorge l'angoscia dell'alba. il vestito aderisce al corpo piovulo di stelle. Nelle giacche succinte dal tempo vedo uomini cercarsi, io vado più lontano della distanza. ANNI VÉRDI RIVENGONO Anni \fCrdi rivengono ora che pesano le pietre. Erano tutte bianche le strade. Andavo stai sentieri alingati dagli orti liquidi di so1c. Contro i pali - Goha sibilava In fionda. Solo un pizzico di polvere verde mi rimane nei pugni in fondo le lasche. Anni di granito pesano. ALFREDO DE PALCHI ABTl'llO FOBi\lAllO LETTERA AL l\llNATORE Amico che la fame va rotolando nella polvere straniera, anche oggi festeggi il tuo dovere di carbone nel chilometro ferito della terra. Anche oggi resisti al dolore . come la trasparenza nel giorno che non vedt, che non vedi, mentre offri alle pietre l'indirizzo della lluce. Agricoltore dt carbone, amico dalla faccia polverosa, io con mani alte d1 parole di fuoco vengo a illuminarti nelle radici del 1!1ondo. ove scendi a pia'ntare l'albero secco di un piccone fino a vederlo sbocciare in pane. in vigna da scomporre in barili di dinamite. Ti scrivo dalla Patria. Oggi m'hanno domandato di te, poichè qui !)anno che ti conosco. Ti ho vL.to in ginocchio davanti alla speranza nel tuo tempio di carbone. • ti ho sentito cantare un addio per essere certo di moririe insieme a qualcuno. Qui lo sanno eh.e ti conosco . Ti ho visto costringere la luce a venire nel pozzo con te e ritornare con una sera castigata nella cenere. Raccogliere la stella gelata della tua fortuna ti ho visto e un'agonia d1 ciclo per ricordo prima di scendere a far suonare l'mferno. . Poi non mi fu più possibile piangere ~enza d1 te, ma oggi scopro la notte della tua nobile maschera e incontro la Patria. ARTURO FORNARO BASILIO BEALE QUATTRO POESIE D'AMORE I A un tiro di fucile nei r:anneti sulle sponde fangose del tuo fiume alle stagioni impassibile ti ccli e il pelo muti ché non li riconosca ch'io esiti a colpirti dritto al cuore. Ohimè che cacciatore maldestro! E come perdo ogni giorno al gioco delle tue iridi... Il Mi hai scritto che più ntente potrà (arti tornare. o fuggitiva, pure ti aspetto qui fermo contro l'inverno, su queste strade per cui, or son due anni, io ti condussi in un vagabondaggio ancora timorosa, ancora schiva. • Ili L'arco dei giorni sempre più s'abbassa, irrompono le nebbie sopra il-..Jlume: sono tre notti che aspetto 11 tuo lume, ma se dormi sorveglio il tuo respiro. , V Paola Brandi, è neve sopra I prati da Piacenza a Milano corre un treno e il giorno incalza. Tu sei rimasta nel fumoso velo dell'alba che ancora ti difende dal mio amore che incalza e si protende. BASILIO REALE lJGO BEALE IL CHIOSCO Era un chiosco festoso di legno rosso e giaJlo, ornato con diademi d·arancl e di limoni. Ci venivamo ansanti Ci venivamo ansanti al termine di corse infiammate di sole. Lui. a vede.rei arr.ivarc. raschiava di ghJacclo finissima tritura ne riempiva bicchieri, poi ci versava a schizzi da fatate bottiglie gialli verdi arancione sciroppi non pregiati, ma che insieme facevano un sapore indicibile fresco di giovinezza. Noi. proU>sl al bancone, jl'.uardavamo i bicchieri d"arcobaleno, in flla all'altezza def!:li oc~hi: poi ne.Ila mano enorme piena di Hvidurc posavamo ciascuno calda una monetina. Come svaniva in boccc1 al caldo dc.Irarsura quel sapore sincero di menta e di lampone! Cosi si dileguava la favolosa età. Resta nella memoria a luminose tracce quel jl'.!Oriosopassaggio: sguardi di cui gli occhi non sono più capaci sapori d·a1trc labbra, inviolate certezze che ph) nessun mattmo ci porterà con l'aJb.1 ignara della notte Come se il mondo. a un puntq innvvcrtito. e per sempre. fosse entrato in penombra. UGO REALE GIAll1IIAIUO SGAT'l'Oilll LETTERA DA TERAMO Queste madri che tornano alle case con pacchetti e verdure; gli alti gridi del cenciaiuolo magro, dei raga1.zi risso.1i sul pallone, orn che ottobre è di verde un mattino spento, e nubi e nel,,ble add_cnsn, ~ict~o i c?lll. al monte; quest"odorc d1 campa d1~sodali, di prntizic e marcite, che fa vento a strade - nttornQ - prive di selciati; Il ricordo di soli e melograni lungo prode serene dentro i chiostri dei conventi fioriti sulle alture; e l'amore. le noie, l'erba, 11 gelo che sosterà coi passeri alle grorde: questo limbo d'esilio, questa vita, è la palma del fico che si ·stacca netta dal ramo esausto, dove frutti acquosi ancora pendono ed un'ultima stilla di luce chiedono all'autunno. (12 ottobre 1957) 2 Autunno. L'orto è pregno d'umidori, dolic e 1.innie tardive hanno colori \'ivi cd illusi, il ricino gigante all'angolo già teme. Siamo soli, sconcertati: non bastano letture consuete. 1 nostri autori: più Montale, Saba, Ungaretti, e i ver!io1degli amici coetanei. i giorni più non scmlbano tristi d'una stagione che non va. che E1110 e Gabriele sono a..ll'opera per Iar cena in Montorio, a San Martino. I compagni son, buoni ma non vogliono lagni, cd ubbie; tirano a campare, con le donne non vanno pcl sottile, son !etici a sfogliare due giornali. Se il cuore è fiacco. e l'anima non vibra, le stagioni non hanno mutamento. lo sento, in questo, troppi autunni grami. nessuna estate, qualche pr1mavcra ... E an"cora? Foglie e foglie, che si staccano gialle da stecchi sterili, volteggiano, marciscono per viottoli che piogge !anno dl mota lucidi e di vento. J La città che t'adotta qui è un miraggio. un frastuono allettante, un gineceo, un'oasi, una Bengodi trecentesca; e tu sei Il calif!o goditore. Per noi vive l'autunno. Sandro: i libri, l'orticciolo crepuscolare. il prugno che a ogni buffo si spoglia, la montagna tra gli squarci candente; e sette lumi che tremano modesti per i morti inquieti al mio paese, a Sant'Imèro. (.2!1 ottobre 1957) GIAMi\tARlO SGATTONI RAl<'FAELE tli1 1 DREASSI MANFREDONIA TI mare t'Insegue da presso con le sue caviglie leggere paese che t°allontani nel buio odoroso d'noeWenc. I pescatori d1 granchi affondano mani dure nel campo quieto. ~ESTE Per I tuoi vicoli di calce si perdono le rondini. L'aria schlocea panni di sctn. li mare rotola panieri d·alghe, Il sole brucia un volo di gabbiani. PESCHICI Cosl al vento di libeccio si dissanguano 1 tuoi ,aranci. Animali pazienti tremano di sete. E !"ora cala in on,1bra paese che navighi fe;toso di vele sbr1ndclJatc dal bambini. RAFFAELE ANDREASSI JIAIUO SBARRA J\IOOULI IL ''ENTO LA TUA VOCE Può darsi ch"io t'Incontri sulla strada che menn nlla scogliera del sogni, e dlca al tuo cuore chluso neU·indiffercnza il senso che le pene fa nostre. e c'impaura. (può, un'attesJsslma ventura, unirci nel palmo della mano?). Per me non esito a mòstrarti sull'altana dell'smrora che insidia l'ombra ohe di già dilegua. Qui - dove tutto è tregua - persino il ricorda di certe sere trepidc e (ugaoi. giace la mia attesa in due erlstnlll. (Ricordi !'nere-giallo del limoni, o I gladlo1i non freschi di rugiada?). Ora che fa giorno e l'nslro si dllatn, ritorna intt-ro il mio sorriso e t"accompagno per ~e vie che glh furono tue e ml conduce il turbamento leggero del tuo viso, che sprigiona dal fondo dell<' tue pupille. Se la giada (ch'è Il tuo sc"no. e che oramai distilla} acconsente a ripiegare suJl'arco d·una speran1.n rifiorit.1, avrai 11 tuo volto umano ed io con la mia mano carezzevole e sicura potrò condurti sul pianoro dove modula il vento la tua voce. l\lARlO SBARRA NOTA SUEUGEN IONESCU * di ,IIIRCEA POl,ESCIJ Gruppo Finmare T A L A NORO. SUD E CENTRO AMERICA NORD SUO PACIFICO LLOYD TRIESTINO INDIA. PAKISTAN. ESTREMO ORIENTE· AUSTRALIA SUO AFRICA • AFRICA ORIENTALE E OCCIDENTALE ADRIATICA EGITTO. ll8AN0 - GRECIA• CIPRO T U R CHI A - I S R AE L E , SI R I A • M A R N E R O T R R E N A SICILIA • SARDEGNA • CORSICA MALTA • LIBIA .TUNISI • MARSIGLIA • SPAGNA NORD EUROPA UFFICI E AGENZIE OVUNQUE LETTERA ROJIANA. * I punti di vista * di 1IIARIO PICCIII Esiste una certa cOrrente d'opinione che sarebbe sciocco de!inire antipatrioltica perchè il patriottismo è degenerato in una forma d'incosciente sentimen– talìsmo, e che per motivi analoghi non si può dire né antinazionale né anlitaliana: esiste, tultavla, ed è caratterizzata da un tono improntato di sistema– tico pessimismo e d'una acidità che finiscono per di– ventare fine a sé stessi. Per 1 rappresentanti di que– sta mentalità la denigrazione, che si potrebbe dir premeditat8', di qualunque aspetto della nostra vita proviene da un impulso impossibile da frenare per– chè originato dalla loro seconda natura. Le cose vanno tutt'altro che bene, oggi, sotto ogni punto di vista, e sarebbe sciocco e quasi cri– minoso adattarsi ad una realtà ancora lontana dalla pur relativa armonia che si vorrebbe desiderare; ma altrettanto si può dire dì coloro che praticano il sistematico riCiuto di questa realtà, in nome di im– precisati e !orse inesistenti ideali. Ma non intendo addentrarmi in un discorso che, così iniziato, minaccia di diventare fumoso. Vorrei soltanto notare come i sostenitori ad oltranza del nero (a cui, fra l'altro, ha reagito con equilibrato vigore Guido Piovene con un articolo sulla Stampa, dell'll giugno) siano l'indiretto sostegno ed in par– te la c\iretta fonte di cu.i s'è avvalso Jean-François Revel per quel suo libello (Pour l'ltalie, Julliard, Parigi 1958)del quale s'è parlato e forse anche trop– po, sui nostri giornali, e ancor più si parlerà, visto che un editore ne sta preparando, con sollecitudine non encomiabile, la versione italiana. Proprio come la corrente acida a cui ho accen– nato poc'anzi non riesce mai ad alcun risultato po– sitivo, per il suo punto di vista preconcetto che è un ostacolo quasi insormontabile alla comprensione e quindi all'efficacia, così il libro di Revel, uno sfogo di malumore, di cattivo gusto e di boria, non può produrre nulla di buono, null-a che valga in Qualche Fiutare fin dal 1934 le In- romeni dell'epoca. Nelle prima 1934. e quindi quasi due dc-,vcv~. a _suo dir<;, solo per dì:1 modo a bilanciare il suo effetto irritante ossia ne- solite capacità drammatiche parte. Eug-en Jonescu dimostra- cenni prima che ...La .Nouvelle verlire 1 !rate.lii ~ le sorelle, gativo. Benchè alcuni nostri scrittori e giornalisti, f~. u~•hf 0 ;tn~c:l~~sin~C:n~~cd~; ;~rl~\rt~tt~ 0 ~~ 1 ~n:i~~~r~~~"f:~~~ !~~~e Q~l~~iw:~~~i ~\~cput~ 1 1 f~ ~~~ci 1 if:· ~t~s~ic1d~ t~~oa:;i;! aprendo gli occhi per la prima volta ed accorgendosi ancora dato nulla. e tarderà rica di un Arghezl, Barbu. s:atporc ~o!ltlnu~mo a fare og- 4~ anp\ -. ma lasc_1òun ~redlt~ I_ con sbigottimento di ciò che prima non avevano mai più di quindici anni prima di Camil Petrescu non valeva g1 a Parigi, scriveva a B~ca- d1 spinto. che altri. fra I quah, saputo, abbiano volu.to cominciare atti di dolore, re- dare qualche cosa. non è. cer- nulla (titolo impertinente del rcst in un volume. prcw~so E.'ugen Ioncscu. sapranno ~ene! visioni e bilanci, sono convinto che il dieci per cen- to, impresa d-a poco. E' riusci- capitolo iniziale: .. 10, ~dor (..Sulle vette della d1spcraz 1 0- fecondare. _Per dar~ un Idea., to di verità relativa che è sepolto in mezzo ai poco ta al perspicace critico romeno Arghczi. Ion Barbu. Cam1l Pc- ne,.: la retorica. assente nello appena de, proccdnnenli di.I civili sfoghi ed agli spropositi del Revel sia inaccet- Serban Cioculescu, li quale, trescu ,.); senoncbè, a metà scarno Ionescu. tormenta l'elo- Unnu_z. eccolo ment.rc vede e tabile proprio per il tono dell'assieme, e questo non recensendo in quell"anno un studio. egli fingeva di acc<:-r-quente ~ioran): .. u. conoscere descrive nel mezzo di una st an-1 solo per deliberato rifiuto ma anche perchè è istin- singolare, stranissimo libretto gersi. quasi per improvvisa è una piaga della vita, la co- za « un tavolo. senza gai;n_bc,, di Eugcn Ioncscu, scriveva te- illuminazione. che invece quei scienza è una. [erita aperta .nel basato su calcoli e probabilità. tivo rigettare ciò che aggredisce in così malo modo stualmcnte nella « Rivista del- tali poeti negati avevano delle seme della vita ... e maled.1ce- che sopporta un vaso conte- 'il nostro mondo. le Fondazioni Reali .. di Buca- straordinarie virtù artistiche: va la storia. mentre ~on!tde- ncntc. I essenza etc;na della Quindi, non soltanto la posizione del preteso pe- d~~~I "a~~ ~~~l~lc~liade~~d~~i: ;~!o'1°~:/~~~~~/i~1~ft .ni~~ d~ì'i~ ~ ca~~~;~lc~erd~t~n!~Cl~l~~f:ru~~t!è·c~'; c~~gp~~! 1 ~f~ u~ ~!:~ria1! :l:~:t\a d\nq~~~t~i~~•e;.~ ~~ ~~~~m~~i\ ~~ re gli sarà aperto .• ;La reccn- studio!... non ha forse origine in qucS to prete . (tranStlv,ano). !L quale grido d'amore accompagnato da alcune riserve"· sione era. per altro. poco be- Timoroso della retorica, tu- s~esso. o~rore de}la st0 ria ,il ri- Uenc •~ mano una sintassi e Quali che siano i motivi che lo hanno originato, è nevola. anzi piuttosto negativa. cldo oltre ogni misura. egli ! 1~ar s i .~ 1 un Bran~us nell a;ca- i~ ~~~d~rt';i;acla~ 1 ~e~s~~ ~or~ il punto di partenza e quindi il punto di vista, che e riguardavo un volume appc- non credeva in nulla e meno 1cità piu remota. I1 surre~hstl- P '... · P . na uscito, dal titolo strava- che meno in un giudizio criti- co folklore delle opere p1ù cc- m~z attraverso u~ tubo d~- sono sbagliati. In uno dei suoi pensieri Joseph Jou- gantc· ..Noi,. di uno scrittore co obbiettivo contestava la lebratc dello scultore romeno, stmguc ..due UOf!ltnl. che d1- bert ha detto che e i bambini hanno più bisogno di venti~inque~e. la cui prece- possibilità ste~sa del valore, e stabilitosi a Parig~?). ~ scen~ono dalla scimmia ,.J modelli ~he di c:itiche "· Se, come pare, questo è ~!~ct!1t~peJt ,?~~ieb~~~mbo1~~~ ~u:~t~i J~ot~~~ca~~ ~WenQ~~~f~ac!:~n?~~;a a;p~;~ ~ ~~a~~: dcf~fi~~::~~~.rtst! 11 ~h!c~~ ;~~~~ a~; 1 ep~~!is~ 1 n~~a~~oont~~~ !~ ~~~!!~1o:ea~~~s~= :!:~:t c19~~rg~ e~: c/:t~i:~ ~~:::r: 1 :· ~~~~rb::::~e:m~ :te~~o:o~f!l d~~~~~·ia 1 T~te~~~ ~~~s~ 0 r,e~~st~adcl~~~~~~ee_c~~ ;Tr~=~~;e~rt: 0 ;id:~~~;~1ec~~~~r~h~i ~i~~~~ì:i ~~~ Jaborazione a varie riviste, in- piaciuto appunto perchè disde- ma!11a, - e M1rc~a Eliade. r~- le paro!~. ~on. la I.oro pohva: differentemente se tradiziona- gnava le convinzioni ferme. sos1 noto ulter1onnente più lenza .d1 s1gm,flcat1. m~scolah ce garbato e ironico ha la punta, mentre il vocio liste O della più spinta avan- anche quelle neiativc. e non come storico .delle rellglon1 e alla. rinfusa. L autore dt ..Les p_re~untuoso e volgare è piatto e non penetra. Un guardia, erano passate, e di- riconosceva validità ad alcun filosofo dfl mito che come pro- Chazses •· come U~muz, non s1m1le punto di partenza, ripeto. rende inutili anche remmo meritatamente. quasi criterio fisso. Dotato di una satore d arte. ne aveva 1llu: crede nel senso umvoc? delle le osservazioni e le critiche più penetranti e lascia inosservate. Ma inosservato il verve polemica eccezionale. st rato (p.art.e In ~~usa .cgh parole. com~ non c~ede 1l1 nuJ- vive soltanto le offese, con effetti sempre spiacevoli secondo libro non poteva. Eugen Ionescu fin d'allora non stes.so ) gli aspetti p11_1 sal1enl! la. Ma ?gh. a differenza di e nessuna utilità .. certo. passare: e non tanto si femrnva dinanzi n nessuna e pittoreschi m alcuni romanzi ui:muz, ~ cui Ingegno, pur Un esempio del contrario possiamo averlo in un :!va~~cr Jre~o~~nfrcs~;ftt~~i ;::1ori!!s~·riut':bC:t\C:t~. e $~; dli::~:e:u~:~::u. oltre che ~i~!~~~ii~i1:1~·dir~acf1:a!ce~~~ a.ltro libro, d'un inglese, The Penguin Book of Ita- inediti, quanto per la sua questa sua compiaciuta lnst-a- fratelli di spirito !ra i con- tentamento. h~ s".lluppato (ed han Verse (Harmondswortn, 1958), con introduzione stessa impostazione lconocla- bilith di giudizio. Serban Cio- temporanei, ebbe anche qualche e.r~ forse lne".1tab1~c) tale scct- scelta e versioni di George Kay. I difetti, benchè stica. per l'aria di beffa che culcscu gli diede del .. 5 altim- precursore. E lasciamo stare ti~ismo paro~iero m un p~s1- non manchino si fanno dimenticare addirittura no vi spirava dentro. per il cini- banco critico». Caragi-alc. il maggiore comme- m,ism? ~ltucrnato. che ghigt.1a si notano, sov 1 erchiati dalla cura d'all'amorevolezz; smo e la violenza c~n c~i lo Ora. risulterebbe Istruttiva diografo ro~leno, che per ave- dtetr~ , -apparen.te bui!ot.1-ena dalla ~~nevo!enza ed anche, inténdiamoci,. dall'acu~ autore. Intende.va dmam1t~re una disamina dello Zeitgeist re volut~ ~1~avare .gran parte dc_l ~1alogo scenico. Qui m_c~- ~e cnbco, d1mo~trati nella scelta e nella presenta- "'criteri. metodi. dogmi. prin- nella Romania di venticinque della dehnmone dei personag- m1r~~a J~ sua prtonda ong1- z1one delle poesie. Sono proprio l'aperta ricettività ~~~- ~~s~~i~~tte~!;f~ic;dig~~~ e più anni fa. ~~ pensla~o che !~e~alril~~tomr.!:se'!:zi~f: 1 aJ!11! ~ \iual~ ~~:;u~:rd~f{a!f~dfz~~ e il desiderio d~ _co~prensione (oltre alla dottrina) storia letteraria ... Pure. l'in-, a quello_ spir~to .dell eP?ca sua arte e dei suoi efTetti ~torico sulla sua opera - ba che hanno stab1hto 11 punto di vista del Kay fa- genuità. vera O simUlata che hanno attinto s_hmoh e motlvl, drammatici nel vocabolario, incontrato e ~n.contra tanta vorendo i_nogni modo la sua opera, rendendola' uti- Iosse. non mancava in .. No! ..: a Bucarest, Insieme a lonescu, nel tono. nelle inflessioni di a~crenza nel d1smcantato spi- le ~ pr_ez1osa no~ soltanto alla vasta cerchia di let- ...Soffro terribilmente per Il un Tristan Tzara. creatore ul- voce. non si periterà di ricorre- nto contemporaneo. tori dei e Pengum Books • ma anche in Italia dove !atto di non essere li più t-crionnentc a Zurl~o e poi a re talvolta, spingendosi avanti. MIRCEA POPESCU non esiste una simile antologia, cli piccola moi'e con -grande poeta europeo. il mag- Parigi d.el dadaismo o~la di al ~iuoco verbale gr~~u!to el=============I altrettanti pregi e di così basso prezzo. ' glore critico del mondo, Il più ~~ 1 0 P 1 ~;~~e~;~a~~\~ra~~rb~e~ ~~;mu~u~~,~~~b;~~· l ~i~mdt VINCENzilr~t~:!.~AlrnLw Certo, è facile criticare un'antologia; ognuno ne prode uomo d.ell~ Romania 0 · l'abolizione della logica, o un retto, seppure ' occasionale, DIEGO FABBRI saprebbe !are una a modo suo e, quando il campo al~e~~·r:nv:i::: ::s:·rc la ne- ~~l~ato~iora:~gat~~:!!!nzi~~~= I ~:i~~,~~~o ~\uJi~!e~tt!~~f;_c~j Condirettore responsabiJe l\lARIO PICCHI gazione e l'esaltazione allo avanti lettera. filosofo della cui vero nome era Oem.Dem. Stab1l r1pograf1co U Kti l.:i.A (con~ a pag. 8) stesso tempo dei migliori poeti décomposition. che sempre nel1Demetrescu-Buzau, e che seri- Roma, Via rv Novembre l49-----------------------'

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