la Fiera Letteraria - XIII - n. 16 - 20 aprile 1958

Domenlca 20 aprile 1958 lmma~ini della Lituania * di GIOVANNI NECCO LETTERA ROMANA * Un saluto * di JUARIO PICCHI Per usare una ~arola ch'egli seppur non l'abbia inventata, h.a tanto spesso adoperato dandol~ un pa; ticolare significato, Carlo Bo è in una stag10,ne feli– ce. Ne fanno fede j suol articoU sulla Stampa, 'da alcuni mesi a questa parte: leggendoli si ha l'impres– sione Che egli abbia raggiunto una maturità ed un equilibrio che sono da considerare una vera con– quista. Non soltanto il corso delle sue idee pare es– sersi illimpidito maggiormente, ma anche il suo stile. Ma forse ciò che conta di più nei suoi scritti è il tono: sereno, malinconico, virile. Egli è davvero il critico di quest.,i nostra moderna letteratura, colui che ne possiede la conoscenza più profonda ed ha. nello stesso !empo quel tanto di distacco necessario a far– gliene considerare le vicende ed i protagoni~ti nella luce più propizia a rettamente giudicare. Con quello ch'egli scrive, di questi tempi specialmente, si ade– risce non soltanto senza quasi riserve, ma con quella sorta di riconoscenza che si prova verso chi comunica ai suoi compagni di viaggio i risultati delle sue esplo– razioni in avanscoperta, verso chi per primo apre il suo animo ai suoi vicini, con quel pudore che è tutela dell'altrui pudore. Un finissimo scrittore e letterato, il quale, per fortuna sua, non appartiene al cosiddet– to «giro», ma se ne st.a appartato e solitario come il fico dietro la pieve, badando ai propri studi di erudizione (quali oggi non se ne coltivano più), co– stui, dico, che conosce benissimo Bo ed è b~issir:110 conosciuto da lui, mi ha detto tante volte d1 sentire sempre negli scritti dell'amico, anche. in quelli più frettolosi e giornalistici, una specie di brontolio che ai suoi orecchi vale più del ron-ron di Sainte-Beuve, quel brontolio come del mare che risuona anche nel buio e che gli porta, assieme alla voce, la presenza del critico, e dell'uomo. Non vorrei andare troppo oltre; ma da tempo, ecci– tato e quasi provocato dalla lettura del recenti articoli di Bo, avrei voluto salutarlo e ringrai:i.arlo, come uno dei tanti del suo pubbUco; e quasi quasi, pigliando– mi un arbitrio che da noi è piuttosto comune, salutar– lo e ringraziarlo a nome di questo pubblico. Lo fac– cio ora dopo aver letto l'ultimo suo articolo nel quale si parla della letteratura d'avanguardia, a proposito della ristampa in un solo volume del racconti di Pa– lazzeschi. Quell'adesione di cui dicevo poco prima, alle idee espresse da Bo, proviene anche da un fatto che, seppure sia piuttosto ovvio, è tanto vero che merita d'essere magari ripetuto. Talvolta, parlando con una persona che ha pochi anni meno di me, mJ accorgo della diversità che è tra noi, tanto superiore alla dif– ferenza d'età che ci separai mentre che, parlando con Wla persona'. di dieci a quindici anni di più, mi accorgo che, seppure non esattamente coetanei, siamo dello stesso tempo. Certo, il tempo è una misura che ciascuno ha den– tro di sè: perciò possono avvenire di simili coinciden– ze, in apparenza anacronistiche. Ma, talora, gli av– venimenti esterni più che le stagioni della vita trac– ciano soltanto det solchi che servono di confine e di barriera. L'altra guerra fu uno di questi e Bo giusta– mente osservava che i movi"menti d'avanguardia, che risalgono alla fine del secolo scorso ed ai primi qu.a.t– tordici anni del nostro, si arrestano con lo scoppio della guerra. E coloro che erano, se non adulti adole– scenti nel 1914 e poterono vivere quegli anni restaro– no pur sempre diversi dai nati dopo o da coloro che er.ano troppo giovani perchè quegli eventi potessero far presa su di loro. Così è accaduto con quest'ultima guerra: e si è partecipi d'una mentalità oppure d'un'altra, secondo che da ragazzi s'è avuto a che fare coi soldi oppure con le lire di carta, che si è spasimato dietro a una bicicletta e 11 riuscire a pigliarne una a nolo ha rappresentato il traguardo più ambito, oppure si è riusciti ad avere, giovanissimi, la motocicletta, e così tante altre cose che ognuno può ricordare, degli anni prima del 1939, e se non tantissimo assai dlverse da oggL Chi è padre, paragoni la sua condizione a quella dei suoi figli, ora, e a quella presumibile tra qualche anno. Forse nel passato non era così; ma oggi i veri solchi, tra le età e nelle età li hanno scavati le guerre, collettivamente vissute e patite. Le divisioni tra un secolo e l'altro, tra un'epoca e un'altra, sempre fitti– zie, ed anche quelle tra una generazione e l'altr.a. sono assai più sfumate e graduali di quelle che una guerra moderna ha potuto e potrebbe creare tra le genti. MARIO PICCHI •. I La FIERA LETTERARI~ LA MACCHINA DELLA VEIUTA' * a paura * di ELIO TALARICO Pa-g. 7 .~~. linee italiane per tutto il mondo .,,.... '.ij r T A L A NORD. SUO E CENTRO AMERICA NORO SUO PACIFICO LLOYO TRIESTINO , INDIA• PAKISTAN .. ESTREMO ORIENTE. AUSTRALIA SUO AFRICA • AFRICA ORIENTALE f OCCIDENTALE ADRIATICA EGITTO. \.IBANO .. ORECt•. CIPRO T u Re H I A - I s R Af L e • s I R I .. - ~ A R N E l't o T R R E N A SICILIA - SARDEGNA .. CORSICA • MALTA - LIBIA TUNISI .. MARSIGLIA • SPAGNA .. NORD EUROPA UFFICI E AGENZIE OVUNQUE

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