la Fiera Letteraria - XIII - n. 16 - 20 aprile 1958

:Pag. ~ LA j,' 1.1,, H A L 1,. 1 l' 1,. .I{ AH 1 A GALLERIA DEI N ARHATORl ITALI AN I * ario·Pomilio:"Il cimiteroe Domenica 20 aprile 1958 ■ 1nese, de ria tra le b1accw. e m– tanto Si logora ne:J aucsa, o 01uttosto m quell ans1eta che accompagna Iatte.sa e rende fiacchi e nervosi. e che era tanto p1u forte in me che da mesi. da quando .:1oe e10 arrivato a Bruxel– ,cs. non rlwic1vo p:ù ad ar– rlschrarm1 con una donna aenza fermen... prima un orobiema e senz• nmp;an– i;i:erc entro di me le donne delle mie parti. quella do– ~11ità un po· ritrosa, quel ,oro segreto languore di de– s;deri che per mc erano Ja form_a stessa della fcmm 1- nilita. E adesso. con Inge, ri– schiava d1 cap1tarm1 lo stes– so. Avevo d1 nuovo posato la mano sulla spalliera del suo sedile e continuavo fur– tlvamente a sbirciarle: ed è stran_o studiare !"espressio– ne d1 una donna mentre si sa ch·essa si sente osserva– te. e .lo sforzo che fa per controllarsi. o per mostrar– Si quale vorrebbe. da al suo volto un che d'indtft:so. Jo mette a nudo assai oiù d! quando è oi_cnamente spon– tanea. Cominciavo forse a comprenderla: doveva es!ie– rc. la sua. une natura pron– ta aa:li slanci. sopraffatta e Inibita da una fon.a di vo– lontà che non dipendeva dal!a sua indole. quanto dal cli~e in cui era cresc:u,a. dai modelli - o da 1 miti - a cul era stata educata. A f1:1na di re,tue padrona di se. non saoeva oiù esser libera. A furia di voler ap– o~.rire virile. non sape\'& çm1. cedere alla tentaz:one. cosi femminile. di creare intorno a sè un alone di <rjmpatia. o di cercare nella tenerezza uno sfo~o al sen– timento. Senza dubbio. do– veva soffrire. Anche o:a. sembrava obbedire a una specie d'oscura tensione. che rendeva angoloso un pro– filo che p_oteva essere pie– no di grazia. Dipendeva solo da lei? Dipendeva solo dal suo strano istinto di difesa. o dal fatto che. senza vo– ~erlo. l'avevo int1m.1d1te? O ti sentirle lo straniera. Mi inibiva _a mia volta. impe– dendomi. m quell'ora che pure era dolce. con la cam- 99gna che si faceva buia in distanze e il cielo Intimo so– pra di noi. di sfiorarle an– che solo I capelli e cercar le parole che avrei dovuto dirle? 'Era difficile, del resto. tro– vare ormai il tono giusto. Poco pnma. elle porte di Boulogne, s'era accorta di come tacevo. E allora s·era voltata: e Suvvia. non vorrete mi– ce che ic pensi che siete deluso!». e Deluso? E di che? •. e Ma df me. naturalmen– te•. E nel dir ciò aveva sor– riso. E nello scoprire in fondo ai SUOì occhi la mali– zia fresca dei suoi venti anni. avevo riflettuto. per Ja orima volt.a, che non ave– vamo I stessa età. Etaole.s non fu all'inizio che una nicchia di luce per entro il chiarore bluastro delle notte. Poi la strada si affiancò al fiume e ell'im– provviso. senza accorgerce– ne. fummo a1 centro del villauio. tre la racciata di una chiesa e le murate dei barconi in riposo sul fiume. e La Canche ». disse In- ia:e. e Di là c'è la pineta. Vo– lete fermarvi oui. o prose- 1miamo fino a Paris-Pla– n:e? ... e Qui. se voi lo prefe– rite». e Oh. si. sono stanca. Ho I le spalle a pezzi. a forze. di 2uidare ». La nostra auto girò pian piano -;otto un arco. pene– trò in una piazza, s'accordò a un'altra macchina in so– st_a di fronte a un albergo Pili locanda, a dire il vero, che albergo, col suo odore familiare di cucina e di ce– ra misto a un che di stan– tio. come di legno vecchio e umido. Ci avvolse. ouelln odore, non appena varcam– mo la soglie, mentre il cam– panello d'avviso. alle nostre spalle. continuava a trillare. La oadrone era però già nel vestibolo. e andò subito a issarsi dietro il banco. Al– ta. asciutte. cordiale, si stro– finava. osse.rvandoci. le ma– ni sul ventre. con sulle lab– bra il sorriso assuefatto e materno che certo ri!=erva– va ane eiovani copp!q: Volete una stanza? ce n'è una molto bella. Un bell'armadio. un grande let– to•. Parlava Quasi cantilen– i tand_o. e Con la doccia », soggiunse. I Io mi voltai indietro a guardare Jnge: la guardai I in un :erto modo. Lei eb· be un .ittimo di perplessi· 1tà: poi ;omprese e arrossì, ,di -JUel ..uo .-ossore grave e .stupefatto che aveva la vir· tù di rendere infantile il I suo ~•:.lt~:o. due. due stan· l ze ,. Bene», Jisse ,'altra. E' naturale ... ». E rimase pet qualche istante a scrutar!• con unr sorte ,.!·... benevo.>la. divertite' 'Jmerlà « Siel€ belga, non è ve– ro? .. Ho visto la vostra tAt"" ga. Fiamminga, senza dub· bio. Si vede Ho sempre molti belgi_ sapete, Qui in l alber20. Molto ,l,(entili. mol– to ammodo ... ». Preferisc ono Etaples a Parl s--ple.ge : è naturale. non è così sn ob ..•. E per Qualche tempo, sen-

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