la Fiera Letteraria - XIII - n. 11 - 16 marzo 1958

• LA FIERA LETTERAR Anno XIII . N. 11 S-ETTl'/11 AN A L DELLE LETTERE DELL A RTl E DELLE SCJENZE Domenica 16 marzo 1958 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VI CENZO CARDARELLI, QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMlNlSTRAZIONE: Roma - Via di Porta Castello. 13 _ Telefoni: Redazione 555.487 _ Amministr. 555.158 _ PUBBLICITA': Amminislr.: e LA FIERA LETTERARIA> - Via di Porta Castello, 13 - Rom~ - TAR.: CommcrciaLi L. 150 Editoriali L. 80 al mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 _ Semestre L. 1.400 - TrimesLre L. 750 _ Estero: Annuo L. 4000 _ Copia arretrala L. 100 - Spedizione in conto corrente postale (Gruppo 11) - Contocorrente Postale n. 1/31426 IL LIBRO DI Cl"f SI P,IRlA * Raccontidi Malaparte * di /?ERDl1\T,l1\IJ)O 1·,nn,.1 I racconti italiani di Cur- Senza dubbio Il primo rac- to e apparentemente denega- zio Malaparte che appaiono conto della raccolta "'La to, il suo Hallanismo piutto· in questi giorni in un ·volu- Maddalena di Carlsbourg • e sto d'occasione e di maniera. me dell'editore Vallecchi rac- un bel racconto, un racconto un certo sottile dandysmo, colti a cura di Enrico Fai- vivo. commosso di quella com- !orse non sempre autentico, qui, ci offrono - a meno di moz.ione che è quasi sempre l'ambiguità sottintesa di un un anno dalla -norte dello il segno di un'esperienza ve- gidismo che era un po' nel– scrittore - una sua C!siono- ramente vissuta. con una fi- l'aria dell'intelligenz.a lette– mia letteraria che se pur non gura femminile osservala nel- rnria europea tra le due guer– si discosta sostanzialmento da la sua amara verità e dis• re. Scrittore di origini com– quella ormai acquisita in vi- simulata con pietosa eviden- posite. è proprio il suo ca– ta dall'autore di Maledetti to. za. Meno dirella ci appare maleontlsmo. una straordina– scanl e delle altre opere che Invece !'!spirazione del sue- ria capacità di mimetizzarsi gli avevano aperto la stra- cessivo • La figlia del pasto- sotto i più diversi aspetti. che da di una rinomanza inter- re di B0rn "· storia nordica si rivela la versatìlìtà del nazionale, gettano su di lui, nella qual< sono evidenti le Malaparte, ed anche la sua sulla sua formazione, sui suoi derivazioni da una letteratu- intelligenza. che era un'intel– gusti, sulle inclinazioni del- ra naturalistica scandinava in llgenza felicemente mimetica, l'uomo, sulla stessa avventu- Jacobsen. in Ibsen. in Str!nd- ci appare oggi come una del– rosità della sua letteratura. berg. in Hamsun sotlC' la qua- le più ricche di dispon!bi– una luce particolare che il le tuttavia serpeggia proprio lltù Corse anche per un in– lettore ritrover:.) forse assai n calvinismo originari,. del nato spirito di avventura in– più nelle ingenua:ì. nei con- Malaparte. In Donna ros• tellettuale: i suoi atteggla- 1rasti, e persino negli stri- sa tornn invece la llmpl- menti verso i problemi del dori delln sua prosa. che non,da ispirazione. il vissuto sen- mondo contemporaneo e verso ______________ s_"_"_•_'_'"_'_'•_•_'_•_A_,,._._"_"_''•_"_·'_''_c_at_,,_._"_'·_· _ _ _ _ _ _ ,~~~e i:or;rr~ù /~r~i~.e.s~~~f~ ~ipa~~;o~!~ Pd'~P~~~ f~s:a1;~ !~:~:;sac~~\~~JJitl~l~~no &~~lt~ che Malaparte appartiene più I non provinciale, non becero &trapaesanismo e .il suo euro– all'epoca, al secolo, che alla {nonostante taluni atlege"!a- peismo. il suo illuminismo in ALLA '"SCALA., * 1)1 JIIILANO letteratura e alla stessa cui- menti). non linguaiolo, mn tura. Se mai alcuno non fu aperto allo cultura europea. chierico - anche e soprat- sensibile a quanto accade nel tutto nell'accez.ione oendlana mondo e pronto ad ogni espe– di questa parola - colui fu rienza. E anchP in questo rac. FERDINANDO VIROtA Cnnlo Malaparte RICREATO DA PIZZETTI Malaparte, nel senso almeno conto .appnre il giornalista -con che probabilmente. in vita, un acuto senso della realtà, non venne nemmeno !onta- ca.pace d1 risalire dal partlco– namente sfiorato dal dubbio lare al generale. sem.a tutta- di operare ogni giorno un v:a alcuna ~eneraJi7.zazlonC' tradimento dell'intelligenza, e teorizzazione. e giornalista non tanto col rifiutarsi ad nel miglior senso della pa– essa, quanto con il suo costan- raia. in quel sensò cioè che le impegno di farla servire apre al ~iornalismo. ntlrJ1- a se stesso, di ridurla alla verso la testimonianza me– sua misura. mori.:ilistica e narrativa di « ALMA PRESENTf: » DEL POETA GITA O * .I'" Assassinio nella Cattedrale" Jf di J<)MJLJA Z.\.l\'ET'l'I E' ormal pressoché ,uogo un'epoca, le porte della l<'t– comune · ridurre Malaparte teratura. E qui è senza dub– quasi ad una sorta di D'An- bio il Malaparte che forse nunzio minore-. di un Ariel domani le~geremo a preferen- . • . . . _ dimidlato. ma forse nssai più za di quello che cossono rl- Laur~ato _« honort.s causa)> nale. siamo già passati sul· ufficiale per diritto d'ongine. voluto dimenticare l'antico che quella del poeto delle velarci altre sl.'le opere, un da.I U111vers1tà di Roma men- terreno del compositore, Ov- Ma di fronte a questo, il co- zelo di cancelliere del re di Laudl. la sua Immagine pre- M.:ilaparte conscio del suol li– tre :,tava per andare in scena vero del come la tragedia l'O promosso ~d altro prota- Inghilterra divenendo pasto- senta alcunché di shelleyano miti quali la fantasia poco alla :Scala l'• Assasslrno nel• da m prosa che era sia mu- gonista per v1r1ù di musica. re d'animc e in quella veste o di byroniano, o di prero• Pstesa e alcune d!fficolli, la cattedrale•. pare che Eliot tata ~n tragedia per musica Polchè per importante che riprendere ~opo 7 ann.i d'es..i• mantico con tutte le compo- espres,ivt" J>ai1icolari della non abb!.a potuto re<:ars! a e in musiOil quale l'hnTlnO giù fos!v• in Eliot, è con Piz- Ilo la mles1one pac1(1ca cul nf"nli illum,.,, ,::eh" satanisti- sua prosa p:uttosto povera Milano per una indispos !z.lo- ammirata persino gli anti- zetli -. anche a .prescindere era stàto dcst.mato, senza pie- che libertine :he ur:i tale a- nel lessic~ e ne! costrutti. ne della quale gli auguriamo pjzzettianl. Il che si constata dall'aggiunta della cor!Jea - gare né a minacce né a Iu- spetto della sua fisionomia per--quelle che furono Jc sue Si sia ipresto ristabilito. Non- ancor meglio badando al mo- che il coro si acterma essen- slnghe nel difendere la so- comporta, e con la relativa 11mbl1.loni successive. la sua dimeno spiacevole quale sem- do In cui la coscienza di aver ziale, dapp'rima in contrap- vranitò spirituale della chic- letteratura che vi é connes- scarsena di estensione. e cht= brò dapprima l'assenza. do- da servirsi di un altro !in· posizione alla fjgu1·a di Tho- sa di Roma. Salvo che an- sa. Quando si legge Kaputt appunto per questo riesce o veva risultare alla flne tem- guagglo ha provveduto a mas Becket, poi n dar ra- dando oltre la sua morte lo o La pelle non si può rare a tenere II racconto tutto nel– pesLiva e, involontariamente modrn<Xlre Je articolazioni in- gione e misura di lui. oriz.z.onte s'allarga, Lungi dal meno di pen:iare ul Dlvln l'umbito di quel limiti. aiu– o meno. sagace. In occasioni terne del dramma e partico- Dìversamente da altre vol- restare sacrificio ero!co, mn Marchese e al romanzo nero fato in Questo dal gusto na– del genere se si desidera sin- larmente a ridistribuire i te. il compositore ha taciuto vano, almeno nel senso ter- inglese del secolo XVIII. Ma turale delln sua tosc.anltù. E' ceramente lo scrittore alla ri- ruoli. In parti subalterne. ar- sulle cause che l'attrassero restre, s'apprende infatti eh.e sino a che punto. ci si do- Inutile agglungel'e che l'abi– balta vuol dire che conver- fiancate si delineano i tre a dRr vita sonora a taU per- dal sangue d1 Beckett fiori, mnndn, tutto questo è in lui lltò letteraria. lJ gioco del– rebbe se ne allontanasse Il Sacerdoti. Disciolti per quan- sonaggi. Nondimeno vi è da tra penitenze e diseolpe, l!n.a soltanto attegg!emento. '.ettP- le mistificazioni nel quale 11 musicista, uno dei due es- to possibile dalla rete dei credere che se agi la crea- tregua d'~rme ~ una pac1t1- l'atura, 1'.ompiaclmento cere- Malaparte fu più tardi uno sendo d! troppo. Laddove. i! simboli e dalla Jntrospezione zione del poeta, ebbero peso caz.!one dt cosCJenze restau- brale e sino a che punto In- rlci olù esperti tra gli scrit– per conseguenza diretta, tra i psicologica. i quattro Tenta· eguale e forse più decisivo ratrici del principio che ·10 vece. corrisponda a quaÙ::osa lori Italiani contemporanei, dati di !atto della riuscita tori meglio rappresentano, il fatto storico in ~é e le Arcivescovo aveva fecondato di vivo o almeno a qualcosa non toccano ancora in questi dell'opera che Pizzetti ha de- grazie al ben stagliato pro- conseguenze derivate da esso. ~on la vita .. li poi,, donde si cui egli aderiva con maggio- racconti in gran parte giova– rivato dalla tragedia elioLia- filo sonoro, gli stadi di una A tutta prima il 'Tledioevo 1llumlna e s1 convalida anche re spontaneità? E sino a che nlli la lineare ispirazione da na, sta appunto la reinven .. vita umana e i suoi dissi~ scnbt'O e subdolo assieme. l'acume iella ;celta ,lzzet- punto tutto questo si confa- cui essi muovono e non la z,ìone della medesima secondo mili rovelli. Mentre non v1 rievocato nell'• Assassinio• t!ana. ceva veramente al suo cara1- lnauimmo. anche se non è un passaggio di proprietà as- è modo dì equjvocare né sul· presenta scarsi punti di rac- Asse~te !_'amore dell~ don- tere di scrittore e non er.a molto d(trlcile scoprire qual– sai 'più categorico di que!H la funzione del.!ìAraJdo. né cordo con qoello passionario ~a. q.uiv1 s1 a-pprofond1sce_ la piuttosto gioco e m.istiricazlo- rhe traccia di letture ab!l– che si regolano negli accctrdi tanto ..meno sulla missione e sentimentale cui s'jspirò 1dent1tà di amore-sacrificio ne, bisogno innato di épatPr mente mimetizzate (per Il prl– legali. Pas~aggio che quan- ribalda dei quattro Cavalieri ripetutamente Pizzetti. La dominante il mondo dei sen_- le bo11rgeois? E un tal blso- mo in modo particolare è do effettivamente sj verrnca esecutori dell'assassinio tra- lotta [ra il ipotere regio e il timenti di cui parla tutto il gno non poteva nascere al- evidente più d'un.a situaz.io– pone i letterali in sottordine, cotanti sin dal primo ingres- potere religioso ha ben po- teatro e p0S:siam dir!! la mu· lresì da inibizioni più pro- ne simile nel racconto d! e non per uno snaturamento so in scena. studiatamente che corde afrettive In con- sica di Pizzetti; non senza; fonde. da un certo calvinismo l<uprin, La strega: mentre nel della loro creazione, ma iper- prosastici e ambigui allor- franto alla pa·rabola di col- forse la consapeyole1.z.a d! che affiora impensatamente secondo si è già detto di am– chè un'altra ne è nata. arbì- chè. dopo l'uccisione, badano pa e di redenzione di un Fra' una purificazione dei su01 talvolta, sia nella vita che nità con scrittori nordici e tre le Muse. al cui volere a scaricarsi della colpa co- Gherardo o alla divorante stessi fantasmi di riflesso al nella letteratura, o magari nel terzo non è dif(icile sco· un poeta. specie se anche me di un cieco dovere che ambiz.ione materna di VijnT)a clima effettivamente reli,gioso anche <la un moralismo catto- prire qualchr parentela he– acuto critico come Eliot, ce- a forza di casistica politica Lupa. Né l'interpretazfo.n.e ·di Più a: fondo del tema spe- lico, savaroliano. che vi as- mingwaiana) derà con maggiore genero- potrebbe anche stravolgere taluni -storici per cui inveCJ! ctflco. Nell'universalità _sce- somma. talvolta In modo im• Quanto ai racconti succes– sità e intelligenza di altri uo- in suicidio della vittima per che un delitto di st~to. voluto 'Vra. d'ogni egoismo che vi a~• pens~to. dal fondo del suo ca- sivi, uno dei più malapartia- mini di lettere. • infermità mentale,., Con i da Enrico Il Plàntagene-to.. .sì sume la rtne viole~ta e_umt· rattere? ni nel senso più schietto di E' noto che con l'c Assas- quali Cava I.ieri termina la trattò di un eccesso di zelo le di Becket. spogl1atos1 iper- Problemi occorre dirlo questa parola nel senso cioè sln;o nella catte~rale • si dà ras~egna dei .perso1:a~gi. ~-i: di cortigiani brutali. n_n~tas~n_o • d_ell'amblzio!le. al .mar- pressoché Ìnsolubili. Ma. co: che pur non i'mplicando il rl– la seconda eccezione alla re- nori. Costretti quasi a1 1lm1t1 granché ~l fatto de1Pucc1S10· t11·10 nmettèndos1 m Dio. E; me dicevo. sono proprio que- conoscimento di un'assoluta gola osservata da Pizzetti di del quadro o sul fondo. nel ne dell'Arcivescovo· di Can- n'è sort-e onnh.falrnente. onas1 sti Rd.cconli italiani nella ol'lginalità. esso corrisponde pr<.vved.ere al frsto dì ~utte le semplifì_cato ~essuto det dram- !erbur:v_ nella sua catted\ale E~HLIA Z,UlfETT1 matgìor parte già éditi in assai piÙ di .alt.rj , ,realiz.zan- &ue opere. Ma considerat~ ma, essi lasciano avanzar": lo 11 29 d:cembre 1170. Trafitto tempi diversi, a proiettar(' dole almeno In parte, alle d,1 vicino si, avverte trattarSJ Arcivescovo, il protagonista di spada soltanto per aver (Cont.lnua a. par. 2) sullo scrittore una luce nuo ambizioni de J lo &crittore di eccezione relativa. minore va e diversa. anche se sostan- quella soprattutto di esseré certo di quella oflerla con zialmenle la sua fisionomia l'interprete sottile di talune « La Ciglia di Jorio "· tale in- rimane quella del Malaparte, situaz.ioni dello spirito euro- somma che non risulta ecces- per così dire. tradizionale. peo. è senza dubbio e Storia sivo continuare a parlare del Fnrse nei primi selle rac- del cavaliere dell'albero"• compositore librettista. Della cnnli. che sono quelli che racconto in gran parte alle- tragedia più volte rappresen- aoparvero in volume nel 1931 gorico il cui schema non è ta in Italia sussistono ._l'os- sotto il titolo Sodoma e Co- difficile ritrovare in parte satura generale. il taglio e morra sono ; ;:,iù veri e i più nella narrativa dell'illumini- il seguito degli episodi co- genuini .ii :utta ·•opera di smo francese e inglese di cui stituenli i due atti, la sostan- Malaparte. r.uelli. almeno. ,·ei il Malaparte era stato negli z.a di fondo dei concetti e quali le sue .-::,mponent: :;o- anni più giovanili un attento delle immagini. In breve,. la no magglormente ,-11iegate e lettore. sino a identilicare in intera •favola"· per cli'rla le stratificazioni etterarie essv •Jna parte non piccola con gli antichi. Dei quali meno mimet!zzate. r.rn anche, del r ..10 .nondo Su questa però Pizzetti ha esemplato an- nel tempo stesso. assai .,iù stessa linea sono alt.resi i che il criterio di tagliare. e espliciti nel lorq ritmo e ne1 racconto • Il Moro di Comac ri!ondere risolutamente; m- loro sviluppo narrativo. e as- chio • dove l'inclinazione al dice tipico il caso del ser- sai più di Jltri rì.;pondenti al- legorica si incontra felice mone dl Natale. che s'apre la sua caratteristica e in cer- mente con l'italianismo. o me- si e s: conclude conforme to senso dilettantistica eclit- glie con l'arcitalianismo del all'originale, ma !a post~ a!- ticità di letture e clj g11sto chP Malaparte. 1ntesa questa pa• l'orchestra sola quando 11 d1- testimonia altresì di una sua rol; come testimonianza di scorso s"addentra ad illustr,a- inclinazione europea, in lui una visione tutta particolare re nella Messa il messaggio assai più viva che "non quel- cU quell'Italia popolare, •bar- di Cristo. Così ,portando al la italiana, o meglio strapae- bara•. controri!ormisticamen- culmine il principio dell'al- sana. Si può aggiungere che te repugnante ad una cultu- tra dimensione imposta dal- in questi primi racconti il ra europea moderna e sensi- la musica rispetto alla pa- giornalista nella migliore ac- bile piuttosto ai richiami di •rola e delle diverse possibilità cez.ione della parola traspare una sua antica tradizione che che quella offre. Lo stesso assai più che non il letterato doveva essere l'Italia • Stra princ:p;o che oltre a sugge- e traspare assai più che non paese• e • Il martellaton. rire di versificare la tra<iu- :n altre opere successive co- della vecchia Inghilterra• zione italiana di Mons. Al- me Kaputt e La pelle nelle mentre in • Sodoma e Go· berte Castelli. ha indotto il quali il giornalista è assai morra" si fanno assa, pil• mus:cista vuoi a ridurre le più manierato e guastato da evidenti che negli altri rac evasioni liriche, vuoi a scor- una letteratura. da quella Jet- conti i richiami settecente• dare le pagine drammatiche, teratura che in uno dei suol schi. le •letture e le ispira- vuoi soprattutto a lavorar~ camnleonteschi (e non si an- zion! illuministiche l'incrocio di forbici nella dialettica di netta a questo aggettivo al<'un tra romanzo allegorico e ro- Ellot: accaU:vante quando la senso dispregiativo bensl il manzo nero. non senza qual- Si reciti. ma che non poteva segno d: un atteggiamento di che concessione all'antilibera- non divenire un peso morto cui lo stesso Malaparte non Usmo proprio dell'epoca, cioè intonata in canto. e intoUe- mancava di compiacersi. sarei prestandosi a un giudizio il'o- rabile tanto più per un m~- per dire il . suo dichiarato, nico ~u quell'illuminismo di sicista che ha voluto nuova- troppo esplicitamente talvol- cui riprendeva e ammoder- mente a base della propria ta, cagl!ostrismo) mut.imenti nava i modi e le forme ca- poet!c.a la musica • serva del- aveva lnelo5sato come un ab!- ratteristici. l'orazione o con questa to atto a procacciar!:{:: quel In questo racconto si av- idealmente congiunta. Non successo che. dopo D'Annun- vertono più che negli altri acc'.denta:mente :nfatq nel- zio.. e~li è. 5tato Corse l'unlcn tutti gli incroci letterari e LORCA -RESTITUITO alla sua lezione più certa * di Gl(JllGIQ C1IPRO,l'I Se \a memoria non c"lnganna. e senza In minlmn pretesa di offrire vino bibHogra• fia eYOtl,a e completa, u-n primo Lorca lt.tli-ano (la oultu1'3 1t.:rHana è a'l'l'av-angua1·– cko per prontc1.z.a e i'l'lte1Hgcn7J3di con11tii– butl ve1,so il gNJn-adino) cc lo consegnò proprio Oreste Macd, presentnndoci in Corre11te (M·i'lano, 15 giugno 1939) una versione metrica dell'Ode o Salvador Do– li, cui seguirono nel '40 le Poesie (sola versione, Guanda edito,·e) a ouro di Car– lo Bo, e nel '42 (in pieno Anno XX, VI dealla morte del PoeLa) Boda,s de st111gre, più Il LI.anta por lgndcto Sa. nclt.ez Me;ias e il Didtooo del Ama-rgo, nena traduzione di Eilio '/ltt:orini pe1· i'« Universiale Bom– pianl "· Non restammo cosi distralll da non 1,ac– cogliere, dopo t,ali p1,ime prove di [or7.a della nostro lingua a confronto con l'ir– resistibile spa·gno'io 101·ehiano (• 'lln segre– to sapore della pa"rdla che, ,anche In Spa– gna - scrive J'OSé M. V,a•lverde nella sua Storia detta Letteratura spagn<Xa: Ediz-io• ni Radio Ic\.aUana- possono avverb:irc pi~niamente solo quelli che han'l'lo avut-o l'esperienza del dinguaggio meridionale•), le successive prove aut-orevoll, e in primo luogo ancol'l3 le Poesfe a cura di Carlo Bo (con aggiuno\Ji i testi e accresciute nelle vaTie nisLam,>c del '43, '47, '49 e '52), Don– na Rosita nubi-le e Mariona Pinec.Lo (ri– spetlt.ivamente appa1-si da 01.l'a'Tlda me! '43 e me! 1 46 nella t..raduz.ione d,j Albertina Baldo, con ,st,udi faLroduttivi del Mia~), una Antologia. Li1'ica a 001.-a G.M. Be11tini (AreLhusa, A9li, 1948), e .in!ine (Gua-nda, 1949) Canti gitani e prime p0esie a cUT'0 cbi Oreste M:acrì, ohe aw..anto ineUe ,succes– sive edizioni (!!no a quest'ultima che è la V, Guanda, 1957) 41 • titolo ,più ,sempli– ce ipiù concreto dri Canti gitani e andcùu.3i, dove i due agget1i~ si -sono inconbrati nella realtà umana e ,poeLioa dell'ispiTl3· i.ione l'>rchi,ana •, in9ieme con U TeatrO curato da Vdttorio Bodin.l (E>inaudi, 1953), e con le stesse Poesie scelte e presentate da Bo (,il quale ha raccolto -anche •le Pro– se, ValJecchJ, 1954), vengono a costituirsi aggi pa'11f.edi un corp-u.s che - per mole e per ~-ntelligenz,a croil!ica - si erige nel panorama della nostra viva cultura come il più generoso monumento onterto d-al cuore e dall'intelletto d'un popolo al più aventuradc (11onstiante quel!.a morte) dei poet' d·el nost>rc. secolc Ma a render più pre2,iosa anco1·a e an ... or più necessaria questa V edizione dei Canti locMani (dhe sono, come 9i sa, una laTga scelta antolog,ica non dal solo Ro– ma.-n.cero gita.no, ma - secondo una linea costruttiva non cronologica, bensi paralle– la a un-a pa rtiicola re • idea di svi! u-ppo • - dall'~ntera opera ipoetica di Federico Garcìa Lorca), vi è un'ialtM 1,agione di più -stretto interesse scienti!ico, tale da sc,pravanzare il puro e semplice avveni• mento della ristam-pa, sia pure accresciu– ta e riveduta di un g.ià lodevolissimo sforzo critico t: Cilologicc <il integrale ,re– stituDione interiprebaziorrt grazie ~vprat– turtto alfa chi,a.v(:: offerta da.i vari saggi lntroduttriv:i e da!l',a.ibbondanz.a de!Je noti– zie bibliografiche, ira-paragonabili, per do– vizia, al • mateniale" precedente. Fino -alla IV ed,izione dei Canti, infatti, il più autorevole testo orLgi<n-aledi con– fronto restava quello (1949) della Edito– ria.t Losada òi Buenos Ayres (Obra.s com– pteta-s, a cura di Guillermo de Torre), con-cordemente giudicato dagli specialisti • gravemente difettoso nelle ind•ioai,ioni delle Conti•, e ricco di scorrettezze (molte d"elle qu-ali indicate ora puntualmente da Macri), tanto da farci dubitiaTe, a ogni pie' sospinto, dell'autenticità della lezione. La giustifica7'ione prima (la n~essità) di qu-esla V edlz:lone, vn dunqur <°'e'rcatn rn una J'lagione maggk>re, e g1usta,ppunto ncl\'iappa'ri-z.lone (nel 1954 una rprlm-a vol– ro; nel l956 in segu,nda ed.iciòn aumentada) delle Obro,3 c<>mptetas presso la Agullar di Madrid (RC-copito.ctòn 11notas de Artu– ro det Ho110, pròlogo de Joroe GuHlén, Epi!OfJo de Vi.cente ALeixa.ndre). confor· memcnte ,allil qua-le ~anche se neppur es– sa per!ettra, ,pur segnando • un progresso notevole per una maggior certczz.a. dei testli •) i ta<;t\ stessi, e di conseguenza le tiiaduzlcm.1, S'O'llO sta1.i corretti e ~umentati. come, clii conscguen'1J3, si sono lntegrote e pcri!e1jonate [e not.e. Dopo la ql.l'al tirata, pUTamcnte dovere• sa da parte di ogni semplice cronista di avvenimenti fotterori, ci sia consentito di distenderci un attimo sulla soUice pol– trona deJ'iinev.ìtabile -retorica (e mal poe– ta ne generò ln maggior copia del\'anti– retorico Lorca), iper dire come -alfine il cuerpo ausC-n.t.e del gr,anadino (tale lo sco– po <Jel n~ro facile e wloce e;:r ;çu.HU- ll) davvero non potrebbe desiderare in CX)Sa nost,r,a, oMo sbaW attuale dei !atl,,i, un'a[. ma presente più per,fetta di quella C'hc gli st.udfosl ita1ia'l'l!i (e ne '3bbiamo tralasciati bantl, da Salmì al giovane Tentori, i quali su di lui in più d' 1 un modo cl hanno iHu– minato) sono riuscitl!i 0 far circolar viva, salwndo d'accento più mtlmamente ge– nui!no di Federico dalle a-idicole ripetlz.io– ni (rifare Loroa è dmpossibile se lo si guarda ~n ~coiat.a, senza una particolare storia diebro le spal1e e una precisa lcrra sotto i ,piedi: \.fflica condizione perchè ter– ra e storia Si univel'93.'Hzz:ino) di coloro che credono d'e.verlo scoperto per primi oreando il lorohismo (,il verso di Lorca (a cosi presto 0 diventare moina insop– portabile ,tolto alle sue lf'3.gioni profonde). e cioè la ipiù stucchevol1:: 11>iagadel nostro dopogueri1a. Pér cui, •la.sciando volen-tJieri agli .speda– Ji-sti il compito di pesare grammo per gnammo i risultrati 'l"aggiunti da Macri, da parte nos4'ra contentri..amooi di concludere che noi non riusci.remo mai a parlare di un'opera come que9l.-a, così come non ci salterà mai tn mente di iparJ,are (non sal– terà ima·i rin mente Q nessuno) d·i tutte qu·elle persone o !iart.t.i o cose che, nel mo– do ipiù inatutia:le del mondo, hanno finito col diven-taire i componenbi del nostro me• desimo esserE, Giacchè questi Canti OHa· ni. e a,nda.lusi inon -sono, per neri, 1.1nlibro. ma precisamente sono la persona V'iva (,il megloio delira persona viva, secondo l'intel– ligen~ e J''clmore e la g:uida di Oreste Macrl) di Federico Garcia Loroa, vale a dire d'un'aoima che ha 18\/\.lto la singo1'are ventiura( come non è ,sempre accadùto a poelli anche più gra'lldi) di costiitruiTsi par– te della 'llostma medesima Q11'Ìma quotidia– na, e giustappunto il'rull'ica ,parte c,allegrr,a•• baie da oonfortrarci 011cora a credere, in questo ventesimo secolo di minacce e d1 oscure ,paure, ne'lla bontà nel bonus ina– lienabile) dell-a viva vii.ta . Ft'a tian1e desorizrloni superbe e dissol– venti della nosbria iisica e meta!,i9ica con– dizione, e fra tante supeiibe e apooa'litti– che rappresentazioni del nostrro destino, C-m-cìa Lorca oi ha infatti lasciato (lui • arabe espafiol •, ma dn modo cosi diver– so ci.a Ma-nuel: lui andaluso e panig,!no e newyorkese, ma rprimieramente spagnolo seni,a nazion,a1ismì), e in premio d'u'Tla fu– cilazione ch'è soltianto il macabro fru1to dei nostni macabri errori, una testimo– nianza (qualcosa di più d'u·n 're"stamento) che né ~'I. tempo ,né la cattiveria (né l'age– vole epigonismo) potranno facilmente ap parmiare. GIORGIO CAPRONI l'accennare al processo di rje. scrittore italiano a const>- culturali del Malaparte, il suo labo.ra~ one &ubi-to dall'origi- Jldcbrando Pizzetti e Gianandrea Gavauenl dun.nte una pron. gwre. europeismo talora rovescia- .._ _____________________________ -I

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