la Fiera Letteraria - XIII - n. 10 - 9 marzo 1958

Pag. 2 LA FIER LETTER RIA MurilloMendesper Ungaretti (Contln~ paf. 1) i~piraiione e di fantasia C"he sono proprie dei poeti. Per Suo mez.20 molti fra noi hanno imparato o co– noscere un'Italia diversa da quella che si credeva di co– noscere, un'Italia più vivo, duramente provato dalla n~alto politica e sociale, un'Italia. che non solo Ci ha dato con Petrarca i moduli della canzone e del sonetto, ma da cui ci viene anche la lezione di una letteratura acre, ispirata dalla storia e dalla. vita, un'Italia che ci ha insegnato a guardare oltre a tutto la terra ed i suoi problemi. E' motto s1gni/icatiuo che dopo tanti anni daUa Sua partenza dal Brasile, l'Uni- 1,•crsità di S. Paulo Le ab– bia dolo la laurea ad hono– rem, come a perpetuare una tradizione che non si è in– terrotta col Suo ritorno in Patria. Nella sua opera, caro Un– garetti, noi troviltmo alcune pagine direttamente ispira– te al Brasile, come i tre poemi de e Il tempo è mu– to >, dove sono ingegnosa– mente fusi i paesaggi di s. Paulo e di Roma, o co– me quella e Semantica> cui ho gid fatto cenno, gio– cosa variazione sui nomi delle nostre piante; o come il suo celebre • Monologhet– to > che trae la sua ispira- 2ione dal frevo carnevale– sco di Recife, quello. danza. in cui si realizza lo fusione dell'individuale e dei col– lettivo, esigendo da ogni danzatore una continua ri– creazione, un'iniprovvisa– zione ad ogni momento. In questo poema, quelto stesso che ha provocato una lun– ga esegesi. da pa.rte dt Piero 8igongiari, Lei ha voluto introdurre come documen– to. nella ltngua originale, il canto del frevo: Ironia, ironia, Era s6 o que dizia. Questo accadeva in feb– braio, in quel mese di feb– braio in cui Lei è nato, mese di agguaii e di sor– prese Perché sCo,di Febbraio, alla Cvicenda Più che negli altri mesi Cvigile. Non è questa la sede per T'icercare quale influenza. la Sua opera può aver avu– notevoli poeti moderni. E in to su alcuni dei nostri più. altri casi, se non. provare l'influenza, certamente si potrà parlare di incontri e di. affinità. Affinità ed in– contri con la Sua lirica per cui voglio fare i nomi di Manuei Bandeira, di 0.swatd de Arnirade, di Dante Mi– lano. E il titolo di un libro importante come il e Senti– mento do Mundo > dl Car– los Drummond de Andro.de, 110nci Porta subito alla me– moria U Suo e Sentimento del Tempo>? Caro Ungaretti, prima di finire, voglio ricordare ra– pidamente, non per gli ita– liani che ci onorano con la loro presenza, ma per quelli dei brasiliani che lo possa– no ignorare, sebbene sia noto, ma appunto per que– sto ancor più degno di es– sere ricordato, che il tratto più caratteristico della sua opera è di essere, ancor più che italiana ed europea, opera universale ed umana. Uno dei Suoi più acuti commentatori, Luciano An– ceschi, ci ha. illustrato la imporCanza storica di que– sta Sua opera, che portò un nuovo spirito alla poesia italiano dopo l'esperimento dei crepuscolari. Dice An– ceschi che Lei e ha vissuto nel modo più aperto e pro– fondo il problema della pa– rola poetica italiana>; e da Lei trae motivo per soste– nere che La parola poetica • e parola soggettiva ed uni– versale >, portata ad una e tensione estrema che la colmi della presenza del suo significato>. Anzi, se– condo Anceschi, e lo sfori.o d1 ritroonmento della tra– dizione lirica italiana tro– va nella parola ungarettia– na una ampiezza d 1 oriz.- 20nte che riassume tutta un·esperienzà italiana cd europea, la rinnova con una vioten.za lirica straor– dinaria, e la ricollega ai grandi esempi"; la Sua poesia, egli dice, propone all'uomo nuove ragioni di Vita. E di questa umanità del– la Sua lirica è ancora le– slimone Alfredo Gargiulo quando scrive: • Di alcune aperture di canto, in Un– garetti, si poté dire che ci affidiamo ad esse con l'im– pressione di re.spirare, a ta- le alte22a insolita, quasi col nostro respiro normale>. Caro U,1garetti, nella Sua affermazione det predomi– nio dei valori umani rispe1- to alla tecnica, senza di che sarebbe distrutto l'ordine naturale dell'universo, noi abbiamo la chiave della corrispondenza. esistente tra la Sua opera e la coii:tante nota umanistica della mo· derna poesia brasiliana. Che l'ultima parola spetti all'uomo e al suo desiderio di progredire in perfezione, anche Lei lo documenta nella prefazione al Suo li– bro •Allegria" quando scrive: .. L'autore non ha altra ambizione e crede che anche i grandi poeti non ne avessero altre, se non quella di lasciare una sua bella biografia Le sue pa– role rappresentano dunque i .suoi 1ormenli formali, ma vorrebbe si riconoscesse una buona volta che la for– ma lo tormenta solo perche la esige aderente alle va– riazioni del suo animo, e, se qualche progresso ha fatto come artista, vorreb– be che indicasse anche qualche perfezione raggiun– ta come uomo >. Tutti i Suoi amici ed i suoi ammfralori .sono con– cordi net fatto che certa– mente l'uomo Ungaretti è all'altezza del poeta Unga– rclti: la perfezione formale della Sua opera trova ade– guata corrisponden20, caro Amico, nella sua viva uma– nità. ì\lURlLLO MENDES Le poesie del Tasso (Continua da par. 1) solo spirito, di una sola fan- manifesta la nostra vita sub- . tasia nella quale si uniscono. cosciente. creando per esem- la luc~ per 11Caravaggio. 11 Il Tasso non guarda i suoi pio la selva degli incantesi- ~1!r~~~1·rr~:~cJ ~~~e:oe !~~= ~:r~n~~g~ ~:Ili~ ~~w:tài:1~ cl\~ ~1f~::i:.:d~~f[\!r~~~~ ~lf~io poet~co . tas~esco ci la vita anteriore: non pu~ cere dove era s.tato rinohiu~o b~~ ~~r~~~~- 1 !i~ 11 no c1t ~~~~aerlji ~o~l~~ne~iag~ g~~n\io 5;1i ~~:~~e:~\; Si~~~ rusale~me. e quattro canti pelli infatti mette soprattut- zi quasi per opera di magia della ,Ltberata in Wl~ stesura to in luce la sintassi della cre~ture ~erav ~lio.se e pau- :n::a~\O:;d;1d!i~0art~~u~g~tiJ quale il poeta si servi per d~- ~s~bb?!~'Vu~:;1 1: ~~:ft~; del poeta, ci !a vedere nel re alle. parole. non so~o d!- il Tasso potete ora vedere Rinaldo rl'esercizio del lette- verso nsalto, ma propno dt- nel capitolo su questo argo– rato che cerca una sua !or- verso significato. Sincopi mento degli eccellenti studi ma. narr?,tiva .. e nei madri- apocopi troncamenti ellissi tassiani del Sozzi dei quali gah 1~ ~1ssolu~1one delle !or- eli iiovano: ma anche le va- dovrò riparla:e. T.ante ri- ~e u~!rI~~~vi 1 ~i~~:c;f tri1s~i~ rietà e il t:apasso ,?ei tempi, ~:/~:::i/ st~~r~.s;~d:t:it!~~~ i'aaliro1trnn~;o ces~~t~~n~!~ ~fr pr~~~~f~O sti~~o 1 ,m:~~:tl~ ~v~~e: ~~~Sl~h~ 0 ,!!~~J~~~; zione vi nasce infatti e fiori- costrutti. diremo. polivalenti apre. e non solo in Italia, sce una immagine che non si che dessero ad una stessa una nuova epoca della poesia può dichiarai:e logicamente. e parola diversi significali nel- e della letteratura: questa nena qu~le s~Compongono m le relazioni con le parole moderna. Bino Sanmlnlatelll: • La bertuccia• (Galleria "L'Obelisco" di Roma) ~g:o Rit:.~~/:r~ 1 ~d~~pfuf; preeed~n~i e segue~ti. ~ t~a: GOFFREDO BELLO~CI nelle sue liriche certe nostre s Po s I z I on e dei r1fless1v1 ----------------------------------------– aspettazioni. certi nostri bi- (« sente palpitarsi iJ petto» sogni di poesia: in alcuni ma- invece di « si sente palpitare Il drigali il tema spirituale è il petto n). e quello dei ge– diventa~o t.ema ~u~ic~le e ~i rundi nella loro asso~u~ezza, svolge m 1mmagm1 simboli- e quello degli aggett1v1 che che: poesia pura. Il linguag- tendono a fondersi con il so- ,eio di un tale poeta non po- stantivo in una immagine leva dunque essere quello composita (« il rege amico», dell'Ariosto e dei classici: per « la bella arcera n) e quello. la prima volta erano usate in costante. delle trasposizioni poesia accanto a parole ~ali- (« un indistinto gemito do- ne e letterarie parole popo- lente >1} e quello dei vocaboli lari e persino straniere, di nel loro significato etimolo- tutti i giorni. o addirittura iico. conferiscono al suo lin- nuove e composte. ma con jl\laggio poetico la mutevo- una diversità di toni e di Jezza e la vaghezza neeessa- timbri che davano a ciascuna rie ad esprimere i sentimenti risvolto delle copertine e il successo * di .llARIO GUIDOT'l'I più ampi significati. più for- nella varietà delle loro sfu- Sono stato a trovare un mio sprezza G F che è diventato /amato e procurar donne ai rotto l'amico· e Guarda che za d'lrradìazioni luminose. mature e nel loro progressi- anuco professore tn. un liceo uno scnttore d1 fama, L L fattori che vennrono al mer- esageri e la tua battuta è, Fu a:ià illustrato l'uso che vo manifestarsi in una stessa di provincia; amico fin dai poeta ormai riconosciuto e re- cato, e poi m parte passata tra l'altro, anche macabra•· egli fa delle parole indeter- azione L'unità di ogni im- tempi dell'Universìlà, quando censito dovunque (l'amico ci- in prigione e _ne, boschi>. . • Forse hai ragione - ha ?'inate (~nfìnito imm.enso ~agi"!~ t~sses~a è complessa: !;~qr,f::::;:~~~e~~~te;e 10 a v~f~ ~~a d~cn:~t!!r~~d).hiv~f"~~ d?~ 1 ;J!1:e· ~~~a c-a:h~ \nu~ ;~P~~st~u!;~i 1; ur:;:a s:f[ 0 m':s~ mnu~~~ab1,le ecc.) e dei su- 1 • suoi di~er st elem!ntl .non di provincia non hanno impe- credete aUaHo che tutto ciò poeti, questi narratori abbia_- sima lo non ho torto; pensa perlativ1, ma non. ancora. se v1 scompaiono r:ia s1 u1~ 1 sc<r dito che egli rimanesse c ò sia civiltà,, sia cu.l,tura; tut- no esP.Crienze meno manuah, un po' quanto .sono cambiate non e~ro, con:1e .11 vocabol~ no nel suo svolgimento 'm Wl la page. col mondo ·de'rla t'àl più la· chiamate crudi- ma p1U umilianti. le cose da un secolo ad oggi: perde 11suo significato lessi- graduato progresso. E non ct,ltura, pardon dell'informa- zione. Ascolta: in questa cit- e Lo scrittore, per es., è sta- il Foscolo che si può dire un cale o come si trasmuti, an- posso indugiare sulla novità zion~: segue tutte le novitd tadina si è celebrato il cente- to impiegato venti anr~~ al autodidatta, che era un auten– che quando è comWle popa- della sua metrica. sul suo Ubraflie, è abbonalo (o le tro- nario d'un grande poeta del bottegh.ino del l~tto prrn~a; tico uomo di avventure, ep– lare e volgare per il tono e verso, di;;teso, piuttosto che va nella biblioteca del suo '4.00, nato ,proprio qui sotto 1 quindi ha fatto tl conta.bile pena vide norma.liz.zarsi la sua il timbro che acquista in una sulle sillabe, sui toni e sui istituto). a.Ue Pri:"cipoli rivi- in quella ~asetta la~gi~. Il ~•un .arosso fruttivend?l.o, poi vita:, di~e~ne professore e certa collocazione. insomma ritmi. ed allargato in più va- ste, ogni tanto vtene .a Roma local.e c~m1t~to. ha ~n':'1tato l imp1e~to i,n un ufjicto <1:el ~ Gu~vam .10 v, esorto alle per virtù di. musica. L'ard.i- s~o peri?<10 in più libero mu- 1::~ to!b~r~~Ò~u~~~~r~r:~ raet~,a~~'1\~ 0 r~c!~~~na~~s~~io1::i~ f;,a,~as:~ieb~· èol~~s~~:n~"Ji ::h°:;~;ol~~fo~/~11!l,Uj!:rs~fà mentosa no~ntà della poesia sicale discorso entr~ndo spes- mare un provinciale, né, per sai, nell'invito non c'erano un grande editore~. di Pavia; e nei suoi ultimi del Tasso ci è ora moSlrat~ so ~n verso nell altro 1;>er le critiche che egli fa e che promesse di lauti compensi e 1 casi più clamorosi sono anni insegnò e studiò e pro– da. un n~stro. fìlo!ogo F:ed1 cong.iung~re un aggett1v.o esporremo, un malato di bo- questi poeti. questi scl1ittorii, quelli di chi questi preceden- prio per insegnare scrisse quel c;iuappe1~1. ne1 suoi Studt ~ut Quahficat1vo con un sostanti- varismo i11tellettuale. non se la sono sentita di a!- t.i inventa di sana pianta. Co- saggi su Dante e su Petrarca hnguagg10 del Tasso epico vo e soggiungendo frase a La mattina in cui andai. a frontare un viag.gio per que- nosco dei laureati che. giunti che egli • non tollerava sol– i:rubblicati dal Le Monnier. frase in successi e illumi- cercarlo, aveva un intervallo sto illustre ma troppo ... mo- a scrivere un romanzo, han- tanto"· Pensa al poeti della nel suo commento alla Geru- nazioni della vita interiore fra una lezione di latino e numentale poeta. E' un poeta no dovuto sottostare alle im- fine dell'Ottocento e del pri– satemme Liberata nella re- del poeta O del personaggio. una d'italiano in pri'!1a liceo; che non. dice più niente .- posizioni. dell'editore che nel- mo Novecento: Carducci era centissima edizione del poe- I contemporanei notarono e t,:a.scorremm:a q1feU~ra pa.s- mt ha r~posto uno degli. t~ le note b1ografic,he non ha vo- un professore, Pascoli lo ma con la quale ir.comincia dunque l'oscurità di certe sue s,efll'!'"do pe-r t! gt«rdtno ,del- terpella~1 :- fosse Dante! Co- l}'to. met!,ere ~ s ~ forma.ro al- stesso. D'Annunzio trabocca- la nu~va raccolta d~i c1.assici liriche e di certi .passi del h~~t:tfi t~~:s!~ 0 s:1~::t:. ~:tt~ ~~ qv~;t{\~~~l~~tr, 01 ~aoa~ f:~:r';~~.dk~:~,.~H:e:c:~.~ V~ ~!e:S~lt:i~nrm:n:!ti:i,st~ ~:!~i:~ eai"~l~~u~~~oe ~~:;: :~o ::mO e~t~ si;~~~:~ ~~~~pi:leri~:sto~: :a1~!!'be~~ ~el r~~~dgsà~if!~~tuar~so~~~~ ! e~; ~~~ecie~: f~~asii~~J~ ~hnosceyant belle i todeUÌ che ci danno le conclusioni oscuro solo perché aveva la e grande quanto quella, non temporanea. Tu sai che io non h;· avuta da disoccupato c e t ca pes a~ano Es~ 0 tr:io: delle sue ricerc~e. Anch 'eg.li espr~sso ~on parol~ ~datte lontana del. ~esto, che is~rò sto s~pre. chiuso qui; ~engo q~ando. ! afn:iliariz.zava con ~efa ain:Zi~tterano re~i~e è persuaso che 11poema sia sentimenti e sensazioni nel- al Carducci 11 Canto dell A- SJ;>essom città e. come s1 suol gh scancaton d!l porto•. La coltivate che non con~ceva– fatto di tanti diversi episodl la vaghezza del loro fiorire e more. . dire, •frequento•. Ebbene laurea .. un a~s1stentato, un no solo Leopardi. L'autentica dove un sentimento lirico si nel tormento del loro sgrovi- c.Questa pr~vlncia t~S(:an?, noto che quel!a che quassù cors9 d1 ~erfez1onamen~o. uno metamorfosi nella classe (è esprime in narr~zione o .i~ g~iarsi ..Non e.i meraviglia crh~ ~ 1k)n~~rr;g:r~i!e q;;;st~,s~~ta'~ ~~:a~~~:~'::o tg~Jr~~~à ed~~ =~~t~o~i~~fs~o~~ ft~~Ò 1 g~I:~: propz:io n. ten:nlne. adatt?) dei dra~ma.-.tante in.somma il c1.~bbia lasciato ~lc~ne po dina civilissima in tutto e per modelli antichi>, si va sem- de ostacolo alla carriera d'uno n.ostr1 sc_r1ttor1,dei n.ostri poe– l~mm_az1on1 creative com~ ~1g1ose .eco.me oigt diremmo) tutto>. pre più diUondendo. Se dei scrittore; e non credere che li. la st è avuta m quest~ dice 11 ~ - ma ohe tr«?vl 1m ~ressto.nt n?t ~ur.ne né eh~ Dalle filtestre si udiva la ricordi scoNl.stici sono rima- parli per me; l'unica cos~ doJ>O:guerra.n. dopo~uer:ra dei la sua unità della stessa dia- egh abbia d1pmti paes.a~1 voce di qualche professore; in sli nella mente di qualcuno, che ho f.atto è un saggio sui poeti e degl.1 .sc:1ttort non lettica spirituale del poeta nel clima del proprio spmto seconda uno po riava dei pe- questo qualcuno fa di tutto poeti latini dell'età ferrea e accei:ina a. Omre, anche. se per il quale il poema non è o dissolto Questo suo spirito trarchisti del '500. in terza un per distrugger!:. Hai notato la per quello anzi quel brav·uo- quas:e trti s~f 1 '? eco~omic~– mai un fatto ma un continuo come una luce nuova nel altro Jaceva tradurre l'Anti- moda delle presentazioni nel mo di editore ha voluto pro- ~en . l'anqtl 1·. essi lr~1 1- farsi. Le azioni esprimono paesaggio che vede innanzi: gone. La mattinata e"? lumi- r.isvolto delle copertine d'\m prio. le ~ttestazi~ni temute !r~n~t/~onao it=~~~i sini~ nella Liber_ata stat~ d·an_imo ~li ~à. form~ pe:sino ~gl! ~~:i ~a q~~~':di~~led~t:mi~~- h~rr ~cc:~emio z ha fatto ~ift~r!lt[\n~~~nl~an~i~atei~: strati che non ~iescono a stac– che ci appaiono varietà di un incubi. 1 _!:Ogntnet Quah si quell'aura di classicismo eh~ tutti i mestieri prima di seri- pediscono a certi' nostri nar- ~~i ~a.gli snobis~i pos tbel• GABRIELE D'ANNUNZIO si respirava in quell'Istituto vere: il manovale, il mecca,- ratori di scrivere e gli,. inve- hc1. rifiutano e d1s1;>rezzano co.s-truito s-u un maestoso pa- nico. H birraio. il venditore ce di e loro,. e infondono un la v~~a cultu;a deftnendol.1 lazzo del primo Rinascimen- ambulante; H suo realismo è certo pudore verso le paro- erud12.10'?-ee st CO!lo~conos~– to. il silenzio che dominava nato nella miseria d'una ba- lacce e le bestemmie e i verbi lo fra dt loro; e ms1st.ono m quel luogo, -mi fecero escla- racca ecc. ecc.•. Oppure: e-La al singolare dopo un sogget- u~ e ~ostume • che ~ fuor mare: poesia di A.B. scaturisce dal- to al plurale. Se non sbaglio d1 ogni ~fera morale. Dlsprez: (Continua da paf. 1) scientilisml e spe~ntialismi d'ogni sor– ta, nonché alla retorica dell'estetismo o a1la sopravvivenza dei più vieti passati– smi, e d.:chiarandosi d'a:tro canto avverso ,al nichilismo del pessinù~ occidentale non meno che a: rinunciatarlsmo del mo– t'lalismo slavo evangelico: fu li che D'An– nunzio invocò t.ma reazione che portasse a una rivaluta~one del concetto della vite. « Una semplice e virile giustizia venga dopo tanta severità, dopo tanta pietà>. E nella \Sincerità, nell'assol-uta sincerità presagì « la prima dote deU',a.rtisfla futu– ro>, pure ammettendo, per noi, la peri– gt'.iosa difficoltà di portarla dal buio del travaglio intf.mo alla luce dell'espressione artistica. e Questa dote per essere eUicace ha bi– sogno di mezzi d-'espre6Sione potentissi– mi e nel medesimo tempo semplici: d!rei quasi nascosti, segreti; poicné tanto è più grande lo stile quanto più di mistero è nei suoi prodigi >. Prestando, cosi, anticipata e insperata conferma alla nostra, ma non soltanto nostra, persuasione intorno al salutare influsso esercitato dalla prosa d'arte su tutto un non esiguo e non trascurabile settore della prosa narrativa, D'Annun'Zlo proseguì col precisare cne e per ciò sarà sbata utile la lunga e sottile fatica ales– sandrina dei prosatori precedenti >. E stabili infatti, meritevolmente !in da allo– ra, uno dei titoli d'onore spettanti alla prosa d'arte in rapporto allo svolgimento prosastico italiano moderno, quale avreb– be dovuto manifestarsi nelle sue opere e affermarsi più tardi trasfigurato nei pro– secutori. giacchè solo li per lì. per la so– verchia soggezione e debolezza dei suoi immediati imitatori, le conseguenze dove– ~no a-isult-are nocive. e L1.nuovo prosatore erediterà una li.n– gua più ricca, più 1'0bust'0, più precisa; una sintaSSJ più libera e più varia; ele– menti musicali più chiari e più intensi. Tutte le r'.cerche. tutte le scoperte dei maestl'll stilisti gli saranno ben note. Egli però c,inunzierà a qualunque giuoco vano di parole superif,lue, conside.r,ando le pa– role &0ltanto come segni esatti, come s:m– boli cornspanden\.i alle forme della vita innumerevoh. e La v11"lù dello stile sarà allot'a una virtù di creazione pura. Lo sbile non par– rà più essere un esercizio letterario ma quasi dir-ei una continuazione della vita: la vita tradotte nelia pagina. U libro di prosa allora sarà dalla prima linea al– l'ultima organico armonico ritmico a simi– litudine d'un corpo perfetto. ma esistente d'una esistenza immoiitale. > Tali condizioni si sono forse realizzate? Certo è che la coscienza e la r!cerca del loro possesso sono oggi ;>iù diffuse, più àlacri, più risolute di quanto ieri non fossero e non patessero essere. Oh.i sa che, per quanto considerato mae– stro avverso e come <ba.lerdpudiato, non vi g,bbia contribuito lo -stesso D'A<llnunzio. Ecco uno d'E!inumerosi temi che si ri– collegano al problema de.I J13pporto fra D'Annunzio e noi. A vent'-ann,! di distan– za dalla morte dovrebbe essere consenti– to sotfennarsi pacatamente ad indagare se D'Annunzio sia stato buon profeta nel predire, prima di eongedar.si dalla sce– na terrena: ..Ciò ch'fo non sono, doma– ni altri sarà per me >. ENRICO FALQUI e Beato te che vivi in que- l'esperienza viva che l'autore c·era un solo grande scrittore zana gh antl~i m.a ~eh.e l st'isola di civiltà e cultura i.! ha avuto quando era metal- nella nuova generazione ita- contemp0ra~e1 8:1~1ant; ~hco- c La tua invidi~ è estrema- meccanico nelle ofjicinP della liana. che fosse un e pro- no c~e ~ng1ole~h e un s1g~o– mente falsa - rlbattè l'ami- Breda, mentre quella di Y.Z. fessore,. e avesse una oultu- ~ d altri t~1. che Bal~mi co - tu fai il giornalista e risente di tutte le esperienze ra classica soli-da: Pavese. e nato vecchio e nostalgico, non invidi affatto tutto ciò; di una tumultuosa giovinezza Ma è anche morto!>. che Cecchi è -accademico, che anzi lo disprezzi come lo di- trascorsa in un quartiere mal- A qu.esto punto ho inter- i critici e vecchi> li ignora- i------------------------------- ~~e~d~rr/m:,~ib~li~~41 ia~~ Lultl BartollnJ; e Poeta In ISOIHudine a fanno congressi e procesSl contro il pubblico. il governo, la critica ecc. ecc. Questa è realtà della giovane lettera– tura italiana, mio caro, e io che pur radicato qui ogni tanto la osservo da vicino posso conoscerla come pochi altri. Ma è meglio che non continui il discorso. Tu piut– tosto, cosa scriverai nel ri– svolto del tuo prossimo li– bro?•· e Oh, io non scrivo libri. Solo articoli; e in quelli cer– co di non usare mai •·gli " al posto di " loro" >. e Beh, è già qualcosa, e mi complimento eon te >. L'ora era trascorsa. veloce– mente e la ca mpaneJta suonò. Dei professori uscirono dalle aule, entrarono in altre; era.– no vestiti come gente che non. lavora per la Radio o per la Tel.evisione e che non sa co– .sa sia una sceneggiatura; ep– pure a.vevano una certa no– blltd nello ·modestia del loro liso abbigliamento; certamen– te mai avrebbero rinunciato ai loro titoli accademici pur di pubblicare un tibro. Po– veri sì, ma manovati mai. MARIO GUIDOTTI Domenica 9 marzo 1958 Antologi~a * Nestore Caggiano Ogni gi111·110 così al 111io paese Il sole d'agosto fila alla fontana lo spago d'acqua. Barili e scialli pazienti di donne fanno mercato di tinte bruciate. Nudi ritagli d'ombra e sulle pietre fasci d'inquieti ragazzi. Ciance di calze s'allungano al terr1 a snocciolare l'attesa. e E' alla gola, è all'ol'lo l'acqua! • Parte la prima si rialza l'altra. Legano la miseria alle parole sino alla sera. Ogni giorno così al mio paese. NESTORE CAGGIANO Sandra Mangini Le "cne di molti La luna aperta come una arancia si arresta sul1'inginocchiatoio verde della sera Presto: una viola bruna! Ci rifiutiamo di approdare senza rotaie. Di questo delle rotaie della fame ho paura Dietro di noi come un faro si accende l'anno a-musicale Noi ci conosciamo: costretti dal sangue della luce ci apriamo senza rumore vegliando la luminosa morte della hlna Ho i giorni contati ma non so contare Le ossa vanghe del deserto scavano la propria pace Noi ci ritroveremo: non dove il nulla n-asce a benedire Non dove tu pensi che verrai condotto Noi ci ritroveremo ai bars dove l'ombra delle e bottiglie in fiore• chiede perdono. SANDRA MANGINI Attilia Brasiello Natale Solchi di luce nell'azzurro del ghiaccio. Fuochi che ardono palpitanti di gioia. ro~i nel grande biancore. Occhi i:-aggianti di merav!glia nell'-ansia dell'attesa, che Si r.innova da secoli: deve nascere Gesù. Stanotte brilleranno i lumi wlle montagne e i pastori veglieranno; come allora. Stanotte le città sono simili a candidi stupiti villaggi. Melodie di cornamuse, fuochi che ardono. La gente, che siede ai focolari, ha ritrovato il suo cuore di una volta. Il nastro azzurro (Tra Sorrento e Posit4no} Su questo nastro vuoi incidere il tuo canto più azzurro: quello che non sgorga dal labbro. Ti è rimasto nel cuore, e lo inebria di sè. Come un uccello prezioso prigioniero, ti palpita dentro e ne senti ìl calore; ascolU l'armonia delle note meravigliose. Lo hai .in te questo poema segreto. Specchi tersi, i due mari il tuo riso rifiettono. Le ginestre si protendono a te, - occhi d'oro di bimbi stupiti Sei ferma sul «nastro> e lo vorresli incidere qui, ln quest ·erba odorosa di iSCoglio, il tuo canto sommesso. ll tuo segreto s.i confonderebbe a.lrazzurro. ATTILIA BB.ASIELLO Fiorella Braccioni La 1nadre Lamento lungo che si fa sangue, luce degli occhi che diventa amore. certezz.a di felicità presente. FIORELLA BBACCIO~~

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