la Fiera Letteraria - XIII - n. 9 - 2 marzo 1958

r Papc. 6 ------------------------- UN"ANTOLOGIA-SAGGIO DI FRANCESCO TE~TORI * Poesia ispano -americana del '900 di * GIOIU;,10 C.ll' lfO.U Queste sono le immancabili ingenuità di cui gli eroi amano a volte ornare l'asta delle loro bandiere L ,\. F T F R ,1,· L E T T E R ·, R T \ LETTERA FIORENTI_NA * CONFERENZE E TRAMONTANO * di e.uno IJETOCCIII La stagione andava avanti na e l'organismo che la so- e che la mattina vedremo dai flaccida !1accìda e all'ora del stiene e promuove: quell'En- vetri ghiacciati. Erha cittadi– vespro - all'ora delle confe- r!co Barrucci che. in un·aura na. uomini. fuor dell'afos.? ~~~f:t;- s~f1~ta~;a~~ ~~~~~!~~ ;h~m~o!~l;em~~}e losr ~a.to ~!;~~= cul1· tu~a dell~ sale. ~unz•e<· mente per affrontarla: staglo- non 1:i <,a quante memorie. e eh 31. 1 ma~an alle reni d _1_1a ne ideale. Ma è venuto il tra- non si sa quanti omaggi alla ~ua mtelhgenza (qt~ando e e). montano. la sizza: stagione fiorentinità. che resterebbero e bello andarsene via da ano– sp!rltuale. altrimenti sepolti, e diventa- nimi lungo le case che si Da noi: le conferenze che no iniziative d'ogni genere: stringono nel loro manteliuc– hanno p:ù pepe !orse son confortate. o sconfortate da cio d'intonaco vecchio e scro- ~rr!~\~z\~~T_t~e~ll~~~ce~:!~~e ~t (r~~:~~! . . g ;aie ~~Ùonit°ust:l stato. a cercare la lam~adina rettore delrlnstitut Français questa Libera Cattedra: le casall~ga.' e a masticaie, con de Florence, prof. Tosi: an- cui conferenze vengono rac- un po d1 pane. le poche ve– che perché sono alternate a colte in volumi bellissimi stig:a rimaste di ciò che sen– mani!estazioni molto vivaci, dall'editore Sansone. Questo tiamo: sottili e andanti. as– e be1:1issimo distribuite come. anno sarà c;anna Manzini sai spesso, come la morta– per 11 28 febbraio. un e De- che darà il via al nuovo ci- della. Domr11ir:i 2 111arzo 19?;8 A,·evamo già letto. piang_endo più d\ rabbia che di commozione smcera. Dagh Appennini. alle Ande. E .anche ci aveva aveva fatto leggere. il nostro bravo mae– stro l\1.elosi di Via del Corallo (al Gi– gante: un quartiere allora pieno di pol– vere e di ruciJate tra fratelli latini: pre– cisamente tra italiani e francesi, prima che tra arditi del popolo e fascisti e ca– rabinieri). Oceano dello stesso De Amicis, ma è un fatto (è un fatto) che già in quel– la remota Livorno. anche allora così ma~ lata di spai.io ma più che mai viva e po– polare. null'altra cosa. meglio d'un odor di caH'è tostato nel primo sole della mat– tina. poteva farci entrare in zucca un'idea qualsiasi e approssimata (entrata per i buchi del naso. e perciò poetica e vera) della ltmtana assai.e - e tanto mandoli– nata allora - America Latina. Quel che conta nell'insieme del mo,•i– memo (chiamatelo modernismo o ultrai– smo o creazionismo o come meglio volete: una pianta. comunque nata laggiù come il caffè, e non apparentabile con alcuna specie europea). è il concorde puntare dello spagnolo sull'indio: il continuo di– scendere. dai toni alti, ai labios populares (secondo il detto lorchiano). che nella fattispecie significano i labios indios. verso la progressiva conquista - mentre J< cresce l'attenzione e l'amore (...) per l'indigeno. l'indio originale: tutto ciò che è elemento primogenio, altro dall"europeo, cuore segreto e pulsante della natura americana>, (Tentori) - di te un'altra lingua per esprimere l'anima. una lingua profonda. intima e come viscerale. pla– stica, pronta ad afferrarsi agli oggetti e ai simboli della memoria e del canto come un polipo coi suoi tentacoli ►1 (Leo– poldo Panero). e che sarà - nota ancora Tentori - appunto • la lingua dei tem– JXC""amenti Più ori,ginali del continente poetico ispano-americano: la lingua di Pablo Neruda. di Gabriela !\listral e ~o– prattutto di César Vallejo 1>. bat • sul tema • L'ltalie de clo, il 27 febbraio. co_nun te- e \RLO BETOCCIII Giorgio ìUornndl: • N11tura morta. (acquaforte) f~:~~~alpr:ssi~~~~: i~ ~~= di:1 dt~to~~ 1 • 1 ~r~~~~viraa, V~~ ----------------------------------------- Cosa volete farci. Allora nulla sapeva– mo. poiché il maestro 1\-'Lelosiaveva avuto la delicatezza di non parlarcene. degli ingegnosi e necessari massacri (e già Co– lombo, del resto, era un poco conterra– neo di Edmondo) ivi compiuti per stabi– lirvi il regno del cora-.:on, che è come dire - secondo quella nostra elementare immaginativa di allora. ahimé non con– servatasi intatta - del corazzone più che del cuore. a meno che non vogliamo scriver: del Cttore. Ricada pure la colpa sulle buone spalle di nostro padre. che giungendo a casa ogni sera dal Punto Franco (ai servizi della Ditta Colombo & C.), sgranava sotto i nostri occhi e sotto il nostro naso. fa– cendoci aspirare w1 acuto e sottilmente asfissiante odor di juta e di cera, i suoi campioni di Santos e di San Domingo e di Portorico e di Guatemala eccetern, spiegandoci con la passione e la dispera– zione arguta d'un poeta - mentre i chic– chi glì scivolavano come rena tra le dita allargate - la diversità di consisten1.a e di volume e di densità e perfino d'im– pressione al tatto (di scorrevolezza: di scivolosità) di ciascun esemplare. Ma oggi che la fanciullezza è finita. e il caffè ci fa male anche al solo odorarlo (il che vuol dire che continuiamo a berne con gusto). qual miglior surrogato o suc– cedaneo, perché si regga ritta tale nostra idea approssimata. della poesia? Così ringraziamo il giovane Francesco Tentori (« noto ispanista», sì; ma anche uno dei pochi poeti coscierftì e non im– provvisati della sua generazione) che con questa Poesia ispano-americana del 900 (tt Scelta di testi e versioni. introduz.ione. vrofili bio-bibliograflci e bibliografia a cura di F. T )1; Guanda editore, Modena, Collezione Fenice diretta da Attilio Bcr– tolucci) ha saputo stenderci sotto il naso una mappa poetica dell'America indo– spagnola. la quale senza alcun dubbi_o riesce a farci sentir l'odore di quella ci– viltà mista (conquistadores che, mesco– lato il sangue, divenLono Uberuidore.r) in continua partito doppia di dare e avere con la vecchia Spagna. meglio di chissà quanti ragionamenti. e di chissà quante inchieste e documentazioni, appunto per la prerogativa. che è soprattutto della poesia, di immediatamente « denunciarci 1) il polso (l'anima, la cultura. la natura) d'un popolo. Dal vecchio José Martì. cubano (1853- 1895). figura ormai leggendaria e simbolo di riscatto e di libertà del popolo ame– ricano per gli uomini dell'intero mondo, al giovane (1928) Alberto Rubio, cilenb. i ventisette· poeti portali da Tentori alla ribalta in rappresentanza. testimoniano in modi diversissimi. ma nel fine concordi. Io sforzo eroico (l'aggettivo non è preso in prestito dalla retorica) di w1 conti– nente intero che, dopo aver lottato (o lottando. anche) per la indipendenza po– litica, dall:i propria condizione di tt colo– nia verbale>) (sono parole di Gabrìela Mistral. riport:1te dal nostro autore) riso– lutamente punta alla conquista « dell'ìn– dipendenza linguistica americana 11. Ma non è una rivoluzione soltanto for– male, statene certi. anche se certo inevi– tabile nazionalismo porta ad alcune ri– bellioni puramente e ingenuamente este– riori. magari di semplice natura tipo– grafica. come ad esempio l'nbolizione, in alcuni casi. dei caratteristici interrogativi ed e~clamativi a principio di frase. Motore del vasto movimento (1 moder– nista 1> (anche llel senso delle avversioni suscitate « per amore 11). il te grande i, Rubén Dario, grondante retorica come ricchissimo di imparagonabili u semplici– tà i1. 11 profeta. padre e vivificatore della poesia ispanoamericana moderna 11, che <1 ha esercitato un'influenza decisiva sul destino delln lirica delle due Spag,ie, e dalla cui « fortunosa avventura umana e letteraria la poesia riusci rinnovat...'l fin dalle radici i1, tanto dle 11 d'ora in avanti ogni conquista 'o invenzione lirica. sulle due sponde. porterà i,;egretamente inciso il nome di Rubén ,. Ma più e meglio che le singole persona– lità. ciò che a noi interessa nella nostra semplice veste di lettori di un'antologio, è la figurazione d'insieme che risulta dal vivacissimo arazzo. il quale coi suoi ac– cesi colori, i suoi stridenti squilli di trom– ba. i suoi dolcissimi canti di stranissimi uccelli. in un paesaggio dove J'archeolo– gia e il l~lklore si muovono in ~n empito di vita, sia pure ancora romanticamente, politica (Mi. viene, a uiorni ttna voglia fe– conda. politica. di amare ... Che limare. ques10 mio, urande. mondiale. interumauo e parrocchiale. proverio!. dice Césnr Val– lejo). ci porge un poco del primordiale vigore umano d'un popolo (d'un con.tì – nente intero, diviso e strettamente unito come le cinque dita d'un pugno) ancor tutto proteso ad inventare con gagliardia di passioni e lusso di immagini (tra il rumor dei lucri e dei prontmciamieriros. in una lingua che sa di cavallo e di prate– ria. dj abnormi fiori e di sangue: epica e popolare. roca e lirica fino alla p.12.zia come una cornetta alcolizzntn, e tenern t> mite e sottovoce come un ribechino sotto il mento d'un angioletto misro intento a chiedere L'elemosina a Dio al 1nodo indio) una propria anima nilia ma grande e forte (vecchissima ma tt modernissimamente» - sgarginntemente -vestita). prepotente fino a voler per fOr:a diventare un poco nnche la nostra, o almeno fino a voler per forza irrobustire. sin pure per un poco, la nostra. Una lingua che. graz.ie alla peri– zia e alln sensibilità de.I traduttore - e grazie anche alle Note sulla vita e le opere dei singoli autori -. non perde troppo <:lei suo vigore nella sua restituzio– ne italiana (In tema d'Amencn Jatin:i. a chi vorrà qualche buona informazione anche su.I bacino di lingua portoghese - il Brasile - indichiamo di sfuggita un elegante vo– lumetto di Anton Angelo Chiocchio, inti– tolato Poesia po.11-modernisfa in Brasile. Lo ho pubblieoto 0.ll 'Arco. • Roma. • contiene. trndotti e preceduti da un breve studio introduttivo. tredici poeti brasiliani dell'ultima generazione. i quali, insieme con gli esempi dei modernisli dallo stesso Chiocce presentati sulla Fiera del 14 lu– glio u. s.. n. 38. pos....;onodare al lettore un'idea non sfumata dell:i situazione poe– tica in Brasile d.il 1923 3 oggi) GIORGIO CAPRO~l ressor Pellegrini, interventi della cara scrittrice: cPae- Zavatt1"n1· • di Bonsanti, Natoli, Luzi, saggio dell'anima». E Par- sc1•1ttOI"'e Franclne e René Mari! - Al- ronchi. che nell'ultimo corso beres. Ma ai suoi eleganti lnteressò moltissimo parlando programmi musicali il pro- di Paolo Ucello prospettico. !esser Tosi ha l'accortezza di ci porterà forse nuove sco- (Continua da par. 3) I avevano folj(orato il suo aggiungere anche altre dro- perle parlandoci di ~ Dante e _ . ---: · . . candore con imperiosa e ghe; vi abbiamo visto. di !:i prospettiva•· Seguka.nno la mia vita. si,a . J?lUdicata brusca aulorevolezz..i. la vo. questi giorni., _una mostra di Mi~an M~rko,·i~h con un Do- norma~e dagli altri, cl~e nes- cazione letteraria dovesse vedute pang,ne d1 Orfeo sto1evskiJ a Firenze. P. Eu- suno. s.1 accorga ~el !1110paS- come spejtnersi. mentre la Tamburi, mentre la Comédie gen:o Balducci con due san- saggio (Io sono 1J diavolo)», sua sensibilità trovava una Française è venuta alla Per- ti fiorentini. Sereni col Fi- dopo v_ari~ intime _lott~ e J;IUo,·a ,·ia d'uscita ncl la– gola con Marivaux e Mo- renzuola. Nencioni con • Es- contorsioni. cede. r1fuj(1a.n- voro di so~gcttista. E il si– lière: e son fitte le iniziative senza della lingua tedesca •· dosi nel sogno. lenz.io durò oltre dieci anni. musicali e cinematografiche. Luzi con Dino Compagni, Rea Ed e su questo substrato j!remìti e innen·ati da una Chi s'incam~ina per ye_n\re con_ .un Bocc_accio a Napoli. i~eale r~g~to da una vena polemica che sembrava. te– a_lrovare Tosi e le sue 1mz!R· Em1_hoCecch1 con una Pa- dt pess1!111smo. su qu~sto ,iterarlo giorno per giorno. t1ve ha ur:i altro vantaggio: scol1ana •· . senso . d1 acuta delus1!=>ne do,·e i ri~ultati di un lavo– l'Istil.uto d1 Francia è presso A questo punto non potre: partecipata che è sbocClato ro di rej(istrazionc fedele il Lungarno: e il Lungarno al t.:icere di molte_ altre inizia- • Totò il buono•. _Opera che sulla realtà, di un non in– crepuscolo. non c'è un altro ltve: l'Accademia Cherubini, si p~ò dire riuscita in due ten·ento sulle cose accet– luogo che disponga altrettan- ad esempi,>, che al Grand sensi. o meglio completa tate nella loro lezione evi– to a dimenticare. nella beltà Hotel .. accanto all'lstituto d! (nel _suo nenere) pcrch~ h_a dente. magarì , appannata delle nuvole e delle cupolet- Francia, h.,. !atto parlare d1 raggiunto ancora Que.Ll um- dalla pretesa di formulazio- te .silenziose ~·oJ_tr_arno. l_aa)c'-;lni dei nostri scrittori più tà d'intenti rnterrotta n:,ala- ni teoriche che si sfaJdava- r~g1one per cu1 _c1mcamnu- v1v1. E. soltanto p~rché non mente. dal. framment1sm!=> no all'urto della logica (si n!a~o ad un_a ~1 quelle riu- ne ho 1 programmi non pos- e~cesS1vo d1 • lo sono 11pensì alle ìnj(enue formula– niom che. ah1me, sono le con- so parlare delle conferenze diavolo> dove ~nche quel- zioni del neorealismo inte– ferenze. . :?dette al Lyc:eum: ~ perch~ l'estro c~rat~er~stico d'm- ,trale. 0 , pej(gio ::i.ncora, del .Ma ~eco 11 tramontano: ~ 11 _ho perduti dell altre al vent_1va. d1 bnos1tà. sembra- personagj(io pedinato). pu– c1 &1 mt.abarra. Occorre. or 7 Chiostro Nuovo 1_ntorno al va r!~o_tto entro schemi_ pre- re apportavano un'influenM mai risolutezza. e. cacc1ar_s_1 9u_a~e,.del resto, si svolgo:io stab1ht1 e convcnz1onaJ1. at- ed una ricchez?Al qualitativa m~gari dove la c1tt.à è p1u 1n1z1at1-:re_diverse e v1v~c1s- traverso un organico fìlo che forse nella Storia del c~1usa. Allora andiamo al sime_: I ultima delle q~ah --: conduttore. ma che sopra- cinema italiano nncora non V1esseu?C, al Palazzo Stro_zz1.da ripar~arne -:-. soi:io 1 ,n_uov1 tull? glt ha permess? d1 al- è stata pienamente ricono- 11 gl'?n?s~ Gabm7tto V1es· quaderni me~s1h d1 spmtua- l~ccrnre un per-entorio fidu- sciuta. Poi, d'improvviso. e seux 1st1tu1sce ogni anno, da ll_tà lnt1tolati Tescirnontan::e, c1oso rapporto con 1n realtà. inaspettato. J?iunse l'.incon– qualche tempo, un corso di giunto al_ 2 .nu~ero. c~n un Cosi con nostro_ stupore tro con l'americano Paul conferenze intorno a un asi?Ct- gn~ppo di re~~z1~n~ d1 c~t- l'abbiamo vistro mcurante Strand. e dalla collabora– t<;> delk1 cultura: con speciale tol1c1 agguernt1~s:m1 .. E ch1s- a sobbarcarsi la fatica d'un zione di due mondi moiiali ngua~do aj su~1 rapport_1 col sà che cosa ~1men~1co: ma cammino alla r:ovescia ri- co~i dh·ersi, il rej(alo (che pu~b_lico ed a1 problemi re- non. sono un g,ornahsta_. a~u tornando bambino fra i cosi può essei-e definito) di latlv1: la '.accolta delle con- dubito _se1:npre delle mie m- bambin,._ , l'n pae~e•. , Una dichia– ferenze viene stampata I~ fo1maz10~_1e non ho la ge- l\la bimbo in un modo raz.ione d'nmore alla pro– el.~ganti _volumi_da Vallec~h1: nial1tà ~ mvent~rle_ .. In fon: t~th> suo. particolare. chè pria t('rra "· come affermò L mve~z.1one d1 questi ciel: ~o !e mfo.rmaz1001 no~ m1 l"mfanna d_a tu.i descr 1 tta. lo stesso scrittore, e nello fu dell avv ..C.asteln~_ovo - Te- 7nte1essano. e le con!e1enze conse~natnci, l' adimens.io- stesso tempo una tappa dcl– desco, presidente_ p1u che be- anc~e meno. . . . nale. fuori del tempo. e la su:i marci:i , piuttosto ne1;1erito del V1~sseux fino E ~osi d1ffic1l_e~ncontrarc1 partecipa al mondo del so- lunga 'e foÌico;a, n~rso 1a al 57,. e gran parte della fa_-un v'.so nuovo. intendendo gno. E' l 'infoni.ia cioè come realtà t.ca d1 Alessandro. Bonsanti. con ciò. anche quello d1 un la sogn 3 no e ricordano no- For~ l'immagine di un ~les~andro Bonsanh, può dir- amico sm~ero ed amato. ma staJgicamente i grandj. sen- paese per essere più totale s1, vive e la andare il Cabi- tale c~e h. passata la soglia, za ombre e manche,•ol~zze. avrebbe dovuto essere nl- ~f~~~ di:~~s~~o~~~: ~ 3 d è,el~ ~~da~dao 1 ~d st ~~a~~"ofe~!~~!: Qu_~s_iun limbo d'innocente lar~.ita a :volti e problemi questo senso, come uno di chi non lo S!I? cl trasformia- Je, itu, . . che non I hanno ne_mmcno quegli antichi umanisti. alla mo. Ci si Impegola di qual- Do, e la bontà ad esempi~ s!iornt.o. ma_ ad .ogm modo Ambrog!o 1'raversari. che era- cosa che sa subito d'afa. d: pe rd e_ la sua fisonor:iua di la s~1.1one ntaglrn.t.i da 7:a– no cari agli lddii della cit- sodai conformismo: e benché scambio naturale. dt ree•- vatt1111 con brucrnnte ,·10- là, e mantenevano Intorno la non s1 vorrebbe. Ci sentiamo proco dono. 1;>er nssum~re Jen~a (anche se ta.l~r:a ri– pace. Al Viesseux, negli an- molle volte persino respon- un. tono sacnficale. esp 13 • sch.m d1 cadere nel v11..10~e– ni passati. si è parlato di sabili di certi volti che si tor,io. .· . tortC(!), basta ad •. offrire pittura, d'architettura, di cl- Incontrano lì. antipatici, e E quasi ,frut;o di queS t a Sl.10k1ente,mente 1 1mpejt:no d!:n~~~:~:{gh,.d~~s(~~l~~e V~ ~ 1 ;:::iapèl. 1 .~d!f~it1m~ 0 d:~~~~ ;i \~~~ ;~~~~~~di t~;\~at~ ~~g~17t~'l e:~~er;m~~:.: 1 ~i~~= si pnrla delle grandi mani- ferenze. A volte il conferen- tmi. quel suo senso di ca- rotlere e ostmata costanza. restazionl pubbllche d'arte: zlere rompe quel clima. rie- ,rità e. di pietù yers':' 1 so~- In questa luce violenta si Mostra 'internazionale cine- sce a toccarci; e allora lam- ferent.l, I pover,i, gli illusi, pensava dovesse nascere matografka di Venezia. Mag- peggia In tutti gli sguardi un quella commozior;i~ ~al ma- anche l'annunciat~ e lpocri– gio Musicale e Sagra Umbra. barlume d'l)vidità spirituale: s_<:h.crata da, lampi im~roy- ta_ 1952 >, che uscito cla"!de: Quadriennale. Biennale e ~a. ben presto. lentamente. ' 1 s1 d1 fumis_mo. quel! ar1a stma,mente nelle cd1z1om Triennale d'Arte: i Teatri ripieghiamo tutti nella in- trasogna_ta ~: fia~. ~o_n? Schc1wlller col titolo_ di Stabili: gli Spettacoli Classi- sopportabile Hm.ione cultu- napp~rs1, Pili 1 ,ll_impid1t1, , lpoc~1ta 1943 •. e poi su– e!: e la parola è stata data raie. _E anche l'a_m!co. ad s~ITus1 duna. maggior sere- bito ritirato. _apparve qual– In genere ai responsabili. e esempio, non lo si ritrova più ni~à Smcron1camente forse c_h~ tempo p1.ù tardi per i se non ai responsabili ai più tale nemmeno all'uscita: e ci a)! occhi'? d~llo. scrittore che tipi eh Bomp1ani. Invece si Informati .e competenti. da vuole un bel po' di risbucciar- e ormai r1~sctto a~ aITer- lrntta_va d1 un e Zavattini ~ 1 ~!!troL~ltlia~rd~n~.;l10~~ ~e~t~~. 1 :~~~bra~~~~~n~~~eà ~~ s;,..,~r::em:m:dT~ 1 tòm,o~~ ~nd:r~;~t~· l~aJ~ a~~~~agi~~ zi a Umbro Apollonlo e ad d. r:sveg~iare la mutua con- l'orizzonte ... d!retto verso_ un dato che t roccontini com- Ivan Matteo Lombardo. lìdenza. regno do,•e dire buon j?'1~r- p0nenti il volume (jtià aP- Ma ora. mentre il ciclo Ma è tornato il tramonta· no, vuol veramente dire parsi a intervalli di tempo ~;~:seu~ll~ta sfe~ 1 ;o fin;~r~z:~ ~~~ ~~~ s";:~: :~s~~~t:ti~:; bu~ :~~~~~ •~d il passaggio ~~nc~~:u~~atiofi~ir~~ntr~t quello della Libera Cattedra via a test.a bassa (dimentico, da iL1Jano a Roma dopo la Livorno. la Voce Adriati.ca ~!n~~~~ia Ddue~~ueCi~~tà aft~~ ~:~l~~~~~~teChequ:l~de ~e~~ tbe~~~~=~ti:n i:1 s~c::cr~ ?~ :n"!~~~a s~~~;a s~r~gr;af:~ programma ben definito e pre sulla stessa seggiola. ra cinei:natoj(rafico. segnarono misteria e il gioco ai mar– circoscritto. cioè uno dei più circolo anche lì. ed ha l'auto praticamente una rottura ,Eini della realtà. ut:li. La Libera Cattedra. pre- al portone): evviva. fa fred- nel_l'itinerario delle sue fan- '.\teglie forse sarebbe sta– c:.ieduta dal prof. Carlo Pel- do, non salutiamo nessuno. E tas,ose invenzioni. Anzi to lasciarlo nel formato di legtini, ha in Enrieo_ Barf~c- andiamo via di tralice; che parve. addirittura che ri- Scheiwiller. al quale Za– ci. e nella Unione Fiorentina siamo come l'erba che il ven- succhiato dalle pressioni di vattini aveva pensato una ,_ _____________________________ _, presieduta da lui. la perso-:.to strapazza sui tetti notturni, certe istanze sociali che volta superate le perplessi- GIACINTO SPAGNOLETTI presenta: poesie di Angelo Narducci La conosccn.:a di Angelo Narducci è legara. nella mia ·memoria. a una di quelle sere tn cui. non ancora tor– nalo a stabilinni a Roma. centauo di riconcilianni con l'immagine che ne con.sen·aco dai tempi della primis– sima giovine.:.:a. pur .sapendo _come dovessi adatla~i ormai ad altre immauuu. ad altra 1.·ita. 01 passaggio per Roma. quattro anni. fa,. una sera di fine primat·era, srando a cena con Vican ,d'1mprout'1so aucertii dt /ranlf a me una presen.:a pura e seria· un giot·ane dai capelli c/uari. dal profilo adolescente. di scarsissime parole. Quelle de1temi lo rivelacano, all'accenro, abn,:.:.ese. E tutto, come diceco. /ormaca una così pura e sena pre– sen:a che io. più di una colta wrbato. mi chiesi se era il caso di continuare a discorrere con i modi. ahimè troppo familiari. della nostra accidia leu~raria che .spes– so si fa tagliente e d1.sumana. Quasi ,m t·ergognat'o_ a parlare di fronte. a quel raga.:.:o che non face_co fatica ad ideaiiz.:are e riconoscere nel me stes.so d1 diciouo anni prima. dentro la medesima .condi.:ione di spiri10 che aeeuo allora .E. .si capisce. pensaco. anche lui sc-ri– t.·erà poesie. è que.sro il S110 tempo. la uloria dei t·enti anni A rincontrare Narducci c'è voluta di/atri la sua poesia Ed è slato un pi~cerf' re,:tficare alla lertura quel!~ mie impressioni genuine. sen11re che non areco sb~ghato a crpd('re t'he c'era da vergognarsi, dacanll a hu. 1pnaro dei n.:i della no.stra .1ocietà letteraria. Non che, a conti Jaai. io ogpi lo reputi un ingenuo. un candido. Na~– ducci è .sen..::'altro più cresciuc.o di quanto non dm1ostn: 1r1terionnentc ~erio e quasi_ distaccato, ha t·1ssu10 abba– sian.:a per capire quanta d1scan.:a corra tra la t·ua _ e la letreratura, e quanta for::a sia necessaria per scru;erf' t·ersi. nei !empi in cui t'irinmo La raccolta che p11bblichE>rd Ira bret·e è il sr,o n– tratto compleco. Cè una prima parte abbandonata a! ricordi degli anni felic-i dell'adolescen.:a. queuli - ann! in cui vit-ere fu ansia mai quietata ... con - la t·ooha d1 impre.se sen.:a nome ... Ma scorrendo le pagine che se– guono. il letlore aflerrerd anche il senso ~oerico d1 11_na altra erà che si guarda pensosa. ora smarrita ad un ow– di.:io dei passato che non s'affretta a dare. ora liera del_la ~ua conqui~tata esperien.:a. ?ra in cerca di conso"." ia.:1om ; dopo uh anni d1 anposc1a .-. in_ quei moti_c1 d, t.·eritd e certe::.:a di rl!a 1ntenore che a,urano a ncom– porre un rollo, a proporne uno nuoeo. che possa corri– spondere al pacato discorso dell'an11na. Insomma. an– cora una t·olta la poesia c1 propone la scoperta della maturicd, partendo dapli accenti . el~giaci t'erso un·et~ .sepolta nel cuore. col nmprnnto d1 hberrd assolule e. di richiami rotali. e giungendo ai dramma df'lla sohtudin~ e dell'attesa non disgiunra dalla spf'ran:a. in cui s1 t'ollocano le proprie n_uot·t _ certe::.:e Da una let_rera che l'autore mi ha ane1ato ncat·o QUf''ì!e aflerma:wnL ; E' nf"c-essario amare il nostro tempo. Di venia 011111 giorno più difficile#, J!a il libro si presenta anche come un nirallo fedele dei moti più rit'i de-Ila poesrn d'oggi: mantenendo un lono unito e cordiale. mai oltre l'arco della voce che si incerroga. spe::ando le punle, pressoché scadute del– l'astra:ione e delrassurdo gìuoco le1terario d'altri tem– pi; puruando s11l colloquio. sia pure qua e Id in sor– dina. e s11ll'autorird delle cose da esprimere. semplice– mente. La poesia d1 Narducd cerca il mezzo più lieto e 11aturaie doce passare con la .sua morbida e incantata t·ersifica:ione che ralrolta ci rimanda agli esperimenti di 11n surrealismo turio di cuore e ilare. mc>nlre talaltra sembra un'eco di QUt-lla stagione crepuscolare. che mai ha finito di tramontare nella nostra moderna Hric9. Carne esempio di u11 innesto fruttuoso fra quesli due roru. si fegpa questa strofe: Oh solamente parole d'amore e rendiamole aJl'erba rendiamole al mare al nodo dei muscoli affonda dei seni abbiamo tullo da perdere 0J!ni ,·oce ogni gesto da dare E naturalmente si tengano presenti le ...Ballale. e alcune delle liriche di 4" Consola=ione per il criste au– tunno,._ Con il bel - Commiato,.; Vita non è questo oscillare tra il sorriso e il pianto ... Separando il buono dal meno buono, l'improprio dal proprio, è cercamente da augurar.si che Narducci giunga ben presto a quella sicure.:.:a di risultati gid ben evi– dente in rari luoghi della sua prima raccolta. e con– scrt'anda nello stesso tempo il pregio aulentico della sua 1.·ena: l'immediare.::a felìce del ca11co che si ripiega motit-i diretti e sinceri di una conqµistata motu- rità umana GIACINTO SPAGNOLETII COM1.UATO Terra delle anfore terra dei liutai. le agili forme che la mano incalza nel lee:no e nella creta daranno forma nuo\'a all'olio. al vino. ai suoni. terrà delle anfore, terra dei liutai :Ma chi percuote di battiti l'orcio perchè si incrini, la corda. che si spezzi? Vedi: l'aria ne è colma. ne trema l'aria leggeri CO~SOLAZIO::-rE PER IL TR1STE AL'TUXNO Tempo che batte e stride ai polsi grido di uccelli nottumi ombra che viene e va nella tua stanza al passaggio dei camions confuso lamento degli ospedali tanfo delle caserme l'età che illuse il cuore gio,·ane e il coraggio acre di re~isterc oltre le stagioni e la pioggia tutto ,,a in soffio che confonde quel che eravamo appena ieri e oggi. Io prego Dio o te che conosci il mio corpo e l'anima come Dio pub farlo di non mutare non precipitare nel tanfo degli ospedali nel grido delle caserme di salvare anima e sangue dal rotolare dei carri di non bagnarti di pioggia CONSOLAZIONE PER IL TRISTE AUTUNNO Amici ai quattro venti come bandiere tese ribelle libC:rtà di sangue e voci \'oci lunghe voci secche ribellioni giomi di rabbia ho solitudine e saio:tezza del tempo che viene poi che si frantuma,·a in risibili gesti l'inganno dell'età giovane Scendi sui prati neri di stoppia bruciata a sperdere i vani clamori le ingiuste memorie le stae:ioni hanno limiti certi cicli segnati siamo uomini soli CO~!!ATO Vita non è questo oscillare tra il sorriso e il pianto betulla uomo ane:elo qualcosa ci sarà di meno umano tutto muore in canto e il silenzio e la cara pietà di una mano ANGELO NARDUCCI tà che lo spingevano a ri– manda re definitivamente la pubblicazione. Infatti in una intervista concessa qualche tempo pri– ma della pubblicazione. non aveva esitato a tlkhiarare che il suo prossimo libro avrebbe dovuto essere un libro di confessione. di im– pe_gno più diretto e dichia– rato. Di polemica aperta insomma. E la misura per questa polemjca non poteva essere che quelJa tradizionale del diario, della riUessione ma– turata sulla cronaca quoti– diana. e aperta o,e:nj tanto da soluzioni liriche inserite abilmente nel tessuto narira– tivo. Il Diario cinemato– grafico è nato cosi. in que– sta luce ferma di estremo impegno morale, agitato da un'urgenza quasi drammati– ca, settimana per settimana. stùle paj(ine di una rivista mi I a ne se. continuazione ideale alla prefazione di • Un paese,. Un paese che si è magi– camente allarj(ato fino a comprendere tutta l'Italia, con le sue oscillazioni sen– timentali di questi anni. Si intende che nell'economia del volume molte pagine troppo rej(istrate sulla cro– naca dovranno sparire, co– me altre bruciate nell'impe– to polemico. ma il grosso del volume e oramai possi– bile intravederlo nella sua consistente moralità. nel suo spessore umano, e. so– pra tutto nel tono d'una scrittura divenuta cordial– mente discorsiva. più am– pia. distesa. Questa infatti mi pare la conclusione piU importante del Zavattini odierno, più che l'abbandono di certi schemi fumistìcJ. do,·e j(Ji anj(e}i fin=sconP oer 3.VNe le ali di carta G. A. CIBOTTO SEI PO.ES/E di Alarco Pola MARCO POLA è nato a Roncegno di Val• sugana nel 1906 e rì.1iede a Trento. Ha pub– blicare: • Il gallo sul camoanile • poesie, edi– to net 1936 dal Sindacato Interprovinciale Scrittori della Venezia Tridentina; •Poesie• nel 1939 con Vallecchi; • Quando l'anueio t'Uole • con Rebellalo nel 1956 In prepara– zione una quarla raccolta di poc.>sie. di cui fan parre quelle allegate. Nel cielo del pensieri oppure sui fili della pioggia un uccello coricato ha mille regioni di esistere met tlamoci in grazia di volare contiamo I nostri sogni amati vegliando il mattino di luce presagio di freschi ovvenlmentl questo ed altri mjsteri in tenere lontonanze fra paesaggi di sole di memorie altissime c'inonda vivi anche noi di un nostro trep1ùo segreto ò scritto sugli alberi che il cuore trnfitto degli amanti muta con le stagioni la sua morte. o Gridando giovinezza al trillo d'un mandolino tutto lo notte un cielo strano pieno di cavalli strani viviamo senza saperlo una fredda illusione è Io realta Il colore la formo delle cose possedute Canne ressa olle mura del pensiero per cogliere una roso l'ornante si è gettato a capofitto nell'ombra egli so che il suo paese è tanto plcc:olo da !ar piangere le cose se un dado è perduto nel gioco sulla terra folgorata di luce slamo ancora in piedi sulla punta dei piedi più vicini ol cielo le nostre moni gui1iano nell'aria come pesci che non obblano più età o Verde lichene facili sogni Ali~ rlvé tremanti del pensiero non c'era che la nebbia una nemica In più tutti volevano volare picchiando l'aria con le mani l'innocenza in fondo alle tinozze del leghi ovvero la feUcità d'un giorno sciolto e prosperoso di oontici e rose saliva come una gradinata di manna all'infinito mi sovviene la tua bellezze nel gioco degli appuntamenti l'aspro sussulto Ingannatore il tamburo dello foreste. o L'aria calda le rose appassite I giorni e la realtà del mondo sotto un cielo aperto e strano un cielo avidamente amato fin dove la memoria si dilata elemento adorabile foglia ramo e tronco insieme mescolat. tutta une vita che scivola verso un punto segreto per colmare lo spazio nei solchi puri ardente meraviglia d'una vela di lette e di carne gonfia di mille stagioni capovolte. o Il mondo rapitÒ Ldagli uccelli canta la sua terza nascita scivolando in pensosi evvellamentt memoria delle tua voce liquefatta dentro un sogno infantile che la sera lentamente involge come un piatto di crema nelle fresca penombra degli arrnadi. o La pioggia che stermina i bruC'hi sulle tenere foglie un verde lampo i tuoi capelli sono corde di un vioìino mi piacerebbe avere une tromba cosa faremo questa sera quando al paese disperalo saranno tutti morti già il nostro viaggio si accende di mille strade arcane mj dovresti baciare ma tu non pensi che alla tua casa lontana. MARCO POLA

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