la Fiera Letteraria - XIII - n. 6 - 9 febbraio 1958

LAFIERA LETTERAR 'Anno XIII - -. 6 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTJ E DELLE SCIENZE Domenica 9 febbraio 1958 SI PUBBLICA LA IJOMI<: ICA Direttore VI 'CE 'ZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DlREZIONE, AMMINISTRAZJ01 E: ROMA _ Via di Porta Castello. 13. Telefoni: Redazione 555.487 _ Amministr. 555-158 • PUBBLICITA': Amrninislr.: e LA FIERA LETTERARIA> - Via di Porta Castello, 13 - Roma - TAR.: Commerciali L. 150 Editoriali L. 80 al mm .• ABBONA~tENTI: Annuo L. 2 700 . Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750 . Estero: Annuo L. 4.000 - Copia arretrata L. 100 - Spedizione in conto corrente Postale (Gruppo II) - Contocorrente Postale n. 1/31426 Modlrllanl: •.Ritratto di ì \l.me Hau.stlne -. (Mo.stra degli ar li.stl Italiani a Monaco) L'adolPscPnza di M ry Me Carth) * I suoi antecedenti letterari sono piuttosto europei ed è proprio la particolare mi tura di una forte e quasi selvaggia natura americana con una formazione letteraria dove Stendhal. Tolstoi ccl i grandi romanzieri britannici dell·Ouocento hanno avuto la parte maggiore. a Jefìnire il carattere singolare della sua narrati,·a • cli GI.\CO!lJO ~LVI'Or\'Jr\'I A Firenze. do\·e avendo blicaz.ione. ì\l~ry McCarthy America. Le qualità di scrit- f.~o i1:~!,°osc~~~nidisu;!rs~~~'. ~~'i!f: d!e~~:iio in 1~~~z:ri~~ ~~1icdicir~~~';;d~.e~Jf 1 i~s~~~ gli amici la chiamavano « la senza alcuna fretta ma con problemi di struttura ed an– MaTy •· in vari -ambienti ci't• sicurezza. Nei racconti e nei che di psicologia che esso po· tadina era mollo poJ>Olare romanzi fa prova di doni ne non sarebbero forse ba– per la vivacità di spirito una narrativi notevolissimi. di stati a destare un cosi vivo ~i;;:n~~un 1 rei~~~i~if: 0 Jfv~~ ~~;!n~~~i~i~z!~1uJ: 1 ~: f~r~: ~~!~r~~e ~rrg~~i~ ~ 0 es:fi ~~,;~ un interesse sempre vivo e minilità ma evita qualsiasi d'educazione di una scrittn· non ~'1.lperficiale per le cose C?mpiacen~a- ed irritante in- ce che convie':1~ oramai ~on: italiane in generale e fioren- s1sten7a. d1.una ten~enz.a al- t~ fra le p;u s.ngolan d1 tine in particolare. una for· I~ satira dei c?stum1 che C<;>l- oggi. z.a d'attrazione mal definibi- pisce per la misura e la spie- Vole~do ntorn.~re colla le ma sicura. 111 Mary tateu.a. . memoria al suo p1u lontano McCarthy gli amici fiorenti- Pure ~ssend~ s~1fica~1en- passato Mary ~cCarthy non ni, che di Jei in atlesa delle te_amen_cana_d_or1gme. d1 na- ha t~ntatp d1 ~1c~earlo quale traduzioni in italiano od in sc1ta. d1 spmto ~,a_ry Mc-- fu .ai ~uo1 O<:Ch1 di bambma e francese non avevano anco- Carthy non ha_prec1s1_prece- poi dt fa!1c1ull~. ~sa lo n· ra letto nulla intuiro su- denti o stretti l_egam1 nell~ vede cogh occhi d1 ad.e~ e bito la presen~a d' unano il- letteratura. amencan3:. I suoi lo commenta co)lo spinto e t.rice di randi 1 litàscr a,:1tecedent1 le~tera:1 SOf!O la conoscenza. d1 un~ .don!l~ forte per~nalità qu~i i1.a~ piuttosto eu_rope1ed ~ propri<? adu.lt ~. La prima ori~ral1ta ~~;:trhy li a\'eva impres- ~~:st_fo~i3ert~c~~~~esim~l~.!":g?~~\àhdb:;lis;p~~~~in':e ~:I~~ Avevano ra~1onc. P_erc~è ~oar~~~io~~eri'~ft;~ar~n d~~: ~~~t~; rf:\~oc~ 1 ~~\n~ 1 ~ delle. tre m~g110:1 scrittrici Stendhal. Tolsto1 ed i grandi rie di capiloli !-taccati. che !.'i americane v1vent1 Mary l\fc- Cart.hy è oggi quella più in vista. Le altre due. delle quali tutti si accordano a ri– conoecere J'ori-ginailità e la re~e~a~~ht~~nc~~;r~e ::~= -~ tengono da parecchi anni il silenzio e ~li annunciati ro· manzi coi quali doPo una prolungala assenza dovreb– bero fare ritorno vedono da alcuni anni regolarmente ri- N fUOVA R CCOLTA DEL « POETA DI GRADO• * Tristessa de la sera di Bia~io Marin di * GIOIIGIO Siamo rimasti volentieri per due set– timane (con Giulio Alessi prima. poi con Ugo Fasolo) nel Veneto. Perché non restarci una settimana ancora. dal momento che Biogio Marin. mandandoci ancor fresca di stampa e di colla la sua Tri.1tessa de la sera (Stampe di Franco Riva. Verona) ci offre ropportunità di ribadire (e come siamo felici di poter dar ,ragione ai proverbi della nostra bella e provinciale e giusta llalia •) che non c'è due senza tre"? II nome di Biagio Marin (scrivemmo su .'Yuot:a corrente, Anno I. n. 1. quan– do di lui appan·e presso il Belli il quadernetto di versi in dialetto gradese Sénere colde: cenere calde). fino a ieri non lo conoscevamo (siamo nel 1954) nemmeno per sentito dire: Cino a uno ieri che. esattamente. corrisponde al mo– mento felice in cui aprimmo l'ormai famosa Poesia dialettale dd Novecento, di Pasolini e Dell'Arco, dove fra tanti altri fortunati incontri Potemmo leg– gere. subito dopo il Giotti. quest'altra incantevole voce. Una voce, diremo su– bito, che non restava alfatto bruciata da tanto vicinato, e che anzi trovava. proprio in quell'ardua collocazione, il suo istantaneo banco di prova. C_.\.PUOXI qualsiasi dialetto o lingua essa venga scritta. Naturalmente. in un poeta cosiffatto. la storia e il paesaggio aviti formano il tessuto stesso della parola: sono anzi la sua parola. tanto che la falsità del tono (la cilecca, fa stecca) l'avverti su– bito, non appena avverti. in un verso, la traducibilità in lingua_ corrente ita– liana (in uno schema astratto-utilitario) o. peggio ancora, non appena avverti la traduzione dalla lingua. così come può accadere, poniamo, in un verso simile a questo: ne l'aria che s'incanta de pui..si.a. il quale poteva esser detto benissimo (perché è una forma astratta della lin· gua codificata. non un'invenzione del dialetto. nella sua genericità di dida· scalia ritmata) in italiano, tro\·ando pro– prio nella sua possibili(à di traslazione la sua negazione. '---------------------,-------------' mandata la data della pub- Vero è, precisammo fin da allora. che noi non siamo specialisti nemmeno in materia di poesia dialettale (il che può mitigare un poco il nostro rossore), ma è anche vero, aggiungemmo. che il Marin, pur avendo esordito nel lontano 1912, soltanto da poco tempo, e comun– que dopo l'apparizione dei Canti. de l'i.sola (Ed. Del Bianco. Udine, 1951) ha visto spuntare intorno a se l'alba d'un'attenzione che va di continuo al– largandosi. foriera senza dubbio della più bella giornata. l\Ia pro\·ati a leggere (a pag. 35 di Sénere cold.e) l'intera vose de l'i..soi-a, che citiamo come un esempio opposto. e moltiplicabilissimo, e provate\·i a tra– durre il gradese supio d'umbra e de sol de pergolada., dove subito v'accorgerete come il dizionario non funzioni più: e non tanto perché, in quel codice. man– chino i segnal.i italiani atti a ra_mme– rnorare gli stessi oggetti (il soUio. la ombra. ecc.), quanto perché quei segnali gradesi. nei corrispondenti italiani. non hanno più (e non soltanto per semplici ragioni musicali. ma proprio per più profonde ragioni d1 storia. di terra) le medesime sinonimie, le medesime plu– rh•alenze. insomma i medesimi armoni.ci. esulanti dal puro e semplice, codificato. senso letterale. INCONTRO A SANREMO di CARLO Incontro G. F. Natta. a San Remo, e mi avdo con lui. secondo la simpatia comune, in cerca di un caffè per un-a di quelle strade che lentamente risalgono alla città vecchia dalla passeggfata illu– stre ma un po' troppo mondana per noi. Avrei potuto incontrarlo a Roma, come a Firenze, come a Nizza; è una cara abitudine per me, ad esempio, passare qualche pomeriggio con lui in conversa– zione a Bordighera, d'estate, al tempo del Premio Cinque Bettole. Ma. non è che Natta abbia rl genio del vagabondaggio. come ad esempio un poeta del calibro di Campana: certe sue predilezioni, come quella di trattenersi a volte in requie studiosa tra i monaci cistercensi della bella isola di San– t'Onorato, davanti a Cannes, provano appunto il contrario. Natta ha tutt'altro che l'inquietudine dE"i ,~agabondi; semmai ha ,il genio delle soste, che si direbbero appunto geniali. in cerca delle quali qua:lche volta viaggia, o meglio si sposta dall'una al.raHra, occasionate da qualche incarico o invito discretamente ricevuto, modestamente taciuto: du– rante 1e quali il suo umore ha la capacità di m,et– tere lin serbo, a frutto, nello spirito come si fa con le ciliege, un3 quantità di partfoolari che ar– ricchiranno &e sue conversaz:ion.i future. La sua memoria e ivf.atti costellata di soste. le sue soste costellate di osservazioni e conversazioni da cui salta fuori dl tipo di una societil vivisSJma nella sua inventiva verità e. in mezzo a queSta. come i fanti. le donne e i re nel mazzo di carte, le figure- dei suoi modesti e immodest.i eroi che dovrebbero essere, e sono difatti i letterati e gli artisti, verso i quali e in cerca dei quali Natta continuamente si muo,·e. Ciò che. in un letterato e scrittore di grande finezza e discretissimo. quale egli è. educato allo spirito dei moralisti francesi. con qualche sale òei libertini. ricorda un poco' il modo con cui da un libro, ad esempio, come Les caractèTes di La Bruyére, salta fuori non det1o ciò che siano il re, j principi. i grandi cortigiani. da ciò che resultano essere i costumi della corte e della societa colti a volo nel1'0&5ervazione pun– gente, che li svuota della loro falsità, eppure cosi amabile da far si che appare risRCttata. ,in fondo. la o:mvenieiµ.a che esistano. Sta il fatto che le frequentazioni infinite di Natta dei· vari e sempre mutantisi gruppi letterari, non tanto nella loro qualità di te~denza, quanto nel loro tipo di società spirituali ciascuna a suo modo, e perciò con una predilezione per le doro riunioni meno ufficiali ma più sincere .. i caffè e i discreti ritrovi tra amici. gli hanno fatto conosce.re , può dirsi, da più di quarant'.ann.i a questa parte. quanti hanno inter– pretato con un po' di spirito un'ora. o un giorno. o una stagione della nostra vicenda 1t:-tterana ed artist:ca. in ispecie militante: e il suo nome non potrebbe mancare, come difatti non· manca, in quella Ventura delle riviste di cui Augusto Hennet fece. può dirsi, una specie di Almanacco di Gotha degli ~venti diritto a Cregfarsi del dis_tintivo :-- fra i tanti distintiv.i il meno venale - d1 partecipante ai fasti e nefasti della rivoluzione. e poi e\·olu– zione letteraria dei primi quaranfannj del nostro secolo. E ce lo trodamo giovane. a Firenze. 1915. intorno a quelLi de Le Voce di De Roberlis: e un amico di tutte le arti>. scrisse Hermet. dal folto crine ricciuto color di rame. Non poteva essere perciò più felice la scelta (atta dalla cittil di San Remo, che ha chiamato G. F. Natta a dirigere i nuovi Lunedi Letterari indetti per iniziativa del Comune. dell'Aziendl di Soggiorno e Turtismo, del Casinò Municipale e dell'Ente Provinciale del Turismo di Imperia: che guai a lasciarsene scappare uno, di questi nomi– nati"i di benemeriti Enti. nella citazione di una iniziativa di tanto prestigio e alla quale San Remo tiene moltissimo. \.·a ricordato infatti che essa ha una trad.iZ::one bene affermata, che prima della * BETOCCHI guerra s·1mperniò nel poeta Francesco Pastonchi. H quale l'aveva immaginata e condotta a gran fama con l'affluenza dei più illustri scrittori. sag– gisti. artisti. viaggiatorj italiani e strameri. da Bontempelli a \·alery. da Maurois a Brocchieri. Ora. coi.ne s·e detto, l'.i.nizi-aliva riprende: ed anzi. al momento che si stamperà questa nota. avrà già ripreso fino dal 13 gennaio con l'apertura del ciclo a cura del saggista itaUano che meglio poteva interpretare il tema scelto da lui: Carlo Bo \•i ha infalLi parlato di e Dove va la letteratura>. Con la ripresa dei Lunedì dopo !a guerra. il tema era di primissima necessità: se le finalità della let– teratura non mutano. mutano infatti le prospettive entro le qual:i essa si muo\·e e che ne determinano il. cammino in un-mondo. come quello di oggi. di cui possial'!}o ben dire. come il La Bruyère finis– simam.ente ò_elsuo: < E' un paese dove le gioie sono vi.c::ibili. ma false. e i dolori nascosti. ma reali>. E' un commento d'obbLigo. e tanto più se penso d'esst?re a San Remo. fra tanta vistosa bel– Jezza e ricchezza. e con Natta vicino. Appunto. i tempi sono mutati. e quando il compianto Paston– chi dirigeva i Lunedì Letterari resistevano tra .il pubblico e la letteratura rapporti più fiduciosi. ancorchè potessero dirsi maga11i più fittizi, ap– poggiati com·erano entrambi a godersi un supp05to bel tempo alla balaustra sotto la quale. nell'ombra. esisteva alquanta ·verità negletta: erano tempi, di• ciamo. più favore,·oli ai diritti e agli svaghi. che ai doveri della letteraLura. Oggi la d.irez.ione di Natta vi porta una ese·rc.itata esperjenia d·altra natura. ma col filtro di una disposiz;ione cultu– rale ,e spirituale sopratutto utilissima qui. ai con– fini con le abili e ben architettate iniziative fran– cesi della p:-ossitTla Costa Azzurra. Occorre dire Infatti che per i pomeriggi letterari di una sta- . zione climatica e mondana della importanza di San Remo la serietil dell'informazione e dell'im– pegno non s3rebbero ancor nulla senza il senso di quel certo e souTiTe" che dà il toceo magico a ciò che dev'essere serio senza annoiare, ma che · non può essere di leggerezza. bensì d·accortezza. appu.,to come quello del saggio francese: e tutto ciò è impersonato benissimo dall'amico Natta. L'amico Natta! S'è visto come anche Hermet lo avesse definito amico di tutte le arti: ma è d'universale conoscenza. per 1 atta. iJ riferini.ento al famoso pezzo cosi intitolato e scritto da Sbar– baro per i suoi Trucioli. 7 0n so. ma quel famoso pezzo a volte consola il mio Natta. a volte mi sembra lo sconsoli. Forse Natta non pensa abba– stanza che. autore di racconti e dialoghi di gran– d-2 finezza. che non si dec.ide mai a pubblicare ìn volume. dopo quello che stampò con successo. L'ospite dell'HoteL Roosevelt, egli fa un po' troppo a nascondino con la necessità ru dar fama al suo nome con opere proprie, godendosi in quel suo elisire di conversazioni che lo rende noto a tutti gli scrittori e artisti da quarant'anni in qua. e amato dai più liberi, ma poco noto ai lettori che non potrebbero conoscerlo che attra– verso la stampa: e fa come il cognac di gran costo sugli alti scaffali. iJ cui alcool invecchia sempre giovane. e illimpidendosi nel vetro lim– pido e mascherato dalle elegantissime etichette. E quando Natta racconta, anz.i scrive egli stesso che una volta, avendo dimenticato il passaporto a casa. un commissario lo fece passare lo st~o.. alla frontiera francese, -in virtù di quel Camo.so pezzo di Sbarbaro: allora sembra che, nel ram– mentarlo. egli voglia divertirsi nascondendo an– cora ì3 suo nome dietro un altro nome, e sia pure quello del poeta e amico $barbaro: ma come chi. in fondo. si faccia anche gioco di quelli che il c;;w,1 pessimismo amaramente giudica CARLO BETOCCRI (Continua ---;--.,a,. 2) Mary Jlto Cartby romanzieri britannici dell'OI- l)'i'esentano quasi come dei tocento hanno avuto la par- racconti, episodi deU•infanzia te maggiore a definire il c:1-è poi delJJadolèscen:z.a. Quin– rattere singolare della 9U3 di li anaLizza e li commenta narrativa. una delle più per- cercando di discernere il ve– sonaH ed intelligenti di oggi. ro da quanto vi ha aggiunto I romanzi « A Charmed Li- la fantasia della memoria in– fe )1, del quale parlammo a fantile ed infine li riprende lungo un anno e mezzo fa a volte con rettifiche dovute su quesle colonne, e «; The alle osservaz.ioni di fratelli o Grovers or ~caderne,, (Hei- zii dopo fa pubblicaz:ione dei nemann ed1t. London), sul singoli capitoli in rivista. quale varrà la pena di ritor- Forse il libro avrebbe gua– nare in al tra occasione as- dagnato all'omissione di que– sieme ai racconti di • Cast a ste ultime rettifiche che nul– Cold E;ye ». vanno certo a~- Ja di positivo aggiungono noverati fra guanto di più minacciando soltanto di di- ::~~~~ivodcieh~1dat~ l~ar~~:= ~~ff:efr!~~~f~~n~ic:::t; ratura nordamericana dopo dapprima dalla scrittrice. A la fine della guerra. proJjOsito dei genitori morti E• difficile indicafe precisi assieme in giovane eta e equivalenti italiani di una GIACOMO ANTOSIKI (Continua a pa.r. 2} Come il quasi conterraneo e contem– poraneo Giotti, il Marin non resta af– fatto prigioniero nel pia~vole orticello della poesia in dialetto. e cioè nelram– bito di un puro e semplice fenomeno di gusto. ma s·impone !in dalla prima lettura su un territorio molto più vasto, ch'è senz'altro il territorio della poesia priva di aggettivi. E sarebbe di certo interessanle districare i !ili della fortuna e delle reali ragioni intr-in~eche che hanno determinato il ritardo nell'atten– zione, se appunto l'indubitabile presenza della poesia (non importa se scritta in gradese o in bretone. mentre soprattutto importa che sia scritta nel linguaggio della poesia) non ci richiamasse imme– diatamente al nostro più elementare dovere di ripetitori di un nome e di un'opera che non tutti ancora cono– scono. e che può esser d'aiuto non sol– tanto a chi ama i vasi da fiori. ma piuttosto a chi ama. lo confermiamo, la poesia. Una poèsia chè pur avendo anch'essa la sua remota ascendenza pascoliana (di un Pascoli felice. illuminato nell'anima da una gioiosa Provenza) trova la sua indipendenza e la sua no\.;tà (la sua attualità: vorremmo dire il suo e nove– cento> - e la mente corre a Saba, per l'insistenza. nelle immagini, degli a!Cetti familiari e del paesaggio natio) forse proprio nel mezzo usato (il dia– letto), e usato non romanticamente o sentimentalmente, ma come il modo più diretto, per il nostro Autore. di acco– stare gli oggetti, e perciò in quell'unica direzione ammissibile, la quale mira a giovare non diciamo alla lingt{a, ma a qualcosa di più importante ancora: ed esattamente. come s'è già accennato al– trove. al linguaggio della poesia. in Grado e la storia di Grado (la storia di Biagio Marin gradese) e dunque 11 linguaggio deUa sua poesia. la quale non e nienl'aUatto una condizione di inferiorità, ma anzi tale da porre il Mario al di sopra di cio che comune– mente s'intende per poeta dialettale. tras!erendolo piuttosto (appunto per queste sue radici in una precisa terra e in una precisa storia) sullo stesso piano di continua scoperta della parola ch'è dei poeti in lingua. Anzi ch'è, tout court, dei poeti. E dell'isola adriatica di Grado è, nella parola di Marin. anche il continuo colore marino (d'un celeste che appe.na appena distingui dal bianco. goccia d·indaco in una conca d'acqua). che a un certo punto si !a così sfu– mato da non permetterti di disti_nguere più le tre dimensioni del cielo e della terra e del mare, parimenti albeggiati dal davvero intraducibile volo dei cor– cals, fino a raggiungere immagini (ac– canto a tante di concretissime mamote. di ragaz.zi, del figlio tragicamente per– duto e della sposa) che toccano \·era– mente l'infinito del tempo e dello spazio: In boca al maestral un Jilo d'erba titTde. un flauto che se perde col vento in meso mar. E' in questa estrema trasparenza e levità del canto (che ha qualcosa di ispanico e di occitanico insieme) la pri– ma virtù della poesia di Marin.. Ed è una trasparenza e levita c.he nell'attuale Tristes.sa della sera (di cui Franco Riva. e nella sua casa di \"erona, ha stampato con torchio a mano, per se e i suoi amici. centocinquanta esemplari su carta a tino di Fabriano>). anziché venir meno o offuscarsi, tocca una purezza eh~ sa di miracolo. come se gli anni e GIORGIO CAPRO~l {Cont.1.nua a pq. 2.) scrittrice come Mary McCar– thy. Forse se ne troveranno tra gli autori della nuova ge· neraz.ione, intendendo questa non come età ma come for– mazione spirituale e tenden– za letteraria. I protagonisti dei suoi romanzi appartengo– no all'epoca nostra non sol– tanto per l'ambiente in cui Per la nostra cultura nel mondo vivono ma anche per gli at- * te~iamenti che assumono. i problemi che li preoccupano. il costume e le concez.iooi di ELIO FILIPPO ACCROC<t-l. ~~~~i. Un~a~ce~rftje~. di\:~ Quanti e quali sono "i mezzi consenso o la fiducia: da Pa- impegno. dalla rivista della e Dante• McCarttfy è c.he no~ vi ii idonei a I_loterdiffondere se':I: rapane_ e Botteghe ç,scure, da Per_ q~esto, parlare oggi di ~ oltretutto meritoria anche not quella trattura fra real- pre meglio, pur tra molteplici Gallena a Il VerM, Lettera· una r1v1sta che al 6UO seeon· m questo 6enso. tà della vita d'Oggi e finzione difficoltà di vari~ natura,. la tura, Ulisse, O~ficinn, Nu?Va d~ anno di ~ta può ~os~are Un e invito> apriva il pri– romanzesca che nuoce alla n_ostra c~tura, s~a es:a nfe-- corre_nte, _Espenenza .P_?et,ca! d1 aver ~aggiunto gia piena- mo numero <;el Veltro, a fl.r– opera di tanti altri scrittori rila al ncco patrimonio della La .ntuaztone, ecc. Riviste d1 mente gli scopi per cui ven- ma del Presidente della So· el contempo va sottolinea~ tradizione o ,a quello non me· impegno critico o rassegne di ne ideata, è come la dimo· cietà e Dante Alighieri•, "Se– ta la costante attenzfone del- no carico d'interessi proprio produzione letteraria, alcune ,trazione di un risultato ec- natore Aldo Ferrabino, un la scrittrice per problemi di del nostro tempo? più disposte alle indìfferen- ceziooa.le che merita di es- lnvito al colloquio aperto, forma e di stile Senza inu- Dilfus1one non soltanto li- z.iata raccolta antologica, al- sere segnalato. schietto, generoso, universa– tili ricerche di Tlovità tecni- mitata alle nostre provincie tre più dirette all'unitarietà Dall'aprile dello scorso an· le tra Itali-ani e Stranieri, un che. quali si notano oggi fra pur così desiderose di letture degli argomenti, le prime no, Il Veltro, rivista mensile e colloquio> da accogliere ed alcuni francesi pri\'i di vero e in certo qual modo !orma- aperte alla più varia colla· della e Dante Alighieri•, s'è estendere, in Ital:.a e fuori ingegno ed aridi di spirito, trici esse stesse di cultura, ma bora.zlone, le seconde intente andata sempre più configu- d'Italia, e come uno scambio Mary McCarthy raggiunge in diret!a a presentare, come in ad accentrare in un e grup- rando come una delle miglio- di parole vitali che desumo· r~iin~~~roidibW~. 0 persona- ro:t \~e:;~'tt~ g:l1~r~: ·1e~Ie;:~ ~ , e\~o p~op~ie ~~~- n!;;:1~~~ ~ ~fT~f~~~u~ s~!giq~~~ ~~:~iv~r;~r~~ ~3ii~ Una person""alità aliraente tura, di un'arte, di un'espe-- specializzate nella ricerca lifìcazione umanistico-lettera· zioni nazionali, armonizzate e certo non banale come la rienza uman_a e d~ pensi~r<?, me~odologica! oppur:e libere ria_ s'è venuta imponendo e com'es_se sono_ d~ll~. comunio– sua provoca un interesse che maturato ne1 secoh, al d1 la e tribune• d1 vano mteresse, chiarendo a mano a mano ne dei popoli civili>, al di là del libro va verso delle nostre regioni, oltre i rivolle le une Q un pubblico che la rivista assumeva il Non soltanto ai nostri l'autore. Per questa ragione confini, tra gli Italiani che vi· di esperti e le altre rivolte a volto che le era proprio: scrittori, sono infatti aperte « 1\femories of a Catholic vono lontani dal Paese e tra un pubblico da1la variabile quello cioè di una e tribuna• le pagine della rivista. Esse Girlhood 11 (Heinemann edit. quanti, d'altra nazionalità, statura. dalla quale la cultura ii.alla- raccolgono gli echi de11a n~ London). il libro dove l\Iary guardano al passato del no- Nella sostanza, il campo na possa rivolgersi a un pub· stra letteratura, cla-ssica e McCarthy rievoca con nostal- stro popolo, alla sua civiltà, delle riviste di cultura è blico di lettori e soprattutto contemporanea, dell'arte, gia ma anche con caustica al suo ingegno, col più inte- aperto ed ogni espeTimento stranieri,. della critica, della vita Ha– ironia -gli anni de1l'inf3.J)zia ressato,_quan·do .non amorevo· che DC!nse~pre,.I:'e!ò, giu1_1- lo.Wl mo!l'e~to !n cui non liana, in eleganti fascicoli fe ~1 11 ~~~i11fae~~~ 1 ~,!~: 1 i~: le,N~~glim~c3:~~- certamente, l~oTJ 1 s'i!~!~~~vi.n1:n W:i = 1 no:1~ 1 ~~ltur!n~~~e~~ me~ili <_il •_ceppo•. in co- lluenze determinanti per la io Italia, riviste di cultura, rie-scono a superare facilmen- (al punto che vengono dimen- perlina _e di. ':alerio FT~– sua rormaz.ione. ha avuto tali da meritare, per la se- te; anche perchè e oltremodo ticati. su pubblicaz.loni accre- schetti~ in cui l impegno ti– u.n·eco immediata da parte rietà degli intenti e per la raro poter scorgere il raggio ditate, gli stessi esponenti pograf1co ben s'accorda alla della critica e dei lettori in realizzazione dei propositi, il di una esigenza programma- massimi del nostro Rinasci· accurata scelta del •onteouto. L.-----------------------------------------' Inghilterra non meno che in plauso o l'incoraggiamento, il tica e tenervi fede come a un mento), l'azione esercitata Articolata nelle sue tre se-

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