la Fiera Letteraria - XIII - n. 4 - 26 gennaio 1958

Domenica 26 gennaio 1958 LA FIERA LETTERJ\:RI~ Tre poesiedi LINO CURCI I RJC,ORDI di M. M. Du Gard n so,-,-iso cli allol'a lo non potrò, madre mia, dirti lode per l3 pur.a modestia del tuo coraggio, il t.uo cuore fiorito dove virtù si adunano. creature alate sulla vh·a pianta. Se la poesia dev'essere solo terrena. e mi rimane intrisa dì quest'amaro. non può la parola chiudere l'infinito germogliare della tua vita. Trema al suo confine. Troppo pesante per te, puro spirito. E che mai potrò darti, mentre giaci in questo letto, solitaria e forte nel tuo nuovo patire? Appena un mucchio di parole. T'illumina un sorriso tutto per gli altri. e taci la tua pena Cosi diffondi la tua rprimavera oltre il corpo umiliato. per donarti alle cose spogliate dall'inverno. La tua mano magra che accarezza JI mio volto. fa pace con Je cose. * di GIACOJUO AN'J.'O.i'HI\'I Vi è in letteratura un ge- biografici. Queste ed altre re– nere nel quale gli inglesi ed gioni che non staremo tutte I francesi eccellono. Vi ap· ad annoverare !anno si che partengono alcuni dei loro nella letteratura italiana del– libri più saporiti, più diver- l'ultimo mezzo secolo le auto– tenti e ricercati: quello delle biografie, i ricordi, I diari e autobiografie, dei diari e del le memorie siano molto i.n!e– ricordi letterari. Non che da rlori in numero ed assai me– noi la maleria e l'ingegno no Importanti di quanto per manchino. Si pensi all'auto- lo 5tesso periodo di tempo biografia di Ardengo Sof!ìci contino la letteratura inglese • Autoritratto d'Artista Italia- e francese. Ugo Ojelti, che no'"· un libro di valore e di non va dimenticato come un grande interesse del quale maestro del genere, non ha non si è parlato abbastanza. avuto un successore. Si possono citare anche certi o·altra parte a voler seri– ricordi e ritratti di Giovanni vere da noi colla disinvol– Papini usciti di recente 6U tura. la fran chezza, la 6pre– un grande quotidiano milane- giudicatez.za di cui hanno !at– se ed alcune puntate delle to mo stra da tempo i francesi • Memorie di Ieri mattina,. cl sarebbe da metten;i nei di Orio Verganl laddove par- guai più 6erl procurandosi le la di Luigi Pirandello, Fede- più feroci inimicizie. Questo rico Tozzi, Giovanni Gentile senza pensare al conformi– e Pier Maria Rosso di San smo generale che attualmen– Il poeta Salvatore Quaslmodo tra Toni Cornello (a sinistra) e Turi Phrt.arà, orranlnato– re del •trebbi• siciliani, rlce\·e l'oma11to di un eelebr~ • pupo,. di Emanuele i\lacrì Tu che accarezzi il mio volto maturo. ti tomo in grembo prodigiosamente, quando segreto ti facevo guerra. trasalivi di me. Rendevo pallida Secondo. Non 5000 I soli te ricopre la vita letteraria ,--------------------------------, la tua bellezza. e mi amavi. sognando Jo sconosciuto che ti deformava. Sogni e tristezze di un'altra stagione, come potrò compensarvi l'attendere senza paura, e il sorriso di allora. l~'al,,o nott,11•110 )tia madre è in rischio e varca questa nottP di luci basse, notte che si aggancia come un rampino al cuore. Nella stanza di fronte due gemelli prematuri. che una suora sorveglia, si contendono ad altro rischio. La suora mi chiama. sorride. Curvo sulle vite tremule, guardo gli occhi velati, mi ferisce J'esilissimo piant.o quasi di pena prenatale. Espulsi troppo presto nell'alvo di quest'aria, fottano per restare. Ah, quella iforma umana piccolissima, assopita · nell'esistenza nuova. che si abitua dolcemente al pericolo di vivere come a una malattia ... l\Iia madre lotta per rimanere, e mi aggrappo al suo affanno. Siamo coinvolti nello stesso turbine, foglie di. vita che passa, nè i tempi ci distinguono, al centro. nel cavo della sola verità che ci riguarda, insu!ficienza e morte. La luce della stella che ci chiama dalla sua lontananza, sarà spazio, luogo concreto all'uomo che la sogna. Vi porterà sè s!esso, e la misura dei gesli, i passi, ruggine degli anni sulle pareti. Porterà le bianche corsie di questa notte e quest.o grembo di respiro penoso, dove gemono tutte le età. Stringiamoci e soccorso. pietosamente \llllti alla stessa ractice. Qui. nel cavo della notte. nel battit.o d'ogni debole cuore, passa il ritmo della creatura che s'agita al vento. Non staccarti dal ramo ... Penso al mondo sconosciuto che brilla di meteore. Lino Cure( dove J'uomo scontento guarderà dalle soglie altro cielo. Lo accompagna l'animo inquieto: fissa nuove lune per seminarvi ancora la sua pianta che muore acePba. Mai sentii la terra come un alvo notturno contenerci cosi vicini. stretti nel suo fiato. La 6U0ra di paese che si china sui piccoli che nutre con astratta maternità, Jc vite che faticano il loro sboccio nel tepore e il rauco respiro di mia madre si confondono. Tutto giace umiliato nella sua nuda legge. e si abbandona aU'orbita del nostro unico viaggio. li valico QuJ mi dìssipo in ombra, ancora spreco la 5ostanza di vita e filtro i giorn1 in dolore. Arrivato al punto incerto sul crinale degli anni che declinano, guardo dietTO di me la dolce valle dove non seminai; lo scampanio dei desideri sul tenero prato mi raggiunge quassù. Voci lontane, voci sommesse, credule, scanditemi la vocazione alla felicità ancora un poco. stretto a questa nuda avventura di Jagrime, non posso dimenticarvi, sento palpitare la gioia per cui ero nato. M.entre valico .il passo e già mi sporgo sul versante minore, accompagnatemi. ore e creature perdute, scendete con la mia !orma d'uomo solitaTia in quest'alto silenzio, in questo vento. LINO CURCI esempi ma bastano per indi- italiana di una coltTe ovatta· care la diversità dei talenti I.a, densa ed uniforme. Un e la ricchezza delle possibi· temperamento di scrittore co– lità. me quello di Paul Léautaud lo contrasto con quello brl- che pur coi suoi difetti è sta– tannico, il nostro tempera- t~ uno spir:ito ~ssoil.~t~mente mento ci porta però ad espri- libero, di una smcenta asso– merci in continuità a viva tuta. disposto a pagare di voce. Ben si sa che un rac· persona a caro prezzo la pro– conto !atto a più riprese agli pria indipendenza. ammesso amici con correzioni, aggiunte ed ammirato perché francese, e perfezioni non verrà più sarebbe da noi impensabile. scritto, od almeno tradotto Va riconosciuto che la strut– sulla pagina verrà amputato t~ra 6tessa della vita lettera– delle sue parti più vive e co- ria italiana, la mancanza di lorite. In contrasto col Iran- interesse da parte di una so– cesi tendiamo poi ad essere cietà, che nei suoi diversi pettegoli nella conversazione strati 61 appassiona per gli ma prudenti e permalosi per scandali del cinematografo le iscritto. I nomi di persona, le gare sportive con rel_ativo lo· precisioni di luogo, i parti· tocalclo ed li telequiz e ma– colar1 piccanti vengono sop- garl alla moda ed all'antiqua- pressi, le allusioni abbondano. GIACOMO ANTONrNI E colle allusioni non si pos- sono comporre scritti auto· (Continua a pag-. 4) IJIAIUO ALL'ARIA APER'l'A * Ridimensionamento clP.l lelr.ttu rP * ,li GlJGLIELHO l'ETno,~, Mi è necessario di tanto in tanto tor– nare alle più sicure vecchie letture; è una abitudine che ritrovo ~n tanti tra gli amici, ed è come cercare una sosta, come il riposo di ritornare in luoghi amati e conosciuti di cui si sa tutto, le cui sensa– ?.ioni ben note desideriamo rinnovare come nintrescare antiche amicizie con un nuovo incontro meditato, se pur scontato dn par– t-enz.a. Ma da qualche anno, e sempre con maggior precisione, non senza far resi– stenza, m.i son dovuto convincere che una buona parte dei vecchi testi non rappre– senta per me la stessa cosa di un tempo, non sono più un ritorno ad un luogo caro e conosciuto interamente, ma sono Invece una nuova avventura per la quale le vecchie esperdenze, le sensazioni che cre– devo ormai più che sicure e sempre pronte nella stessa misura e netJo stesso senso, divengono problemi nuovi e sconcertanti. Ho dovuto accettare questo fenomeno pur qu.asi con una certa irritaz:ione, annoiato e scontento di dover riproporzionare una quantità di elementi di cui ml 6entivo padrone e sicuro di conoscerli intera– mente. Che 6igniflcalo ha tutto ciò? Per quanto mi riguarda l'ho dovuto cercare e com– prendere non senza una certa fatica e, pur tra ttandosi di una fatica aUatto pre– veni.iv- ata, oggi ne sono tutt'altro che scon– tent o, anche se e1Jcora sono ln una fase intermedia ed ho dinnanzi a me ancora una certa laboniosa revisione, per poter completare il quadro di quella che mi si presenta come una nuova situazione che, !'Orse, non ha significato soltanto sogget– tivo, essendo determinata anche da molli !atti e situaz.ioni che sono rela~vamente le stesse per tanti altri. Ma senza andar troppo oltre ;n una indagine 1n questo senso, del resto assai prematura, mi interessa invece annotare gli effetti e gioi. e.spetti di questo mio com– portament.o, di questa non voluta neces– sità d-i rev.isione. Naturalmente, esponendo tutto ciò debbo flstare nel:la discrezione del lettore, giacché qualsiasi osservazione io racoia non vuol certo essere una 6Valuta– Uone di valori più che oe.rt.i, od un giu– dizio negativo su opere e uomini. che ormai non hanno più alcuna necessità d: giudizio; ma rappresentano &olo ff.ntomi di stati d'animo che hanno ragioni le quali, in qualche tratto almeno, superano la persona che li rivela. Ho amato e letto più d'una volta GuCTra e pace; era uno dei miei autori preteriti ed in pari lo era Dostojevski; in questi ultimi anni perO, una rilettura di Guerra e pace m'ha inaspettatament e s tancato, l'ho condotta e fondo con fati.ca e n 'bo tratto un relativo sentimeuto di d elusione che m'ha spinto a ricercare il migtior Dostojevski col quale, invece, è successo l'inverso; esso è cresciuto nel mio animo via v:ia che riscorrevo le sue vecchie pa– gine., l'Idiota mi ha eppassionato e vi ho trovato &o11ecitazioni e epprofondite ttaltà assai pi\) ampie di quanto già non fossi arrivato a concludere in letture di altri tempi. Faccio seg1l:re qualche altro esempio in modo che se qualcuno lo ritenesse utile, al di fuori de1 mio caso personale, patrii GUGLIELMO PETRONl (Conlloua i"°pag-. 8} Attualità dei Classici·: <<La. Sansoniana)) * Collocati in sagace prospettiva che consenta di rileggerli con henefi{!io nella temperie d'oggi, essi esprimono la Joro perenne spiritualità Con la Di.vina Commedia commenta– ta da Tommaso Casini (1892) e ripre– sentata da Francesco itazzoni, nel nome di Dante. Ja Biblioteca scolastica di Classid italiani che il Carducci ideò e diresse con l'aiuto dei più provetti studiosi del suo tempa (dr. Fiera let– teraria, 13 ottobre 1957): nel nome di Dante. Ia Cardu.cciana ha dunque com– pletato i venticinque volumi della pri– ma serie di ristampe messe in pro– gramma e scelte Lra i suoi cento e più testi. Ma" se inizialmente fu opportuno procedere con prude nza, il buo n esito subito ottenuto ha incon:i.ggiato e sol– lecitato Ja Casa editrice Sa nsoni a pre– disporre una seconda serie, la cui at– tuazione avrà inizio con Ja Vita nu.ova, commentata ugualmente dal Casini e ripresentata da Cesare Segre. . . Riavremo cosi. in scrupolose ed1ZJ0- nl stereotipe. cinquanta di quei testi che aJ direttore dell'impresa. in per– sona del solerte Lanfranco Caretti, sono sembrati, quali effetti-vamente sono. « più validi per un gusto felicissimo di commento o meglio indicetivi di un tempo che fu assai significante della nostra cultura• e che tale. passate ta– lune scalmane esteticheggianti, conti– nua ad essere considerato. Prova ne sia che all'apparire dell'una o dell'altra ri– stampa si è sempre riaccertato quanto quei testi siano ormai da considerare , veramente classici• e quanto valida– mente permangano « anche scolastici, di una scuola che ha servito alla for– mazione di generazioni e generazioni di discenti e di docenti•· Iniziativa indovinata. era naturale che la Casa editnce cui spettava il me– rito di averla affrontata pur con qual– che giusta cautela. una volta assicu– rato il successo, la venisse proseguendo con decisiva baldanza. Al punto da vo– lerla ampliare e, di necessità. rinno– vare, secondo i nuovi studi. accerta: menti e gusti. E in ciò la Casa Sansoru si sentiva autorizzata anche dall'impo– stazione panderatamente culturale im– partita alla propria attività e sempre osservata con fiducia pari al rigore. Senza correr dietro alle sfarfalleg– gianti novità di stagione e senza la– sciarsi tentare dall'attrattiva di facili guadagni immediati. ~he da uJti~? ii: niscono per costare 1n decoro p1u d1 quanto rendono in pecunia, la Sa.nsoni, svolgendo e rafforzando di anno in anno un suo oculato piano di lavoro, si trova oggi, quasi unica. a disparre di una propria « ideale biblioteca classica del– le lettere. della storia. della filosofia, della religione, del diritto. di imposta– zione editoriale unitaria per il formato, la veste, i modi tipografici e i criteri critici e filologici•· E poiché da cosa. specie quand'è ben fatta. nasce cosa. nulla di più spant.aneo e garantito che, vicino alle altre collezioni sansoniane e quasi in prosecuzione e completamen– to della Carducciana, sorgesse e s'im– ponesse la convenienza. non meno sto– rica pur nella sua attualità. di e offrire una collezione omogenea dei nostri classici commentali: quale dal tempo della Carducciana, appunto. non si era più avuta•· Ma. con tante che già ce ne sono. di varia indole e di varia spesa. la nuo\·a collana dej Classici italiani Sansoni non andrà incontro al rischio di risultare un doppione? E' subito da rispondere che. consi– der-ate le caratteristiche delle altre col– lane, il pericolo è saggiamente evitato in partenza. I Classici Ri.cciardi e i CLassici Utet, ad esempio, rientrano in un piano pre– stabilito e formano quasi una lista bloccala, che, partendo dalle origini, dai preziosi testi latini italiani proven. zali e franco-italiani. si spinge fino al primissimo Novecento e lì si ferma come davanti alle minacciose colpnne d'Ercole deUa Letteratura moderna. I Classici Mondadori e i Classici. Riz– zoti perseguono un criterio di maggior visto~ità, di più alta risonanza. passan– do gli uni dalle tre redazioni dei Pro– messi sposi (Ghisalberti) alle due della Scienza nova (Flora) e uJtimamente alla collazione delle otteve della Ge– rusalemme liberata (Caretti). gli altri dal Canzoniere petrarchesco (Ramat) a un amplio florilegio pariniano (Pe– tronio): non senza. beninteso. qualche gradita e Inaspettata eccezione, come quella che ra i nuovi Classici Rizzoli ha messo, proprio adesso, a nostra di– sposizione una folta scelta dei Romanzi dei e Reali di Francia • (1\fa.ttaini). In quanto alla Biblioteca nazionale della Casa Le Nionnier e agli Scrittnri d'Italia della Casa Laterza, procedono * di Et~RICO F,-ILQlll sempre più a rilento e sembrano aver rinunziato a molta della loro iniz.iale forza propulsiva. pur continuando di quando in quando, ma alla spicciolata. a fornirci testi critici utilissimi. La lo– ro presenza è più che altro fatta di continuazione e il loro catalogo ha ormai raggiunto un'ampiezza di svolgi– mento non circoscrivibile io termini dì attualità critica bensì di utilità erudita. Senza deprezzarne il valore. giacché per certi autori e per certi testi bisogna sempre ricorrere alle loro gremite fil– ze. come non rilevare che il loro pro– gramma fu ideato e avviato vuoi nel clima del e Viesseux • e vuoi nel giro del Croce? Si mirò soprattutto a rac– colte di testi con le quali sostituire le antiche, insufficienti e lacunose dal lato filologico-scientifico non meno, che dal critico-letterario. In sede di bilancio, a queste sei prin– cipali vanno aggiunte le collezioni , Po– Polari • (in vero limitate alla ripresa, sotto la direzione di Giovanni Nencio– ni, dei benemeriti Clau-ici Salani: con un florilegio dei Lirici del Cinquecento a cura del Baldacci e con una ristam– pa della GertLSalemme liberata a cura del Chiappelli). le , scolastiche• (quasi ogni Casa vanta la propria) e le , uni– versali> (Feltrinelli. Mondadori, Rizza– li, S:msoni). Ma l'intento della nostra nota è limitato alla crescente diffusio– ne dei Classici, avvalorata dal soprag– giungere della nuova collana sansonia– na. E della diffusione, quale ne sia il movente e quale il beneficiario (dr. Pu.nto, 28 luglio 1956). non c'è che da rallegrarsi: essa prova che. nonostante tutto, ancora sussiste, ancora vige un tanto di curiosità. di interesse, di ru. spetto. di soggezione. di diletto, di amo– re verso i Classici. li che costituisce Ja confortante garanzia di iniziative altri– menti destinate. al giorno d'oggi. a sembrare assurde e ridicole e. come tali, condannate al fallimento. Di fronte allo spaccio effimero e ambiguo di questo o quel best seller da strapazzo. prose– gue e anzi aumenta l'acquisto dei Clas- , sici. Perché non rallegrarsene come della promessa di tempi migliori? Il patrimonio dei Classici è fonte inesauribile di saggezza. cui tutti pos– sono attingere, sperimentando come an– che il bello, col suo operare sullo spi- rito, determini un accrescimento di chiarezza, di comprensione. • Ben vengano, dunque. anche i nuovi Classici italiani Sansoni. Li dirige lo stesso Caretti, e, perché si differenzino dagli altri, non rimarranno limitati ai maggiori. bensì si estenderanno fino agli scrittori , considerati tradizional– mente minori, per i quali, ancor più che i primi, si avverte spesso la neces– sità di moderne edizioni passibilmente complete o largamente rappresentative in sostituzione di quelle antiche, ora in– servibili ed ora irreperibili - quando anche non si triatti di dover addurre nuovi nomi alla categoria del classico o dare nuo\·a luce a opere poco note e trascurate>. Ecco, posta in termini chiari, l'esigen– za di modernità che deve presiedere anche ad una raccolta di Classici Ja quale non voglia. volume su volume, diventare unp splendido ma inutile mo– numento funebre, davanti al quale tutti si inchinino con secolare ossequio, ma procurando di girare al largo e scap– par via per sottrarsi alla noia. Far ri– vivere i Classici per gli uomini d'oggi: rimettere in circolazione quanto di poe– sia. di cultura, di esperienz.a è sempre valido nella loro lezione e può giovare. A tal fine la collana sansoniana - grazie alla direzione di un giovane stu– dioso oculatamente aperto ai problemi di oggi. quale il Caretti si è dato a riconoscere, senza preconcetti e senza timon - , includerà largamente opere di storici e di scrittori che rivestono comunque un valido interesse cuJturale. tutti quei testi cioè che implichino una problematica di gusto o di pensiero particolarmente viva e interessante nel dibattito odierno delle idee•· E per cominciare, tenendo fede al program– ma. i due volumi inaugurali sono de– dicati: l'uno (a cura di Giorgio Pe– trocchi) al Novellino di Masuccio Guar– dati detto il Salernitano, con appendice di prosatori napoletani del '400. quali Francesco del Tuppo (con l'intera Vita di Esopo) e Loise de Rosa (con un !.lo– rilegio dei Ricordi.); l'altro (a cura di Francesco Aless io) ad una scelta degli Scritti filoso/ i.ci, letterari e vari. di Carlo Cattaneo. iv i compresi i manifesti e le prefazioni del Politecnico. Due volumi, dunque, non !reddamen- te accademki, non pch-erosamente ar– cheologici, non vanamente letterari, non oziosi, non inerti, per poco che se ne consideri Ja materia: nel primo. sullo , sfondo sociale di una Napoli rinno– vata nelle sue fondamenta culturali dal nuovo regime politico ir\staurato dagli Aragonesi, ma tradizionalmente aggan– ciata alle sue fonti popolari, ai suoi costumi •: nel secondo, sul piano di una cultura che, essendo e sostanz.iata di scientificità, liberamente aperta al moto di rinnovamento delle tecniche nei campi di maggiore interesse per l'uomo moderno>, può e ancora servire e contribuire al miglioramento delle forme della vita associata: e questo in particolare nel nostro paese. dove è per– sistenté il tradizionale divorzio tra so– cietà e cuJtura, e tra cultura e scienza>. Dovuti ciascuno a provati specialisti, dopo queUi di Masuccio e di Cattaneo avremo i volumi di Dante, Petrarca, Pulci, Leonardo. MachiaveJli. Guicciar– dinj, Ariosto, Ffrenzuola. Aretino, Bem– bo, Galilei, Parini, Gfannone, Foscolo. Alfieri. Di Breme, Leopardi, Tomma– seo, Manzoni, Beccaria, Mazzini, Tar– chetLi, Gualdo: e non sarà certo l'in– traprendenza critica a farvi difetto nel ripresentare gli Antichi come i maestri dei Moderni. l\Ia senza pedanteria filo– logica, senza soperchieria storica. senza bramosia estetica. Eppure, a giudicare dalle note. dagli apparati, dal glossario, dagli indici di cui si presentano corredati i Classici San.soni. chi sa che non tocchi proprio ad essi, in unione con pochi altri, di accelerare la fornitura delle edizioni critiche dei nostri Classici purtroppo an– cora mancanti in gran parte. quantun– que la nostra Filologia sia oggi in grado di fornircele. Ma altre sono. in vero, le istituzioni dalle quali ci si deve aspettare l'incremento e il completa– mento del rigoroso lavoro filologico ur– gentemente auspicato dal Barbi in pro dell'edizione critica dei nostri Classici da Dante a Manzoni. Tuttavia è da ri– conoscere che qualcosa di buono è stato fatto. mettendo a profitto il meglio della produzione filologico-critica già esegui– ta e sollecitando quella in corso. Ma quanto e quanto ci sia sempre da fare per il ripristino dell'-autentica t lezione dei testi classici. ecco e, per esempio, dimostrato adesso da Giorgio Varanini. Nella CCLII dispensa della Scelta di curiosità letterarie inedite o rare dal secolo Xlll al XlX (in appen– dice alla celebre Collezione bolognese affidata alla Commissione per i testi di lingua), egli ha restituito alla primitiva autenticità iJ cantare della Ponzela gaia, , testimonianza preziosa della fortuna italiana cli quel tema dell'amor segreto fra un cavaliere e una fata che ebbe la sua più celebr't'! incarnazione lettera– ria nel lai di Lanvat di Maria di Fran– cia, e può ben dirsi, d'altra parte, il cantare più genuinamente arturiano del– l'epica popolare italiana dei secoli XlV-XV >. Le ottave del paemetto sulla pulzella gaia erano, fin dal 1893, note unicamente nella veste toscana sotto la quale Pio Rajna aveva ritenuto di do– ver camuffare e present.are il veneto dell'antico manoscritto, quasi che real– mente si trattasse d'una ruggine da scrostare. Talché con quella ripulitura trasformò e interamente in frutto di un suo puro esercizio la lezione manoscrit– t.a. la quale, invece, per rozza e incon– dita che sia, si presenta coi più inte– ressanti e singolari aspetti nella curiosa mescidanza di lingua e dia.letto che la caratterizza>. E questo de-Ila Pqnzela gaia non è che un esempio, ma significaUvo, dell'acu– tezza raggiunta dalla nl lova Filologia italiana, e, come tale, ind.ic- ativo dei grandi còmpiti e dei grandi se rvigi che ad essa sono riservati e che da essa vengono adempiuti. • Collocati senza arbitrio in sagace pro– spettiva che consenta di rileggerli con beneficio nella temperie d'oggi, i Clas– sici non passono a meno di esprimere la loro perenne spiritualità. e Questo equivale a dire - come osservò il Re– stagno (Corriere della sera, 25 aprile 1953) - che anche il classico è un idea– le in movimento: che si sviluppa e progredisce. quasi per romantico im, pulso, seguendo il ritmo della storia• Solo così la chiarezza antica potrà con, tinuare ad illuminare lo spirito moder, no, aiutandoci a fugarne le ombre , ad alleviarne le ansie. ENRJCO FALQUI

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