la Fiera Letteraria - XIII - n. 4 - 26 gennaio 1958

IL PRESENTE NUMERO CONTIENE l' INDICEPERAUTORI E PERMATERIE DELL'ANNATA 1957 LA FIERA . LETTERAR '.Anno XIII - N. 4 SETTIMANALE DELLE LETTERE,. DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 26 gennaio 1958 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AM1'11NISTRAZIONE: ROMA _ Via di Porta Castello. 13. Telefoni: Redazione 555.487 _ Amministr. 555-158 _ PUBBLICITA': Amministr.: e LA FIERA LETTERARIA> - Via di Porta Castello, 13 - Roma - TAR.: Commerciali L. 150 Editoriali L. 80 a1 mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 . Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750 _ Estero: Annuo L. 4.000 • Copia arretrata L. 100 - Spedizione in conto corrente oostale (Grupoo I[) - Conto corrente oostale n. 1/31426 CRONACHE DEL PIACERE * SOCCORRERE LALUNA * di ALFOI\SO GA'l"l'O Prendendo spunto da una lettera che Baudelaire scrisse a Desnoyers nel 1855, d:ie anni prima della pubblicazione de uLes fleurs du mal», si può andar cercando quanto, e sotto quali !orme, la Natura entra· nelle pagine d1 quel grande libro di poesia. Baude~ laire scriveva a Desnoyers: u. Mi chiedete versi sui boschJ, le grandi querce, il verde, 11 sole... Ma sa· pet.e bene ch'io sono incapaee di commuovermi per i vegelali ... Non crederò mai che lo spirito degli dèj abiti le piante e, quand'anche l'abitasse. me ne cu– rerei poco e metterei l'anima mia ben più io alto d1 quella d'un santissimo broccolo,>. Dov'è da ricordare che légume in francese, può significare anche « per– sonaggio importante», qualcosa come il nostro (t pa– pavero,,. G. B. Angioletti I 'CONTRI CON GLI SCRITTORI ITALIANI * A colloquio con G. H. Anaioletti di ELIO FlUPPO ACCROCCA J f., LIBRO Tecchi DI COI * SI PAR I~ A animalista * L'interesse per la vita degli animali fa parte non solo di una curiosità di letterato e di indagatore di certi aspetti della natura, bensì cli una zona più profonda, di quell'umanissimo sentimento della natura che è all'origine stessa della vocazione cli scrittore che caratterizza il Tecchi • FERDl~A~DO \TIRDL\. . II ~ ellissi.mo vol~me Sto: contemporaneo che .Elì si aeree fantasie: per un ere- che è !atta soprattutto di ne d, bestte che m questi rivela anche attt"8verso la dente - com'è il Tecchi - trepidazione di fronte al ri– gìorni l'~ditore Bompiani prospettiva offertagli da.Eli è anzitutto occasione di oe- velarsi di un'intellip:enu ha pubblicato raccogliendo studi. Ma la vocazione dello netrare profondamente in segreta de.di animalt nel quanto attraverso molti an- scrittore è una vocazione quello che è il rapporto del- loro quotidiano vivere in- ~!n~~"!:ri~~~dao :1'ue:Lt~ru: ~nt~~"e~c:edc:r~"in" ~rre~i! ~~i;Ì~m~ond~f ;;:a~~~~:~ ~~~oe 1! 11 ~~:o 0 ~e n3;ll'~o~~: mah, non scopre al lettore con quella dell'uomo di cui- lamento con tutti p:U ele- di un personag,Eio per gli a[Catto un Tec~hi_ nuovo, ~ tura, ancorchè una certa menti della Creazione stes- animali, o per un animale. non tanto, d1re1, perche scelta romantica nel senso sa. l'interpretazione di un riverbero del libero e soon– qucst~ st_orie.fanno par~e. di di un'aHinità originaria. si mistero della natura. della taneo interesse dello scrit– una tnclmaz1one che si m- avverta nella stessa scelta vita nella sua forma più tore, ma anche della accet– ser!sce nel lavoro dello dei suoi studi, scelta ro- umile e talvolta più indi- tazione di questi ultimi. Si scrittore lungo tutta la sua mantica che è fortemente fesa. Beninteso in queste leggano prose come e Mo– carriera, ma altresì perchè connessa con quel senso sue bellissime prose il nclluccio •· la storia di un tra gli aspetti della sua della natura di cui si dice- Tecch.i non porta problemi. piccolo estroso cavallo ore– opera questo non è - an- va dianzi. ma si affida piuttosto ajtli diletto da un vecchio fatto– che se per avventura è la Lo scrittore. occorre dir- affetti e ai ricordi e vi si re. che si speJ?lle lentamen– espressi<;>ne ~i partic<_>larilo. è nell'uomo-Tecch.i e so- abbandona, spesso. ma sem- te quando, a ca usa degli momenti - 11 meno mte- lamente nell'uomo-Tecchl. è pre senza che un tale eb- estri dell'animale. e.di è co– ressante. Lo .e?be 3: n~tare nel rapoorto più vitale - bandono finisca con !'atte- stretto a venderlo: c osi in anche un cn.t1co d1 sicuro voglio dire - C'Olmondo e nuare la testimonianza di e Maurizio> nel quale la g~sto e di s1~ura penetra- con Ja società, ma soprattut- una sua cosciente presenza. vicenda si svolge su un con– z1one come Pietro Pancra- to in quelli che sono t le- La pagina luminosa e se- trapponto di reciproci slan– ~i quand<_>sc~isse: .< TC<:chi garni interni. i più veri. i rena che apre il libro e ll ci tra un bimbo e un cane, e un arumal1sta ~1 primo e dove il Tecchi crea, o getto•· rendendosi conto scopre, una sottilissima te- perlettamente di come l'in- la di rispondenze. teresse -per la vita dep:li Altrove (e con quanta ti- Ma veniamo alla statistica. Alla poesia di Bau– delaire i Tropici danno il cocco e il tamarindo, lo Oriente il loto, l'antichità il nepente e la cicuta. Del suo tempo e della campagna il poeta ricorda la mar– gherita, la rosa, il ranuncolo, il mirto e cipressi. Per le bestie va un po' meglio. Tra le domestiche, i1 gatto la !a da padrone, seguito dal cigno, dall'allodola, dal– l'albatros, dalla farfalla e dal grillo. Elefante, scia– callo, pantera, lince, tigre, giaguaro e gattopardo ra(r presentano nell'ordine le fiere o, meglio ancora, quel (l serraglio dei vizi» di oui l'amore non è che la ma– schera. Largamente rappresentato H mondo minerale con oro, acciaio. cristallo, diamante, agata, !erro, ambra nera, opale. Quanto agli odori, l'ossessionante parfum che cir– cola nelle « l!"leurs du mal» giustamente è stato no– tato com'esso non provenga da lla natura , ma « dal– l'incanto un tempo gustato con ebbrez.za e con lenta cupidigia del fanciullo perduto nelle vestl materne n. Se c'è uno scrittore che ab- stesso come una leltcra da tlrà da zone più complesse, ;~~~al~i r~c;:secu~i~!ftà n~)i ~~~~~!Ìi1.:;lillr, ~~fi;i~i>)eJ~tr~~i~~ior~ps~i bla inteso, in ogni sua opera, Inviare agli amici durante da basi culturali più e euro- letterato e di indagatore di -t::: presenta la diCficoLtosa vi- richiamarsi a un sempre mag- gli anni di quella lnstanca- pee >, ma io Angioletti lo cerll aspetti della natura, t.alità di alcune creature glor rispetto verso la parola, bile !autrice di rimpianti che sçopro soprattutto all'ombra bensl di una zona più pro- dotate dalla natura di una 11 poeta seri veva (nel '51) : « Il gusto precoce delle donne. Con1ondevo l'odore della pelliccia con l'odore della donna. Ricordo ... Amavo mia madre per la sua eleganza ». E in Un mangeur d'opiu.m: « Questo pic– colo affanno, questo piccolo godimento del bambino, smisuratamente ingranditi da una squisita sensibilità, d1ventano più tardi, nell'uomo adulto, anche a sua insaputa, il principio di un'opera d'arte... Non sa– rebbe facile provare che il genio è un'in!anzia net– tamente chiarita, dotata ora per esprimersi d'organi virili e potenti?». ~f~!r:::so c~~~ttf~at~~~u~~~ è ~n~ 0 èta;i~~~~ un ritratto ~; ~ris!;/~~ 0 ~fih~ 0 df~:~~~ ~~ti~e~:o ~~if!'un~~!si~~ ~~:t~~t!e'%~az~~!~ ~ custode della parola, questi Indiretto, e l'altro più diret- e Inchiesta• ch'egU ha com- è all'ori,g-ine stessa deUa nome di suono (u;si ario- è Angioletti. E non. da oggi t~mente legato al segni del pluto in se stesso prima che vocazione di scrittore che stesco, Ariolante e ••• gli era lo va dicendo e. scrivendo. vivere, del ricordo. Nel pri- negll. altri, a trarne un se- caratterizza il Tecchi. rimasto .invece nella memo- A chiusura d1 un suo non mo sl scopr~ la sostanza del gl'~-0 1,,s"' fl,~ r.tl) · (pet me) Un t.ale sentimento della ria, vagami?ate, il rico 4 do più re~ente l 1 lbro, L~ carte caratter:e, vi sl rivelano i destinato forse a m aturare natura. affettuoso ma non .,...,.,._ -...., _ _, del paese dn cui aveva tra- parfanh (del 41), egh a!!er- t~atti d1 una dignità e di un nel tempo. per questo abbandonato O scorso la prima gioventù: mava: e Ho cercato di con- rigore lettcr!lri che son pro- Lo conosco dalla Fiera di e!!usivo è forse dn lui una soprattutto come una scia vincer~ I !fllel lett ori del la prl dello scrittore: nel secon- piazza Madar:n,a e di Tor di manifestazione ancestrale di odori. sensibilmente di- necessità dt leggere bu o.ni li- do. per la posizione morale N<_>na. ~ul direttore e lo e.I della coscienza. il senso di versi. alla mucosa delicata b~I. di 6Crlvere con. misura, che vi si aHer~a e per l i di: miei primt conl~ttl con la un vivo legame con la ter- del naso. da quelli che ades- dt pa:tare con garbo, insom- stendersi n~l vivo del.la me rivista, e posso dire che es!- ra. una companente origi- so sentiva vibrare intorno Sarà la fantascienza o la frenesia del missili, ma noi vorremmo tar nostri i versi di Giovenale e « SQC– correre » la luna. Il rito romano cui si riferisce il poeta nella sua satira era dovuto alla credenza che 11 bell'astro d'argento scomparisse nelle eclissi, ascol– tando le parole magiche degli spiriti malefici. Per soccorrerla, bastarva !rastomarla, impedirle d'ascol– tare. E dalli dalli, i buoni soccorritori, a battere cas– seruole, tamburi e a dar di flato a trombe e a pifferi. Che bella serenata! E ohe tutti gli antichi penassero che i maghi potevano tirarla giù come legata a un filo, è prova di quanto, la luna. i vecchi nottambuli se la godevano con i propri occhi. ma d1 an:iare la parola nella mor,ia, si d1scoproho I s egni s!e. se permettet.e, ancore un nale, dunaue nella quale si al tappeso persiano. debi- :~~ s!~~ain~t1f:ad~~fa ~u~:;: de:~u~.~:. nel suo sguardo. ~1~~Ì1~0 cg~ ~;s,~ol~~i, q~~nt1 manife:5ta l'uomo prima che ~::1f~\~1i!11~~t'!g~,;~~!hJ'a on~~ virsi di ess~ p~r tradire :o. nel .tratti del. suo ponderato hanno oc~asl~ne d_lconoscer- ~~P~~\ 1 ~t~~e sceritt:i~a tr~~aljJ dall'accoppiamento di una S~mbra. 11 ;itratto segret(! lu~moso e d.1stacco•. r~s~ lo da vicino. !am1llare nella suo nutrimento migliore. cavalla di gran razza con fe~~;,u~~r~ls~;a ~or~\!~ral?~ r~~z~h1r~~~r~a 6 ~~f O m?1:~!~e ~~v~~:oz~f;e ~i~~~:e ::caer;:: Che .non è, si. badi bene , un Bonaventura Tecchl u 1 n umllh. e asinon.t nel raccon 5 - base di questa aHermazione; viale Lodovica. con la casa nata, sulle cose che più lo nutr1men.to dt car! ltte.re cui- O c e apou o da es .a e le carte non sono più sol- rossa dove nacque, il giardl- interessano, quasi a voler tura!e : 11 Te;ch1.. f 1 .lo lop:~. pi~ .vivi co~ gli altr~ uo: t~mpo de~di animali• dove Prende ~ome. che d.1- tanto parlanti, giunte a que- no, i bastioni dagli alti lppo- calmare una dose d'lnciplen- studioso tra ~ pm mtelli- mm1, pa.ssat1 al vag.llo .d1 s,. mc_r~c1a felicem~nte la venta un vivo oersona~JZlO sto punto, ma sono operantl castani, e le officine, il grande te entusiasmo) e nient'aHatto genti ed acuti dE;lla lette• una cosc~ei:iza straor~maria: d1spo~1z1one narrativa del u~~no Pl;.{ nella sua ptia in profondità. Natul'almente gasometro, I macelli e I labo- s71;1rsodi parole quand'è In rat':'ra ,.e del pensiero led~ m~~te v1g1le. ~ul piano d1 Te~ch1 c,on que~a del mo- evi e~za I estroso anima e. per chi sappie intenderne e ratorl. Sembra un quadrç> di smtonia con l'argomento. sch1,. 1 illustre docente uru- un interna .persm troppo se- rahst~, l un~ e 1 a!trél: senza Cosi . 11 1 ractont~. che C:·ca coglierne la lezione, una le- Vesplg:nanl. E' Invece 1 ori- ... • versitari<;>, sono ':1II aspetto vera ~oscienza m.orale (e soluz1o~e d1 contmu1tà ti:-a per t!to O <. m.u 1 "· 0 e te- zione preziosa che dura da gioe di una pagina (o di una pressoche professionale del- Qu1 m1 permetta 11 lettore loro. c1 racconta la stona tru':C 1 <?" di cm. ~no prota- Nell'ottava ecloga delle « Bucolìche >>, Pharmaceu– tria, Virgilio Ca dire a Alphesiboeus: più di trent'anni. conversazione?) in cui si va La sua casa è a un passo la sua intelli~enza. anche di aprire una lunp:a paren- di un coeur simple, ma non .'?ODIS~J un maialino e un Altro ritratto di Angioletti profilando - per linee se- dal Tevere. a due dalla sede se si tratta di un tipo di tesi: sono stato accusato di disarmatO"' di fronte alla vi- bambino che ~anno lo Sles: è nelle pagine di 1. Metamor- grele da cui un ritratto nuo- Qel Sindac~to Scrittori, quat- professionalità che si lega ve~ere nel Tecchi stesso. ta. quello di un parroco di ~loTnomltie: Storie nelle qu 1 • 11 fosl "· un capitolo di !nchie- vo prende l'avvio - la natu- tro dalla RA.I. e mille dalle profondamente al suo carat- un'inconscia censura mora• campagna che e vivendo 1 . ecc evoca. un.a ~ua ta- Apporle l'eau lustrale et pare les autels, ALFONSO GATTO sta seo:eta, ma qui le parole ra de l.la sua memoria. abitudinarie sedi dì perdi- tere, alla sua innata curio- listica in quanto attiene ogni. ~iorno a cont.atto con lia arreate. ;.ntic~ 1 ~5:un~ nel SOl"\O dirette, 6P.untano come Altt1 lo vedrà s_ottodiversa ELIO F. ACCROCCA sità di uomo moderno. di nella sua opera alla rap- uomm1 e con .b~st1e... ave- suy .on \ 1 trali izi~n'ta,~- (Continua a pag. 2) pennellate daU interno. volte luce. e per scoprirne le qua- umanista moderno aperto a presentazione di quella che va dovuto porsi il problema po ard. dc e ef! odut via ._ __________________ __, 8 ricavare un cromo di se liti; umane e letterarie oar- (Continua a pa,:. Z) tutti tl!i asoetti del mondo e la. sfera ~r C?Sl dire ~elà~u~elib~~~ifàe1eif:irr:~ ~~!rit~ 3i u~~fu~ ii'~~oer~ ,----------------------------------·---------------------------. cero!1ca.• de.1 suoi PCr5?- vita>, quasi come una me- na. ,ma.con l'animo tutt.avia na_gp:1,cioè d1 frapporre m ditazione che si lep:a a tut- dell artista volto alla ricer- IJ1~ ,WJOl'O-DELIZIOSO LIBRICCl.~O DELL'EDITORE REBELL_ATO * POESIE VENEZIANE DI GIULIO ALESSI Da quanti anni siamo amici di Giulio A:es,;i? S'è addormentato int-Orno autunno. Il suo rumore di farfalle, dolce balza nel petto vivo, è fonte a.t c-uore attraverso il r onzio delle strade a..nopite, qua.ti di penne, dl qualcosa pronta a mor ire. Rapida muore la. cittd unza. più luce d'arpento. Porta il {malocchio vedere una canizle... E da quanti anni ci eravamo perduti di vista, con la brutta guerra di mezzo che aveva somato via tante pagine dai nostri libri e dai nostri affetti più cari? Ma quel e dolce rumore di farfalle• (quelle e strade quasi di penne•>. nes– sun ventaccio aveva potuto disperdere dalla nostra memoria, primi versi delle remote e deliziose Colline azzurre (Ge– nova. Emiliano degli Orfini. 1938) con le quali Alessi. allora ventenne. aveva preso !'aire. E' un quadernino, quello Ii. che rileg– gerlo oggi. dopo tutto quel pc' po' di roba ch'è successo poi (lo abbiamo sal– vato per miracolo. e lo abbiamo qui accanto a noi tutto macchiato di tem– pa). più che mai spiritosa ci Ca sentire la sua primitiva, freschezza: E me lo dice l'occhio cht: è vestito dl un fumo d'oro. lo strano labbro n itido, U visetto imbal.samato di cotogn.a. l' erbo.so nero nottumo della tua c,hioma... Quanta fiducia nella vita e quanto gu- sto di vivere. Quanto estro (che a tratti ricorda il saporoso estro govoniano) in questo nostro piccolo Pascoli, ma ilare e confidente, cosi apertamente privo da astuzie e di sofisticherie e così gene· roso di piume, di nidi. di occhi. di uc- di * GIORGIO CAPRONI cellini. di farfalle, di scarabei. di ra– gazze campestri e di allegrie e di mos.ti e di felici errori. Una poesia certo divergente dall'al– lora comune ricerca. Ma non meno viva, non meno vera. tanto che AJessi do– vrebbe farcelo questo regalo. di ristam– pare· magari in parte le sue Colline, do- 1 ve davver o tut to azzurreggia ilare di viola (Clie vi.vo profumo ha il tu.o pianto - di ve'tro di c ui sono ghiotto!), e dove Cra tante figurine acute e vere (donne o lucertole non importa) in scene più che mai acute e vere, si respira la più bell'aria aperta della più domestica del– le nostre campagne padane. Ma Alessi ha pubblicato poi tanto altre raccolte (che ahimé non abbiamo visto. e che ora leggiamo nel lungo e per noi mortificante elenco del Heper– torio falquiano} da essersi forse dimen– ticato di quelle felici primizie Cdi queJle azzurre colline), di cui pare non abbia conservato (la conserviamo noi. e sal– vata dalle acque>) una copia. Non lo possiamo rimproverare di aver– ci trascurato. in quanto sarebbe stato nostro dovere andarlo a cercare, prima d1 aver ricevuto senza dedica Ce ben ci sta) la penultima raccolta stampata da Bino Rebellato ( Mia città, poesia in ita– liano e padovano: recensita sulla Fiera da altri meno disattento e meno pigro di noi}, e prima che un puro caso. do– vendo viaggiare da Montecchio a Roma, non ci avesse finalmente spinto a fare un espresso con su e Caro Alessi > (mica , carissimo Giulio,,) e sosterò a Padova un'ora: se vuol venire alla stazione ... » Giacché è proprio alla stazione di Pa– dova, dopo un bicchierino di grappa e poi appena un altro ancora per scio– gliere il ghiaccio. che ci siamo ritrovati amici nella sua poesia, quest'ultima gra– zie a un altro libriccino consegnatoci dalla sua viva mano. dal semplice titolo (l'editore è sempre Rebellato) di Poesie veneziane. Che viaggio delizioso. grazie a quelle poche paginette. strippati tn un vagone (da Padova a Roma: il secondo giorno dell'anno) dove - la schiena contro lo uscio del W.C. e i fianchi tormentati da– gli spigoli delle valige - era impossibile posare tutti e due insieme i piedi. e do– ve guardando fuori (oltre il vapore dei fiati e oltre il volto d'una ragazza bella fin che volete e fin che volete veneta. anche se già un poco tedesca nel ceruleo degli occhi e nel biondastro dei capelli su un~ fronte leggermente sudata e pie– na di sobbollito). quella nebbia gelata che da qualche parte chiamano la ga– laverna dava l'impressione, brinando ogni particolare del paesaggio diventato albino (fili del telegrafo. rami, sa!Jsi. pra– ti), di viaggiare per gli sfatti campi dei Cimmerii. o meglio ancora d'esser ca– scati, moscerini neri, in un albescente bicchiere di magnesia sciolta. Ma vedete C"Omela delizia può rag• giungerci, e pervaderci. nelle situazioni e posizioni più scomode. pronuba la poesia· ..no dietro la persiana curva e ml è arato sentire l'a.cQua lunoamente battere lt rive, tremante d'ombra e vento la laguna. dolente a tutti la vita tempestosa. A patto eh !I dolore sia un dolore umano si può anche soUrire ... Grazie a quel libriccino. forse cavato di tasca soltanto per non veder certi dentoni gialli affondarsi svogliati (e do– potutto malinconici) nell'ultima coscia di un pollo arrosto avanzata dal Capa– danno, ripetiamo che per un lungo tra!_– to (finché non ci siamo messi a sedere: ci sembra a Firenze) un più piacevole viaggio non l'avevamo mai fatto. e Virtù amichevole della poesia di Alessi >, ha detto cosi bene Aldo Ca– merino, il quale ha anche aggiunto: e che ha il merito di (are compagnia al let– tore•· Ma virtù anche, proseguiamo noi, di quesfaltra gentile e forte Venezia, e sempre sull'uscio, qttigua a tutti>, e perciò tanto più vera. vista e colta oltre che nel suo minore paesaggio me– no accarezzato dalla letteratura, nella minuta gente che la popola, coi suoi mille ragazzetti in maglietta che. nella e sera mari1iara >, senti correre a piedi scalzi sulle calli e da un capo all'·iltro di que– ste pagine (lasciandoti un fresco vento sul viso). e le sue dolci e vere (quasi goldoniane) figurine di donna. anche esse mosse e lievi (ma concrete) e come la barca sotto la spinta fresca dei remi>. Donne amorose e vive e popolari, com– prese , quelJe > di Riva degli Schiavoni, dove per esse, ahimé, e il pane giunge a fatica nella sera - e cala col pecca– to - .dnl bastimento bianco della riva>. Ed è una Venezia, questa che Alessi ci offre. la quale pur mostrandoci tutto l'arricchimento del poeta (il cui impe– gno non vorremmo limitare alle sue riu– scite nella· sola direzione della felicità espressiva: di un temperato impressio- CIORGIO CAPRONI (Continua a pag. 2) questo campo uno schermo ta la vita e a tutto iJ mi- ca dei fatLi sep:reti. dei mo– tra la narrazione e la real- nistero del buon prete. ma vimenti più s~!tili. ~ nel là dei persona_ggi stessi, che può essere anche la t~mpo stesso p1u ven del- quasi per una sua partico. chiave vera di questo libro. 1 ~nimo umano. Né .va ta: lare !rus.trazione. Non ,ho ~::i!n~a~e s~~~!~• dfr~ ~i~~ f~~~ts~a ;ua droc;;:,~~s~~ detto mai questo, né dal- dido sentimento della na- che si rivela in prose co~e lro?de - e se ne sa ran~o tura. un affetto cosl pro- e Il" b~p:no d~glt uc~elli >. resi conto coloro che abbia- fondo verso chi vive in es- e L amico degh uccelli>. le no posto gli occhi non spo- so. senza che cada mai nel storie sui gatt! ,e La m3:- radicamente. per quanto facile e nel falso sentimen- dre "· e I cervt •· e La ci– vado scrivendo da qualche talismo. in quel tanto di co~a ~· e soprattutto la anno su queste colonne, non morhoso che molto spesso belliss1.ma Pr?sa che è e Fe- mi è mai accaduto di com- caratte~izza . i ~bestiari• i!a :oe~:ns~Ù n:at:;an~ piacermi dell'eccessiva im- moderm.. SI r1scontr.an~ della sua ispi1"3zione si oortanza data da un narra- oress?che ad apertura di l i- manifestano appu.nto attra– tore qualsiasi alla proble- bro m tutte queste erose verso la favola in un gioco malica del sesso ed alla sua ciascuna delle quali, o tut- quanto mai libero di in– document.azione, ho sempre te. reca il seJ?llO, è vero, venzionl e d1 fantasie. cercato. invece, un nesso di un'interna inquietudine, FERDINANDO VlRDlA profondo tra l'Ispirazione --------------------• dello scrittore e la narra– zione di quei !atti. una lo– ro assoluta necessità: quan– to al Tecchi mi parve inve– ce di dovermi compiacere come un certo suo ritegno, che penso di natura mora– le oltrechè dettato da con– trasti interni molto pro– fondi. ap:p:iungesse grazia e verità ai suoi oersonaggi femminili, cosi da renderli. come ha scritto lo stesso Tecchi di due suol oerso– na_ggi in uno scritto pubbli– cato nella raccolt1 di sag– gi e note Officina seQreta. di recente aoparsa in un volume della bella collana e Aretusa >, diretta da Ar– naldo Bocelli. dell'editore Sciascia. e donne or.5?02lio– se e aopassionate nel loro dolore e amore •· E con questo credo di non aver altro da a,g.e.iungere). Né qui, proprio in queste storie di animali, manca più di una traccia della roman– tica e cristiana coscienza morale del Tecchl uomo e del Tecchi scrittore. Scrive– re di animali non è sol• ALORENZO M NTA il Premio Bagutta • Bagu.tta .- che compie il suo 26. anno di vita, ha assegnato questa. sera i suoi t-radizionati premi let– terari. I premiati, quest'anno, sono tre: o: P-remio Ba– gutta » (L. 100.000) a Lorenzo Montano, per la -rac– colta di elzeviri « A passo d'uomo » edita d a Rebel– lato Padova. I due premi « Opera pri.ma n (100.000 lire ciascuno), sono andati -rispettivamente a Bruno Forti per « Il• gatto rosso n (editore Cappelli) e a Corrado Pizzi.nem pe-r il -romanzo « La rete d'acqua » (editore Ceschina). Lorenzo Montano è veronese. ha 70 anni., è pro– prietario terriero e vive quasi. sempre all'estero. Bru– no Forti è ,di origine triestina. COTTado Pizzinelli è giornalista, lau reato in Storia. e Filosofia. romagnolo, ed ha 35 ar.ni. Per il m:glior articolo sulla pastasciutta ( 100.000 lire), è stato premiato l"umorista Achille Campanile. Un assegno di mezzo milione di lire, infine, è toccato al pittore Springolo, autore del miglior dipinto e.spo– sto alla Pennanente. Orio Vergani, dopo aver annunciato i nomi dei premiati, ha pronunciato un brillante discorso, esal– tando gli scopt dei Premio e i meriti dei vincitori. L.---------------------------------:----------------------------.....1 tanto" occasione di pure._ ___________________ _, i' t

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