la Fiera Letteraria - XII - n. 49 - 8 dicembre 1957

Pa1?.2 Alhert Camus e il" Nohe I" (Continua da pag t} drammatiche e nei saggi d1 font.sia rela– borazione stilistica. non ha negato il va– lore d'un libro come opera d arte. ma ha sempre insistito sul lato umanitario. !ilo-· sofìco. dei suoi 3Critti considerandolo de· cisivo per la loro impor~,nz.a. per la lo•-o ste~a esistenza. L'Accademia d1 Svezia lo ha ricono– sciuto in questo a -.e affine e dandogli la preforenia su tutti gli altri. da André l\lalraux ad Henry de Montherlant sicu– ramente maggiori come scrittori ma non animati da una identica primeggiante ,·ocazione etico-filosofica. Jo ha prem1a:o. Così considernto li Premio Nobel. Albert çamus lo ha certo meritalo. lnollre an– che in questo caso e stato, sebbene a n– tardamento. sopratatto un libro a pro– curare ad Albert Camus l'ambito pre. mio. Perchè si può affermare con cer. tezza che non furono • L'Etranger •. ri– masto come narrativa l'opera più rag– giunta dello scrittore. né un dramma come e Caligula • ad attirare rattenzio– ne dei giudici svedesi e nemmeno il recente volume di novelle e L'Exil et le Royaume •· di cui abbiamo rilevato a suo tempo le qualità. ma il romanzo e La Peste•· · e La Peste• ed anche ramp10 saggio e L'Homme Revolté •· dove l'autore ha ,·oluto riassumere le proprie ,dee a pro– posito dell'origine e lo sviluppo della posizione di rivolta mdiv1dualìstica del. l'uomo moderno in letteratura. in filo– sofia ed in politica. formalando quindi una sua alquanto vaga teoria etico-filo. sofica che giungerebbe ad una specie di santità laica come supremo ideale. ri– mangono a tutt'oggi i due libri più importanti e rappresentativi di Alberi Camus. Ad essi si potrebbe aggiungere il dramma e Les Justes • come illustra. zione teatrale delle idee formulate ne e L'Homme Revolté • ed espresse con maggiore felicità in forma narrativa ne e La Peste,. La ragione del successo forse un po· eccessivo di Camus e della preferenza datagli da11a giuria di Stoc– colma si trova nelle pagine di questi libri. soprattutto del romanzo. Quando alcani anni or sono e La Pe– ste • ottenne a Parigi il e Premio dei Critici• già si parlò di e densité spiri– tuelle • unita a e clarté • mettendo l'ac– cento sulle intenzioni 'l"letafisiche del– l'autore. ml :ontenuto :tico-spirituale del libro. U romanzo narra iJ .;ergere e l'imperversare ji .m'epidemia di peste nella città di )rano in '\Jgeria dove Albert Camus na 3.bit:ato a lungo da bimbo e nelle cui vicinanze è nato. Ma l'epidemia di peste di Orano non è un fine a se stessa. una realtà terribile ma ben delimitata. come la peste di Londra in e The Year of the Plague • di Daniel Defoe o la peste di Milano ne e I Pro– messi Sposi• del Manzoni - due libri che hanno certo ispiràto Camus per al– cune descrizioni - od anche l'epidemia di colera a Manosque ne ~ Le Hussard s;.1r le Toit • di Jean Giano. Essa ha un significato simbolico. mira cioè a raffi– gurare la condizione dell'uomo di fronte ad altre epidemiche sciagure come l'oc– cupazione straniera durante la ~uerra o l'oppressione di Wl crudele regime totalitario. ¼'epidemia di peste è tuttavia descrit– ta realisticamente nelle sue varie fasi da quando il vecchio portinaio Miche] vede i primi grossi sorci usciti dalle loro tane per venire immondi a crepare di– naMi ai portoni o nei corridoi delle case diffondendo così la pestilenziale malat– tia. cui nessuno pensa ancora. al mo– mento in cui al prefetto allarmato ma esitante !?iunge da Parigi l'ordine di chiudere ed isolare la citt8: infetta. Al. bert Camus affronta da questo momento quello che è oer 1..ii i 1 vero soggetto del romanzo: la :ondottl= :li alcuni uomini nell'immane sciagura l\lentre cioè mol– ti cedono. si 1isperano. cessano di lot– tare. cercando di fuggire o si mostrano crudelmente egoisti alcuni. quali il pro- · tagonista. H dottor Rieux che narra con obiettività l'orribile storia. il suo amico Tarrou ed il giornalista Rambert, che avendo la possibilità di fuggire dalla città infetta per raggiungere la mo,:lie che l'attende a Parigi preferisce restare per non abbandonare i compagni nel per:colo. si comportano di fronte all'or. rore ed al pericolo di morte come degli e ·oi o dei santi. La le:Hazione della santità la!ca. cioE' di una condotta d'assolula abnegazione lino al totalt> sacrificio di se, stec:so senza tu!ta,·ia un preciso sentimentc religio– so. una fede c:-:st1ana od altra. che la sostenga con soltanto un forte senti– mento di solidarietà umana alla base. particolarmente cara ad Albert Cami.ls tro\•a in questi personaggi de e La Pe– s:.e, la cua esemplificazione artistica. Il do'.tor Rieux si dedica ,enza alcuna ri– <:er\'a. senza mai pens:are al pericolo che può correre. al suo compito di medico come ad una missione. Tarrou che non ha nessun dovere di ra:-lo lo asseconda sacrificando se stesso dove e come può. Tarrou è- spinto a questo dal bisogno d1 espiare nei conrronti dell'umanità sofferente la supposta colpa del padre. Funzionario del)a gil:1stizia questi a più riprese in quahtà d1 procuratore della repubblica ha chiesto ed ottenato la condanna a morte di imputati assistendo alla loro esecuzione Da ragazzo Tarrou è rimasto orribilmente impresso dalle alzat-acce del padre che all'alba doveva affrettarsi per presenziare alla morte di individui che egli stesso aveva portato sul patibolo. L'ombra della condotta pa– terna considerata nefanda verso l'urna. nit8: continua a perseguitarlo. L'avversione per la pena di morte e quasi ossessiva in Albert Camus come dimostrano alcuni degli articoli d'indole varia raccolti poi nei due volumi di e Actuelles •· Tarrou riflette quale per– sonaggio di romanzo i sentimenti. le idee ed anche la sincera aspirazione ad una lmea di condotta di una irreprensi– bile nobiltà morale propri ad Albert C;imus. Va sottolineato q:.i.indi nel caso di Tarrou come in quelli del medico Rieux e del giornalista Rambert la con– <:apevole. deliberata. assoluta assenza di una fede religiosa. Il contrasto e dato da un sacerdote. il Padre Paneloux. che in un sermone parla deu·epidemia co– me di • un castigo di Dio•. Nella discus– sione che più tardi ha col dottor Rieux l'autore. pur senza alcuna sfumatura di anticlericalismo. si schiera senza alcun equivoco fra quanti hanno e superato• la necessità di un.- fede ~ligiosa per credere soltanto nella comunità degli uomini. La vicenda jel romanzo • La Peste , ha la funzione di un apologo. Per Albert Camus :ontano .;oprattutto le idee. i sentimenti. le convinzioni che attraverso la descrizione dell'epidemia e del com– portarsi di taluni di fronte al pericolo comune ha voluto esprimere. e La Pe– ste• va citala quindi come un tipico esempio di romanzo-saj?~io. come il mol– to meno riuscito < La Chute • è un rac. conto-saggio. cioè una narrativa desti– nata ad essere sopratutto il veicolo per esprimere idee care all'autore in una forma che permetta loro una larga udienza. Coteste idee nobili ed umani– tarie - ne < La Chute, il protap:onista espia nei bassifondi di Amsterdam un orgoglio ed un egoismo che Io hanno indotto a mancare di umana solidarietà verso un'ignota che nella notte si è get. tata nelle. acque della Senna - formano il substrato dell'opera di Albe-rt Camus. In ogni suo libro. sebbene in forma diversa a seconda del genere narrativo. drammatico o sap:,e:istico. si ritrovano m primo piano. Ora sono queste idee. questo atteg. g,amento ?tico.filosofìco di spiritualismo privo di una precisa consistenza reli- 1,?iosa ed In realtà !l'enza essere avverso al cristianesimo del tutto a-cristiano ad avere attirato i membri della ,i?"iuria di Stoccolma. e La Peste• e la lezione mo– -~le che se ne può ricavare sono all'ori– :?!ne dell'attribuzione del p:ù alto pre– nio let:erario. ~ssa ~a potuto sorpren– Jere molti ma non è :erto strana ed :nspiegabile come in un primo momento 1. taluni ha potuto sembrare. I giudici di Stoccolma sono stati coerenti con se stessi. cioè con un ben noto atteggia– mento di predilezione per i veri o pre– sunt: prepi spiriJuali di un"opera anzi– chè per le $LI€ qualltà artistico-Jptterarie. GIACOMO ANTOl"\INI Laura Di Falco: • Natura morta con pesce• (Galleria • La Cassapanca•) Dieg,, (Continua da pag. I) va tenuto in p.irticolare conto Processo a Gesù, anche per il successo interna– zionale che non ha cessato di avere. Il tema è ambizioso e arduo: prendendo lo spunto da!Ja notizia che alcuni rabbini avevano voluto ricostruire il processo che i loro lontani predecessori avevano intentato a Cristo. Fabbri riapre a sua volta quel processo con l'intento di pro– cessare i cristiani Con un proced:mento ., a soggetto• di richiamo pirandelliano. intervengono sul palcoscenico due ordin di personaggi. i recitanti (che imperso nano le figure evangeliche) e gli spettato ri, e tra loro si ::1pre un dialogo e quasi uno scambio d1 parti e cioè di idee e d' responsabilità. sino ad un urto fatale che lo stesso Cristo (mal visibile. ma ope• rante sulla scena) non saprebbe compor• re se non col ricorso a quella • legge d'amore» che qui nel Processo lutti. eia• scuno a suo modo. non possono fare a meno di invocare: dalla Signora Irre– quieta alla Donnetta delle pulizie. dal Sacerdote all'Intellettuale. Ma. forse, sol– tanto la Maddalena qui ci dà la chiave del Processo e di tutto il teatro di Fabbri, là dove ripete la sentenza evangelica se· condo la quale Cristo torna tra gli uomini soltanto se gli unmini si riuniscono tra di loro in suo nome: il cristianesimo de• v'essere • comunione •. • società •. e ec:• clesia •. - e cioè Il rovescio di ogni in– dividualismo. L'• uomo solo• non è ma; dalla parte di Dio: questa. infatti. è anche la tesi sotterranea della sua nduzione de: Demoni di Dostojevskij, e spesso 1·uomc pecca, proprio per rompere la sua solitu• dine. anche se poi nessuno è più solo d1 un povero seduttore di donne I temi d' Fabbri sono ~empre ricorrenti. tanto che a sigillo delle opere di ogg! e forse d domani potrebbe essere trascritta la bat– tuta finale dell'Eugenio di Processo di famiglia. quando a Libero. clle alza la voce e proclama di non credere al cielo e di voler restare quello che è. r:spond<' illuminatamente: • Nessuno vi chiede d cambiare, ma di riuscire a stare lns:eme vicini•: è il • salvarci insieme• così osti natamente insegnato da Pé-guy: e per questa strada il teatro di F'abbri. oltre e quella religiosa. ha un'ammonitiva per suasione sociale. insolite entrambe per le scene italiane. GIANCARLO VIGORELLI LA FIF:R<\ IFTTF'R<\RIA Domenica 8 rliremlire 1957 (Continua da pqlna lJ 20 d d • ~·B h o cittedina delle orovlnc1a li· drà. pe~ esempio. come ,1. 0 qua erno l ottefF e scure ~ur:g.~~~':.t~:~~."; ~~~:f~s~i \~!1~h/ 1 nf~~~i~ao ' ,, 'tO 1~ traccia d;i suoi file- delle Renda. del belloscrive- . . menh nervosi. Nè meno 1m• re Italiano. Inveterato d:fetto d .. incontr: che Roma ha or· co-ideologico che è ormai co-,sto soltanto. come espress:o•.1Carlos Wllhams. d.i Stepben portante e il • racconto delle nostra retor!ca leltera• ma. acquisllo nel dopoguerra munemenle quanto lmpro- ne Isolata d1 una letteratura Spender, di Eugeo.Jo Monta- drammatico• La gnut1Zl4. di ria. • • • pria~ente accettato In Jtalla, italiana me come. apporto d. te. di w H. Auden hanno in GiusepPe Dessi, nel quale lo Roma. è vero. è encore ben D'.cevo che Botteghe Oscu• ma p.uttosto nel oer:,so_d, una un~ letlere,tura 1ta_liana el queslo seni:.o non piccolo si- ~rittore sardo riprende en- lonta_ne dall'euere qualcosa re ~ rindice di una cult~re nuova scoperta d~l-~. mterna Ou1re e ell evolversi di. una· gnificato, quello di una fe. cara une volta. nella pro– di simile alle !"erevigiloi;e e di un gusto letterari ., in- e nascosta realtà. ita ..ana ch,e nuova lettera}ura d ~ciden- deità assoluta ella letteratura spettiva di un delitto, la pro- Parigi degli anni della Nov.• 1~rnu:lonell •. Occorre eg- operarono tra 11 1930 ~ ,_I te: .ce ne da atto_ I illustre . . blematica morale che S'lrree:- veUe Revue Française, la Pa- 11ungere che nella scelta dei 1940 nel cuor~ del.la ~1eta cn.tico e poeta ai:nenceno Ar• in quanto tale, alla sue pie- . 1 _ ri~i delle società pos -prou• suol teslt la rivista net venti Italiana alcum ~cn.tt~ n tut• chi ba Id Mac Le:~h che ha '1a autonom,a pe in gran pa~ a s:~ ~: sliana: ma purtroppo la Pa• quaderni sinora pubblicau t'altro che conform1st1 verso scr:tto I lnlrodu7.:one f• Rea· . • • • ratlva. quella d1 un _-ss. ~ riii d'o~gi non è più quella dal 1947 non si è mostrata in- l'Immagine del nostro paese d_er lo Readers: a paren~he- La gez 1 one italiana di que- prof~ndo tra il senti.me ."l.o della N. R. F'.: ancorché tut- cline ad alcun conrormusmo che. nel secondo decennio del s:s ·> .. a_ questo venles.mo sto ventesimo numero rece P'.!m~tl_vo. ance.stre_I~ della tora r:cco e vivace il suo estetico e d'altra natura, me regime fa~clsta steva a cuo- nutrittusmo quedern~ della alcuni testi la cui presenza 't,USU%1~e la g1usuz.1a come mondo intellelluale ha pet!=o ha_ e!ercltato una funzione re a1 '.'l'UOI cepl.; era le •co- riylst.a che e eppercio m que- he un s: nificato ~nz.a dub- meccam~o della soée~à. ~ran parte della sua ca~c;. critica d; selezione e di scel- perla d1 una trt1\e rec:se_gna- s_t1 ll:t()rni neJte .vetrine del_!~ b . g d' 11 he . ~31 v1 porta la sua m– là di a~similazione- e d lrra• te Quanto mal rigorosa sul ~a e ango!lciata J:?rovincl_ahbrerte. Se per I nuovi scr·t- .'.o J:)r_ooente I qu,e. 0 c .e qu!etud~e e la sua par– d:az.' A · 1 oiano d· un livello arlistico :tallana d: Benedetti. di B.1- tori e poeti :tali.ani e france- I ;ndinzzo della _r,vista Un i.colare capac~t:i ci. evo- cons\~7!z, ne~~ f~f 1 ,i;ta // nd assoluto: 8;3 nel campo della lenchi. dello ste!\'ci:oMorav:e si. la parola Res:!'ltenz.a ha un lungo racconto d1 Italo cat- ca~1one d~ .un mondo c:ai d:m~~re ' la '·ed I a~- prose. sia :n quello della poe- (ar.che_ se la •provincie• di significato diverso da Quello vino La. •J>f!cula-zioM edili.zia e an~co • net suoi pro- ;;,inar e·a~ po ~tnr e et• sia In versi e~!=a non ha rl• Moravia era quella delle bor- d'rettamente oolitico. dtrel non soltanto imposta la sue fondi e amari moti segre!i. ;,;è tra le ~u;li ;r~!~i:on6 ~a~h!: fiut~to alcuna espe_rlenza au• ghesla romana). dlrei. ancore l'affermazione di une realtà vicenda su quella che è una rTN?nosignificativi sono •. te– dizio di tutti quelle che sca- tentica che tuttavia potesse Il neorealismo eh~ s1 espr!- interne che non ~ fatta sol• delle caratteristiche del do- 5 u poetici, anche .i"! t. :w.mo }~riscono dalla crisi ~olltlca ~~tr~~~e;~az~~~~\~. clf~ 01 ~~~j cie~~t:~!ft~~~~ 1 :flc~~o!~: i\a~~~ertler~~~ll: ~~~~·iv!"! ~gu~rre Italiano. ~a n~scita non s:enm treccia di. lalC:e~ . ancese In etto. crisi poli• commerci<" lntellettuele che rato uno Svevo. Nel succes- sulla ooesie di un nuovo il- irreZJonale di nuovt ceh che POl~c-he acerbità (e 10 q ti~a che non permette un ra· i>. direi. Ja sue ~te!lsa ragione sivo dopoguerra. dar credito luminismo nel quale hanno si sovrappongono attraverso st0 e forse la 10 ! 0 importen– pido recupero alle <ites~s.c~l• di ej:istere. Se ~i scorrono ,rii a quelle generazione di scrit- d.r!llo di cittadinanui Prato- la febbre edlllzla, alJa strut- ia) come quelli di Franco ~ur~.f~an~ese / 1 1.fn 1 a 1 rorz 1 r· '.ndici della se1lone italiana tori significò dar credito e)• l'ni cov,ie Camus Bassani co- tura delle vecchie classi d> Costa bile, di Enrico Tobia. di e~ro~eee_o er.t 1 1 P in e. ~l u: e dei vari volumi sarà ben k tesHmonianze deJla Resi- ~e Dh6tel fdel ~uale In que- rlgenti borghe-s; st:ruttando Luca Canali e di ~av~io V: 0 .> ma e to' ~on 8 tossie .ed ~~ eievole renderci conto di .::o• stenza nella letterature. d1- sto ventesimo numero dl inconsciamente i:I loro com- laro. ma _la poes::a di At.ti~io "?al: tu~tavi: 0 ~a.aR~~! 1 \•~~. :~tio~ n~~vi~t%6m:P~~~ d~ ~~:~i~~~~ ~i~~B"!:a ~~~~~ Bot~efl:e Oscure apFn! ~n plessp di inferiorità di tronte ~~~~a ci:l a~~ g, ha una capacità ~utta ~ua. rado Bottephe Oscure abbia che ci è apparsa nel libri di bell:!':s1mo racconto. ,. D;,wid alla sua avi~tà e elle 8tJ8 certo una delle sue mlgliorl &e pur sol~nto passiva j; ri• oubblicalC' '"acconti O poegie Bessani di Petroni. di Cel- et le Trompette •). So1detl mencenza ~• scrupoli: ma e n gnippo di liriche di VIt- 1 ceZ?one. :h commerclc ntel- -ii '(ioveni del tutto O quasi vino dj Cancogni. di Cesso- come Char, nelle nuove Jet- soprattutto e Import.ante per- torio Cele.f vanno se}:nalate lettua·le; .:1on :erto lo itesso del Lutto lnedil;i potrei cita- la . cos. come quegli stessi terature anglosassoni - nel- chè nel suo protagonista come autentiche test1mon.:an– commerc10 Intellettuale jeJla r,. alcuni nomi comp quelll scnttor .lovevano constata,e le cui nazioni manca il cor- Quinto s; delinea assai chie· d i b : t -. Parigi nel ~nde tre~tennlo di Arpino e di .Pir.elll. di Sii- successlv.a'!lent«: tutta la dif- risoettivo storico della Resi• remente un dramme che na- zeret.! :Z: ~o!~ ~ -~o~– della N. R. F.. di cui m ::er- ~lo ~ Ari.o e d1. N1cc~lò Tue• Clcoltà di mseryre stabllmen- stem:a _ l'equJvalente va sce dall'inibizione d, molti P r,. d' memo• lo senso si rese interprete sul .t ~ 1 I?e 1 V~c~io e ~ 1 Arc~n: te q~ella esper.er: iz.a nella. re,- cercato in scrittori come giovani Intellettuali Italiani P_lesso ~lme~to ·, suo stesso titolo la rivi~ta :~~~j~ ~:!~:oa;~~ap~~~l~~~ ft~~~~n~e noen f./![: n!~=~~ Angus Wilson. com_e Dylan che. hanno i:,reso perle alle neo: 11: 1 !~::nes2!:: 1 e,.e di Comm~rce, ch_e Marguertte sciuti. accanto a quelll di Sol- SC' dl un·emarezz.a O di una Thomes. come Franc1s Ponij:e. Resistenza. di fronte. al rttor- · · . Caetem patrocinò e sorresse dati .di C. E. Gadda. di Pe- delusione. quanto in quello di come Tennessee Williams mani di un sordo e compatto grande intereue si ap?:9.0?lO per anni nella capitele fran- troni. di Bassani. di Levi. di una nuova inOagine nel pro- per citare t nomi che primi mondo di interessi. il mondo oltre al. racconto d1 Oòtbe~ cese con la stessa cosmopo~i• Dessi. di Silane. di Moravia. tondo d' una situazione psi- ricordiamo. ai qualt è affi• della pre-resistenza che pre- q~ello di Jean ~yrol I• Zee– ta inlelligenz.e con la quale Credo tuttavia che !1 meri- coloJlica e morale Cosi nella data una visione nuove della vale di nuovo suUa Résisten- dik •), quello di Jeanne Ter~ elle rivolge oggi le sue cure '? orec!puo della rivista _nel poesia in '\ersi l~ rice~ era stessa società. Ma non si pen• z.e con mezzi insidiosi che racini (• L'insurrect!on •l. po1 a Botteghe Oscure: ma è ben •·1ruerd;1 delle le!teratura ita- quelle .di nu~vt nucle• di si a un limite sociologico dal sfuggono e.Ha loro oossibO.!- ., T~ Lures • d! Cbapman certo che og,:i ~n'iniziati:a ~l~~: ~=l s~~~:~e~;:r i~~~e; f!~~~ss~c;::!i-oddei~:;!}Ten~~ quale Bottephe Oscure. è tà di difesa. Calvino na reso ~:S7~~~l:O~~~to : ~::rt ~~~ll~uò d;vo1::~~'1fe~ ;;~~t: r~~~ciav~~e~ue~;fi~f~ ~! ~~ji~nti e di illuminazio- ~~:;~~er:'6~i l~~t:~:lo~~~s~:~ ': %:e ;!~::zi:t:::v:i re• d.el greco-svizzero Nanos licemente se non in une città ., neorealista•. me non certo Tutto questo. occorre ag- linea oolitica. Le presenz.a nucleo dei rapporti ps:colo- Velontis. che ogJli abbia la possibilità .,.. 1 .... ,.,..n nnlemicc, n nolemi• e:iunszere non deve esser vi- nelle sue pagine di Williem ~ici. nell'ambiente dl una FERDL.._,,..ANDO VIBDU. F~L\ USTO LO * Quasi una favola (quattro quadri) per burattini - Musica di Fernando Candia Aldo Giovonntfti t nato a Ltcet ntl 19ZB Etordf ntl mondo dtUt letrt re con uno raccolra di poe,1e. Da allora ha collaborato a nu– mtroti giornali e PHiodicì italia– ni e ,tranieri. fra cui il Giornale d'Italia. Scen.arlo. Ricreazione. Candido. Tagestzeituna. Paris Re– v1ew. Dance and Dancers. ed aUa Radio Italiana. A pprezzatj.snmo sag,g'ista e cri– tico di dalUG e titolare deUa ru– brica di ballttto della ritn,,1ta. .. Sipario~. In collobarazione col Matttro Fernando Candia ha ,critto alcuni balleiti di notevale ,nternte: .. La Balla'a della Nottt ~ per l'inter– pretazione di Nora Ka11e dell' A me– ri con Nationol Ba.Uec. , Tirsi. re– centemt"nte rappretentato all'Ope– ra Munfeipolt di Tunili. ed uno opero bollt"tto per 1a Televisione inglese: .. li Fant• di Fiori •. Lo commedia per burattini che pubblicluamo oli j stato itpiroto eia/i arte di Moria Signorelli .. II mondo - la vita - è la valle dove si plasmano le anime. Non vedete quanto ~ necessario un mondo di patimenti e di pene per cimentare l'intelligenza e fare di un·an!ma? ... KEATS QUADRO I Notte. Panorama stellato Una ste. a tre– mula che. al momento stabilito, preciplla e si tramuta in una spltndente fanciulla. Dinan:ti ad una porta aperta ~ Faustolo. Ha in mano un soldatino di ltit:no e 1uard;o il firmamento. VOCE CHE CANTA: E' caduta una stella e nel mio cuort acceso ha la spera:iz.a (pausa) VOCE DELLA VITA: f.austolo! ... Fau– sto/o!... FAUSTOLO: <auarda intorno) VOCE DELLA VITA: F.austo!o!... fau– stolo! ... FAUSTOLO: Chi mi chiama? ... Dove sei? VOCE D. V.: Non guardare lntorno. Non puoi vedermi FAUSTOLO: Pt'rchè? VOCE O V.: Perchè non ho corpo FAUSTOLO: Sei forse una fata? VOCE D. V.: No. FAUSTOLO: E .allon chi iei? VOCE D. V.: Sono la vita! FAUSTOLO: La vita?.. Che cos'è 11 vita? ... VOCE D. V.: Sei troppo bambino pe· capirlo. FAUSTOLO: Ma preno diventerò gr1.nd " VOCE D. V.: E come fai a nperlo? FAUSTOLO: Sto guardando una steUa Quando cadrà II mio dt"siderio sarà &p pagiuo. VOCE D. V.: Ne sei certo·! FA STOLO: SI. Me lo ha detto la mamma Dunque. vuoi dirmi chi sei? VOCE D. V.: La vita. Te l'ho detto! FAUSTOLO: Che cos'è !1 vita! VOCE D. V.: Sono te sttsso. ! (iori. gli alberi che li sono Intorno, la luce. l'ari.;;,. FAUSTOLO: Tante cose insieme? VOCE D V.: Tutte questt ed a.tre. L'amore. J; dolore . FAUSTOLO: Ma al.ora tu sei una fata. fat~OCE D V.· Stcondo cosa Intendi pe 1 FAUSTOLO· Un.a buona fata, una rat:i che può tutto. VOCE D. V.: Tutto. si! Purtroppo tutto· FAUSTOLO: ·E cnmt ,i fa .ad ottenere ,qua:c..:,:;a da tt? VOCE D V : Bisogna volerlo volerlo for– temente. FAUSTOLO: AJlora ti mio de~iderio sarà appagato? VOCE D. V.: Perche proprio quello? FAUSTOLO: Perchè è questo che vog110 VOCE D V.: ~h dovrai abbandonarP il tuo giocattolo FAr..:STOLO: Oh l'ho gill ab~donato Non m'i:1tertssa più. E' un Vl"cch10 soldato e non sà più marcia~. VOCE D V.: Ma è tutto ;. tuo m'1ndo FAUSTOLO: No. V'è :1nto a.tro ... VOCE O. V.: Attento fiaustolo! Attento La stella trema. Fra poco cadrà Muta li tuo desiderio! FAUSTOLO: Na. Non po.s.so . * di ALDO GIOVA:\~~j'f''fl VOCE D. V.: Attento Fausto!o! Sarà trop– po tardi! FAUSTOLO: Non posso più. (Intimorito) Non sò desiderare altro. VOCE D. V.: Prova! Prova! FAUSTOLO: Mi metti paura! Perebè? ... VOCE D. V.: E' troppo tardi! (La stella cade e si tramuta in una splen– dente fanciulla). FAUSTOLO (alla stella): Chi sei! STELLA: Sono la stella che tu bai iUar- dato. FAUSTOLO: Allora sei caduta per me? STELLA: Sl. ma per un giorno solt.atlto FAUSTOLO: Perchè un giorno soltanto? STELLA: Perchè tanto durerà Il tuo de- siderio. FAUSTOLO: E non di più? STELLA: Tu non lo vorrai. FAUSTOLO: Come fai a saperlo? STELLA: La mia professione di stella. Tanti uomini mi hanno chiesto di tornare bambini... Tu sei U primo .a chiedermi il contrario. FAUSTOLO: Ti dispiace? STELLA: Per te. FAUSTOLO: Sono stanco del giocattoli Voglio essere un uomo. STELLA: Ebbene. accostati a me. Non v'è tempo da perdere. La vita è breve.: e un giorno non è che. uo attimo. ·Vieni ab– bandona il tuo iloc'attolo. (Faustolo si accosta alla Stella. li gio– cattolo eli cade di mano. La Stella accol]le faustolo nel suo ;11anto e lo trasforma ln un uomo). FAUSTOLO (guardandosi ammirato): So– no uo uomo! STELLA: SI. lo sei. Ed ora. cosa vu-oi? FAUSTOLO: Correre. correre verso Il fu– turo ... con un bel cava!lo bianco dalla lunga criniera... e poi... STELLA: E poi? ... FAUSTOLO: E poi vorrei... STELLA Vorresti? FAUSTOLO (esitando): Quella voce che ho inteso cantare ... STELLA: Era una bimba dagli occhi tur– chini... FAUSTOLO: Dagli occhi turchini? ... . STELLA: Si Ora è una fanctulla dalle labbra di fuoco " dagli occhi cangianti come l'acqua del mare alle luci de.I giorno. FAUSTOLO Cc.s.}: Potrei conoscerla? ... STELLA: Se proprio lo \'UOi. .. FAUSTOLO: Certamente. (Ad un cenno della Stelia. appare un cavallo bianco) STELLA: Monta sui tuo .::avallo bianco ed io ti guiderò verso la vita. N~ssuno ml vedrà. Soltanto tu. quando lo vorrai. FAUSTOLO: Sparisci? STELLA: Sl. Ma ti starò accanto. Sù. in groppa. verso la vita! ... (La Stella scompare e Faustolo. montato in groppa al cavallo galoppa ,·t"rso il fu– turo). QUADRO li Cln un giardino. cinque fanciulle s1 rin– corrono ridendo L'azione si svolge come una breve danza. su una musica gtolosa Entra In scena Faustolo. sul suo cavallo bianco). FA STOLO: Belle fanciulle. d'onde ve– nite? PRIMA F : Da do\'E" \'ieni tu. bel ca– \'Jiiere'?' FAllSTOLO· Da, mondo dell'infanzia e dt'i baloct"hi. per cercare la vita! SECONDA F: L'infanzia? TERZA F: I balOC('hi'! QUARTA F.: La vita? QUARTA F.: E" AuHlia. dagli occhi da ghiaccio! QUINTA F.: E' Aulilla. la mna che ammalia' FAUSTOLO: Io !"amo! PRI'.\-'IAF (stupita): Tu l'ami? SECO)."DA F. {c.s): Tu l'ami? TERZA F. (c. s.): Tu l'ami? QUARTA (addolorata): Oh. bel cava.iere! QUINTA F.: Non puoi! FAUSTOLO: Io l'amo! PRIMA F.: Se non la conosci! FAUSTOLO: Conosco Il suo canto. Cono- 6CO i SUOIocchi: i suol occhi turchl.nl .~ e. i capelli. più biondi, più preziosi del raggi ~el sole... Io l'amo! (Entra AuliUa. Le ragaue Si raccolgono in un angolo}. FAUSTOLO: Aulilia! AULILIA t~uardandolo sdegnosamente): Chi ti ha detto il mio nome'? FAUSTOLO: L'amore! AULILIA: L'amore? ... Tu credi a:J.•amore? FAUSTOLO: Se t·amo! AULlLIA (ride): Tu m·aml? FAUSTOLO: Sl T'amo A ULILlA: E basta? FAUSTOLO: Cos'altro vuoi che dtc.a? AULILIA: Cos'altro sai fare? FAUSTOLO: Sò amare. At;LfLIA: E basta? FAUSTOLO: Cos'a!tro mi chiedi'? AULfLIA (dispettosa): Il tuo cavallo grigio! FAUSTOLO Cfà per scendere}~ E" tuo se lo VUOL A ULILIA: No! E' troppo poco. Io voglio ... FAUSTOLO: Tu vuoi? ... AULILIA (décisa): La tua forza. il tuo \'alore!... La guerra per me! FAUSTOLO: La guerra? AULILIA: Si: la guerra! FAUSTOLO: Se vuoi. la !.arò PRIMA F: Noi No! SECONDA F.: Non andare! TERZA F.: Rimani! QUARTA F.: La guerra! QUINTA F.: Di sangue ti sporca le mani! PRIMA F.: Le tue belle mani! SECONDA F.: Il tuo bel destriere 1 TERZA F.: No! No! QUARTA F.: Non partire! QUINTA F.: Oh. bel cavaliere! AULILIA (aspra): Tacete! (Le fanciulle. mortificate. si strtnaono l'una alle altre). FAUSTOLO: Io parto. Aulilia! AULfLIA: Il tuo nome? FA STOLO: Faustolo. AULILlA' Fausto!o?.. Ti attendo E tua sarò FAUSTOLO: Addio! AULILIA: Addio! FAUSTOLO (timidamente): Un bacio ... AULILIA: Sì Un bacio. <Si baciano) AULILlA: Addio! FAUSTOLO: Addio! (Faustolo si allontana. Aul1lia e le cinque fanciulle lo salutano col braccio levato>. PRIMA F: Faustolo! SECONDA F.: Addio! TERZA F.: Faustolo! QUARTA F.: Faustolo! QUINTA F.: Addio\ QUADRO III CFaustolo ~aloppa sul e.avallo). VOCE DELLA VITA: Dove. va1 fretta? FAl'STOLO: Alla guerra! CI;-;QPE \"OCI Alla guerra! Alla guerra? Aùa guerra! cosi dì QUINTA F: E Il tuo destriere è anche ••f,i un tuo balocco! Alla guerra! FAUSTOLO: No. lo sono un uomo. ed AUa guerra! -imo! C Fauno.o esce di scena . Dal tondo una PRD.IA F.: Chi sceglierà fra noi? ~;ande maschera tra1hca - rossa. bianca SECONDA f.: Chi guarderà? e ner• - si a,·anz3 verso tl boccascena: <~UARTA F: Chi bactrà? qubd'. <"on un boato. si disintegra in ptc- QUJNTA F Chi rapirà? ~o!e maschere maeabre. teschi mo spinato VOCE CHE CANTA: La non vuole esser >pade. ecc. ~he danzano .;:ul ntrno ossessi\'O più m1a. - 1ft non vuoi. ta tradltor. .. _ L'è ii u:ia mtL~1cabarbaral disposta aifin ch'io mora _ per amore t Durante :a da!lza della guerra ricompare. ge:osia - La non vuo, esser più mi:a. _ . ~ cen~ro. F'austo10 .sul cavallo. Faustolo ba la mi vuol per uomo morto. - Io giammai il \festito a brandeU1 ed li cavallo è esausto. !e feci torto, - guarda mo· che sconesie! (Sul finire ~eila dan.za il cavallo muore (Versi di POhziano) f'austolo s1 china su dt esso e piange) FAUSTOLO (.iorpreso>· Quale voce! Voi _FAUSTOLO: n mie ca\'allo bianco 1 r 1a cono:;cete'? · •mo bianco cavallo! PRIMA F.: E Auli1ia'. FAUSTOLO: Au,lha' PRIMA f.: SI· Aullha. 1a figlia del gobbo! SECONDA F.· E' Aulilia. la rlglia. del mostro! TERZA F: E' Aulilia, dalla bocca d1 Bugia! QUADRO f\' lJcena de, quadro II Aulilia danza tra ie 't,-ccia di un e'.egante cavalitre. Le cin– que fh~Ciul!e !e fanno corona). PRIM..,, FAXCIULLA (guarda verso de– stra e si ..1rresta): Faustolo! SECONDA F. (c. s.): Faustolo! TERZA F (e s l: Fausto:o: QCARTA P. Cc.s): Fausto:o QUI:Oi1'A F (c. s.): Fausto:o'. I Entra Fam,,olo) FAUSTOLO; '\.ulL:a• ACLILIA E IL CA\"ALn:RE 1s: .a:-r-esta.=o sorpresi) CAVALIERE: ..;b;. è costui'! AULILlA: ~on lo conosco CAVALIERE: TI ba. cb:am.at.a per ::iomt FAUSTOLO: Aulfaa'. AULil..JA: Chi se:" FAUSTOLO: Aulilia So::; f;,us~olo'. AUL!LIA: Faus.tolo? FAUSTOLO: SL. :.. bacio~. CAVALIERE: O bacio? FAUSTOLO: La guerra'. AULILIA: La guerr.? FAUSTOLO: 31. La gue::-:-a:. C. :n.10 ca– \'allo btanco.- AULILlA (ridendo): Un c.av.a_o tna:lcO" E cosa oe facevi? E' mono ri1 !...-ne. 1~– magino!.- FAUSTOLO: La gue::-::-.ame • 'ha po::-ta- to via! AULILlA: E tu? FAUSTOLO: Mi vedi. So:. tonato pe!' to:• CAV ALlERE: E' torn;;,to per te:' Chi" cos·e quesu stona?~ AULILIA.: Per me! Ma se no::i :'bo ma; vi.sto! (al cavaliere) E' pazzo! La. iUer::-a l'ha toccato! " (Aulilia si getta. fra le braccia d~ cava– liere. I due riprendono a da.n:u:-e ~ es<::o• no di scena). FAUSTOLO: Au.lilia! PRll!A F.: Figlla. del iObbo: FAUSTOLO: Aulilia! S!:CONDA f.: Fig!ii del mos~:o. FAUSTOLO: Auli.J.a! TERZA F.: Dalla bocca di br..i:a! FAUSTOLO: Aulilia! QUARTA F.: Dagli occh: di ghiaccio: FAUSTOLO: Aulilia! QUL"ilA F.: La maga che ammalia! (pausa) PRIMA F.: lf'u soffri. SECO~-OA F.: F.austo:o'. TERZA F.: Tu piangi. QUARTA F.: Fa1.1,stolo! QUINTA F.: Non pensa:e P:ù a .ei'. PRIMA F.: Vieni. SECO:'-lDA F.: a ba.Ja~ co::i noi! FAUSTOLO: Auli!ia. figlia d!!l bosco. lo più non ti conosco! CLe ragazze riprendono a ba!la..re e si allontanano. Riappare la Stella). STELLA: Sei triste.. Faustolo:"!~ Vuoi tor– nare bambino? FAUSTOLO: No! 11i p:ace l'amore.. e.che se fà soffrire. STELLA: Vuoi dunque proseguire! FAUSTOLO: Sl. ~a resta a! mio fianco. Ho paura. (Il fondale, su cw è dtsei:iato un pu– s.aggio. si muove lentame:::ite F.austo10 e i.a Stella cammina.no fincbè si tro\.·a.no di– nanzi alla porta di casa. che è chiusa). FAUSTO LO: Oh. la mia casa! La mia pie• cola cas:a! ... Ma la porta è cbill.!a! (bussal Nessuno risponde! (torna a bussare) Non risponde nessuno!... percbè:' -· STELLA: La casa è vuota! FA STOLO: Vuota? Perchf!? _ Cbwu ancora). STELLA: E' passato d~ tempo mentre e:, lontano. FAUSTOLO: Ma nessuno è rimasto? ... Più nessuno? STELLA: Nes.suno' FAUSTOLO: Non è possibile! <bus.!.a più forte) Aprile!... son lo!... Faustolo!. .. Ap:-iteL Son Faustolo! ·- Oh. Stella. è questa la nta?.- Io voglio tornare bambino! ... <La Stella scompa:-e). FAUSTOLO: Stella! ... Dove se.i!... Stella!._ (pausa) VOCE DELLA VITA: Desideri1. speranze. i!:uslonl. delusioni! FAUSTOLO: Chi è! VOCE D. V.: Non mi riconosci?-· La vita! FAUSTOLO: Dov'è la mia stella? \"OCE D V.: E' svanita!... Il giorno è r:nito: FAUSTOLO: lo \'Og!io tornare com ·e.ro: bambino! \-OCE D. V.: Ormai non puoi più. (Da un lato della scena è comparso iJ soldatino. E". però di marmo. come un.a statua funeraria>. FAUSTOLO (credendo di ritrovare la sua :nfa.nziaJ: Il mio soldatino! VOCE D. V.: E' morto anche lui. Non vedi? E' di marmo! FAUSTOLO: Tutto questo in un aiorno? \-OCE D. V.: Solo un giorno è la vita' (Fausto!o si accascia sulla tomba del so.- datino e cala lentamente il sipario). ALDO GIOVANXETrl

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