la Fiera Letteraria - XII - n. 48 - 1 dicembre 1957

Domenica 1 diccmhrc 19.5, INCONTRI, SCONTRI E PROPOSTE AL RECE TE CON EG O DEL ~~FIAMMETTA" GLI SCRITTORI E IL CINEMA Fratelli, Callepri, Bl~ltl, Unprettl, Aceracea e Laltuada CONTINl « 1 convegni non bastano » Kon è con i soli convegni. sia pure ad alto livello. che si risolvono i pro– blenti del nostro- cinema e in modo particolare quelli artistici: ma con la trasformazione delle mentalità. dei me-– todi. delle abitudini e, quindi. delle persone. che presiedono alla produzio– ne dei film. E' inutile fare appello agli scrittori quando. all"atto pratico. non si dà loro fiducia obbligandoli a lavorare in determinati modi. costringendoli a rinuncie e compromessi. rifacendo fare quanto hanno fatto da presunti e tecni– ci~. svisando la loro opera neUa lettera e nello spirito. Ed è perfettamente inu.. tile convocarli in conferenze quando si continuano a fare troppi filmetti e fil– m:icci che piacciono soltanto ai produt– tori. ai noleggiatori. agli esercenti e. nel migliore dei casi. a registi che si credono scrittori ed ai veri scrittori si sostituiscono. (E" questa la ragione per la quale i migliori scrittori non si oc– cupano di cinema e quei pochi che lo fanno. quando lo fanno. se ne occupano in vista del tornaconto economico. senza impegno e senza responsabilità). Convegni e conferenze di questo ge– nere fanno, purtroppo. pensare a quelli meramente propagandistici che Ja Rus– sia va proponendo di tanto in tanto per la soluzione del disarmo e degli altri probJem:i internazionali e che i tre Grandi occidentali hanno imparato a rjfiut.are dopo l'amara esperien:ia de– gli inut.ili tentativi compiuti in passato. Con tali riunioni gli uomini del nostro cinema (non tutti. ma buona parte) de– cantano ad uso degli ingenai propositi fi n~i~o~~a~~ Jo:si~ed~:om~nrwa::i~i~i non si fa con le parole di una platonica e suggesth·a pubblicità. ma con fatti concreti. ERMANNO CONTU~'l CALLEGARI « E il seguito del convegno?» E' stato detto - mi pare da Luigi Chiarini - che la stessa qualifica del com•egno. cioè rapporti fra scrittori e cinema. ha inteso immediatamente pre– mettere che lo scopo era la ricerca pra– tica di un contatto e di una compren– sione non fra letteratura e film. cioè fra due arti narrative. la più antica e la più moderna. ma fra gli uomini - anz.i fra gli uomini più qualificati - dell'una e dell'altra nel nostro paese. Ottimo il proPo5ito di questa praticità e di questa materiale concretezza che poi in tutto il convegno si è ancora più manifestata attraverso i maggiori inter– ,·enti. primo di tu,tti quello del sottose– gretario Resta che ha fatto proprio e felicemente un anti-discorso ufficiale. Il cinema in Italia nacque proprio dal matrimonio che si compì subito fra attori e letteratura. anzi scrittori: basta pensare al Lucio d"Ambra, direttore ar– tistico - come si diceva allora - con monocolo e vestaglie di velluto rosso. Lungo la strada il cinema italiano ha sempre più accantonato gli scrittori e sempre più amato i tecnici che anda– va formando in sé stesso. anche per quei compiti specifici che a,·evano stret– ta attinenza con le lettere, come ste– sura di soggetti. sceneggiature e d.ialo– ghi. La sempre maggiore perfezione e spettacolarità delle forme cinematografi. che ha finito per dare prevalenza al tecnicismo nei confronti della idea. del– la imma~naz.ione. della ispirazione poe– tica. Allora lo scrittore è diventato uomo di altro paese per il nostro cine– ma. di un pa~se di illusi. di passeggia– tori fra le nuvole: e per gli scrittori il cinema è divenuto la terra di una nuova barbarie artistica. Colpa di chi? Forse della inflazione cinematografica che ha portato tecnici della fotografia a diven– tare scrittori di copioni. organizzatori industriali a diventare registi. produttori arrivati da commerci di commestibili in provincia a diventare e scrittori e registi. Qualche volta - e Monaco lo ha detto a chi non lo sapeva. seppure molti di noi lo sapev3no benissimo - anzi molte volte il risultato economico ha dato ra. gione a questi signori e così per il ci– nema gli scrittori sono di,·entati loro. A tal punto lo scrittore ,·ero è risul– tato per molta produzione nostrana una entità inutile o soppartata, anche se a Javorare per il cinema ha seguitato: in. fatti è doveroso dire che fra tutti i com·enuti al con\·egno di questi giorni. almeno metà ha:ino la\·orato e lavorano regolannente per la produzione cinema– tografica. Ma quest.i lavori. derfrano da un rapporto e ad personam > e so,·ente per legami con quei registi che sono della nostra stessa categoria in atto. come Soldati. o in potenza e con alti attributi. come un Lattuada o un Fellini. Cosa de,·e cercare il convegno. o me– g!io il seguito del convegno? Una re– lazione pratica e personale fra scrittori e produttori. Ma per questo non basta la presenza di Eitel Monaco che è uomo di profonda intelligenza 'e di larghe esperienze anche letterarie: al convegno sono mancati i produttori singoli e la loro voce. Quello che noi vorremmo - e parlo da scrittore che lavora da molti anni per il cinema - che ci fosse un altro incontro, non particolare nella se– de detrAnica. fra i produttori residenti a Roma e gli scrittori. cioè la possibilità di un pubblico dialogo. di molte cono– scenze fra gli uomini delle due cate~o– rie, di un contatto sotto le luci spietate di un salone perché si crei un clima nuovo fra gente che crede gli scrittori degli elevatissimi inutili studiosi e scrit– tori che credono i produttori-dei grosso– bni mercanti senza gusto e senza ri– spetto faori del danaro. Questo incontro dovrebbe essere per me. la seconda tappa. GL.\.~ PAOLO CALLEGARl POMILIO « Non cora:;:arsi nello scetticismo » • Se è difficile tirar le somme d'un qual– siasi convegno. tanto più difficile lo e di questo. in cui. se è vero che molte cose tnteressanti sono state dette, è ,·ero anche che molte e molte altre sarebbero potute venir fuori se esso non fosse stato strozzato dal tempo. C'è stato un momento. nella seconda parte deUa se– rata. dall'intervento di Bemari a quello di Bassani. in cui molte ,·erità. e molti problemi. sono venuti in luce: ed è stato un peccato che la discussione si sia Cennata. come è stato un. peccato che i produttori e i registri fossero in fondo così poco numerosi. Tuttavia. nei suoi limiti. il convegno mi pare un fatto postti,·o. e non mi corazzerei perciò nel facile scetticismo che ci e così congeniale. Per lo meno. se. corn"é stato detto e ripetuto da Vi- gorelli e da altri. si mirava a creare un fatto nuo,·o. una situazione di rottura rispetto alle condizioni del passato. un inizio di rottura credo ci sia stato. li resto si vedrà. anche se nessuno s'illude o ignora che per raggiungere risultali effettivi occorre molta. molta pazienza e tenacia. :'IIARIO POi'filIO CH-IARINl « 'oll aspettarsi mira_coli » [ risultati positivi che potranno deri– ,·are dal Convegno sul terna -e Cinema e scrittori> dipendono in uguale misura dagli scrittori stessi e dai produttori. Questo mi pare sia un'indicazione sca– turita dal dibattito il quale ha avuto già di per sè un'utilità in quanto presa di contatto e scambio di idee. E' stato detto che gli scrittori. ·offren– do la loro collaborazione. hanno messo. però. il cinema in stato di accusa: ed e in gran parte vero. come giuste possono essere considerate molte lagnanze nei confronti degli industriali e della stessa censura non tanto come organismo giu– ridico quanto come e clima,. quel clima che determina una paura magari irra– gione,·ole ma pur sempre fondata. Credo. però. che soltanto quando ci si sentirà tutti. indistintamente respon– sabili del li,·ello medio attuale della produzione cinematografica si potrà ad– divenire a una franca e giove,·ole colla– borazione. Se, infatti, i produttori deb- Jncltirstll " <•t11•Cf ,li El_jltJ FII.JIPl'O .,rcnOCCA bono far coincidere gli interessi econo– mici con quelli morali propri dì una Cunzione cosi importante soc-ialmente co– me la loro. gli scrittori. d'altra parte. bisogna che si accostino al cinema sen– tano il fascino di un mezzo espressi,·o che può metterli in comunicazione con le grandi masse. Il che signìfic:.i impossessarsi del suo linguaggio e rendersi conto del pubblico cosi ,·asto ed eterogeneo a cui il cinema si rivolge. Si sono fatti molti e anche, pregevoli film !ffeUI popolo: se si faranno dei film per il popolo. che sappiano ricrearlo educandone il gusto e contri– buendo alla sua eJevazione culturale. al di fuori di ogni conformismo. si darà al cinema italiano un altro primato. E' questo un compito che dovrebbe im·o– gliare non pochi scrittori: un compito che richiede impegno morale. sensibilità e fantasia. E non e detto che anche su questo piano in cui. per dirla con Bàlàzs. e l'arte non è la cosa più im– portante> non possano farsi dei film di alto lh·ello. magari dei capola,·ori. Se dal Convegno gli scrittori. i registi e gli stessi critici ,avranno trntto. come credo. la con,·inzione che non bisogna darsi per vinti di fronte alla difficoltà. siano le incomprensioni dei produttori o quelle della e censura•· ma occorre lottare - e rari esempi ci sono - perche iJ rinno,•arnento del cinema di– pende in gran misura da noi. il Con– \'egno stesso avrà a,·uto un grande ri– sultato. Xon si tratta di stare od attendere miracoli (le delusioni potrebbero essere grandissime) ma di operare perché si verifichi quel miglioram<.'nto del cine– ma italiano che tutti ,·oyliono. LL'IGI CHIARISI BERNARl « Non possiamo limitarci a spe– gnere /"incendio con una doccia fredda di idee sublimi» e e gli altri dottori fussino fatti come costui - dice Siro nella Mandragola. parlando di ;\icìa - noi faremmo a· -:assi pe· forni>. Spiega poi il ~lachia– ,·elli in una lettera al Guicciardini del 1525 che quel pro,·erbio e fare a· sassi pe' forni• non significa altro che fare e una cosa da pazzi >. il che corrispon– de al detto napoletano: e andar gettando pietre alle quaquin!' >. vale a d.ire per. dere tempo a colpire a pietrate gli in– domiti gabbiani. Se tutti i cronisti fos– ~ero dav,·ero come il Nicia è dottore. assai meglio sarebbe stato, in,·ece di riunirci a discutere di cinema e di let– teratura. andare a fare ai sassi pei forni! QJesta l'amara conclusione che ho do– ,•uto trarre nello scorrere quell'etto di ritagli di giornali che con la rituale puntualità l'Eco della Stampa m'ha re– capitato all'indomani del Convegno in– detto dall'Anica. :,:'ella maggior parte di quei resoconti il colore e la polemica svia,·ano dal vero problema o ne alte– ra,·ano la sostanza: il mio stesso inter– ,·ento l'ho \'isto ridotto o ad una ram– pogna contro I produttori. perche non lasciano più ampia libertà allo scritto– re. o ad un attacco contro il fisco esoso. un problema di linguaggio. ma anche da un problema sirettamente pratico: la lunghezza di un film. la sua e durata,. come spettacolo. Pudovkin si disperava mentre riduceva per il cinema il Cada– vere \'ivente unicamente perche non riu– '-Ci\'a a ficcar dentro ai tremila metri di pellicola tanta materia quanto Tolstoi a,·e\'a distesa nei sei atti del suo dram– ma. Per concludere: date a Guerra e Pace la stessa lunghezza che deste a \'ia c<.iluento. immaginate uno spetta– tore altrettanto b'en disposto a cinque ore di spettacolo per vedere Guerra e Pace. come lo immaginaste ben dispo– sto a cinque ore di Via col vento. depu– rate pure il capolavoro di Tolstoi da tutte le digressioni storiche e ideologi– che. e vi accorgerete se e veramente Impossibile ridurre in immagini un gran– de romanzo!. .. Risulterà un"Wustra.::ione. D'altronde è provato statisticamente che un film tratto da un libro (tradito o no che se ne abbia lo spirito) fa salire ,·ertiginosamente l'indice delle vendile del libro stesso. e Altro compito ingrato mi sono assun– to nel rile,·are l'assenza dei produttori da questo Co""·egno: ma bisogna,·a che qualcuno dicesse ai produttori quanto ave,·ano fatto male a mancare a questo appuntamento. che ,·ale,·a anche per lo– ro. come per i registi e come per gli scrittori. A che vale lagnarsi. mi son chiesto. a guai fatti? A che \'ale stril– lare quando si e già ,·erificato il falli– mento economico di un"impresa che mi– ra,·a invece essenzialmente e prevalen– temente al successo di cassetta? E quan– d'anche si raggiunge il miliardo col peg– giore dei film di nOstra produzione. a che ,·aie lagnarsi col dire; •' Purtroppo questo vuole il pubblico italiano'' aJlor– che si spendono milioni per propagan– dare attraverso la stampa e la Radio T\" proprio le cose più deteriori e in ma– niera cosi massiccia da diseducare il gusto del pubblico ed eccitarlo all"attesa proprio di quel prodotto scadente? e Son cose spiacevoli. lo ammetto. sia a udirle che a dirle: ma se non si pro– fitta di queste circostanze quo.odo si dicono? Ed eccomi infine all'ultimo ar– gomento che ha suscitato più. di un commento. quelJo [iscale. Si consideri lo scrittore come un saltuario collabora– tore del cinema e si tenga presente il suo disagio allorchè il fisco lo chiama d pagare un'aliquota di circa il 27 '10 di imposte su di una somma percepita (e ~pesso non percepita neppure intera- Bonsantl, Tccchl, Bassanl e Soldati BASSANI ( La L·erità è sempre educatira » li punto e questo: ha la società ita– liana il coraggio di rappresentare nel cinema se stessa? Una rappresentazio– ne sincera e v·eritiera delrepoca nostra: questo solo noi scrittori possiamo dare al cinema. La verifà è sempre educat1- ,·a: sono contrario al conformismo edu– cati,·o. GIORGIO BASS ..\Sl BLASETTI « Per llll autore - sceneggiatore· poeta» Reputo il com·egno una cosa impor– tantissima anche se i risultati materiali di questa prima riunione saranno pres– sochc nulli L'importanza sta nella buona volontà che entrambe le parti - cinema-indu– stria e scrittori - hanno messo per giungere a questo primo contatto uf– ficiale. E sarà un'importanza che non andrà loro fantasia. e che da que:!'-tOconnubio possano nascere non soltanto dei e film medi •· come è stato detto, ma anche dei film di prima qualità. E che siano– l"intelligenza e la fantasia - più. che il denaro - a crearli lo dimostrano an– che gli ultimissimi esempi. come Notti bianche e ll quartiere dei lilld. Ricetta più che mai preziosa in un periodo di crisi. PIA D'ALESS.\XDRL.\. PRISCO « Un cinen,a non più evasivo » Tra i saggi. i discorsi ufficiali. le statistiche. le precisazioni filologiche. i risentimenti e. anche. gl"interventi con– creti in un convegno che voleva soprat– tutto impostare sul piano pratico i rap– porti fra il cinema e gli scrittori (non fra hlm e letteratura). si e accennato anche a.I particolare vantaggio econo– mico che verrebbe allo scrittore instau– randosi una tale collaborazione. col pe– ricolo di creare un equivoco. nella men– talità dei produttori: che in fondo il loro compito si conclude. nei confronti dello scrittore. con l'elargizione di una elemosina. Il che sen;irà a tenere in vita molte e reciproche diffidenze e com– plessi. Moravia ha detto bene quando ha aUennato che in Francia e in lnghil· \erra v·è uno stretto rapporto fra cul– tura e cinema: ma riusciranno mai gli scrittori italiani a condizionare una pro· duzione cinematografica"? O. che non è lo stesso. riuscirà la nostra produzione a senrirsi de)l'apporto degli scrittori per offrirci un cinema non pili evasi,·o"? ,ncnELE PRI CO MARINUCCI • Diffiden=e da abbaltere » Perciò eccomi costretto a sunteggiare. sulla scorta di qualche appunto. ciò che ebbi occasione di dire al Fiammetta nel mio impron·isato inten·ento: e non me ne ,·ogliano gli amici organizzatori che si sono assunto 1I non facile com– pito di riconciliare gl'mconcihabih cu– gmi. o per ripetere la felice espressione di Angioletti. di combinare questo ma– trimonio d'interesse. se insisto sull'im– portanza di non sgomentare lo scrittore col ripetergli ancora oggi che il cinema e un·altra cosa. che il cinema si av...-ale di un altr~ linguaggio, e consimili rac– comandazioni che presuppongono l'esi– stenza d1 una schiera d1 tecnici depo– sitari della scienza del cinema e una schiera di scritton postulanti. con le idee m saccoccia e disposti a offrirle al miglior offerente. al produttore o al regista più capaci d1 apprezzare !"offer– ta. Perché o il produttore e 11 regista sono già uomini di cultura. cioe svmco– lati dai ceppi del tecnicismo - quanto lo scrittore e invece cosciente di ser– \"irsi di un altro mt!ZZO d1 espresst0ne - o dal loro incontro non nascerà mai nul– la di buono. Specialmente oggi che. fra 1 più giovani. v1 sono scrittori che han– no tanto ben compreso la lezione del cinema e registi che han tanto bene compresa la lezione della narrativa. per cui le distanze fra cinema· e lettera– tura non sono davvero tanto più astro– nomiche come una volta. \.i sono. lo ammetto. scrittori rispettabilissimi. come il Tecchi ad es .• i quali ancora invocano dal cinema scuole capaci di tra,·asare nella coscienza dello scrittore i mi.sten della tecnica cinematografica; ma io ri– tengo che con siffatte esortazrnni non si avvicina davvero il cinema alla let– teratura; ma oserei dire che lo si allon– tana. E questo e stato il primo argo– mento che ho sfiorato nel mio inter– ,·ento ... Vlrorelll, Moretti, Rea. Festa Campanile e Berto Ancora tra,·agliato da modifiche tec– niche e da e crisi di crescenza>, il ci– nema ha scarsamente raggiunto la ma– turità, pur avendo fornito opere soli– tarie che hanno toccato la perfezione espressiva. Gli scrittori potranno svol– gere opera preziosa per un tale svilup– po artistico e spettacolare. al quale essi. per le atlinità che legano il cinema alla letteratura. sono i più quahficati a con– correre. Perchè la loro opera sia effi– cace. molle pre,·enzioni e molte diffi– denze dovranno essere abbattute. sia da parte dei produttori che degli scriUori stessi. A questo riguardo, più di ogni parola e di ogni invito varranno gli atti concreti. varranno le opere. Non v·e quindi che da augurare che queste ulti– me siano molte e di una levatura pari all'attesa e alle possibilità. e Poi mi è parso opportuno sfatare una leggenda. quella cioe che considera difficili i rapporti fra cinema e lette– ratura per reciproca disistima; il che non e vero. anzi è vero proprio il contra– rio, ,·aie a dire la difficoltà sorge da un reciproco eccesso di stima (eccesso. come tutti gli eccessi. dannoso) che ge– nera un duplice complesso di'nferiorila del cineasta verso il letterato e ,·,ce,·er– sa: il primo che considera le lettere una torre alta ma inaccessibile; il secondo che considera il mondo del cinema come una specie di torre di babele regolata da leggi ferree quanto bislacche, e do,·e ,·ige un clima tecnico che ha del magico. e Occorre,·a pure che qualcuno rispon– desse all"acuto inten·ento di Pratolini circa l'impossibilita di tradurre in film le opere letterarie. dimostrando che que– sta impossibilità sostenuta dallo scritto– re toscano non scaturisce soltanto da mente. e spesso raddoppiata dal pro– duttore nelle sue dichiarazioni bancarie e fiscali al fine di far quadrare il suo bilancio) due o tre anni prima! Si con– sideri il disagio economico in cui viene a tro,·arsi lo scrittore chiamato a pa– gare un'imposta dopo due o tre anni dal momento in cui realizzò quel reddito. e a pagar)a proprio quando egli, tornato al suo tavolo di lavoro ''letterario" - se e vero che egli resterà scrittore che d1 tanto in tanto collabora al cinema! - ha più bisogno di mezzi e di credito ... Ecco perché proponevo l'istituzione di un bollino speciale da apporsi sulle ri– Ce\'Ute rilasciate al produttore. ma per un'aliquota più equa e che tfngR. conto del fatto che si tratta di un reddito di lavoro e non di un utile derivante da una compravendita ... >. !i son tenuto su di un terreno essen– zialmente pratico portando nella discus– sione il frutto della mia personale espe– rienz.a. Brucia la casa. ho detto, e ci chiamate a darYi una mano a spegnere l'incendio? Benissimo. eccoci pronti: ma debbo avvertirvi servendomi di un detto di Aristotele: e Non si può essere del– l'opinione che esista una casa in generale alrinfuori delle case t:i.sibili. La casa che brucia fa parte della casa i.n generale o delle case i;isibili? Se fa parte delle case visibili., non possiamo limitarci a spegnere l'incendio con una doccia [red– da di idee sublimi. ma dovete consen– tirci di aiutan:i anche a riparare le mura guaste>. CARLO BER:-.ARI RESTA « f11contri pirì freq11e11ti » Ho constatato che il colloquio fra scrit– tori e uomini di cinema ha dato efficaci risultati, in quanto impostato in termi– ni reali e costruttivi. Vorrei che questi incontri arniche,·oli fossero più frequenti affinchè gli scrittori possano sempre più. a,·vic:narsi al mondo del cinema: tutti ooerano nell'interesse del cinema italia– no. nell"interesse della comunità e della nostra coscienza. RAFFAELE RESTA a ,·uoto se tali contatti saranno since– ramente e seriamente mantenuti e svi– luppati Sono ormai dieci anni che ogni mia attività professionale e privata ribalte su un solo chiodo fisso: la crisi del cinema è una crisi di idee. E' costituita cioè dalla scarsa importanza che saggi– sti prima d'ogni altro, scrittori. registi e in!ine produttori. hanno fin qui dato a quel vitale collaboratore dell'opera ci– nematografica che è l'autore-sceneggia– tore-poeta collaboratore essenziale sem– pre del regista poeta. Sono ormai dieci anni che da quando la critica mi attribuiva il poco merito di 1860 o di Pri.ma comunione, io dichia– ra,·o che tale merito andava attribuito oltre che a me a Cesare Abba, a Maz– zucchi e Ern1lio Cecchi per 1lf6o e a Cesare Zavattini per Prima comunione. Concludo. Sono dieci anni cioè che vado ripetendo: la saggistica del cine• ma deve trovare i nuovi canoni del– l'arte del cinema e cessare di attribuire - non importa in quale caso - al regista l'unica paternità deiropera ci– nematografica. ALESS.o\_,"DRO BLA ETTI D'AI.ESSANDRIA « Apriti, esumo. » Confesso che questo e Apriti, Sesa– mo! > della porta del cinema, accessibile finora solo a un certo numero di e ini– ziati >. ha suonato alle mie orecchie come un messaggio grato e piuttosto sorpren– dente. Ma la favola - che spero si tra– muti in avvenire in realtà - è ai suoi inizi e perciò ancora alla fase delle varie minaccie e timori e terrori che piom– bano u:10 dopo l'altro sul protagonista per pro,·are la sua tempra. Questa impressione me !"hanno data innanzi tutti i dibattiti e i discorsi del Com·egno. pur vivi e interessanti. ma che destano ,·eramente molte preoccu– pazioni. Comunque mi auguro che eque– sto matrimonio si faccia>, che gli scrit– tori abbiano la possibilità e la libertà di offrire il loro temperamento e la vnncm MARL'iUCCI BARTOLINl «Troppo poco ingegno e jontasia» li Convegno è importante. :\lonaco. Petrucci. Vigorelli. Chiarini. Angioletti hanno parlato. di collaborazione fra ci– nema e scrittori in un modo che di migliore, gli scrittori non avrebbero · potuto desiderare. ~otata (da me. che. però. posso sba– gliare) un·aria di defenestrazione di Za (benissimo!). Però il problema massimo è quello della vitalità del cinema. E', in[atti, da considerare se il cinema è in condizione di durare. Il -e cine.i:na-cinema > non è forse nella condizione di un moribondo che sta per lasciare il suo meglio al e cinernatelevisivo > o e telecinema >"! Poco che ,·erranno ampliate le dirnen· sìoni delle attuali (troppo piccole) cas– sette televisive, e che si potrà dentro la propria abitazione possedere uno spec– chio televisivo di un metro quadrato, allora addio alle sale degli attuali cine– ma pubblici! Ed è a tanto che debbono porre mente gli attuali produttori e gli industriali. Tutta l'industria cinematografica attuale verrà. rivoluzionata dal -e cinema televi– sivo >. La nuova industria non compor– terà che una sola fonte produtth·a o, al massimo. tre o quattro. In quanto agli attuali rapporti. o a quelli desiderabili fr a gli scrittori e i produttori ripeto c.iò che già ho scritto altre volte: il cine ma si basa troppc, so– pra le gambe, i seni e coseni delle dive; e troppo poco sopra ringegno, la fanta– sia, la morale. il senso umano, lo spunto poetico dei buoni scrittori. Si direbbe che rappello oggi rivolto agh scrittori sia paragonabile ad una estrema richiesta di ossigeno da parte dei medici del moribondo! Dal canto loro gli scrittori debbono accogliere, con fraterna èordialita, l'in-

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