la Fiera Letteraria - XII - n. 46 - 17 novembre 1957

Pag. 4 LA FIERA I ETTERARIA Domenica 17 novembre 1957 Corrado Alvaro Elio Vlttorlnl l\tarlo SoJdall Italo Calvino Particolari vicende sto– riche e condizioni sociali hanho in Italia contribui– to a investire il racconto di una funzione che in altri paesi ha avuto il romanzo: quella di espri– mere la società del tempo COn i tipici cara tterl del– la sua ftS::onomia e della ~ma struttura e compa- ELOGJO DEL RACCONTO LUNGO ha il taglio e l'intima pro. porz:!one. restando tutta– via uno dei più riusciti modelli di quel racconto lungo di cui !a nostra narrativa continua a of– fri.Te apprezzabili esempi. Anche le ultme teve di narratori sembrano ave. scelta questa misura che si presenta capace di rea– lizzare nella composta fi– nitezza del suoi term.lnl le premesse di quella ricer– ca stilistica a cui la no– stra letteratura non può sottrars!. senza r.nnegare se stessa eon la prop::ia tradizione. di OLGA * LOMBARDI gine. · Non soltanto la Fran– cia dell'Ottocento si rap– presenta tutta neJ roman– zo di Balz.ac, Stendhal, Zola, ma anche fa Russia ha trovato nell'opera dei Slloi grandi romanz:iert lo speocb..io della sua condi– zione sociale. In Italia è mancata, con l'unità, una società omogenea con co– muni caratterJ. e interes– si e una particolare fisio– nomia da assumersi a protagon!sta di una sto– ria che fosse esemplare nello stesso senso Jn cui lo è la Commedia umana di Balzac. E se il nostI'o maggior romanziere contempora– neo Bacchelli, ha nel • Mulino del Po a aggiun– to alle soluzioni di Man– zoni, Verga e Nìevo un suo felice contributo alla composizione della nostra crisi del romanzo, altre sue opere recano tracce di una ric-erca in tutt·a1- tra direzione che con!er! mano, proprio i.n lui, i segni ancora attuali di quella crisi. Poiohè non va climent.!cato i-l fatto che Bacchelli ha raggiunto quel mirabile equilibrio e fiducia nella propria capacità espressiva ettra– verso H rigoroso esperi– mento della Ronda; e an– Li una 6toria del linguag– gio bacchelllano sarebbe assai illuminante ai fini de1:la scoperta di uno spe– rimentalismo stiliSV.co in tutta i'oper,a di lui. S'in– tende che questo va as– stmto come prov,a del!a sua sensibile modernità di scrittore, rafforzando anzi il valore della sua scelta, che è verso la si– cu-ra eredità di una tradi– zione che ()ffre ancora tanto margine di rinnova– mento. L'esempio dJ Bacchelli convalida il carattere del– la nostra moderna narra– tiva che dalla elaborazio· ne stilistica della prosa d'arte e del frammento è venuta man mano co– siruendo il racconto lun– go. In esso si circostanzia quel gusto per una scrit– tura controllata da un senso vigile della :nisur.a e quel bisogno di salva– guardare :i diritti della forma da quelli di un con· tenuto urgente i quali co– stituirono, più che il ca– rattere, l'impegno e il limite della nostra lette– ratura di quel periodo. attenta a scansare il pe– ricolo di vanificarsi nella eleganza del frammento, ma pur sempre inttma– mente legata a una tradi– zione che nelle sue punte estreme non aveva mai cessato di trovare un si– curo rifugio nell'acca– demia. Del resto, il carattere stesso cosl spiccatamente individualista dello scrit– tore italiano potrebbe es– sere tra le cause che lo estraniano da-!la soluzio- ne del romanzo nel suo modulo tradizionale: che è la ricostruzione obietti– va di un mondo in cui lo autore si specchia ma non si identifica, in quanto es– so .necessariamente vive al di !uori di lui per quel– l'autonomia se~ la qua– le il romanzo non è pen– sabile. (In questo carat– tere non è forse anche da ricercarsi ,oltre che nel– le ragioni d'ord!.ne stori– co e sociale, la Ndice del– l'ironia in cui, nel nostro Rinascimento, si converte la gravità del poema ca– valleresco d'oltralpe?). Tra i nostrJ. scrittori della generazione di mez– zo, Moravia è quello che mantiene una maggiore fedeltà al romanzo: ma, dopo e Gli indifferentJ •• le sue cose più vive e si– gnificanti sono da ricer– carsi tra i !"acconti, alcu– ni dei quali restano un modello della sua icastica efficacia di moralista. Al– varo è chiaramente et- tratto dalla misura del capitolo: dai racconti veri e propri al taglio dei sag– gi; e proprio i suoi ro– manzi scoprono nella struttura inlimamente li– rica un continuo ricluamo a una dimensione auto– biografica a cui anche le parti realistiche della rappresentazione alludono. Quando tale disposizio– ne venne a contatto con la più recente narrativa nordamericana trovò in essa un'esperienza positi– va l cui esiti f~ro cade– re le ultime resistenze di una letteratura legata a una tradizione austera. sorvegliata dall'esigenza di una rigorosa perfezione stilistica. Ed eceo Pavese lrov,are nei termini del raceonto lungo la precisa durata, il giusto tempo psicolog'!co per il suo rO– manzo brE:ve, a cUi dalla suggestione di Heming– way o di Steinbeck viene 1a novità del ritmo, ma che e-gli riempie del sen- so della propria inquieta solitudine. Insieme a iui VJ.ttorlni aderisce con la viva e originale sostanza della sua ispirazione a quel modello che in lui. come in Pavese, parve nuovo e invece attuava in forme insolite un'esi– genza connaturata al ca– rattere della nostra nar– rativa, ohe al romanzo aspira come a un difficile e non frequente approdo. Anche Soldati nel tre racconti lun-ghi di e A ce– na col commendatore > centra ia sua problemati– ca di descrittore di co– scienze con maggiore acu– tezza e felicità di solu– zione che nei iromanzi; dove il suo gioco psicolo– gico appare troppo sco– perto. Mentre nella ca1- zante misura di racconti come La giacca verde o La. finestra lo scrittore trova 11 giusto punto di resa di quella prospettiva pslcologic3 che sembra essere il vero tema e mo- Uvo della sua ricerca. La nostra più giovane narrativa mira a dare al racconto lungo una misu– na classica inserendolo nella tradizione con quei titoli d'elaborazione for– male che una tradizione come la nostra richiede. E, se si eccettuano i casi limite dello sperimentali– smo neorealistico in cui l'urgenza polemica di as– sumere tutta la realtà a rappresentare se stessa tratuene la descrizione entro l limiti del docu– mento, la quantità e qua– lità degli esiti positivi autorlz::zano ormai ad as– sumere il racconto lungo come la misura class!ca della nostra narrativa contemporanea sempre segretamente tentata dal richiamo autobiografico. cassola de e I vecchi compagni • del e Taglio del bosco• di e Un matri– monio del dopoguerra • de e La casa di via Vala– dier •; o BassanJ delle e Cinque storie ferraresi • trovano una loro precisa misura nel romanzo bre– ve che consente al primo di colorire con una più intensa amarezza la ,ua pessimistiea conclusione. e al secondo di puntuallzz.a– re il wo aspro umorismo che ne diY:..ene tanto più pungente. Anche Calvino dopo e Il senUero de.i nidi di ragno• ha adottato con rellciià di risuliatl la mi– sura più breve del e Vi– sconte dimezzato• e del e Barone rampante •, ol– tre, s'Intende, quella del racconti veri e propri, di cui qualcuno (per es. Gli avonguardi.sti a Men.tone) risolve un pieno accordo tra il realtsmo mordente della visione e una pre– cisa definizione del Un– guagglo. C si Rea dai pri– mi rapidi scorsi di e Spac– canapoli • è venuto nu– trendo il suo racconto fi– no alla 6ostanziosa effica– cia di Quel che vide Cum– meo che di un romanzo I dUe racconti di Mar– cello Venturi, Il treno de gli Appe nnini e Ca.ccia al capila.no, que!!i di Mas– si m o Frandosa !n e Una chitarra in paTadiso • con– tinuano, con risultati espressivi essai diversi - i primi chiaramente sol– lecitati da una ricerca a comporre la pagina sulla memoria di una recente tradizione di purezza st!– llstica: gli altri intes! a restaurare le esigenze del la fantasia entro I termini di una realtà !!evitata fi– no a c!iml surreal:sticl - questa direzione della no– s!ra narrativa e ne con– l!ermano l'intima neces– ~tà OLG .\ L0'18AROI ,':::::::::::::::::::::::::::::::----------------------------------- ------------------- lel~;,iri c~~~f1~ ~r J'.:'~1em~~~ ANGELO BARILE IERI ED OGGI if!':it~a g::i:vJ~~.~fo~fi1~: GLI SCRITTORI E LA SOCIETA' * Un Jettore p rplesso * di <,;UGLIELlUO PETRONI e ••• un tempo, per una buona scelta delle mie letture, potevo aifidarmi con una certa tranquillità alle segnalazioni della critica militante; il libro di cui si parlava di più, che più si consigliava. gene– ralmente era opera degna di essere acquistata e letta: se lo si segnalava, voleva dire che in un modo o nell'altro aveva i suoi pregi letterari. Oggi 60no di– sorientato, la tradizionale professione del critico mi– litante quasi non si individua più, e la segnalazione delle opere letterarie è affidata invece che a buoni lettori di fiducia, ai premi letterari, ai foglt politici che parlano di un autore io funzione dei propri int_e– ressi che non coincidono mai, nemmeno per sbagho, con la seria letteratura. Spesso, dopo aver acquistato csulla scorta di queste indicazioni e con risultati per lo più assolutamente deprimenti, per trovare un libro di cosiddetta buona letteratura debbo arrangiarmi da solo, fiutando in libreria, magari tra libri di cui poch~ si interessano e quasi clandestinamente; ed è quasi esclus ivamente in questa zona ché po&SO ancora tro– va.re qualche opera che corrisponde alla mia credo no n banale esigenza di vecchio lettore ormai affinato e aggiornato. Perché non esiste quasi più il critico militante che fa del suo lavoro un assidua segnala– zione di lettura preventiva e professionale? •. Che cosa rispondere ad un signore, non più gio– vane, certamente colto, aggiornato e di buon gusto, che scrive una lettera del genere? Confesso che ho pensato a questa lettera quasi con fa~tidio do~ aver– la ricevuta· queste semplici osservazioni avrei voluto condivider!~ meno e, d'altra parte, mi davano l'im– pressione che abbiamo qualche vo!ta quando si viene interpellati sulle cose che ci sembra di sapere per0è le pensiamo spesso, e ci 6i accorge poi ~': proprio per esse siamo a corto di argomenti prec1s1 ed ela: borati. In realtà che rispondere? I perchè sono molb e di vasta portata; entrare nella loro problematice sarebbe come riprendere tutta la polemica, mai bene espres.,;a, ma insita in tutti noi sulla equi~oca impo– stazione dell'attività letterarla come la s1 presenta oggi. In questi anni infatti è come se foss~. stata smontata, la nobile macchina della cul_tura m1htante, e"d oggi. da,ranti ai pezzi disgiunti, s1 ste~e a do– mandarci. chi la rimonterà, come verrà nmontata? Eppure pur avendo sin qui dato ragione a) cortese lettore che mi ha scritto, vorrei in qualche m?<30 non assecondaci.o del tutto nella sua sconfortante im· pressione e lo vorrei per due ragioni: prima, perc~è quei fenomeni che egli lamenta, pur essendo effetti: vamente lamentevoli, esistono in parte come lui I~ descrive perché il nostro è. per ragioni assai palesi a tutti, un periodo di transizione, un pe~iodo in cui mentre da un lato qualche cosa certo st prepara e ribolle vivo sotto i nostri occhi, da un altro certe quantità di eleme~ti negativi ba il ~ac.ilesoprayvent~. sia pur provvisorio, e porta scompigho e. mallnco~1a in eh.i vorrebbe un po' di chiarezza e d1 se~plic1tà nelle cose che ha preso a suo conforto e nutrimento. Secondo perchè in effetti, benchè io non saprei con che cosa supplire a ciò di cui eccusa la mancanz~ il nostro cortese lettore, sento che in qu~ll? che eg~1 lamenta come costume sparito, come vtrtu ed abi– tudine perduta· o scaduta, c'è qualche cosa che ap– partiene troppo al passato, che non è più utile e c~e non avrà alcun bisogno di risorgere,_ elmeno propno cosi come lui lo desidera riferendosi ai tempi della sua giovi!lezza. Nella nostra epoca molte cose muoiono, utili e care che fossero, ed altre ne dovrebbero nasc~re al loro posto forse già stanno nascendo. Vorrei dire al vec– chio 'tettare che, in fondo, non occorre sapere che cosa supplirà ciò che a lui oggi è venuto. a ~ancare: purchè si sappia che qualsiasi cosa supph_rà I yecch1 schemi e anche cancellerà certi s~o!lci d~ ogg1., non somiglierà più a quel mondo di !d1U:oe di facili ree:~ proc· comprendimenti nel quale tre o quattro. b_uont tetto~i. su tre o quattro roga di_ ~:,uona_tradtztone, potevano dare l'indicazione _pe~ l'itinerano culturale e artistico di intere generaziom. GUGLU:L"O PETRONI f~~ naon:f ~~::~~::~~id:~ * tu;ddre finita la giornata ~7:ri;:~,~lJ1:,Ei~·sti~ ESPE B I N1ZA EUMI LTA' i:~f~-;;;;~tdee~L~Ii~:~ ha al! dato. sino ad oggi, ~, non c'è ptu - che aveva un ogni comunicazione ad una nome cosi fresco, pinto - in raccolta di versi di quasi azzurro di lettere leggere - venticinque anni fa; ci sono sulla bianca maiolica. Han- ~r\: ~a a;~~l~~~o ada~~;~~ * ::u:~n~ "~~ t[:~e e:osi! ~a~~:e~~e s~~o::\:i di l'ALERIO l'OIJPINI :a;:~oQ:~::t:::::o~i~ ~ :a:: ~:i~I11:!~~=s:o~1::: grazia .. ~l .si.gnilicato della tale_ obbedisce al dive~ire nella carica v!r~le conte_nu- be:~ 1: 1 ~::a.avrà notato la insistere sul dubbio si po- sua relig1os1ta_e natural~en- radicale della s~a 1:egaz1one ta nella seremta aggraziata apertura un po' incerta fra trebbe portare come prova te nella_ particolare .m1_sura con':1udendo qumdt con un del verso co~i. come la sua oratorio e prosa ma è poi anche l'esiguità bibliografi- che deriva ~-al doppio mte- tagho a_cuto_e scab:oso nel perf~tt~ casttt~. n~n escl_ude una dimissione per lasciarsi ca che lo riguarda. r~sse e dall u~contro 0 fra la paesaggio _pnva~o d1 s(~m~- 11 richiamo piu 1mmed1ato alla fortissima misura dei Mi chiedo, per contro, la v1t8:e la Grazia, fra I osser- ture: <:J.Uas1 bruc1~to da~l aria e st;imolante. versi centrali: ragione di una resistenza vaztone e la speranza. per mer1d1ana, _Barile ritrova S1 debbono osservare so- . cosi netta in un poeta che cui ogni tensione dramma- una commozione più distesa pratutto le composizioni di •·· a~eua un ~ome cosi fre~ non ha neppure i consueti tica, ogni essenzialità diven- e patetic~. un'apertura più e Primasera > per avvertire sco, pmto - tn a.zzurr~ dt vincoli storici in difesa del ta elegiacr- espansione ove ampi-a e grnstificata alla gra- l'iniziale condizione lirica lettere. le~gere - sulla btan- ro rio lavoro: si dirà che finisce per dissolversi ogni zia delle cose stesse. natu- che raggiunge il segno mas- ca matohca. . p p d . 1 • n ma- cenno narrativo legato aUa ralmeote senza perdere di simo in Transito, Luci illuse, Ma è alla conclusione, al– ~~~:1e° a~te~~/:a l~nr~sisten- mem~ria ~ alla presa ~iretta. vigore ma ~ escludere Salmastro, H pianto di Xe- la decisio~e. ~uori dei limiti za è una conseguente lo- Non. e chi non ve?a .m q~e- qualche levigazione. crepu- nia.; in queste lontane poe- d~Ua sens1b1lltà personale e gica: ma io non voglio ri- sto 11 rapporto. d~ch1ar_attvo ~lare. Alla . dehcateu.a~ sie Barile cede alla traspa- dtr~~ta. ov~ sempre attraver– ferirmi a questo (per cui la con_ Moi:itale: c'e mfat_ti una n~tuta dal fimssimo orec_ renza, alla finezza delle im- sol 1?1-magm~preme un mo- tt' ancora pre1stona comune a1 due eh.o del poeta. !a rlscon magini traducendo ancora to d1 preghiera: pros~e t 1; 8 non I e 'clliamo poeti: l'elemento naturale, tro un. gesto iniziale riso- qualche residuo dannunzia- tutto animava la tua se– c~.f~-~a t";8 ~ 0 r~ai suoi l'occasione o!ferta dal mon- luto e ~n~re~, un~ geo- no. qualche ritmo acuta- ra. E l'Ave - sul riposo di s. 1 1 ~ 1 Uno ricb.i~rno in sor- d~ per s~~prire _gli embl~mi grafia n~~tssimcla di. send ·· mente sensibile. a misura un popolo che scioglie - la '~rsl, . . . d1 una p1u meditata verità: SOper CUIe es uso, m e- schiettamente musicale· .tt.u1 gravezza ai margini. tur- dma. se voghamu, ma s1gni- le cose non come segno spa- finitiva, ogni formalismo li- S • t h d · · _ chini ficativo. per il grado stesso ~iale _qualunque per tut~i r!co qualsiasi ozi~sa ripeti- l'or;e::b~:' e ep~H1da o~~he Or~ respiri la brezza in- dell'umiltà con la quale og- 1 poeti, ma le stesse per d1- z1one. Credo anzi che uno . . .. gi ricapitola un'esperienza: mensioni e intensità, per co- d~i motivi di. resa. artistii:;a la S?GVttd st em_pra tl tuo fintta.. . . . . infatti nel libretto odierno lore e peso. Ma dove Mon- di questa poesia stia propno gaudio. (<Transito>). Il lavoro d1 r1duz1one sh- (Quasi. sereno, Editore Nen ~------------------~ Ld scoscendono isole - a listica e di ampliamento Pozza, 1957; nella stessa col- banchi arborescent~ d~ coral- umano ~o:1 è passato senza tana - a titolo informativo CERTEZZE lo - a grotte occh1-dt-mare. una rev1s1one attenta nella _ che ha presentato Sbar- (e Salmastro>). sua .~esia; ho _confrontato baro Montale e recentissi- La tua mano l'attinse. l'i.n- le lmche pubbhcate (come mamente Luzi) sono filtrate B clinò - alle bocche arren- avevo avuto modo di cono- anche gran parte delle com- e ma11·ncon1·e d · ar1·Ie dev?li· e in quel duolo - scerle. n:ianoscritt~ per la posizioni d < Primasera • subUamente noi bevemmo compilazio_ne del! Antologia (avverte in una nota: e ne * insieme - aUa sorgiva- (e n deUa poesia reltgiosa) qual- ho qui' tralasciato alcune, pianto di. Xenia >). che ~nno or sono l'a_ttual_e altre ne ho riveduto e alle- di G LER I i\fa è già una luce più redazione; è stato facile n- gerite) per cui l'attuale rac- DI E (J I' A limpida quella che incorni- scont~are il bisogno diBa- colta contiene tutto il suo ... Un uomo <;he diede alla Poesia o. meglio, ha eia e dà peso alle cose. un r!le. d1 uscir! con una essen- lavoro. . in dono dalla Poesia la certezza dell'essere: una riscontro non condizionato zrnhtà maggiore. fac~ndo ca- li poeta ha pubblicato le certeu.a così profonda e sicura che in sè annulla al puro giuoco linguistico dere q_ualche aggettivo sen- prime liriche nella rivista di ogni dubbiezza dell'esistere. riscattando la quotld~a- ma sotteso ad una discreta z~ pero toccare le liriche più Grande, Circoli (ed a que- nità. conciliando la realtà contingente con la verità armonia e ad un equilibrio d~ret~amente ~s~ese alla me- st'insegna usciva nei '33 la eterna. l'illusione terrena con la fede trascendente. d'emozioni intensamente av- d1taz1one rehgiosa. Questa primà raccolta). e va coi- Citerò quj la più breve delle liriche del volume: vertire e cautamente espres- seconda_ considerazione ha locato nel gruppo dei poeti se. soprattutto ad una de- la sua importanza nella fi- a forte interesse religioso 1\C"I bosco cisione spirituale rivelata gurazione del poeta attuato che precedettero l' ermeti- In compagnia di un bel verso nella lirica di chiusura di SO_Prattutto nel contatto c_ri- smo (FalJacara Grande Be- OTa cammino solo e leggerO. Primasera. Uscire dalla vita; stiano c?l mon?o: non d1c~ tocchi) ed in parte ne pre- for:1eho strappato un ramo sincero è già segno d'un approfondi- che Bar~le abbia cercato. d1 pararono il clima interiore: nel bosco dell'universo. mento. enunciazione razio- sc~vare 1~ .una poesia d~c1sa ma se per la poesia il n- E tuttavia l'accento di questo poeta nor'! e trion- nale d'una certezza non più nei termm1 della preghiera. ferihlento contenutistico non fale. non è ,rittorioso. non è neppure _g1010so Al legata ad espansioni senti- dell'invocazione di:etta e to- ha che un valore inciden- contrario. è esitante. temperato sempre di pudore e mentali (come nella sugge- tale m~ ~he ogni su.a pa- tate ricorderò subito l'altro di timore; elegiaco, malinconico nel fondo. stiva Corona dei morti) ma rola. è md,c~t~ da un osser- segno della poesia di Barile: Perchè alla realtà labile, alla bellezza fuggiuva riferita ad una dimensione vaz1or_ie religiosa. a tlt~lo la radice mediterranea e so- di quaggiù egli si ~nte radicalmente legato; sitthè linguistica più ferma. alla cattolico, per la fede. I ~t- iare che lo pone sulla linea quella superiore certezza non basta a consolarlo del scelta di ritmi che non ten- tenta e completa accettazto- ben determinata della poe- tutto delle perdite. dei distacchi. delle privazioni. dano unicamente alla perfe- ~e deUa_ tuce eterna e per sia ligure contemporanea ~:~i: :~~:n~ed;te c~~~~~o g1:!li~e1::!.rte delle per- zione esplicita ma ad una I amore mtatto delle cose. (da Jahier a Montale. da Vien la tentazione di definirlo un poeta petrarche- necessaria evocazione inte- Non so la fortuna che la Sbarbaro a .Grande. da Ca- sco: petrarchesco. s'intende. in modi e toni affatto riore. raccolta ha ottenuto fra i proni a Del Colle): due con- moderni. del nostro tempo, della no~ra ora. . In Quasi sereno, nella se- critici: forse è ancora pre- siderazioni evidenti che han- Formulando cosl la nostra impressione di letto~1. conda parte del libro. ciò che st_o per poter fare un prim~ no bisogno. però. di essere abbiamo forse individuato l'elemento che megho è tolto all'indugio musicale. bilancio perch.e son~ passati accuratamente precisate per caratterizza la poesia di Barile e la distingue da in ragione della concretezza e.ppe~a ~chi mesi . dalla costituire un· elemento posi- quella dei contemporanei suoi e nostri:_ una vena sentimentale. appare nella pub_bltcaz1one _ma se_1_1 tem- tivo per la lettura del poeta. discreta (segreta piuttosto) di sensualità. che s1 costruzione anche più evi- po e stato cost prop1z10 alla Il titolo. anzi i titoli (Pri.- risolve in sospiro di desiderio vano o di vano dente deUa memoriai ho in commo~ente presenza - del masera, Quasi sereno) sono ;~i~~~~o.s~~~;~t~ie~~c~~ :ni:r~~ei;:icr;c~~: mente Osteria della Bella P_oeta b1sognereb?e augurar- già ampiamente indicativi steriosi incanti. nonchè per i sensi. per l'anima di Brezza (ancora viene il ri- s, un appro~ondu:r~ento. a~- della certezza di Barile. una tutti. cardo di Montale nella Bu- che prospettico nei suoi n- certezza che si matura al di Barile è. difatti, un poeta per tutti: per tutti quel}!. /era) per cui la colorazione guar~i ~ allo~a _si_vedrà co- là delle cose e degli ele- dico. che hanno dei sensi e un·anima, e dunque non iridiscente delle liriche an- me sia m pnm1ss1mo piano menti quotidiani e non esclu- sono ciechi alla luce nè sordi alla voce della Poesia teriori prende consistenza e, per non e_qui~ocare sull~ de, perciò, il tormento della DIEGO VALERI decisa. quasi plastica nel paro~e, _fra I cinque o set morte quotidiana e tutti i contrappunto fra sentimen- nomi_ d_ 1 q~ella scelta che trasporti e le vicissitudini (Dal discorso di Diego Valeri per il Premio Citta- to e paese. e nella scambie- molti ~1 noi ha_nno fatto e contradditorie d'un cuore an- della 1957 conferito ad Angelo Barile). vole rifrazione conclusa con forse s1 teme d1 confessare. 1_______________ .._ ____ _. che se le illumina, poi, di I un moto così spontaneo di VALERIO VOLPINI Notturni * di ,IIAlll.A l,IJISA BELLELI .. Mari.a Luisa Bellell Sacra la notte Sacra la notte quando sopra il suo culmine s'impenna e resta immota a picco sul domani. Me. Ml'r'le Umana, come disperata, quando poi riluttante s·abbandona aJ giorno che l'aspetta, quasi fosse l'unica via per ri.Dulre ancora verso il giorno perduto. e brancolando fra luci ed ombre vanamente cerca l'attimo dell'addio. La minore delle ;:1•azie va i!!iposa al sonno Se m'avessero detto: li Sole. Se m'avessero detto: il Vento. Se m'avessero detto: U Mare. Sanno il mio corpo, l'hanno conosciuto ma non tutto di me. non il mio CUO!'e. • I\'f'han detto: il Sonno. M'è destinato come sposo il Sonno. Avrà il mio corpo lui che sa il mio cuore. che ,; fruga, crudele, e mi divide e mi disperde, e poi mi ricompone con frammenti di me tutta diversa. 'r)n avrò scampo, non avrò riparo. lo .fluisco nel sonno Alle notturne soglie dispiegata. bandiera che s'affaccia nelle tenebre sentinella dl me senza ch'io sapP:,a, ' è la memoria. e quando la ritrovo chiara nel chiaro giorno. le sorrido. chè devo e lei se son rimasta in vita Io fluisco nel sonno. io mi disciolgo, come se fossi tutta di capelli, e la memoria passa le sue dita in quel viluppo, ed è la sua carezza una musica. lunga. Nel risveglio. in me la sento come imprigionata, arpeggio sigillato :n un accordo. Questa notte non so quel che ho sognato. Ora. da quel disordine del sonno, affannata ritorna la memoria. Prendendomi per ma.no mi trattiene prima ch'io balzi incontro al nuovo giorno e il notturno messaggio mi sussurre.: - Donna, pur sempre croci!!ssa all'uomo. ~URIA LUISA BELLEU (Dal volume e Se mai rina.1cerò •, dl imminente pubblicazione presso l'editore Vallecchi).

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