la Fiera Letteraria - XII - n. 31-32 - 4 agosto 1957

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Laprovincia culturale italiana I premi "Cinqur Bettol • Una -,,cduta della Mostra Goldo'nian:1 a Venezia * di CLEMENTINA CLCCARELLI La prima cosa dn - mettE"rc za e diffldlc comunlca1.lone. va In provincia un centro pro- riportano è Ignorato o. quello In chiaro è ll modo in cui Ma la radio? I glornall'! E' pulsore della cultura. la qua- che è peggio. viene tutto glu– adopererò questo termine di chiaro che anche nel più spcr- le invece vi giunge attraverso dicato ln base al metro crltl– .. provincia,. o meglio che cosa duto romitaggio si è in grado Intermediari. per echi di quao- co di un passato che per quan. esso rappresenta In questo mio di sapere. li J[iorno stesso. che to avvl<"ne altrove. La man- lo rcc~nte è pur sempre am– dlscorso. A voler f'Sscrc pre- è stata lanciata ln bomba X canza di Informazione recente piamente superato. E' soprat– clsl, tutta l'Italia. grande e e che viene inaugurata la fle- nel campo speclflco Impedisce tutto questo tradizionalismo pi<'cola. può essere definita ra Y: però (giova ripeterlo?) d'altrn parte a chi ha un ve- critico C' filosofico a mantene• ..provincia .. per tanti aspetti la cultura non è fatta esatta. ro lntere,se per In cultura di re nel pa,sato la cultùra di pro– de) suo costume che si mani- mente di questo. La mia pro- restare nel paese o nella cii- vlncla, pena una Inesorabile !esumo conllnuament<' ai no- \·incla Insomma comprende tadina In cui è cresciuto; l'ar- chiusura che solo una perso• ,trl occhi. continuamente e tutti ! piccoli centri nC'I qual! tisia medesimo. almeno nel pe- nalitll eccezionale può ad quasi dovunque <Il mio ..qua- si vive su!i!:l! spiccioli fuori riodo dt'lla sun formazione. de- esempio supt'rare per ragglun– !\I.. sta già dilatandosi enor- corso dei cenlrl maggiori. ve esulare nella grande città ,;:ere l'opera d'are Non mi sem– rnrmente per contenere milio- Questo mondo ha duC' rae- se vuole entr:ire nell'atmosfe. bra azzardato affermare che ni di eccezioni nobilmente sde- cc. una statica cd una dlnaml• ra del suo tempo, o possedere proprio ad un certo provlncla– !lnat(': un altro sintomo del fe- ca. che sono raramente sep;:i- una personaJità eccezionale per Usmo :radizlonallsta e malln– non1eno. !le cl fosse bisogno di r:ite nella fisionomia di una colmare da solo la lacuna (o lf'SO or~oglio si debba Il for– confcrmal cittadina e che si po.ssono rl- l.1.norarla) mallsmo d! scarso e faticoso Per conto- mio. senza in!ll- durre l"una alla cultura. l'al- Jn una piccola eltlà è più respiro di tanta nostra poesia stcre In questa. pericolosa dt'- tra ali~ allivltll di carattere Cht' dovunque vera l'afferma- pseudo-contemporanea f\nlzlone. mi ltfr!lterò a con- ccononuco zione che, la scuola è la depo- Vo.)endo riassumere la sltua– ~!dcrarc la pronnc!a geogra- Nel e.ampo della cultura I.a sitaria e dispensatrice della zlone. eccone I termini: Il pa– f1ca pura e semplice. ossia provincia è nettamente tradi- cultura: purtroppo anche di trlmonlo culturale appartiene que.lla porzione_ di territorio zlonal!sta:. qui attecchisc e, ci ò una cultura necessariamente esclusivamente alla scuola. al– nazionale che circonda un de- che è stag1ona~o e certo: n.en - im•ecchiata e chiusa che con- la qual!' sono pure legate tutte terminato cenlr<? m~ ne è di- t~ ~coperte e rivalutaz_lo nl P?S • tribuiscc In modo de-terminan- te Iniziative ..autonome .. do- ~:~~!~~e ep;t n~~U~f 1 ~~edf:t;~:i ~\ib1 11 :0t~a~:~: 1 i~~~~e~~~ ~le~~~~ :;n:r:7z~ten;;~a 1 g~~~~;!;oc;!~ ~ie s~~~~tf1 11 ~!s; 0 ~ 1 t~if~i;ii~ ------------------------------------ neltà: d'altra parte gli stessi re alcuna Importanza alla pro– Saggio di Francesco Biondolillo sull'estetica e Ja critica di De Sanctis * ,li F 11 .-, ,,, e 13 s e o Il Il lJ 1l 1 O Insegnanti sono costretti a vi- duz!one 1ocale che salvo scar• vere pertinacemente nel pas- sinlme eceezloni oscilla tra l:i sato e non possono concedersi archeologia. il dllet1antismo e ad esperimenti t'd a conoscen- l'lmprovvl~azione presuntuosa– ze non contemplati dal pro• mente polemica. e pertanto non J(ramml annuali del ministero è In p:rado di educare minl– O~ni disponibilità. g\dlana e mamente la mentalità del più no. è Impossibile e, In fin dei Il teatro vive sul vari N!cco– contl. non richiesta se non da deml delle filodrammatiche lo– pochi. Una serie di conferen- cali. la musica sull"opera l!rl• ze dedicata Indifferentemente c3, Il cinema sul romanzi di a qualcuno dei nostri .. gran- appendice. la le-tteratura su di .. basta 3 soddlsrare Il mi. Cronln e compagni. la pittura surato Intellettualismo locale. sul ritratto fotograrlco del ca– Accade che un film ricavato ro estinto. La sola attual!t[l è da una opera di grande rilie- l'attualith umana di un am– vo porti nelle vetrine dei 11- blente e di un costume. una braì l'opera letteraria In que- materia pH un artista già ma- Francesco BiondohUo ha de. do s 1 benef1c 1 ava del suo ter. generazioni che Intendevano aveva visto. nella sua Storia di sceverare e valutare equa. stione. e questa entri nelle bi• l'Uro e non l'atm,osr~ra in cui dlcato un ampio e bel Saga:}o vore patr1ott1co. ma non ba- lo studio come esperienza spi. della LetteraULra, una certa mente. Chi non abbia senso blioteche e nelle con\•ersaz1?- po~sa forn~arsi 1 artista st.e,so all'Estcuca e alla critica di stavano questi requisiti a pun. rituale In continuo farsi e r[_ continuità ideale della poesia. della bellezza. trasporto per ni dei salotti: ma per lo PIÙ O 1 uomo di ~ultura. pena 1 lso– }"rancesco De Sanctls (Edlzlo. tellare e sostenere una vera tarsi e non come pedlssequa ri. dal Due alrOttocen:o. dando la poesia. abbandono sentlmen- si tratla di opere commercia. l 3 mento e I infecondità Ogni nl .. Rlcen:he ... Roma. 1957). e propria regola metodologica. petizione di concetti acquisiti rilievo. senza magari volerlo. tale e freno dell'Intelligenza. li. mimctlzznte con maJi!:glorc-cosa ha la sua :>oesla ma non Viene subito rivendicato al .. L'entusiasmo che essi su- passivomente e tramandati al contenuto, facendo lnsomma non potrà mai rendersi conto o minore abilità dnl loro au- ogni cosn ha .. la sua cultu- Croce il merito di aver com. sclt>avano - preclsa Biondo. daU·uso trndlzionnlc e dalle una certa storia dei conte-nutl di un'opera: pcrchè ragionare tori. Quando poi cl si trova ra ..; supc~arç una mentalità a:1~! 0 c~lti~!re:~tet~~:Pf;~~~7:- :~ 10cui e~~oes:~i~~~v~:elet~;ps~ ~fcnl;enzlonl più trile e più ;~~~~~a:~~o s;o~le~o1f ~~~~~ll~~i: :n~ 1~~!0 ~~~~~a~sf\~l!e·sfr~:01! e~1ti 0 '~lec~~l~~nu'110°p;;:t1:~1a 1 ~= ~f atii!l~u~rs:a~icau~~asrr~~,~~ raia dal De Sanctis: il quale parlo di scuola carducclana. 0 · 1 di 11 zio e Vlch'a poneva che le opere d'arte opere. per sentirne ti segre10 mente impep,nativl (re-cente ll men per l'!solatC?: la. cultura faceva valere un temperamen- essa fu scuola di poesia ndn °~f / 1 s. n n · 1 • 1• • sono mondi a sè irriducibili accento e riviverlo e presen. caso di ..Guerra e pace ..) sl come ogni patrimonio intel- Lino Curci. premio • Camillo Sbarbaro • (Continua da par. I) rama complenlvo della sua 1pP' .-E' un gruppo di liriche che {;i sei;tui•l'I ;i :re :,mp1,• r,1c– colte. un:i d-cllc- qua~i. .'lt ri– farò virente. <'bb<' a con~iui– re il rlconoscim"n:o del pre– mio Chianc1ano ,;('tte ;inni or sono. Le poesie prcm1a:e formano una raccolta coeren– :-c. unitaria. che per I tem1 e i motivi s'lnncMa, oviluppan– dolR. nrll~ tt'matica dE'i mio ultimo libro. L'uult" e U regno: \'I domin.sno 11 i:en1tmento del '.empo e della mor~e, e raspi– razione a un s:up,crlore, ru;cat– to. ad una spiritual.e ricostru– zione dE'll'uomo Sette di queste poeotie han· no già avuto l'onore di appa– rire nelle colonne della Flera. Conto d1 pubbhc:ire 1n volu– me le dieci lmchc. po1chè rap– presentano un momento ben de(inito nella stona del mio lavoro. Fra l'altro MS<! prc.udono, quasi costituendone la premes- 6a, ad un poemet:o de:nmato a svilupparne e concluderne Gino Nogara, primo premio i motivi spirituali ... per la narrativa E. r. A. to di Indagatore profondo del di critica scuola cioè co~trad na U an ast J 1 raz O~_llllO, fra Jo_ro· e che ~olo ad una tarlo al lettori. perchè lo gu. verlfi('ano d11e dlstlnte reaz!o- lcltuale, è qualcosa di collet– problemi artistici come si de- dittoria Ìn se stessa perché que ta fr~p~t fr I poe \ 1 e condiz10,;e può essere (Alta la stino a loro \·olla <' lo com- nl: alcuni che già lo conoscono tivo che fruttifica attraverso terminavano nel tempo ad la poesia non s'lnsegnà. e poe- ques O I e 1 gso · f ad cri 1a critica: quando il critico si prendano. ed apprenano non fanno che l~ collaborazione e la trasmls– opera degli scrittori, che era. ti non furono di!attl quelli fa 0 tolrc~~al ~agl::;moer~llrr~mae dla a scrivere mono.!;tafle In- Anche Sainte.Beuve. che si andarsi a ricercare il libro su- .sione delle Idee e non può no uomin_i be~e stratificati che seguirono gli spiriti e le ad essere esatti. la distinzioQ~ torno al singoli autori. Anche vantava di non servirsi delle g}i scaffali. mentre gli altri o conosccr 1~. fro~~!crc J 1 ~azlall e nella stona. S1: Croce capi forme. e più queste che quelli. risale 3 Platone) A sua volta una Storia della Letterarura teorie, aderiva al mondo deg:ll rievocano la noia p11t!ta nella lt'mpora · ne auto atta si sub110 che la critica desacti- del Carducci. e l loro nomi 11 Romanticismo· tedesco eia' dovrebbe essere comJ)Os~a di scrittori. si vedeva associato al ranclullczta su quelle pagine r\trovano 1 st uteface-nti lntulzlo-lr---------------------, slama mirava all·essenzlale e sono rimasi\ solo come testL borava tutta una teoria dei tanti studi isolati e particola- loro destino. li seguiva nelle o ignari affrontano. per abban. n e vuol a trettanto st upefa– (ormulava s~mpre giudizi esat- monlanza di un ritorno al linguaggio che nel caso del refi;tlatL I Saggi critici desanc. loro avventure fantastiche. nel donarla/ subito dopo. la lettura erri: c:nle~do 1 P~; autodl~atta ~le e :e~:iicu!ui~t~~n~1:llec~~:; ~l:ss~~!';:im~~,:~e r~~~~r~i~~ d~ ::a~~~n; ~~~01ir~';!~~bil~reatlvo,l~~~~v1~i~~~tra;tnc~~e. pi;~: ~or~~d:~:tn~~hi;1:an~~tu:~alo~~ eLt~i;~~l~f" ;e~ ~~~~ -n~~•t\~; ~.~~~en~~e a :e rs~s~~st~ ~~~~I~~ finl anc~~ per esagerare quan. non come segni e tappe d'ttf!O A chi;rire bene le idee. De vedev.a. ~n e~si. esemplificato ritratto e fissandoli 111 una ade. :i.•• cht' fare con la provlncl~ patrimonio lntellelluale). rtte;~i~ ~~:~t:cl di1a~!~~~~~~~ :;i!:~mt:!;Zo~1~:z~ns~s~~;;;e PIN ~:~~ :e.no ~ ~-~s~~~nzcaavde?i1-a::; ~~se~:;~; 10 a ~et!~~na:rd:cg:n~ ~Ì 1 r~~ach~r:;rie~~~ent~~rl~d· u;i ft\!i1ih~ c;:rl~~~~sl:r :Uòrt~r~~ tu~~s~m~~~~3 1 "v::~;~;ac 1 :n~~~:; La tua infanzia .. * no impe-rfette.' volle lui dare magistero critico del Seuem. non è 1 : ideale ma li vivente tori. Ma anche ln questi suoi critica psicologica, a sfondo so- scurare lranqulllamente. 11 cl- 1enu1a In naftalina dalla scuo– una sistemazione definitiva di brini. La o;ua ..Storia della la forma,. 01 • modo che l'ar · apprezzamenti. Croce csaRe- clale: ma In quell~ critica u. nema In complesso contribui- la come qualcosa di lnvarla– quelle teorie e I~ rl~usse ad letteratura Italiana, Informata tlsta trasrOrma oa:ni .::osa. ai.: rava. perchè non si rende~a sumevano grande r!Ucvo I pre. scc in modo generico e vago bilmente ncqulslto e posseduto. uno schema log1co tmpecca- a un seuUmenlo e anzi a una tenendosi al reale che è anche conto di quello che De Sanct1s gl lel!crari degli autori. h dare allo spettatore una In- non come una continua evo- ~~!· c~~slfs~~aa~~\a~:n~ean~~~ ~r:::~neo_P:~i1~~!~~ti~.an~e~ 1 st :::1~ae~lo~!' so~oem:e~~ed~~ia :~ ::~~fa: ~;l~!~ostf:,rccr~cera~\~~ ln~~~ll~n:e~rlt~a Seas~~:: ~a.er~ f8~:1 1 i~rr: :i~nl~~~~l:i°zrtim?>~~ ~uu~~~eco~os;~~~!p~o:~rr~epr:~ di I:\",\ \IA~.'1 I)' AHI lltll.\FI la validità delle sue idee, ma presto d avere una influenza rapporto alla natura. ma as- diceva rifacendosi al suol con. quanto si rivolgeva essenz lal. ver!f\cai:io lo. stesso caso che parazlone ..:ritlca assegni 11 glu– pure nella maniera con cui col venir presto meno dl queL sume aspetti inconsiderati una celti, che erano cenamente va- rtit>nte agli accadimenti arti per I libri: 1 esercente che si sto posto e di cui la persona– quelle Idee si scioglievano nel- In passionatezza ... Lo stesso volta paclflcatnsl e ordinatasi lidi in sè e per sè. ma che non stie!. e non già perchè si dess; aspetta di avere la safa vuota 11th definisca l'esatto limite: si SI tu lnfancla yà es fabula de fuentes. Jorge Guilttfn NI yo. ni el mar, nl el aire. nt las hojas ~~ c: 1 1 ~t~a ~~ a:to~s:io e~~r;o5; ~:t ~=~~~br1~iseav:~; ~·:'lei: ~~nt~~~~·u/~e lal'a~~~~e~~e potevano essere estesi nel ca. di proposito a dissertare In- ~!~e~! ~~~tr~~,;;!!finta~~ 1 1~ ~~~cea dd~v~';?boerr:ss~~l ~:~~~d: · Federico Carda Lorca proprio. le sue Indagini est~ valore •artistico che critico ve- estetico. non i potendosi cooct. so , dE"I Maestr~. che 91 alle~ torno ;al probi.emi elletJcl. Le giorno o evita addlrlllura di e, sia pure. dolorosa ricerca tlcQe non avrebbero ci::,n:s~r-r.amente. pire un contenuto grezzo ed neu a concetti suol p~rsonriij, Idee. I concetu del De Sancl,Js noleggiare la pellicola. Questa situazione di fatto può vato la freschezza eh~ ave. Le Lezioni di Francesco De elemenlare: lnfattl, il conte. quando esercitava la crltloa si venivano a proporzionare Del resto I libri sono. non essere mutata senza cadere nel– vano. Era accaduto già eh.e Sanctis. che facevano pensare cuto si risolve In forma nel letteraria Ancora una prova nel confronti del testi. si in. offerti ma richiesti: ossia, ec- lo snobismo? Quasi certamen– Federlco Schle~el. t.,roppo Il- immediatamente. per la loro caso deu·arte. Sarà Croce poi che Croce non svolgeva U vcravanp nell'Interpretare. ca. cetto alcuni romanzi ..di mo- te no. per legge di natura: glo alle dot.lrme. filoso'flche. impostazione teorica e per la a Identificare l'uno con l'al- pensiero desancllslano. anche so per caso, I (nttl Immagina- da .. ogni opera di una certa 0.11:nt novità. patrimonio di po– av.esse s!11arnto 11 dono del ampiezza delJe vedute. alle tra: perché tonna e contenuto se da esso muovesse In linea tlvl esplicati dagli scrittori. consistenza deve essere ordl- chi. deve avere tempo per cntJco d arte. e~~ è uomo di Lezioni di Federico Schlegel. sono glt clementi Lndispensa- generale. Blondolillo accenna alla .,.rl nata espressamente. dato che penetrare e moltiplicarsi. e I Sl la tua inf«'l,:io è favolq_ ~ fonti, ma porli ancora il tuo volto di bimbo come l'acino d'twa. In trasparen:a trapela il &eme E queslo è berne. Ascolta: Un bunbo è salvo l!d è &icu ro e vtdt Quel tumido chiarore di betulla. ~fs~o~e:~r::ir;,~:il~~~tu~~1':. che ~·:t:ar~~~;~~o vl~i'do PJ:1i~n~~! ~~!. della suprema sintesi poe. n giudizio estetico occupa luttanza ... che sempre il O; :a~~~?l~ut~b~~r u~~ ~~:s1~il~I~~ ~:~~ari:ri•n~b1!~~: ~1ra;~on~~ Biondolillo osserva che con morale e sociale del tempo Jn N di un posto a sè. costituisce esso Sanctls aveva avvertito per la l'incauto libraio che se ne fosse a riceverla. per manifestarla lu leueral, come la nuova luna, ad ogni mar:o fra le nere scor:e. temp'?raneamente al De 'sane: mezzo a cui gli scrittori. ope. men~: n~~~~dofi'lf~~va .. tusg'; stesso una categoria splrllua-1 .. spccul.a:tlone astratta.•· Che rifornito ~ SUAspante... e svilupparla: d'altronde nulla tls. msegnavano Carducci a ravano: e. mentre gli altri cri- Sanclls non perdette mal di le. perchè blsognerh dlstlnp:uc- Poteva Importare a lm la di. n vero difetto di questa cui- lmpedlsce che costoro proven– Bologna e Settembrini a Na- lici. da Lesslna: app~nto a visia. nella sua Indagine. quel- re lo storico delle dottrine fi. squlsizione pura Intorno al te. tura locale. cosi strettamente jlano dalla stessa provincia e E V<'rranno animai! dai lontani pa&coli uerdl e ventilati. muti ~ poli: due scrittori notissimi. Schlegel. t.roppo si esiliavano lo ch'era u contenuto dell'ope. losof.lche dal critico della let. nomenl estcllci? Egli si ren- legata alla scuola ed alle sue ne derivino molta parte di sè. come ognuno S:i'· i quali eser- dal reale .. tl De S~nctls Invece ra d'arte, ma nello stesso tem. teratura n critico d'arte è as. deva conto di quel fenomeni. nozioni Impresse più O meno purchè ~uesta sia altrimenti nelle &Orgive del tuoi occhi. a bere Si. a le predico molte pr1mal·ere ~i1~!r~~ft;;a~!g~~1[: f::.:,a ~~!: ~!.rcJr~ 0 1 1 c~f:cld~r:\ ~~:~;~! ~/fan ::; 1 ~:~\~r~l 1 ~~~a 1 ~e~~- sis11to sempre da una coscienza ~~ vao~ta/:i;tta, ~uando t da.- ;:;u~clfant~u~el;av~c~hi°a~~a~ n~~ ~~teg;atJ~v~~b~~- ~~~~c:':tri:; Chi uagal fra le turbe in luoghi Slreltt cd o&aidi fennarli ad uno. ad uno tedra. che non ebbe l'Impor. fUosofici con quelli di una ta frement e u1 \ h- vigile e aperta. che gli con. . n zare . capo avori, quanto una Autentica prepara- equilibrata conservazione In tanza educativa avuta dall'ln- cultura aderente alla vita. Il uel conten~to aeevsaan a~u~t! sente di padroneggiare I pro. In cui erano reperibili I, motivi zlonc non può prescindere da. continuo rapporto con Il rfn. segnamento desanctlslano. Car- suo in!egoamento era destL ~ell'opera d'arte Come pot blemi che riguardano le test eterni della vita trasfiguratasi ~Il antecedenti anche più lon• novamento del presente. non ducci e Settembrlnl possede. nato ad. avere enor:nt svUuppl va intendersi la 1>oesfa dt· generali e quelle particolari: In arte. tani: sta piuttosto neU'arresto vengono fuori che. li .. profes• vano un tem1;>eramento arU. e svol~1mentl con I .andare del Dante senza aver prima Inteso ma egli si riporta alle opere, Quello del Oc SancUs era un che si produce quando si arri- sorlsmo .. {non un mseiz:namen· stico. ed .emot.ìvo. non erano tempo. pcrc~è con Il trascor. que-1 mondo teologico e mora. per vederle da vicino e per gu. idealismo. che coincideva con va ad un determinato punto. lo formativo e tc7ondo) ed una a chieder loro della loro infan.:ia E m'irritero. come arida mota alla calura s'apre e la foresta ~~~~f~n;s:i~~~lrl~ap~ov; 1 ed;l~o~~ ~;~~h1:n:re~~~~:ea~~~~~~~• :: l~e~rae..:tava a base di quella starle con animo pronto. anche Il realismo .. anche perchè il :~::;r~ufrarc~~~~~r~I c~~t:'~~~~ ~~~te;~e d~e:~~!~/o;at: 1 rP:l~:j dialettico; il primo flrnpooe- peni e !rantuml e le nuove P . con simpatia estetica, dal mo- ~cale non sussiste separato dal. ranea e, che torrliponde al appena risve_gliatl dal sonno secca al vento stormisce e t11rblnando la polvere s'innal:a e poi ricade. Ma la tua tnfari:ia ~ favola di fonti; nè io, nè il mare e: l'arrn, nè le foglie va certo per le sue doti d1 ldec sempre più penetravano Croce. Invece. mosse rlm- 1 mento che solo dalla compren. I ideale. classico arresto della cultura mlllennarlo. studioso ferratissimo, il secon. nelle coscienze delle giovani provero al De Sanctls perchè sione può nascere il bisogno FRANCE CO BRUNO scolastica: ciò che t testi non CLEMENTINA CJCCARELLI I. V. D'ARCIIIRAFI A proposito di u_n epigramma spu11tato: rispettare la poesia (Continu~ pag. I) tore. cui tuttada sottrae la vera pa– ternità di quella poesiola per restituirla al Palazzeschi. nello spirito ironico e scandalistico di Lacerba, che in Unga– retti. diversamente da Papini, non ebbe ulteriore seguito. Quindi il Ridolfi rammenta che Un– garelli, e andato poi alla guerra, la sua prima licenza andò a passarla a Bui– ciano; dove, standosi un giorno supino a riguardar tutto assorto le nuvole, e domandandogli la piccola Viola cosa \·eciesse. candidamente rispose: - Nulla. - La quale parola parve allora piena di arcani significati alla dimandatrice •· In effetti la e dimandatrice • ci ha dato, nei suoi ricordi di bambina, assai diverso resoconto di quella visita e di quel dialogo, inspirandosi, oltre che a naturale gentilezza d'animo, al dove– roso rispetto verso un poeta che Papini aveva già rivelato e che in appresso non mancò di confermarsi tale, amplian– do e imponendo la sua fama. Senonché quel che agli ini"zi interessò e piacque al Papini, in appresso fini per non tro– varlo più consenziente e an:ti lo smosse all'ironia. Il che non fu senza grosso errore, né senza grave torto. Ma pa– zienza. L'atteggiamento risentito di Pa– pini contro gran parte della poesia nuova è risaputo. registrato e deposi– tato da lunga pezza, e non torna a suo vantaggio. anche se contribuisce a de– finirne meglio il carattere. rumore e il gusto. (Discorso lungo, che ci porte– rebbe lontano ...). In quanto al Ridolfi. quel fatterello, cosi riassunto, gli risulta depositario di e un sapore simbolico>, tanto che, a parer suo, e sarebbe da farne conto nella critica della poesia ungarettiana •· In tal modo il Ridol!i trascende e si cala al livello di quelli sghignazzatori rhe, per anni ed anni, arrogandosi di ,•olere e saper giudicare in materia di poesia. si divertirono a dileggiare Giu– teppe Ungaretti e la sua sofferta poesia •ttraverso le barzellette e le vignette dei giornali umoristici di più bassa lega. Stolta polemicn contro la quale ci siamo battuti per anni, senza guardare in fac– cia a nessuno. come (anno fede. ad esempio, alcune paginette di La casa in piazza (1936). Trascriverle non denota in noi puntiglio o rissosità di sorta. ma solo )'opportunità. di documentare come certe incomrensioni e certe rea– ;doni ci abbiano sempre trovato pronti ad intervenire. Valga il vero. S'era al tempo della buriana contro l'Ermetismo e noi osservammo quanto appresso. Credete che i cosiddetti « poeti er– metici» non possano ripromettersi com– prensione e avallo se non da quella particolare categoria di teorici idealisti usi a illuminare ogni loro idea critica con la e folgorante incoscienza• del e momento intuitivo»; arrivare a cre– derneli addiritiura e i figli, i discepoli», equivale a identificare e risolvere il loro preteso •ermetismo• nella insuf– ficien:ta di una espressione rimasta invo– lontariamente, per mancanza di tessuto connettivo allo stato vaghissimo di e fre– mito germinale•· Ma poi che il lampa– doforo di un tale ineffabile ermetismo sarebbe da riconoscere (e deridere) in Valery, poeta non foss'altro d'una co– scienza critica estremamente consape– vole ed agguerrita, ecco che salta agli occhi la inconsistenza e gratuità. del giudizio, illazioni comprese. Tanto più che uguale lampada sarebbe recata in Italia da Ungaretti, in Inghilterra da Eliot e in Germania da Rilke. Eppure che cacio sui maccheroni per i poeti e per gli esegeti sentimentali di A marechiaro c'è da grattugiare dal tomo di Croce su La poesia (1936) e di Flora su La poesia ermetica (1936). E che provocazione alla burletta. Molti ci son cascati. Evasività.. fascinazione, oc– cultismo, magia. evocazione. brivido. nebbia: a che cosa non hanno ricorso? Gente allegra il ciel l'aiuta, molti la applaudono. i direttori la pagano. ·~la francamente sorprende e dispiace che abbia ceduto allo scherzo anche un cri- tico come Silvio Benco. Eppure è di lui ( Piccolo deUa sera, 24 giugno 1936) il motteggio sulle analogie del « poeti es– senziali• ovvero ermetici. l quali, e per giungere all'essenzialità desiderata, in– cominciano col sopprimere il primo ter– mine. che chiameremo prosaico. col to– gliere il nesso comparativo. e col con– siderarli assorbiti nel secondo termine. il poetico». Tanto varrebbe spiegare un verso dal numero delle sillabe e dagli accenti. A pàrte la sommarietà di ri– durre i e poeti essenziali» a meccanici e analogisti ». Nella poesia. come in ogni vera arte, tutto dev'essere necessario, insostituibile. Bellezza che. nascendo in quel punto e quivi sorgendo per incanto. da lì si propaga e vive in eterno. Pro– vatevi a togliere o a spostare un non– nulla in un verso. e quel verso decadrà ammortito. Ogni poeta Sogna e si sforza di raggiungere l'essenziale. Che c'è da ridere? Di che stupire? Eppure ecco, per l'altrui non per il nostro spasso. l'esempio di camuffamento d'una poesia comune in ermetica. elabo– rato dal Benco: e - Tu sei come un fiore. così alma e bella e pura -. canta Heine con divina semplicità alla sua giovinetta. Ora l'analogista moderno, che volesse scrivere questa poesia. soppri– merebbe senz"altro l'c utile• compara– zione: al suo pensiero la giovinetta si presenta come un fiore. essa è per– tanto un fiore e non se ne discute. Dun– que: fiore. Se poi le e detto: tu. ciò vuol dire che c'è un io. un altro. a pensarlo. a dirglielo. E' costui. questo indefinito altro. a vedere nel fiore ele– vazione. bellezza, purità. li poeta can– terebbe dunque suppergiù a questo mo– do: - Fiore - assunzione a bellezza e purità in altrui pensiero. - Ed ecco i due versi di Heine tradotti in erme– tico». Da Benco chi si sarebbe aspettato un simile argomentare? Se trionfano gli umoristi siamo fritti. Non e lontane il giorno in cui vedremo lanciar le più capziose dimostrazioni critiche dal tram– polino d\ma battuta di spirito. Quel giorno gli umoristi di tutta Italia sie– deranno in cattedra .E faranno testo le ·variazioni di Arnaldo Fraccaroli (Cor– riere della sera. 16 agosto 1932) a com– mentario del primo e Premio del Gon– doliere» vinto appunto da Ungaretti. Di ritorno dal periplo dell'Africa, il Fraka così svariò. gondoleggiando per la Giudecca: « Nel regno della poesia pura è altra faccenda: avere idee è indispensabile. Io ammiro moltissimo un poeta (si chiama generalmente poeta chi scrive brevi righe tagliate, una sotto l'altra) il quale ha scritto dei versi come questi. uno sotto l'altro: - La vita - si sconta - vivendo. - E poi? Basta. nient'altro: li dentro è racchiuso il poe– ma della vita. Le perle vanno solitarie•· (Ma la perla ce l'aggiunse lui. sbaglian– do la citazione). « Visto he questo sistema economico procura notorietà. e anche premi let– terari in migliaia di 1ire, mi sono pro– vato anch·io. E dopo molti sforzi. ma senza meningite. m·è uscito questo poe– ma: - Il fuoco - s'incendia - fiam– mando. - E quest'altro: La sbornia - si prende - bevendo. - Perle anche queste, non nego. ma la trovata con– sisteva nell'inventare il sistema. Se l'au– tore ha domandato il brevetto stiamo freschi». e Invece per un articolo di gior– nale occorre soltanto un argomento. lo lo sto cercando, da un'ora. ma inutil– mente». Il che non gli tolse di far pubbli– care quelli sciapi pensamenti sullo stes– so giornale il quale annoverava tre dei suoi migliori collaboratori fra i giudici (cinque in tutto} della commissione che assegnò il premio a Ungaretti coi voti di Cecchi e Baldini uniti in maggio– ranza a quello di Gargiulo, contro Pan– crazi e Benco fissi su Diego Valeri. Tut– tavia sbaglierebbero di molto quei non • essenziale » o « spiattellati » che si re· putassero al sicuro da ogni scherzo sol perché spiattellatissimi. Quando e dove manchi il rispetto per la poesia. qua– lunque poeta può diventare argomento di riso. Da allora son passati più di ven– t'anni. Siamo giusti. non era lecito spe– rare che la roccia di tanta sordità. dopo colpi e colpi. fosse stata sfondata per sempre? E che comunque non dovesse toccarci di veder nuovamente adope– rare sul serio certe argomenta:tioni da burla? E meno che meno da parte di un marchese Ridolfi. autore delle molto poetiche Memorie di uno studioso (Be– lardetti, Roma. 1956), oltre che delle lodate Vite di Girolamo Savonarola e di Niccolo Machiavelli? Perciò tanto più sorprende e rincresce - anche come testimonianza di costume - che un Ri– dolfi si spinga fino a riprodurre e certi versi burleschi» mandatigli dal Papìni in privato - come eran usi di far tra loro - e da lui conservati nel cassett::, fino ad oggi. 11 Ridolfi si domanda se a suggerirli al Papini non sia stato forse quel tale fatterello: e intanto 1i tira fuori dal cassetto, li copia, li inserisce nella nuova Vita e li pubblica, con la soddisfazione di chi si può finalmente togliere un sassolino dalla scarpa. :>al nostro canto, non è semsa disa– gio, nel trascriverli. ci rassegniamo a renderli ancor più pubblici nella loro presuntuosa pochezza. Ma diversamente. mancando la conoscenza del testo. il giudizio di riprovazione potrebbe rima– ner sospeso, mentre è· giusto che ricada su chi, nel comporli. credette di far cosa ~piritosa, mentre non fece che ripetere in rima abusatissimi luoghi comuni del– l'annosa e vieta polemica contro la co– siddetta poesia pura. Unoaretti, cui L'estro è mal propen– ~o. - disse u.n dì: e Qui. ci vuole un bel Tion-senso •: - e sill.abò: e M'illumino d'immenso•· - Ma poi., spossato dallo sforzo i.ntenso, - rimase li stupito e un po' melenso, - finché ebbe dai. criiici il compenso, - con lauti premi e nu– vole d'i.ncenso Robettola da nulla. - a paragone della quale le stesse parodiette del Fol– gore e del Vita Finzi assurgono al ca– polavoro -. ma rigonfia d'incompren– sione. di malanimo e di saccenteria. E il ptù strano è che. nel XIX capitolo delle sue anticipate Memorie. confes– satosi e congeneo » col Papini e in al– meno due cose: la scontrosità e la fio– rentinesca mordacità•· e sofrermatosi a rievocare lo scambio d'epigrammi pro– seguito a lungo tra lui e Papini e rife– rito qualche esempiuccio dei propri. a un tratto il Ridolfi s'interruppe e com– mentò: e So bene che gli epigrammi papiniani importerebbero e piacerebbe– ro più dei miei. e ne trovo fra te mie carte alcuni sapid1ssimi sopra Carlo Bo. Nicola Lisi. Giuseppe Ungaretti; ma mi parrebbe di essere troppo indiscreto se facessi man bassa delle cose altrui per lardellarne. le mie e dar loro sapore. Sono le mie, con quella poca di sapa, che mi devo contentare di trascrivere». Senonché adesso deve aver creduto di essere riuscito a insaporirle con l'epi– gramma su Ungaretti, scontatissimo da anni e in realtà abbastanza scipito. Ma si è sbagliato. E resta il fatto che nel '57 ha rinunziato all'osservanza di quella stessa discrezione che nel '56 gli risultò indispensabile. Scrisse allora che, e pur– troppo. specie nella repubblica delle let– tere, c'è sempre stato qualche povero di spirito che ha preso sul serio le cose dette o scritte per burla». Oh. non si tratta di prenderle sul serio, ché. e come tutti i versi satirici», anche quelli e hanno, si. delle punte; ma sono lance da giostra, non spade da bat– taglia». Si tratta più se.mplicemente di sapere se indiscrezioni del genere siano encomiabili: e se. commesse in un'agio– gra(ia su Giovanni Papini. tornino a van– taggio del buon nome del biografato. A parte ogni altra considerazione, a noi sembra di doverlo escludere. Recisa- , mente. Mai far ridere la platea alle spalle dei poeti. quando son poeti veri: e Ungaretti lo è. ENRICO FALQUl •

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