la Fiera Letteraria - XII - n. 28 - 14 luglio 1957

Pag. 2 LETTURE DIPOESIA brasiliana contemporanea lt1ve,•110 Ze!a, giunto è l'inverno! Formiche alaie e scarafaggi! Gìunto è l'inverno! Fango e ancor fango, pioggia e ancor pioggia, Zefa! Rinasce tutto. Ze!a! Ritorna il verde, il verde buono; verde sui rami e verde in terra. verde in te, Zefa, cui voglio bene! Formiche alate e scarafaggi! Il fiwne pieno. le pancie piene. le donne piene, Ze!a! Acqua nei pozzi. granchi gustosi, molluschi. pesci, e pioggia. e pioggia! Rinasce tutto: miglio, fagioli. persìn. cii nuovo, Zefa. il tuo cuore! Fonniche alate e scarafaggi! Giunto è l'inverno! Pioggia e ancor pioggia! La luce della tua presenza e il tuo desi– [derio di pensare! Non tornare ad offrirmi la tua speranza [coraggiosa. Ed a chiedermi per i tuoi srogni la confor– [mazione della terra! L'unh·erso mugge di dolore ai barlumi [degli incendi. Le inquietudini si incrociano allarmate 1 [su in aria. Ed è enorme, insopportabile la mia pace! Le mie }agrime cadono su te e sei come (Sole rotto! Che libertà nel tuo oblio- Che salda indipendenza nella tua morte! Oh, v~ttene via che non ti conosco più! MARIO DE ANDRAOE L'c,1110,·e sen:a èo11solo:io11e Non voglio liberarmi di te Solo non ti perdono di non darmi l'ama– (rezz.a. assoluta Non hai il potere di uccidermi con una Si sposan tutte. [parola con uno sguardo E la mia speranza elamia disperazione Non stanno fondati in te. Plattner: « Donna in giardino» ragazze e vedove! Giunto è l'inverno! Fosse ben fonde per interrarvi canna caiana e fior di Cuba! Sì molle è il suolo che zappe e vanghe in esso affondano giù fino al manico! Latte e ancor latte per far ricotta! Mucchi di imbù! (1) In giugno (2) il miglio miglio e canjica (3) per San Giovanni! E tutto questo, Zefa ... E più gustoso che tutto questo: notti di freddo, là fuori il buio, là fuori pioggia, grandine. tuoni. frane di terra, corghi (4) che gemono, i caborè (4) che pigolano, Zefa! I cururù (4) che cantano, Zefa! Dentro la nostra casa di paglia: carne seccata bolle sul fuoco, farina d'acqua, caffè. tabacco. cachaça, (5) Zeta ... ... l'amaca cigola ... Tempo gustoso! :::linasce tutto! Là fuori, pioggia. pioggia e ancor pioggia, grandine, tuoni, frane di terra e vento e pioggia. pioggi,a. pioggia, pioggia! 11 Ma tutto questo, Ze!a, bisogna dirlo. col beneplacito di Gesù Cristo! JORGE DE Lll\iA NOTE - e 1) imbù: spec!e di mandioca: (2) si rammenti che l'inverno brasiliano corri– sponde alla nostra estate; (3l can;lca: tiJ:?O ~i porridge: {4) varietà di uccelli tropicali; (5) cachaça (pron. casciassa): acquavite dt canna da zucchero. Ilo visto una rosa Ho visto una rosa - Una candida rosa - Soletta sul gambo. Sul gambo? Era sola Nel giardin, nella str~da. Nel mondo. era sola. Intorno, frattanto, Al sol meridiano, Natura e Creato Di forme e colori E suoni splendevano. Ma tutto ciò era eccesso. La grazia essenziale, Mistero ineffabile - Soprannaturale - Della vita e del mondo, Stava lì in quella rosa Sola sul gambo. E sola nel tempo. Cosi pura e modesta. Così vicina al suolo. i\'1a di mistiche altezze Lontana nella gloria. Si direbbe che udisse D'invisibile arcangelo Le sante parole Di un'altra Annunciazione. MANUEL BANDEIRA l,nprovviso ciel ragazzo 11iorto J.torto, soavemenie egli riposa sui fiori [della bara. Ci son momenti così in cui la gente [vivendo Questa vita di interessi e di lotte tanto [aspre, Si stanca di inseguire desideri e preoc– [cupaz.ioni. Allora per un istante abbandona il ronzio (del corpo, La testa svagata cessa di immaginare, E lo smemorato Soavemente sopraggiunge_ Chi se le gode allora le rose che lo cir- [condano? La vista bella che l'automobile taglia? I Il pensiero che eroizza? ... II corpc resta come un velo abbandonato fsu un mobile, Un gesto che si è arrestato a m~zzo c~m– [mmo, Gesto che la gente ha dimenticato. Morto soavemente egli si dimentica sui ' [fiori della bara. Kon sembra che dorma. nè dirò che sogna [felice, sta morto. In un momento della vita. lo spirito si (perse e si fermò. Improvvisamente si spaventò con quell~ {confusione di pianti attorno a lui, Provò forse un disappunto pungente Di aver lasciato la vita così giovane an- fcora e forte, N'ebbe dispetto e non si mosse più. Ed ora non si muoverà più. Vattene via! Vattene via, ragazzo morto! Oh. vattene via chè non ti conosco più! Non tornare di notte a far gironzolare [nel mio desUno Prima di conoscerti Dio già mi aveva (fulminato ~on mi sei nè pugnale nè balsamo! Non sono niente più che un reietto da Dio, {da te, - e da me. Il Forse amo in te ciò che a me hai di [simile Forse amo in te l'amore all ·inaccessibile La solitudine e il vuoto di chi nulla (s'aspetta dal mondo La tristezza di chi sa che nessun angelo (verrà a consolare. III Berenice! Berenice! Esisti realmente? Sei una creatura della [mia insonnia. della mia febbre O la creatrice della mia insonnia, della [febbre? Berenice! Berenice! Perchè non completi la tua crudeltà, dan– [donti la parola di vita o non cominci con la tua tenerezza, spin– gendomi al suicidio? IV Mia crudele e necessar~ia amica, Berenice! Lasciami riposare il capo sul tuo seno E sognare un istante che non esisto, Che non esisti. che non esiste Dio. Nè il mondo, nè Satana, nè la vita, nè la [morte. V Io ti accompagno nelle tue ansie e nel tuo [tedio ... Ti guardo con lo .sguardo di chi ereditò {la solitudine Poi che mai sei in me e con me. La natura ci ha separato Solamente il soprannaturale ci potrà [unire. i'HURILO i\lENDES Acldio olln l,c,n1hinn ofloyota nel fi.11me No, non temere di volare per le alt.ure. Checchè tu dica o faccia. non a,·er paura, La bocca tua è innocente e le tue mani [pure. No, non temere! Non vedrai terre o casali In questo tuo lungo cammin sino alle {stelle. i\Ia incontrerai - chissà? - bambini con {le ali. No, non temere il tuon che rotola nel (vuoto. Traverserai astrali raffiche di grandine E un fiume incandescente passerai a nuoto. E se supererai tante difficoltà, Un puledrino a\'rai per correr sulle (nuvole ed una barca per solcar l'eternità. RIBEIRO COUTO Tessered'un mosaico * cli A,\.TO.\; A \GEI.O CIIIOCCIIIO Una delle cOse che meglio mi hanno aiutato ad identificare la complessa e an– cora inesplorata personalità poel ica di MamLet Bandei-ra, è staro cercare di rin• traccia-re nella sua antologia del '43: •(Obras Primas Da Lirica Brasileira l) 11 criterio a cui s'era uniformato per la seel– ra delle liriche in essa contenute. Nessun'altra lettura poteva denunciarmi pitl seopertameme le preferen:e, i gusti, le in.ciina=ioni - segrete a volte persino a noi stessi - che> come le tessere d'un mosa.ico, contribuiscono. opportunamente ricomposte, a formare un ve-rosi.mite ri– tratto di. questo grande poeta Pernam– bucano. Con tale premessa intendo solo porre i limiti di quesra rassegna minima della poesia contemporanea brasiliana in quan- ' to sarebbe disonesto da parie mia negare che, nella sele:ione di queste liriche, sono stato in parre guidalo - se pur incon• sciamenze - da miei. appre::amenti per- sonali. . Dirò inoltre che trno dei pri11cipi a c1t1 mi sono attenuto - e cioè queHo di. non includere poesie già tradoue e apparse m altre raccolte - mi ha impedito di pre– sentare opere consacrate dalla fama o dal consenso cri1ico e che per ciò sresso avrebbero a ttl,aggior ragione potuto es– sere ritenuze pi1ì rappresentative di un det.erminato poela (cfr., ad es., la popo· la rissi ma t( Essa Negra Ftùò )l di Jorge de Lima. l'altre!lanro famosa <1 Toada do Pai-do Mato n di Mario de A11drade e cosi la « Oraçào ao Negrinho do Pastoreio n di AuguslO Meyer, << Tapuia )} di RmU Hopp, ecc. ecc.), e che pertanio il quadro com• plessivo che ne risulla 110,1 pretende af– fatto di rappresentare autorevol-me-nle - e 110n lo potrebbe comu11que per la sua estrema brevità - la poesia contempo– ranea Brasiliana in generale. Confesserò infine che. sen:-a per questo voler tirare in ballo la aggrovigliatissima questione della rraducibilità o 1neno della poesia. ho spesso. seppur malvolentieri, rinunciato ad alcune composi.:ioni. degms– sil'}1e, solo perchè mi parevano difficil– mente traducibili. Per qÌtanto riguarda più particolarmen– te L'ori&ntamento 1ecnico da me seguito i 11 queste 1raduzioni, dichiaro cl1e mi sono sfor:-ato di essere al massimo fedele al– l'originale. cercando di conservare, dove era possibile. persino la temperatura cro– matica degli accenri ionici e la strnttura ritmica delle strofe che. specialmente ,ie1 versi liberi - come è noto -. è di solfeg– gio particolarmente difficile. Nelle liriche poi doi;e la metrica era tradizionale ho addirilttLra cercato di ri– spettare la cofloca:ione delle rime e delle assonanze. nonchè ii fraseggio ritmico, anche là dove - come <J1eL caso dei lri– decasillabi - /\'i trattava di -versi prati– camente nuovi alla nostra t.radi:ione poerica. A!\'TON A. CRJOCCHIO Plaltner: <<Figura» Con ...oln:io11,• sullo ...,,iony ia Andiamo. non piangere ... L'infanzia è perduta. La giovinez.za è perduta. Ma non la vita. Il primo amore è passato. Il secondo amore è passato. Il terzo amore è passato. Ma il cuore continua a battere. Hai perso il miglior amico. Hai rinunziato a qualche daggio. Non hai case. navi. terre. Ma guardi il mare. Non hai scritto il libro perfetto. Non hai letto i libri migliori nè hai amato abbastanza la musica. Ma possiedi un cane. Alcune parole dure, dette a bassa voce. ti ferirono. Mai. mai s.i cicatrizzeranno. Ma. e l'umorismo? L'ingiustizia non si risolve. All'ombra di w1 mondo sbagliato mormorasti la tua timida protesta. Ma \'erranno altri. ~utto sommato. dovresti buttarti - perchè no? - in acqua. Te ne stai nudo sulla sabbia. al vento ... Dormi figlio mio. CARLOS D. DE AX'DRADE ,1Icu·e Voglio sentire il grande mare. ,·iolento .. ' .. ·· • (e puro. VogJio seritlre il mare notturno e enorme. Voflio sentire il •6ilenz.io ,•l·aspro silenzio [del mare! Voglio sentire il mare! Voglio vivere il (mare! Voglio ricevere in me il grande e scuro (mare! Non il mare-cammino, ma il mare-destino. Il mare, fine di tutte le cose. Il mare. sepolcro sigillato per il tempo. Voglio il mare! li mare primitivo e antico, Il mare vergine. spt>polato di immagini e [leggende, Il mare senza naufraghi e senza storia. Voglio il mare, il mare purificato e eterno. Il mare delle ore iniziali. il mare primo. Specchio dello spirito di Dio. rude e fter,ribile! A GUSTO F. SCHMlDT So11ett11 ,le/ la 111nru1im·1• età Il sol che per le vie della città Scopre le tracce del vivere umano Sopra quel viso tuo dolce e sovrano C~arge appena pura chiarità. Nascesti per il sol: sei venus(à ln pieno fiore. frutto senza danno Rosa che è sbocciata. anno per anno Per una splendida maggiore età. Al ml, padre del tempo. che mai mente Oggi si alza la mia prece ardente: Non lasci egli appassire in te giammai Quel vivo spirito di gaiezza adorno Di modo che la notte tardi assai Sull'ora meridiana del tuo gior.no. VlNICfUS DE i\IORAES .Il cmi/e.<;to Paesaggio nitido di decalcomania. Nel rione nuovo di periferia le viUette si pigiano come scatole bianche. Nei giardinetti. sopra le panche dai traversini verdi e paralleli, le foglie e il sol gettano palle gialle. Sulle terrazze grandi tende listate e teli stilizzano la luce. Forte e dura l'ombra ricalca rigorosamente le pergole geometriche sopra la sabbia [ardente. Ed inchiodato nella gran calura il paesaggio coloniale vivo e puro grida violentemente come un moderno manifesto sopra un [muro. GLTLHER:\IE DE ALì\JEIDA .lotle Umido g{isto di terra, Odor di pietra lavata - Tempo insicuro del tempo! - Ombra al fianco della Serra, Nuda e fredda. sconsolata. Brillar di sabbie pestate. Sapore di foglie morse, - Labbro dalla voce infausta! - Sospiro di albe incantate In cui nulla mai ocCOr$e. La notte apre la frescura Dei campi tutti bagnati. - Sola, con il suo profumo! - Crea una corolla più pura Con l'aria di tutti i lati. Se la vita era serena. Inquieto è il ripensamento ... - Donde viene quella musica? - E era una nuvola piena. Di tra le stelle ed il vento. CECILL>\. MEIRELES Domenica 11 ln~lio 1957 IL LIBRO DI CUI Sl PARLA * DUE \~NI A BOM, * <li l<'EllDl.l"A,IDO J'lllDI.I Alla retorica dell'antiretori· preteso di pubblicare i Joro critica di costume. :'aria sva– ca corrisponde lo snobismo diari romani mettiamo nella gata della gente de: bel mon · dell'antisnobismo; sia r1ell'una Bib:ioteca di cultura moder- do da studiare nel suo 1::1- manifestazione che nell'altra na di casa Laterza. avrebbero guaggio opponendo aa e5~ un vanno riscontrate infatti cu- suscitato non poco scandalo. linguaggio ftlolog1camentc pu· riose caratteristiche comuni: Segno di tempi diversi, è chia- ro, lasciando cade:-e do:1 •a.to come la frequente accusa d; ro; ma segno anche di una ogni paròla, incastonandola ogni effusione dell'animo, di smobilitazione della cultura preziosamente; ma alla fine troppo lirico abbandono ai che rientra perfetta'mente l'ironia stessa che vorrebbe sentimenti, scopre assai spes- nell'immagine di quell'Ital:a essere alfidata a questa estre– so nell'accusatore o una fon- borghesemente ottusa e falsa- ma precisione filologica non damentalc aridità o un'aridità mente americanizzata il Lau- si tramuta quasi 1n una sot– programmatica dietro la qua- renzi si propone di offrire: tlntesa adesione a quel mon– le si nasconde un'irreparabile con piglio di moral!sta este- do E' facile d'altronde esser propensione alla lacrimuccia. tizzante. direi che si tratta troppo severi con H gusto e così sotto il dichiarato di- di una cultura da cockta:1 con il costume piccolo borghe– spregio di una critica troppo party. ridotta a vaghe for- se di u1:1acittà in.g:-an pa•te compiaciuta. e spesso com- mulette per uomini e donne provinciale. dove anche :e piaciuta sino all'invenzione di spirito. No non si tratta d! classi e più abbienti> rive– di inesistenti usi e costumi, una sorta newtonism.e pour lano in un l:nguaggio estre· per la scoperta di certi fatti dames del1'epoca illuministi-' mamente , non-U •, non sol– segreti della societa. si na· ca. Anche nelle sue manife- tanto la scarsezza di buone sconde a volte un·inguaribile stazioni mondane l'illumini· letture e di buoni studi. ma complesso di inferiorità. Non smo è qualcosa di terribil- altresi ii recente inurbamen– dirò che questo sia il caso mente serio. una fede assolu- to; ma alla fine, chiuso il li· del diario di Carlo r..aurenzi ta nell'intelligenza dell'uomo, bro ci si domanda se esso no:1 Due anni a Roma, pubblicato mentre in queste note di Lau- dia un"immagine del tutto fa;– di recente nientemeno che renzi si avverte esattamentè sa di questa Roma. anche nella , Biblioteca di cultura• il contrario. inurbana o persino dichiara– dell'editore Neri Pozza. Il ca- La prosa di Laurenzi de- tamente provinciale. so snobist~c~. si può aggiung~- nuncla tutto il sussiego del _Vog:lio dire _q~esta tipolo– re, non r1s1ede tanto nel h- nostro vecchio calhgrafismo g1a d1 Laurenz1 e altrettanto bro in se stesso. nel e colore tra le due guerre, ossia pro· capziosa di quel!a di certa di una Roma• come si legge prio la sua qualità deteriore. letteratura neorealista .. Il che nel risvolto della sopracoper· quel belleterismo allusivo sarebbe forse una ragione d; ta del libro , Attraversata da proprio degli elzeviristi del mento se essa fosse sorretta baleni di gusto neo·edoardia- postrond:smo, messo al servi· da una fantasia, da un .gusto no•, quanto nella collocazio- zio della cronaca: , Ai can- della m:Stificazione; niente ne del libro proprio in questa celli. dove la polizia vigilava affatto: il sussiego di questa biblioteca. nella quale sono e I parcheggi rutilavano d; prosa ben r\tmata. aggett:va– apparsi 6ino a ieri testi co· tuori-serie dai colori violenti. la con ammirevole precis:one, me il Commento a Croce del· ,;ostava una !olla riottosa. a è il sussiego del letterato che l'J\ntoni, La. Riforma del Joa- salutare il ~ssaggio delle inventa caratteri solo per J ch1msen, La guerra fredda del belle di Cinec1ttà, 6Pettatrici gusto della bella prosa. Come Salvatorelli. Lingua e Lette· d'obbligo. Queste , stars • ca- manca la fan!,3s:a. manca la ratura di Ernesto Giacomo salinghe. per lo più, indossa- vera indignaz.tone del mora– Parodi. vano abiti da mezza sera bai· lista. appunto perchè la mol· Tutto, è vero, è cultura, neare: le scortavano signori la che anima o vorrebbe an:– ma n~I s~nso nel quale tct: stagionati e pingui. Pietà per n:ia_requ~to d:~~o di La1:1ren· to puo diventare oggetto d: Roma. Le sue pietre, il su~ z1 e un_ inguar1b1le estetismo. cultura. Non che si neghi il cielo non sono responsabili di o meglio una sorta d1 snob1- diritto a un diario come que- certe abitudini: nè le sue not- smo rep'resso. o se vogliamo sto di esser letto come un ti. Sono. queste. notti di te- uno snobismo rejoulé aJ~o documento, anche importante pido splendore. che succedono estremo. Si veda come que– (ma forse più per cause ne- a tramonti rosei. senza una sto diario possa prestarsi a:1.a gative che per il suo valore nuvola. come albe di prima- imitazione e pers:..no alla pa· diretto), di un mondo, di un vera. Lungamente brilla e si rodia, quando Laurenzi non costume e di una socìetà ro- intenerisce Venere. nel cielo arriva forse inconsciamente mana dei nostro tempo: ma lllune; da molti anni Roma alla parodia di se stesso: e il documento puro e sempli· non conosceva un'estate così quando egli scrive, un nume– ce. qual'è non ostante certe limpida; qualunque spettaco- ro assolutamente cospicuo d: ambizioni letterariamente as- lo notturno si giova di que· ragazze in calzoni a scacchi •. sai rischiose del Laurenzi, sta pace•. (28 luglio 1954 pa~ , solo quando in~min~iano a non diventa mai elemento sta- gine 55-56). bere li sovrasta 1t dechno •, e bile di una cu!tura se non Si tratta di un pezzo di bra· via d!scorrendo. cia:è quando . dopo che. esso ~ P?ssato at- vura. tutto , montato,, paro- propno dove un gioco, rare– t;aver~o 11 vag.ho d1. una cn- la per parola, naturalmente fatto sembra ~orlato all estre– t'.ca, 61a essa f1lolog1ca o c;to- con intenzioni ironiche come mo, spunta d1etro _lo spet~ro nca e sop\atl~tt? di qual· del resto intenzioni eironiche• del I1-;1ogo comune, l esprE:ss10- che ~ene:az1on1 dt lettori. vagavano assai frequentemen- n_e.d1 _un abusato_ '\lmor:smo, Voglio dire che no;1 si J:?U.ò te nei doppi fondi della prosa c1.oe dt una man_iera: I.e su1: assegnare ad esso, in antic1- postiondista; ma si può af· d!\"e. le ~ue c_on ~es.se. . 1_ suoi po, una funzione culturale. rermare, come fa l'editore nel c1n~~t•: 1 s~o1 f;,gl1_ ~h _mdu~ anche se la sua sc~lt? è st~· risvolto dell,;1 copertina che stn<!h._ 1 ~uo1 ~attohc1. ~ ~uo1 ta operata da un com1ta.l,-0d1- si tratta di uno stile , asciut· faSC15:ti. 1 suoi comum~ti. 1 rett1yo_ c~mposto ~-i ,aut~ntici t.o, preciso, senza indulgerize suoi ~teliett°:alì si -~ppale~a– uo1:110'.d1 cultura, ~ qualt, tut- decorative•, se proprio tutta no. cosi come 1.mos~1 ca:;~m~ tav1a. in. questo.ca: 'o• sembra- la prosa del Laurenzi e uno gh1 per lungh_1 anni colu,·a~ ~-~ ~~:~!tt~as;t~:;~s~~d~~Ìot~ ;~~~?ii,a~:r~i ~~~ai~t~~~da~l: ~ ~~J~l~~~~t;~~~.~~~~c~j nero. della cultur~. e. forse bi è sempre pronto: l'elegan- continuo eserc1z10. f 8 er~i~I~u~a~c~~a :fi~~~,ad~}i1~ za richiesta da una capziosa FERD~A~DO VIROl..\ caratteristiche del nostro tem– po e in modo particolare del– la società italiana, che accet• ta la cultura troppo spesso co– me gioco e come episodio mondano. ma la respinge co– me impegno concreto verso l::i vita e verso la società. Questo diario di Laurenzi nasce da occasioni giornali– stiche: in sostanza il libro non è che una raccolta di no· te pubblicate nel corso di due anni sui settimanali e su quo– tidiani, talvolta su fatti, su personaggi, su feste o su av– venimenti. talvolta semplici incontri, osservazioni di am– bienti, riflessioni. e Il '54 e il '55,. scrive il Laurenzi in una breve prefazione , saran– no ricordati. probabilmente. come anni facili, specie per quanto ·riguarda Roma. Non si è trattato tanto di pro– sperità economica, quanto del fatto che la paura e la guer– ra sembrarono, d'improvviso. ragionevolmente loptam:: so– no stati anni poveri di tra– ·vaglio. quindi davvero anni poveri •. Un , opaco e pin– gue biennio •. dunque. popo– lato di personaggi tuttaltro che amabili. Divenuta capitale d'lt~lia. Roma è stata spesso l'ogget– to d'indagine di romanzieri e di memorialisti e tra questi ultimi. è doveroso ricordare anzitutto Je note e i brevi racconti. nati anch'essi ma trent'anni or sono. da occa– sioni giornalistiche, più tardi raccolte in volume sotto :: titolo Quartieri alti, di Er– cole Patti. A Patti va il me– rito della scoperta dei gusti. delle nuove ìnt:linazioni mon– dane, delle sopravvissute abi– tudini provinciali di una bor– ghesia in gran parte impor– tata, lo stesso ambiente d queste memorie di Laurenzi. o almeno della generazione precedente. La differenza tra le note di Patti, scrittore al– meno in partenz.a di assai mi– nori ambizioni letterarie. e queste di Laurenzi, sta nel fatto che le prime offrono ancor oggi il pregio di una autenticità che i tempi nuovi non riescono a smentire: in queste si avverte anzitutto lo studio e il compiacimento di un linguaggio tutto costruito per certi effetti già sapien– temente dosati in partenza. Il risultato è che la prosa di Patti. tanto più corriva e corsiva e sarei per dire filo– Jog!Camente denutrita, man– tiene tuttora in gran parte la sua freschezza e la sua ade· reoza alle cose che racconta mentre la prosa del Laurenz denuncia immediatamente la ambiziosa fattura, la preoccu pazione di una scrittura '.r> ::iunta di penna. Ma è inutiJ., I aggiungere che se ai loro tem pi Patti o Brancati, o an– che un anno fa Flaiano col suo Diario notturno, avessero Mario Negri: « La s1>osa• •

RkJQdWJsaXNoZXIy