la Fiera Letteraria - XII - n. 28 - 14 luglio 1957

LAFIER.A LETTERAR Anno XII - ;\". 28 f:,ETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTl E DELLE SCJENZE Òomen~ca 14 luglio 1957 ·1 PllHBLICA LA lJO~IE ICA lJireftore VINCE 'ZO CAHOAHELLI QUESTO NUMEI«> L. <io OIHEZIONE. AMMINISTRAZIONE: ROMA - V:a d; P<JI tò Ca.stello. 13 - Teleront: Redazione 555 487 • Ammuustr. 555.158. PUBBWCITA': Ammintstr.: .. LA FIERA 1....1:: TTE RAH.IA • - V, di Porta Castello, 13 - Roma - TAR.: Commerciali L. PO Ed 1 tor!all L 80 al mm - ABBONAMENTI Annuo L. 2 711n · SPme~tre/L. I 400 • Trimestre L 750 - Estero: Anno L. 4000 - Copia arretrata L. 100 - Spedizione In conto corrente postale (Gruppo ti) - Conto corrente POstale l/3142R DUE COLLEZ/O1 l DA NON CO FONDERE CROI ACHE DEL PIACERE * C0~1UNIC \ZIONE D . d*. t . EVOFSII\ 8 ! ;:r~•• 1 m:ies ri Fa tanto *, 1 a1 pet1ts-ma1tres ~att lalibertà ,li GUGUEL\10 l'ETllO:XI * Le giornate in cui pensiamo alla necessità di ere· dere nella poesia. generalmente dovrebbero essere considerate le giornate più difficoltose per la ~sia stes5a: è infatti più che ovvio che nei tempi in cui la poesia scorre felice in un clima storico che per lei non presenta difetti di circolazione. scorre nelle vene del tempo e alimenta la vjta sociale come un ele· mento fondamenta«! alla esistenza di un corpo sano e disintossicato, più che all"amore per la poesia ci si rifà molto semplicemente alla partecipazione alla poesia. e tutta la vita ne riluce ricca di possibilità contemplative. di ozii piacevoli e confor1anti. se non fecondi. :\la quando i tempi richiedono amore alla poesia: cioè quella tal dedizione per la quale non beatitudine, ma sacrificio occorre, rinuncia a tanti beni naturali per Ja saJvazione della linfa spirituale che si tramuta in poesia nei poeti, son tempi di can– tori maledetti. son tempi in cui il canto richiede, magari. che ,u s:M:riflchi quello che hai e quello eh~ non hai e non avrai mai: Eppure son questi i tempi in cui lo spirito si leva più carico di accenti che tutto muovono dall'interno, che incidono quasi sempre nel corso delle giorn'ate terrene anche di chi ignora tutto ciò. che scolpi~eono negli animj aspirazioni, senfr menti, ribellioni. consensi e visioni che per molto tempo potranno addirittura mutare il costume dei rapporti umani. le consuetudini da cui nasce la sto– ria stessa. .11,•nt,,e la l,•:ione rlPi 111•imi 1·i1n.nne glo,•iosauiente valida atfra- -ve,·so i secoli, l'esentJ)io dei se,•011cli 1•is11lta JJÌIÌ uggioso di ie,·i . * di ENlllCO FAL(lUI Il nostro è. se dobbiamo decidere tra i due, tempo d'amore alla poesia; Oppure. se vogliamo essere ana· liticamentc erosi e non ptivi di un pizzico di diffi· denza. tempo di 1rapasso verso l'amore nlla poesia: ci avviamo verso una ern di amore alla poesi a che già è costata cara a più di una generazione, a mol.ti è già costata la stessa esistenza. Per un poeta. m temj!! di questo genere ll dilemmo è uno solo: essere poeta o non essere, ed essere, poeta pertan~o può si– gnificare il sacrificio di sè e della proprrn ix>esia Potremmo a questo punto formulare una specie di elenco. spseso un elenco di morti di cnrccrat1, d1 abi– tanti cfei campi di concentramento. ma più spesso un elenoo di fatti entro i quali il poeta perseguitato ha agito per tante ragioni sempre complesse che si rias– sumono in Wla sola, In ricerca della 1 iberl3 dove la libertà non è concessa anche se di essn si fn una bandiera. I\tn è il caso di far questo elenco che del • resto altre volte senza volere già abbozzammo'? Essere poeta o non essere è. nelln nostra epoca, pn gl. uomini il cu! spirito cerca ,e vie della reden– zione e della pace terrena. della fede. e cerca d1 co munic::i.rle (~municazione è poesia) è un motto mol_to import.ante anche se può essere rormulnto meglio. magari coi documenU stessi che il nostro tempo ho cominciato n fornirci giorno a giorno. invece che con le frasi pseudo professionali di un letternto. E' questo il punto in cui \'0rremmo vedere più frequentemente impegnata la mente dei nostri amici. scrittori ed 1..1ominicolti. poeti spesso troppo d~straltl dalle loro reste. dalle reste altrui. dalle ambizioni che una società incapace di comprenderli soma loro nella coscienza rome Mefistofele soffia nella mente delte sue vittime paradisi di felicità terrena. di ,·ane rigenerazioni: più 1m~ gnn.ti ntl pensiero che siamo in tempo d'amore alla p0esia, in tempo in cui si può morire perchè sì è pC>Ctio, almenoL anche perchè s:1 è poeti. GUGLIELMO PETROXI Nel 1950. fattosi edito– re Gherardo Casini iniziò in Roma. fra le altre. una collezione destinata alla raccolta dei capolavori dell'arte narrati,·a stranie– rn dell'Ottocento e del i\ovecento. ripresentati in– te,lit'ralmente al pubblico italiano in traduzioni pre• gevol; e con introduzioni di garantiti specialisti. Ln cominciò con Strindberg e la prosegui. di anno in anno. regolarmente, inco– raggiato e rafforzato dal successo. con Stevenson. Balzac. Lermontov. Tol– stoj. Hugo. Wilde. Daudet. '.\lérimée. Hamsun. Re– nard. Eca De Queiroz. Twain, Gautier. Unamuno. ~g;~~J. St~~~l~~f ci~~~~: ton. Thacheray. Ed è di questi j!iorni il XXIX vo· lume: Gli indemoniati di Dostoevskij, a cura della Santi-Farina. Un vero .pantheon a metter piede nel quale ci si sente presi e invasi da sacra. reverenza verso tan– ti gloriosi autori che. in meno di due secoli. hanno saputo incorniciare dentro una cusì rag,e-iante corona di opere In statua della dea arrntiva. E hanno saputo farlo senza impor– tunarsi e senza scimmiot· tarsi; con un naturale sen– so di emulazione. che si è r~~~si:1\~ 1 Ìo~~r~~j;f n~If~ tfl. Perciò il buon lettore non passa distrattamente davanti alle loro ristampe. Per giuntn il Casini si stu· din di ~ceglierle nei oae!-i e nei settori più diven.i, in mncln dn pote111con eli anni. offrire un pnnorama antologico del Romanzo più vn,;:to e più fornito di o,eni altro. Tutto dunQue sta andan· do giustamente oer il me• glio e. di fronte a molte nuove collane. ma2:ari più appariscenti o più solle· citanti. che si sono trova· te costrette n non Andar oltre le prime oerle o a semore pili distanziarle trn loro per evitare o per attenuare il danno di un aegravio infruttuoso. ecco che invece quella dei Grandi maestri dell'arte narrat!\·a intemazionale si e guadai!nnto e assicurato. pre~so i no~tri lettori. quel Hmto di consenso che le consente di venir prose· gu;ia alacrrmente. ì\Ia qui una domanda si fa a\'anti e vuol essere re• sa manifesta. Siccome nel titolo della collezione ( I arandi maestri) è aperla· mente dichiarato il oro· posito di fornire e un erri– cace strumento di cultu– ca », sorge la curiosità di s:ipere quali saranno. tra i lettori. i giovani autori che affronteranno e ac– cetteranno da scolari la lezione di così e ,2'randi maestri». con la· consaoe· volezza di aver molto da imparare e molto da sgob· bare e molto da patire ... Quali mai saranno? \'eramente. per esser più sinceri. la domanda dovrebbe essere completa– ta da una seconda: Ma ce ne saranno?. Tra la mag– gioranza dei giovani. chi si sente disposto ad an– dare a scuola per impa– rnre e migliorare un me– stiere cui la sola vocazio· ne, dnto e non conc-csso che esistn. ouò risulta re non su!riciente. se mai guidata o se non integra– ta dallo studio? C'è. senza dubbio. una diffusa tendenza. tra mol– ti giovani seguaci dell'arte di scrivere. a strombazznr– si vicendevolmente non apoenn in possesso d'una rubrichetta nella Quale clnr laudativa notizia del libretto dell'amico Tale o del conoscente Tal altro. E e·~ una evidente ~ocldi– ,;:fozionr nel farlo in mO<to da lasc-iar credere. che o.eni ,•oltA. ci si trova di frontr all'ooera insuoera· bile di un artista n~,;:1ioil1 rhe promettente. C't' in– ~omma in ~iro un'aria di imnert'nPnte mriestrìa co!-l surrettizia da rar P.'rnVf'· mente ~osriPttarf' che cli fronte ai Grandi maestri !-tia sountando e nllinean– dosi tutt'I una bnldrin1.osa e ridicnla run1lain di ,,e– rit<--mairre<-. '.\la niente dì nuovo. E' da secoli che \'anno in ~i– ro: oer quanto. da orima. in camoo non letterario e con lutt'altra inten1.ione. Fu iiarh·au:-.: che ne di· pin<ie un brillante cam· oione nel Petit-motrre c-or– riat?. dooo che alla corte di Luiri XIV non erano rimnc:ti inos,;:ervati :1IC'11ni O'iO\·:rni sipnori c-hiamnti \fnnic-amo. le chevalier de Tilladet. le due de Gram· mont. le marQuis de Bi· r.,m, di c-ui. una trefl,:":t d'anni più tardi. nel 1765. Diderot rissò la ,·eracc }?:i~ff~~e en~frf:1~~~0~!: die: e Nom qu'on a donné à la jeunesse ·ivre de l'a· mour de soi·méme. avan– tageuse dans ses propos. aUectée dans ses maniè· res. et recherchée dans son ajustement. Quelqu·un a dèfìni le petit·maitre un insecte léger Qui brille dnns sa p::i.rure éphCmere. papillonne ed secoue ses ailes ooudrées ». Di secolo 111 :-ecolo. e ma– nières » e e njustements » sono oassati attraverso tali e tanti di quei cambia· menti che. ~uastandolì. li hanno quasi annullati e sostituiti. 111 letteratura, con surrogati di gusto op· posto. Quella che invece e rimasta. continua e au– menta. è l'ubbriacatura cde l'amour de soi-mème>. Con le belle ed istruttive conseguenze e h e n o n manchiamo cli ammirar<". ... Altra prova non ci fos· se che quella del J\le/n– nrano (Fussi·Sansoni. Fi– renze) ~ una co)lezione molto a modo di e scritti rari e raporesentativi di paesia e cli pensiero in veì-sioni d'arte con testo a fronte• e che, in Quon– to tnle. gode ormni stabil· mente delln riducia messa agli inizi in progra.mma come un riconoscimento di merito non facile da ottenere 01., ncc~:-;snrio: nitre prova non ci fosse. basterebbe quella che la ~crie degli e,llregi volu– metti ha di rià rng,ziunto lo eccezionale numero di centosettantaclnQue. men· tre di solito collezioni ana· loRhe non vanno molto più in là dei primi numeri. mal rejt'.gendo alla trascu– raggine e allo dimenti– canza cui le condanna il pubblico. Il verificarsi del caso contrario sta a di– mostrare innan1.i tutto che certi insuccessi non sono immotivati. se a ri· scontro. nel prender atto di certi successi. dobbia– mo riconoscere che il mo• tivo principale si riassu· me nella buona fattura del orodotto. Non che anche la distinta presentazione e il prezzo modico non vi contribuiscano. mn non ~arebbero sufficienti a mantenere e 3 p:arantire un· accoe:lienza favorevole da parte del IPltore. se QUe!-ti a sua volta non si sentisse salva.euardato. Qui la quantità è in fun– zione della qualità, come risulta immediatamente dal cntalo,(lo. Attraverso secoli e paesi e generi ed autori diversissimi. esso va dal trovatore provenzale Jaufrè Rude! al poeta rus.,, so Anatoly Heinzelmann. da San Girolamo a Robert Lowell; dall'lnno all'amo• re di san Paolo al De Aere, Aquis. Locis di Ippocrate. dalle Quartine brebi dne· si del periodo Tang ai Canri dei. ribelli nreci.. ~=~;~,. l~~Jlaor~~~/eigi;a~~~ l'Africa. dalla Russia al Giappone. dall'Albania al– la Spagna: dnili evi più remoti alle stagioni in corso. E non sempre si tratt::i. di semplici e assag• gi ». indicativi di un j?u· sto. di una tendenza. Al· cune operette son date nella loro interezzn. Al– cuni gruppi e movimenti son prescntnti con severi fiorile.e-i. Alcuni autori. coi componimenti più rari ma non però meno signi• fica tivi. Ne la riproduzione del testo originale a fronte conosce dirricoltà e subi· sce intralci: dall'nl!abeto fenicio nll'arnbico, dal gre· co al latino. dnl runi co al gotico. o~nl fr:: i.se. ogni parol:l è contrqlla~ile nel– la gra!ìa primogèma e non poche sono le pagine che si svolgono SC'ltto ,qh oc- ~~!l1edls,n~~l~n:1oan\\raed~i frammenti del poeta·lndro– ne Shanfnra ai poemetti del paeta-l)ittore Wang Wei. Da un punto di vista pill strettamente te cnic o sa– rebbe da osserv:: i.re che le tr::tduzioni filologiche non sempre sono preferite, co– me sarebbe augurabile, n quelle poetiche; e d'altron· de Quelle Poetiche assai di rado. qui ed altrove. ri– sultano migliori. Occorre• rebbe che nel ese.euirle fos– sero. pur temerariamente, dei poeti. Ma in tal caso avremmo dei rifacimenti e la maggiore attenzione dovrebbe vertere s1..1llare· sa artistica. Inoltre non sarebbe m::ile se gli auto· ri moderni vi comparisse– ro con più (l'equcnza e oiù ardire: si eviterebbe il pericolo che l'eccessiva cauteb si possa risolvere in una attestazione di sfi· ducia. NC un maigior nu· mero di moderni e di con- * C fJ !1iì .I /? .I .1 1 ,I O * G /.,, I S C R I T r1 fJ lf I I T .I LI A 11· I A COLLOQUIO CON ELSA NIORANTE VINCITRICE DELLO ''STREGA 1957" di l<.1,10 * FJI..,J PPO _\CCROC{:.\ E' appena tornata da Fre- del ninfeo di Villa Giulia. Or· scere quali preoccupazioni ogni vera espressione d'arte lissima e benemerita per la "(me, Elsa l\lorante, freschis· mai il libro cammina da so!o, lerterane lei avesse scrivendo e di poesia non può essere diffusione della cultura•· ;Ima per i due bagni nel ma:-c libero di muoversi a suo agio, quella .storia di un'infanzia. che re alisla. Naturalmente, Che cosa accade nei primi antistante la piccola casa che sa parlare alla perfeiione con e Veramente, non posso dire bisop.na intendersi sul signifi- dieci minuti dopo che è av– sorge nel trailo di spi::i.ggla una voce mobilissima. e can- di aver perseguito, nello seri· caro de lla parola realtà, che venula la proclamazione del più Lbera e appartata. verso dida come quella di lei. dt El· L'ere questo libro, deglì iw va compreso in tutta la sua vincitore? Dieci minuti im– Maccarese, do\'e spesso si re- sa. e ha indossato il primo tenh propriamente letterari. piene:=a e la sua ricchezza. portantissimi che formerebbe ca col marito Alberto Mora- vestito della resta: rassegno Il mio intento, durante rutti Certuni, ingannati dalla loro ro materia di studio per uno \"Ìa e qualche amico a pren: dì Llnmi!ione del premio ~tre· q~esti an ni di la.poro, e. s.tato vista corta, che mostra lo~o ps~colo~o. E. t;ma ~onna, la dere aria O sole nelle ore d1 qa stanziato dagli Albertl. pmuos.to un altro: e c1oe la soltanto la grezza e sommaria prl{lla m und1c1 anni <!a~uan· cui dispone durante il lavoro Sono andato a tro\'ar~ ~a volon ta di esprimer! (attra· appareriza delle cose, preten- do lo ~tr_ega. è sta_t~ 1~t1tulto, Oggi ha approfittato della Morante nel su~ studio d1 via verso. una ri~e.rca d1reua, e, dono r1dur~e a quesia la rea!- ha f'!10tlv1ps1colog1c1 ~1 esh·e· auto di Bassani. ma ora ha Archimede il giorno dopo lo vorre_1 dire d1s1nteN!ssata), la là, e, per difendere la loro va: mo mteresse da scopi:1re .. ir,tenzione di prendere la pa· Strega. (Lontani i tempi quan· realta delle cose, non quale sta corta, accusano gli altri e A parte la sodd1sfaz1one tente di guida e di acquista· do per lavorare non posse· essa appare alla sua super/i- di non essere realisti, o anche per Il premio in sè, qual'è re una macchina. Andrà al deva nepp1..1re un tavolino). c-ie, ma nella sua profonda peggio. Ora, un poeta onesto stata la prima impressione mare q1..1andovuole. pure due Quadri e disegni d~ gatt1 _ali~ verir_à. N~tt,ralme_nte,. p_uò non d.~ve. badare a costoro, che l'assegnazione del premio volle al giorno. Elsa Morante p~reti tra scaffali di hbn. d'!rs1 che lO non su~ r_wsc11a no11 pm dt quanto, poniamo, le ha procu~ata? ."· . è innamorata del mare, bast. Cmcione Codona. che andrà pienamente a un s1m1le in- badrrebbe a una mosca, la e In quegli att1m1 ho pro· pensare alle descrizioni che presto a nozze con Katiusc_ia tento._ giacchè ognuno deve quale pretendesse che i poeti vato un sentimento di grande ne fa nell'Isola di Arturo. di Berenice (c'è un mtrecc10. fare a conti coi propri limiti; adeguassero il loro universo contentezza, al vedere la H.a infatti il \·iso abbronzato non ho ben capito. con Teodo- ma. riuiscita o no, il mio in· al suo. La realtà, di/atti, é di gioia veJlQ e spontanea che da qualche settimana. da linda di casa Bel!oncì). sta se- tento e st~to (e, oser4=iagpiun- !'na ricchezza inesauribile, ~ !710St~avano i miei ~miei _Per quando cioè. stampato il ro· dut9 sul coperchio della mac· gere, sara sempre frnche po· rnsospet!ata da molti che Sl Il m10 successo. Sia prima manzo su Arturo Gerace cbina da scr\\'ere in .m.ezzoal· trò lav~rare)! . un~amenle proclaman~ realisti. Per dare che dopo .ho ricevuto tanti (questo è il personaggio che la stanza. tr~ il cond1z1onatore auesto. Giac_che rn cto, secon- un ~semp10, anche_ un Poe, telegra,mm1 e lettere, che con- le è più caro). è riuscila !inal- d'aria e la fmest_ra da cui a!· do me. co?.!ISle la. poesia•. 1~ett1amo, è uno scrtttore rea- servero sempre». mente dopo circa quattro anni fiorano 1 te:razz1 del quartie- Da! moJtv~ poetico centrale lista, non meno di un F'lau- Quand(? Bas~ani, pre~ident1: tra gestazione e cure amore· re residenziale e alza la te· è. facile risalire ad una ~elata bert ». . del seggio .. diede I nsultatt ,·olissime a e smammare» il sta soltanto alle telefonate di s1mbolog1a e al senso d1 sol- Questo è 11secondo premio della votazione (preceduto pe– grosso ,·olume per prendersi auguri che la scrittrice va rf· terranea autobi~grafia eh~ vinto ~ali~ Morante. Il pri· rò, per un attimo, da Levi e un pa' di libertà una spec:e cevendo. Ha preso il posto. pervade tutto il libro. per CUI mo fu il Viareggio che la scr!t. Monelli che avevano lncrocet· di J:cenza-premi~. giorni 15 ~ella memoria. _del pigro e le chiedo se L'Isola di Arturo trice romana vinse nel 1948 tato i nomi della Morante, di p!fi 2 romanzo. nato all'ln5i"· !~;:a!;i: 1 ~f r~u~~eMf:n~~~1~a! :~am~n;o 0 cdr~ali~~: 1 ~.erarsi un ~gre:iect1z:~~~a e p!°:st~lEJ':, 0 p; r=~~:~;·i)~r:1 ~~~~! 5 ~~~ 0 1! ina di Einaudi. è anda~o ta la poesia che chiudeva quel e Dalla mia risposta alla mj letterari. scrittrice, dall'alto dei suoi c,vantJ per la sua strada :ino romanzo. domanda precedente, giii si e Penso che in un Paese co- 155 voti. aveva raggiunto la da numerosi amici del salotto una bella soddisfazione a Elsa non soltanto 1l romanzo, o rn purtroppo, disattento e pigro, - temporanei s n re b be di scàpjto alla caratteristica peculiare de)la collezione. Pro_grammat1camente as• suntn e rigorosamente confermata dal fondatore e direttore Guido Mana– corda. essa rimane quel· la di offrire testi e im· prontati tutti a nobiltà di pensiero e ad altezza d'ar– te. e perciò invitanti tutti alla grata meditazione ed al sereno .l?Odimento poeli– co >. Chi sa ch'e uno dei coefficienti della buonn riuscita non si::i. da rico· noscere proprio nella spi– ritualità dell'impresa. acui• ta dal circostante contra· sto e d"nltronde immune da intenzioni polemiche ri· formatrici. (Sempre che. tutta\·in. non si scivoli nel– la inef!abìlìtà di uno soi– ritualismo iniziatico.) Nel trascorrere dnlle Antiche iscriziorii cristim1e su ln– stre di marmo o su tavole di bronzo al Quaderno verde Numquid et tit? del diario gidinno. ouesti testi non ricusnno come rcstrit· tiva e. meno che meno. com<" impossibile l'identi– ricazione di arte e morale. di poesia e vita. e anzi di continuo l:'1 ripropon~o– no come un tema di mc· ditazione nel rapportq tra etica ed esteticn. tro1:>Po a torto vilioeso perché non debbo esi_i?crc una ripara· 1.ione e perché. appunto nl presente. P~sa non deb~ ba ri!<tultare benefica. ConfljZ:urandost e o me una specie di enorme re– nertorio universale della poe!-in intesa come mi~– sione di libertà umana e font:i'-tica. la colle1.ion<" del M<'la(1ra110 si contrad– distinf(ue e si raccom::ind:'I pur fra tanta confusione e rinunzia. E sba.elierebbe f(rO!'isolanamente chi scam· biasse questo no!-tro para– ,llra!o per un soffietto. Quando certe pubblica- 1.ioni ci st:iun,gono dall'este· b~à~op~bo~~~~~s~~\te cld~t le nostre lirette. siamo piW pronti nel apprezzarle e a lodarle di Quanto non siamo ooi disposti n !are con analoghe oubblicazio– ni. fors·anche !'iUPrriori. di marcfl itnlinna. E' un <"rrore: cd un'in_i?iustizia. Tanto oiù ouando altro\'e - come nella fattispecie ci sembra di poter asse– ri re - non ne esistono neppure cli simili. ENRICO FALQUI * ad imboccare. accompagnato Ui!ola di Arturo ha dato,può dedurre ~he, secondo m_e, me i'ltalia, d~ve il j:,ubbli~o e, ELIO F. ACCROCCA Bellonci, le lucenti scalinate Morante. Vorrei invece cono· genere l'arte narrativa, nta l'iniziativa dei premi e uti· (Continua a pa;:. C) Elsa i\tora.nte * ,li . I LF0i1 1 SO G.1'1'7'0 Nelle città magre e rasciugate dal tempo e dalla storia. a Firénzc. a Napoli. a Venezia, i gatti stanno di casa naturnlmente. e dall'umido, dal buoio, dalla fissità delle architetture e delle acque. sembrano ricevere il verde baleno che li fa vivere. Perchè 1 gatti - i più immobili e assenti tra gli animali che ci son o domestici - sentono il lieve passaggio del geli.io del luogo, dei Mani che as..ciedlano le nostre s cale e le nostre stanze: e dentro di sè mietono il clamore dei giorni lontani. Al gatto siamo parenti così pro imi, e non sol– tanto per il nome, da saper tutto sulla sua ombrosa suscettibilità, sulla sua pulita .miseria. sulla sua voce da bambino caduco. Non parleremo allora di dignitàt di indipendenza, di lussuria. n0n scomoderemo Bau– dclaire e nemmeno Rajberti. I simboli sono scaduti in questa nostra epoca. che a. furia di congiurare con i sentimenti ha imparato almeno a apprenderli e a temerli. Diremo che i gatti. di pelo, di scheletro. d'occhi, son come la sabbia e la luna. Mutano di figura e di orizzonte. muovendosi a1'J)ena e restando uguali a se stessi: spirito, fatuo spirito, ma impassibili testimoni. custodi delle memorie. « Il resto è silen:iio ». essi sembrano dire col poeta che nelln storia Portò lo scompiglio e l'ira degli spiriti allegri. Avete maì visto un gatto nero su un prato verde nel primo chiaro della sera? E' il passeggero più c::tuto. La brezza che muove le foglie è ancora stre– pito rispetto al suo silenzio. Ne attendiamo il passo, sempre. con unn presenza strana di noi che ci sor· prende. Slamo alle nostre spalle. A muoverci, ci al– lontaniamo dallo sguardo che resta fisso a vederci partire. Il nostro sguardo seni.a di noi nei luoghi ove siamo passati, può essere? E! Il gotto perde e ritrova il ruo del suo pensiero nel labirinto del piCC\)lv orecchio. Con un riso inter""" rotto Insegue l'ombra delle ttoure. Fitti I l:11!1\U, le unghie fitte. in sè. per sè raccolto. vede fuggir'5i e s'aspetta, lambendo con docile gesto b zampa che arrotonda e comJJOne. Ogni volta che ci troviamo dentro di noi e con noi, n mutar figura e pensiero. riWliti dalla grazia e dal gioco di rarci diversi. fissandoci: ogni volta che ci coglie il pensiero d'essere in un altro luogo e in una altr.a età, siamo vicini al gatto. A Napoli dicono che è passato un angelo. Vivere tutta una lunghissima vita sollo i1 peso e la gloria delPunica avventura giovanile che lo rese celebre, sarà stato per l'ottantenne Harry Bensley una· prova ben più dura di quella ch'egli accettò di sostenere nel lontano 1908. In tutto Il mondo, quelli. rurono gli ultimi anni della libertà incondizionata: i nostri padri e i noslri nonni ne parlano ancora. Si viaggiava senza passaporti. sen:ia sospetti, la lira faceva aggio sull'oro. Cosi Harry riuscl sino al 1914 a restar sempre nel termini delta scommessa e a vincerla. Oggi sarebbe impossibile, e non solo in Ita· lia. paese di guardie trionfanti, ma ::i.nche io Francia, in Svezia. in G~rmania le naz.ioni ch'egli allora ::i.t- 1raversò; persino in Inghilterra, patria sua e di Lord Londsdale che ebbe l'idea della sfida. Ostacoli di ogni sorta, oggi, gli sbarrerebbero inesorabilmente Il passo dopo pochi chilometri. Viaggiare in incognito. tener nascosto 11 proprio nome. celare il volto con 1..1namaschera, dormire in albergo senza lasciare al bureau. la carta d'identità ... ? Follie, follie, follie ... ci verrebbe voglia di cantare con la nostra poverJ voce. Harry Bensley aveva trentadue anni. era ricchis· simo. proprietario di sterminate tenute nella Russia z.arista con unn rendita di cinquemila sterline annue: una rendita da lasciar tranquilli anche oggi. Harry si oflri subito al due scommettitori. Lord Londsdale ::aveva scommesso con il milionario americano Pier· pont Morgan che « un uomo avrebbe potuto compiere il giro del mondo senza farsi riconoscere, portando una maschera durante il viag~o i.. MorgilD era in– credulo e\si disse disposto a pagare ventun mila ster· line. Si precisar'ono i tert\1ini della st\da. Chi si met– teva alla prova, avrebbe dovuto attraversare 169 città britanniche e 125 di ·altre nazioni, vivere ven· dendo cartoline ìllustrate. sposarsi prima della fine de!Peceezionale viaggio: sempre mascherato. Inoltre Morgan aveva instituito parallelamente un premio di mille sterline per un u controeroe ,, che fosse riuscito a identificare l'uomo in maschera. Il viaggio di Harry Bensley durò sei ~nnl, fino al 1914. La guerra fermò l'intrepido scommettitore alle soglie del successo. Gli mancavano sette miglia per portarlo al termine. Ne aveva già percorse trenta– mil::i., attraverso tutta l'Inghilterra, Nuovo York, Il Canadà. l'Australia e buona parte dell'Europa del Nord. Ebbe. del premio pattuito, solo quattromila sterline che versò a istituti di beneficenza prima di arruolarsi volontario. Con la guerra e eon la rivolu– zione in Russia doveva perdere tutto il suo e avere ancora metà vita da vivere dimenticato. Altri tempi. Persino una Corte di Glustlz.ia inglese rispettò le icgole del gioco. Sorpreso a vendere car– toline illustrate, Harry riuscì a farsi condannare a una piccola multa senza sveJare la sua identità, de– ludendo la attesa di tutti i curiosi che erano corsi in aula per vederlo smascherare. E il miliardario Morgan non protestò, attribuì al successo personale di Harry la clemenza usatagli dai giudici in parruc· chino. Tutte le donne del tempo. pur senza vederlo mai in faccia giurarono· sulla sua bellezza e ben due• cento si offrirono di sposarlo ... in bianco, come una cambiale. Tempi di fiducia, conveniamone. Da :illora. beffe e scommesse, tolte di J1li!no ai liberi cittadini di un mondo libero son diventate strumento di mal· governo. ragioni di Stato. Meglio tar punto. ALFONSO GA'ITO ..

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