la Fiera Letteraria - XII - n. 26 - 30 giugno 1957

Pag. 2 L'ultin10 Soldati LA FIER~ LETTERARIA Domenica 30 giugno 1957 Ricordo di un giornalista * ,li GESSI I Le~gete e diffondete ' "La Firra Lct tPra ia,, i DI A!\IERICANl AOERJSCONO &..l BOOK CLUBS Lo geniale tniztatlva 4! •t<Ua reauuata tn Itali.a dagd A liii (;I DEL LIBRO 1 cui aderenti godono det seguenti beo.etici: b) ♦ ncevono a domtcillo, a mess...i posta.. t dlbn dd me.e– da loro richiesti: e) • ri~'t'ODO ID premio QD •libro dd mese- • loro .cdta del valore medio degli acquisti. ptt orni doe •libri del mt:Sb da loro acquistati: d) ♦ usutrwscono del sernmo gnttUto d1 consulem:a ll– braria offerto dagli e.Amici del hbro-: •J ♦ trwsoono dl uno sconto 5Ul.l1.mporto dell'abbonamento a riviste e giornali di carattere letterario. L'adesione aJ Book Club !tallano ~ Ubent. e gratwta e Il effettua con l'acquisto ctl un dlbm del me.e-. GU aderenti che presentano tre nooYI a.uodati banno diritto a seegliue gra\uUameale on • libro del mese• Richiedere •e-nza tmJ:)f!gno dettagliato programma e sch.edo di adesione agli Amici del Libro, ofau ddl.e &J'~ 2 Roma DAL MELZI ALLA PLEJADE (Continua da pag-_ 1) circolazione. e Ces petits objets paral– lélépipediques. 1euilletés et plus ou moins encrés. vont peut·étre bientél disparaitre de l'usage courant a. E forse l'odierna inflazione cartacea non è che un preavviso dell'imminente sfacelo. e Mais, inscrits sur disqucs. bandes ma– gnétiques. microfilms ou autrement, il en restera toujours quelque chose, en· core pour quelque temps a. Continuarne però a far conto non dovrebbe risultare sbagliato: nè dovrebbe attirare la qua– lifica di pedante archivista o di feroce sciovinista su chi contrapponga il pro· prio documentato dissenso alla baldanza di certe avventate risultanze, il cui sue· cesso dipende dall'esser sintomatiche d'una situazione •d! •grande baraonda. Premesso ciò. dispiace dover confer– mare la giustezza delle rimostranze già espresse da altri recensori. quali l'An· giaietti. il Bo ed il Piccolo. in merito alla trattazione riserbata all'Italia nel tomo secondo della 1-listoire des Litte-– ratures, facente parte, sotto la direzio· ne di Raymond Queneau, di una delle tre serie di cui si compone l'Encycl.opé· die de la PLéiade, in corso di stampa dal 1955, coi tipi della casa Ga1limard. Quale migliore occasione si sarebbe potuta presentare ai Francesi per con– traccambiare un poco della tanto in· dagatrice e comprensiva attenzione che da anni gli Italiani si sentono in dovere, con acume pari allo scrupolo. di dedi· care alla loro letterntura antica e mo· derna? Molti dei nostri più agguerriti critici consacrano alla Francia uno stu· dio che. per compiutezza d'informazio· ne. e per finezza di gusto, e per fre· quenza e per assortimento d'indagine, non trova corrispettivo, neppure alla lontana. tra i critici d'oltralpe. Basta una sfogliata alle riviste per accertare che. mentre nelle nostre quasi non man– ca fascicolo in cui sia esaminato l'uno o l'altro tema letterario francese, a pro· posito cosi della ristampa d'un classico come della novità d'un contemporaneo. nelle francesi invece è rara la volta che ci s'imbaHe in pagine riguardanti le nostre questioni e posizioni lettera· rie con prestigio adeguato all'assunto. Nè la differenza del trattamento sarà tutta da addebitare ad una ipotetica minore attrattiva esercitata oggi dalla • nostra cultura e letteratura: perchè il solo crederlo. attenendosi allo stato dei fatti. sarebbe presunzione arrogante e ridicola. Se Roma piagnucola. Parigi non se la ride troppo. E per contro ri– sulta certo che un nostro eventuale tabLeau. critico della letteratura france· se. oltre ad allineare senza soverchio di· slivello i migliori nomi dei nostri critici universita1;-i e non universitari, com· prenderebbe saggi storici, filologici ed estetici tra i più persuasivamente illu· minanti per i Francesi stessi. Ed è una riprova che. una volta o l'altra, biso· gnerà testificare attraverso lo svolgi· mento di un più ampio piano. che ten· da a raccogliere e ad illustrare il con· tributo italiano alla conoscenza e alla valutazione delle altre culture e lette· rature. Anni addietro, la Casa Bompiani ci diede due Panorami. della letteratura francese e inglese. a cura l'uno di Gide e l'altro di Praz. Ma questi nel com· porli si giovarono esclusivamente di scritti dovuti ad autori delle corrispon· denti nazioni. Non sarebbe ora che qual– cuno si accingesse ad integrarli con pa· norami fomiti da autori italiani? Va da sé che nell'insieme l'impresa non potrebbe. al confronto. risultare supe· riore. !\la. per poco che si provasse a paragonarla con una eventuale impresa analoga che fosse tentata in Francia a riguardo della nostra letterdtura. si con· staterebbe di colpo l'inanità del tenta· tivo. se non quasi l'impossibilità di spin· gerla oltre il conato. In Francia. tranne qualche lodevole eccezione (da non con· fondere con effimeri successi di casset· ta). sanno assai poco e molto male a proposito dell'autentico Novecento let· terario italiano. Dispiace. dunque. ma non sorprende. dover ribadire le rimostranze cui ha già dato. provocante sollecitazione il capitolo di Miche! Arnaud sulla letteratura ita– liana dalle origini < Jusq·a demain a. A garantir l'insufficienza del quale. del re· sto. provvede d:i sola la squallida po· chezza della bibliografia allegata. AJle storie letterarie, in francese, del Gingue- né (1811-1819). dell"Hauvette (1906: VII[: 1932) e Jel Laignel (1938), non fanno seguito neppure quelle del Cré– mieux (1928) e della Brandon-Albini (1950): e a quelle, in italiano. del De Sanctis e del Flora. non tiene dietro al– tro che l'indicazione della Breve storia scolastica del Bonadoni e di sei dei molti volumi della nota Storia dei e generi a letterari italiani, raccomandati come e études d'un très grand intérét. mais malheureusement épuisés pour la plu– part >. Senza togliere merito ai presen– ti. bisogna rammaricarsi per l'ingiusta sorte inflitta a molti degli assenti. Ma, siccome dalla letteratura del capitolo ri· suita poi che I' Arnaud certi speciosi te· sti critici non li ha ignorati e neppure trascurati. vien fatto di credere che ab· ·bia ._ deliberatamente preferito non for– nirne l'indicazione. La sua è però una tendenziosità già piuttosto abusata pres– so di noi. Per citarne due esempi. limi· latamente al Novecento, ci limiteremo: alla svalutazione del d'Annunzio, che. quale poeta della voluttà moderna. è re– gistrato alla stregua di un e Géraldy superiore a; e alla sopravvalutazione del· lo Svevo, che, quale romanziere. è ricol· legato per un verso alla e grande tradi· zione di l\Ianzoni e di Verga a, e per un altro al solito Proust. Ma si potreb– bero anche aggiungere. quantunque fu· gaci. i cenni al rimbaudismo di Serra. al rondismo di Flora, al kafkismo di Betti e al mansfìeldismo di Al\•aro: lasciando in sospeso la curiosità di andare a con– trollare in quale opera lo Slataper avrà mai raccontato < la guerra nelle monta– gne del Carso a e rinunziando al con· teggio delle infinite discendenze e sud· ditanze italiane stabilite dall'Arnaud a immortale vantaggio dei Francesi. Non c'è da sorprendersene. Giusto a propo– sito di un Carducci e dei suoi rapporti con gli storici francesi, anche il Russo ha notato che e i nostri fratelli di oltre Alpe s'interessano alla nostra letteratura. solo quando ìn un modo o in un altro possono dimostrare che noi siamo pen· sionarii riel loro pensiero o della loro arte a (Cfr. Carducci senzcz retorica, 35: La terza, Bari. 1957 ). D10 ne scampi dal diventar miso– galli. Ma qui le stesse tavole sincroniche degli a\·venimenti letterari mondiali sono compilate in modo da farcene ve– nir la tentazione. Per l'ltaJia le regi– strazioni si fennano al 1918 con Piran– dello e al 1922 con la marcia su Roma. mentre per la Francia proseguono fino al 1936 col e voyage en URSS a di Gide e al 1938 con La nausee di Sartre. ì\le· no male che nelle tavole sincroniche delle letterature occidentali è fatto po· sto nel '30 al Sentimento del tempo di Ungaretti e nel ·31 a Le occasioni. di :\1ontale. Senonchè la prima data va cor– retta in: 1933 (Vallecchi. Firenze). e la seconda in: 1939 {Einaudi. Torino). ).la contentiamoci: poteva andare anche peggio. C'è forse un limite al peggio? Nelle Notes della Nouvelle Revue F'rançaise del marzo '57, Jean Guérin ha scritto il seguente stelloncino: Les < soeurs latines > sont de soeu.rs un peu provinciales Qui s'ignoren t a\·ec Qe J'acharnement. Exemplaire (à ce point de vue) est le chapitre consacrè à la Iittérature italienne dans l'Encyclo– pédie de la Pléjade. Ungaretti. dont nous sommes quelques-uns. tout de mème, à penser qu'il est le premier et le seul très grand poète italien depuis Leopar· di. y est expedié en une ligne (laquelle, d'ailleurs, est inexacte). Non contento, e non ritenendo d'aver già scritto abbastanza. il Guérin ha \'O· luto proseguire. Così ci ha dato a leg– gere quanto appresso: Mais pour le Di.ctionnaire Melzi (sor· te de Larousse illustré). Baudelaire est un e poete parisien. extravayant et ar· tificiel a et. dans la Petite Encycloµe· die Mondadon (de récente publica– tion }, nous avons lu ce bref article: e Georges Braque, peintre espagnok éle· \"e de Picasso>. E con ciò? Tanto peggio per Gallimard. per Queneau. per Arnaud, per Guérin se una pomposa e sussiegosa Encyclo,pe– die come quella de la Pléjade, per cer– car di farsi perdùnare i grossolani er· ron da noi sottolineati, deve mettersi al livello del Dizionario Melzi. Si sa· rebbe detto che le sue aspirazioni Cos· sera un tantino superiori. E~RICO FALQUI

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