la Fiera Letteraria - XII - n. 23 - 9 giugno 1957

LA .FIERA LETTERAR Anno XII - N. 23 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTl E DELLE SCIENZE Domenica 9 giugno 1957 SI PUBBLICA LA UOMENICA. Uirellore VINCENZO CAIWAHELLI QUESTO Nl1Ml•:I{() L. <,O DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE: ROMA - Via d1 Porta Caslello, 13 - Telefoni: Red9zione 555.487 - Amnurustr. il::>.>.1.>8-PUBBLlClTA': Amm1nistr.: • LA FIERA LETTERARIA,. - V. di Porta Castello, 13 - Roma - TAR.: Commerc1all L.. t:>0 Editoriali L. 80 al mm. - ABBONAMENTI Annuo L. 2 700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750 - Estero: Anno L. 4.000 - Copia arretrata L 100 - Spedizione In conto corrente postale (Gruppo II) - Conto corrente postale 1/31426 IL LIURO DI CUI SI PARLA GOLJ?ONI RITRATTl*E PROFILI E ~ O I DI EMILIO fJEfJfJHI <li A1\'1\IA BAJ\ITI Non content: di celebrare C<',n congr1issi a sfondo panoramico (gite, colazioni all'aperto, serate di gala) i centenari di nascita e di morte degli uomini illustri, sembra cl1e i nostri contemporanei non abbiano più la pazienza di attendere le scadenze dei secoli e abbiano comincrnto a spezzarli a melà, festeggiando i cin– quantenari. Questa impazienza ha oggi anticipato appunto di mezzo secolo il 2007 (chi vivrà, vedrà) a beneficio del granduomo che fu Carlo Goldoni, nato · nel 1707, e restituitoci, così nella pienezza dei suoi cinquant'anni; quando, avendo forn:to la maggior parte della sua opera straordinaria, avrebbe dovuto godere di un'onesta fortuna. Ma la fortuna - chi non dovrebb i saperlo? - non sorrise mai a lungo a questo adorabile ottimista, tanto !acile a conten– tarsi, e cui pochi anni restavano, esattamente cin– que, da trascorrere in patTia e in Italia: dove nulla e nessuno, malgrado le cortesie e le buone inten– zioni, provvedevano a garantirgli una vecchiaia agia– ta e tranquilla. fJi chi è la colr1a? Evidentemente deìla superficialità con cui fu giudicato il valore della -sua riforma e del suo genio teatrale, anche da chi non partecipava alle congiu:-e Gozzi-Chiari-Ba– retti. A cinquantacinque ahni, lo lasciarono spatriare e correre i velenosi rischi della Comédie Italienne. Faticando e soffrendo con inimilraabile grazia per tre anni il mite granduomo non perse la minima occasione di rallegrar-si, ma alla fine, quando gU offri– rono una vaga mansione d'insegnante d'italiano a Corte, confessò che del teatro che era pur la sua vita, non ne poteva più. Senza richiamarci alla me– moria la straziante supplica che nel '93 il vegliardo indigente rivolgeva alla e Convention :o le sue pa– role amare del '65 bastano a farci soffrire con lui e a desiderargli almeno, una gloria senz'ombre. Qual'è la miglior maniera di onorare e, in certo modo, indennizzare uno sfortunato ed eccezionale uomo di teatro? Noi crediamo che ce ne sia una· sola, fare che la sua opera divenga un motivo primario nella cultura dei suoi concittadini, e un organo vi– vente -sulle scene, almeno, del suo paese. Recitare Goldoni, dunque, dopo averlo letto (e non dato per letto): operando discriminazioni le meno severe pos– sibili, rispolverando, cioè, animosamente, commedie credute sinora perente o di valore secondario, e ca– dute magari, ai Io.ro tempi, -alla prima recita. E soprattutto, .ristabilire e rispettare i testi sulle scene come ha !atto sulla pagina ]'edizione Mondadorina dell'Ortolani. La presentazio,ne di qualche scherzo musicale H cui libretto si debba a Goldoni, la rie– sumazione e il ripristino di qualche Commedia in versi che per un pubblico preparato risuscitasse il clima e le mode, per esemp.io , de • La Sposa Per– siana>, della e Bella Selva1""ia >, del •Terenzio>; l'invito a una trasferta della Comédie Française per un e Avare iasteux • o un • Boueru bienfaisant •: ecco, pressappoco, il programma che Venezia avreb– be dovuto curare a gloria del suo illustre cittadino. Lo ha preparato? Noi non ne sappiamo nulla, ma ci sembra che se a qualcosa di simile si fosse pen– sato, ne avremmo sentito parlare da tempo, giacché non qualche mese soltanto, ma neppure un intero anno sarebbe stato sufficiente a definire, coordina– re e tener pronto un repertorio tanto seducente quanto difficoltoso. Siamo invece informati che un Congresso di studi teatrali si terrà a Venezia nella prossima estate: ma, vedi caso, l'argomento ne sarà la commedia dell'arte. La notizia ci par 1 1e, sulle prime, non sappiamo se più maligna o bal01-da: per– ché accogliere a Venezia, nell'anno goldoniano, un congresso, per cosi dire ,antigoldoniano, sembra ~n~ notizia da attribuirsi ai nipotini dell'Abate Chiari o agli eredi del Baretti. Fummo assicurati però che la riotizia è autentica e da non porsi in dubbio, sicché, a meno che i relatod non buttino a mare i loro temi a tutta gloria della e riforma•, jl duecen– tocinquantesimo compleanno del ,povero Goldoni ri– ceverà più busse che ossi. il ~eitr~ ;~~~Onci~~oar~!~~eac;r~:~f 0 Ita!fonn°e a;t~ti:1: mente sulle scene, né c'è regista • intellettuale > che non s'impegni, anche con grave scapito di cas– setta, a rendergli omaggio: perché non è \ma !avola che il pubbllco ama più I mediocri guai dei com– messi viaggiatori 0mericani che non i vecchi mer– letti dell'avvocato veneziano. Per non dire degli at– tori. Gli attori, non è un mistero, preferirebbero una tournée nella Papuasia piuttosto che esser costretti a recitare quelle garbate anticaglie: dopo tutto,' essi dicono si tratta di teatro in gran parte dialettale, un teatro,' dunque, e minore:» che non si addice ai loro mezzi. Tanto più meritorie, dunque, fra tutte queste difficoltà, le fatiche di chi si cimenta con • La lo– candiera u, con le e Baruffe •, e simili; stieno quieti i goldoniani i,ncalliti e si contentino. Preso atto di queste prevedibili difese, noi non ci contentiamo per niente e dichiariamo che preferì· remmo ascoltare la •Locandiera> e le •Baruffe> (,probabile fulcro del •cinquantenario>) nell'edizione di un teatrino delle monache, piuttosto che in quel– le di Luchino Visconti e di Ludovici. E non a caso citiamo queste due regie, ma perché in esse credia– mo si riscontrino i due errori fondamentali delle attuali interpretazioni goldoniane: l'estremo rigore a cui conduce una lettura arbitraria (nella fattispe– cie la lettura • realistica > della più formale fra le commedie del Goldoni); e la fiducia illimitata con– cessa a chi, a torto o a ragione, ha fama di posse– dere la tradizione dei Medebac e dei Sacco: e la rappresenta, infatti, ma trop!)o spesso pr?r tradirla e avvilirla. Tutti int.endono che vogliamo alludere all'estro– sissimo Cesco Baseggio che, quando gli gira (come ad esempio ne e La buona madre > e nella • Casa no– va), riesce un interprete esatto e pieno di misura. ~=ti:ei ~~r~;:Ì~~tiiccohne~s~ei;~c~:ll~n~~uaf:,ti:~i~~a~~~ Verde, la regia di Ludovici sopportò in leziosaggini, interpolazioni, -altucci, che mandavano all'aria un testo ammirevole e un contenuto, questo sì, del più autentico e originale realismo? E così fosse che le circostanze del teatro all'aperto e di proporzioni sm · surate (il meno adatto a Goldoni) avessero consi– gliato all'attore gli arbitri di una recitazione a sog– getto. Disgraziatamente, proprio. quest'anno, prima, 3 Padova col e Sior Todero brontolon )), poi a Verona con • Il bugiardo», Baseggio ha mostrato di voler perseverare nei tagli, nelle aggiunte ad Libitum, ne'. le agghindature mimiche e infine in una negligenza C'he ammetteva un •Florindo» della più goffa inca- * tU FEIIDl!\/:11\ no r/ltDIA E' assai probabile che la meno recenti di edizioni cri ti- • sensuale voglia di vivere e e Sul declino del secolo e 11 predecessore Machiavelli. Ma lunga consueludme con ~e che, di studi biografici e et,_ di ridet·e », ma adatta a com- principio del nuovo: tra 11j sulla misura dello scrupoloso, letterature anglosasson1, e m tici, si avverte la presenza di prendere e far suoi i temi e Donatello della Maddalena e implacabile, fastidioso realt– particol.are ~on quella ingl1:- un implicito disegno comune i motivi drammatici e patet.- dei pulpiti di San Loren.lo ed smoguicciardiniano, il Machia_ se, abbrn alimentato m Emi- che si manifesta nella scelta ci dell'opera del Boccaccio, il Michelangelo del tondo .Jo- velli fa l'effetto d'un lettera– Ilo Cecchi saggista e critico, o della stessa materia dei van nonchè a Car suo un postumo n!, la civiltà fiorentina bwcic. to, d'un mitomane, d'un poe– meglio critico-saggista. il gu- saggi nonché nell'atteggia- rispetto del Boccaccio stesso addirittura le tappe. Si ma'l- ta ... •. da che si apre una se– sto e l'inclinazione, assai rari mento dello scrittore verso i (e a farlo suo magari su un gia i secoli in quattro e qu,_at rle di paralleli uno più strin– tra i letterati italiani, al n- singoli autOri trattat!, ma piano mondano) per le traui- tr'otto. Il lievito naturalis 1 .l.:1.-• gente dell'altro. che accresco– tratto letterario. Quel gusto soprattutto nello svolgersi, a zioni della civiltà feudale. s: il gusto terrestre, il J.tetlo no, ma solo nei termini di un e quella inClmazione m 1u1?1 cui il Cecchi è sensibilissimo, veçl.a come il Cecchi evoch! senso della vita, di cu: .,. confronto. i carichj a.sfavore concretano sovente nella n- di una civiltà cittadina che si la tenebrosità, il casalingo sa- opere del trentennio anconi dell'autore del Principe, bu– cerca dei lineamenti inu•rnse- identifica in gran parte con taoismo del Pulci che si ri- traboccano, sono desunti e rocrate, intellettuale esaspera– ci di uno scrittore, non desu- una civiltà letteraria. Inda- velano in un'opera. il Mor• scorporati In un inteìlett•.Jal - lo, ideologo politico piuttosto mendali tuttavia da esterne gando, ad esempio. sulla pri- gan&e, attraverso la quale smo sublime..,in un accaclem'- sanguinario, laddove il Guic– componenti psicologiche (co- ma diffusione del Decameron, mascherati dal divertiment.:, smo eroicmJ. Ed è inutile ag• ciardini e è un conciliatore, m'è in parte consuetudine _e prendendo Io spunto dni con- bislacco, dalla monelleria giungere come egli add1•.i n pieno di nobile tristezza, per– anche d11e.tto_della .nuova sia tributi del Branca nel volume estemporanea, tr,aspaiono 1 questo periodo l'lmmin~~Z3. ché conosce i caratteri e I pur fe1Tat1ss11na critica ame- ottavo degli Studi di filologia tormentati sottofondi di un·a- della crisi di quella civilcà. moventi degli uomini...•· Al rìcana) bens1 ricostruendo -italiana pubblicati dall'Acca- nima controversa e distorta. Così l'arco dei brevi capitòli contrario di Machiavelli, -stra• quei lineamenti sulle pecuiia- demia della Crusca, e_gli pro- Si veda ancora come si su Machiavelli e sul teatro tega da tavolino imbevuto di ntà dell'opera dello scnuore pone un'Interpretazione deì:a snodi la ragionata sequenza di italiano del '500 {«Orfeo e fra' s1oria greca e romana. Guic– stesso, sw rapporto con le foti una del novelliere nella per~onaggi letterari - lo stes- Timoteo•) ci conducono al più ciardini prepara sul serio le idee e col coswme del! eµo7a, seconda metà del secolo XIV, so Pulci. il Piovano Arlotlo. il ampio saggio su Guicciardini, guerre e ne comanda, senza su quanto nello stesso lm- sulla scorta délle ca1atterJsti- Poliziano - che conduce al autore, assai più di Machia- tuttavia averne, come il Ma– guaggio e nel confronto delle che essenziali deJl'opera. spie- diffuso saggio su Lorenzo de' velli o d'altri contemporanei, chiavelli, l'ambizione. Sono affinità di espressione può ganda una tale fortuna con lo Medici, cardine di quella c,• congeniale al Cecchi. al suo queste le punte e magari le trasparire del suo atteggia- spirito, e più che con lo spi- viltà fiorentina che si identifi- gusto del concreto: e Sempre sottigliezze polemiche del Cec- mento verso il mondo e verso rito, i gusti. le inclinazioni, i ca con la stessa civiltà urna- dei Guicciardini. il confronto FERDINANDO VIRDIA la società. Egli osserva lo divertimenti di una società nistico-rinascimentale italian:' fu di prammatica. parlando scrittore secondo una pro- permeata non soltanto da una della fine del secolo XV: con questo o quel tratto del spettiva che non è esclusiva· (Continua. a pa,. %) Emilio Cecchi ~:";;,!~~~•:il~• ct~n~"~o:;7:~ lJ J\i A I 11' 1' E Il. I' I.~ 'I' A CO il' prefabbricata, ma centrando- GOFFREDO BELLONCI SlJ I., CO.l'Gll.ESSO * DI l'E.l'EZI.I lo piut.tosto nel vivo del suo carattere, con precisa ~ intuizione delle ragioni e del– le caratteristiche più v1tai: che -sorreggono il suo mondo e che si tra3fondono nella sua stessa poetica. Ed è inutile ag– giungere che una tale inclina– zione trae altresi alimento dalla peculiarità di una tra– dizione fiorentina (nella qua– le non manca persino un_a punta di ironico municipali– smo) che nei saggi del Cecc~1 ha anche la !unzione di rl• portare sulla linea di un ri– .eore critico la varietà e la ricchezza degli interessi che nascono in lui da un versati– le cosmopolitismo, di cui ci forniscono una cosi chiara te– stimonianza le sue pagine d1 saggista-viaggiatore. Fiorenti– nismo e cosmopolitismo sono in questo caso due qualità che -si integrano perfettamente of– frendoci la compiuta fisiono– mia dello scrittore. Non vorrei tuttavia aver l'aria di •riscoprire», in una nota la cui occasione è l'ap– parizione di una sua 1.1uov~ raccolta sotto il titolo R1ttath e profili', di • saggi e note ~i letteratura italiana• pubbli– cata in questi giorni dall'edi– tore Garzanti, uno scrit~ore che ormai da anni è conside– rato, ancora nel pieno deU~ sua attività. nel novero dei nostri classici, dei classici senza aggettivi, non soltanto per il suo tener fede a una tradizione umanistica, ma al– tresì per l'eleganza della scrit– tura quel suo tono familiç,re e in' apparenza discorsivo che è proprio dei migliori tosc~• ni; una familiarità e una di- scorsività. tuttavia, che non fanno contrasto con l'Interna struttura con l'architettura, col cong~gno dello stile. agile e sostenuto nel tempo stesso. Ma occorre anche aggiungere che dai classici il Cecchi ha ereditato soprattutto l'interes– se per il mondo. il sentim.ent.o della storia. Questi suoi ri– tratti ce ne offrono la prov.i anche se taluno di essi non eccede la misura di un bre- ve profilo: si guardi, Sp~cie nella prima parte del !Jbr~ dedicata a scrittori toscani d, ogni epoca, dal Boccaccio (• I fanatici del Decamerone •l al Pulci (• Allegria di un poeta triste>), dal Piovano Arlot~o al Poliziano (• Un centenario anticipato>), da ~oren~o !) Magnifico al Machiavelh_, da, Guicciardini al Magalott1, co- me il Cecchi ricostruisca u.na immagine e una figura e ,n– sieme il senso di un'epoca con pochi elementi, quelli essen– ziali alla evocazione di un clima letterario o di un am– biente storico; come dietro l'interesse per la poesia._ c~e è sempre preminente, v1 ~1a anche l'Interesse per la socie– tà e per la vita, spesso messo a fuoco da un sottile contrap– punto di ironie che è parte in– tegrante del congegno, della struttura della sua prosa~ ed è inutile aggiungere che in siffatto gioco si rivela il Sl:10 fiorentinismo: direi che m Questi ritratti circola un·ar!a di famiglia. ma non bonaria e accomodante. bensì a~ta } dar rilievo a taluni dati piu punienti che pongono in una particolare angolazione per– sonaggi e figure e ne denun: ciano magari atteggiam~nti curiosi o inediti. sempre rica– vati dalle ooere in studio. o se· non proprio direttamente dalle opere. da un rapporto tra le opere. l'ambiente. la storia. Goffredo Bellonci CRONACHE Per una.storia del teatro / - Abbiamo sentito parla- de scenografo svizzero Adol· alcuni scritti inediti di gran- media dell'Arte. dal ì\Ielo- 1 re di un Congresso interna· Io Appia; e finalmente quel- de importanza e le necessa- dramma al teatro puro gol– zionate per ta storia det tea- la che si chiamò del secolo rie note dichiarative: im· doniano, dall'opera in musi– tro: può Lei., presidente d~l di invenzione t~tra~e, _cioè presso. con gusto . classic_o ca ali": ca:mmedl-a di Pirane Centro di 1·i.cerche teotrah, dell<1 scenflgrafrn italiana d:~ll'eò1tore Besteth. Se,a:u1- dello, 11 nn-novatore del hn· · darcene 110Hzia:' alla fine del Cinquecento e rà a questo 11 trattato del- guaggio teatrale contempo– ! - Certo· nella seconda nel Seicento. che rinnovò l'Ingegneri riveduto da me. raneo. Poco o punto spazio I quindicina 'di luglio si ra- q_uest'a~te, non solo in Il.a· E ~bbiamo anch_e pubblica- era da~o all'I~alia nelle sto· ~~~=~~ vf~~~~a!to~ea1~ nd d~ ~~ oaT~r~ll\t.adtu:giòa ~up~~ ~i.11 1 ~:Ct:P::11i ~iiccie;t~~un:! f~e u~~IV:a~fJ 1 a~i~10 1 :ratrfea: Storia del Teatro ordinato rigi lo scenografo del Re e Italia con saggi sul nostro trale inglese nella quale dal Centro Italiano di ricer- di Molière. e i Burnacini teatro ùel Novecento scritti erano ristampati dai 2reci a che teatrali. furono chiamati a Vienna a dai nostri storici e critici noi i dramma di maggiore sa;r:~u~L~';;~to~o:a 0 rdr1~:e~ !t~~r~h~if~~r~;an~re~s~a 1,f;:~ r~~d~~~~re;ri°J!r~~.scda 01 ;irvf~ ~r::1~ 0 ~~~z~o~~~1:ar:!i~~~o~ sto Centro che avrà dunque portanza dell'Italia nella d'Amico ad Anton Giulio era stata inclusa. di Piran– la responsabitì.t.à di ordinare creazione del teatro moder- Bragaglia e con la riprodu- dello: e non la Mandragola it ~"~~~s~~- barbara parola ~g~i~ci~~,iiif~Ìiaen~o~atda~t !l~nae p~irt~ot~fr~!!!~jnch~a:i ;iv~~dic 1 :~{::~f taiur1:no nocÌ~~: e centro,,, oggi purlroppo di studiosi stranieri. li suo.~- n:iostrano ~I~ autori gli alt~- que . opportunissim1:. 1'la uso comune, si vuol desi- talogo. re~a_tto con prec1s10- r1 le attrici• le. scenogrc.lf1e prop_no a Lon.dr_a d1scuten- ~~;e 11~til~~I~ut?~1 1 i~n~ue~~~ ~eem:~~;nH[~~~ra~o aèb~ ~1a~= dei\: ~~4;;, 1 ~e3i~ 1 r~i~~I i~ ~g• dhi 0 ?:r~~~~sr~h~ 0 rr:a~;!1 la storia del teatro. Che co- cercatissimo. Questi anni. non possono arr~ta~si alle sa abbia fatto nei pochi an- - E quali aUre pubbU- - E ottre ta mostra e te (ront1e:e delle naz.1001. e cl-te ni della sua villa, con un at- cazioni avete fatto? pubblicazioni. quali e Ticer- la stona. i11:ternaz1onale del tivissimo segretario genera- - Abbiamo cominciato la che,, fa il vostro Centro? tea~ro r1~h1ede. la collabo- le quale è Giulio Pacuvio. ristampa critica di tutte le _ Cerchiamo intanto di razione dt tutti. dovreste ricordare: tre m~- ope~e. ~i tutti i ;r.attat~ ila- scoprire e di regisirare tut.- -. Perchè mai? L!" t!?sri– stre. una della scenografia !tam d arte scenica dei se- ti i tesli che sono ancora momanze del teatro ttalia110 1 italiana alla fine del Sette- coli scorsi: quelli intanto inediti nelle biblioteche e e i testi non si trovano dun– :cento e al principio dell'Ot- fondamentali come il Sab- negli archivi: non pochi e que in ltalia? tocento ancora poco cono- batini. pubblicato alcuni spesso importanti come può - La storia del teatro sciut~ sebbene .daM'ltalia i anni f~ in Fr.ancia in urya testimoniare Anton Giulio non è solo &toria di testi ma 1 ri 0 .~1J~:;~nh~!~!L f?~s~is::r; ~:!~~f~ 1 da :o~ n!~ 1 fes~1t;i. ~ra~~1::~ te~~~ l~~l~di~~~ ~~~~~es~~t!~~~reJizi~:~st~ I :i~~ f~tRu~:ras; 1 i~: 0 Je~\~:~= ~ fed 1 i ih! 1 avf 0 ,;~or=~~~u~i; ~nelfenz;ce~~:rasf~~e~a~~o ude~ ~rs~i,dfei~~~f~f. ~l°;c:~o;:~~i DEL * PIACEUE gli articoli sul teatro e le di mimi e di registi. E atto– rappresentazioni te a tra li ri attrici. scenografi mimi pubblicati in riviste e fogli registi passano dall'uno al– non teatrali dalla fine de,!- l'aHro paese o hanno sem- l'Ottocento (intanto) al plicemente influssi sugli principio del Novecento. stranieri che asSistono alle PIETil' DI NOI Debbo illustrarvi l'utilità di loro recite. Pensate ai ca– questi schedari? Pensate miei dell'arte che dall'Italia che non sapevamo con pre- passarono in Francia in In– cisione quante e .quali scene ghilterra. in Austria. in Rus– avessero dipinte - per sia, e alrinflusso di un at– esempio - i Bibbiena nei tore come il Moissi e di una teatri italiani e. stranieri e attrice come la Duse e di un che ora la magg1?_r parte di regista quale il Reinhardt. ques~e 5<:ene e g1a. sched~ta Biso_gnava JunQue coordina– con m giunta la nproduz10- re l"opera di tutti i centri. ne di ciascun~ in microfilm. farli tutti collaborare ad * ÌI ~appello ,ul trespolo e il Console Claudel - Libri in vetrina Fuori i sensi! - Bianchi e ner, - F1·a 166 anni la sentenza * tli ALl<'O,\iSO GATTO Nel racconto che Kafka !a della sua visita al dotto;– Steiner (1911), questo particolare mi sembra d'alta n.atura poetica: <1 Nella sua stanza' tento di far notare la mia umiltà, che non riesco a sentire. col cercare un posto ridicolo per il cappello; e lo metto su un irespolo eh-e serve a chi s'allaccia le scarpe >). E un ritrattino di Claudel. console in quell'anno (1910) a Praga. è azzeccato con pieno effetto: « Il console Claudel, lo splendore negli occhi che il viso largo accoglie e riverbera. vuole accomiatarsi conti· nuamente, ci riesce in particolare ma non in gene– rale. perchè quando congeda qualcuno ne appare un altro al quale si accoda il già congedato>). Siamo alla fìf'le di una conferenza tenuta da una Madame th. su Musset. Sui libri forse t.utti abbiamo pensato le stesse cose che Kafka ci dice: ((Indubitabile è in me la brama dei libri. Non proprio di .possederli o di leggerli, quanto piuttosto di vederli. di convincerci della loro esistenza nella vetrina di un libraio. Se in qualche luogo ci sono più copie del medesimo libro, ciascuna mi dà piacere. E' come se questa brama venisse dallo stomaco, come fosse un appetito traviato. I libri che possiedo mi danno meno gioia. ... gli contravveniva. per volgere l'oltraggio a una nuo– va sommessa rassegnazione. Durava sul punto di cedere. Vendicati gli innocenti. gli asini, i timidi. li gioe-o ammoniva. (< Fuori i sensi, fuori i sensi)). di– ceva. I galli avevano chiuso il becco. Le donne, as– surde e sole. Cercava, negro. il sole notturno della tromba che da ultimo venne a aprirgli le braccia. Da Napoli in giù, chiamiamo ((nero)) il viuo che non è bianco, e mai <<rosso>) com'è costume altrove n, con una improprietà che va, credo. tutta a merito della fantasia, ove non si tratti proprio di quei ((chiaretti)> venuti di moda per artificio in questi ultimi anni. a limitazione degli autentici del Garda. di Bardolino o di Monìga. Noi del Sud non potremo al– lora mai mera'V'igliarci dell'attributo di «nero)> dato da Omero al vino. come mostra di stupirsene a buona ragione 1\ « padre di famiglia J) nel dialogo omonimo del Tasso. Quanto alla dolcezza. concordi da buon– gustai nel non renderle merito. conveniamo con l'in– terlocutore che 1( i V'ini fu.ron da Omero detti doJci con quella maniera di metafora colla quale tutte le cose o grate a 1 sensi, o care all'animo, dolci sono addjman– date ... J). - H. prossimo ~ongr~SS<?, una stessa impresa. di ri– C(? me.ci. ha detto m pnnct~ cerca (per incominciare) dei µio, e_ tl ~econdo. Quale e testi e delle testimonianze stato tt primo? inedite. Fu così diseJmata - Ecco: m tutte le nazio- la Joro federazione chiaman– ni europee e in molte non. do i rappresentanti dei europ~e, per esem_p10 di consigli direttivi ranno se– Amenca sono centn quale guente a Parigi per !are lo il nostro. Due anni !a il cen- statuto della federazione tro inglese radunò i rappre- stessa. sentanti di tll~ti ad u!t pri- - L'anno scorso, du 11que, diO ~~~~r;e~~1 l~~~tl~~~z~;aa~~ Vi ~e~f: r!U~~t!n°ci:~r~~pre- Statl dati tre temi: 11 primo sentanti ebbero risoluto di doveva esser_e svolt~ dai fondare la Federazione e di– rap?re~enta:1t1 delle d.1verse se~nato Io statuto, il Centro n.az1on1 a illustrare . il pe- italiano offrì a Questo istitu– nodo della !oro stona tea- to federale una sede a V e– ~rale che giudicassero più nezia. Acclamata la nostra· importante !:?erla storia uni- proposta. i convenuti ricor– versale .del! ?rt~ dramma ti- darono che nel 1957 si doe ca. Relatore italiano su que- veva radunare il secondo !~~eten57l\~i~re~~À!?;o~to -~; ;fg{f~e~~l ~~~~~a!io;:i~ese~~ ANNA SANTI In questo primo gruppo d1 ritratti. sebbene nati come gl: altri O.a occasioni diverse. la '---------------------' pubblicazione in epoche più o (Continua a. pag. -2) Il batterista negro. l'altra sera. al!' ((Adriano>>, tenne incantato il pubblico per mezz'ora. Alle sue spalle. gli altri tre amici se n'erano usciti in punta di piedi e lui s~mbrò continuare - frusciando, bat– tendo, tacendo, dividendo gli attimi del ritmo - l'eco della musica che non c'era più. Toccava il silenzio. imponeva il vuOto. Regolava il traffico sonoro, ma Per i «bianchi» e i <( neri 11 degli scacchi, possiamo anche credere all'amabile spiegazione che ne dà il gentiluomo ferrarese Annibale Pocaterra, uno degli interlocutori del dialogo « Il Gonzaga secondo ovvero del giuoco >>. Chi ha voglia di spiegarsi. con le ori- ALFONSO GATTO (Continua a pag. :Z) quando la morte ebbe d'1m- a noi di ospitarlo appunto provv1~0 fe~ma ta I.a sua an- a Venezia. L'ordinamento co~ giovamle a~t1~ità, fl;li de-l congresso non era faci· ch1a~1at? ~ sost1tu1r~o. R1~ le: i 150 0 200 congreSsisti vend,ca. 1 dunqu~ m1_1anz1di paesi e di lingua diversis– tt~tto ~1 comm.ed1ogr3:fi de~ simi. dagli americani ai rus– Rm~sc1.mento Il mento d1 si. sono. tutti. storici e cri– avei ridato al mondo mo- tici teatrali di sicura fama ~erno la cos~ienz,a che l'ape- uomini di alta cultura eh~ 1 a teatrale e u1~opera dar- sanno cercare e comprende– te e . h? prop~1e forme e re le bellezze artistiche del Pr?pn lu~gua~g1 ~ una tecni- nostro paese. Debbo al eon– e~ che gli ant1ch1. dal.la Gre- te Cini. amico mio e della eia a Roma a_rncch1r_ono. e cultura italiana, la sede del che apJ?ui:ito 1 nostri c,.n- cong-resso. stupenda. all'Iso– quecentist1 fecero pr~pna. la di San Giorgio per libe– Con Que~t~ nuova. co ~c1e.nz ~ ralità sua restaurata nell'an– fu ooss1b1le agli italiani tica architettura del Palla- ~~~~in!~i~i:,e ~e~~;=li~orda1 dio del Longhena e di altri dramma pastorale alla Com- (Conttnua a pag. 2)

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