la Fiera Letteraria - XII - n. 14 - 7 aprile 1957

Domenica 7 aprile 1957 LA' FIERA' LETTER'A'RTW FORMULE, BRUCIATE * Or1lini imponderabili di FAiJS"l,O * PIB.ANl)EI.JLO e L'arte moderna è quella che deve essere, e ci parla molto bene delle nostre passioni, anche se non te conosciamo> (1955). Cosi il Venturi nel suo rivolgersi al pubblico che pare non la intenda. E' una frase. così staccata, che sembrerebbe apo– dittica e tale da prestarsi ad equivoci. Vale perciò la pena di rendercene conto, e tanto più che venia– mo da un tempo nel quale si sarebbedetto piut– tosto: e L'arte moderna è quella che può essere»: poichè allora in arte si escutevano di preferenza le passioni riconosciute. Tant'è che tutto e cono– scere, si direbbe. Ma l'intuizione di Venturi è invece realistica come vedremo. E non è dunque di quel che si vuole parlare adesso (o il discorso diventerebbe lungaggine), bensì di quel che va inteso per conoscenza ed espres– sione dell'arte moderna. E infatti l'artista dichiara al generale con la propria opera operante nel vivo di quelle passioni e Je compone in una for– ma. le chiarifica, le illumina. le illustra. Vien fatto di pensare che questi artisti. almeno loro, sap– piano di queste passioni: e. per sentire. le sen– tano: per capire. le capiscano, le intuiscano, al– meno; e se no. çhe forma potrebbero dar loro. come potrebbero renderle in forma. come potrebbe nascere in loro que;lla formc1 c.patita :a, sofferta? Passioni, egli intende (o potrebbe intendere. per– ché è chiaro che io sto c.imprestando~ al Ven– .turi /che non ne ha bisogno, mentre io dubito per imparare un discorso che mi (iguro) passioni che per un pittore V. (ad es.). sarebbero impul– sive, propulsive. dinamiche: esoteriche nel pit– tore A., evasive e medianiche (e forse anche mor– bide); in B. specul11.tive, delatorie. impietose. Poi– ché qui occorre parlare degli astratti sul serio, ossia nel campo degli artisti che proclamano vizio di cattiva abitudine guardare al configurarsi di un quadro come ad · un obietto da riconoscere, almeno da ricostruire più o meno dubitosamente, loro che non hanno se non un Sentimento da di– chiarare, il sentimento ch'è alla radice delle nostre e loro passioni. TI che è I un traslato. Il quadro essendo obietto di per sè, rappresenti esso pas- le forme per il fatto di esser state delibate o sof– fe11tc nella irriprensibilità dei sentim1ffili, è una dialellica del gusto che va escogitata. Sarebbe da intendere che il porsi nella linea del gusto (che non è già invenzione singola ma propensione col– lettiva a formalizzare i presentimenti di nuove in– dicazioni, e può anche risultare a posteriori, come s·è visto per e gusti~ antecedenti. gusto discutibile ma intanto c.producente>) è favorirsi almeno del e clima-.? Non che il gusto di per sè sia pro– duttore d'artisti, chè non potrebbe concedersi. O vuol dire che intanto - òrride e involute ·che possano essere queste nostre passioni - ad esprimerne il sentimento si giunga per una via riClrita e arrisa dove la bellezza si arroga ogni prerogativa per cui. a1)che a non giungere alla espressione di quelle, ci resti pur sempre questo dono fiorito e vitale a suggerimento d'el gusto? Questa mia seconda ipotesi sarebbe la più oscura. Perché occorre anche difendersi dalle infatuazioni del gusto. Il gusto. alla lunga si fa alieno cd esten– sivo se minaccia di andarsene dallo testa ai pol– pastrelli per il periodo del sensismo latente quando si abombi senza genio una forma pregiudicata da sentimento. e il sentimento sia postulato intanto come irrçprensibile; se si acquieta delle sensazioni, se perciò diventa sensorio e torpido e morbido e compiaciuto. Dico: se. E dico c.irreprensibili> i sentimenti cosi cond\– zionati perché, se è risultante sulla forma in pro– prio (si sarebbe detto altra volta: c.naturante >) la dinamica di questi sentimenti. ne resta tutto alla forma il patrocinio. Che s'intende non ne abusi nel suo essere c.formale ~- Ma non s'intende come possa usarne nell'essere formaliva. se, oggetto per oggetto, forma e colore, portati a loxo volta in funzione di oggetti nell'estensione, intensità. mo– vimento, ecc. non riescono tuttavia ad imperso– narsi che alla stregua di un concetto sensistico· e metafisico in quanto è e simpatico•• e cioè nella giuntura dove qgni referenza a sentimenti è an– cora gratuita, arbitraria, la~·vata. Avuto_ infatti un 'seguito di forme ad es. triste Jackson Po11ock: "Convcrg-cnu» (1952) 6ioni e sentimenti attraverso una categoria di obietti, o voglia essere soltanto in rappresentanza di una categoria di passioni e di sentimenti. Sarà fonna; f= proprio perché non può non rappresen– tare forma e determinarsi a qualche modo. E che dunque non c'è che un modo· di guardare ad un quadro. e cioè d'intenderlo nell'ambito della sua espressione attraverso quel determinarsi, quell'es– Sersi determinato. Difatti. non esistendo' arte in una qualunque obiettività, è chiaro che in ogni rappresentazione noi teniamo conto precipuamente del sentimento che ha investito una e realtà>, determinandocisi. sia essa rappresentata. sia rappresentante. Determinativi, Spiegherebbe il Venturi. a que– sta nostra pittura moderna, sono i sentimenti pri– ma di esser ricaduti sulla conoscenza di qualsivo– glia reperto rappresentato (non della conoscenza pura) e come brandlti nel c.patimento~ del loro rappresentarsi. Pura e scevra ne è la forma e de– terminata sul ricadere quanto una musica sqpra l'oggetto: che è musica. E qui sarebbe pittura. Non sarebbe quindi un eludere Ja fom1a. ma solo la conoscenza formativa. Tanto che n,oi possiamo ri– conoscere nel pittore V. (ad es.) solo il senti– mento che Jo muove. e intendo: che muove quelle sue certe determinate forme. Dovrebbe essere in un clima di lirismi, dove. si adombra il sentire nel suo movimento rastremato. Ma ecco che ci accòr– giamo allora che questo adombrare in B. {ad es.) è espressionistico, ed espressionistìco è in V.: e in P. è esornativo, e in A. è medianico e onirico: non esistendo in definitiva un sentimento che sia sentire se non a un modo dato e condizionato. Chi lo condiziona è, oltre la natura dell'artista, anche restensione del sentimento; ossia il paragone di forma che a un dato sentimento l'artista pro– pone per non dire dell'estensione dei modi di una arte. che sono categorici. E' nel gusto del tempo che tali sentimenti abbiano forma dell'evolversi di determinazioni impulsive e relative o di enuncia– zioni aliene, determinando la fonna solo se stessa nella qualità del sentimento determinante? Hai allora questa presehza del sentire, esistenziale, la– tente, c.multipla),, musicale. E abbiamo, con ciò, concesso, per dato, il concedibile. Venturi ha detto: che gli artisti.i ~ ci parlano motto bene delle -nostre passioni, miche se non le co– nosciamo>. Loro, delle nostre. Ma ciascun artista noi. Jo riconosciamo nel modo suo che è nostro intendere. E resterebbe da vedere, del ,modo. che modo sia (quanto a esser valido), il nostro inten– dere essendo quello che è, incondizionatamente: una volta presupposto che sia del conoscibile. Perchè il sentimento è condizionato alla natura del sentire. condizionato è dalla forma per cui è sentito. C'è anche sent,imento e sentimento: ci sono perciò sentimenti anche insuffici~nti (com_~ obietJi non rappresentativi) o declassati: sensom, sensi– stici. Ci è anche sentimenti retorici, sia non sentiti che dirottati e sviati su !onne evasive, improprie, impertin~nti, insufficienti; e che perciò diventano sentimenti non scevri, ma scemp1. Non c)1e si voglia classi"fica re in e generi • i sentimenti, si vuol giudicare delle forme e si vuol anche vedere sino a che punto quelli siano deter– minanti, e quanto e come, e di volta in volta per– ciò abbiano determinato. Non c·e ch'io sappia altro metodo per venire a capo sopra questo proposito. che è infine conoscenza, il puro fatto conoscitivo. se di conoscenza deve trattarsi. Come risulterebbero, a que1 che si dke, miglioni, nel concetto della tristezza. o di colori ad es. glo– c:ondi nel concetto della gioia\ o le une e gli altri controversi, ecc., portiamo comunque e solo nello spazio (estensivamente) questi dati esempi che in musica accadrebbero invece in Ltna successione ri– solutiva e cioè riconoscibilmente nell'ordine uni– , tario d/ spazio e di ·tempo nel gua~e quell'ai;te si c.modifica> in d,ialettica: non esisteodo in pittura (come in architettura e in letteratura) un tempo (una temporalità) che non sla della problematica dell'ogget!o: e in conclusione stabiliremmo in pit– tura u•1 concetto unico ed uniforme che si risul– vercbbe nell'equivalente musicale di una e battu- J ta >: la quale, assonante, espressiva, orchei-.trul..'l e e tenuta> che sia, è di per sè nell'Ol'Òini? momen– taneo e impulsivo della sensazione. Proprio per questo la decorazione è un'arte c.minore>, in quanto non riesce ad esprimere sen– timenLì enati e, degli innati. solo la sensazione data la minima durata del suo c.tempo• d'indagi– ne e convertila nel mezzo prima ancora di acco– gli0ere ragioni che non sìano _le _sue. formai!. Manca di e rinvio> a tutte le ragioni d1 e sentimento>, e quindi· manca di conclusione effettual~, che .in musica è l'ordine perentorio del suo e rivolgersi> in tempo e di esaurire nel tempo il suo discorso e spaziale•· Questo rinvio in pittura è il postul~to all'ordine storico e il modo cti accadere de.Ila pit– tura stèssa, che a me sembra inalienabile: oggetto per oggetto (di qualunque ordine ~ia) ma in qu~n– to suscettibile d'intervenire storicamente e c10è formativarnente (e non solo formalmente) nella espressione, perchè non risulti monca. Significare la qualità del sentire seJ,za specifi– cazione di quello per cui si sente, ha un certo suo modo qualitativo di accadere nell'attuale. Non così• il significare il modo di quel che si va sen– tendo in ciò di cui si sente. che è qualità attuale di una· certa quantità deffaver sentito; e in cui la e storia > si va consumando a grado a grado che un certo modo significa. Allora quella quantità assumerà una reputazione qualitativa. Si può infatti aver sentimento di una propria costruzione mentale che è idea di un modo di essere invariatamente o di ciò che sembra essere o di ciò che empiricamente si crede sia, ossia in quanto non esiste da una parte realtà obiettiva, e dal'altra n0n esiste del pari idea pura e intanto sensibile; o esempio. Che una idea sia sensibile, o sarà saggezza di quell'idea e proprio filosofia. o sarà allora il banco di prova di quel sentimento, ma proprio in quanto è sentito. Ma la quaiità non potrà esser dell'idea bensì di quel che è sensibile in questa, perchè sia qualità percepibile e valutabile al d_i fuori di, chi sente, e cioè possa diventare proprio espressione. Si vedrà allora che tutto è astratto come deve esser arte. o nulla potrà esserlo. perché, al senti– rriento. ogni c.informazione• sarà niente più di una quantità del sensibile postata nell'escursione dell'essere sentito. • Chi dipingesse fagiuoli e chi dipingesse esempi sensibili d'.idee, avranno da incontrarsi al di fuori cli queste dichiarazioni di quantità perché fagiuoli e astrazioni sensibili diventino esempi d'arte nella qualit3 del sentimento. e proprio metafisica, e cioè misurabili nella funzione universale di quegli esem– pi. siano simbolici, siano umili, ~t!mpre egregia– mente intesi. Intendo che le idee sono da per- tutto che il sensibile si fa esempio; e non e piente di più che un'idea sia di un'idea, in quanto arte non è pensiero nè ha piani d'interlocuzione valutabili lo– gicamente. Anzi è molto meno in quanto si rapporta al sentimento. se il fatto sensorio s'impegna a diri– mere il sensibile per la diCiicoltà che il sentimento incontra a farsi strada nelln purità dell'idea. a versarsi in costrutto. Allora la quantità abbonda ed è illusoria. Complica l'immagine (altro che libe– razione!) d'intenzioni interpolate, s'aduggia e si oscura d'impertinenze, si fa e macchia~ e interdi– zione. Non è dunque che ci posso essere (se non si vuol e!?sere al fine pratico) e mia c1tU'lL-raaiitar– chico-twzional.e te11te11na11.te tra figura.tivo e non figurativo• con scopi infimi: e docwrnentari.stici ~ (spietati o delatorU?) e e statati> (ideoclastici?); e poi di contro e ttna grande e decisiva corrent.e svHnppatas·i storicamente net mondo f.litero (sul quale si sa che pensare e del suo pecorile e stu– clioso conformismo l'ivoluzionato) net senso e/te è -riconoscibHe ov1i11que non s'intendn per art.e un fatt.o clocume·nraristico e statnle, e che è ta pittura a valori for-matmente ast·ratti > perché documento e stato non ci entrano affatto, e sono qui con funzione di spauriti spauracchi. e neppure lo svi– luppo storico, come vedremo, ma si vuol dare un significato. alla parola sentimento nel suo senso proprio di modo e di atto del sentire e ,che non debb_a essere fluttuante (questo si: tentennante) come un termine di comodo e di riparo, buono a · tutti gli usi ma sol)rattutto agli abusi, e che è tanto universale quanto sembra controverso nella mente degli esegeti della c.grande corrente~ dei quali 'si riportano i detti. E ora si produce in e stato di coscienza non avendo nu.tla di. sentime11- tal.e e tanto men o di ~c11ti.me11 talisticQ, perchè l'ere– di.t'à romantica o espressionisti.ca dell'urto o d.eL caos vi è tradotta in 11.110 Luci.da e a ssurda co11cretezza • (però S-ttrreaU.stica, e aUora proprio ·una concre– tezza sui generis); dall'altra, i ~ sensuali detta mente> sono oggettiva tori de'i propri sentimenti per c.u.n pere,me pronu.11ciarsi det sentimento me– desimo• (cosi: gratuito e aggiudicato) esercitan– dosi nella e grnnde corrente• (l'astrattismo} cl\e e non patisce limitazioni di forza ideologica anzi esprime con maggiore legittimitd pittorica it sen– ti,nento deU'u.omo nei confronti dette cose del mondo>. Legittimità tutta. si vede. di quella tal forza ideologica. e neppure più e plato11izza11(.e > come peì· l'innanzi. ma emotiva; che a me sembra assai una retorico eson'lativa ed estatica sulle po– vere cose di questo tribolatissimo mondo. Una re– torica a giro brev~ e a lietissimo fine c.su. u.n piano di d.ig11ità stiUstica ~., Badiamo che non si tratti del sentimento del bello come ret.orica. detto più propriamente c.senso del bello> e c.proporzione del b.> che è specifica– zione di genere. e di carattere, al più oggi inteso come canone dialogico; ma che. essendo di un bello che si è posto al riparo dei triboli del sen– timento, si è dunque limitato al monologo .. Un 111,0- nologo senza ricadute. confutnzioni e ricorsi che non siano a facoltà di procedimento. Sentimento di contenut9 è infatti sentimento di forma perchè è qualità del sentire: ma se il sentL mento diventa della qualità come modo dell'atto del sentire, ~itorna al suo modo di essere che è sensorio perché obbietta in sè l'intellezione, e non ciò che C sentito. Se allora quella distinzione era sottile e all'atto prR.tico l'oggetto ha ordini pressocchè imponderabili che rendono quasi illusorio il ricorso a loro stessi, non è men vero che la natura dei nostri sentimenti debba esser riprensibile e ripetibile in qualche luogo. perché l'espressione non diventi nel fatto, informe e inconoscibile: cessi perciò d'essere parte– cipazione viva, attiva, i:ispondente?, se pure non la si voglia giudicare determinante. Ecco perché Ven– turi si riferisce alle nostre passioni e non ai nostri sentimenti. in quanto. tra sentito e partito. c'è un atto d'intendimento. riflessivo dell'uno o dell'altro sulla tonna. Gli esteti usi a lavorare sui testi deJl'estetica idealistica obbietternnno che quella distinzione non è da fare, che non esiste forma che non sia forma– tiva. e proprio perché è foiima. Non esiste una forma espressa comunque, si, dice. che non sia dunque espressi1:me cli quella data e determinata forma. E intendono di ogni forma collazionata at– traverso quei concetti unitarii e captata per un processo laboriosissimo di cultura, e quindi in sede d'instruzione ai procedimenti delde intenzioni in cui quella forma lievita e si e monta>, Ad una tal for– ma - e tanto più quant'essa è più semplice ed elementare - resterebbe da chiedere in rappre– sentanza di quali concetti ha deliberato di pro– porsi. tale è il regime di libertà che le si concede e la sua indifferenza\ ad essere, bisogna ammetterlo, nel s·uo stesso modo' di essere; e se al postutto non voglia dunque essere a forma di certificato estetico. che in arte sarà davvero una forma bizzarra. Perchè a modo di certificato estetico? Prendete un quadro di Pollock, e ripetete con me quello che io riporto: e in questo calcolatissimo ghirigoro di segni H caos finisce con t'assumere una specie di sua lucidissima oggettività. La teta diventa quasi uno $pecchio det sentimento creatore soste– nnto alla ma attezza perchè sempre vi è presente la coscienza. La coscie·nza come luogo d'una grande scarica em.oti-va ~. Abbiamo fatto il gusto all'c. assurdo> di questo certificare che nell'esempio riportato non so di chi sia, avendolo ricavato, per inciso, in un discorso di Arcangeli. Lo chiamo assurdo non per spregio perchè potrebbe anche essere che sia com'è detto, ma è un dire che gli è indifferente; e tanto è vero che io dico egualmente per e assurdo-. la dimostra– zione matematica per la quale un tale certificato e non può darsi>. Infatti esemplificandolo. abbiamo: ghirigoro caos = lucidissima oggettività = quadro (te– la) = sentimento creatore elevato a e potenza> uno = a se stesso perché dato a esponente di co– scienza, e dunque == coscienza = luogo di grande scarica emotiva. Equazioni algebriche che· fanno chiara l'inanità della tesi estetica assunta per vedere in un ghiri– goro calcolatissimo a'1tra cosa che un ghirigoro cal– colatissimo, se ogni i.potesi espressa gU. è eguale. Come volevasi dimostrare: 4 assurdo> per Cas– surdo>. Ma ecco che l'estetica di fronte all'arte astratta (eh~ in un mondo di gravitazioni e di perpetui ac– cadimenti affida perfino la leggibilità della propria positura e direzione ad indici fo1·tuiti e pratici) di fronte all'arte astrntta pone un suo discorso che ha inizio con la confutc1zione dell'uso della parola e de– Corazione > che intanto è la prima che a lei stessa, come a tutti. vien fatto di pronunziare per evidenza. E d'altra parte è evidente che, suscitando echi di e superstizione> in un motivo parziale e fram– mentario di qualsir1si partito e prospetto armonico isolato in tronco e. ingrandito a dismisura, noi pos- . sia.mo riscuotere animazione e corrispondenza; per– che i l « segno n è di natura metafisica e spiritata tanto più è c.insignificante> e innaturale. E tanto più è inccr sueto e insignificnnte (ed è c.scandalo-. all'ordine di natura) punge e inquieta una certa nostra naturale e solerte esigenza alla sistematicità della cognizione, che vorrebbe riportarlo .e rico- FAUSTO PIRANUELLO (ContlnuA In 6. paJ;.) ~•i,: !; --~------------------------- Crolla il campanile Nasce il Liberty * di MARCELLO J1E1\l"l'lJROLI ...ma a distogliere il Conte co:id,arono le macerie. vi sa-11-rati sarnl b cima a1 campeoilc da questi di-visa-mentl, accadde rono sopra ,p:an piano. rld"\- dall'epoca di Barbarossa, la in Italia un !atto del tutto lm- scesero poi portando clasc-uno be'lJ..lsslima fanciulla con lc ali preveduto in certo senso !uor un pezzo di c,a-mpenfile in ma,10. dl oarta dorate. i•1COron-ala di dclla storia, dhc sarebbe potu- .m conte Saoooni non ebbe t!OTi. dhc scc-nde nel giorno del to a~enirc un se-colo prima Ja rorza di muoversi da Roma. glov-edl grasso legata a una o. mGg.ari. 11-el 2000. tank, il Luoo Belltrami. Ugo Ojet-ti. An- fune d,alll!aoo11a campanaria a tempo. Je oose d1 casa nostra . .ge,1oConti e cento altrt oorit- .ture iJ « volo dell'an,gclo ,,. E il coot,ume dCtiiliitaliani e p(!f- toN. e crltioi di cose d'arte e poi, dal p899ato re.'11010. di !ino il monumento a Vltto.nio no:1 d'arte, presero U treno per nuovo nmoral\--a il pfl<'l)"'a'IO pros– Elmanucle Il. che In un mo- ..nndarc a vcde'I'e ... E !neon- simo. 1:1 giorno precedente al do o ndll'allro pareva proil'Wa:r trandooi r.ìeBe varie sto2:ioni. si cromo. quando no:1 ~10 era la sua om.bro un po' daippcr- ~l\:·rcic:.l-a,,.eano piangendo. man- sta1 a portat a vi.a dall'albita?Jionc tutto. non e-i entra-vano per dnvano telegrammi ai giornali, dcl ous1.od' e ~ut\8 la sua romil., niente. o! COlliJ.t?lglh.l, ai mun:.O~pl, tele- ma la bon da musicate a-v-eVG Questo faUo incrcd• :lbllle.ep - ironawano. no;i. Qncora orriNGtl. pro,vvechrto con tutto comodo pure cosl natura'.!c se condo le suil posto, lunghi artù.coli ai o togliere d,all ~ampani!le a1.tio.l-te le-gigi più el~ntarl dc,lQ,asta- .giorna,l.L ,. St'3miane - c::crh:oe- I tromboni: mentl'e non si era ti;;lica. non previsto d.a ne9m1.nvano - d,a1 petto di Vcneziia pensa to a mettere In salvo Ba11bnnera pcroh-è lmpo,;,~i'bik è: u&clto un tnrl•biJe ur1o d'an- nc.pp, urc una de.Ile meriaviglio- ~~m~n~,r~1;~o~~lplR'°n~~ f~a~~~J: 11 &Jta ~~!cil~ 01 ; ~er:i!!!:oe l~el Lo~;~~lnE d~! del persistere nl Goveruo di d,t d-o1ore... lmtPoosi.bil1e ! Poi ohi- dire di quella Cassandra del GidlittJ, più assai del diSC'Orsonammo tristi il capo, .. sent.im • sl,g,nor Vcndre,;;,co, j,J q,ua:Je.al– di Zanard(.>i}]l suJl.lanccCGSità dii. ,mo la nc-ceS&itàdi st ringerci meno 11t1 mese prtlima Clhc ri risoilivcre una buona vo!lta «do- J',un l'a!ltro, di eom'lll:1icare Ll '\'"Crl!tk-aissero I primi. ~gr-cto– po quaT~1nfonni di d•tscussio- nostro tormento a oh'iunqU'C11,aim,enti d,i eall.clnaocio, ave-va ni .. H pl'()lij\ema del Sud: fu potesse parlare la nostro Un- d•ato l'a-11anne.meritand-osl q_u-a– -per lii Sacconi ce>me se co- @\Nl•.• ci s-entimmo aivvo1ti d-a si gli S'berle!ffl.dell-e autorità? minO:aS&C :ion sol o a cader la i;,10 spi.cito prepotente di fra- Ora, d.'l'Vant1 e casa wa era speranz.a da4la sua granlti.ca !e· tcillanza...». una processione di V"Cnezlani dc ~n i:c stooso. ma come s.? Una pwbbtliea sottoscri:clone dh,c: andM--ono ad aedlamare lo une. leritia inisteriosa. int.rova- mitre ineieme in tre giorni. cin- !nleHee profeta. e qu,e s1.o ogni bile. si fosso aperta nelle sue quecentomila lire, qua.:1to s'era '\-Olla si doveva at !e.oo !are aBa fibre. gettandolo prima in una raccolto in un mese per l'ere- finestra per tar buon viso a sorta di panico, poi in un pro– fondo scoraggiamento non ver– so gii uomi.:-:dche .M:nno le c()(;IC, ma verso le C06C latte d&glli uomini. Ll 14 l~io del 1902 era crollato il campenhle di San Mar=o n Vene2lia. Il 9torn-0!e d'Italia. quelllo stesso che nveva dedicato una pagina intero ama Mole .sac– coniana. u@criN"<:I st.m"C>Uta con un litod.o a caratteri dii scatola rull. «giiganle lnbanto » come uGl giorno &Ielre.wloldfo. Qu--c1• do, ed antri gJor:iiaJ.I conser– ve.tori, lettu e riletti dnl Conte nel pomerlggio dell'Io stC'S.lo14 ~ug,lio, de-scrLvcwmo con una esattezza vlsi'Wl cosi impree&lo– nante butte le lx161dcl cro'llo. che pareva dd sta1,c ail cinema Moderno. quando ftu .pi:oietlata la ...vi&o-ned~'lllvero» dc[ e.rol– fo di un i.ratto dei trn1r&g1lioni d-e-1 Ten"Cre. ripl"C6ad-a un lor– tunato !otogrnfo. Questa torre possente, alla :ioivantol1o metT1, til'C a-veva tenuto in piedi dd.'dbttomiO.a to,.inellote di mattonJ. per d!ie– ci seooll, el,jbe una angonia. si e no. dl un giorno: mentre suo-na,v,a lo m,ueica in pi-azza neI1la sera de'.l 1,3, rulouni pezzi! di co.rnleione caddero 001 sc-)– ciato; il concerto !,u sospc,so, non già pcrohè anco-ra Bl te– messe il pegigio, ma per evitare c-h-ela geute foosc coil!pltia, dru– le ple-\.rc ohe conlinu('i;vano a ,cad-.:?re.m 14. aUl'a'llbapoiicbè si era deciso, per misura precau– zionale, di serrare il eampanl- 0.e tM Jluni di ferro. sani.rono l pompieri con una scaD.<a ester– tia per un-a lspe-zlone. Fu ln quel mo mento ohe i!l collooso igomei.te . t-reunò, viilbrò, t.ankl che I po mpieri - l qua.lJ a ive– ._.,anol'oool'Jio a.9SOipiù c(l\ ,11.eo di quello del soprintendenti - a.VIV'ertendo lR tragedtl-a, ece– sero a precrl:piziio, blocoairono 111genie oh,e v-c.n~vad-aJ.Lido. ricaociarOJ10 sotto le Proou,ra– lie al di là d,cll!J,'Orologlo i grup– pi di curiosi, ohlMlìerono la forza p~-oo. n pr efetto, i ,so!ldabi, Il sim:l. <aco.il OU'Stod-e (iJ quale in V' Criià e.r-n già venuto, nottetempo, a porbars,I via il letto e le pentole da uno sgalbum:ino alla base de"Lla tot'lre) e dopo ove-re ancoro \ma volta urlato ..Via tutti! .., attesero l'inevllablle. Pez,;i di inton,a,c,o, mattoni, Un'ala dell' «angelo» dorato caduta. presso la porta della Chiesa. dl San Ma.reo cornicioni d,i marmo. cad'C'V'-0.Jlo zione del! monumento a Vitto- qu-e!IJl'om~Jo più crudele di ,gi~ con &ohiainrt. &CQ1ppl, ere- rlo Emenual.e Il; oolil1o·rl. ar- una batta. 1 ~iÒ~~oh 0 ~ e ~po:~~~~ .. cf~~ ~~ t~aYtf~~arefat~•~~~ ~f} o~~g!~,o~i~~i~ venezia•nJ i quoJI non V"Olevia- medd.ata riOOGlruzione del caro- rono i versi; stormi cii od-i no cred<ere ai loro oochi. Poi ,panlll-e, «com".e,ra e dov',ero ... barbare, di oanitiohe, di inni comincie..rcno ad apparire !es- Ma In quella prime settimana saJ.irono de. Pl'azza San M<;;treo sure. a dfram18'rsi crepe d.e,n- di trambu:,-to, U colpo della in larighe ruote su tutta la Pe– tro le mura. e hl caimpanile, tra-ged-!a ancor !reGCO con.fei;i- nloola, si posarono af.!lalJ.c-ate, per il p ulvh:.- -coloClhe~I 9allliva -VQ ad ogni declsiione, ad agin1 petll.lhmtl, 9Ui da,vanzm3i di ogni attorno, d.wa l'impressione di a>l"Oi)OOta u.n cihe di tret1oJ01Soredazione di giornale. Gli scrit– un edMi cio n el C"Uli lntermo co- e d•i irato insieme; e i discorsi tori prb.olpi sclo'!se-ro il ri– v,a,ss,eun lncendllo. QU'ando le lsu'l,le ca.use deQ cro.'lll.o- da SC'Ilbo: Fo.gaz.zero to-rmuilò una fessure si aprirono, flu possl- que!l!la del famoso lastrone di I.potesi 81.l11la causa della C'3èluta b!le per u.n i.stante V'Cd-e:re il ~armo inserito dall'ufficio re- de-1 caipani!le, assai singolare, c1efo attmverso 1-a torre. poco 1onaile .. troppo a !-Ondo » nel- benclhè d"cigna di esser medi1a- 1più SQ!Prade-Ua &un metà, ohe fa loggetta a quella di un mi- ta e cioè cile la torre doveva si gon!ia,v,a come 1.111a c-arta; sterioso sgo\)UZZli.nO.nuoa,va10 cr()]lare perohè i tem,pi nucw.i massi e p:let:rame preobpitarono d•ai muri maestri de'l campa.- erano indegnd di lei. Ohe i a pc-r pendfoolo aill la man-iere nine, ohe avrebbe «oottra·tto tempi nuovi non f.osscro de,goi di un oan:nooohl.n.le di maT1il1aprezioso ma,ter!a,1e alrle basi de'Hn torre, potev-a d-a·rsi, però o he s i ohlu-d•e,la ce! IO<a tra1baJlò, della torre... ad altre cento non si &pic,giwa per c h è. in -s 'a.pe -rs e allla base e s'ineihis- i1i-cred:ilbiJ."i, non 1.11ltiLm-a Ll... «cd.- queJl!,aNlde~:-idlàna-z.ionoaile !os– s ? PI. ti ' e-ss.a. Una nu<VOlafitta, ni&mo » di Gi-0/litt.i,ohe a!V'8Vla sero rLmasli iL1 p:odi tutti gli b- 1anc,a ,a,v•volseI .a piazza, dopo « 1'8:.5Cieto fare e lasciato .pas- a•lt'ri mon'U Cllenti, a .n?.i se ne qucl boato quasi urne.no, copri sare » o-g;n.ico:;a, aodhe il ti- stessero coot .rue:n.do dei n.uwi. San_Marco di una cortina, osou- more c-he i!l campa.rui.4e crolla:95c Giosue Ca rdiucci, in quelli.e rò il soO.e.C(l[).ò. dU'Sdò e i ve- - i progetti del nuovo edlf\- prime dl.oowssiond,tanto fu co'.1- ne~ani at1errdtl videro una im- cio, conce.pi 'lo m cemento a.r- ptto ancihe M d.a-1c-rdl!lo d~ mens-a piramide d'i ma.oerJc. 811-mal o. disegna ,to con arltro stile. 5tigante, ohe rispoise telegr:,.-– la trent.e. metri. s,uD.lacui som- iprotetto da una .,J,visilbill.ear- camente con un «No .. a chi mrità el"'a una macohia n era, 1-amatura di ferro, si mescolava- ~I ohiedew s'era d'accordo di Maramgona. L 'ang:i.oao dorato I no a una fiera nostalgia per Il rlfla':r,lonuo,vo an. med~imo po– dhe co:ronav.a l, a puota d e l cem- gigante caduto. che Venezia sto. Carne .. ritCare.. dieci se– P.8J!ille,soi"V'O'.la!'l do !un.go 11ter• 110n SlVrelbbe potuto rLved-ere co'll di storia? Si domada."8 iil. nlbille cotle. seN1 f.enma to da-liper un pezzo. eretto fra il pa- poeta. Come ri!arlli? E eme din vanti ai!la po·rta della Bas.lilii-ca. l& .z.zo reale e quello doge.le , - si domand'lWtl il Sacconi - Le log..,"CttadeiJ SansO'V.inoera co- mc u n indice teso ad ammo- dJ. quell:l'ar-clut-etto ((le si era là sotto. no11si vedeva plù. Da nlre iU t,w-ista. proposto di «!anl-e» alltri d(eoi. •u:ra grande vorag..!.neaperta su Per U Sa,econi, poi, era an- cuttd nuovi? DeQ resto t>C il ,pail,a-zzoreale, si ~,pgevano I e-Orpiù dLft1'l.cl1e oo~irc la I'l:"d- ,passato glorioso del 'oamtpa. l~mparlari di un,a sala. fra stuc- da dehle contrastanti oplnio11i nfle vlveiva nella mente e nel ohi pe_nsiJI e intitSSI contorti. pro e contro l'erezione del ouore de~LI Itall.lani. perohiè non 9.~; d:r;tT~oJ~a ~~in:::: d~n~~~ 0 ·J.~~:1/r;~~!i 0 d~ ~~~rte:t:10 lnplr~: d;!~~- ' premwa all-e lmboooatu"Te de.1- \lutte le regtlon.i d-'Utalda e de. ma tl sdimlboJ.o d1 q•uelU·agran: la piazza per vedere coi suol Ltl'IU i paesi del mopdo dove dezu. la medesima, sen?Ja Wla ~ oOC'hi i_l g,ran mo-rto: era una urn H aùi-ano avesse allmeno un-a viingç>lladii m-eno, an21i con di folll.-apiangente e d-e.soil1ata che vd.ll >anella sua v,ita ~alo più la albn,egàzi-oo~ e 1'enl,u- 1evava i pugrnl in s~ngola:r,iml- un m attone su un altro. Perchè sl~o d,eiJUeTe rz.a It .ania, do– nacce, al vento, a!Ja marea. -alD'!mmGJglnedi tante persone vev,a prendere oor.po tangJ.biJ.- al sal_m-astro, ohe scoppl-a,v,a in agitate nel presente si sovrap- m<!nte. ,i•::usu!lti, querele, aecu61', contro poneva com-e ri.filesso ne!ll.'ac- m Sacconi non ebbe a:l.c,un la inouria do.l Comwne, \'im- q,u,a, il disegno dal c-ampanile. d'UIIJbio, fin da prinoip.l.o sulle pertntrbato ottimismo del Sin- glorioso nel suo p3ssato. In sorti flintiure deQ campanile· e daco. l'~nzo. d•!"1M:nietro del- certi giormi la «presenza .. di le polem.idhe pro e contro' la la Istruz:one Pu:ljjjllea, de11e ·g,uell'-edid.licio, dist.r,utto dava al su-b. ricostruzione mJd par,ve-ro. ~e]le Artd, deJ Governo ..E bui- Seccon.i una sipecie di ma!lin- nella mL#fore de la e ipotesi h parJa,y-ano. mc-tà !ra loro e co11i,a; e poidhiè il Conte non questioni di lana caprina; m~ metà nvo1h al punto dove tacev-a neSl9Ullosforzo per cac- c'era anche una ipotesi peg– un t~Po siv,etta!Vaai di là dli carla. quest-a s'iJnJPadroni'\118di giore da fare: che taluni op:d piazzetta e di ~ ca~Uelui. iii~ cr~v,a dentro, senza in Ita .11.ee fuori, si oattea;er0 la torre ornata; a turno la fo 1- IDminimo n,guardo per quella ,per fa r dli. .ventare la piazza SaLl 1~ 1-en_utastretta da:i. ~rd.on~ . n'J.tra Mole, ohe- rcclame,w. il Marco uin co-rtilaoclo, ge1osi dei .:11 avwcend.ava ai primi pos h. suo posto. nostri tempi antic!hi, e iwvJdiosi • che da--.•anQ sulla piazza. ~d Ed ,ecco .il campanile di nuo- d<ei nosU-i nuO'VL Gli in,gllesi, eoco anora le quenmo:1ie dii.- v-0 ntto. m quel cammdno a con queù:lé loro condog{ldia.nze b~~~ra l~~~l~~e 1 ~~a~: f~t~~ 0 son~v;~)a· p~~of~rd!~ :t~ 1 ~ q~~r1!8r(dt ~ I le come d-av.ant1a un cad.•aivere.eroHo. ecco la sua cella cam- consldercW8.no la nostra &ven~ .Ailil,e1~ l'aria era ancora ir- panarie con Trottlem e Mara- tqira come U prodotto della resp!rabiJe. e un. d-en60 ~trai~ igona !esttuti. i qu-attro tri- più grruve lmp,rev,ldmm e ci dl .. J:>?òl~e-rc oprwe. tut~ ip.1 cofori che pend<mo ad ogni a.vrcll,bero quasi voluto 1nte,r– edilf10! mtorno .. Per oo htlgl-0., lato neille !este na1.lonaill, le d'lre: I tede9Clh.l.- ohe a.\l'Wan. ~copJ)l.ò i pa nd.Co , I vene?.iam innumerevoli frrme, date e fatto Norimberga come un ci- 111Masero la p :az.za urland·o, cir- ouori d,i milioni di lnnamo- cJopico museo d'architettura,

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